“The Lancet” conferma: è sbagliato impiantare più embrioni


di Aldo Vitale*
*ricercatore in filosofia e storia del diritto

 

Defilata come sempre a causa dell’ideologia contro la vita, dominante anche e soprattutto nel mondo dell’informazione, la notizia è stata per lo più taciuta. Certo non è sensazionale, poiché conferma ciò che già da più parti e da diversi anni si è scoperto. Si può, tuttavia, affermare che suggelli la direzione della ricerca scientifica in merito degli ultimi tempi.

Sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet dello scorso 12 gennaio è stato pubblicato il risultato di uno studio condotto da Debbie Lawlor e Scott Nelson sull’incidenza dell’età della donna nella scelta del numero di embrioni da impiantare con le tecniche di procreazione medicalmente assistita ( PMA ). Dalla ricerca è emerso non solo che il numero degli embrioni da impiantare dovrebbe essere calcolato in considerazione dell’età della donna, con il discrimine fondamentale dei 40 anni (nel senso che per le donne di questa età o di età superiore dovrebbero essere impiantati più embrioni senza per ciò stesso garantire l’esito fausto della procedura, anzi comportando maggiori rischi e complicazioni, oltre che costi), ma che addirittura è meglio non impiantare, per tutte le donne di qualunque età, più di due embrioni per volta e non solo perché l’impianto multiembrionario aumenta la possibilità di gravidanze multiple o gemellari.

Anzi, spiegano i ricercatori, i migliori risultati si sono ottenuti con l’impianto di uno solo o al massimo due embrioni, delineando la validità scientifica della cosiddetta eSET (cioè Elective Single Embryo Transfer, ovvero del Trasferimento del Singolo Embrione Scelto). Non è necessario produrre e sprecare dozzine di embrioni dunque, come hanno erroneamente affermato in diverse occasioni, tra i tanti, i radicali, o tutti coloro che si sono sempre opposti, anche per le vie referendarie e giurisdizionali, al limite di tre embrioni previsto dalla sapidità giuridica e scientifica del secondo comma dell’art. 14 della legge 40/2004 disciplinante le tecniche di PMA in Italia. La stessa Corte Costituzionale, a volte più sensibile alle ragioni della politica e dell’ideologia che a quelle della scienza, dell’etica o del diritto, ha preso un abbaglio allorquando con la sentenza n. 151 del marzo del 2009 ha dichiarato costituzionalmente illegittima la norma della legge 40/2004 in ordine al divieto posto sulla produzione ed impianto superiore a tre embrioni. La prudenza giuridica e la precauzione etico-filosofica hanno anticipato, con lungimiranza profetica, i successivi risultati scientifici, ma questi ultimi più che rafforzare l’idea che l’etica debba essere confermata dalla scienza, hanno dimostrato che la scienza non può e non deve essere svincolata dalla dimensione assiologica senza rischiare di minare le fondamenta della dignità della persona.

I dati della ricerca pubblicata da The Lancet, si inseriscono sulla scia di quelle simili che in tutta Europa, e non solo, si stanno conducendo nell’ultimo decennio giungendo al medesimo risultato. Si pensi in proposito a quanto riferito da Christina Bergh nel suo articolo sull’Oxford Journal Human Reproduction del marzo 2005, in cui si spiega il lavoro condotto tra il 1995 ed il 204 da Hannu Martikainen dell’università finlandese di Oulu su 1500 donne che ha comprovato che l’impianto di un solo embrione conduce ad un esito positivo della gravidanza diminuendo sensibilmente i costi e gli effetti collaterali per la donna quali, per esempio, le complicazioni derivanti da gravidanze gemellari o la sindrome da iperstimolazione ovarica. In questo stesso senso si confronti anche lo studio precedente pubblicato il 12 dicembre del 2004 da The New England Journal of Medicine. Martikainen in persona sulla citata rivista oxfordiana, nel marzo del 2009, ha riportato altri risultati in questa direzione, stavolta stringatamente riportati anche dall’”Ansa e da “La Stampa. Le risultanze scientifiche autorevolmente conseguite dai citati lavori, dimostrano che occorre porre un limite alla produzione di embrioni e che questo limite è in termini tanto medici quanto etici pari ad uno o due embrioni al massimo, cioè di gran lunga inferiore alle cifre esorbitanti messe in circolazione dai demagoghi dello scientismo riproduttivo.

Una regolamentazione sacrosanta dunque, che meriterebbe di essere riconsiderata dalla Corte Costituzionale, la cui posizione è attualmente in netta antitesi (in pieno oscurantismo, si sarebbe detto, se fosse stata la Chiesa a posizionarsi trasversalmente alle evidenze della scienza ) con i più avanzati studi scientifici. Il tutto mentre si apprende che aumentano le richieste di procreazione medicalmente assistita, cioè che in un periodo di penuria economica globale almeno un settore non risente delle ristrettezze degli altri ambiti, come riporta Avvenire dello scorso 12 gennaio in un articolo dal significativo titolo “Non conosce crisi la fabbrica dei bambini”.

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14 commenti a “The Lancet” conferma: è sbagliato impiantare più embrioni

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  1. franz45 ha detto

    “Scienza e Democrazia” da oggi si avvia il dibattito pubblico sul sito http://www.scienceanddemocracy.it con la pubblicazione del primo intervento di Mario Capanna.
    Ogni lunedì verrà pubblicato un intervento scritto da autorevoli scienziati, teologi, ricercatori e politologi: Giuseppe Barbera, Grazia Basile, Mariano Bizzarri, Franco Cardini, Salvatore Ceccarelli, Margherita D’Amico, Giuseppe De Rita, Manuela Giovannetti, Federico Infascelli-Raffaella Tudisco, Marco Mamone Capria, Fabio Minazzi, Giovanni Monastra, Filippo Moretti, Salvatore Natoli, Andrea Olivero, Valerio Onida, Flavio Oreglio, Maria Rita Parsi, Franco Pasquali, Romolo Perrotta, Carlo Rocchetta, Giorgio Ruffolo, Emanuele Severino, Andrea Sisti, Bartolomeo Sorge, Stefano Sylos Labini, Nadia Urbinati, Vincenzo Vacante, Marcello Veneziani, Gustavo Zagrebelsky.
    Nelle prossime settimane il dibattito verrà inoltre aperto ai commenti a ai contributi di chiunque voglia partecipare!

  2. Rebecca ha detto

    Interessante la notizia…ma la visione sull’embrione (e sull’aborto) sta cambiando lentamente o è solo una mia errata impressione??

  3. Ercole ha detto

    Bello! Anche il potere scientifico torna sui suoi passi!

  4. Chissenefrega ha detto

    Non dovrebbe toccare a me, ateo, laicista e relativista (non però massone e comunista) ricordare che la dottrina della chiesa in materia di riproduzione considera peccato grave qualsiasi fecondazione che avviene al difuori del rapporto sessuale consumato all’interno del matrimonio cattolico.
    L’impianto dei tre embrioni venne accettato come “male minore”, ma la chiesa si è sempre opposta in linea di principio a qualsiasi ricerca e sperimentazione nel campo della fecondazione artificiale. Adesso che per una botta di fortuna (bisognerebbe dire un’altra parola) la scienza dice che l’impianto di uno o al massimo due embrioni sono la scelta ottimale, si tira fuori una lungimiranza profetica che in realtà non è mai esistita. Questa è solo una conquista della scienza e la scienza avanza per tentativi, anche quello di sacrificare più embrioni del necessario.
    Pongo una questione morale: se da adesso in avanti verranno impiantati due embrioni invece che tre avremo un’ulteriore diminuzione del male, pur sempre persistendo una condizione di peccato?

    • lorenzo ha detto in risposta a Chissenefrega

      Cosa intendi quando parli di “lungimiranza profetica che in realtà non è mai esistita”?

    • StefanoPediatra ha detto in risposta a Chissenefrega

      E’ sempre difficile provare a rispondere in modo intelligente ad una domanda sciocca ma ci proverò: NO. 🙂

    • domenico ha detto in risposta a Chissenefrega

      “Non sono quindi attendibili le posizioni – anche in seno al cattolicesimo – che la Chiesa è contraria a ogni intervento “artificiale” in materia di procreazione.
      La Chiesa accetta la procreazione assistita a tre condizioni:

      a) deve svolgersi all’interno di una coppia legata da un vincolo stabile, che generalmente è quello matrimoniale;
      b) deve essere effettuata con un comune rapporto sessuale, e non evitando il rapporto coniugale;
      c) non deve comportare interventi invasivi o rischi rilevanti a danno dell’embrione o del feto (questi tre criteri sono proposti nel documento Donum vitae).

      Attualmente queste tre condizioni si verificano solo nella inseminazione artificiale tra marito e moglie, conseguente a un rapporto sessuale. Ogni altro intervento che prevede una terza persona, o un danno all’embrione o al feto o che non preveda l’atto sessuale è per la Chiesa inaccettabile.”
      http://www.donbosco-torino.it/ita/Kairos/Attualit%E0/04-05/03-Procreazione_assistita.html

    • Norberto ha detto in risposta a Chissenefrega

      Commento abbastanza stupido, ma siamo abituati. La Chiesa ha la sua opinione e fa la sua proposta a chi ha interesse a seguirla. La fecondazione distrugge numerosi embrioni umani che la stessa scienza oggi considera finalmente delle persone umane. E’ ovvio che se al posto di uccidere 10 persone ne vengono uccise 3, allora si può considerare un “male minore”, ma sempre male rimane. Siamo tutti sollevati che sulla Concordia siano morte soltanto poche persone e non tutte e 4000, anche se siamo tutti dispiaciuti per la perdita di quelle vite umane. Ma dubito che chi possa scrivere commenti del genere abbia poi la facoltà mentale adatta per essere arrivato fino a qui e aver contemporaneamente capito.

  5. Antonella ha detto

    no, intendo davvero: mi piace come hai posto la questione nei confronti delle solite stupide polemiche, senza ironia da parte mia! ah, a scanso di equivoci quello che mi ha fatto ridere è stata la tua considerazione finale!!
    per quanto mi riguarda troppo spesso rimango senza la forza di ribattere a polemiche di questo stampo perchè mi sembra inutile lottare contro tanta stupidità ed ignoranza, invece bisognerebbe sempre, senza paure (sto andando fuori tema, mi fermo qua).

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