Salomone Leclercq, uno dei tanti “Giordano Bruno” dell’ateismo

Perché ricordare le migliaia di cristiani, cattolici, protestanti ma sopratutto ortodossi, uccisi in nome dei vari ateismi di Stato instaurati nelle principali dittature comuniste: da quella sovietica a quella albanese, da quella cambogiana a quella nordcoreana?

Lo abbiamo fatto tante volte, è una risposta a chi inneggia ossessivamente ai “crimini del cristianesimo”, incolpando la religione cristiana in quanto tale per i tremendi errori commessi da singoli (sedicenti) cristiani o uomini di Chiesa. Se le cose stanno così e se si vuole restare coerenti, allora bisognerebbe incolpare l’ateismo in quanto tale come causa delle tremende stragi commesse dai dittatori atei, oltretutto non migliaia di anni fa, ma nel secolo scorso.

Un altro must dell’anticlericalismo è citare la morte sul rogo di Giordano Bruno come esempio di tirannia della Chiesa cattolica verso il libero pensiero. Seppur il caso di Bruno vada decisamente ridimensionato rispetto alla “leggenda” divulgata, come abbiamo fatto avvalendoci del lavoro dello storico non credente Luigi Firpo, non si può evitare di ribadire la più totale disapprovazione verso questo episodio e verso le concezioni e gli usi dei tempi.

Sulla stessa linea, tuttavia, vorremmo ricordare anche uno dei tanti “Giordano Bruno” martirizzati dall’intolleranza laicista. Salomone Leclercq era un religioso cattolico francese, ucciso dai rivoluzionari francesi il 2 settembre 1792 nel giardino di un convento carmelitano, trasformato in una prigione, assieme ad altri 200 sacerdoti cattolici. Un sacerdote francese, insegnante ed economo di una scuola, conosciuto per il suo grande amore alla gente e al suo lavoro.

Nel 1790, in piena Rivoluzione francese, lo Stato prese il completo controllo sulla Chiesa di Francia, vendendo le sue proprietà, chiudendo tutte le scuole cattoliche di Parigi e mettendo al bando le funzioni, le abitudini religiose e i paramenti in pubblico. Il clero e i religiosi vennero inoltre obbligati a giurare fedeltà al nuovo governo, pena l’allontanamento dalla Francia. Gran parte di essi, tuttavia, si rifiutò e in 25mila vennero espatriati. Molti rimasero in clandestinità, Salomone fu uno di questi ma il 15 agosto 1792 venne arrestato e imprigionato nel monastero di Hôtel des Carmes di Parigi. Come detto, venne in seguito ucciso dagli illuministi nel successivo settembre assieme a centinaia di altri preti, rei di aver rifiutato la sottomissione agli “ideali democratici” della rivoluzione francese..

Il 17 ottobre 1926 Papa Pio XI lo ha beatificato assieme a 188 martiri cattolici uccisi nel massacro di settembre. Il 16 ottobre 2016 Papa Francesco lo ha dichiarato santo, dopo la constatazione di un miracolo a lui attribuito di una ragazza venezuelana morsa da un serpente velenoso.

Come ha scritto lo storico tedesco Michael Hesemann, «nel nome della gloriosa rivoluzione francese, che portava sui suoi stendardi il motto “libertà, uguaglianza e fraternità”, nel giro di un anno furono uccise più persone di quante erano morte nella crociata contro i catari, nei “secoli bui” del Medioevo, e di quante erano state le vittime dell’Inquisizione nei suoi cinquecento anni di storia in Europa. Questi morti furono uomini e donne che facevano parte della Chiesa: vescovi e preti, monaci e suore. Il loro unico “crimine” fu la fedeltà alla loro fede» (M. Hesemann, Contro la Chiesa, San Paolo 2009, p. 276).

Abbiamo sempre trovato sciocco accusare di complicità chi ha una visione diversa dalla propria ricordando gli errori commessi nella storia da chi abbracciava le sue stesse convinzioni. Se però qualche antireligioso non può proprio farne a meno, almeno ricordi che il gioco potrebbe risultargli controproducente.

La redazione

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4 commenti a Salomone Leclercq, uno dei tanti “Giordano Bruno” dell’ateismo

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  1. Fabio ha detto

    Nel periodo della famigerata rivoluzione ghigliottinarono anche Antoine Laurent De Lavoisier, rinomato chimico e filosofo francese, colpevole semplicemente di essere finito nelle antipatie di qualche testa calda.

    Più che Rivoluzione Francese, dovremmo definirla La Grande Anarchia del 1789-1799, dove non era lo status sociale o la classe d’appartenenza a costituire una colpa o una minaccia per lo stato francese, bensì la semplice sfiga di essere cittadini francesi in quel contesto storico, giacché in un crescendo di delirio politico, dal contadino all’aristocratico, mettendoci dentro sacerdoti, prostitute, scienziati, miserabili e repubblicani laici, una caterva di persone persero la testa.

    • Max ha detto in risposta a Fabio

      metaforicamente e letteralmente.

      • Fabio ha detto in risposta a Max

        Esattamente, Max.
        Ed io ho paura che altre analoghe anarchie possano accadere altrove, anche in Italia, in qualche ipotetica resa dei conti popolare del tutti contro tutti, magari non imminentemente, ma prossimamente.
        Non è una questione del se accadrà, ma di quando accadrà.
        In questa quiete apparente mi vengono in mente le parole di Gesù: “Si solleverà popolo contro popolo, nazione contro nazione…”

        A volte ho riflettuto sul fatto che l’uomo possieda già la conoscenza sui tempi futuri che l’attendono, perché essa ci è stata già rivelata da Gesù Cristo e da San Giovanni Apostolo nel libro dell’Apocalisse.
        Se l’uomo fosse saggio e intelligente, (ma purtroppo non lo è), sapendo di che morte è destinato a finire a causa delle proprie azioni, allora agirebbe diversamente, fino al punto d’intervenire in tempo sull’epilogo della trama di un film già scritto. Ma quello che renderebbe sensazionale il tutto, sarebbe il grande stupore che susciterebbe in Dio, il quale, veramente compiaciuto di tanta straordinaria rilevanza, non potrebbe che accettare il fatto compiuto.
        Va bene, dai, ho fantasticato 🙂

  2. beppino ha detto

    Lo abbiamo fatto tante volte, è una risposta a chi inneggia ossessivamente ai “crimini del cristianesimo”, incolpando la religione cristiana in quanto tale per i tremendi errori commessi da singoli (sedicenti) cristiani o uomini di Chiesa. Se le cose stanno così e se si vuole restare coerenti, allora bisognerebbe incolpare l’ateismo in quanto tale come causa delle tremende stragi commesse dai dittatori atei, oltretutto non migliaia di anni fa, ma nel secolo scorso.

    La Chiesa se intesa come comunità umana con riferimento la figura di Gesù (sia storica che in prospettiva escatologica) e in gran parte le comunità di cristiani negli ultimi 2000 anni non devono proprio sentirsi in colpa di alcunché. Nei secoli sono i singoli o gruppi organizzati di potere (in ambienti cristiani) che hanno talvolta sfruttato posizioni entro la Chiesa e la comunità ecclesiale ad essere eventualmente responsabili di crimini e violenze (disattendendo completamente l’etica e la cultura ricevuta e non rispettando l’ambiente in cui hanno potuto attuare i propri desiderata criminosi). Prima del primo secolo dell’era cristiana il concetto di “generosità” non esisteva in alcuna comunità umana, solo con il formarsi e il prender piede delle prime comunità di cristiani é cominciato il grande lavoro di eliminazione della schiavitù e della disuguaglianza (compresa la disuguaglianza fra donna e uomo), sono state le prime comunità di benedettini a mettere le basi dei grandi cambiamenti che hanno sfociato nel mondo moderno (ricordiamo i gasindi regi e le corte d’assise nei monasteri ad esempio), sono state le prime organizzazioni cristiane nel medioevo a far nascere gli ospedali e innescare i primi rudimenti del’organizzazione bancaria, nel mondo moderno sono solo i cristiani che cercano di opporsi alle grandi derive etiche che l’era moderna ha avviato (potere e sfruttamento economico dei più deboli, privazione della libertà per i bambini – anche prima di nascere -, depotenziamento del matrimonio, ecc…). Insomma… non vedo la necessità di porsi in confronto col moderno laicismo accampando scuse del tipo “abbiamo commesso crimini ma voi ne avete fatti di più”; la questione non é fare la media algebrica dei pro e contro e dimostrare che il totale relativo al cristianesimo é ampiamente positivo. Ciò che di buono presenta la società moderna é in gran parte di estrazione/derivazione cristiana (compreso l’apporto non secondario esperito in materia di scienza) e quello che di nuovo ha portato il contributo “laico” (come la rivoluzione francese) é soprattutto la “regolamentazione” della gestione dell’egoismo umano nella società, da cui la moderna sempre più invasiva commistione fra improbabili ed innaturali nuovi bisogni personali da rendere legali (ovviamente in danno di terzi) e diritti oggettivi da mettere il secondo piano qualora in contrasto coi nuovi improbabili bisogni.

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