Papa Francesco: «misericordia è anche ammonire il peccatore e correggere chi sbaglia»

Francesco porta santa«È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale», ha scritto Papa Francesco aprendo il Giubileo della misericordia. «In base ad esse saremo giudicati: se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete. Se avremo accolto il forestiero e vestito chi è nudo. Se avremo avuto tempo per stare con chi è malato e prigioniero (cfr Mt 25,31-45). Ugualmente, ci sarà chiesto se avremo aiutato ad uscire dal dubbio che fa cadere nella paura e che spesso è fonte di solitudine».

Aiutare l’uomo ad uscire dal dubbio, dice Francesco, è dunque un’opera di misericordia verso gli uomini stessi, affermare le ragioni della propria fede è un atto di carità, non certo di prevaricazione. I media rappresentano la “misericordia” come un buonismo zuccheroso ed invece vorremmo riportare il pensiero del Papa quando chiarisce questo grande equivoco, ricordando che misericordia non è sinonimo di arrendevolezza, di lassismo, di “sbagliato giudicare”. Tutt’altro, ha proseguito il Pontefice, misericordia è anche «consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti». Tutto questo è e convive con la misericordia.

Occorre tuttavia una precisazione. Tutti abbiamo assistito questa mattina all’apertura della Porta Santa in Vaticano, durante la quale Francesco ha ricordato: «Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia quando si afferma anzitutto che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia». Ovvero è Dio che giudica ma, sopratutto, perdona e il compito dei cristiani è quello di correggerci fraternamente a vicenda, «ammonire i peccatori» ricorda il Papa perché si correggano in nome della loro felicità, e il giudizio per essere misericordioso dev’essere ispirato da un amore al destino altrui, non da un rigorismo formale. Nessun “vietato giudicare”, quindi, come vorrebbero i progressisti, abili a «scendere dalla croce, per accontentare la gente», secondo una nota critica del Pontefice. Certo, «quando ti dicono la verità non è bello sentirla, ma se è detta con carità e con amore è più facile accettarla». Dunque, «si deve parlare dei difetti agli altri», ma con carità.

Sbaglia anche chi invoca il fantomatico “non giudicare nessuno” in nome del famoso invito evangelico a togliere la propria trave dagli occhi prima della pagliuzza nell’occhio altrui. E’ una strumentalizzazione di Gesù, il quale invitava semplicemente a giudicare solo dopo aver constatato di non stare commettendo lo stesso errore oggetto di correzione, non invitava certo ad astenersi dalla correzione fraterna (anche perché il cuore del suo messaggio è stato proprio un invito a lasciare l’errore e cambiare vita). Ha ricordato infatti Papa Francesco rispetto alla correzione fraterna: «Se tu non sei capace di farla con amore, con carità, nella verità e con umiltà, tu farai un’offesa, una distruzione al cuore di quella persona, tu farai una chiacchiera in più, che ferisce, e tu diventerai un cieco ipocrita, come dice Gesù. “Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio”. Ipocrita! Riconosci che tu sei più peccatore dell’altro, ma che tu come fratello devi aiutare a correggere l’altro».

La correzione fraterna è un dovere per il cristiano e va fatta «con ancora più insistenza verso quelle persone che si trovano lontane dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita». Giudicare il peccato (la condotta di vita) e non il peccatore. Lo stesso Figlio di Dio, «pur combattendo il peccato, non ha mai rifiutato nessun peccatore». Lo stesso card. Walter Kasper, poco apprezzato da diversi cattolici per alcune sue posizioni, ha ricordato: «si confonde misericordia con un laissez-faire superficiale, con una pseudo-misericordia, e c’è chi sentendo parlare di misericordia subodora il pericolo che in tal modo si favorisca un’arrendevolezza pastorale e un cristianesimo light, un essere cristiani a prezzo scontato. Si vede così nella misericordia una specie di ammorbidente che erode i dogmi e i comandamenti e svaluta il significato centrale e fondamentale della verità. Siamo però di fronte a un grossolano fraintendimento del senso biblico profondo della misericordia, perché essa è allo stesso tempo una fondamentale verità rivelata e un comandamento di Gesù esigente e provocante [….]. Non può perciò, se rettamente compresa, mettere in discussione la verità e i comandamenti.  Mettere la misericordia contro la verità o contro i comandamenti, e porli tra loro in opposizione, è perciò un non senso teologico».

Abbiamo così voluto chiarire i due errori che spesso commettiamo tutti (noi per primi): pensare ad una misericordia senza correzione fraterna in nome di un insopportabile e sterile buonismo, e sforzarci nella correzione dimenticando la misericordia in nome di un insopportabile e sterile rigorismo. Ed invece, ha ricordato sempre Francesco, «giustizia e misericordia non sono due aspetti in contrasto tra di loro, ma due dimensioni di un’unica realtà. La misericordia non è contraria alla giustizia ma esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere. La giustizia da sola non basta, e l’esperienza insegna che appellarsi solo ad essa rischia di distruggerla. Per questo Dio va oltre la giustizia con la misericordia e il perdono. Ciò non significa svalutare la giustizia o renderla superflua, al contrario. Chi sbaglia dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della conversione, perché si sperimenta la tenerezza del perdono».

La redazione

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28 commenti a Papa Francesco: «misericordia è anche ammonire il peccatore e correggere chi sbaglia»

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  1. Igloo ha detto

    Bravissimi! Un ottimo articolo antidoto del buonismo sentimentale che si sta diffondendo tra i quotidiani laicisti, nessuno legge le parole del Papa e i suoi veri pensieri. Grazie Uccr!!!

  2. lorenzo ha detto

    «La Chiesa a volte si è fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli precetti. La cosa più importante è invece il primo annuncio: “Gesù Cristo ti ha salvato!”. E i ministri della Chiesa devono innanzitutto essere ministri di misericordia. Il confessore, ad esempio, corre sempre il pericolo di essere o troppo rigorista o troppo lasso. Nessuno dei due è misericordioso, perché nessuno dei due si fa veramente carico della persona. Il rigorista se ne lava le mani perché lo rimette al comandamento. Il lasso se ne lava le mani dicendo semplicemente “questo non è peccato” o cose simili. Le persone vanno accompagnate, le ferite vanno curate». (Francesco)

  3. Vincent Vega ha detto

    Uccr scrive

    “Sbaglia anche chi invoca il fantomatico “non giudicare nessuno” in nome del famoso invito evangelico a togliere la propria trave dagli occhi prima della pagliuzza nell’occhio altrui. E’ una strumentalizzazione di Gesù, il quale invitava semplicemente a giudicare solo dopo aver constatato di non stare commettendo lo stesso errore oggetto di correzione, non invitava certo ad astenersi dalla correzione fraterna (anche perché il cuore del suo messaggio è stato proprio un invito a lasciare l’errore e cambiare vita). Ha ricordato infatti Papa Francesco rispetto alla correzione fraterna: «Se tu non sei capace di farla con amore, con carità, nella verità e con umiltà, tu farai un’offesa, una distruzione al cuore di quella persona, tu farai una chiacchiera in più, che ferisce, e tu diventerai un cieco ipocrita, come dice Gesù. “Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio”. Ipocrita! Riconosci che tu sei più peccatore dell’altro, ma che tu come fratello devi aiutare a correggere l’altro».

    Questo è in effetti importantissimo, purtroppo molte persone sono disinformate e disinformano sia sulla predicazione di Gesù, facendolo passare per un hyppie buonista, sia sulle posizioni del nostro caro Papa Francesco, facendolo passare per uno al quale va bene tutto, entrambe cose del tutto lontane dalla realtà.
    Vi ringrazio per questo articolo, davvero bello e scritto bene, mi raccomando non sospendete più il blog, fate un lavoro molto importante e buono per la causa.
    Come vi hanno detto anche in altri commenti: continuate così!

    Questo sito ha uno spessore incomparabile rispetto a forums come Cattoliciromani o, molto peggio, Pontifex, mi siete davvero mancati durante la vostra assenza.

  4. Padre, aiutaci a rendere autentico il mio desiderio di conversione e a non sentirmi più solo.

  5. Dom ha detto

    Assolutamente. Spesso molti pensano di avere il copyright sull’intero Magistero o di poterlo spiegare al papa. Cristo non ha mai voluto una chiesa-fortezza per pochi. E’ venuto solo per salvare! Per questo, Cristo deve essere conosciuto e amato da tutti. Insegna amore, non insegna dogmi!
    Per cui, se non ci fossero i peccatori non ci sarebbe nemmeno la Chiesa! I cardinali paperoni o i “puritani” della domenica hanno fatto molti danni proprio agli stessi cattolici (che fanno tanti sacrifici). Comunque niente è perduto. Le parrocchie di paese, il volontariato cattolico, gli scout sono loro che mandano avanti la baracca! Non questi snob da salottp che vorrebbero ridurre il Vangelo ad un protocollo di regole senz’anima! Scusate se sembra che scrivi con foga, ma è solo passione… Perché, spesso, c’è un’idea malintesa di Chiesa. Per questo il messaggio non passa. La Chiesa bisogna viverla, bisogna scendere sul campo e provarle certe cose.

  6. riserva-shop.com ha detto

    Correggere? E voi lo correggete il Papa?

    • Paolo Viti ha detto in risposta a riserva-shop.com

      Per i cattolici il Papa è una persona da seguire in quanto vicario di Cristo, imparare dalla Chiesa e non voler insegnare alla Chiesa. Capisco però che voi protestanti non possiate capirlo e siete abituati al relativismo etico per cui ognuno è papa di se stesso, ma nella Chiesa non è così. Ci sono però diverse correnti gnostiche all’interno della Chiesa, come i progressisti, i tradizionalisti e i socciani, che vorrebbero protestantizzare la Chiesa, stufi di essere figli e poter provare finalmente l’ebrezza di correggere il Papa.

  7. Sebastiano ha detto

    “…Lo stesso card. Walter Kasper […] ha ricordato: «…Mettere la misericordia contro la verità o contro i comandamenti, e porli tra loro in opposizione, è perciò un non senso teologico».

    Ma è lo stesso cardinale che, senza nessuna evidenza scientifica, ha affermato che “Gay si nasce”?
    O è quello che si espresso a favore dell’accesso alla comunione da parte dei divorziati risposati e ha fatto un’esplicita proposta in questo senso al Concistoro del febbraio 2014?

    O sono entrambi la stessa persona?

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Sebastiano

      Secondo me, Sebastiano, la stampa tradizionalista ha creato attorno a Kasper un polverone poco lucido, non a caso Uccr non è mai andata dietro a questa “macchina del fango” cattolica. Kasper ha sbagliato a dire che “gay si nasce”, ma la frase integrale è stata: “Per me questa inclinazione è un punto di domanda: non riflette il disegno originale di Dio e tuttavia è una realtà, perché gay si nasce”. Ovvero afferma che l’omosessualità non rispecchia il disegno di Dio, che è certamente un colpo di sorpresa per i tanti tradizionalisti che lo attaccano come fosse un membro dell’Arcigay. Poi certo l’errore sull’origine genetica c’è, ma è all’interno di una frase non proprio favorevole all’omosessualità. Contestualizziamo, quindi.

      Rispetto alla comunione ai divorziati risposati è stata una sua proposta ed è libero di proporre quello che ritiene, anche qui bisogna però ricordare che lui è convinto che tale apertura non violi il sacramento del matrimonio e ha spiegato perché. Dunque non vuole combattere l’indissolubilità del matrimonio come lo accusano, ma ritiene che non vi sia alcuna violazione. Io non sono d’accordo con lui però valuto gli argomenti, bisogna ragionare su questi e non creare campagne di denigrazione contro i nostri vescovi perché è un danno enorme alla Chiesa.

      • Riccardo_CS ha detto in risposta a Paolo Viti

        Hai ragione, sono d’accordo con quello che scrivi.

        In genere le radicalizzazioni e le estremizzazioni nascono da persone incompetenti che, incapaci di confronto, assolutizzano il poco che sanno.

        Agli antipodi di questo atteggiamento c’è l’umiltà di chi, veramente competente, non ha paura del confronto:
        in questo discorso del 2005 ( https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2005/july/documents/hf_ben-xvi_spe_20050725_diocesi-aosta.html ) Benedetto XVI a un certo punto dice, a proposito della questione sulla nullità di determinati matrimoni, che lui la pensava in un certo modo, ma che dalle discussioni affrontate si era reso conto che il problema necessitava di ulteriore approfondimento (“Se realmente si possa trovare qui un momento di invalidità perché al sacramento mancava una dimensione fondamentale non oso dire. Io personalmente lo pensavo, ma dalle discussioni che abbiamo avuto ho capito che il problema è molto difficile e deve essere ancora approfondito. Ma data la situazione di sofferenza di queste persone, è da approfondire.”). Questa è la vera umiltà, serena e senza paura, che non demonizza il pensiero altrui.

        Ecco perchè oggi i sedicenti ratzingeriani sono in realtà degli pseudoratzingeriani, che idolatrano un Joseph Ratzinger a loro uso e consumo, lontano dal Ratzinger reale, strumentalizzato e piegato alla grettezza delle loro vedute.

      • Sebastiano ha detto in risposta a Paolo Viti

        Paolo, non mettermi in bocca cose che non ho detto:
        a) non ho affermato che sia a favore dell’omosessualità, né che sia un membro dell’Arcigay. Ho semplicemente messo in luce una sua affermazione – quel “gay si nasce” – che, a mio giudizio (e non solo mio), da un lato è in aperta contraddizione con l’evidenza scientifica conosciuta del fenomeno, dall’altro mi pare che sia teologicamente contraddittoria e non confermata dalla dottrina della Chiesa.
        b) non ho detto che è a favore della demolizione dell’indissolubilità del matrimonio, ma che sulla questione egli abbia avuto modo di proporre una prassi contraria alla dottrina (da San Giovanni Evangelista al giorno d’oggi, passando per San Tommaso Moro), secondo una visione pericolosamente dicotomica per la quale la dottrina è una cosa ma la pastorale è un’altra, mi pare lampante.
        Anche io valuto gli argomenti, e se ritengo che lui abbia sbagliato, gradirei avere la libertà di dirlo senza essere etichettato come “tradizionalista” o “ratzingheriano” o pseudo-tale.
        Ho citato la sua frase, che riporto:«…Mettere la misericordia contro la verità o contro i comandamenti, e porli tra loro in opposizione, è perciò un non senso teologico».
        Io credo che sia ugualmente importante capire che usare la misericordia facendo a meno della verità e dei comandamenti sia altrettanto insensato.

        Ragioniamone, dunque, ma senza steccati o grida all’untore di alcun tipo.
        Contestualizziamo pure, ma senza far finta che le parole non siano state pronunciate o che “ha detto quello ma voleva intendere quell’altro”.

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Sebastiano

          Sebastiano non c’è nessuna accusa nei tuoi confronti nel mio commento, infatti ho commentato il fatto che la stampa tradizionalista ha creato una campagna poco razionale contro Kasper e tu ovviamente non sei la stampa tradizionalista. Ho parlato in generale prendendo spunto dal tuo commento.

        • Riccardo_CS ha detto in risposta a Sebastiano

          Desidero precisare che anch’io non intendevo etichettare te come pseudoratzingeriano. Mi era sembrato che il commento di Paolo andasse al di là del tuo intervento specifico ( come anche lui ha precisato) e quindi la mia intendeva essere una considerazione di carattere generale.

  8. Sophie ha detto

    Scusate l’off topic ma non ho capito il senso di quelle immagini filo buddiste-panteistiche (con tanto di monaci buddisti) sulla Basilica di San Pietro. O sto impazzendo io o qualcosa non va.

    • Riccardo_CS ha detto in risposta a Sophie

      Sui contenuti non saprei dire, perchè ho visto solo qualche pezzetto, ma in generale trovo che questi spettacoli di proiezioni su edifici siano di cattivo gusto, un po’ come gli spettacoli di fontane luminose, con la ricerca dell’effettaccio facile.

    • Sebastiano ha detto in risposta a Sophie

      Come hanno detto anche altri (ma altrove) è stato probabilmente un errore nella consegna delle immagini.
      Nel giorno dell’apertura del Giubileo e della Festa dell’Immacolata, il corriere incaricato infatti ha scambiato la consegna e ha dato:
      a) le immagini di Maria al National Geographic;
      b) le immagini di un documentario sulla natura (ovviamente solo quella “buona”, niente squali affamati o serpenti stritolanti o coccodrilli supermandibolati) al Vaticano.

      Chi doveva proiettare forse se n’è accorto all’ultimo momento ma ormai lo spettacolo doveva andare in onda. E a qualche geniaccio è venuto pure in mente di giustificare la sòla tirando in ballo l’enciclica del “Laudato Sì” e il Riscaldamento Globale (che fa sempre tanto figo e trendly).

      Miserere Nostri, Domine.

    • Luca ha detto in risposta a Sophie

      Non so se sia un errore. Penso che se lo fosse qualcuno all’interno del vaticano avrebbe dovuto farsene carico. Tuttavia penso si sia trattato comunque di immagini in linea con il pensiero del papa, che ha indetto il giubileo non come evento tutto interno al cattolicesimo ma come proposta di apertura e dialogo verso l’esterno, anche in senso interreligioso.
      http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2015/documents/papa-francesco_20151028_udienza-generale.html

      • Sophie ha detto in risposta a Luca

        Io credo che nel nome del dialogo il cattolicesimo non ha più un’identità.

        • Luca ha detto in risposta a Sophie

          Io credo invece che il dialogo sia una necessità proprio connaturata al cristianesimo, come principio identitario.

        • Luca ha detto in risposta a Sophie

          Cristianesimo per cattolicesimo é un refuso, ma il pensiero va benissimo anche espresso così

        • Francesca ha detto in risposta a Sophie

          Più una fede è forte, più i valori sono radicati e più c’è apertura al dialogo.
          Chi è ben fondato non teme di dialogare, anzi cerca tutte le vie per farlo.
          “Autenticità nella differenza”: sono anni che amo questa espressione – che è anche il titolo di un libro.
          Proprio nella differenza (che si percepisce attraverso il dialogo più profondo possibile) si giunge ad una cristallina autenticità. Di fede. Di valori.
          La paura del dialogo non è cristiana, non è cristianesimo.
          La paura del dialogo è tipica delle sètte.

  9. Luca ha detto

    “Anteporre la misericordia al giudizio”. Quasi tutti i maggiori quotidiani ed i siti di informazione hanno titolato o commentato questa frase. Certo é apprezzabile che uccr, quasi unico, la contestualizzi e legga nel discorso del papa gli elementi di continuità. Credo perà che sia importante provare a capire cosa voglia dire nel concreto anteporre la misericordia (es. nel quotidiano, nel politico, nella proposta e difesa dei nostri valori).

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