E dopo gli “Atei pro-life” arrivano le “Femministe per la vita”

Femministe pro lifeTre anni fa parlavamo dell’associazione americana dei “Secular pro life”, un movimento di persone non credenti che aspira ad «un mondo in cui l’aborto sia impensabile, per le persone di ogni fede e non fede».

L’opposizione all’interruzione di gravidanza è infatti una posizione di ragione, non di fede, come ha spiegato anche Papa Francesco: «Quando tante volte nella mia vita di sacerdote ho sentito obiezioni. “Ma, dimmi, perché la Chiesa si oppone all’aborto, per esempio? E’ un problema religioso?” – “No, no. Non è un problema religioso” – “E’ un problema filosofico?” – “No, non è un problema filosofico”. E’ un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema. “Ma no, il pensiero moderno…” – “Ma, senti, nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”».

Per questo esiste anche un movimento di femministe che guarda all’aborto non come un atto di libertà, ma una forma di violenza della dignità femminile: «Una società che promuove l’aborto come una “necessità” o “un male necessario” sottovaluta le donne e la violenza che viene causata loro tramite l’aborto», ha affermato Serrin Foster, tra le leader delle “Feminists for Life” (www.feministsforlife.org, anche su Facebook). Un’associazione che ha il merito di smascherare i presunti “difensori delle donne e dei loro diritti”: «I principi di base del femminismo sono giustizia per tutti e l’opposizione alla violenza e alla discriminazione. L’aborto va contro tutti e tre questi principi». «Ci opponiamo a ogni forma di violenza, compreso l’aborto, l’infanticidio, gli abusi sui minori, la violenza domestica, la pena di morte e l’eutanasia, dal momento che sono in contrasto con i principi femministi di giustizia fondamentale e il rifiuto della violenza e della discriminazione».

Molti legittimano l’aborto citando i casi estremi, come gli stupri. Proprio una delle leader delle femministe pro-life, Joyce Ann McCauley-Benner, è stata vittima di violenza sessuale e ha scelto di tenere il bambino: «E’ normale voler cancellare la memoria del dolore dello stupro. Purtroppo, la dura verità è che, anche se vogliamo farlo, non possiamo. L’aborto non cancella niente. Cosa potrebbe cancellare dalla memoria quello che è successo l’11 settembre 2001? L’aborto è un secondo atto di violenza contro la donne violentata». Qualcuno, invece, ancora si giustifica parlando di aborto terapeutico, ma «sono rare sono le situazioni in cui la vita della madre è a rischio. Non è mai medicalmente necessario uccidere il bambino per salvare la madre» ha proseguito ancora Foster.

Il loro impegno pubblico è spronare la società a politiche più efficaci per sostenere chi mette alla luce un bambino, perché «dobbiamo dedicarci alla sistematica eliminazione delle ragioni che spingono le donne a cercare l’aborto. Siamo ad esso contrarie in tutti i casi, perché la violenza è una violazione dei principi fondamentali del femminismo».

La redazione

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37 commenti a E dopo gli “Atei pro-life” arrivano le “Femministe per la vita”

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  1. Dario* ha detto

    Ci sono alcuni ragionamenti un po’ tarlati in alcune frasi citate, ma nel complesso è una buona cosa che ci siano femministe che perseguano dei fini alti e nobili anche se, forse, spinte da motivazioni non pienamente corrette

  2. FREEZER75 ha detto

    L’esempio del 11 settembre paragonarlo ad uno Stupro è completamente fuori luogo

    Per il resto, mi sembra che gli intenti di questo movimento siano validi e condivisibili

  3. Jem ha detto

    “Non è mai medicalmente necessario uccidere il bambino per salvare la madre” la Foster non ha mai sentito parlare di gravidanze extrauterine?

    • Laura ha detto in risposta a Jem

      Usare i casi estremi e rari per regolamentare l’ordinario è un metodo scorretto di sostenere le proprie posizioni.

      • Jem ha detto in risposta a Laura

        Non sto sostenendo le mie posizioni, ho solo fatto notare che la Foster non dovrebbe usare la parola “mai” se non conosce l’argomento.

    • Emanuele ha detto in risposta a Jem

      …forse la Foster non ha sentito parlare di gravidanze ectopiche, ma tu non conosci la differenza tra aborto diretto e indiretto. Nel primo caso l’intervento ha come fine la soppressione del nascituro, nel secodo, l’aborto è conseguenza accidentale e non voluta di una pratica medica atta a salvare la madre.

      Nel caso delle gravidanze ectopiche non c’è nessun motivo per abortire a poche settimane. Conviene aspettare il più possibile, vedere dove si posiziona il feto. Si sfrutta l’elasticità dei tessuti per far crescere il feto il più possbile.

      Quando la situazione diventa critica, si anticipa la nascita (cosa ben diversa da un aborto!) e si cerca di far sopravvivere il feto. Se il feto è molto prematuro (<23 settimane) è difficile che sopravviva, ma è giusto tentare.

      La stessa pratica si può usare per eclampsia, hellp, etc. Ricorrere all'aborto preventivo è contro i progressi della scienza medica.

      Quindi ha ragione la Foster: l'aborto è inutile.

      • Jem ha detto in risposta a Emanuele

        Aspettare il più possibile? Ma sai cosa è una gravidanza extrauterina? Nel momento in cui viene scoperta l’embrione è già annidato. Va abortito assolutamente nella grande maggioranza dei casi, in quanto pericolosissimo per la vita della madre. A 23 settimane il feto che si trova in una tua non ci arriva nemmeno lontanamente. La tuba si rompe molto prima, con conseguente emorragia. La Foster non ha per niente ragione, e non vedo perché si deve affermare a tutti i costi il contrario quando qualunque medico sa che non è così.

        • Emanuele ha detto in risposta a Jem

          Le gravidanze extra uterine veramente pericolose sono molto rare. Un discorso è dove si forma la placenta, un altro è dove si posiziona il feto. In ogni caso i tessuti, a seconda della posizione, hanno elasticità e capacità di adattamento diverse.

          Come hai detto tu, il pericolo è legato all’eventuale rottura della tuba, cosa impossibile ad inizio gravidanza. Non c’è pertanto nessun pericolo imminente che giustifichi un aborto.
          La situazione può essere monitorata e controllata.

          Poi, buona parte di queste situazioni spesso si risolvono sfortunatamente da sole con aborti spontanei. Le altre, ripeto, si possono risolvere con una nascita anticipata. Se leggi bene quello che ho scritto, il limite delle 23 settimane era riferito alla sopravvivenza del feto, non all’intervento sulla madre, che può essere fatto quando serve.

          Quello che non capisci è la differenza tra un intervento volto a tutelare la madre in imminente pericolo di vita che come tragica conseguenza ha la morte (non voluta) del feto e la soppressione di un innocente solo per paura di eventuali futuri pericoli.

          • Jem ha detto in risposta a Emanuele

            Ripeto la domanda. Ma sai di cosa stai parlando o no? Dove si forma la placenta, dove si posiziona il feto… l’embrione si annida a 5 giorni dalla fecondazione, la placenta si formerà solo dopo qualche settimana, nel discorso, dunque, c’entra ben poco. Quando la gravidanza viene scoperta l’embrione è già posizionato all’interno dei tessuti. Certo i tessuti hanno capacità di adattamento ed elasticità diverse, ma l’unico tessuto in grado di accogliere il bambino per tutti i nove mesi con rischi minimi è quello che delimita la cavità uterina. Qualunque medico può dirti che una gravidanza tubarica (ti ricordo che sono le gravidanze ectopiche più frequenti) va abortita appena scoperta, perchè non c’è nessun motivo per abortirla dopo o per aspettare, dati i rischi maggiori per la madre con l’avanzare delle settimane. La tuba, fra l’altro, si rompe poche settimane dopo l’inizio della gravidanza, al contrario di quello che dici tu. Inutile parlare delle gravidanze ovariche. Se la tuba si rompe dopo qualche settimana, l’ovaio si danneggia anche prima. Idem nei casi di annidamento nella cervice. C’è qualche speranza in più nel caso di rarissimo annidamento nella cavità addominale, cosa che comunque non è esente da rischi e che, ovviamente, impedisce il parto. Se mai un ginecologo di dicesse il contrario di quello che sto dicendo io (dubito fortemente, comunque) sarebbe da denunciare.
            Io capisco perfettamente la differenza fra i tipi di aborto, la mia era solo una puntualizzazione sulla frase della Foster, che, mi sembra, non è molto ferrata riguardo a questioni mediche. Ho fatto l’esempio di gravidanza extrauterine, avrei potuto fare l’esempio di gravidanze in bambine di 9\10 anni. So che sono casi estremi, ma la Foster poteva anche stare un po’ più attenta con le parole, dato che sta rilasciando interviste pubbliche.

            • Emanuele ha detto in risposta a Jem

              …ecco, riconosci che ci sono casi diversi… Perché dovremmo praticare l’aborto in tutti i casi?

              Ed anche nei casi più gravi che hai citato, chi stabilisce che la vita della madre sia più importante di quella del bambino? Addirittura, chi stabilisce che la perdita di una tuba o un ovaio valga più della vita di una persona?

              Ora, è ovvio che la tutela della salute della madre vince su quella del nascituro per il semplice fatto che se la madre muore, muore anche il feto. Ciò non toglie che si possono mettere in campo pratiche mediche che rispettano entrambi i soggetti.

              Scegliere l’aborto preventivo è sempre una sconfitta medica e si basa solo su un mero calcolo utilitaristico (la salute, tout court, della madre prevale sulla vita del nascituro). In questo la Foster ha ragione: l’aborto diretto va contro la medicina che non è solo scienza, a anche etica.

              • Jem ha detto in risposta a Emanuele

                Ok, mi sa che non hai proprio idea di cosa stai parlando. Credevo, visto che stai scrivendo come se fossero cose che conosci bene, che sapessi in quali casi si parla di gravidanza ectopica. Con tutto il rispetto, la legge italiana e quella della stragrande maggioranza di paesi al mondo stabilisce che la vita della madre è più importante di quella del feto. Pensa se dovessi scegliere fra la vita della tua compagnia o il portare avanti una gravidanza che la ucciderà…
                Nel caso di gravidanze ectopiche non si tratta di perdere un ovaio o una tuba. Si tratta di rischiare la vita. come ti ho detto, la lacerazione dei tessuti che compongono l’apparato genitale femminile è pericolosissima a causa dell’emorragia che ne consegue. Non so se lo sai, ma queste zone sono riccamente vascolarizzate e un emorragia è difficilissima da fermare. Anche il parto provoca tali emorragie. Il corpo umano ha un particolare meccanismo di difesa per arrestare l’emorragia post-parto, ma talvolta il meccanismo fallisce e la madre rischia, e talvolta perde, la vita nonostante le cure mediche. Purtroppo è così, la nostra medicina non è ancora abbastanza avanzata da arrestare tranquillamente un’emorragia di questo tipo.
                Le pratiche mediche per salvare sia feto che madre, nel caso di gravidanze ectopiche, semplicemente non ci sono. Forse ci saranno, ma al momento certamente no, e l’aborto è l’unica soluzione. Ripeto, prova a chiederlo ad un ginecologo di fiducia se non ti fidi di me.
                Infine ti dico che lasciar morire la madre, sapendo che sta davvero andando a morire, per far sopravvivere il feto va contro la medicina.

                • Titti ha detto in risposta a Jem

                  Jem, ma cosa ti aspetti da uno che:”Ora, è ovvio che la tutela della salute della madre vince su quella del nascituro per il semplice fatto che se la madre muore, muore anche il feto.”? Quindi, la salute della madre andrebbe tutelata solo in virtù della funzione di fattrice?

  4. Giacomo94 ha detto

    Anche la cultura italiana negli anni del dibattito vide alcuni coraggiosi intellettuali schierarsi contro l’aborto di stato, o meglio omicidio di stato, penso a Pier Paolo Pasolini o ad Oriana Fallaci … duramente attaccati dai loro “compagni di salotto e di merenda”.
    Noi Cristiani Vogliamo parlare o preferiamo tacere su queste questioni ?
    E’ infatti proprio sui temi etici e bio-etici che ci mostriamo tiepidi e poco decisi a testimoniare per la verità. Troppo “adulti” per piacere a Gesù, che raccomandava di farsi bambini davanti a Lui.
    La Via, la Verità, la Vita, già la Vita, perché negarla ?!
    Uno Stato di diritto dovrebbe salvaguardare la vita, la sua salute e la sua conservazione, perché la vita è il primo diritto che ci viene concesso, e solo successivamente dovrebbe esserci riconosciuta la giusta libertà, giusta perché riconosciuta nei giusti limiti. Ma Senza la vita non c’è nessuna libertà.
    Cosa è più importante poi, la libertà del nascituro di vivere, o la libertà del genitore di sopprimere (lasciatemi passare il crudo termine) il figlio ? Eppure il diritto non dovrebbe tutelare il soggetto più debole ?
    Siamo tornati all’epoca romana in cui il Paterfamilias aveva il diritto di vita e di morte sui propri figli ?
    Vorrei poi far notare che determinate rivendicazioni provengono proprio da quella parte politica che si dice tutrice dei diritti di ognuno, difensore dei più deboli, garante delle libertà fondamentali.
    E alla libertà di vivere, di esplodere in vita, di amare, a quella chi ci pensa ? Chi la Salvaguarda ?
    Pace e Bene

    • Emanuele ha detto in risposta a Giacomo94

      Vorrei poi far notare che determinate rivendicazioni provengono proprio da quella parte politica che si dice tutrice dei diritti di ognuno, difensore dei più deboli, garante delle libertà fondamentali.

      ….ecco, il prolema è che lo sono solo a parole…

  5. Umberto P. ha detto

    Sinceramente, se non sostengono l’eutanasia, individuandola come “in contrasto con i principi femministi di giustizia fondamentale e il rifiuto della violenza e della discriminazione” vuol dire che sono ideologizzati. Dovrebbero parlare un po’ con persone che implorano di farla finita per le condizione inumane in cui vengono ridotte da macchinari innaturali. Andassero da loro a spiegargli che è per tutelarli e non discriminarli.

    • Hugo ha detto in risposta a Umberto P.

      Nessuno è favorevole al fatto che si rimanga in vita perché attaccati a macchine innaturali. Stai confondendo l’accanimento terapeutico con il rifiuto dell’eutanasia, sono due cose completamente differenti, nessuno è a favore del primo.

      • Emanuele ha detto in risposta a Hugo

        …se non puoi convincerli, prova a confonderli… Stranamente, la povera Eluana non era attaccata a nessuna macchina mostruosa e neppure implorava pietà, eppure l’hanno soppressa senza pietà…

        • Jem ha detto in risposta a Emanuele

          Emanuele perdonami, ma dal tuo precedente commento e da questo capisco che non hai la benché minima conoscenza in campo medico. Cosa che non è un problema ovviamente, ma non puoi pretendere di avere maggiore cultura a riguardo rispetto a chi, magari, sa qualcosa in più (non prenderlo come un attacco). La povera Eluana ha avuto un grave incidente che, come conseguenza, ha distrutto irreversibilmente una grande parte del suo cervello. La sua sfortuna è stata quella di avere pressoché intatta la parte di cervello che controlla le funzioni vitali “primordiali”, quali respiro e battito cardiaco. Quindi, nonostante un danno esteso e assolutamente irrecuperabile, la ragazza non era considerata morta, e pertanto veniva alimentata artificialmente per farla sopravvivere. A seguito dell’interruzione di alimentazione, e a seguito dell’inevitabile morte di Eluana, l’autopsia ha confermato il danno cerebrale, rendendo noto che tale danno aveva “ucciso” la ragazza già dal momento dell’incidente. In pratica Eluana non si sarebbe mai più svegliata. Non l’hanno soppressa senza pietà, era un vegetale incapace di risvegliarsi, sarebbe rimasta in quello stato per sempre. Che senso avrebbe avuto?

          • Dario* ha detto in risposta a Jem

            Non entro in ambito medico, non è il mio campo, però vorrei farti notare che l’essere incapace di risvegliarsi non equivale ad essere un vegetale. Detto questo, se davvero di vegetale si trattava, se era davvero già morta, che senso ha avuto sospenderne d’ufficio l’alimentazione? Certo non si poteva costringere nessuno ad occuparsi di una persona “morta” ma non mi risulta che nessuno abbia ricevuto costrizioni in tal senso, le suore che la accudivano si sono dichiarate disponibili a continuare volentieri nell’opera di nutrirla ed accudirla.
            Analogamente al tuo ragionamento dovremmo sopprimere tutti i malati di Alzheimer? Perché si sa che non c’è ritorno alle funzioni cognitive normali neanche per loro. Sono forse dei morti anche loro? E noi, siamo veramente vivi noi? Definisci cos’è la vita visto che Eluana era “morta” prima che la uccidessero per inedia

            • Jem ha detto in risposta a Dario*

              C’è un po’ di differenza fra malati in stato di demenza ed Eluana. Capisco che il termine “vegetale” e l’affermazione “incapace di risvegliarsi” possano un po’ confondere. Eluana aveva una larga porzione del cervello praticamente distrutta. Non solo non sarebbe mai tornata come prima, ma non avrebbe mai più ripreso coscienza. Sul fatto del continuare a prendersi cura di lei… non so se sai la vicenda… i genitori della ragazza hanno fatto fin da subito pressioni chiedendo di interrompere l’alimentazione, in quanto la figlia aveva da sempre affermato che avrebbe rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico. Anni dopo, quando arriva la sentenza che permette di interrompere l’alimentazione forzata, questa si basa sul fatto che tale pratica è considerata accanimento terapeutico. In pratica per Eluana non sarebbe molto corretto parlare di eutanasia, ma semplicemente di sospensione delle cure. Certo, si poteva continuare a mantenerla in vita, ma non sarebbe cambiato nulla. Nè ci sarebbero state speranze per Eluana, nè di certo la ragazza soffriva. Insomma, c’era o non c’era era la stessa cosa. L’unica sofferenza era quella dei famigliari, che, forse, a vederla costantemente in ospedale a “vegetare” preferivano la morte.

              • Dario* ha detto in risposta a Jem

                Se l’alimentazione è da considerarsi una cura perché non lasciano morire Pannella quando fa lo sciopero della fame? Lui non sta forse rifiutando quella “cura” ed anzi lo fa molto più volontariamente e coscientemente di quanto non facciano soggetti come Eluana.

                • Jem ha detto in risposta a Dario*

                  A morte Pannella 😀 No dai seriamente, a parte che secondo me Pannella è abbastanza insulso… Non ho deciso io che l’alimentazione forzata fosse accanimento terapeutico (cosa ben diversa da una cura, attenzione) ma il tribunale. E comunque è stato deciso dopo molti anni, data la situazione complessa e delicata. Ripeto, questa decisione è stata presa a seguito della conferma di un danno cerebrale esteso ed irreversibile, non solo perchè non parlava o non riusciva a muoversi, è stata una decisione ponderata e presa nel rispetto dei dati medici che riguardavano la ragazza.

                  • Dario* ha detto in risposta a Jem

                    Mi sa che stiamo andando piuttosto fuori tema, comunque il fatto che una cosa sia stabilita da un tribunale non implica il fatto che si tratti di una cosa giusta.
                    Ora, diamo per buono ciò che hai scritto riguardo al fatto che una persona con determinati danni al cervello sia “morta” e diamo per buono anche che questi danni siano quantificabili e verificabili con precisione assoluta. Se, sotto questi presupposti, una volta eseguita l’autopsia su Eluana quei danni non ci fossero stati o non fossero stati di entità tale da arrivare ai requisiti di cui sopra? Nel dubbio sopprimiamo nella speranza che i fatti ci diano ragione? E’ un modo di ragionare estremamente pericoloso. Portato all’estremo suona tanto come “sterminiamo gli ebrei in attesa di poter dimostrare che non sono esseri umani” e purtroppo non si parla di fantasiose congetture ipotetiche ma di vere tragedie consumate

                    • Jem ha detto in risposta a Dario*

                      Beh non è proprio così che funziona… i danni sono quantificabili in maniera anche molto precisa ben prima dell’autopsia. L’autopsia semplicemente conferma, come ad esempio è stato nel caso di Eluana. Non si tratta di dubbi, ma di certezze. Nel caso ci sia un minimo dubbio o, in ogni caso, non si possa avere la certezza, si procede diversamente. Non si tratta di “supporre” che una persona ha perso determinate capacità, specifici esami possono attestarlo.

          • Emanuele ha detto in risposta a Jem

            mia figlia, nata prematura, ha avuto un accesso centrale per nutrirla per più di un mese, quindi? Doveva essere soppressa?

            Le PERSONE in stato vegetativo persistente, sono PERSONE… Eluana era viva, anche se la sua vita non coincide con la tua idea di vita (sana, bella, produttiva, etc.) nessun medico può dire (in scienza e coscienza) che non avesse nessun residuo di coscienza.

            Quello che stabilisce se uno è vivo o morto è la morte cerebrale. Eluana era VIVA e voi l’avete uccisa per tornaconto personale.

            Se poi come dici tu, essa era assolutamente priva di coscienza, come poteva soffrire per la sua condizione? Come poteva rienere la sua vita indegna?

            Voi capite solo la legge del più forte… Io adulto, sano, forte, decido chi deve vivere e morire, chi è degno e chi è indegno… Scaricate le vostre paure e frustrazioni su i soggetti più deboli ed indifesi.

            • Jem ha detto in risposta a Emanuele

              Tutti i medici hanno detto, anche a seguito dell’autopsia, che non aveva un residuo di coscienza. Questo perchè, come detto, la parte del cervello deputata a questo era andata distrutta in maniera irreversibile. So che la vita o la morte la stabilisce solo la morte cerebrale. La sfortuna di Eluana è stata proprio quella di avere solo una parte del cervello “morta” e pertanto non veniva considerata morta. Nessuno l’ha uccisa per tornaconto personale. La sentenza che ha poi permesso la sospensione dell’alimentazione ha stabilito che l’alimentazione forzata era accanimento terapeutico. Se proprio vuoi prendertela con qualcuno, vai a parlare con i suoi genitori. Sono stati loro che fin da subito hanno chiesto la sospensione dell’alimentazione. Eluana, come ho scritto nel commento a Dario, non soffriva. Non provava nessun tipo di emozione e non aveva nessun tipo di pensiero. quelli che soffrivano erano, appunto, i suoi familiari.
              Io non scarico nessuna frustrazione su nessuno. Ma conosco il cervello umano. So che è molto complesso e so che talvolta, anche se una parte funziona perfettamente, il soggetto è comunque morto. Capisco che per la legge un soggetto è morto quando è in stato di morte cerebrale, ma i medici sanno che le cose sono un po’ più complicate di così. In ogni caso bioetica è materia di studio, e si prendono in analisi anche i casi come quello di Eluana per capire tutte le controversie che stanno dietro alla medicina.

              • Emanuele ha detto in risposta a Jem

                come si misura la coscienza?

                • Jem ha detto in risposta a Emanuele

                  Non si misura la coscienza, ma si sa quali aree del cervello sono coinvolte. Se queste aree sono distrutte, non c’è molto da fare. Non ritornano come prima e il loro compito non può essere svolto da altre zone. In Eluana queste aree erano irreversibilmente danneggiate. Danno molto esteso , per altro.

                  • Emanuele ha detto in risposta a Jem

                    quindi, secondo il tuo ragionamento, avremmo una cosa non misurabile di cui però sappiamo esattamente dove si trova… Come è possibile determinare dove si trova se non possiamo misurarla? Non mi pare una procedura molto scientifica…

                    Comunque, ammesso anche che Eluana fosse assolutamente priva di coscienza, questo basta per sopprimerla? In base a quale principio?

                    Mi pare ovvio che c’è una prevaricazione… Io adulto alfa decido che siccome sei privo di coscienza, sei un individuo beta e allora devi morire.

                    • Jem ha detto in risposta a Emanuele

                      Scusa Emanuele, ma se non conosci l’anatomia e la neuroanatomia non vedo perchè devi fingere di essere un luminare… Non è il mio ragionamento, è così. Non c’è un metro per “misurare” quanta coscienza c’è in ognuno di noi, ma sappiamo da dove deriva. Prendi in mano un libro di neuroanatomia se non mi credi, puoi vedere tu stesso che non dico niente di falso. Eluana è stata “soppressa” in base al fatto che in vita aveva espresso la sua posizione in materia, ribadendo che avrebbe rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico. La famiglia, d’accordo con le posizioni della figlia, ha chiesto da sempre di lasciarla morire e la richiesta è stata poi accolta, considerando l’alimentazione forzata un accanimento terapeutico che può essere rifiutato dal paziente.

                    • FREEZER75 ha detto in risposta a Emanuele

                      X Jem,

                      Credo che tu dovresti sparare meno giudizi sugli altri e sulle conoscenze altrui

                      Quanto poi asserire “Non è il mio ragionamento, è così” mi sembra un pochino presuntuoso no?

                      Vogliamo indagare quante cose la Medicina non sa? tantine direi…

                    • Jem ha detto in risposta a Emanuele

                      FREEZER, non sto sparando giudizi. Solo che da alcuni messaggi di Emanuele ho capito che conosce poco di medicina. Non è un problema ovviamente, non è che si può sapere tutto. Però forse, se non si sa qualcosa, si evita di fingere il contrario e magari si ascolta chi invece la conosce un po’ meglio.

                      “Non è il mio ragionamento, è così”, mi dispiace ripeterlo, ma è così. Se vuoi definire presuntuosi secoli di studi in ambito medico… Ripeto, se volete potete documentarvi voi stessi. I testi di neuroanatomia si trovano in molte librerie e internet è alla portata di tutti. Non dico che è così perchè è un mio giudizio o perchè voglio che sia così. Ho studiato e conosco in maniera sufficiente questi argomenti. Ho semplicemente spiegato, in maniera semplificata, queste conoscenze. Se proprio vuoi dare del presuntuoso a qualcuno, dovresti darlo agli anatomisti e ai neurologi. Sono loro che affermano le cose che ho scritto.

                      Certamente la medicina non sa ancora molte cose, e ci sono ancora tanti traguardi che senbrano lontanissimi. Ma sarebbe stupido affermare che, solo perchè ci sono alcune cose che la medicina non sa, allora non si conosce nemmeno il funzionamento del cuore o le aree del cervello. Queste cose si sanno, io ho solo espresso quello che c’è scritto in qualunque testo medico.

  6. Cattolico ha detto

    L’aborto innanzitutto colpisce il bambino (uccidendolo), poi chiaramente colpisce anche la donna che ha abortito facendola soffrire, però parlare di aborto solo come una violenza sulle donne è assurdo ed è ingiusto nei confronti del bambino abortito. Inoltre rimane il fatto che sono femministe e quindi ignorano la violenza domestica sugli uomini (che è comune, anche se non se ne parla) e più in generale la possibilità che gli uomini vengano discriminati (come effettivamente avviene anche in Italia).

    • Dario* ha detto in risposta a Cattolico

      “L’aborto innanzitutto colpisce il bambino (uccidendolo), poi chiaramente colpisce anche la donna che ha abortito facendola soffrire, però parlare di aborto solo come una violenza sulle donne è assurdo ed è ingiusto nei confronti del bambino abortito.”

      Era principalmente a questo che alludevo quando ho scritto che non sembrano spinte dalle motivazioni più corrette, sono contento di non essere il solo ad essere rimasto perplesso di fronte al loro modo di ragionare 😉

      • Klaus ha detto in risposta a Dario*

        Ma nessuno sta proponendo di andare a iscriversi in massa a queste associazioni femministe, si sta solo dicendo che la loro posizione è assolutamente preferibile a quelle delle femministe che sostengono l’aborto. Anche perché chiarisce che l’aborto NON è apportatore di libertà per le donne, anzi è vero il contrario, smontando così il principale luogo comune sul quale si basa la propaganda abortista. Poi un giorno forse arriveranno anche a scoprire che ci sono ragioni più profonde, ma intanto non abortiranno e non inciteranno altre donne a farlo, il che non è certamente poco. Anzi è moltissimo.

  7. Li ha detto

    Femministe per la vita? Non male. Certo qualche ragionamento è un po’ sfilacciato…

    Può darsi che queste femministe prima fossero per l’aborto, e poi hanno cambiato idea. Magari ci sono donne che hanno abortito, e ora vogliono mettere in guardia le altre dal farlo, ed è facile passare da un estremo all’altro: abortire e non abortire affatto, anche a rischio della vita della madre. Forse non saranno esperte, ma almeno hanno cambiato il loro punto di vista.

    Qualcosa stride, ma nel complesso non è male.

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