«Sono nato da uno stupro: grazie mamma per non aver abortito»

Sull’aborto in caso di stupro si è fatto recentemente un gran polverone mediatico negli Stati Uniti per le sfortunate, quanto male interpretate, dichiarazioni del membro del congresso americano Todd Akin che, rispondendo a un giornalista ha parlato di “stupro legittimo” in caso di aborto in caso di violenza sessuale.

A margine di questa legittima polemica il dibattito è proseguito e recentemente un’emittente nordamericana ha trasmesso un servizio al riguardo. Un uomo chiamato Ken ha raccontato la sua storia: è stato cresciuto in una famiglia adottiva, e fino ai 30 anni non ha mai conosciuto sua madre. Quando l’ha trovata, ha scoperto le circostanze della sua nascita: a 15 anni venne violentata e in seguito venne aiutata da un’ istituzione cattolica di carità a cui lo lasciò, dopo aver preso la coraggiosa decisione di lasciarlo vivere. In seguito Ken fu adottato, oggi è sposato e ha tre figli.

Ha dunque deciso di intervenire nel dibattito, parlando per coloro che non hanno voce:  “Mi si rivolta lo stomaco quando sento parlare di stupro, perché è qualcosa di orribile. Mia madre non ha cercato di dirmi il nome di mio padre, perché lui aveva minacciato di ammazzarla se avesse mai detto qualcosa”. “Se mai lo incontrassi”, ha continuato, “credo che la prima cosa che farei sarebbe dargli un pugno. Lo stupro è una cosa spaventosa, però quello che voglio dire alle donne che ci stanno ascoltando è: da qualcosa di così terribile può nascere qualcosa di buono. E io ne sono la prova”.

Ha poi raccontato di aver mantenuto una relazione con la sua madre biologica e la sua famiglia, dopo averla rincontrata, tutti insieme hanno partecipato alla celebrazione delle nozze d’oro dei suoi genitori adottivi. Ha detto di ammirare la sua madre biologica per come si è rifatta una vita: “E’ stato un periodo molto duro per lei, si è sacrificata molto, per cercare di superare quel dolore che era entrato nella sua vita”. Quando Ken è venuto a conoscenza della sua storia, ha fatto la promessa di adottare un figlio, in ringraziamento del fatto di essere stato lasciato vivere. E così ha fatto.

Riguardo all’aborto il suo messaggio è chiaro: i bambini concepiti durante uno stupro sono “veri” quanto tutti gli altri. “Sono stanco che la gente tratti questi bambini come se non fossero nulla. Loro possono nascere, possono crescere, possono vivere una vita straordinaria”. Perché rispondere con altra violenza ad un atto di violenza?

Davide Galati

138 commenti a «Sono nato da uno stupro: grazie mamma per non aver abortito»

  • Carlo ha detto:

    Riguardo all’aborto il suo messaggio è chiaro: i bambini concepiti durante uno stupro sono “veri” quanto tutti gli altri. “Sono stanco che la gente tratti questi bambini come se non fossero nulla. Loro possono nascere, possono crescere, possono vivere una vita straordinaria”. Perché rispondere con altra violenza ad un atto di violenza?

    Semplicemente perchè se obblighi la madre a portare avanti una gravidanza non voluta vai a compiere un ulteriore violenza sulla madre

    • Antonio ha detto:

      E il bambino?

      • lorenzo ha detto:

        Non sai forse che le colpe dei padri ricadono sui figli?
        Non vorrai insinuare per caso la possibilità che una madre possa anteporre la rabbia per la violenza subita all’amore per il figlio che porta nel grembo?
        Non pretenderai che la società si attivi per far trionfare la vita sulle morte?

    • Alèudin ha detto:

      Caro Carlo, una mia zia ha subito violenza, non ha abortito, ora ha un figlio meraviglioso, ormai adulto, un’ ottima persona veramente.

      Lo ha detto chiaramente, se avessi abortito ora sarei più povera, il mondo sarebbe più povero, avrei combattuto il male con un altro male, invece ho combattuto il male con il bene e sono stata premiata 100 volte, ha trasformato un drmamma in gioia dimmi se non è un miracolo?!

    • Alessandra ha detto:

      Farlo adottare no vero? Incredibilmente c’è gente che riesce ad amare un bambino anche se non ha il suo DNA…

    • Laura ha detto:

      Lo sapevate che Carlo obbliga le donne a portare avanti una gravidanza non voluta? Infatti sostiene la legge sull’aborto italiana, la quale obbliga le donne a portare a termine una gravidanza dopo la 22° settimana.

    • a-theòs=a-éthos ha detto:

      A pseudo-ragionamenti come questi si risponde veramente solo per pietà cristiana e senso di giustizia verso quelli che voi assassinate. Chiunque con un minimo di buon senso e di coscienza funzionante capirebbe che esempi come questo dicono tutto ed esauriscono il discorso spernacchiando con la realtà dei fatti le farneticazioni ideologiche. Come disse qualcuno, riferito ad altri assassini: “Ma verrà una volta il giudizio di Dio!”.

  • Luigi Pavone ha detto:

    E’ un ringraziamento NATURALE. Osservo che non avrebbe senso ringraziare la propria madre per non aver abortito laddove questa fosse stata costretta a non abortire. Coloro che sostengono l’obbligo di Stato a portare avanti la gravidanza cancellano il senso e la naturalità di quel ringraziamento.

    • Uomovivo ha detto:

      Ma le leggi sono fatte per essere infrante. Senso e naturalità del ringraziamento non vengono affatto cancellati.

    • G.T. ha detto:

      Certo. Dovrebbe essere un obbligo. Ringrazio Dio della mia vita perché non dovrei farlo con mia madre?

    • Antonio72 ha detto:

      @Luigi

      Sono d’accordo. Tuttavia cosa rispondi a coloro i quali pretendono che le leggi umane debbano adeguarsi alla legge naturale?
      Io la vedo da una prospettiva diversa. Se il matrimonio tra un uomo ed una donna è sacro in quanto aperto alla naturale procreazione da cui si genera il cosiddetto frutto dell’amore, non si può dire lo stesso per la donna rimasta gravida a seguito di una violenza, tanto più se questa fosse una donna sposata!
      Secondo me è del tutto comprensibile ed umano che la donna violentata non desideri portare avanti la gravidanza che eventualmente ne consegue. Sarebbe certamente disumano ed innaturale (se intendiamo per naturalità la definizione di cui sopra) costringerla a partorire il frutto della violenza. Perchè si può indorare la pillola quanto si vuole ma quello rimane.

      • Laura ha detto:

        Anche Antonio72 obbliga le donne a portare avanti una gravidanza non voluta. Infatti sostiene la legge sull’aborto italiana, la quale obbliga le donne a portare a termine una gravidanza dopo la 22° settimana.

        • Antonio72 ha detto:

          Ma non prima. E questo fa una differenza abissale.

          • a-theòs=a-éthos ha detto:

            Sì, appunto, la differenza che spalanca le porte dell’inferno, per riversarne tutte le menzogne e gli orrori su questa terra. Convertiti!

            • Antonio72 ha detto:

              Reintra nel museo degli orrori anche costringere una donna che ha subito violenza carnale mettere al mondo il frutto di questa violenza.
              Ancora nessuno mi ha risposto su un punto preciso che ho rilevato: e se la donna fosse sposata?! Non è che violentano solo le fresche fanciullette.

              • Laura ha detto:

                Un frutto innocente, un essere umano come lei. Tu sei a favore dell’omicidio dell’essere umano (lo dice la scienza che è tale) e lo promuovi in tutti i modi giustificandolo in ogni modo possibile.

                Tu stesso, ipocrita, obblighi la donna a portare a termina la gravidanza sostenendo la legge 194 che impone questo proprio dalla 22° settimana. Anche se ovviamente non cambia nulla dalla 21° settimana e sei giorni o dalla 10° settimana. Resta il fatto che sei ipocrita come tutti i pro- death militanti.

      • G.T. ha detto:

        La demagogia si aggrappa alle persone più vulnerabile, è proprio vero…

      • Luigi Pavone ha detto:

        A “coloro i quali pretendono che le leggi umane debbano adeguarsi alla legge naturale” rispondo che il senso della conformità delle leggi umane a quelle naturali non è quello della traduzione di tutte le leggi naturali in leggi positive, ma quello in virtù del quale la non conformità è data nei casi in cui la legge positiva obbliga a fare ciò che è contrario alla legge naturale. Nel nostro caso non c’è obbligo all’aborto.

        La scelta a favore dell’aborto nei casi di stupro è certamente comprensibile, ma dire che è anche umano significa giustificare la scelta anche dal punto di vista morale. Secondo me la scelta è comprensibile ma non giustificabile.

        • Antonio72 ha detto:

          No, dire che è umano significa che è umanamente comprensibile. Questo intendevo. Non giustificabile nei confronti di chi: i propri simili o Dio? La differenza non è infatti trascurabile.
          In ogni caso resta da capire come un qualsiasi comportamento immorale possa essere giustificato socialmente (attenzione, non penalmente), almeno in una società non relativista.

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Guarda che contrario alla legge naturale non è solo obbligare a violarla, basta già la violazione stessa…, esattamente come contrario alla tua salute non sarebbe solo obbligare qualcuno a tagliarti la gola, ma semplicemente tagliartela.

          • Luigi Pavone ha detto:

            Non c’è dubbio, ma noi si parlava di violazione del diritto naturale riferita alla legge positiva. Onde evitare che il diritto positivo non coincida con quello naturale, un senso plausibile di conformità al diritto naturale è quello sopra descritto.

            • a-theòs=a-éthos ha detto:

              Poi mi spiegherai per quale arcana ragione ciò che della legge naturale può essere tranquillamente trasposto in diritto penale e civile, non dovrebbe esserlo…

              • Luigi Pavone ha detto:

                Tutto il diritto naturale può di fatto essere trasposto in diritto positivo. Il problema è se debba esserlo. Se si afferma in teoria che i due codici sono distinti, si afferma anche che non tutto il diritto naturale debba essere trasposto in diritto positivo. Non solo, ma si afferma anche che l’appartenenza al diritto naturale non è una ragione sufficiente di appartenenza al diritto positivo. Come fare stare insieme queste cose con l’affermazione che il diritto positivo non può entrare in contrasto con il diritto naturale? Un modo plausibile è quello di intendere la non-conformità al diritto naturale da parte del diritto positivo in termini di obbligo a comportamenti che contravvengano alle norme del diritto naturale.

                • a-theòs=a-éthos ha detto:

                  La distinzione tra legge naturale e diritto positivo sta nel fatto che la prima obbliga sempre moralmente, mentre non sempre è opportuno/possibile far recepire ciò che è moralmente obbligatorio dalle leggi positive.

                  Dunque quando un principio della legge naturale è recepito nel diritto positivo ciò significa che la trasgressione morale verrà anche sancita civilmente o penalmente, mentre quando ciò non sia opportuno/possibile, vale solo il principio che dicevi tu e cioè che, sebbene la trasgressione etica non venga vietata e punita dal diritto positivo, lo stesso diritto positivo non può comunque rendere obbligatoria tale violazione. A fortiori, naturalmente, questo secondo principio vale in tutti i casi in cui il diritto positivo possa recepire la legge naturale.

                  Nel caso dell’aborto artificiale il diritto positivo concede illegittimamente la possibilità di attuare un crimine che potrebbe e dovrebbe invece impedire.

                  • Luigi Pavone ha detto:

                    “quando un principio della legge naturale è recepito nel diritto positivo ciò significa che la trasgressione morale verrà anche sancita civilmente o penalmente”

                    Solo per accidens.

                    In generale, siamo d’accordo che diritto positivo e diritto naturale non coincidono — spero anche di averti convinto che l’appartenza al diritto naturale non è una condizione sufficiente per accogliere la norma nei codici positivi (tu stesso ammetti che altri giudizi occorre intervengano sulla opportunità/possibilità, benché sia piuttosto lontano dall’essere chiaro in che cosa esattamente un tale giudizio di opportunità/possibilità consista).

      • Azaria ha detto:

        Giusto Antonio, visto che dallo stupro nasce un bambino (che come la madre e` vittima della violenza) uccidiamo il bambino e risovliamo parte del problema… anzi io direi di piu`, uccidiamo anche la madre (l’altra vittima principale dello stupro) e risolviamo il problema per intero… poi visto che ci siamo diamo anche una medaglia allo stupratore… ma capisci quello che stai scrivendo?

        • Antonio72 ha detto:

          La risposta è semplice: non credo che il bambino sia vittima della violenza come la donna. Infatti per la donna (non dico tutte) la violenza potrebbe non esaurirsi in quel barbaro atto che ha subito, ma perpetuarsi appunto con la gravidanza, e dopo, anche con il parto ed il post-parto. La donna potrebbe adirittura riconoscere negli occhi di suo figlio quelli del suo violentatore. La madre che odia il figlio non è normale come il figlio che odia il padre.
          E’ per questa ragione che la decisione spetta solo a quella donna in particolare che subisce la violenza, e non ad altri.

          • a-theòs=a-éthos ha detto:

            Che assolute, ritrite, false stupidaggini! Il trauma post-aborto è una realtà certa, il trauma per aver fatto del bene semplicemente non esiste.

            • Giulia ha detto:

              Il trauma per uno stupro invece? O quello non si contempla, tanto noi siamo tutte “tentatrici” e poi si sa, la brava ragazza anzi si fa ammazzare che “peccare”? Hai mai avuto occasione di avere a che fare con donne (a volte bambine di 11-12 anni) stuprate? Secondo te una bambina di 11-12 anni magari stuprata dal padre o dal fratello?

              • a-theòs=a-éthos ha detto:

                E chi ha mai negato il trauma per uno stupro?
                Le persone che ragionano, semplicemente capiscono che non è perché hai ricevuto un male, che sei autorizzato moralmente a fare del male a qualcun altro del tutto innocente, con l’aggravante che commetti un delitto ancora peggiore, perché spero nessuno metterà in dubbio che un omicidio è peggio di una violenza carnale.

                Quanto al fatto che le donne siano “tentatrici”, posso dirti che ho tre figlie e dunque che conosco il vasto ambito delle loro amicizie di scuola: ebbene, è perfettamente vero che già nei primi anni delle elementari alcune madri vestono le loro figlie in modo decisamente “ardito”, se non indecente. Se a ciò aggiungi tutto il contesto culturale in cui viviamo, nel quale già gli apparentemente più innocenti cartoni animati promuovono modelli tendenzialmente sconci, purtroppo è oggettivamente vero che molte donne, fin da bambine, vengono educate proprio per “provocare” (il che, naturalmente non giustifica minimamente lo stupro, ma sicuramente può favorirlo). Ciò che bisognerebbe capire, è che nella realtà avviene esattamente il contrario di quanto l’ideologia femminista e la “liberazione sessuale” predicano da sempre: in una società dissoluta, aumentano i comportamenti dissoluti e anche quelli criminali come lo stupro.

                • Roberto dara ha detto:

                  Classico commento maschilista. L’abbigliamento femminile dev’essere solo un’espressione della libertà individuale, il maschio che si sente “provocato” (tanto da valutarlo come occasione per “favorire” lo stupro) è anni luce indietro a quella che si può chiamare civiltà moderna. In una società “dissoluta” il comportamento dissoluto deve essere solo una libera scelta individuale, e non un pretesto per giustificare o considerare inevitabile il crimine. Lo stupratore è un criminale (peraltro sempre esistito, anche in epoche meno “dissolute”) e come tale va perseguito, condannato ed isolato, oltreché prevenuto, attraverso un’educazione civica e sessuale paritaria, libera e responsabile.

                  • a-theòs=a-éthos ha detto:

                    Senti, povero fratello perso nel tuo solipsismo di delirante onnipotenza, dove avrei giustificato in un qualunque modo lo stupro?

                    Ho semplicemente detto, dato confermato da tutte le statistiche sul degrado giovanile, che se si lascia libero sfogo alla sessualità, anche le patologie legate alla sessualità (non solo fisiche, ma anche mentali), invece di diminuire (questa la scempiaggine implicita nella vostra demagogia), aumentano. Suvvia, basta avere un minimo uso del buon senso…

                    • Roberto dara ha detto:

                      La mia delirante onnipotenza non ha accusato te di giustificare lo stupro, ma di considerare certi atteggiamenti delle donne un’occasione per favorirlo, cosa che hai scritto nero su bianco (o su grigio a seconda del colore alternato su cui compare il tuo commento). Il che, secondo me, è una visione vetero-maschilista.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Inutile che ripeta quello che ho già spiegato più ampiamente: se per te il proverbio “l’occasione fa l’uomo ladro” non ha nessuna base di verità, vuol dire che vivi proprio in una prigione ideologica.

                    • Roberto Dara ha detto:

                      E’ una visione estremamente povera dell’animo umano. E, riguardo allo stupro, assolutamente irreale, perché buona parte degli stupri avvengono nei confronti di donne che non “provocano” affatto.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Dai, che un piccolo sforzo in più potresti farlo, credo: ovviamente non è detto che uno stupratore faccia violenza solo su ragazze “provocanti”, ma, altrettanto ovviamente, se si vive in un contesto di ossessiva sessualizzazione genitale (come accade nelle nostre “civilissime” società dissolute), rischia di pagare il conto anche chi non c’entra nulla.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Perché invece la tua visione di un essere umano dedito “per diritto” a sesso sfrenato, divorzi e aborti non è per nulla una visione “estremamente povera dell’animo umano”, vero? Ma fammi il piacere!

                    • Roberto dara ha detto:

                      Non hai la minima idea di quella che sia la mia visione della vita, ma di sicuro non vi ė contemplata la critica all’abbigliamento e agli atteggiamenti delle donne, soprattutto in funzione di una conseguente “provocatorietà”. Tutto il resto sono tue illazioni di comodo, tipiche di un’intransigenza di maniera.

                • Titti ha detto:

                  Ma che dici! Ci sono gli stupri anche in quei paesi le donne si coprono come tende! Che non devono mettere i tacchi altrimenti “tentano” quei santi di uomini trogloditi che ci sono in giro! E’ pensare che vengono violentate vecchiette e bambini nella prima infanza!

                • Luigi Pavone ha detto:

                  A me — non voglio polemizzare — non risulta esserci un rapporto tra minigonna e stupro più pertinente di quello tra grammofono e stupri (http://www.youtube.com/watch?v=b7NtSyehiVI). Se così fosse dovrebbe registrarsi un picco di stupri negli stabilimenti balneari. Francamente quello che dici a me pare privo di fondamento empirico. Ma se hai dei dati a tal riguardo sarebbe il caso di citarli.

                  • G.T. ha detto:

                    Atheos non parlava di abbigliamento, faceva riferimento “provocatorio” di certe ragazzacce che si vedono in giro…
                    Quelle (mi riferisco a Roberto Dara) con il loro atteggiamento non irretiscono i mie sensi privandomi della mia libertà?
                    Tu che non credi nel libero arbitrio perché non parli di mascolinità innata impossibile da reprimere?

                    Luigi non c’entra, la le persone in costume rappresentano una microsocietà a parte… le società civili (seguendo il vostro modo di pensare) reprimono la voglia di sessualità e quindi.

                    • Roberto dara ha detto:

                      GT io avrei paura se fossi donna ad averti come vicino di casa.

                    • G.T. ha detto:

                      Mi devi ancora spiegare la tua visione di “mondo”. Spesso sento parlare di una società repressa, moralista e figlia di una concezione indeterminata, che secondo molti non esiste ma è una scusa per intrappolare la gente, dargli dei dogmi e reprimere il loro istinto.
                      Poi invece, i medesimi, si accordano con la condanna dello stupratore.
                      Premetto: ognuno si può vestire come gli pare. Però non sarà che questa società non reprime l’istinto di alcuno…
                      Ma che anzi con la volgarità, la decadenza del linguaggio,
                      l’immoralità più varia e -soprattutto- l’indecenza dei costumi di oggi sta minando la sensibilità interiore di ognuno di noi?

                • a-theòs=a-éthos ha detto:

                  @Titti & Luigi

                  Quindi, detto in altre parole, voi state negando che l’occasione (cioè il tipo di educazione ricevuta, la capacità di autocontrollo presente o totalmente assente, nonché il contesto sociale in cui si vive) faccia l’uomo ladro?

                  1) Infatti è noto che in paradisi come ad esempio le favelas latino-americane, dove si cresce in un certo modo, si viene (dis)educati in un certo modo, si sguazza in un certo tipo di ambiente sociale, ecc., proprio lì, non solo si hanno percentuali di criminalità (stupri compresi) dalla media equiparabile a qualunque altro agglomerato urbano, ma forse addirittura percentuali più basse di reati in genere.

                  2) Già ma dimenticavo che voi appartenete a quella scuola di pensiero in cui si ritiene che dove c’è totale libertà sessuale, non ci sia bisogno di perversioni, né tanto meno di crimini, perché, se puoi scopare con chiunque, chi te lo fa fare di commettere un crimine tanto perverso…

                  • Roberto dara ha detto:

                    Purtroppo gli stupri sono accaduti anche all’interno della mura di qualche parrocchia, è bene non dimenticarlo. Il contesto c’entra, ma le deviazioni della mente umana sono imprevedibili e imponderabili.

                    • G.T. ha detto:

                      “ma le deviazioni della mente umana sono imprevedibili e imponderabili.”
                      Quindi secondo te non esiste il libero arbitrio, allora perché prendersela con lo stupratore Roberto?

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Vedi, quando si discute, bisognerebbe non rispondere tanto per dare torto all’avversario, ma essere in grado di ragionare. Il punto qui riguarda le percentuali! Ovviamente, anche nei migliori ambienti (e purtroppo proprio da quando l’ideologia modernista, di cui tu sei un perfetto esponente, è entrata nei seminari, molta meno attenzione si è fatta a chi vi viene ammesso) può succedere il peggio, ma quello che conta sono le percentuali, perché io sostengo semplicemente che dove non c’è più morale e autocontrollo, ci saranno più occasioni anche di crimine. Ed è una cosa talmente ovvia…

                    • Roberto Dara ha detto:

                      Le percentuali contano ma fino ad un certo punto. Uno stupro è uno stupro dovunque, e se questo porta ad una gravidanza, quella gravidanza è la stessa sia se maturata in una favela, sia durante una festa esclusiva in una villa di ricchi. Non conta il perché sia avvenuto, ma il fatto che sia avvenuto.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Certo! Infatti la soluzione ai problemi si trova sempre ignorando o nascondendo sotto il tappeto le cause! Ma rifammi il piacere!

                    • Roberto dara ha detto:

                      Lo stupro è un crimine gravissimo, e come tale va giudicat e punito, chiunque ne sia il colpevole. Sulle cause, mi sembra di essermi espresso a lungo su quello che penso per rimuoverle. Tu vorresti imporre il burka, io vorrei più educazione sessuale e civica, e soprattutto un’educazione al rispetto della libertà individuale.

              • lorenzo ha detto:

                Invece di ammazzare il bambino, non ti sembra più giusto ammazzare lo stupratore?
                E se non ritieni giusta la pena di morte per uno stupro, perchè a pagare con la vita dovrebbe essere il bambino?

            • Titti ha detto:

              Vallo a raccontare, oltre alla donna che ha subìto violenza, al marito (se quest’ultima e sposata) che magari vede crescere una pancia che sottolinea ogni giorno di più quel che è successo. Vagli a dare una pacca sulla spalle, digli pure:”E’a fin di bene!” vediamo che ti risponde o vediamo se il matrimonio stesso non si sfalda, causando un ulteriore danno.

              • a-theòs=a-éthos ha detto:

                Inutile veramente discutere con chi, prima dei bambini innocenti, ha già assassinato la propria capacità di vedere il vero. Che orrore!

              • G.T. ha detto:

                E’ più importante l’arrabbiatura di una egoista di m*** o la vita di una persona???????????????????????????

                • Titti ha detto:

                  Ah, l’invito vale anche per te, GT: vai dal marito di una donne che, stuprata è rimasta incinta, battigli una pacca sulla spalla e dille che quella st**za arrabbiata vuole abortire…

                  • G.T. ha detto:

                    Il suo male è infinitamente inferiore; la sua disgrazia può trasformarsi in bene o in male… Non basta la coscienza, ci vuole intelligenza!

                  • Antonio ha detto:

                    -.- Ma ci pigli per coglioni? No perchè a questo punto potrei anche offendermi.
                    Ma pensi che noi non sappiamo cos’è uno stupro? Pensi che non sappiamo cos’è una gravidanza indesiderata? O solo voi lo sapete. Ah dimenticavo che gli atei di merda hanno tutte le verità in tasca con le loro favolette sui mondi che escono da soli e dei bambini che diventano persone alla 9 settimana.

                    Il discorso è: il bambino che nasce da uno stupro non è un bambino? Quindi se ammazzi un bambino che esce da uno stupro non ammazzi un bambino che nasce da un rapporto normale?

                  • enrico ha detto:

                    @ Titti

                    Gentile signora Titti.
                    Non potendo più commentare sul sito UAAR in quanto i miei commenti vengono moderati per ore, e spesso non vengono pubblicati punto, mi capita tal volta di andare a leggere i commenti postati su questo sito.
                    Perchè comunque mi interessano i ragionamenti e la logica di chi la pensa diversamente da me.
                    Vorrei farle notare che qui le è permesso commentare, così come mi auguro che in questo sito non siano moderati i diversamente pensanti, se non in caso di turpiloquio.
                    Al contrario come mai secondo lei i miei commenti su tal sito non passano la moderazione?
                    Ammetto che spesso ho commentato OT ma sempre seguendo i ragionamenti di altri utenti in determinate tematiche.
                    Come mai questi utenti tuttora scrivono sul sito mentre io non posso farlo?
                    Anche loro hanno contravvenuto alle regole di rimanere in topic, ma sembra che così si esercitino due pesi e due misure.

                    Purtroppo utilizzando tale tattica sembra che i cattolici non sappiano rispondere, permettendo agli altri utenti, di diverso orientamento, di infilare una sequela di interventi atti a fortificare le proprie posizioni metafisiche.

                    • enrico ha detto:

                      @ Titti

                      Chiosando.
                      Non le sembra un comportamento piuttosto singolare da parte di ipotetici difensori della libertà di espressione e del libero pensiero?

                      Se vuole può rispondermi anche il signor Pendesini….

          • Roberto dara ha detto:

            Concordo pienamente con Antonio e Giulia. Purtroppo in questi casi non esistono regole sempre applicabili, se non quelle che impediscano gli stupri prima ancora degli aborti. E’ lo stupro il crimine originale, ed è quello che va combattutto, prima di tutto, senza se e senza ma. Quando non ci saranno più stupri, allora potremo parlare di rivedere la legge sull’aborto.

            • a-theòs=a-éthos ha detto:

              AAAAHHHHHH!!! Che rabbia di fronte a chi, tramite ragionamenti così superficiali (eufemismo), si sente in diritto di mandare a morte miliardi di bambini!

              • Roberto dara ha detto:

                Nessuno si sente in diritto di mandare a morte nessuno. L’aborto è un tema complesso nel quale entrano in gioco molti fattori, dalla tutela della vita nascente a quella della vita esistente. L’aborto per causa di stupro si può discutere, ma resta a mio giudizio inoppugnabile, allo stato dei fatti, la libertà individuale della donna vittima di accettare o non accettare la gravidanza subita con una violenza disumana.

                • a-theòs=a-éthos ha detto:

                  Perdonami, ma non riesco più a discutere con chi propina le solite assurdità senza senso, senza logica, senza verità alcuna. Se tu ti rendessi conto del male che provochi… Che nausea…

                • Laura ha detto:

                  Mi sembra una posizione molto interessante, finalmente qualcuno che si accorge che esiste la tutela della vita nascente, oltre alla donna.

                  Capisco il tuo discorso ma mi domando: perché solo la donna ha la libertà di scegliere, mentre tale libertà viene tolta alla vita nascente anch’essa vittima delle decisioni della donna? Forse c’è qualche essere umano/persona che non ha diritto alla vita? Forse alcuni possono scegliere chi ha il diritto alla vita e chi non ce l’ha?

                  • Roberto dara ha detto:

                    Il discorso è molto ampio. Io ho sempre sostenuto di essere contrario all’aborto, innanzitutto prevenendolo, con una sessualità responsabile per tutti, e con un sostegno concreto alle donne che si trovano in difficoltà a portare avanti una gravidanza. Nel caso dello stupro, però, ci troviamo di fronte ad un caso limite: la donna è al tempo stesso vittima di una violenza disumana, e costretta a portare in grembo un figlio di cui non ha assoluta maternità, se non biologica e forzata. Al momento attuale, del resto, non si possono certo costringere tutte le donne ad usare la pillola anticoncezionale allo scopo di prevenire qualsiasi gravidanza indesiderata (frutto di rapporti sessuali consenzienti o no), per cui l’aborto, se la donna decide per questo, è purtroppo l’unico esito accettabile per la dignità della donna stessa. Chi ritiene che l’aborto sia un omicidio, secondo me, dovrebbe piuttosto consigliare a tutte le donne (perché purtroppo tutte le donne sono a rischio stupro) di usare la pillola contraccettiva per evitare un omicidio successivo. Ma coloro che sono contrari all’aborto sono in genere anche contrari alla pillola. Non se ne esce.

                    • G.T. ha detto:

                      Anticoncezionali…
                      bah!
                      Ma in quale razza di civiltà volete trasportarci?
                      Una società liquida, consumatrice e disumana.
                      Invece che accettare per un qualche capriccio la responsabilità!!!!

                    • a-theòs=a-éthos ha detto:

                      Esatto, non se ne esce, quando per risolvere un problema le uniche soluzioni proposte sono opzioni relative ad azioni moralmente una più cattiva e malvagia dell’altra. La contraccezione è un altro tipico falso rimedio, perché in realtà, come dimostrano bene le statistiche, si induce la credenza falsa che la contraccezione funzioni sempre e protegga dalle malattie. Risultato: le malattie veneree sono in grande aumento e così le gravidanze non desiderate.

                      Ma possibile che da tutto ciò non riusciate a dedurre l’erroneità dei vostri principi di partenza, dato che le cose si giudicano dai frutti?

                      No, invece voi, da perfetti stolti, continuate sulla strada che avvilisce la persona, perché dopo averla educata come un animale, che fa ciò che gli viene istintivo, lo volete “salvare” rendendolo ancora meno responsabile (con la contraccezione), oppure addirittura facendogli commettere uno dei peggiori crimini che l’uomo possa compiere: l’omicidio dell’essere umano più indifeso! Siete veramente dei poveretti!

                • G.T. ha detto:

                  Preferisci scegliere l’individualismo delle donne di oggi: tutte rossette, minigonne e scollature?

          • Woody85 ha detto:

            Ma il più ridicolo di tutti resta Antonio72. Sopprimere il bambino non è violenza secondo lui…poveri noi, quanta gente violenta che si nasconde nella nostra società.

        • Titti ha detto:

          Ma come, si fà un gran parlare della famiglia, padre, madre, figli, amorevolmente cercati e amati, perchè per un figlio, se non si vuole farne un disadattato, è giusto che abbia 1 padre, 1 madre, saldamente uniti dal sacro vincolo del matrimoni, io vado più in là: ebbene, in caso di stupro, obblighiamo con un bel matrimonio riparatore (l’idea, del resto, non è nuova) la vittima ed il carnefice, e vissero tutti felici e contenti. Vedi, la madre di questo signore non ha allevato questo figlio, si è limitata a portare avanti una gravidanza, ben fà questo che è un uomo oggi a ringraziarla: è stata una scelta coraggiosa ma personalissima, è come tale rimane.

          • Woody85 ha detto:

            Una scelta che però dovrebbe porre delle domande: il frutto di uno stupro non è un mostro, ma è sempre un bambino chiamato alla vita, con il diritto di vivere ed essere libero di avere dei diritti. Occorre un cambiamento sociale di mentalità che porti a guardare alle due persone in gioco nell’aborto, e non soltanto alla donna.

      • enrico ha detto:

        @ Antonio72

        Io non sono granchè in questo periodo, e in generale scantino parecchio.
        Però questa è una posizione che bordeggia la scomunica.
        Lo dico come consiglio di riflessione personale.

    • Laura ha detto:

      Anche Luigi Pavone obbliga le donne a portare avanti una gravidanza non voluta. Infatti sostiene la legge sull’aborto italiana, la quale obbliga le donne a portare a termine una gravidanza dopo la 22° settimana.

      • Luigi Pavone ha detto:

        Laura non sa che che c’è differenza tra l’impossibilità di iscriversi all’università e obbligo a presentare domanda entro la data x. Nel primo caso è negato il diritto allo studio, nel secondo caso il diritto allo studio è affermato e negoziato con altri esigenze e diritti.

        • Azaria ha detto:

          Quindi fino ad una certa eta` si puo` uccidere il bambino dopo no… mi sembra giusto.

        • G.T. ha detto:

          I ‘benedetti’ piani d’azione, che lei ignora beatamente…

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Peccato che non possa esservi alcun diritto all’omicidio.

          • Luigi Pavone ha detto:

            Non esiste un tale diritto! In ogni caso è bene precisare che la parola “diritto” non ha un significato univoco. Quando si dice che la donna ha diritto di interrompere la gravidanza non si vuole riconoscere un diritto equiparabile al diritto allo studio, per esempio, ma si vuole semplicemente affermare che la donna ha quel diritto nel senso che le autorità statali non hanno il diritto — poiché non esercitano un diritto di signoria sul corpo dei propri cittadini superiore a quello di ciascun individuo — di obbligarla alla gravidanza.

            • a-theòs=a-éthos ha detto:

              E questo è un altro proton pseudos assurdo dei tuoi sofistici ragionamenti: impedire a qualcuno di compiere un’azione malvagia non significa arrogarsi il diritto di possesso o signoria sul corpo di qualcuno (perché nessuno ha il diritto di usare il proprio corpo per fare del male: nemmeno a se stesso!), significa invece esercitare il diritto (vale anche per ogni privato cittadino) e il dovere (vale specialmente per i poteri pubblici) di proteggere chi è vittima di ingiustizia e violenza! Se non capisci una cosa del genere…

              Inoltre se tu avessi ragione, nessuno potrebbe impedire alcun crimine, dato che si compiono al 99,9% tramite uso illecito del proprio corpo o di estensioni del proprio corpo.

              • Luigi Pavone ha detto:

                Mi pare che c’è ancora differenza tra corpo e azione, corpo e comportamento, o ti sei idealisticizzato a frequentare certi filosofi? 😉

                • a-theòs=a-éthos ha detto:

                  Scusa, sarà forse l’ora tarda, ma non capisco l’obiezione: è quello che ti sto facendo notare io: proibire (e cercare per quanto possibile di impedire) un’azione malvagia (che non ha alcun diritto d’esistenza) come l’omicidio per aborto, non è arrogarsi il possesso del corpo della donna; è impedirle un omicidio.

        • Laura ha detto:

          Ma Luigi Pavone saprà spiegare che differenza c’è nel feto tra la 22° settimana e la 21° settimana e 4 giorni?

          Mah…per ora ribadisco: Luigi Pavone obbliga la donna a portare a termina la gravidanza sostenendo la legge 194.

          • Luigi Pavone ha detto:

            Poiché è impossibile che un ovulo fecondato (lo zigote) sia persona, esiste un istante a partire dal quale il feto diventa persona. Dunque, direi che la differenza tra la 22° settimana e la 21° settimana è tale che nella 22° settimana vi sono più probabilità che il feto sia persona. In realtà, penso che una donna che abbia deciso di abortire lo faccia generalmente molto prima delle scadenze fissate dalla legge, benché esistano indubbiamente casi estremi.

            • Laura ha detto:

              Esiste l’istante in cui si diventa persone? E guarda caso per te sarebbe nella notte tra la 21° settimana e 6 giorni e la 22° settimana. Non male come risposta. Ma come si diventa persone Luigi? Forse quando spunta il nasino? In che modo può interessare che la donna decida prima di sopprimere la vita umana che porta dentro di sé?

              Comunque hai ammesso che emrbione e feto sono esseri umani appartenenti alla specie homo sapiens, e dunque sei favorevole all’uccisione di esseri umani innocenti. Non sapendo dimostrare quando appaia la “persona”, non sapendo dimostrare come possano esistere esseri umani che non sono persone, credo che tu sia al punto di prima. Non solo sei favorevole all’uccisione di esseri umani per motivi di “voglia” e “non voglia”, ma sei anche favorevole all’obbligo di portare a termine una gravidanza non riuscendo a non sostenere la legge 194.

            • Woody85 ha detto:

              Luigi potresti dimostrare che “è impossibile che un ovulo fecondato (lo zigote) sia persona”? Se è impossibile saprai sicuramente dare ragione di ciò che affermi.
              Sapresti anche dimostrare che “esiste un istante a partire dal quale il feto diventa persona”? Ovviamente tu conosci quell’istante e sai dimostrare scientificamente che non si è persone fin da subito, ma lo si diventa secondo i procedimenti che sicuramente ora elencherai.

    • Luca ha detto:

      mi viene da dirti che tu non stai bene……

    • Azaria ha detto:

      Coloro che combattono la legalizzazione dell’infanticidio (non ci giriamo intorno con parole vuote buone solo a giustificare un’ipocrisisa assurda) fa in modo che del ringraziamento non ci sia bisogno semplicemente perche` nessuno avrebbe avuto la possibilita` legale di uccidere quel bambino.

    • enrico ha detto:

      @ Luigi Pavone

      Potrebbe fare il medesimo discorso sull’omicidio.
      Legalizziamo l’omicidio, sicchè potremo ringraziare qualcuno di non averci uccisi….

      • Luigi Pavone ha detto:

        Non trovo naturale ringraziare il mio vicino per non prendermi a calci o a revolverate ogni volta che ci incontriamo.

        • Salvatore ha detto:

          Ma se il tuo vicino avesse fatto di tutto per farti nascere? O se ti avesse salvato la vita? Non lo ringrazieresti? Tua madre ti ha salvato la vita (donandotela) e tu non la vuoi ringraziare. Due motivi: o la tua vita fa talmente schifo da non esserne grato, o ti stai arrampicando sui vetri come al solito.

        • enrico ha detto:

          “E’ un ringraziamento NATURALE. Osservo che non avrebbe senso ringraziare la propria madre per non aver abortito laddove questa fosse stata costretta a non abortire. Coloro che sostengono l’obbligo di Stato a portare avanti la gravidanza cancellano il senso e la naturalità di quel ringraziamento.”

          Luigi Pavone scripsit

          …………………………………………………………………..

          Potrebbe fare il medesimo discorso sull’omicidio.
          Legalizziamo l’omicidio, sicchè potremo ringraziare qualcuno di non averci uccisi….

    • a-theòs=a-éthos ha detto:

      Beh, sai, tra l’essere maciullato e poi aspirato ed essere salvato dall’intervento di chicchessia, forse anche tu avresti preferito non poter essere riconoscente verso tua madre.
      Ti confesso che vorrei essere così avanti nell’ascesa spirituale, da poter pregare per te ed ottenere dal Signore la tua immediata guarigione dall’abisso sofistico in cui sei perso… Il mondo avrebbe così bisogno di persone istruite e intelligenti come te, per ricevere la carità e il conforto della verità! Che tristezza!

      • Titti ha detto:

        Comincia a pregare per tutti gli “uomini” che pensano la donna come uno sfogo agli istinti più bassi, strafregandosene delle conseguenze immediate e future.

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Non capisci che è un circolo vizioso da entrambe le parti? La donna fa la zoccola, tanto quanto l’uomo fa il puttaniere ed entrambe le cose sono pesantemente errate e sminuenti la dignità umana di entrambi i sessi.

          Come fai a non renderti conto che se una donna si atteggia in un certo modo, dà adito a certi pensieri, mentre molto meno se si comporta nel modo opposto?

  • Ivanom ha detto:

    Io vorrei dire la mia: inutile dire che, via stupro o qualsivoglia via non consenziente, un bambino concepito è e rimarrà sempre una persona viva.

    Ma a livello psicologico, è già un trauma per la madre aver subito un così atroce momento; dovrà, anche, accudire un frutto non voluto, che non potrà mai conoscere un “padre” ( se così lo si può chiamare ).

    Qualunque via si sceglierà, poi, in seguito, sarà sempre difficile sia per la madre che per il bambino stesso: tra l’aborto, l’abbandono, o l’affido o tenerlo per se, rimarrà sempre dietro un dolore, che non è da quattro soldi.

    Questa storia è finita bene, anche la madre si è ripresa. Ma non tutte le donne ci riescono. Io non sono uno psicologo o psichiatra, ma quanto può essere “umano”, in linea generale, amare un figlio concepito dalla violenza?

    • Antonio72 ha detto:

      La problematica psicologica non riguarda solo la madre, anzi forse la prospettiva del figlio è ancor più spaventosa e lo dimostra anche l’articolo in cui si afferma: “credo che la prima cosa che farei sia di dargli un pugno (al padre)”.
      E’ naturale e cristiano che un figlio sia costretto, paradossalmente si potrebbe dire per natura, ad odiare il padre?
      Attenzione che non trattasi solo di un concepimento non voluto ma la conseguenza di una violenza fisica e psicologica subita dalla donna!
      E’ bene ricordarlo perchè pare che qualcuno se lo dimentichi.

      • Woody85 ha detto:

        Hai sempre ragione. Il figlio potrebbe odiare il padre, ecco che Antonio72 ha trovato un nuovo motivo per uccidere i bambini nati da stupro.

  • Xadren ha detto:

    Penso che il dolore di una madre, come ha giustamente detto Ivanom, sia sempre enorme in casi di stupro e certamente esso rappresenta un trauma difficilmente, non dico superabile, ma accettabile: accettare che una cosa del genere sia accaduta, che la dignità della donna sia stata presa e strappata. È per questo che è importante che ci sia sempre qualcuno accanto a queste donne, non farle sentire sole; l’articolista dice che: «Venne aiutata da un’ istituzione cattolica di carità a cui lo lasciò, dopo aver preso la coraggiosa decisione di lasciarlo vivere. In seguito Ken fu adottato, oggi è sposato e ha tre figli.». Il senso è chiaro, diventa prossimo degli altri, avvicinati a loro; purtroppo il mondo in cui viviamo ci spinge nell’altra direzione, il suo messaggio è: «Pensa solo a te stesso.», per questo ci rifugiamo dietro l’enorme ipocrisia che l’aborto sia “per il bene della donna”, chiudendo gli occhi del fatto che si stia uccidendo una vita.
    Magari a qualcuno quei bambini possono sembrare “non voluti”, ma chi ha fede sa che nessuno è “non voluto” da Dio.

  • Luca ha detto:

    “Perché rispondere con altra violenza ad un atto di violenza?”

    quoto in pieno

  • G.T. ha detto:

    L’aborto immorale servono nuove leggi.

  • Antonio72 ha detto:

    OT
    Volevo fare una semplice domanda a Davide.
    L’uomo è più comlesso di una salamandra? Si o No.
    La salamandra ha un genoma superiore a quello umano (fonte: neodarwinista Boncinelli).
    Se la rispota è sì allora ne consegue necessariamente che il genoma non spiega la complessità.
    Se la risposta è no, allora ne consegue necessariamente che una salamandra è più complessa di un uomo.
    Ecco la verificazione che auspicavi.

  • Pino ha detto:

    le leggi che permettono l’aborto sono leggi criminali perchè permettono l’uccisione di un essere umano. Quando il diritto positivo si allontana da quello naturale questi sono i risultati

  • Andrea ha detto:

    Da mettere in cornice. Nulla da aggiungere.

  • Antonio ha detto:

    …e bla bla bla la scelta delle donne bla bla bla portare avanti gravidanze indesiderate bla bla bla…

    a tutti quelli che sono per l’aborto, e a cui piace fare tanti ragionamenti sulle situazioni del mondo, la domanda è (e ancora non ha avuto risposta)…e il bambino?

    Perchè qui l’unica voce intelligente ce l’ha messa Ken dicendo: “i bambini concepiti durante uno stupro sono “veri” quanto tutti gli altri.” Su questo dovreste riflettere e non sulle scelte comode o sui fattacci della vita. Anche perchè strupro e omicidio sono tutti e 2 delitti. E ora per favore rispondete alla domanda

    • Titti ha detto:

      E la donna? L’unico sistema per farle tenere l’eventuale frutto dello stupro, perchè quello è, come nelle gravidanze che sono eventi fausti, oppure delle gravidanze indesiderate ma conseguenti ad una relazione passionale e volontaria, si parla di frutto dell’amore, sarebbe obbligarla: in sostanza una violenza seguita ad un’altra. Dipende dalla volontà di chi subisce un simile affronto il da farsi, e se si vuole aiutare l’eventuale vittima a prendere una decisione che le faccia portare avanti una gravidanza frutto della violenza, bisogna entrare in punta di piedi nella pelle di quest’ultima, non invocando l’inferno e facendo passare la vittima da carnefice, condannando in maniera assoluta chi compie la violenza, fosse per me, poco sarebbe anche galera e castrazione fisica…

      • Laura ha detto:

        La legge 194 obbliga già la donna a partorire, proprio perché non si può più fare finta di non vedere che c’è un altro essere umano in gioco e l’omicidio è proibito. Tu sostenendo tale legge sei a favore dell’obbligo a partorire.

        • Titti ha detto:

          No! La legge 194 permette alla donna l’interuzzione volontaria di gravidanza in caso che rappresenti un pericolo per la salute fisica e psicologica della medesima. Ora, che essere stuprata, magari da un bel gruppetto di bestie, e restare incinta, per me, E’ UN GRAVE PERICOLO PER LA PSICHE DELLA DONNA STESSA. Senza contare che ci sono anche le pillole del giorno dopo che ben si possono utilizzare per precauzione in caso di questa terribile evenienza.

          • Laura ha detto:

            La legge 194 proibisce l’aborto e lo permette solo in pochissimi casi (meno del 2% secondo le statistiche), tu sostenendola sostieni al 98% l’obbligo di portare a termine la gravidanza. Restare incinta dopo lo stupro non è un pericolo per la donna, ma lo è l’essere stuprata. Un aiuto psicologico la aiuterà eventualmente a superare questo terribile momento senza commettere inutili violenze a sua volta.

        • G.T. ha detto:

          Condivido

      • Azaria ha detto:

        Titti, un lupo una volta bastonato rimane un lupo, chiunque uccide un bambino rimane un carnefice e niente piu`, nonostante tutto quello che puo` provare e nonostante tutto quello che puo` aver subito.
        Non e` che se ho un torto io mi rivalgo senza la minima ragione sugli innocenti, passerei dalla ragione al torto.

        Quello che proprio il tuo oscurantismo femminista non ti permette di capire e` che l’aborto in se e` sempre e comunque senza nessuna riserva una VIOLENZA SU UN INNOCENTE. Il bambino che nasce dallo stupro e` una vittima dello stupro come ne e` la madre. Che facciamo ce la prendiamo con la vittima?

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Brava! Esatto definire queste opinioni assurde come “oscurantismo femminista”, tanto per fare capire (ma ci riusciranno?) che la luce viene troppo spesso, in realtà quasi sempre in ambito morale, impedita dal paradigma culturale moderno!

      • Antonio ha detto:

        ma quello che nasce (da un amore volontario, da un evento fausto, ecc) cos’è?

    • Lorenz ha detto:

      Vero, ma spetta sempre alla madre decidere se concludere la gravidanza, non a te.
      Se decide di portare comunque avanti la gravidanza e di tenerlo o darlo in adozione sono il primo ad essere felice, anzi felicissimo.
      Ma che io obblighi una madre a partorire un figlio ASSOLUTAMENTE non voluto in nome del mio credo, non se ne parla neanche.
      Comunque è inutile discutere di queste cose, se volete cambiare le cose proponete un referendum.
      Io voterò in forma contraria a leggi restrittive sull’aborto, sia chiaro.

      • Laura ha detto:

        Ma quindi se tu non sei voluto è lecito ucciderti?

        Cosa cambia se hai 21 settimane e 3 giorni, 22 settimane, 19 anni o 85 anni?

        Mi obietti che il feto è però dipendente dalla mamma? Ma anche il neonato lo è, e anche il disabile lo è. Non credi di avvicinarti un po’ troppo all’eugenetica in questo modo?

        • Lorenz ha detto:

          No, non direi.La differenza fondamentale è che tu sei convinto che sia una persona dall’inizio, io no.Questa è una differenza fondamentale.
          Posto che ,quando la mia futura moglie ha avuto un ritardo nel ciclo ho parlato subito di sposarsi e tenere il bambino (per fortuna è stato un falso allarme 🙂 ), mettiti nei panni di una donna che sente crescere una vita dentro che non vuole.
          Semplicemente NON PUOI decidere tu per lei.Punto.

          • Laura ha detto:

            Mi sono convinta studiando embriologia e leggendo che il nuovo essere umano unico e irripetibile appare al momento del concepimento. Questo è l’unico dato di fatto.

            La donna ha già usato la sua libertà (non parlo di casi di stupro qui) scegliendo di fare sesso senza tenere conto delle conseguenze, ha chiamato alla vita un bambino, un essere umano, e poi ha deciso che non lo vuole e lo uccide. Questo tu lo approvi?
            Anche i tuoi nemici non ti vogliono Lorenz, eppure ucciderti è giustamente proibito. Il fatto che “non voglio” non giustifica il “uccido”.

            • Lorenz ha detto:

              Io personalmente non approvo ed in questi casi terrei il bambino, IO.
              Ma non siamo tutti uguali.
              Penso che probabilmente (spero non capiti mai)terrei anche un bambino con poche speranze di vita.
              Mettiti invece nei panni di una 14enne spaventata che alla prima esperienza rimane incinta.
              Tu LA COSTRINGERESTI a tenere il bambino se non lo vuole?
              Perche’ e’ anche di questo che si parla.
              E poi ci sono i preservativi rotti (sai quante volte mi è capitato), tutta una serie di casi che non vengono contemplati.
              Non pensiamo che tutte vadano a letto con il primo che capita e poi facciano un bell’aborto (capita anche questo, ma tutte così)?
              A meno che tu abbia una indagine seria sui motivi e le fasce d’età, che sono dispostissimo a visionare.

              • Laura ha detto:

                Io sono contraria all’uccisione dei bambini, indipendentemente dalle circostanze: anche se sono brutti, anche se sono cattivi, anche se sono non voluti, anche se le loro mamme hanno 14 anni. Tu invece sei favorevole alla loro uccisione in determinate circostanze, questa è la differenza tra noi.

                Ripeto comunque: anche tu, sostenendo la legge 194, sei favorevole all’obbligo di portare a termine una gravidanza (dopo la 22° settimana).

                Per l’indagine ho letto questo elenco di studi su questo sito: https://www.uccronline.it/2010/04/22/le-donne-abortiscono-maggiormente-per-motivi-superficiali/

                • Lorenz ha detto:

                  “Tu invece sei favorevole alla loro uccisione in determinate circostanze, questa è la differenza tra noi.
                  Ripeto comunque: anche tu, sostenendo la legge 194, sei favorevole all’obbligo di portare a termine una gravidanza (dopo la 22° settimana).”
                  Va bene, ne prendo atto.

                  Come prendo atto del fatto che tu VORRESTI COSTRINGERE una 14enne a condurre una gravidanza non voluta e di fronte ad un “omicidio” secondo il tuo modo di vedere rispondi con una violenza psicologica di immane portata sulla persona.

                  • G.T. ha detto:

                    La costringo sii!!!! Con lo stessa pressione che lo Stato mi ferma per qualche controllo, violando la mia libertà…

                    • Lorenz ha detto:

                      Bene GT, è chiaro che io e te non andremmo d’accordo sulla questione.
                      Tu cerca pure di modificare la legge, io farò in modo di fermarti.
                      Ps: mi espliciti l’esempio? Non sei molto chiaro a parte l’assertività dell’affermazione.

                    • G.T. ha detto:

                      Lo Stato ha un potere illegittimo. Ancora non si capisce che cosa è… Tutti, ma tutti Chi?

                  • Sophie ha detto:

                    Dalle mie parti si dice: “Il cotto sopra il bollito”. Abbiamo capito tutti quanti che queste sono circostanze fuori dalla norma e molto delicate. Ma se la donna abortisce aggiunge allo stupro l’omicidio. Se partorisce c’è solo lo stupro. Può portare a termine la gravidanza, d’altronde non si sta parlando di tenere un alieno in grembo, e poi il bambino si può dare in adozione. Lui con lo stupro non c’entra niente, è vittima tanto quanto lei.

              • Antonio ha detto:

                No non la costringerei. Infatti secondo me il punto non è questo, ci sono anche altri sistemi (vedi darlo in adozione). Secondo me il punto è “l’aborto uccide una vita” e su questo non ci piove. Tutti i rigiri di frittata moderna per imporre l’idea che il bambino non è una vita è stupido quanto tragico. E’ su questo che bisogna battersi. Poi ogni caso è a se, decidere se far tenere il bambino o non tenerlo non è compito mio giudicare o imporre.
                Ma andiamo…ci sono in giro atei che hanno deciso dopo quante settimane un bambino è una persona….io li rinchiuderei tutti solo per averlo pensato.

      • Paolo ha detto:

        Lorenz, posso chiederti uno sforzo intellettuale, faticoso, ma segui la logica: per me è impossibile credere all’indissolubilità del matrimonio, primo frutto dell’amore, se non credessi in Dio, (e per me cristiano cattolico)alla divinità di Cristo, e nel fatto che ricompensi il bene e punisca il male, così come non crederei anche al secondo frutto del matrimonio, che è il figlio, alla sua indisponibilità e intoccabilità. Non potrei accettare, vedere solo un particolare del quadro se prima non vedessi tutto il quadro, la “big picture”.Se,allora, mettiamo per ipotesi, nel Giudizio Finale, Dio di trovasse di fronte a quattro genere di persone: un ateo convinto dell’inesistenza di Dio perché davvero non ci fosse Dio, perché fosse verità la Sua inesistenza. Poi un ateo convinto della Sua assenza per motivi di convenienza, e quindi secondo la sua volontà ritenesse inopportuno credere. Terzo tipo, un credente convinto della Sua esistenza per ovvi motivi di utilità, di convenienza, di un Dio che rispondesse alla propria volontà, desiderio soggettivo di crederlo esistente. Ancora, infine, un credente che si trovasse di fronte a Lui convinto della Sua verità, della verità dell’esistenza di Dio. Ebbene, ci troveremmo di fronte a questi quattro soggetti: Sartre, Nietzsche, Kant e Tommaso d’Aquino.
        Direbbe a Sartre: “Sartre, se tu fossi onesto come le tue parole, che ti facevano tale ( anche se probabilmente non lo era perché è stato un grande scrittore e un grande ipocrita come Rousseau), se, Sartre, tu fossi onesto come del resto ti proclamavi a parole, la ragione per cui non credevi in Dio, sebbene ti procurasse un sacco di fastidi, era che volevi essere onesto con te stesso”. “Io non credo in Dio, ma devo credere nella verità. Non c’è Dio, quindi non c’è significato, la vita è solo un guscio vuoto, ma devo essere onesto nel dire che è tutto qua”. “ Ben, Sartre, devi entrare in Paradiso, anche se sei un ateo. Devi certo passare un lungo periodo in Purgatorio, nel giardino dei teologi, tuttavia hai capito la lezione fondamentale: l’onestà! La ragione per la quale non credevi in Me è stato perché credevi nella verità, e la verità è un assoluto, ma che tu non avvertivi tale, ma Io sono verità. Benvenuto in Cielo. Ci rivedremo tra un milione di anni”.
        È la volta di Nietzsche. Se noi prendiamo seriamente le sue parole, ecco come si svolgerebbe il Giudizio Finale. “Se ci fosse Dio, come potrei sopportare il fatto di non essere Dio? Quindi non c’è Dio”. “D’accordo, Nietzsche, tu non credi nella verità. È questo il motivo per cui non credi in Me. Non hai nemmeno appreso la lezione numero uno. Sei senza speranza. Addio.” Io ti auguro almeno di pensare come Sartre, non come Nietzsche, anche se il credo ufficiale della cultura, della filosofia e del diritto occidentali (vedi l’ultima sentenza della Suprema Corte sulla eugenetica!) è il positivismo morale, il relativismo morale. Nietzsche. Questo che ho detto si base solo sulle tue parole, ovviamente. Grazie per avermi letto. Il Signore benedica la tua onestà intellettuale, che hai sicuramente, perchè hai scritto su questo sito e a proposito di questo articolo.

        • Lorenz ha detto:

          Grazie della risposta estremamente cortese Paolo, è bello vedere ogni tanto qualcuno che ha voglia di dialogare serenamente e non attaccare.
          Effettivamente la pausa pranzo non è il momento migliore per cercare di capire il tuo messaggio :).
          Prometto stasera di leggerlo con calma e di rifletterci sopra.

          • Lorenz ha detto:

            posso sapere perchè mi trovo un voto negativo per aver detto che valuterò le parole di una persona con mente più tranquilla ed averla ringraziata?
            Bah…

          • Paolo ha detto:

            Il discorso, che ho per lo più mutuato da un filosofo che amo molto (Peter Kreeft), contemporaneo, è purtroppo sintetico, ma ha il vantaggio di far risparmiare tempo a chi legge. Un tempo prezioso. Ma le cose per cui vale la pena studiare o cambiano la vita oppure…si può tranquillamente soprassedere (Henry James).Tutte le religioni affermano che esiste un contenuto da credere come vero, uno stile di vita da considerare buono, infine un elemento liturgico, meditativo, orante. San Tommaso d’Aquino dice che è necessario conoscere solo tre cose, compendiabili nel Credo degli Apostoli, ne i Comandamenti, e la Preghiera del signore (il Pater).
            Il Credo apostolico, che è il credo più breve, semplice e antico, ci dice in sintesi ciò che è vero. I dieci Comandamenti sintetizzano tutto ciò che è buono. La Preghiera del Signore ci dice ciò che è desiderabile e bello. Allora il Credo dice ciò che è necessario credere – questo è l’oggetto della fede, il vero. I Comandamenti ci dicono ciò che dobbiamo amare – l’oggetto della volontà, il bene. Il Padre nostro ci dice ciò che dobbiamo sperare, ciò che ci procura gioia. Se al posto della speranza mettiamo la bellezza ecco che abbiamo i tre trascendentali (assoluti) della verità, della bontà e della bellezza. Sono le tre cose che ogni essere umano desidera senza misura, e non si appaga per nessuna frazione di esse. Un po’ di cibo ci sazia, e anche un po’ di potere, anche di sessualità; mai tuttavia solo una frazione di verità! Infatti, nessuno si azzarderebbe a dire: “ Mi basta essere ignorante al 50%, o conoscere solo al 50% le cose conoscibili”. Nessuno direbbe: “ Ho un paio di cosucce che mi vanno bene, ma vorrei averne a disposizione di quelle un po’ meno buone”, oppure: “Mi va a genio la vitalità del Lunedì, la bellezza di questo giorno, e anche la mediocre quotidianità del Martedì, di oggi”. Allora, di queste tre qualità non vengono a noia ma sono una certa pregustazione del Cielo, infatti sono tre attributi propri dell’Altissimo, il Signore Nostro Gesù Cristo – sia Egli benedetto, alleluia!
            Senza Dio, tuttavia, non c’è verità, perché manca l’essere. Dio, l’essere, la verità sono come tre gradini successivi. Verità significa verità di ciò che esiste, è reale, ma se manca l’essere ultimo, una realtà ultima, allora la realtà è solo quella che ci appare davanti agli occhi e che chiamiamo così, qualcosa che alla fine viene a cadere, svanire da sotto i piedi,come neve al sole, qualora l’ultima e profonda struttura delle cose fosse vuota. Allora, se non c’è verità, non c’è nulla( per la ragione o la fede), cui aggrapparsi, e questo è l’esito scettico. Questo è di certo uno dei malesseri profondi della società moderna – lo scetticismo. Secondo, se non c’è verità non c’è nemmeno bontà. Nulla allora è davvero buono. La bontà diverrebbe qualcosa di illusorio, di puramente soggettivo. Ecco che allora un secondo aspetto diagnostico della nostra società è l’assenza di morale. Senza bontà, inoltre, ci si priva della bellezza. Le cattedrali gotiche non sono state costruite da scettici amorali, ma da santi. C’era anche la geometria, certo!

            Guardiamo adesso un po’ più in dettaglio questi tre aspetti diagnostici. La ragione ultima per credere in Dio, della fede in Dio, consiste nel fatto che l’unico sano motivo di credere in qualcosa è perché è vero. Ecco, Lorenz, sono partito da questo passo per illustrare un po’ i “big” del pensiero, della storia del pensiero, ovviamente con molte sfumature, ma le punte di diamante sono questi quattro: Sartre (Camus), Nietzsche, Kant e Tommaso, il mio preferito (sono stato battezzato nel suo giorno liturgico). Ecco che allora la verità, il confronto con essa, è lo snodo chiave per capire dove uno voglia stare. Sei sapiente, ti ritieni di sapere tu stesso cos’è il vero(quindi il bene e il male, il bello e il brutto), sei un sofista, un relativista, oppure ti riconosci di essere un amante della verità, un Socrate, un onesto cercatore del vero? Se sei solo uno che sta sotto qualcosa di più grande, siamo salvi. Tu sei un servitore del vero. Se uno invece si ritiene saggio, come le democrazie occidentali, che decidono loro cos’è bene e male per la vita nascente, i disabili, i malati irrecuperabili, la famiglia, l’educazione, la libertà educativa, allora va male, siamo in una dittatura. Soft, certo, politicamente corretta, ma è meglio morire in una prigione che in una piscina che si sta sempre più riscaldando e in cui nessuno dice:Ahi!

        • a-theòs=a-éthos ha detto:

          Sostituisci Sartre con Albert Camus e il tuo ragionamento, seppur difficile, sarà senz’altro più plausibile.
          Sartre dichiarò esplicitamente di essere diventato ateo in base a una “piccola intuizione” avuta mentre aspettava le sorelle Machado (delle brasiliane) davanti a casa loro, per andare a scuola, all’età di 11 anni e poi di non aver mai più riconsiderato seriamente il problema (le ragioni d’ateismo esposte nella sua opera maggiore: L’essere e il nulla, sono evidentemente banali e capziose). Per quanto geniale (molto poco in realtà, perché a parte la Nausea, tutto il resto, compresa la sua filosofia, vale veramente poco, a differenza di quello che scrisse Camus), un filosofo serio non può pretendere di giustificare così il principio fondamentale del proprio pensiero.

  • Sophie ha detto:

    Giochiamo al “trova le similitudini” fra l’aborto dei bambini diversamente abili e la soppressioni naziste dei diversamente abili. http://www.youtube.com/watch?v=werYNKjL84M&feature=related

  • G.T. ha detto:

    Antonio72 dichiara che la vita sia il frutto del male… questa persona non è intell.