Perfino Malthus smentì la bomba demografica

Bomba demograficaEsiste una vastissima parte della letteratura accademica che si è auto-alimentata negli anni di catastrofismo. Badate bene, non sto affatto parlando di qualche discutibile articolo giornalistico, ma mi riferisco a vere e proprie branche della scienza nate ex-novo. Non esiste materia scientifica o umanistica che sia rimasta immune da questo fenomeno.

Si rilevano due caratteristiche ricorrenti sempre (sottolineo sempre) nelle tesi catastrofiste la prima è l’assenza quasi totale di certezza scientifica e la seconda consiste nella sistematica disillusione delle previsioni, ovvero risultano sempre sbagliate. Se si prendesse un foglio e da un lato si mettessero le previsioni proclamate negli ultimi cinquant’anni e dall’altro lato si segnasse con una X quelle poi avveratesi, ebbene il secondo lato del foglio risulterebbe completamente bianco. Nessuna previsione si è verificata. Nessuna. L’appellativo corretto per i catastrofisti sarebbe quello di Cassandre “sfigate” visto che almeno Cassandra aveva ragione.

La metodologia comune di seduzione del catastrofismo sfrutta almeno tre strumenti che si presentano quasi sempre contemporaneamente: 1- Proclamare un pericolo imminente ed inevitabile che è stato trascurato 2- Per risolvere il problema occorre prendere provvedimenti costosi e molto spesso non definitivi 3- In qualsiasi caso bisogna attribuire maggiori poteri al governo o allo stato oppure istituire un nuovo organo di controllo per monitorare il problema. La branca soggetta, a mio avviso, alle maggiori strumentalizzazioni, soprattutto in ambito accademico è stata l’economa in quanto è una scienza sociale utilizzando come strumento di indagine il principio aprioristico-logico-deduttivo, e l’oggetto del campo di studio è l’azione umana suscettibile di mille sfaccettature non sempre identiche. Tra tutti l’esempio più lampante ha radici profonde e nonostante l’evidenza empirica sotto gli occhi di tutti ancora oggi fa ancora proseliti. Sto parlando del mostro demografico.

Il primo ad avere espresso un possibile problema sulla crescita della popolazione e della scarsità delle risorse è Giovanni Botero. Ne faceva una questione di riduzione nel livello di sussistenza in quanto una crescita esponenziale della popolazione avrebbe necessariamente frazionato le risorse disponibili riducendo quindi il livello di sussistenza di tutti. Tuttavia questa argomentazione nella sua epoca non ebbe molto seguito in quanto la esplicitò proprio all’inizio di un periodo storico di grande crescita demografica e contestualmente di prosperità. I mercantilisti suoi contemporanei non avevano sviluppato chissà quali grandi teorie economiche, il problema per loro era a dir poco banale, più figli voleva dire più braccia per lavorare quindi più prodotti e di conseguenza più prosperità per tutti. It’s easy. In effetti questo semplice concetto di più braccia quindi più beni era molto radicato anche tra la gente comune fino a non molto tempo fa. Il secolo successivo ed il XVII proseguirono con studi e sviluppi che riportavano una positività tra crescita della popolazione e prosperità. Anche economisti molto noti come Smith nel suo “Wealth of Nations” esplicita un concetto economico al tempo stesso semplice e rivoluzionario, la prosperità viene generata anche dalla suddivisione del lavoro. Questo concetto fu una vera e propria rivoluzione in ambito economico. In effetti fa un certo effetto scoprire che il filosofo-economista che ebbe maggior successo sul mostro demografico fu un discepolo di Smith, Malthus.

Sì, andò proprio così, Malthus crebbe a livello accademico sotto l’egida del suo maestro A.Smith. Si rileva tra i suoi testi una forte influenza del pensiero Malthusiano tanto che il povero maestro fu costretto a fare discutibili voli pindarici a volte poco logici per far convivere le due teorie. Malthus ebbe successo per una circostanza storica insolita. Lui assieme al suo padre furono grandi estimatori di Godwin, il primo anarco- marxista della storia, il quale tuttavia a differenza della teoria della lotta tra classi di Marx auspicava un comunismo su base volontaria che avrebbe generato prosperità, questo perché non accettava un sistema coercitivo, ma credeva fermamente nella rinuncia volontaria della proprietà privata. Un suo concetto molto interessante fu “c’è un principio nella natura della società umana, grazie al quale ogni cosa tende al suo equilibrio, e procedere sotto il migliore auspicio, nel momento in cui viene interrotta attraverso la regolamentazione”. Non fu un teorico del mostro demografico, ma era spaventato dalla pressione generata da una popolazione sempre crescente e da risorse scarse che avrebbero reso il livello di sussistenza della popolazione sempre più basso. Il “diretto” oppositore di Godwin fu Condorcet. Personaggio completamente diverso. Era un liberale convinto, figlio putativo della scuola fisiocratica francese. Tra i suoi scritti è rinvenibile una disquisizione sulla popolazione assolutamente geniale e “preveggente”. Non era spaventato dalla crescita demografica in quanto la tecnologia, la scienza ed il libero mercato da una parte avrebbero accresciuto i miglioramenti degli standard di vita a livello generale, mentre dall’altra l’uso della ragione avrebbe persuaso la gente a limitare al numero di persone correttamente sostenibile per la comunità.

Questo concetto era stato già espresso dal primo vero economista d’Europa l’Abate Antonio Genovesi (titolare presso l’Università di Napoli) nel suo Lezione di Economia Civile in cui riprese il concetto di livello “ottimo” di popolazione. Attorno alla diatriba accademica che nacque tra Condorcet e Godwin, Malthus affascinato dal mondo utopico immaginato da quest’ultimo scrisse il libro “Essay on the principle of population a sit affects the future improvement of society” (1798). Un libro che fu un autentico successo per due ragioni: la prima fu che ebbe la brillante idea di abbracciare parte del pessimismo di Godwin sulla crescita della popolazione senza accettare la sua visione comunista-volontarista; inoltre lo scritto si mise in aperta contrapposizione agli ideali liberali francesi, in quel contesto storico nell’ambiente accademico britannico fu una scelta corretta. Il secondo elemento fu l’aurea di scientificità sulla crescita della popolazione. Infatti il passo più famoso fu quello in cui disse che “la specie umana avrebbe avuto un tasso di crescita di 1,2,4,8,16,32,64,128,256,512 etc. mentre la sussistenza avrebbe registrato un tasso di crescita di 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10 etc.” Molti avranno sentito questo stralcio, in termini più semplici esprime che mentre la popolazione segue una crescita geometrica il livello di sussistenza segue una crescita aritmetica.

Tuttavia questa legge matematica non si comprende proprio come Malthus avesse potuta tirarla fuori. Sembra avere più i connotati di una percezione piuttosto che di una ricerca scientifica meticolosa dei dati. Oramai la frittata era fatta, il testo poi non si distanziava molto dal lavoro di Giovanni Botero del XVI secolo, eccetto che questa parte “matematica” tirata fuori dal cilindro senza evidenze empiriche. Il successo di questo lavoro ha generato tutta una serie di ricerche in questo ambito che hanno prodotto una vera e propria filosofia della demografia, il malthusianismo. Tuttavia Malthus era un uomo di Chiesa, molto rigido su alcuni aspetti, soprattutto ciò che concerne la sessualità. Non poteva tollerale quanto fu espresso dal neo-malthusianesimo moderno che proponeva un controllo diretto della popolazione attraverso aborto, pratiche contraccettive o sterilizzazioni di massa. In effetti già nella prima edizione del suo libro e poi anche nelle successive (ce ne furono ben cinque) emerse la consapevolezza di averla detta un po’ grossa. Usando le parole di Rothbard, sostanzialmente “il secondo lavoro di Malthus (che si era finalmente deciso a studiare il fenomeno demografico direttamente per l’Europa) contraddice quasi completamente il primo“.

Oramai la branca del mostro demografico era nata con tutte le caratteristiche catastrofiste che abbiamo già descritto: pericolo imminente ed inevitabile, provvedimenti costosi e controproducenti, maggior potere allo stato. L’economista Jacqueline Kasun scrive “La letteratura del giorno del giudizio sui limiti è attraversata dalla presunzione di capacità assoluta, che è aliena all’economia […] Sulla scialuppa di salvataggio gli esseri umani sono semplici fardelli, che compromettono la capacità del gommone”. Al riguardo non mi sembra in questa sede opportuno rievocare tutti quei terribili personaggi che hanno alimentato questa branca fallimentare. Gli eventi e la storia testimoniano che dal XVI secolo ad oggi è andata esattamente come avevano previsto Condorcet e Genovesi. Le teorie catastrofiste hanno la pretesa di giudicare l’uomo come l’unica causa di tutti i mali, solo limitando l’azione umana e controllandola è possibile evitare i problemi. Niente di più sbagliato.

L’uomo forse potrebbe anche essere la causa dei suoi mali, ma è anche al tempo stesso la soluzione. Immaginate questa situazione dopo giorni di intense piogge in un piccolo villaggio, un fiume ha allagato una parte del paese fortunatamente poco abitata. Solo un allevatore è rimasto coinvolto nel disastro subendo un bel po’ di danni a causa dell’allagamento. Tuttavia l’allevatore è molto fortunato perché nel villaggio la gente si prodiga moltissimo per aiutare gli altri della comunità. Allora si riversarono un sacco di persone nella proprietà dell’allevatore che comunque forniva un supporto molto importante. Una divisione del lavoro quasi impeccabile, il falegname risistemava il pollaio e l’ovile, gli ingegneri si occupavano della solidità dell’edificio, poi la gente meno competente si limitava a pulire la casa del fattore togliendo il fango o dipingendo le pareti. Insomma ognuno svolgeva egregiamente il proprio lavoro. Cosa sarebbe successo se il fattore si fosse stabilito in una zona completamente disabitata?

Marco Marinozzi

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55 commenti a Perfino Malthus smentì la bomba demografica

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  1. controinformato ha detto

    il problema non è l’esistenza di un “problema” quanto l’approccio con cui si cerca di risolverlo
    anche ammesso che la bomba demografica sia vera c’è modo e modo per affrontarla

    • edoardo ha detto in risposta a controinformato

      …ed il modo di affrontarla dei Verdi e ambientalisti vari è semplicemente un suicidio di massa, ma inconsapevole per quella parte di popolazione che si lascia abbindolare da quelle fregnacce.
      Con questo non mi sogno nemmeno di affermare che non esistano problemi ambientali seri, solo che le soluzioni che loro propongono sono semplicemente folli, e spesso controproducenti…dannose.
      La politica neo-coloniale degli aborti e sterilizzazioni nel Terzo Mondo, poi, è semplicemente delinquenziale.

    • Marco Marinozzi ha detto in risposta a controinformato

      questo è un degli elementi che volevo sottolineare nell’articolo. la metodologia di indagine scientifica

  2. Daniele ha detto

    Nel mondo c’è tutto ciò che serve (anzi, perfino di più) al sostentamento di ogni essere umano.
    Se, perciò, oggi abbiamo ancora popolazioni ridotte alla fame (Africa, America del Sud, Sud-Est asiatico), ciò accade non perché il mondo non ha abbastanza risorse per tutti, ma, piuttosto, perché europei (cioè noi), nordamericani, giapponesi ed australiani (i Paesi ricchi) si sono indebitamente appropriati di quelle risorse che spetterebbero di diritto alle popolazioni povere.
    Infatti il colonialismo politico è finito da un pezzo, mentre quello economico sta continuando…
    E poi ci lamentiamo se la gente scappa dalla fame e dalla miseria ed approda a Lampedusa: ma non ci dovremmo lamentare! Quella gente, infatti, viene semplicemente a cercare di prendersi ciò che gli spetta di diritto e che noi “ricchi” gli abbiamo rubato!
    Tutti noi “ricchi” siamo come il ricco epulone, con il povero Lazzaro che sta alla nostra porta coperto di piaghe e desidero di sfamarsi delle nostre briciole.
    Per risolvere davvero questo scandalo, non basta dare a Lazzaro un contentino “una tamtum”, ma occorre darsi da fare perché ai vari Lazzaro che bussano alle nostre porte sia restituito tutto ciò che gli abbiamo rubato.
    Quindi, prima di parlare di “problema demografico nei Paesi poveri”, non sarebbe meglio rivedere certi meccanismi economici perversi e cercare di risolvere le ingiustizie e le disuguaglianze tra chi ha troppo e chi non ha nulla?

    • edoardo ha detto in risposta a Daniele

      …il colonialismo economico non sta semplicemente continuando, ma si è ulteriormente rinvigorito con il “mercato globale” di moda una ventina di anni fa.

      • Daniele ha detto in risposta a edoardo

        E la sinistra cosa fa davanti a tutto ciò?
        Non dice “diamo ai poveri ciò che spetta loro” (questo lo dice, piuttosto, la Chiesa), ma alle donne africane dice “Abortite ed usate contraccettivi, perché non sarete in grado di mantenere i figli”.
        La sinistra finge (e molti, purtroppo, ancora oggi ci cascano) di stare dalla parte dei poveri, degli sfruttati, ecc…: ma in realtà la sinistra è solo una cricca massonica-borghese formatasi allo scopo di portare avanti certe perverse ideologie (aborto, genderismo, eutanasia, femminismo, ecc…).
        Dei bisogni – quelli veri – delle fasce più deboli della popolazione se ne occupa soltanto la Chiesa.

        • edoardo ha detto in risposta a Daniele

          Secondo me ti stai infilando su un binario sbagliato.
          Dove abbondano i catastrofisti, a sinistra dove son tutti “colti”, e a destra son tutti “ingegneri”?
          Ho letto ieri un sondaggio fatto sui Grillini, la principale opposizione odierna (il Fronte Nazionale e SeL chi sono? Potrebbero andare a “Chi l’ha visto?” …col 3% a stento, che se non li ripescano con la nuova legge elettorale sono fuori gioco). Il sondaggio esaminava la composizione e le fascia d’età dei Grillini:
          quasi metà si collocano FUORI dall’area dei partiti, cioè destra-centro-sinistra. Della metà che resta un 30% sono profughi dell’estrema sinistra ed il rimanente (lo so, parrebbe strano), viene dalla destra e della destra ne conserva le idee di fondo.
          Nei 5 Stelle affonda le radici il nuovo anti-cristianesimo da barricata stile Uar.
          Io non MAI stato di sinistra, caso mai con un piede nel centro e l’altro nel centro-sinistra, e la famiglia di origine era di destra, parlo di destra alla “libro-moschetto-fascista perfetto”, e già lo scrissi una volta.
          Però questo accanimento su una sinistra in stato comatoso, a mio giudizio, ci ha allontanato dal bersaglio vero e profuso energie su bersagli fasulli.
          La neo-sinistra, constatato il tracollo marxista irreversibile, si è buttata con massoni e neo-colonialisti da mercato globale (…Depo-provera, sterilizzazioni, aborti in cambio di sovvenzioni ONU, ecc…).
          I neo-sinistri dandy credono ancora che dai pannelli solari si potrà avere l’energia per mandare avanti una Nazione, e pensano che la gente si debba muovere in bicicletta. A titolo di esempio sappiate che un trattore da 100 HP in 8 ore di lavoro ciuccia un quintale e mezzo di gasolio, e una famiglia media consuma da 50 a 100 quintali di legna all’anno…ma c’è chi non le sa queste cose.

          • Daniele ha detto in risposta a edoardo

            Quindi sarai d’accordo con me se dico che da un punto di vista cristiano è ben votare centro-destra, evitando però gli estremismi della Lega…

            • controinformato ha detto in risposta a Daniele

              sinceramente non ho mai visto un partito cristiano al 100% e ve lo dice uno che le ha provate tutte

              e comunque se dovessimo cercare a centro-destra ormai non è rimasto nulla
              io ho visto solo industriali pararsi il c*** con i valori cristiani e nostalgici del ventennio che fingono di essere moderati.
              Poi c’è il Berlusca che tenta di risorgere ancora una volta (e si commenta da solo)

              riguardo la Lega dico solo che se rinunciassero al razzismo e a quella buffonata della Padania potrei schifarli di meno ma so già che non lo faranno mai

      • Marco Marinozzi ha detto in risposta a edoardo

        il mercato globale è una possibilità dipende dallo scopo che spinge ad utilizzarlo. oggi come oggi soprattutto per noi è indispensabile.

    • Kosmo ha detto in risposta a Daniele

      ma che cavolo dici??

      “vengono a prendersi quello che spetta loro”? ma ti sei bevuto il cervello?

      http://voxnews.info/2013/10/15/cibo-gettato-dai-profughi-nuove-foto-della-vergogna/

      • Daniele ha detto in risposta a Kosmo

        Io da vari anni sono volontario in Caritas (organizzazione della Chiesa Cattolica e non della sinistra: la Chiesa fa in concreto qualcosa per i poveri, mentre la sinistra si limita a parlarne… ma i poveri hanno bisogno di gesti concreti, non di chiacchere…) e la povertà la tocco con mano: nessun senza tetto (italiano o straniero che sia) si è mai permesso di sprecare una sola briciola di quello che gli diamo come pasto. Anzi, ringraziano e spesso chiedono il bis (e lo mangiano tutto fino all’ultima briciola).
        Ma non chiedono solo cibo e vestiti, ma chiedono anche – e soprattutto – calore umano, cioè relazioni, compagnia…
        E molti chiedono se li aiutiamo a scrivere un curriculum e li assistiamo nella ricerca di un lavoro.
        Si cerca, in fin dei conti, di dare non un contentino a queste persone, ma di dar loro la dignità che hanno perduto (anzi: che i nostri modelli socio-economici perversi gli hanno portato via).
        La Caritas è un luogo in cui si stabiliscono e si coltivano relazioni umane… non è, come invece erroneamente molti pensano, un distributore automatico di cibo e vestiti per i poveri.
        Il link che tu hai linkato non dico che non sia vero, ma dico che fa più rumore una persona che getta via del cibo, rispetto a mille persone che mangiano tutto fino all’ultima briciola e che ringraziano pure (perché sui mass-media finisce sempre il male, raramente il bene). E poi: noi occidentali ricchi forse non sprechiamo? Sprechiamo eccome, e in maniera scandalosa!
        Quindi tu se vedi un bisognoso che ti chiede un aiuto cosa gli dici? Di rimanere nella sua miseria e disperazione?
        Dovesti pensare ai nostri avi quando erano poveri e bisognosi ed andavano all’estero a cercar lavoro: non ti dimenticare quindi che ciò che tutti, anche tu, un giorno potremmo avere bisogno d’aiuto e, quindi, non penso che ti piacerebbe se qualcuno ti sbattesse la porta in faccia…

    • Marco Marinozzi ha detto in risposta a Daniele

      quello che dice è in parte vero ma non è completo. “la ricchezza” (bisogna poi intendersi su cosa voglia dire questo termine) è data dalla capacità produttiva e dal funzionamento del commercio, quindi dalla possibilità di scambiare beni e servizi. i paesi poveri sono alla fame perchè non hanno ancora sviluppato un sistema produttivo sufficiente per soddisfare i propri bisogni.Tutta l’economia si risolve in un semplice scambio. personalmente io offro le mie competenze sul mercato, a qualcuno interessano e verrò pagato per questo. Nel momento in cui il bene che offro non avrà più domanda, avrò un problema. Più beni produco più avrò la possibilità di soddisfare una domanda e quindi di trovare una controparte disposta a pagarmi. Meno beni meno scambi, meno domanda che incontra l’offerta. La causa di questo è sicuramente l’aspetto educativo, mancano cioè le competenze ma anche la cultura. Non sto dicendo che noi siamo migliori di loro, sto dicendo che la nostra storia ci ha condotto dove siamo e secoli di studi ricerche ed invenzioni non li raggiungi in pochi anni. La mia opinione è che i paesi ricchi hanno sfruttato questa differenza soprattutto sul lavoro a basso costo impedendo alla struttura sociale di quei paesi di avere un evoluzione economica graduale.

      • Daniele ha detto in risposta a Marco Marinozzi

        No, la realtà è che l’Africa, ad esempio, è piena di risorse naturali e di materie prime, ma, nonostante tutto ciò, è povera. E lo è per due ragioni:

        1) sono decenni (se non secoli) che noi Paesi ricchi stiamo rapinando i Paesi africani delle loro risorse, cioè prendiamo ciò che hanno senza chiedere il loro permesso e senza pagargli nulla in cambio. Un esempio? L’estrazione di petrolio, di gas naturale, di metalli e pietre preziose. Questo si chiama in un solo modo: appropriazione indebita;

        2) perché le popolazioni locali non sono per nulla capaci (poiché nessuno, salvo i missionari cristiani, si è mai preso la briga di insegnarglielo) di far fruttare i propri campi, le proprie miniere, le proprie industrie, la propria economia, le proprie scuole, ecc…

        Cioè a queste popolazioni, per rialzarsi, servono due cose: giustizia (vedi punto 1) e cultura (vedi punto 2). Noi Paesi ricchi possiamo – e dobbiamo – dargliele entrambe!

        • Marco Marinozzi ha detto in risposta a Daniele

          sono contento che su almeno uno dei due punti siamo d’accordo. Invece il primo punto non modifica la situazione dei paesi africani. se le loro risorse non fossero state usate (sicuramente si tratta di appropriazione indebita) non avrebbero potuto affrontare nemmeno il misero miglioramento che hanno cmq avuto(è innegabile che molti paesi abbiano avuto un consistente miglioramento). Certo non dico che il mondo occidentale abbia fatto solo bene all’africa, tutt’altro. La ricchezza delle risorse deriva dal bisogno, e quindi da una domanda. Se un domani sarà possibile produrre la stessa energia usando combustibili diversi dal gas o dal petrolio, quei paesi avrebbero delle risorse inutili per noi, ma ciò non toglie che possano essere usate da loro stessi per altri scopi. Non esiste un paese sulla terra che non sia fornito di “risorse”, perfino l’Italia che è povera di materie prime offre al mondo intero beni che possono essere scambiati. Il punto nevralgico è sempre il secondo, lei lo chiama cultura, secondo me si tratta di educazione, che però noi stiamo distruggendo già qui da noi. saluti

          • athèos=a-éthos ha detto in risposta a Marco Marinozzi

            Per quanto riguarda l’Africa subsahariana a mio avviso in molti paesi si è incancrenita una situazione socio-culturale disperata e molto difficilmente mutabile; esattamente, purtroppo, come per il nostro Sud. Si tratta, per l’Africa, di un misto pessimo tra divisioni tribali e religiose, povertà, sfruttamento colonialista (e in esso va compreso il marxismo) e capitalista. Lo stesso Mandela, tanto osannato da tutti (e dunque automaticamente ciò deve fare pensare – male -), è stato sempre un marxista che ha tentato di portare la rivoluzione nel proprio paese; divenendo poi, uscito di prigione, il cocco dei capitalisti (esattamente come in Italia il PD deve continuamente arrampicarsi sugli specchi per tentare di fare finta di “dire qualcosa di sinistra”…).

  3. edoardo ha detto

    Io penso, da quello che ho potuto vedere e, in alcuni casi, constatare di persona, che molti dei guai ambientali odierni, non sono altro che il frutto di una gestione dissennata delle risorse negli anni 60, 70 e 80.
    E sto parlando di guai di casa nostra, non in Africa, e specificamente eventi alluvionali, crolli, inquinamento chimico del sottosuolo.
    Malthus c’entra poco, c’entra a pieno diritto l’avidità accoppiata alla mancanza di lungimiranza…”fai i soldi e fregatene del resto”, e, d’altra parte, bisogna aggiungere l’effetto moltiplicatore dei danni dovuto ad una fiducia incondizionata e ingiustificata nei confronti di un progresso che in realtà è un fuoco di paglia ha dato benessere temporaneo, ma a prezzo di danni che si ripercuotono nel tempo.
    Non è tanto il progresso tecnologico in sé, quello va bene. Quello che ha fatto saltare il sistema, è la “cultura” associata al progresso: anziché riformare quello che non andava, e c’era molto da riformare (mi riferisco in particolare a problemi fondiari), si è preferito inculcare la gente ad abbandonare tutto e adottare stili di vita tutto sommato peggiori di prima.
    E adesso con la crisi, le cose vengono a galla.
    Prima, col boom economico, gli effetti negativi erano meno vistosi, ora sono venuti fuori.
    Poi arrivano i Verdi e dirottano tutto su binari che non portano a nulla, se non peggiorare la situazione già ampiamente compromessa.
    Il discorso sarebbe lungo.

  4. Giacomot ha detto

    L’ideologia della bomba demografica è un’altra trovata, insieme a quella del riscaldamento globale ,che contribuirà sempre di più ad annichilire e secolarizzare la società .
    Come se si volesse far pensare che ormai abbiamo esaurito le risorse di questo pianeta , dobbiamo andare su Marte !
    Ma per favore , le risorse ci sono eccome siamo noi consumisti che dovremmo pensare piuttosto al prossimo , compreso lo stato che dà sempre più legna a questo desiderio da riccastri di fregarsene del prossimo .
    Non è tanto catastrofico il mostro demografico quanto l’effetto degenerativo che genera .

    • edoardo ha detto in risposta a Giacomot

      Secondo me, che l’effetto serra ci sia, è fuor di ragionevole dubbio.
      Quanto questo concorra al riscaldamento globale che è in atto, non possiamo stabilirlo con sicurezza.
      Ci sono state fluttuazioni termiche ricorrenti, documentate da quest’ultimo post-glaciale (+ o – un 10.000 anni).
      Ma facciamo solo una considerazione semplice semplice:
      negli ultimi due secoli (cioè a partire dal consolidamento in Occidente della Rivoluzione Industriale) si è immesso nell’atmosfera CO2 da fonti fossili che gli organismi vegetali che l’hanno fissata ci hanno impiegato milioni di anni.
      Cioè la fissazione di tot milioni di anni viene reimmessa in atmosfera in pochi secoli.
      A prescindere dal reale concorso alle mutazioni climatiche della CO2, converrete che è opportuno non tirare troppo la corda, considerato anche che le nazioni in via di sviluppo stanno dando un contributo crescente che prima era appannaggio solo dell’Occidente e del Giappone?
      Secondo me non è questione di malthusianesimo qua, ma di buon senso.
      In questa ottica avrei apprezzato che si fosse andato avanti nella ricerca con i reattori a fissione alimentati a torio, come proposto da Rubbia.
      E porre un paletto all’espansione dell’urbanizzazione, e ritorno ad una ruralità gestita con criteri tecnologici moderni, utili da un punto di vista sia agronomico che ambientale, cioè il concetto di corretta gestione del territorio deve coinvolgere sia l’aspetto produttivo che conservativo.
      Non è il progresso in sé, è la cultura del progresso che ha rovinato, come ho scritto sopra.

      • controinformato ha detto in risposta a edoardo

        già, il caro e vecchio buon-senso ormai sconosciuto

        • Li ha detto in risposta a controinformato

          Il problema è che sono pochi quelli che lo usano, oppure non hanno potere e quindi restano inascoltati da chi invece dovrebbe occuparsi del benessere mondiale.

      • Giacomot ha detto in risposta a edoardo

        Mi dovevo spiegare meglio allora :
        il fatto che esista l’effetto serra non implica che esso sia una diretta conseguenza della vita dell’uomo sulla terra .
        La congettura dell’AGW (riscaldamento globale antropocentrico) risale a più di un secolo fa e fu usato proprio il tuo semplice ragionamento :
        da tempo l’uomo bruciando combustibili fossili, immette anidride carbonica (Co2) in atmosfera, la Co2 è un gas serra, nell’ultimo secolo il pianeta è stato più caldo che nel recente passato, ergo fu avanzata l’ipotesi che le emissioni antropiche sono responsabili di questo cambiamento climatico .
        Per controllarlo hanno istituito l’IPCC organismo non scientifico ma politico nel senso che i suoi membri sono nominati dai governi. L’Ipcc assume l’ipotesi vera (così è esplicitamente scritto nel suo statuto) e ha proceduto raccogliendo tutte le circostanze che confermano l’ipotesi (principalmente le risultanze da modelli di calcolo). La procedura adottata ha indotto l’Ipcc a scegliere selettivamente le risultanze a favore della ipotesi da provare.
        Ora capirai che il metodo scientifico è differente (e si dovrebbero dire tante altre cose su come si comporta questo IPCC) e che bisogna invece procedere col formulare l’ipotesi nulla – cioè l’ipotesi che nega l’ipotesi che si vuole controllare – e cercare di falsificarla; solo se si riesce a falsificare l’ipotesi nulla allora si accetta l’ipotesi che interessa. Nel caso specifico, bisognerebbe falsificare la seguente affermazione: il clima odierno è d’origine naturale.Questa ipotesi non viene però falsificata .
        Ora non vorrei creare un dibattito ot , ma prima di tutto i dati geologici dicono che siamo un pianta essenzialmente freddo con dei periodi ogni 100mila anni di optimum climatico , e ora ci troviamo in questo periodo , però tutti i precedenti periodi di optimum climatico sono stati più caldi di quello odierno . Senza considerare che il riscaldamento globale non si è avviato un secolo fa in concomitanza con le emissioni di Co2, ma ben 4 secoli fa, quando il pianeta era al minimo della cosiddetta Piccola Era Glaciale (Peg). Intorno al 1650 il pianeta ha cominciato a scaldarsi e ad uscire dalla Peg, e ha continuato a farlo, con varie oscillazioni, fino ai giorni nostri. Non a caso si sente spesso dire dai media che è da 400 anni che non si registrano temperature alte come quelle odierne. Appunto: 400 anni fa si era nel pieno della Peg. L’uscita dalla Peg è cominciata 400 anni fa, e pertanto non può che essere stata di origine naturale.
        Comunque non voglio dilungarmi ma ti ricordo che circa un mesetto fa un elicottero cinese ha portato in salvo i 52 turisti e ricercatori dalla rompighiaccio russa Akademik Shokalskij, prigioniera dei ghiacci dell’Antartide dal 24 dicembre scorso. Lo sai che stavano studiando questi ? Esattamente il riscaldamento globale e sono rimasti intrappolati nei ghiacci .
        Quindi io dico che su certi argomenti si dovrebbe andare con i piedi di piombo ,specie se consideriamo che la climatologia non è una scienza semplice , anzi è una delle più complicate ,anche se ammetto che dovevo spiegarmi meglio su , mi dispiace se ho causato fraintendimenti .
        Per il resto siamo d’accordo .

        • controinformato ha detto in risposta a Giacomot

          no, queste sono argomentazioni sbagliate che non condivido.
          purtroppo, data la natura completamente off-topic, non posso mettermi a discutere

          a me sembra tuttavia che tu ti sia messo con gli scettici solo perché questo era argomento forte dei liberal e dei neo-Malthusiani

          • Giacomot ha detto in risposta a controinformato

            Capisco , comunque non mi sono schierato con nessuno , semplicemente ho detto che essendo la climatologia una scienza complicatissima è difficilmente prescrivibile in quanto molto soggetta a cambiamenti anche repentini è meglio non fare conclusioni troppo affrettate come quella dell’AGW .

    • Li ha detto in risposta a Giacomot

      La bomba demografica…gran bella trovata: le europee, le americane abortiscono, mentre africane, asiatiche e altre proliferano. Bel modo per cancellare un poco alla volta la razza. Tutto ovviamente in nome della libertà sessuale. Mah!

      E quanti veleni che spargono in Cina. Lì non hanno bisogno di abortire: si uccidono da soli con l’inquinamento. Una nebbia letale.

      http://gaianews.it/attualita/mezzo-milioni-di-morti-premature-allanno-in-cina-a-causa-dellinquinamento-50274.html#.Uu5aAj1OVhQ

      E’ vero, gli europei ma non solo: pensate a quanto anche i russi, gli arabi e molti altri. Non è UNA razza solo che conquista: è insito nell’uomo. Forse una volta, quando i popoli non erano ancora scoperti se ne stavano in pace perché quello era il loro mondo, ma dopo…sono i poveri che non conquistano. Semmai vengono conquistati. Con le armi, la violenza e l’ideologia.

      http://www.guerrenelmondo.it/

      • edoardo ha detto in risposta a Li

        Lo sapete che Cina ci fornisce piastrelle a basso prezzo in gres porcellanato ricoperte di un materiale che contiene zirconio a volte contaminato da materiale radioattivo (la cui provenienza sono le sabbie zirconifere, non inquinamento umano), mentre il governo cinese impone protocolli severissimi per le nostre piastrelle modenesi proprio per la radioattività materiale zirconifero?
        Cioè: in uscita ci danno radioattività, in entrata non la vogliono.
        Noi acquistiamo sabbie zirconifere dall’Australia e dall’Africa, arrivano via nave con costi di trasporto immani (tanto volume, poco peso) a radioattività abbastanza bassa.
        I Cinesi usano sabbie loro ad alta attività.
        Magari la diluiscono con sabbie fatte venire da fuori per abbassarne il contenuto in radionuclidi.
        La Cina è anche il pricipale produttore di antimonio (l'”oro grigio”) per la moderna industria high-tech (credo i tablet). Noi abbiamo un buon giacimento nella Maremma, chiuso nel 71, tutt’altro che esaurito. Quando è stato ventilato il progetto di una eventuale riapertura, considerato l’alto prezzo del metallo, dopo aver fatto nuovi sondaggi e stimata l’entità delle riserve…apriti Cielo, la gente ancora protesta. Dice che gli rovina il vino.
        Comunque va be’, adesso abbiamo Grillo e Casaleggio che salvano il mondo.
        Ci lamentiamo della Cina, ma a casa abbiamo metà roba cinese.
        Costa meno fargli fare 10.000 km che 400.

        • controinformato ha detto in risposta a edoardo

          come gli americani che potrebbero benissimo smettere di importare petrolio dagli Arabi se si decidessero a trivellare in Alaska

    • controinformato ha detto in risposta a Giacomot

      personalmente io non mi permetto di mettere in dubbio (o addirittura negare) il risultato di cinquant’anni di studi scientifici climatici solo perché i liberal-massoni ne hanno fatto un proprio cavallo di battaglia.

      e anche qui la risposta resta la stessa: a prescindere, c’è modo e modo per risolvere la situazione

      • Marco Marinozzi ha detto in risposta a controinformato

        per comprendere il problema climatico si dovrebbe conoscere bene l’episodio dell’anno senza estate

        http://it.wikipedia.org/wiki/Anno_senza_estate

        nel 1816 il consumo di combustibile fossile era talmente ridicolo che cercare una correlazione con la CO2 per quell’episodio è da folli. L’uomo non è così potente da avere gli strumenti per cambiare il clima del globo. Sicuramente è in grado di adeguare alle sue esigenze l’ambiente che lo circonda a livello locale, ma questo è il massimo. Il clima generale del globo segue variabili enormemente più grandi.

        • controinformato ha detto in risposta a Marco Marinozzi

          In 3 anni di lezioni universitarie non ho mai sentito un professore di climatologia correlare l’emissione di CO2 con l’anno senza estate.
          Non so lei dove abbia preso quest’argomento.

          • Marco Marinozzi ha detto in risposta a controinformato

            “In 3 anni di lezioni universitarie non ho mai sentito un professore di climatologia correlare l’emissione di CO2 con l’anno senza estate.”

            appunto, essendo l’anno senza estate un fenomeno sicuramente estraneo all’attività umana, è possibile pensare che l’emissione di co2 generata dall’uomo possa aver modificato la temperatura di tutta il globo?

    • controinformato ha detto in risposta a Giacomot

      e poi scusa mi spieghi qual’è il collegamento con l’annichilimmento e la secolarizzazione della società?

      • Giacomot ha detto in risposta a controinformato

        Essendo l’annichilimento la privazione del senso dalle cose , quindi anche in psicologia l’avanzamento dell’istinto di morte ,una depressione, ecco io vedo il collegamento in questo senso in quanto diventando sempre più ateo il pensiero dominante (e ultimamente mi sembra un dato di fatto) si assisterà a una sempre più grande svalutazione dei valori e dell’autorità della religione .

        • controinformato ha detto in risposta a Giacomot

          la salvaguardia dell’ambiente va oltre la religione
          se gli atei antiteisti ne hanno fatto un cavallo di battaglia non vuol dire che sia “per sé” un’ideologia ateista

          e comunque non mi hai spiegato perché il riscaldamento globale sia nichilista e secolarizzante

          • Giacomot ha detto in risposta a controinformato

            E sono d’accordo .
            Non dico infatti che il riscaldamento globale lo sia , ma che lo sia il riscaldamento globale antropocentrico , come mi sono spiegato più su .

            • controinformato ha detto in risposta a Giacomot

              a prescindere sulla sua veridicità (su cui non ho assolutamente dubbi), mi spieghi perché sia nichilista e secolarizzante?

              • Giacomot ha detto in risposta a controinformato

                Vediamo se ci riesco , infatti diciamo che ho scritto più per insight , per ciò che ho percepito all’istante , quindi è anche probabile che mi sbagli .
                Il rendere il problema GW come causa dell’uomo è come un rendersi sempre più depressi e insignificanti , causa anche del voler dare la colpa del male a forza a qualcuno , mentre invece non c’è da dare colpa a nessuno (anzi) .
                Per questo ho detto anche ‘psicologicamente’ . Il passaggio logico ,drastico in effetti , sarebbe questo : il pianeta con me sta male –> mi annullo per farlo stare meglio .
                Ora mi rendo conto che può non essere un passaggio logico fatto da chiunque , infatti io mi riferivo ad un’esperienza relazionale più stretta se riesco a farmi intendere .
                Spero di essermi spiegato nel modo migliore .

                • controinformato ha detto in risposta a Giacomot

                  ho capito
                  in effetti il meccanismo autodistruttivo-depressivo è un feedback positivo ed il preferito dai catastrofisti-complottisti (e da ex-grillino posso dire di averlo sperimentato sulla mia pelle).

                  tuttavia resto della mio opinione e credo che sia possibile affrontare questo e altri problemi con serenità, senza fanatismo e sopratutto con buonsenso.

                  temo infine che questo passaggio possa essere applicato anche alla mortificazione cristiana e giustificare il pregiudizio del “senso di colpa cattolico” (che ancora non sono riuscito a capire completamente)

                  • Giacomot ha detto in risposta a controinformato

                    Ovviamente .
                    Comunque il senso di colpa cattolico è reso nullo dal fatto che Cristo comunque ci vuole bene essendo infinito bene ed infinita giustizia , quindi è sempre vicino a noi ed è pronto ad aiutarci , spero di aver capito il senso di ciò che hai detto , anche se a questo punto il discorso va ben oltre l’ot del GW eheh …

                    • controinformato ha detto in risposta a Giacomot

                      acc… errore mio
                      vabbé, io dico di chiuderla qui che siamo davvero oltre il punto di non ritorno

        • Li ha detto in risposta a Giacomot

          Quanto è vero.

  5. Vincenzo ha detto

    Caro Marco,

    ho letto con interesse il tuo articolo ma mi trovo leggermente in disaccordo. La mia perplessità si basa sul fatto che in un’economia pre-industriale, cioè con livelli costanti o decrescenti di produttività marginale sui terreni, si potrebbe andare incontro a quella che viene definita la trappola malthusiana. La rivoluzione industriale ha messo in crisi questo elemento migliorando la tecnologia e la capacità di produzione. Va comunque ricordato che le proposte malthusiane sono comunque ben lontante da quelle dei neo-malthusiani, come hai correttamente sottolineato. Non conosco in modo approfondito il problema per quanto riguarda la produttività agricola. Mi sapresti dare delucidazioni a riguardo?

    Per quanto riguarda la modernità, il problema emerge con il termine della prima transizione demografica. All’abbassamento della mortalità, la fertilità si abbassa con un certo ritardo e questo ha dato luogo all’esplosione demografica degli anni ’50 e ’60 (da cui ora siamo ben lontani, come spero di poter scrivere presto in un articolo).

    Il problema di un numero “coscienzioso” di figli è espresso anche nel catechismo della chiesa cattolica dove non si incoraggia certamente ad una genitorialità smodata ed incontrollata (con il sacro limite del rispetto della vita quando questa si dovesse presentare in modo non programmato).

    Mi permetto un suggerimento costruttivo cioè di una presentazione dei dati per quanto riguarda il problema demografico moderno. Dovrei pubblicare qualcosa a riguardo su openpop (ti linko il mio pezzo sull’invecchiamento nei Brics http://www.openpop.org/?p=661).

    Grazie per il tuo articolo

    • Marco Marinozzi ha detto in risposta a Vincenzo

      Ciao Vincenzo,

      dunque l’articolo ha la finalità di far aprire gli occhi sulle metodologie di ricerca scientifica che purtroppo oggi, a mio avviso, sta diventando sempre più opportunistica e “politica”. Quanto tu dici è sostanzialmente corretto dal punto di vista economico, infatti sia Condorcet sia Genovesi avevano ben chiaro che le risorse avvrebbero avuto prima o poi un termine. Tuttavia l’uomo ha gli strumenti per arrivare a comprendere quando le risorse stiano per arrivare a termine. In quel momento scaturisce il bisogno dell’uomo che spinge a trovare una soluzione per utilizzarle al meglio. Le scoperte scientifiche nascono per soddisfare le necessità dell’uomo. In realtà oggi il problema soprattutto nel mondo occidentale è opposto, c’è uno scarso rinnovo della popolazione. IL tasso di sostituzione dovrebbe essere di 2.1 figli per donna, puoi andare a vedere su qualsiasi tabella di come quasi tutta l’Europa sia lontanissima da questo dato. Il tasso di sostituzione serve per mantenere il livello di popolazione costante, quindi di aumenti per i prossimi anni non ce ne saranno. Oramai anche il colosso cinese ha fermato la sua celebre crescita e temo che sarà destinato ad un lento declino. Di fronte a questo quadro il problema dei prossimi anni sarà la carenza di manodopera. Meno lavoro vuol dire anche minore utilizzo di risorse, e siamo ben lontani da uno sfruttamento irrazionale, anzi, per quanto riguarda il cibo oltre ad esserci invenduti ci troviamo di fronte ad un vero e proprio spreco. Qui puoi trovare i dati sullo spreco di cibo,
      http://www.wastewatcher.it/approfondimenti-e-ricerche/
      i dati di produttività agricola sono disponibili sul sito istat, al momento non li ho a disposizione appena li avrò a disposizione se ti interessa posso linkarteli.

  6. Li ha detto

    Infatti è il Messico che sta prendendo piede. La Cina ha fatto una corsa all’investimento, ma proprio come una star è destinata a diventare meteora.

  7. Turpino ha detto

    Questo discorso sulla crescita demografica è valido solo se applicato sul corto periodo, infatti nessuno mette in dubbio che con una maggiore razionalizzazione delle risorse naturali il pianeta potrà sopportare una maggiore popolazione mondiale tra 50 o 100 anni. Ma cosa avverrà tra due o quattro secoli? Se negli ultimi 100 anni la popolazione si è moltiplicata per quattro e se noi volessimo tornare ad avere delle famiglie con la media di figli dell’ultimo secolo, raggiungeremo una popolazione mondiale di quasi 100 miliardi tra soli due secoli o 1500 miliardi tra quattro secoli. Applicato al territorio italiano questo calcolo restituirebbe una popolazione di 15 miliardi tra quattro secoli o 4.000 miliardi tra otto secoli. Significa che tra circa otto secoli noi italiani avremo 5 metri quadrati/persona a disposizione per vivere, coltivare, allevare, muoverci, lavorare, praticare sport, lasciare spazio alla flora e alla fauna, ecc. Francamente non riesco neanche a immaginare a come potremo fare a sopravvivere in tali condizioni…

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