Qual è il senso e lo scopo della preghiera?

a cosa serve pregare onnicienza dioA cosa serve pregare? Che senso ha la preghiera? Perché sembra che a volte Dio non risponda? Perché pregare se Dio conosce già ciò di cui abbiamo bisogno? Rispondiamo a queste domande in modo semplice.

 

E’ importante per un cattolico saper rispondere al senso della preghiera, innanzitutto perché lui stesso può avere dei dubbi e, in secondo luogo, per rendere ragione a chi gli pone domande per nulla fuori luogo. Perché domandare a Dio, se Lui conosce già ciò di cui abbiamo bisogno? Perché a volte (o sempre) sembra che Dio non risponda alle nostre preghiere? Rispondiamo in modo semplice e schematico, così che tutti possano capire, vicini e lontani dalla preghiera.

 

Perché a volte Dio sembra non rispondere alle nostre preghiere?

La risposta si divide in due, innanzitutto occorre comprendere che la risposta di Dio può avvenire ma non secondo le nostre aspettative. In secondo luogo, Dio non è una bacchetta magica che esaudisce i nostri desideri e la preghiera è un dialogo, non una pretesa.

a) E’ probabile che Dio risponda, ma non secondo le nostre aspettative limitate. E’ Lui stesso che ce lo ricorda tramite il profeta Isaia: «I miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie […]. Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri» (Is, 55, 1-11). Quel che pensiamo essere “bene” per noi spesso non coincide con quel che è davvero “bene” per noi agli occhi di Dio.

b) Dio sembra non rispondere? E’ possibile anche che il nostro modo di pregare sia sbagliato, cioè arrogante, poco cosciente, forse credendo che la preghiera sia una bacchetta magica che esaudisca i nostri desideri. Niente di tutto questo, non si può chiedere veramente a Dio qualcosa se non si entra in un dialogo personale con Lui. Lo stesso Gesù ci insegna nei Vangeli come pregare: «Quando pregate, dite: ‘Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno. Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; perdona a noi i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non farci entrare nella tentazione» (Lc 11:2-4).

Come vediamo, Cristo invita l’uomo che prega a riconoscere innanzitutto la santità di Dio, a porci nei suoi confronti come Padre e ci invita a concentrarsi più sui nostri bisogni che sui nostri desideri, chiedendo non più di quanto si necessità (il pane quotidiano). Fondamentale poi domandare di essere perdonati per poter perdonare gli altri, dunque un atto di umiltà sulla nostra condizione limitata di peccatori, per evitare ogni arroganza e egoismo nella richiesta.

 

Pregare significa modificare la volontà di Dio? A cosa serve se Lui è onnisciente?

2) Se dunque è importante capire che la risposta di Dio può essere diversa dalle nostre attese e che ci è stato insegnato da Gesù Cristo un modo adeguato di rivolgersi a Lui, fondamentale è comprendere davvero cosa sia la preghiera e la sua vera utilità. Comprendendolo si riesce allora a rispondere anche ad una seconda domanda fondamentale: perché domandare a Dio, se Lui conosce ciò di cui abbiamo bisogno.

Questa perplessità viene solitamente usata da polemisti e provocatori, come Corrado Augias: «Pregare perché dio faccia o non faccia una certa cosa», spiega il giornalista di “Repubblica”, «implica che la sua volontà possa essere influenzata». Dunque, la conclusione ovvia per lui: Dio non è onnipotente, non conosce il nostro bene e quindi non esiste. Eppure, cristiani e anticristiani, dovrebbero davvero capire cosa serva pregare e che essa non modifica affatto la volontà di Dio. Come dice Tommaso d’Aquino, «noi preghiamo non allo scopo di mutare le disposizioni divine: ma per impetrare quanto Dio ha disposto di compiere mediante la preghiera dei santi; e cioè, come dice S. Gregorio, affinché gli uomini, “pregando meritino di ricevere quanto Dio onnipotente aveva loro disposto di donare fin dall’eternità”» (Summa Theologiae, II-II, q. 83, a. 2). È (anche) per questo motivo che Dio, pur conoscendo perfettamente tutti i desideri umani, nondimeno richiede dall’uomo una consapevolezza tale che si attualizzi tramite una richiesta. La preghiera come espressione ed esercizio di libertà, di cosciente affidamento.

Ma la preghiera ha un secondo scopo, forse ancora più importante di quello della richiesta. Ovvero, domandare di essere aiutati a capire che non siamo padroni della nostra vita ed avere la forza di affidarci a Lui: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22, 42). Così Gesù si è rivolto al Padre prima di finire in croce e questo è l’apice del pregare.

La preghiera (di adorazione, di lode, di ringraziamento e di richiesta) non serve per far comprendere a Dio le nostre necessità, ma per disporre noi ad accogliere il Suo aiuto. Sant’Agostino ricorda che «la creatura ragionevole offre preghiere a Dio… per costruire se stessi, non per istruire Dio» (De gratia Novi Testamenti ad Honoratum liber unus, 29). La preghiera, ha spiegato infatti don Massimo Camisasca, aiuta ad entrare «in una nuova visione di se stessi. Non si è più soli, non si è più abbandonati alle forze del mondo. Sappiamo che la vita è una battaglia, ma anche che la guerra è già stata vinta da Colui che ha sofferto per noi e che ora è risorto e vive. La preghiera cambia la nostra prospettiva di vita e ci fa vivere l’esperienza della vittoria sulle nostre angosce, sui rimorsi del passato, sulle lacerazioni, sulla morte. Se entriamo nella volontà del Padre, concretamente, se chiediamo a Lui di insegnarci che cosa vuole, egli risponde». «Ci dà la forza di aspettare, ci sorregge nelle prove che altrimenti sembrerebbero schiacciarci, ci dona uno sguardo capace di esultare e un animo che sa valorizzare tutto il bene che trova», ha concluso don Camisasca. Paradossalmente questa potenza della preghiera è riconosciuta anche dal mondo scientifico: TM Luhrmann, docente di antropologia all’Università di Stanford (e agnostico o non credente) ha spiegato che «probabilmente il modo più accurato per capire la preghiera è come una capacità di cambiare il modo in cui usiamo le nostre menti».

Papa Francesco ha risposto a sua volta in questa direzione spiegando che la preghiera non è tanto un domandare ma piuttosto un lasciarsi guardare dal Signore: «la preghiera è guardare il volto di Dio, ma soprattutto sentirsi guardati. Noi pensiamo che dobbiamo pregare, parlare, parlare, parlare… No! Làsciati guardare dal Signore. Quando Lui ci guarda, ci dà forza e ci aiuta a testimoniarlo».

 

Concludendo: quando preghiamo, dunque, dobbiamo sapere che 1) Dio può rispondere secondo i Suoi pensieri e non secondo i nostri, 2) che si può domandare soltanto entrando in dialogo con Lui e non fingendo che sia un oracolo alla mercé dei nostri desideri. Infine, ancora più importante, 3) bisogna concepire la preghiera come momento di relazione con Dio, lasciarsi guardare da Lui trovando il coraggio per affidarsi alla Sua volontà. Un esercizio per piegare le nostre effimere idee su noi stessi al destino che Lui ha preparato per noi, accettando liberamente il compito (la vocazione) che ci è stato affidato. Proprio come Gesù ha accettato il suo destino, rivolgendosi così a Dio: «Non sia fatta la mia, ma la tua volontà».

La redazione

“”

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

78 commenti a Qual è il senso e lo scopo della preghiera?

« nascondi i commenti

  1. Alèudin ha detto

    “Se hai pregato bene aspettati l’inaspettato.”
    un detto dei Padri del deserto (mi pare).

  2. Positrone ha detto

    Ovvio per un credente ma non per questo meno interessante al contrario credo sia una sintesi molto efficace.

  3. apostata ha detto

    In pratica, se ho ben capito, quelli che soffrono e muoiono non vedono realizzate le loro preghiere (es. di guarigione) perché “è un bene superiore che li vuole far morire”. Ottimo modo di evadere la teodicea: il male è bene, allora il male non esiste.. :S; intanto la medicina qualche volta rimanda la morte, la preghiera cosa fa? ci insegna (stando al punto 3) che i nostri desideri non valgono nulla. Su questo siamo d’accordo: noi non siamo nulla di ché… l’universo sta bene anche senza di noi!

    Ponetevi questa domanda per favore: ” Le cose espresse in quest’articolo le direi a un malato terminale di cancro? e se questo malato avesse solo un paio d’anni?”; ad ognuno la propria sensibilità…

    • Sophie ha detto in risposta a apostata

      La preghiera guarisce in taluni casi. Sono partita con un gruppo per Medjugorje e c’erano due miracolate, una dal tumore e l’altra dalla fibromialgia (entrambe guarite a Medjugorje e una delle due ha proprio visto Gesù che la guariva). Perchè non v’incavolate pure quando la scienza fallisce alla stessa stregua di quando Dio non si comporta da genio della lampada?

      • apostata ha detto in risposta a Sophie

        Nel caso citato: due persone vengono lasciate ammalarsi di mali bruttissimi, e poi? poi vengono guarite perché visitano un santuario dove, alcuni credono, si hanno apparizioni mariane (Roma non conferma, vi ricordo: due anni fa ero devoto della Gospa..). Ti sembra logico?

        • Reby ha detto in risposta a apostata

          Innanzitutto parlare di “logica” mentre si cerca di interpretare i pensieri di Dio è fallace, in quanto si presuppone che Dio abbia i nostri stessi pensieri e l’uomo possa capire il destino della storia personale di ognuno.

          Poi, “vengono lasciate ammalarsi”…ma che lingua è?

          Terzo: le guarigioni miracolose sono eccezioni che a nulla c’entrano con l’articolo, il miracolo è anche una conversione, è anche un ritorno alla fede, è anche una qualsiasi preghiera esaudita, è anche l’aiuto a sostenere una malattia.

          • apostata ha detto in risposta a Reby

            E allora io ho bisogno di un miracolo perché non posso più credere a queste cose. Parlare dell’Italiano altrui quando si ammette di non avere logica (scusa se uso un tono semi-offensivo stavolta, ma quando una se la cerca…) è velleitario, ma con una consultata (scusa il gioco di parole XD) di vocabolario, tutto s’aggiusta: http://www.treccani.it/vocabolario/venire/ numero 8, lettera b. Comprendere l’utilizzo dei verbi ausiliari però richiede un certo sforzo, rendiamocene conto.

            Per quanto riguarda il terzo punto: io non ho mai visto una guarigione miracolosa, ho visto solo morti dolorose. Fino a che punto ciò sia compatibile con un “dio” (in lettera piccola, perché lo intendo per generico) mi pare questione soggettiva, per la quale risulta chiaro il mio parere, già espresso.

            • Reby ha detto in risposta a apostata

              Mi sembra che tu cerchi solamente una sfida, a me non interessa la guerra. Se non ci credi, credo siano problemi tuoi e non capisco il tuo desiderio accanito di proselitismo e di raccontare in giro che tu non ci credi.

              Tu non avrai visto guarigioni miracolose, Alexis Carrel premio Nobel per la medicina si, tant’è che si è convertito a Lourdes proprio per questo.

              Se il dolore e la morte dolorosa fossero incompatibile con Dio, certamente i cristiani non leggerebbero i Vangeli, tanto meno la passione e la morte di Cristo in croce come un assassino.
              Dovresti ragionare prima di commentare e cercare sterili sfide dialettiche.

            • Eli Vance ha detto in risposta a apostata

              Evidentemente lei ha un’immagine pagana della divinità, se pretende l’immortalità o l’assenza di malattie come condizione di compatibilità per il credere, questo spiega la qualità delle sue critiche. Invece l’insulto sulla mancanza di logica altrui è solo un fatto di educazione.

              • apostata ha detto in risposta a Eli Vance

                Il punto è che il Vangelo prometteva l’eliminazione della morte e del peccato. La morte e il peccato ci sono ancora, invece

        • Sophie ha detto in risposta a apostata

          Non hai risposto alla mia domanda.

          • Daphnos ha detto in risposta a Sophie

            E che mai ti potrà rispondere? Forse che quelle tue amiche un giorno moriranno lo stesso, quindi Dio è cattivissimo, persino sadico!! Ha addirittura prolungato di qualche anno la loro agonia! Che criminale questo Dio!

            Davanti a tanto risentimento verso il dono della vita non si può che pregare 🙁 🙁 🙁 .

    • Positrone ha detto in risposta a apostata

      Anche la preghiera ogni tanto rimanda la morta e la medicina peraltro non è nata per caso è nata dalla convinzione che i nostri mali e le cure sono possibili perché Dio ha predisposto così. Dire che Dio ha voluto solo le malattie perché presenti in natura senza dire che anche le cure sono presenti in natura è un po’ falsata come idea.
      Detto questo il problema è che la morte in se non è un male. Anche Gesù è morto. La preghiera ci insegna che il nostro bene non coincide sempre con il nostro vero Bene. Ci insegna anzitutto che con Dio dobbiamo confrontarci, che l’amore si esprime non solo accontentando l’amato ma anche cercando di rispettarlo come essere a se stante.
      Inoltre se Dio accontentasse i desideri, apparte l’effetto lampada di Aladino, si annullerebbe il libero arbitrio, quello si nostro bene…
      Le cose espresse in questo articolo vanno soprattutto a coloro che stanno male ed hanno un cancro. Se credi davvero in Dio (che dovrebbe essere ciò che ti spinge a pregarlo) sai anche che Dio non ha risparmiato la morte neanche a suo Figlio, ma anche che ha promesso che questa nostra vita non è l’unica che ci accorda. Se non ci credi qualsiasi ipocrisia va bene e non servirebbe.
      Ad un bambino di 2 anni non c’è molto da dire. Possiamo non accettare che quella morte abbia un senso ma che ne risolviamo? La Teodicea non si risolve nemmeno contestandone le risposte ma non fornendo alternative

    • Reby ha detto in risposta a apostata

      Non credo che tu abbia capito l’articolo, stai criticando una posizione che non è stata espressa.

      Rispondo alla tua domanda: certamente queste cose vanno dette ad un malato terminale, spiegando che la preghiera non fa a gara con la medicina come pensi tu (non a caso sei apostata perché preferisci i tuoi pensieri alla realtà) e che la preghiera non è una bacchetta magica che esaudisce i desideri. Ha un altro scopo, spiegato nell’articolo e nella posizione di Gesù prima di finire in croce.

      • apostata ha detto in risposta a Reby

        Ecco, non ho capito niente. Eppure: “Se dunque è importante capire che la risposta di Dio può essere diversa dalle nostre attese e che ci è stato insegnato da Gesù Cristo un modo adeguato di rivolgersi a Lui, fondamentale è comprendere davvero cosa sia la preghiera e la sua vera utilità. Comprendendolo si riesce allora a rispondere anche ad una seconda domanda fondamentale: “perché domandare a Dio, se Lui conosce ciò di cui abbiamo bisogno“. Allora in fin dei conti: i bambini che vengono abortiti (piaccia o non piaccia io sono contro l’aborto finché non si liberalizza l’omicidio), i profughi di buona volontà che affondano nel mediterraneo, e perché no: i martiri cristiani (anche quelli anonimi, caso del nord Korea) di cosa hanno bisogno? forse nel caso di martiri cristiani, è la semplice voglia di protagonismo (un certo Francesco Forgione, anche se non martire, ben impersonava queste manie…). La risposta è sempre la stessa: “non lo devi/puoi sapere, perché Dio è più dritto di te e tu non puoi capire”

        Per tornare alla domanda: io non glielo direi mai e poi mai che dall’altro lato, ad attenderlo, c’è un personaggio così “buono” da pretendere il sacrificio (di sangue) di suo figlio per “perdonare i peccati” (e poi spedire all’inferno i malcapitati che non possono credere a queste cose). Ma ad ognuno la sua sensibilità, ti ripeto…

        • Reby ha detto in risposta a apostata

          E’ troppo banale il tuo pensiero, confondi la teodicea con la preghiera, metti tutto in un grosso calderone, e continui a mischiare e mescolare. Si capisce pochissimo solo che hai una tal confusione in testa che poi è la causa della tua miscredenza.

          L’esistenza del male e della morte sono un discorso, capire il senso della preghiera è un altro. Tu hai il pallino del primo e tiri dentro tutto, senza nemmeno leggere l’articolo.

          E’ troppo banale il tuo pensiero perché credi che il bisogno di ognuno sia sopravvivere e non morire ingiustamente, il che è tutto da dimostrare. I martiri nordcoreani sono doppiamente più felici di te, proprio perché sanno pregare e affidare il loro destino a Dio. Capire il senso della loro esistenza è un’impresa difficile per l’uomo, ma questo non significa nulla. Si può vivere e morire nell’ingiustizia ed essere lieti nel cuore come si può vivere 100 anni e vivere da disperati, invidiando il neonato vissuto 10 minuti passandoli nell’amore delle braccia del padre e della madre.

          C’è molto di più nel mondo che quello che c’è nella tua testa, i cristiani hanno inventato gli ospedali dando conforto con il vangelo. Non certo gli atei o gli scettici sulla bontà di Dio.

          • apostata ha detto in risposta a Reby

            Premesso che dissentire da un articolo implica l’averlo letto, sottolineavo solo l’inutilità della preghiera; inutilità motivata o dalla non esistenza di Dio (cosa molto probabile) o dal suo masochismo (che ne presuppone l’esistenza, cosa molto improbabile). È un punto di vista personale, ci mancherebbe che fosse una sfida ora….
            Ma quando mi si viene a dire che le preghiere funzionano ma non ne capiamo l’effetto (vedasi uno dei punti dell’articolo), beh, la vedo quasi come un’oltraggio alla dignità umana! Questo è a motivo della mia aggressiva critica, per il semplice motivo che le preghiere non funzionano, sapessi quante ne recitavo io, a voglia! e nulla di fatto poi. Quindi….

            • Reby ha detto in risposta a apostata

              Se avessi letto l’articolo avresti capito che la preghiera non è la bacchetta magica e non serve a guarire. Serve ad affrontare la malattia, piuttosto, è un “lasciarsi guardare dal Signore” (Papa Francesco).

              Dopo 10 commenti ancora non capisci a cosa serve la preghiera. Come dire che la Coca cola è inutile perché non aggiusta le sedie rotte. Certo, non è quello il suo scopo!!

              Faccio notare poi i link di Paolo rispetto alle guarigioni: http://www.sciencedaily.com/releases/2007/03/070314195638.htm e http://phys.org/news93105311.html; anche se comunque, ribadisco, non è lo scopo della preghiera guarire ma vivere serenamente la malattia come un dono, piuttosto.

    • Antony ha detto in risposta a apostata

      Se l’ammalato è nell’ottiva della fede dice ” sia fatta la Tua volontà”

    • Enrico ha detto in risposta a apostata

      Quello che tu dici è praticamente in contrasto con quanto vuole sottolineare questo articolo esplicativo. Ricorda l’esperienza di GIobbe, descritta nei primi capitoli del suo libro biblico: egli ricevette ogni male possibile e immaginario da Dio perché Satana (semplificando al massimo) sosteneva che la sua fedeltà al Signore procedesse in funzione dei beni che lo stesso Dio gli aveva dato. Morta la sua famiglia, distrutta la sua casa, provato il suo corpo da innumerevoli malattie, Giobbe colpisce e affonda tutti noi: “Nudo uscii dal seno di mia madre e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, come piacque al Signore così è avvenuto! Sia a Lui lode! Se da DIo accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male?”.

      Al di fuori di questa risposta, penso di poter sintetizzare la modalità di preghiera con tre aggettivi fondamentali: umile, paziente e fiduciosa. La possibilità che DIo ci doni un aiuto diverso dalle nostre aspettative? Se abbiamo pregato umilmente, pazientemente e fiduciosamente, secondo la sua santissima volontà, difficilmente abbiamo chiesto qualcosa diverso da quanto Egli vuole.

    • Giacomot ha detto in risposta a apostata

      Il vero male è predicare , fare , pensare il falso e spacciarlo per vero .

  4. geminit ha detto

    Secondo voi è più utile pregare o leggere il Vangelo?

  5. Enrico ha detto

    L’articolo, al punto 2, sottolinea che pregare implica anche “L’entrare in dialogo con Lui”. DIALOGO: io parlo e tu ascolti, tu parli e io ascolto. Spesso noi trattiamo la preghiera come un monologo, non aspettando la risposta di Dio e dunque ignari e inconsapevoli di quanto Egli potrebbe fare. Ascoltare la risposta di DIo significa in generale ascoltare il cuore e guardare a cosa lui pensa di quanto facciamo: in particolare, può anche significare leggere la Sua Parola, cioè la Bibbia. A tal proposito, rimando, come già ho fatto prima in risposta ad Apostata, ai primi due capitoli del libro di Giobbe.

  6. Daphnos ha detto

    Un caloroso augurio di buon 2014 a tutta la redazione e a tutti gli utenti! Sono contento di vedere che i vecchi amici non hanno abbandonato e che la Befana si è ricordata di noi e ci ha portato in dono un nuovo troll da sfamare 😉 . Benvenuto “apostata”!

    • Kosmo ha detto in risposta a Daphnos

      E chi ti ha detto che non sia un troll “riciclato” dall’anno scorso?
      Di questi tempi, con la crisi che c’e’, oltre ai regali di Natale si riciclano pure il troll, non ti pare? 😉

      • Daphnos ha detto in risposta a Kosmo

        In effetti un po’ di odore stantio nei suoi discorsi lo si percepisce distintamente… lo stesso nickname “apostata” è decisamente inflazionato. Forse lo ha acquistato ai saldi di fine stagione 🙂 !

        Su Padre Pio raffigurato come un esaltato in cerca di fama, che ci vuoi fare, la presunzione porta anche a pensare questo. Ma che addirittura concepisca i perseguitati nordcoreani come dei mitomani, fa sorgere il sospetto che il nostro nuovo/vecchio amico si sia semplicemente estirpato dalla realtà.

  7. Ugo La Serra ha detto

    Semplificando al massimo: la preghiera ha effetti solo nella psiche di chi prega.

    • Daphnos ha detto in risposta a Ugo La Serra

      E ti pare poco?

      • Ugo La Serra ha detto in risposta a Daphnos

        Mi sembra tantissimo.
        Pregare qualunque cosa si creda, ha lo stesso effetto. Indipendentemente che la cosa sia vera, falsa o indecidibile.

        • Daphnos ha detto in risposta a Ugo La Serra

          Sono perfettamente d’accordo.

          Comunque tu e gli altri troll che state intervenendo in queste ultime ore continuate a insistere sullo stesso punto, ma almeno ve ne accorgete? Io prego ma non succede niente. Nessuno (a parte le amiche di Sophie) in questa pagina ha mai detto di pregare per ottenere qualcosa!

          Ti racconto una storia che ho letto su Internet qualche tempo fa. Un utente di un blog scrive: “Quando ero un ragazzo pregavo intensamente giorno e notte, tutti i giorni, per avere una bicicletta. Dicevo ‘Dio, desidero tanto una bici. Ti prego, fa’ che si materializzi una bella bicicletta nuova fiammante qui accanto a me!!!’; così per molto tempo. Ma non successe mai nulla. Cresciuto un po’, capii come funzionava il gioco, e così decisi di rubare una bicicletta. Poi andai a confessarmi!”

          Nonostante quest’individuo abbia detto più di una cazzata, parodiato orribilmente la dottrina cattolica e commesso un reato, è meno lontano di tutti i troll che qui si sono affacciati nel capire cosa sia la preghiera!

    • Katy ha detto in risposta a Ugo La Serra

      E questo secondo te porta acqua al tuo mulino? La sazietà non ha forse effetti solo nella psiche di chi mangia? E la felicità? Dunque l’oggetto del mangiare e della felicità non esistono? Oppure vorresti che avesse effetti nella psiche del vicino di casa?

      A volte mi domando come si possa parlare di ateismo e razionalità.

      • Ugo La Serra ha detto in risposta a Katy

        Diciamo che ci sono tantissimi altri modi per essere felici. Alcuni di essi molto piacevoli.

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Ugo La Serra

          La felicità è un bene per molti, la gioia per pochissimi. La tua felicità è come un orgasmo, dura un attimo e poi ti lascia vuoto. Perché? Perché non riesci a dare un senso al tuo essere felice, al tuo bisogno di esserlo e sopratutto non hai nessuno da ringraziare. E sai di non essertelo meritato.

  8. vincenzo ha detto

    X Apostata: Perché sei diventato tale?

    • Daphnos ha detto in risposta a vincenzo

      Mi accodo alla richiesta e aggiungo: se hai capito il senso della risposta di Antony (in realtà penso che tu lo abbia travisato in chiave fatalista, ma la speranza che tu l’abbia compreso c’è, anche se flebile), perché scrivere quella sciocchezza sui malati di cancro che secondo te si offendono?

  9. Galford ha detto

    A proposito dei casi di gravi malattia bisogna comprendere che, seppur la Grazia divina e lo spirito abbiamo un’influenza sul corpo (come dimostrano i casi di alcune guarigioni, anche al di fuori del contesto religioso), non sempre ciò è sufficiente per la guarigione. Alle volte, infatti, la natura del corpo è talmente ostacolata dalla malattia (o da altri fattori) che i benefici della preghiera sono inibiti, come chi mangiando in modo sano perde i vantaggi di tale alimentazione se è un fumatore e un alcolista incallito. Il discorso è molto complesso e il dio (con la “bacchetta magica”) che in un tocco muta la realtà a prescindere di qualunque condizione fisica/pischica/emotiva del soggetto è una fiaba. Comunque bell’articolo.

  10. Li ha detto

    La preghiera calma un cuore ferito. E’ meglio di un prozac o chissà che altro.
    E qui torno alla mia domanda: ma un ateo che confida solo in sè, come fa quando si trova in depressione o comunque non vede nessuna speranza in sè o gli altri?

    La preghiera e la fede sono un trampolino per il nostro cuore, e ogni volta ci portiamo sempre più disposti verso Dio.
    Senza preghiera possiamo trovarci nel deserto arido. A volte anche se preghiamo, ma c’è una differenza: sappiamo come porci, abbiamo la speranza, perseveriamo anche se in quel periodo non riusciamo a sentire (e non parlo di voci).

  11. Paolo Viti ha detto

    Ricordo agli amici di Uccr un vecchio articolo di questo sito in cui si citava uno studio che ha mostrato come la preghiera effettivamente aiuti chi prega a guarire:
    http://www.uccronline.it/2010/09/14/universita-dellarizona-la-preghiera-per-intercessione-aiuta-effettivamente-la-guarigione/

    Qui l’estratto: http://www.sciencedaily.com/releases/2007/03/070314195638.htm e http://phys.org/news93105311.html

  12. Alessandro ha detto

    Domanda (che mi faccio spesso, prima aver pregato): come si fa a fare la volontà di Dio e a scoprire la propria vocazione (compito)?

  13. Alessandro ha detto

    Vale ti ringrazio molto per il link.

  14. Kosmo ha detto

    OT: Come mai non si può più esprimere il proprio gradimento all’articolo, mediante le stelline?

  15. Zjuganov ha detto

    Io quando pregavo mi sono sempre sentito un po’ gonzo. Non ho mai sentito nulla!
    Letto da una persona con scarsa spiritualità questo articolo risulta completamente assurdo

    • Katy ha detto in risposta a Zjuganov

      Per me che ho spiritualità è il tuo commento a risultare completamente assurdo.
      Anche molte persone vivono con altre e non sentono nulla, nessun sentimento e nessuna affezione. Perché occorre sempre una relazione, un rapporto personale con Dio, altrimenti è solo superbia e arroganza.

      • Zjuganov ha detto in risposta a Katy

        Ma la mia disaffezione alla spiritualità è organica o che cosa? Devo martellarmi la testa per sentire qualcosa quando prego?

        Trovo molto più spiritualità nelle percezioni che vivo immergendomi nella natura piuttosto che rivolgendomi al Signore con domande improbabili.

        • Daphnos ha detto in risposta a Zjuganov

          Ho l’impressione che tu ti sia martellato la testa con ben altre cose che non la preghiera…

          • Zjuganov ha detto in risposta a Daphnos

            Fatti capire meglio

            • Daphnos ha detto in risposta a Zjuganov

              È solo una sensazione. Tu una volta pregavi e non sentivi nulla. Pregavi per far vincere l’Inter forse? Beh, quella sì che è una domanda improbabile.

              Ora, dal momento che tu ritieni l’immersione nella natura come antitetica alla preghiera, ignorando che la meditazione all’aperto è tipica di gran parte della spiritualità cristiana, questo significa che tu non sai nulla della vita dei santi, dei religiosi di ogni ordine e grado (dal Papa ai francescani) e neppure dei campi scuola per ragazzi organizzati dall’associazionismo cattolico, che bene o male comprendono sempre attività di riflessione a contatto con la natura; perciò o non hai mai avuto alcun contatto con la realtà, oppure la tua corteccia ha subito una serie di microischemie tali da averti cancellato la conoscenza di queste cose. Le martellate in testa auto-inflitte sono compatibili con la seconda ricostruzione!

              Ma è più probabile che lo spegnimento dei neuroni corticali sia dovuto all’uso di sostanze particolari, giusto? “Martellate” va inteso in senso metaforico… come “immergersi nella natura” 😉 ?!

              • Zjuganov ha detto in risposta a Daphnos

                Le tue sensazioni sono sbagliate e noto una certa propensione da parte tua a farti viaggi mentali non indifferenti senza l’ausilio di droghe.

                Innanzitutto non ho mai detto che sono antitetiche ma che per esperienza personale sento qualche barlume di spiritualità interiore quando rifuggo dal quotidiano immergendomi in contesti naturali, come può essere sotto un cielo stellato notturno.

                Di esperienza di preghiera tradizionale (passatemi il termine) ne ho avute a dozzine visto che sono stato cresciuto in un asilo dove ci facevano pregare tutti i giorni. Ho sempre frequentato l’oratorio ed i campi estivi (il grest per capirci) per i quali addirittura ho ‘servito’ come animatore (mai come responsabile perchè il parroco sapeva che non ero proprio il più osservante che c’era).
                Ora non entrerei in dettaglio nella mia vita (non credo sia interessante), ne tantomeno sul perchè la preghiera mi andava stretta. Resta il fatto che come esperienza vaga di spiritualità riesco a sentire ‘qualcosa’ in contesti non legati alla preghiera che intendete voi.
                E giusto per capirci non centrano in alcun modo le cazzate importate dai nostri amici americani tipo new age o santoni stile Osho. È banalmente una considerazione di pancia.

                Io non sono credente in senso teistico, ma mi capita di avvertire qualcosa e di certo non quando pregato.

                Mi è capitato di pregare da giovanissimo (9-10 anni) guidato dal mio parroco perchè avevo perso una persona cara con la quale mi ero lasciato ‘litigandoci’.
                In quel momento provai conforto, ora le cose sarebbero diverse perchè sono adulto ed ho maturato una percezione differente. Parlare con Dio per avere in una circostanza simile ora non mi aiuterebbe minimamente. Non sento più nulla di quello che descrivete

                • Daphnos ha detto in risposta a Zjuganov

                  Ti ho risposto più sotto pensando che la risposta data a Eli fosse rivolta a me. Chiedo scusa per il fraintendimento.

                  Se ti sono sembrato aggressivo è perché non mi piace andare per il sottile, sappi solo che però non sono un insensibile.

                  • Daphnos ha detto in risposta a Daphnos

                    Ovviamente quando ho risposto poco più sotto non avevo letto questa tua risposta, quindi ritiro il punto sulla meditazione all’aperto!

                • Norberto ha detto in risposta a Zjuganov

                  L’articolo ti risponde. Se non sei in dialogo con Dio è inutile che preghi, non avrebbe senso farlo. Non c’è altro da dire…bastava leggere l’articolo.

    • apostata ha detto in risposta a Zjuganov

      dire che ha le sue vie e che non possiamo capire, è un ottimo modo di mascherare il vero perché delle (non) risposte del Signore. Ma ovviamente sono io a inventarmi le cose e a spacciarle per vere….

      • Norberto ha detto in risposta a apostata

        Può essere un tentativo di mascherare (tesi complottista) oppure può essere vero, non escludere a prescindere l’altra alternativa. Quella più ovvia perché, come diceva Einstein, noi davanti a Dio siamo nelle condizioni di un bambino, è ovvio che i suoi pensieri non possono essere i nostri. Se Dio esiste noi non possiamo capire…dunque il problema è che tu neghi Dio a prescindere, non che neghi il fatto che i suoi pensieri si possano capire.

    • Eli Vance ha detto in risposta a Zjuganov

      Dovresti forse meditare sul punto 2 allora, dicendo che si prega per “sentire qualcosa” è come pregare per avere un qualcosa, cioè pretesa e non preghiera come è suggerito nei Vangelo. La natura è certamente un ottimo spunto di spiritualità, lo è sempre stato, ma sempre punto di partenza rimane, se oltre non si va è perchè vi è qualcosa che blocca, suggerirei una falsa convinzione oppure l’affezione per uno di quelli chiamati “vizi capitali”, ma che certamemte non sta a me indovinare quale/i (una è sicuramemnte che la disaffezione sia di origine organica, ma questo lo saprai anche tu).
      Questi alcuni suggerimenti, noto buona fede nel riconoscere l’esistenza di una mancanza (scarsa spiritulità), l'”assurdo” invece trovo si poteva anche risparmiare.

      • Zjuganov ha detto in risposta a Eli Vance

        Chiedo scusa per l’assurdo. Forse è fuori luogo, ho spiegato poco sopra un po’ meglio quello che penso.
        Interessante il tuo punto di vista, però noto sempre nelle vostre risposte un’incompletezza di fondo. Mi spiego meglio: parlate come se certe cose fossero ovvie e cristalline. Per voi naturalmente lo sono, però l’impressione che mi comunicate è che voi siate arrivati ad un gradino superiore rispetto a quello dove mi trovo io.
        Però se impostate così la discussione io resto dove sono proprio perchè mi manca quello che voi date per scontato.

        • Daphnos ha detto in risposta a Zjuganov

          D’accordo, hai ragione. Anche il mio esempio delle martellate era ovviamente un assurdo, ma a me non piace andare per il sottile… scusa 😉 .

          Brevissimamente, visto che ho poco tempo:

          – quando pregavi ti sentivi stupido. Forse perché sapevi che se chiedi a Dio di darti qualcosa poi non la ottieni? Perché lo facevi allora? Pregavi per ottenere qualcosa che ti serviva ricattando Dio dicendogli “o fai come ti dico o non crederò più in te”? Direi che hai perso tempo.

          – la riduzione dell’avversario alla stupidità è un classico. Ti informo che qui tutti sappiamo che le preghiere di richiesta non vengono esaudite. Per cui non farti saltare in testa che quando abbiamo una qualche malattia diciamo al medico “no grazie niente medicina preferisco pregare”. Non riuscire a dare per scontato una cosa del genere solo perché spesso alcuni di voi diffondono questa favola presso i loro epigoni è davvero sconfortante. Ovvio che alla fine spuntano fuori questi “apostata” che dileggiano un dio nel quale neanche noi crediamo sperando di darci fastidio.

          – la meditazione nella natura è una cosa cristianissima, non è una tua esclusiva, perché è spirituale la persona che si sente in armonia con il creato. Non parodizzare il credente con i tuoi pregiudizi. Poi il rapporto con la natura può essere inteso in diversi modi, molte sono le sensibilità, se anche tu ne hai una, buon per te!

          – ultima cosa. L’ardore del neofita è evidente, tu stesso hai detto che una volta eri credente. Purtroppo quando uno mi dice così, io DO’ PER SCONTATO che sappia di cosa trattasse la sua ex-fede. Ma mi dimentico sempre che troppo spesso si rifiuta ciò che non si conosce, e troppe volte è colpa dei credenti. Ammetto la mia colpa. Bisogna partire dall’ABC 🙁 . Non darò più nulla per scontato.

        • Eli Vance ha detto in risposta a Zjuganov

          Posso capirti, l’esistenza di una percezione spirituale messa a confronto con la sua assenza fa generare una impressione di inferiorità, a condizione che l’oggetto del discorso (cioè spiritualità) sia considerata da entrambi come un bene. Però devi considerare che è solo una parte della verità, per esempio da parte mia è perchè ho anzitutto avuto modo di maturare e sperimentare tali considerazioni che definisci cristalline e non è sempre stato così, per cui pur non riconoscendomi nel tuo stato spirituale, escludo di appartenere a un gradino superiore come se il rapporto con Dio fosse omogeneo e confrontabile, perchè parlare di gradini presuppone questo. In secondo luogo sono molteplici le qualità spirituali per cui tu avrai piu’ qualità di me e viceversa, come la capacità di condividere degli aspetti piu o meno bui del proprio stato spirituale, una virtu’ rara. In terzo luogo non è che io posso trasmetterti uno stato spirituale come se cio’ che ho io è quello che serve a te, come te ho cercato di condividere spunti che ho sperimentato e che ritengo validi in via generale ma non nella loro specificazione, diverse a seconda delle persone, ripeto i vizi capitali perchè non sono banali solo perchè didatticament facili da esporre. Comunque tutto questo per dirti che è fuori luogo parlare di gradini superiori o no, nonostante tu abbia avuto questa impressione finale, ho cercato di esporre i motivi per cui non era certo quello che volevo comunicare, anzi se uno si vanta perchè convinto di essere superiore in un punto vitale come la preghiera sarebbe una grave dimostrazione di superbia, questo si che sarebbe un assurdo.

  16. Giacomot ha detto

    I commenti di certi troll sotto questo articolo sono di una infantilità disarmante .

  17. unafides ha detto

    Se quello che dice è vero, Apostata è uno dei frutti malati di Medjugorje. Non si può non riconoscerne anche delle sane conversioni, ma spesso vengono volutamente omessi i numerosi casi dei fuochi fatui che da lì si sprigionano. Purtroppo conosco numerose persone che sono tornate da lì visibilmente trasformate all’inizio per poi tornare alla vita di prima, alimentando i dubbi degli scettici.

« nascondi i commenti