La Genesi non è in contraddizione con la scienza, intervista a Vincenzo Balzani

Vincenzo Balzani, professore emerito di Chimica all'Università di Bologna

Vincenzo Balzani, professore emerito di Chimica all’Università di Bologna

Nel novembre scorso l’“Huffington Post” ha intervistato Peter Atkins, noto chimico inglese del Lincoln College, conosciuto anche per le sue battaglie contro la religione e la fede in Dio, in linea con il suo connazionale Richard Dawkins.

Abbiamo colto l’occasione per intervistare sugli stessi temi il prof. Vincenzo Balzani, anche lui chimico e professore emerito all’Università di Bologna, molto noto in ambito internazionale e recentemente premiato dalla prestigiosa rivista “Science” tramite il “Nature Award for mentoring in Science”. Nel 2011 ha partecipato al Cortile dei Gentili, evento culturale organizzato dal Pontificio consiglio per la Cultura.

 

1) Prof. Balzani, nell’intervista per l'”Huffington Post”, Peter Atkins mette duramente a confronto la scienza e la fede attraverso un dualismo tra bene e male. Lei è un chimico e un credente, condivide le accuse rivolte alla religione? Osserva anche lei questa totale inconciliabilità?
E’ noto che Atkins è un ateo, ma è anche una persona intelligente e mi meraviglia che abbia tranciato giudizi così categorici. L’ho incontrato un paio di anni fa a Roma in occasione di un congresso internazionale sull’insegnamento della scienza, ha tenuto una conferenza subito dopo la mia, abbiamo detto cose molto diverse ma alla fine ci siamo congratulati a vicenda. Nessuno ha la verità in tasca.

Uno dei motivi su cui si baserebbe l’inconciliabilità fra scienza e fede è la supposta incongruenza fra l’evoluzione cosmica che secondo la scienza ha portato alla formazione dell’universo così come lo conosciamo (inclusa l’evoluzione biologica sulla terra) e la creazione del mondo e dell’uomo così come è descritta nella Genesi. In realtà i due racconti, quello della scienza e quello della Bibbia, non devono essere contrapposti, ma si possono benissimo tenere assieme. Perché Genesi non è un libro scientifico, come invece affermano i creazionisti americani. Il primo capitolo di Genesi, non è un resoconto dell’attività di Dio che ci viene dato per risparmiarci la fatica e toglierci  la bellezza di scoprire, mediante la scienza, la storia dell’universo. Quello di Genesi è un racconto simbolico che vuole farci conoscere una verità di fede: tutto è stato creato da Dio per amore dell’uomo, che di Dio è immagine.

Ma se è sbagliato pensare che la creazione in senso materiale sia avvenuta letteralmente nei tempi e nei modi del racconto di Genesi, io penso sia sbagliato anche pensare che la storia dell’universo così come ce la presenta la scienza sia di per sé sufficiente e che quindi non ci sia bisogno di Genesi. I due racconti sono su due piani diversi. Quello della scienza è un tentativo di dare una risposta alle domande: come si è formato l’universo e, in esso, come si è formato l’uomo? Quello della Bibbia è la risposta, secondo la fede, alla domanda: perché c’è l’universo e che significato ha, in esso, la presenza dell’uomo? Come ha scritto il Cardinale Martini, ci sono infatti due scritture: c’è la scrittura dell’uomo, la scienza, che si occupa dei fatti, dei fenomeni e delle teorie che li spiegano, e c’è la scrittura di Dio, la Bibbia, dove si trovano le risposte ai grandi interrogativi della vita dell’uomo.

Per capire quello che avviene al mondo c’è sempre bisogno di due Scritture, di due interpretazioni: una materiale e una spirituale. Per spiegarmi meglio, faccio ricorso ad un esempio semplice, tratto dalla  mia vita quotidiana. Accade spesso che io sia nel mio studio a lavorare mentre mia moglie è in cucina. Ad un certo punto mi stanco, vado in cucina e mia moglie dice: ti faccio un tè. Questo farmi un tè da parte di mia moglie ha due aspetti. Il primo è questo: mette la teiera sul fuoco e fa bollire l’acqua. La scienza può spiegare nei più minimi dettagli cosa accade nella teiera che è sul fuoco. Questo è l’aspetto materiale. Ma c’è un altro aspetto nel farmi il tè da parte di mia moglie: mi fa il tè perché mi vuole bene. Questo è un aspetto che la scienza non può cogliere, esattamente come il volermi bene di mia moglie non può spiegare come mai l’acqua nella teiera, sul fuoco, bolle. La scienza spiega come mia moglie fa il tè; è una questione materiale; l’amore spiega perché fa il tè, è una questione spirituale. Materia e spirito, scienza e (per chi crede) fede, sono due aspetti diversi, complementari, entrambi essenziali, di un’unica realtà: la realtà dell’uomo.

 

2) Leggendo le risposte di Peter Atkins si scorge una fiducia spropositata nei confronti della scienza: “Non esiste nessuna questione dell’essere su cui la scienza non possa far luce” e in seguito: “la chiave del sapere universale è in mano alla scienza”. Secondo la sua esperienza di scienziato, è davvero così?
“Nessuna questione dell’essere su cui la scienza non possa far luce …. sapere universale…”. E’ la segreta ambizione di alcuni scienziati: diventare come Dio. Lo scrive anche un illustre collega di Atkins, Stephen Hawking: “Se saremo abbastanza intelligenti per scoprire questa teoria unificata, decreteremo il definitivo trionfo della ragione umana, poiché allora conosceremo il pensiero stesso di Dio” (La Teoria del Tutto, Rizzoli, 2003).

Spiegare tutto. Se ci riuscissimo, sarebbe un disastro. Infatti il giorno in cui il sapere giungesse a stabilire con certezza l’origine e la fine di tutte le cose non ci sarebbe più spazio per la libertà. La libertà presuppone il confrontarsi con l’indeterminato, col mistero. Ma non c’è da preoccuparsi. Qualsiasi scienziato sa che ogni scoperta scientifica genera più domande di quelle a cui dà risposta. Lo ha detto due secoli fa Joseph Priestley: “Più grande è il cerchio di luce, più grande è il margine dell’oscurità entro cui il cerchio è confinato”; lo ha scritto Martin Buber nei racconti dei Chassidim: “Hai acquistato conoscenza, che ti manca?” “Così è in verità. Se tu hai acquistato conoscenza, allora soltanto sai quel che ti manca”; lo ha ripetuto Wittgenstein: “Sono andato per tracciare i contorni della mia isola e invece ho scoperto i confini dell’oceano”; lo ha ricordato Science (vol 309, 1 July 2005): “The highway from ignorance to knowledge runs both ways: as knowledge accumulates, diminishing the ignorance of the past, new questions arise, expanding the area of ignorance to explore”. La fisica stessa ci insegna che una delle cose che certamente sappiamo è che non potremo mai sapere tutto (Principio di indeterminazione di Heisenberg). John Maddox (What remains to be discovered, Simon’s book, 1998) spiega che non sappiamo ancora cosa siano lo spazio, il tempo, l’energia, la materia, come è iniziato l’universo e come è iniziata  la vita, cosa sono la mente e la coscienza. Altro che sapere tutto. Penso che gli scienziati dovrebbero volare più basso. Come suggerisce Wittgestein, “Su ciò di cui non possiamo parlare è meglio tacere”.

 

3) Lei ha auspicato un’alleanza tra credenti e non credenti in favore delle energie sostenibili, in particolare l’energia solare. Perché è una tematica che dovrebbe  avere a cuore un credente?
Perché per il credente la Terra è un dono di Dio, una specie di grande talento che Dio ha dato, collettivamente, all’umanità. Il compito che ci è stato assegnato è quello di custodire e far fruttare, non di distruggere, questo talento. Per custodire il pianeta è necessario utilizzare le sue risorse in modo sostenibile. L’energia che ci viene dal Sole è l’unica energia sostenibile poiché è abbondante, inesauribile, ben distribuita, non pericolosa, non collegata ad applicazioni militari, capace di far sviluppare l’economia e di colmare le disuguaglianze. Naturalmente, anche i non credenti sono interessati a custodire il pianeta. Per cui, la Terra è il grande Cortile dei Gentili dove credenti e non credenti ogni giorno devono incontrarsi e discutere, perché devono vivere insieme. Il cristiano deve portare la sua testimonianza evangelica immergendosi laicamente nei problemi del pianeta Terra, in mezzo a tutti gli altri uomini dei quali condivide il destino.

La redazione


14 commenti a La Genesi non è in contraddizione con la scienza, intervista a Vincenzo Balzani

  • Boomers ha detto:

    Bellissima intervista, complimenti a uccr e al prof. Balzani che non conoscevo.

  • Enrico ha detto:

    Se Dio ha lasciato nelle nostre mani la sua parola sicuramente non lo avrà fatto per specularvi sopra o per asserire a priori che tutto ciò che non lo riguarda direttamente (cioè la scienza) è sbagliato. Naturalmente, il problema di molti atei è il partire dall’evoluzionismo biologico per arrivare a contraddire la Bibbia, mentre per moltissimi cristiani la questione è opposta, poiché si parte dalla Bibbia per contraddire la scienza e il mondo.

    Aggiungerei alle ragioni di Balzani un collegamento con quanto Giovanni Paolo II in sintesi) disse anni fa: l’evoluzione presuppone una creazione, per cui se nel capitolo I della Genesi Dio appare come l’artigiano (sembra costruire un presepe) sicuramente le sue “creazioni” non erano cronologicamente contemporanee all’evoluzione di quanto aveva fatto; l’evoluzione ha bisogno di tempi lunghissimi, per cui mi sembra naturale che se Dio ha creato il mondo diversi anni fa non avrebbe potuto nel giro di un attimo cambiare o far cambiare le cose.

    Che dire, poi, per quanto riguarda il nostro rapporto con la Verità? Come ha detto papa Francesco ad Eugenio Scalfari, “non siamo noi a possedere la verità, ma è la Verità a possedere noi”: concordemente con quanto afferma Balzani, io credo anche che è molto meglio che Dio non si rivela a noi nella sua pienezza, facendosi vedere così come egli è e dunque garantendo la sua esistenza: diverremo come dei vermiciattoli davanti al più grande falco di tutti i tempi.

  • Gennaro ha detto:

    Un punto di vista davvero perfetto e in linea con la Chiesa, mi domando perché in televisione o sui media compaiano sempre le stesse persone e scienziati come Balzani non vengano mai invitati.

    • Paolo ha detto:

      Nei dettagli della terza risposta si cela il …
      Anche se molte delle cose dette nell’intervista sono del tutto condivisibili ed alcune talmente valide da essere belle, mi è impossibile dimenticare il fatto che il professore è un noto sostenitore dell’immagine metaforica dell’astronave-terra, dove le risorse limitate obbligano ad usi che impediscono lo sviluppo dei Paesi assai meno fortunati del nostro. Lasciando intendere ai più maliziosi che se l’astronave ha un magazzino limitato, a breve non ci sarà più spazio per salirvi…e che a scegliere chi sale non sono certo i poveri e gli ultimi. Inoltre, con abili giri di parole egli ha spesso fatto intendere che qualsivoglia uso dell’energia nucleare sia malvagio. Come se il Creatore avesse nascosto una trappola mortale per i suoi figli nell’intimo della sua creazione, senza lasciare ad essi il talento dell’uso responsabile e fruttifero.
      Ora, senza scomodare le schiere di esperti che più volte si sono scontrati con questo professore, portando evidenze che egli si ostina ad ignorare, sinceramente prego affinché i miei Fratelli in Cristo riscoprano presto scienziati come il Servo di Dio Enrico Medi.

      • gladio ha detto:

        Caro Paolo, ritengo che lei sia un po’ troppo severo nell’ attribuire al prof. Balzani una certa inclinazione, anche se abilmente mascherata,alle teorie, per così dire, Maltusiane ( risorse limitate in rapido esaurimento ecc…ecc..)equiparandolo nella sostanza, se non nello stile, agli ecologisti da quattro soldi che tanto imperversano ai giorni nostri.

        E nemmeno colgo nel prof. Balzani quella sottile malizia che lei, con espressioni del tipo ” lasciando intendere ” oppure ” con abili giri di parole “, è convinto di aver colto.

        Semplicemento ritengo che l’ intenzione del Professore sia quella di far risaltare l’inestimabile preziosità dei ” beni ” che Dio ha affidato all’ uomo e che devono pertanto essere amministrati con la stessa “diligenza del buon padre di famiglia”.

        Anche perchè, caro Paolo, piaccia o no le risorse non sono affatto illimitate; saranno grandi, grandissime, addirittura enormi ma pur sempre limitate,come limitate sono tutte le cose nell’ Universo e l’ Universo stesso.
        In caso contrario anche noi uomini saremmo “illimitati”, ma se così fosse non saremmo più uomini, saremmo dei.

      • Norberto ha detto:

        Il prof. Balzani ha risposto più sotto a Paolo.

    • gladio ha detto:

      Ma davvero, caro Gennaro, lei pensa che qualcuno dei Sommi Sacerdoti dell’ italico laicismo sarebbe disposto a perdere la faccia (perchè proprio quella perderebbe) confrontandosi in “singolar tenzone”, dagli schermi televisivi, con un professor Balzani?

      Eppoi, me lo lasci dire, ad acculturare il popolo è meglio che siano dei professori del calibro di Sartori o Odifreddi oppure dei “pensatori” come Paolo Villaggio o Luciana Littizzetto, tutti quanti, tra l’ altro laiconi coi fiocchi e anche coi controfiocchi, anzichè delle mediocrità come balzani o Zichichi, non le pare?

  • Nullapercaso ha detto:

    Mi sfugge qualcosa, anzi moltissimo, chi ha ragione, i creazionisti ritenendo la bibbia un testo scientifico, o Balzani che dice che va interpretato? Come si fa ad avere la certezza di chi è nel giusto?

    • Katy ha detto:

      La domanda pare abbastanza superficiale e a tratti assurda. Sai cosa significa “testo scientifico”? E’ possibile che nel 1000 a.C. si potesse scrivere un “testo scientifico”?? Magari un saggio di divulgazione con bibliografia finale?

      In ogni caso posso interpretare quello che dici ed è abbastanza facile far notare che non esiste alcuna intenzione (o dichiarazione) degli autori della Bibbia di voler presentare verità scientifiche (esattamente come non esiste negli scritti di libri di Platone, di Omero o nelle poesie di Leopardi).

      La Bibbia offre verità morali, usando anche metafore e simbologie fisico-matematiche. Quando Platone usò la metafora della “mezza mela”, nessun utente del web “nullapercaso” ebbe il coraggio di sfidare il buonsenso andando a domandarsi retoricamente se Platone intendeva presentare una verità scientifica sul fatto che la mezza mela di destra fosse realmente il partner amoroso della mezza mela di sinistra.

  • Giuseppe ha detto:

    Filosoficamente è un po’ debole la tesi secondo la quale una conoscenza “totale” comporterebbe la fine della libertà, perché si opera una confusione tra soggetto e oggetto. Per capire cosa significa questo, si legga il seggio di Max Planck intitolato “Legge causale e libero arbitrio”.

  • lorenzo ha detto:

    Scrive Stephen Hawking: “Se saremo abbastanza intelligenti… allora conosceremo il pensiero stesso di Dio”

    Scrive il libro della Genesi: “… quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio,…».”(Gen 3.5)

    … e poi sostengono che scienziati e Bibbia affermano cose diverse…

    • Vincenzo Balzani ha detto:

      Se Paolo avesse letto Energia per l’Astronave Terra o avesse ascoltato qualche mia conferenza o intervista su you tube si sarebbe accorto che la mia tesi è l’opposto di quello che lui pensa. Io credo cioè che, proprio perché le risorse sono limitate, i paesi sviluppati dovrebbero ridurre al massimo il loro uso (decrescita) per permettere ai paesi poveri di svilupparsi.
      Quanto al nucleare che conosciamo, bisogna rendersi conto che è un sogno fallito, non solo per ragioni economiche, ma ancor più per il pesante fardello, di scorie che nessuno sa dove collocare e di centrali difficili da smantellare, che questa tecnologia lascia alle incolpevoli prossime generazioni. Se vogliamo custodire il pianeta, i talenti da sfruttare sono le energie rinnovabili. Se ne sono accorti anche i cinesi: in Cina l’energia prodotta dall’eolico ha superato quella prodotta dal nucleare.
      Il Creatore non ha nascosto trappole mortali, ma ha lasciato liberi i suoi figli di scoprire ed inventare. E poi, questo è il punto, di usare o di non usare scoperte ed invenzioni.