Spagna: enorme successo per il libro di R. Cohen sugli ex-omosessuali

L’omosessualità non è da considerarsi in alcun modo una malattia e non c’è interesse a sostenere una precisa e specifica risorsa terapeutica per gli omosessuali che vogliano farsi aiutare nel riordinare la loro identità sessuale. Altra cosa invece è valorizzare la loro libertà nel poter farlo, nel chiedere aiuto ad un terapista.  Si pontifica l’autodeterminazione della persona in ogni contesto bioetico, ma nell’omosessualità sarebbe un sacrilegio. Pare davvero una violazione di un loro diritto quello di impedire questa richiesta, criminalizzando inoltre i tantissimi psichiatri che si mettono a disposizione, al di là delle dichiarazione meramente politiche delle varie associazioni. D’altra parte questo è riconosciuto perfino da alcuni attivisti omosessuali, come Doug Haldeman che in un meeting organizzato dall‘American Psychological Association, ha affermato in merito a coloro che intendono modificare la propria omosessualità: «abbiamo il diritto di negare un trattamento individuale che può aiutare la persona omosessuale ad adattarsi nel modo in cui ha deciso sia giusto per lui? No, direi che non lo abbiamo» (Haldeman, D., “Gay rights, patients’ rights: the implementation of sexual orientation conversion therapy”, paper presented at the meeting of the American Psychological Association, Washington, D. C., August 2000).

Della stessa idea è lo psicoterapeuta Richard A. Cohen, lui stesso ex-gay. Cohen si considera un pro-choice dell’omosessualità: «Se qualcuno vuole vivere una vita gay deve essere rispettato. Se qualcuno vuole cambiare e uscire da questa condizione ha anch’egli bisogno di essere rispettato. Fateci praticare la tolleranza vera, la reale diversità e uguaglianza per tutti».  Lo psicoterapeuta, come riportavamo in Ultimissima 11/2/11, ha pubblicato in Italia il libro Riscoprirsi normali – Comprendere e guarire l’omosessualità (Uomini Nuovi 2010).  Nel libro non si parla affatto di malattia, ma piuttosto di guarigione da ferite emotive. In Spagna, in particolare, il libro sembra avere avuto un enorme successo. Le agenzie riportano che l’editore “Libros Libres” sta ricevendo «una valanga di ordini da parte di librerie e clienti». Così «stiamo iniziando a lavorare ad una nuova edizione al fine di soddisfare la domanda». Viene anche rivelato il contenuto del libro, ovvero la descrizione dettagliata del lavoro degli ultimi venti anni di Cohen, il quale «ha aiutato migliaia di uomini e donne che, facendo uso della loro libertà, hanno desiderato cambiare dall’omosessualità all’eterosessualità». L’editore spiega anche di stare ricevendo il sostegno di molte persone omosessuali che «non si sentono rappresentati dalla comunità gay e non condividono la loro intolleranza verso altri punti di vista».

Infatti, di pari passo al successo del volume, cresce la solita violenza e pretesa della lobby omosessuale nel voler togliere tutte le copie dagli scaffali delle librerie. Queste normali iniziative dei militanti della “gayzzazione occidentale”, fanno tornare alla mente la sfida che l’attivista omosessuale Michael Swift fece alla società eterosessuale: «Noi sodomizzeremo i vostri figli, emblemi della vostra mascolinità debole, dei sogni superficiali e delle vostre bugie volgari. I vostri figli devono diventare i nostri servi per la nostra offerta. Loro verranno ricreati a nostra immagine. Verranno a desiderarci e ad adorarci. Tutte le chiese che ci condanneranno verranno chiuse. I nostri santi dèi sono maschi giovani e attraenti. Aderiamo al culto della bellezza, morale ed estetica, tutto ciò che è brutto, volgare e banale verrà distrutto. Dal momento che non saremo più alienati dalla classe media delle convenzioni eterosessuali noi saremo liberi di vivere la nostra vita secondo i dettami della pura immaginazione. Per noi, il troppo non è sufficiente» (citato da F. York, C. McIlhenny e D. McIlhenny in “When the Wicked Seize a City”, Huntington House Publishers, 1993, pp. 212-213).

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32 commenti a Spagna: enorme successo per il libro di R. Cohen sugli ex-omosessuali

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  1. atea ha detto

    Vogliate scusare l’off topic, ma la discussione su Don Verzè è stata appena chiusa e non ho avuto modo di inserire la mia ultima risposta. Se i moderatori me lo consento, ci provo qui sotto:

    Io sono iscritta all’UAAR ma è ovvio che chi appartiene all’associazione e la pensa da estremista non rappresenta anche me. Come i partigiani che hanno commesso crimini non rappresentavano chi ha fatto dell’antifascismo militante una ragione di vita e magari è morto per quell’ideale. I crimini commessi dai partigiani sono certamente da condannare duramente ma non sono un motivo per denigrare il movimento o invalidarne le ragioni.
    Inoltre, in risposta a Paolo Viti:
    Il “noi” e “voi” non mi è mai piaciuto e non vedo la necessità di usarlo. Ognuno ha il proprio modo di vedere e sentire le cose. Il pensiero unico non mi appartiene. Parlando di me, sono stata via per Capodanno e ora che la news è “chiusa” non posso aggiungere il mio commento, tutto qua. Attenzione a puntare il dito, a giudicare senza informarsi prima.

    • Giorgio P. ha detto in risposta a atea

      Le rendo grazie per aver mostrato che ci sono atei che non la pensano come i suddetti, ma non è la prima volta che nell’uaar accade una cosa del genere (cioè gioire delle morti altrui).
      Sorgono dunque alcune questioni:

      1) Se l’uaar, in qualità di associazione, rifugge da questi comportamenti, perché non si distanzia da essi con comunicati ufficiali? Visto che persino una redattrice delle Ultimissime appoggia certe idee, sarebbe doveroso smentire il tutto in modo serio e univoco. E’ un comportamento standard in tutte le istituzioni: quando un membro di rilievo o con un incarico particolare compie un gesto non condivisibile dall’intera istituzione, si smentisce il coinvolgimento dell’associazione stessa, onde evitare fraintendimenti. Perché l’uaar non lo ha fatto? Perché ha insabbiato la faccenda reindirizzando la pagina di presentazione dei redattori delle Ultimissime? Concorderà di certo che il comportamento non è stato “limpido”; si potrebbe sospettare che qualcuno è in malafede.

      2) Se lei fa parte dell’uaar e non appoggia queste idee, perché non chiede serietà da parte dei suoi colleghi di associazione, mostrando loro che non fanno buona pubblicità alla causa, né a loro stessi, e che, al contrario, mettono in ridicolo tutti i membri dell’uaar, tanto che lei ha sentito la necessità di discostarsi esplicitamente da quelle posizioni scrivendo su questo sito?

    • Roberto Crociera ha detto in risposta a atea

      I crimini commessi dai commessi dai papa-re sono certamente da condannare duramente ma non sono un motivo per denigrare la chiesa o invalidarne le ragioni.
      ho fixato la cosa

    • Rebecca ha detto in risposta a atea

      Quello che dici ha sicuramente senso. Però si tratta di un’associazione di 4000 membri, la percentuale di estremisti è decisamente alta. D’altra parte chiunque scriva nel vostro forum se ne esce schifato dalla quantità di insulti che riceve, cosa che non avviene mai. Da parte mia ritengo che anche gli atei debbano assolutamente avere un’associazione che difenda i loro diritti, ma l’UAAR -una confessione religiosa i cui membri perseguono fini religiosi, come dicono i vostri documenti ufficiali: http://www.uccronline.it/2010/04/25/l8xmille-occhio-alla-confessione-religiosa-uaar/- lo fa attaccando costantemente e in modo volgare la Chiesa e le persone di fede. Per non parlare di quello che succede alle vostre spalle: http://www.uccronline.it/2011/03/31/luaar-pecca-di-razionalita-intrighi-lotte-di-potere-ed-epurazione-degli-eretici/
      Comunque è stato dimostrato il coinvolgimento diretto di una responsabile dell’UAAR, ovvero una rappresentante. Quindi capisco che sia giusto prenderne le distanze, ma teniamo conto che non si tratta solo di iscritti e di frequentatori del sito web. Il puntare il dito è dunque non solo necessario, ma anche assolutamente corretto per salvaguardare il rispetto di persone che oggi non ci sono più.

  2. Panthom ha detto

    Non andiamo fuori tema però, tempo per commentare su quel tema c’è stato per giorni.
    Rispetto all’articolo, è stato detto benissimo parlando dell’autodeterminazione. Non ci avevo mai pensato ed effettivamente è una contraddizione degli omosessualisti (anche etero): nell’aborto la donna dovrebbe essere libera di autodeterminarsi sopprimendo una vita umana, mentre una lesbica non potrebbe autodeterminarsi chiedendo aiuto per una attrazione omosessuale indesiderata. Alla faccia della coerenza!

  3. Zathor_aa ha detto

    Ma sbaglio o ha alle sue spalle una bandiera della pace??? Forse gli è rimasto qualche gadget del suo passato da gay.

    • Francesco B. ha detto in risposta a Zathor_aa

      Beh lo userà come monito o ricordo della sua passata. Non nega il suo passato e questo secondo me è giusto.

    • Falena-Verde ha detto in risposta a Zathor_aa

      Non è una bandiera della pace. Le bandiere della pace hanno il rosso nella parte inferiore, mentre quelle del movimento gay, o bandiere arcobaleno, hanno tal colore nella parte superiore. Quella che ha lì Cohen è una bandiera arcobaleno.

  4. Qumran ha detto

    Michael Swift dev’essere il fondatore di Arcigay…
    Dice: “noi saremo liberi di vivere la nostra vita secondo i dettami della pura immaginazione”
    Esatto, quindi avanti con la pedofilia, al sesso con gli animali, all’incesto, alla poligamia ecc…

  5. Paolo ha detto

    Solito Cohen…solito patetico tentativo di far passare il normale orientamento omosessuale come il risultato di un disagio.
    Solite teorie sconfessate ampiamente, a partire dall’organizzazione mondiale della sanità. Come al solito si cerca di spostare l’attenzione su un ipotetica posizione “pro choice” per distogliere l’attenzione dal vero obiettivo ossia quello di dare una visione distorta dell’omosessualità in funzione del furore ideologico religioso che anima questi personaggi. Vi fate ripetere sempre le stesse cose…ma fatevene una ragione. E fatevi due risate vedendo il video dove Cohen colpisce un cuscino con un battipanni come “terapia”.

    • mariasole ha detto in risposta a Paolo

      “dare una visione distorta dell’omosessualità in funzione del furore ideologico religioso che anima questi personaggi” giusto: l’ideologia gay non ha fondamenti scientifici, è proprio una religione!

    • Alessandro M. ha detto in risposta a Paolo

      Paolo, puntuale come un orologio 😉
      Oggi non citi più “tutta la scienza” ma l’OMS. Forse hai capito anche tu che l’APA non è più attendibile su questo argomento. Bravo!

      Mi piacerebbe capire il perché in questo caso l’essere “pro-choice” sarebbe ipotetico, mentre nell’aborto no. Grazie per aver inserito il link al video del battipanni, i tuoi commenti sono sempre documentati.

    • Kosmo ha detto in risposta a Paolo

      Ancora con ‘sta storia del “normale orientamento omosesssuale”?
      E che palle!

  6. lorenzo ha detto

    Cos’è l’omosessualità:
    Una conquista sociale?
    Il sintomo di una società in disfacimento?

  7. Pedro ha detto

    Vado leggermente OT facendo notare che tutti quelli che nella Chiesa combinano guai sono i progressisti e gli omosessualisti: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-05/vescovo-figli-dimette-ausiliario-132157.shtml?uuid=Aazv20aE

    • DSaeba ha detto in risposta a Pedro

      Già, perchè i tradizionalisti, con l’antisemitismo a gogò non fanno danni alla Chiesa? Smettiamola di scannarci tra di noi.

      • gabriele ha detto in risposta a DSaeba

        però chissà perchè le fraternità tradizionali sono rimaste stabili o in aumento con i fedeli, mentre i modernisti perdono fedeli ogni giorno che passa?
        Gesù disse ‘li riconoscerete dai frutti’

        • DSaeba ha detto in risposta a gabriele

          Io non sono modernista, nè tantomeno omosessualista, e sono felice che le fraternità tradizionali abbiano molti fedeli. Però d’altra parte quando si divide il popolo di Dio in questa maniera, se ne traggono sempre grandissimi problemi. Evitiamo di distinguerci in cattofascisti e cattocomunisti, per favore.

  8. Larry SFX ha detto

    per favore, se non riteniamo l’omosessualità una malattia, possiamo evitare di usare il termine “guarire”?

    • Bano ha detto in risposta a Larry SFX

      Credo che venga usato nel titolo del libro per le patologie affettive.

    • lorenzo ha detto in risposta a Larry SFX

      Hai ragione, non è una malattia, è una ferita emotiva: se non è zuppa è pan bagnato!!!

    • Diener ha detto in risposta a Larry SFX

      Beh comunque parliamoci chiaro, dite che l’omosessualità non sia una malattia ma comunque basta vedere tutta l’importanza che gli viene data (e in che modo soprattutto) per vedere che comunque è ritenuta negativamente.

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