Perfino Odifreddi rifiuta la sindone del Cicap e di Garlaschelli

Il giornalista Enzo Pennetta, attraverso l’associazione culturale Libertà e Persona, ha parlato dell’ultimo tentativo della rivista MicroMega di attaccare la Sindone. L’assalto, come abbiamo già ricordato ieri, è affidato al solito Piergiorgio Odifreddi, ed è già stato facilmente dimostrato come non sia stato per nulla efficace né significativo (cfr. Ultimissime 30/5/10).

La cosa interessante individuata da Pennetta, è che nell’articolo di MicroMega, Piergiorgio Odifreddi, non riconosce l’attendibilità della seconda Sindone prodotta dal CICAP attraverso il chimico Garlaschelli, il tutto finanziato profumatamente dall’UAAR di cui Odifreddi stesso è presidente onorario. Ricordiamo che l’associazione degli atei sta investendo tempo e denaro per portare la seconda Sindone in tutta Italia.

Il “matematico ateo-impertinente”, riguardo ai tentativi di riproduzione della Sindone effettuati con i mezzi attualmente (e non solo) a disposizione, ha affermato: “anch’io non sono particolarmente impressionato dalla riproduzione di Piero Pesce Delfino o Garlaschelli”. Prendiamo atto della onestà intellettuale che lo scienziato ha dimostrato in questo caso. Effettivamente, continua il giornalista, la riproduzione del prof. Garlaschelli, responsabile scientifico del CICAP e docente di chimica presso l’Università di Pavia (riprodotta alle pagine 42 e 45 della pubblicazione) è talmente malriuscita che non dovrebbe figurare tra le prove contrarie ma tra quelle a favore dell’autenticità del reperto.

Lo hanno dimostrato numerosi scienziati (cfr. La Sindone della UAAR è una perfetta bufala). Purtroppo poco dopo Odifreddi ritorna a dire le sue banalità: “una bufala che non si sa riprodurre resta una bufala”. Ma come? Quindi ciò che non si sa riprodurre è per forza una bufala? Ma se è una bufala medioevale, che ci vuole a riprodurla oggi con la tecnologia avanzata che ci vantiamo di possedere? Lo scientista Flores D’Arcais ha detto che ormai, grazie alla scienza “sappiamo tutto, sappiamo chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo (e in un certo senso perfino: che cosa possiamo sperare)” (Dio? Ateismo della ragione e ragioni della fede, Marsilio 2008, pag. 17-20), ed invece non riusciamo nemmeno a riprodurre una bufala creata da qualche furbetto medioevale?

Odifreddi in realtà aveva già creato qualche problemino alll’UAAR quando, sul sito Cultura Cattolica, aveva affermato: “Quanto all’UAAR, è un’associazione indipendente: io non sono iscritto, e non sempre condivido le loro iniziative, ma ho accettato il titolo di presidente onorario (insieme ad altri) perché l’ateismo ha vita molto più dura del teismo, soprattutto in Italia, e si configura come un pensiero di minoranza da sostenere, non fosse altro che per la libertà di parola e di opinione” (da www.culturacattolica.it).

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