La reliquia non si muove per miracolo: l’indagine della diocesi
- Ultimissime
- 13 Ott 2025

La diocesi di Lincoln indaga sulla reliquia di santa Gemma Galgani che sembra muoversi autonomamente. Un “sano scetticismo” conferma la serietà della Chiesa su miracoli.
La reliquia attribuita a santa Gemma Galgani non si muove per miracolo.
Dopo alcuni giorni che il video (qui sotto) è diventato virale, la diocesi ha fatto l’unica cosa giusta da fare: verificare con serietà.
Custodita nella chiesa di St. Thomas Aquinas nel campus universitario di Lincoln in Nebraska, la reliquia aveva attirato enorme attenzione dopo che alcuni video ne mostravano il movimento apparentemente spontaneo.
La clip qui sotto mostra la reliquia vibrare mentre gli altri oggetti intorno restano immobili.
L’indagine sulla reliquia tra serietà e prudenza
La notizia si è diffusa rapidamente tra comunità di fede, curiosi e media cattolici, suscitando folle di curiosi in corsa verso il “miracolismo“.
La diocesi di Lincoln si è invece mossa con sapienza e prudenza e ha prontamente avviato un’indagine ufficiale su ordine del vescovo James Conley.
Le verifiche si sono concentrate sull’ispezione del gancio su cui la reliquia era appesa.
Il risultato è stato chiaro: spostando l’oggetto, il fenomeno scompariva e apponendo altri reliquiari sul gancio originale si ripresentava lo stesso effetto.
Dalle analisi è emerso che il fenomeno era causato da una leggera vibrazione trasmessa dall’impianto di climatizzazione o da vicine apparecchiature elettriche sommate al piegamento del gancio e ad una distribuzione irregolare del peso. Ciò era sufficiente a far oscillare il reliquiario.
In una nota ufficiale la diocesi ha affermato che «l’interezza della nostra indagine ci ha portato a concludere che l’episodio non è di origine soprannaturale».
La Chiesa contro il miracolismo
Il vescovo mons. Conley ha anche ricordato che la Chiesa dispone di un processo canonico molto serio per valutare fenomeni straordinari, invitando ad attendere sempre il suo pronunciamento prima di giungere a conclusioni affrettate.
Padre Caleb La Rue, cancelliere della diocesi di Lincoln, è stato l’autore delle indagini con l’aiuto di un altro sacerdote e, a sua volta, ha commentato che la Chiesa deve guardare a queste cose con uno “sano scetticismo” per escludere prima qualunque causa “naturale” per questi accadimenti.
«Non che queste cose non possano accadere», ha detto. «Dio può certamente operare in una miriade di modi», ma la stessa attenzione andrebbe convogliata a cercare i modi ordinari in cui Dio mostra la Sua presenza nelle nostre vite.
L’approccio di padre Caleb è corretto. I miracoli, quelli veri, sono fenomeno molto seri e vanno trattati con molta prudenza. Gridare continuamente “al miracolo“ è controproducente per la credibilità del cattolicesimo.
Non è un caso che debbano passare decenni e molteplici esami indipendenti prima che la Chiesa si esponga a favore di un fenomeno miracoloso, un eccesso di rigore e prudenza da sempre molto apprezzato e che valorizza ancor di più i casi che vengono effettivamente dichiarati miracoli.
Interessanti anche le parole del vescovo James Conley: al di là della conclusione dell’indagine, l’evento ha destato interesse e devozione.
E forse questa attenzione mediatica potrà suscitare nei fedeli un rinnovato interesse per le reliquie e, soprattutto, per il mistero dell’Eucaristia, che definisce «il miracolo più grande di tutti».












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