Le Iene a caccia dei miracoli di San Carlo Acutis

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Il servizio de “Le Iene” sui miracoli di Carlo Acutis. L’intervista con la madre, Antonia Salzano, e la legittima curiosità di accedere alle cartelle cliniche. La proposta di UCCR.


 

L’ultima volta che Le Iene si sono occupate di “miracoli” non è andata loro troppo bene.

Lo abbiamo documentato in esclusiva nel 2022 quando l’inviato della trasmissione televisiva, Gaston Zama, si recò a Medjugorje per confezionare un servizio dissacrante e tornò a casa con il proprio operatore che giurò di aver percepito tra i rovi del Podbrdo un intenso profumo di rose.

Totalmente ignaro che si trattava dello stesso inspiegabile fenomeno percepito da molti pellegrini e dal fatto che quel fiore e quel profumo sono associati da sempre alla Madonna (detta anche “rosa mistica”).

A Medjugorje non ci sono più tornare ma, a distanza di tre anni, “Le Iene ci riprovano con Carlo Acutis, giovane proclamato santo il 7 settembre 2025.

 

L’intervista ad Antonia Salzano, madre di Carlo

E’ avvenuto nell’ultima puntata quando Michele “Wad” Caporosso, giovane Dj, giornalista e conduttore radiofonico, ha intervistato Antonia Salzano, madre di Carlo.

Il servizio si è svolto nel rispetto anche se non è da escludere che sia solo l’anteprima di successivi interventi più in linea con l’approccio denigratorio e manipolatorio de “Le Iene”.

Antonia Salzano ha confermato di non aver cresciuto Carlo in una famiglia religiosa: «Io personalmente non credevo». Su questo abbiamo scritto recentemente raccontando il fondamentale ruolo svolto dalla tata di Carlo, Beata Anna Sperczyńska.

 

“Le Iene” e i miracoli di Carlo Acutis

Il fulcro del servizio sono però i miracoli di Carlo Acutis.

L’inviato Wad lo esplicita: «Per un teenager di oggi si tratta di fantascienza».

Con la madre di Carlo si parla dei due miracoli accertati, il primo quello dell’improvvisa guarigione di Matheus, bimbo brasiliano di 6 anni affetto da una grave patologia al pancreas. Impossibilitato a mangiare solidi a causa dei dolori e sul quale fu ritenuto rischioso un intervento chirurgico.

Poche ore dopo aver pregato per la sua guarigione, toccando una reliquia di Carlo nel 2012, chiese di poter mangiare e si ristabilì completamente.

Il secondo miracolo, che portò Acutis alla canonizzazione, è legato a Valeria, giovane studentessa del Costarica in trasferta a Firenze finita in coma irreversibile dopo una caduta in bicicletta.

Il giorno in cui la madre si recò ad Assisi per pregare davanti alla tomba di Carlo, sei giorni dopo l’incidente, i medici la chiamarono per informarla del miglioramento improvviso e inspiegabile della figlia. La giovane oggi sta benissimo ed è intervenuta in piazza San Pietro nel giorno della canonizzazione di San Carlo Acutis.

L’inviato de “Le Iene” vorrebbe giustamente approfondire e consultare la cartella clinica dei due miracolati, ma ciò inevitabilmente contrasta con la privacy delle persone. La signora Antonio lo rassicura che su di essi si è già esposta una commissione di 15 medici.

Essa non stabilise il miracolo, che è un concetto teologico, ma l’inspiegabilità della guarigione dal punto di vista scientifico.

 

I prossimi servizi sui miracoli di Carlo

Comprendendo lo scetticismo di chi vorrebbe le “prove scientifiche” del miracolo, Antonia Salzano spiega: «Al tempo di Gesù, lui faceva i miracoli» davanti agli occhi dei suoi contemporanei, «eppure c’era comunque gente che non credeva. Se uno non vuole credere, non crede».

E aggiunge: «L’incontro con Dio avviene a livello personale, senza questo incontro non crederai mai» nemmeno davanti a un miracolo “certificato” dalla scienza.

Colpisce come Antonia parli dei miracoli con un certo distacco, anche l’inviato se ne accorge. La risposta è altrettanto condivisibile: «Io la fede ce l’ho, non ho bisogno dei miracoli per avere fede in Dio»

Il servizio si chiude con Michele “Wad” Caporosso che lascia l’indirizzo email della redazione, specificando: «Sarebbe bello poter esaminare caso per caso, un po’ come San Tommaso che ha bisogno di vedere con i propri occhi, di toccare per credere».

Conoscendo il modus operandi de “Le Iene”, ci permettiamo di prevedere il seguito:

  • Parleranno con qualcuno che dice di aver beneficiato di un miracolo di Carlo Acutis;
  • Selezioneranno solo i meno credibili;
  • Li faranno passare per “accettati dalla Chiesa”;
  • Richiederanno il consulto del CICAP o di qualche medico a loro afferente;
  • “Proveranno” che non si tratta affatto di guarigioni prodigiose;

 

Il nostro suggerimento a “Le Iene”

Considerando però che l’inviato Wad sembra in buona fede, suggeriamo un’altra opzione più interessante (anche se non si tratta di Carlo Acutis).

A Lourdes esiste un centro medico di cui è direttore l’italiano Alessandro de Franciscis, una corte scientifica istituita nel 1883 e composta da esperti di ogni credo (anche non credenti), chiamati a pronunciarsi su guarigioni che sfidano le leggi della medicina.

Vi si conservano migliaia di cartelle cliniche e documenti medici, tra cui annotazioni storiche come quella del premio Nobel Alexis Carrel, che si convertì dopo aver assistito a una guarigione inspiegabile.

De Franciscis è sempre molto disponibile e ha più volte invitato i medici scettici a recarsi al “Bureau des constatations médicales” per confrontarsi con lui e con i documenti medici.

Ecco care Iene, perché non cogliete questa occasione?

Autore

La Redazione

2 commenti a Le Iene a caccia dei miracoli di San Carlo Acutis

  • G.B. ha detto:

    Sicuramente non è la mamma che si occupa di verificare le segnalazioni di miracoli. Le Iene dovrebbero rivolgersi al postulatore della causa di beatificazione che senz’altro ha tutti i documenti. Oppure direttamente alla Congregazione per le Cause dei Santi dove hanno in archivio non solo il caso di Carlo Acutis ma anche di tutti gli altri santi.
    Ricordo che qualche anno fa lessi su Tempi un’intervista a un’oncologa che era stata consultata per esaminare un caso di guarigione da recidiva di un cancro. Lei era atea e le chiesero un parere “alla cieca”, le mostrarono la documentazione clinica senza dirle di cosa si trattava, era convinta che fosse una causa per malasanità o per l’assicurazione e che il paziente fosse morto. Restò sbalordita quando le dissero che era vivo e stava benissimo.