La Sindone ad Atene nel 1206? Alcuni indizi lo confermano

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Prima di giungere in Francia, la Sindone passò per Atene? Due indizi su Othon de La Roche e il sacco di Costantinopoli lo confermano. Un recente studio contribuisce a illuminare la principale tesi sul viaggio della Sindone.


 

Tra le molte teorie che circondano l’origine e la trasmissione della Sindone di Torino ce n’è una che coinvolge Othon de La Roche.

Si tratta di un cavaliere originario della Borgogna e primo governatore franco di Atene dopo la Quarta Crociata.

Recentemente sulla rivista Peregrinations: Journal of Medieval Art and Architecture è stato pubblicato un articolo (datato 2024 ma risale a pochi giorni fa) dello specialista Alessandro Piana, nel quale si getta nuova luce su questo personaggio e sui suoi legami con reliquie provenienti da Costantinopoli.

Tra queste, c’è la possibilità che de la Roche sia coinvolto con l’arrivo della Sindone in Occidente all’inizio del XIII secolo, aprendo interessanti prospettive per chi studia la storia del Sacro Lino. L’articolo apparso su “Peregrinations” ne parla in maniera marginale ma l’autore ha fornito a UCCR preziosi suggerimenti integrativi.

 

Othon de La Roche e la Sindone: Costantinopoli, Atene, Francia

Il focus della recente pubblicazione, come dicevamo, è su Othon de La Roche, il quale partì per l’Oriente nel 1201 con l’obiettivo di liberare la Terra Santa ma si ritrovò, invece, coinvolto nel saccheggio di Costantinopoli (1204).

In seguito ricevette la città di Atene come feudo e vi governò per circa 20 anni, durante i quali -secondo varie fonti1Riley-Smith J., The First Crusaders, 1095–1131, Cambridge University Press 1997 2Geary P.J., Furta Sacra. Thefts of Relics in the Central Middle Ages, Princeton University Press 1990-, entrò in possesso di reliquie sacre provenienti dai tesori imperiali bizantini.

Tra queste vi sarebbe stato anche un cofanetto ligneo, oggi conservato nel castello di Ray-sur-Saône in Francia, legato da una lunga tradizione familiare alla conservazione della Sindone. A partire dal 1980, secondo diversi autori3de Salverte H., Petit Guide pour les Visiteurs du Château et du Parc de Ray, Gray 1980 4Legrand A., Le Linceul de Turin, Desclée de Brouwer 1980 5Bergeret M., Le Trou Historique: 1204-1357 Symposium in Paris, 1993, il cofanetto sarebbe stato usato per trasportare da Atene in Europa la Sindone, il prezioso lino che avrebbe avvolto il corpo di Cristo.

Secondo questa tesi, quindi, la Sindone fu una delle reliquie sottratte dai crociati durante il saccheggio di Costantinopoli al culmine della Quarta crociata, poi portata ad Atene da de La Roche e infine da lui trasportata in Francia.

 

La Sindone ad Atene, due indizi dal XIII secolo

Quali sono però gli indizi che collocano la Sindone ad Atene nel XIII secolo?

Un documento chiave a supporto di questa ipotesi è una lettera del 1° agosto 1205 scritta da Teodoro Angelo Comneno (nipote di Isacco II, imperatore bizantino durante il sacco del 1204) a papa Innocenzo III, in cui si parla di un “sacro lino” sottratto da cavalieri francesi durante il saccheggio e portato ad Atene6Rinaldi P., Un documento probante sulla localizzazione in Atene della Santa Sindone dopo il saccheggio di Costantinopoli, in La Sindone. Scienza e fede, Bologna 1983, pp. 109–113.

Ne esiste una copia conservata presso il Museo della Sindone di Torino e nel testo si legge del «lenzuolo nel quale fu avvolto, dopo la morte e prima della Resurrezione, nostro Signore Gesù Cristo».

Se autentica, rappresenterebbe una delle pochissime testimonianze coeve dell’esistenza della Sindone nell’immediato post-sacco di Costantinopoli. Legata a essa c’è una lettera di Innocenzo III di cui abbiamo parlato qualche tempo fa.

C’è un secondo documento interessante che potrebbe confermare in maniera indipendente la presenza della Sindone ad Atene.

Lo ha spiegato a UCCR proprio l’autore del recente studio, Alessandro Piana, ricostruendo le iniziative intraprese da Innocenzo III dopo aver deplorato la crociata contro i cristiani d’Oriente.

Il pontefice incaricò il card. Benedetto di Santa Susanna di rappacificare la Chiesa cattolica latina con quella ortodossa greca (separate dal 1054), tentando anche una riunificazione ecclesiale. Il Legato pontificio intavolò così una missione verso il clero greco avvalendosi del monaco Nicola Nettario, del monastero greco di San Nicola di Casole, noto centro di cultura greco-latina, come mediatore e interprete.

In uno degli scambi epistolari, emerge il Tractatus de Communione, nel quale Nettario si riferisce proprio alle reliquie cristiane depredate dai Crociati e, tra le altre, cita espressamente «le fasce» del Salvatore «che anche noi in seguito abbiamo visto con i nostri occhi».

Il termine greco utilizzato è spárgana (fasce) che, anche dal punto di vista etimologico, ricorda l’atto dell’avvolgimento.

Secondo lo storico americano Daniel C. Scavone, il primo ad aver portato alla luce questa testimonianza, Nicola Nettario avrebbe visto le “fasce” quando nel 1206 si recò con il Legato pontificio Benedetto di Santa Susanna ad Atene. Città che, come già detto, dal 1205 era governata proprio da Othon de La Roche.

 

Il viaggio della Sindone da Atene alla Francia

Il cerchio sembra chiudersi e una cosa è certa: Othon de La Roche tornò poi in Europa portando con sé diverse reliquie7Walsham A., Relics and Remains, Past & Present, Suppl. 5, vol. 206 (2010), pp. 9–36.

E’ proprio il nuovo articolo di Piana a ricordarlo, descrivendo i reliquiari oggi conservati nel castello di Ray-sur-Saône.

Non è improbabile, quindi, che tra le reliquie portate in Francia da de la Roche dopo il 1225 vi potesse essere anche la Sindone, quel “lenzuolo” citato da Teodoro Angelo Comneno sottratto dai Crociati e portato ad Atene e quelle “fasce” viste direttamente dal monaco Nicola Nettario proprio nella città greca.

Una serie di indizi che, considerati nel loro complesso, offrono un quadro davvero interessante per fare luce sulla storia sconosciuta della Sindone.

Occorre tuttavia riferire anche le precisazioni provenienti dai più scettici, lo storico Andrea Nicolotti ricorda ad esempio che nessuna fonte medievale collega in modo diretto Othon de la Roche alla Sindone, né il cofanetto conservato a Ray-sur-Saône può essere con certezza identificato come contenitore del Sacro Lino8Nicolotti A., Sindone. Storia e leggende di una reliquia controversa, Einaudi 2015, pp. 44, 71.

 

La teoria del legame tra Othon de La Roche, Atene e la Sindone resta quindi un problema aperto e meritevole di attenzione.

Non sappiamo se tra le reliquie portate da Othon de la Roche in Occidente vi fu anche la Sindone. Alcuni indizi lo suggeriscono, ma la prova definitiva ancora manca.

Autore

La Redazione

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