L’Islam e l’islamismo, capire i due volti di una religione

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Islam o islamismo, che differenza c’è? Perché una religione si è trasformata in un’ideologia politica e poi si è radicalizzata nel terrorismo? Se ne parla in un convegno con Wael Farouq, Oliver Roy e Al-Issa. Qui il resoconto.


 

Com’è possibile che persistano le discriminazioni dei cristiani in terra islamica e che oltre 500 leader islamici si sia schierati al fianco ed in difesa della cristiana Asia Bibi e contro l’interpretazione violenta del Corano?

Ci sono imam islamici che inneggino alla jihad e altri, come il nigeriano Alhaji Abdullahi Abubakar, che rischiano la vita nascondendo i cristiani in moschea, salvandoli dal massacro.

Ci sono musulmani che devastano chiese e altri che aiutano i cristiani a ricostruirle, addirittura finanziando la costruzione di nuovi edifici di culto.

 

Il convegno sull’Islam

Un aiuto per capire meglio questa contraddizione evidente è stato un convegno realizzato a Rimini qualche anno fa e che abbiamo avuto modo di apprezzare solo recentemente.

Vi hanno partecipato Wael Farouq, docente di Lingua e Letteratura Araba all’Università Cattolica di Milano, Al-Issa, segretario Generale della Lega Musulmana Mondiale e il politologo ed islamista Olivier Roy.

Sintetizziamo di seguito i vari interventi, il video è in fondo all’articolo.

Ad introdurre i lavori è stato il docente musulmano Wael Farouq, che ha parlato della distinzione «tra l’islam come fede e religione e l’islam come ideologia politica».

Questo è il cuore della questione, capire come e quando l’Islam è diventato islamismo, cioè perché una religione sia diventata ideologia politica.

 

La trasformazione dell’Islam in islamismo

Un’interpretazione è stata data da Oliver Roy, tra i principali conoscitori dell’Islam in Europa e docente all’Istituto Universitario Europeo.

L’esperto ha spigato che il radicalismo islamico non ha radici nel Corano (pur contenendo versetti esplicitamente violenti verso gli “infedeli”) e nella storia del mondo musulmano, la radicalizzazione è un fenomeno recente. Risale al 1920 quando alcuni giovani intellettuali (non uomini di religione) «si sono posti un interrogativo: come mai è l’Occidente in un certo senso che ha vinto? Perché l’universo musulmano è stato battuto?».

La risposta a questa domanda è stata per loro trasformare l’Islam in una ideologia politica iniziando a parlare di «di costruzione di uno Stato islamico, di una costituzione islamica, di un partito islamico». Una ideologizzazione politica dell’Islam che c’entra poco con la spiritualità dell’Islam, anzi ne è un impoverimento.

Il passaggio da Islam a islamismo si è compiuto con la rivoluzione islamica in Iran nel 1978. Spiega Roy: «É lì che l’Occidente ha scoperto l’islamismo come forza politica, rivoluzionaria, anti-imperialista e evidentemente non democratica». Un processo che avvenne «nel silenzio delle autorità religiose musulmane, che non hanno saputo rispondere a questa radicalizzazione politica».

 

Il passaggio da islamismo a terrorismo

Oliver Roy, già autore nel 1996 di “L’Echec de l’Islam politique” (“Il fallimento dell’Islam politico”), aggiunge però che il progetto politico dell’Islam fallisce e questo ha portato a una terza svolta.

Da una parte alcuni partiti islamisti si sono radicalizzati, altri invece si sono “laicizzati” diventando come gli altri. Esempi di questi ultimi sono quelli presenti oggi in Marocco e Algeria, privi di ideologia islamica e slogan religiosi (con conseguente ritorno dell’Islam a religione).

Il politologo offre un paragone con quanto accaduto con il comunismo: anch’esso ha miseramente fallito e questo ha portato a una radicalizzazione violenta della gioventù, ben rappresentata dalle Brigate Rosse italiane, le bande Baaden-Meinhof tedesche e Action Directe in Francia.

«Lo stesso si è visto nel mondo musulmano», ha detto Oliver Roy. «Il fallimento delle ideologie islamiste degli anni ’90 ha dato vita alla radicalizzazione dei giovani a livello globale, che si identificavano in una comunità immaginaria, la Umma».

Questo ulteriore fenomeno avviene negli anni ’60-’80 e negli anni ’90 l’islamismo radicale attecchisce in Occidente, con i giovani che aderiscono alla jihad in Siria e in Iraq. L’attentato terroristico alle Torri gemelle avverrà nel settembre 2001.

Dopo il fallimento dell’Islam politico rimane quella che Roy chiama una «dimensione nichilista, una fascinazione per la morte», una forma di disperazione. E’ questo che guida i giovani che aderiscono alla jihad, al martiro, compiendo attentati suicidi.

Non cercano più di costruire qualcosa, non credono al futuro, vogliono solo vendetta:

«Se si crede nella costruzione di una società giusta si vuole vivere, non si cerca di morire. Se si vuole morire è perché non si crede nella vita, non si crede nel futuro. Nello jihadismo radicale, a mio vedere, c’è l’espressione di un certo nichilismo della gioventù di oggi: non è un fenomeno religioso, non c’è una teologia».

La visione del professor Oliver Roy è interessante, anche se non è certo l’unica lettura sull’Islam.

 

Al-Issa, islamici contro l’islamismo

D’accordo con questa interpretazione storica è Al-Issa, presidente della Lega musulmana mondiale, definito dal card. Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York, il «portavoce più eloquente del mondo islamico per la riconciliazione e l’amicizia tra le religioni del mondo».

Al-Issa è uno degli esponenti islamici che più di tutti sta combattendo l’islamismo politico, per questo è odiato dagli islamisti.

Presente al convegno a Rimini nel 2019, ha spiegato che l’Islam politico si è fortificato e ha influenzato «gran parte del mondo islamico» perché «si sono dimenticati i valori umani dell’islam, tralasciandone l’autentico spirito. C’è stato un pensiero islamico moderato che contrastava queste idee ma non è stato organizzato in maniera organica».

La Lega musulmana, di cui Al-Issa è presidente, opera contro l’islamismo stringendo accordi di cooperazione reciproca con organizzazioni religiose, sociali e umanitarie.

 

Qui sotto il video dell’incontro “Conoscersi per capirsi, capirsi per convivere”

Autore

La Redazione

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