Parigi celebra Notre-Dame: il sacro vince sull’Illuminismo
- Ultimissime
- 09 Dic 2024
Parigi e l’Illuminismo. La cerimonia di riapertura della cattedrale medievale di Notre Dame nel cuore della Francia laicista è stata la sconfitta delle promesse illuministe: il cristianesimo non è stato schiacciato. Parigi è tornata per un giorno centro della cristianità.
“Écrasez l’infâme”, diceva Voltaire alludendo alla Chiesa cattolica.
Ovvero, “schiacciate l’infame!”.
Divenne in breve tempo il motto di Parigi e dell’Illuminismo francese, che lo storico francese Paul Hazard definì il grande «processo contro Dio»1P. Hazard, La crisi della coscienza europea, Utet 2007.
Voltaire, Diderot, d’Holbach e altri protagonisti di allora giurarono che la religione sarebbe scomparsa in breve tempo, che il progresso della ragione e della scienza avrebbe schiacciato definitivamente il cristianesimo.
Dispiace molto che venerdì non abbiano potuto partecipare alla grande cerimonia per la riapertura della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, un evento trasmesso in mondovisione e che ha paralizzato l’intera Francia, rendendola improvvisamente, per un giorno, centro della cristianità.
La cattolicità nel cuore della Parigi illuminista
E’ stato infatti molto più di un evento religioso o culturale.
L’immagine dei grandi del mondo riuniti in una cattedrale cattolica nel cuore della Francia laicista è un’eloquente sconfitta dell’ideologia illuminista tesa a relegare la fede a un aspetto marginale, ininfluente ed esclusivamente privato.
Lo storico di Princeton, David A. Bell, ha riconosciuto che l’Illuminismo scippò al cristianesimo termini come libertà, uguaglianza e fraternità. E li svuotò della loro natura, così la tolleranza divenne ideologia e appena andarono al potere portarono il Terrore e la ghigliottina.
Proprio due anni fa Papa Francesco ha canonizzato le martiri di Compiegne, sedici suore massacrate dai tolleranti illuministi.
Parigi, cuore dell’Illuminismo di Robespierre e Voltaire non si sarebbe mai immaginata che dopo tre secoli il mondo avrebbe guardato la Francia celebrare la cattedrale di Notre-Dame, riconoscendo l’importanza storica, artistica e l’eredità spirituale del cattolicesimo.
Quello stesso luogo che un tempo venne stato visto come baluardo di superstizione, venerdì è stato inneggiato a simbolo universale di speranza e rinascita.
L’Illuminismo non ha sradicato il bisogno del sacro
Già dopo l’incendio del 2019 si era intuito quanto Notre-Dame fosse amata dai francesi e universalmente riconosciuta come patrimonio dell’umanità. La costruzione iniziò nel 1163 e terminò nel 1260.
Le donazioni provenienti da tutto il mondo per la sua ricostruzione testimoniano un paradosso che l’Illuminismo non ha saputo sradicare: l’uomo moderno, come quello antico, sente ancora il bisogno di luoghi che trascendono l’immanenza, che parlano di sacro e respirano di eternità.
In questo senso, abbiamo visto nell’evento dell’altro ieri molto più di una cerimonia liturgica o istituzionale.
Pur non essendo presente, Papa Francesco è stato lungimirante nel messaggio inviato, augurando che «la rinascita di questa straordinaria chiesa costituisca un segno profetico del rinnovamento della Chiesa in Francia».
Anche il Papa ha visto in Notre Dame «non solo un attaccamento all’arte e alla storia, ma anche – e quanto è incoraggiante! – il segno che il valore simbolico e sacro di un simile edificio è ancora ampiamente riconosciuto».
Ha quindi concluso invitando «tutti i battezzati che con gioia entreranno in questa Cattedrale a provare un giusto orgoglio e a riappropriarsi della loro eredità di fede».
Il buon Voltaire potrà rivoltarsi nella tomba quanto vuole, ma Notre-Dame dimostra che il cristianesimo non è stato schiacciato.
Al contrario, continua a ispirare, commuovere e attrarre i grandi e i piccoli del mondo.
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