Il mito popolare sulla Santa Inquisizione, nuovo dossier UCCR

Il nuovo dossier UCCR è dedicato al mito della Santa Inquisizione: una raccolta di citazioni dei principali studiosi, accomunati dal contrastare la leggenda che impedisce alla storiografia moderna di giungere al grande pubblico. Ciò che si dice dell’Inquisizione cattolica è in gran parte falso.


 

Prosegue la pubblicazione degli attesi dossier UCCR, dettagliati e inediti approfondimenti su varie tematiche che trattiamo abitualmente.

Ci siamo dedicati all’Inquisizione o, meglio, alle inquisizioni, quella medievale (dal XII al XIV secolo), quella romana (dal 1542 al 1965) e l’Inquisizione spagnola (dal 1478 al 1834), quest’ultima totalmente dipendente dalla Corona e spesso in antagonismo alla Chiesa di Roma.

L’obbiettivo è contrastare il mito della Santa Inquisizione e portare alla luce i risultati di decenni di studi storici che contrastano apertamente con il il pregiudizio anticattolico nato in ambienti illuministi e protestanti con lo scopo di rappresentare il tribunale inquisitorio come simbolo dell’oscurantismo religioso romano.


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Gli storici e la leggenda nera dell’Inquisizione


 

Il mito sulla Santa Inquisizione.

Oggi pubblichiamo il primo dossier, nel quale abbiamo dettagliatamente raccolto, e continueremo a raccogliere, i giudizi conclusivi dei principali specialisti internazionali sull’Inquisizione e sulla leggenda nera che ancora oggi impedisce ai risultati della storiografia moderna di uscire dai circoli accademici.

Attenzione, nessuno delle decine di storici citati (con relativa fonte bibliografica, basta cliccare sul numerino alla fine della citazione) ha la minima intenzione di contrapporre al mito sulla Santa Inquisizione una “leggenda bianca o rosa”, anzi concordano tutti che si trattò di un’iniziativa sinistra, intollerante verso le forme di dissenso.

Come scrive lo storico Andrea Del Col, «le poche uccisioni di eretici, fatte in nome di Dio per motivi legati alla difesa della fede cristiana, anche se eseguite legalmente, noi le valutiamo aberranti»1Andrea Del Col, L’Inquisizione in Italia. Dal XI al XXI secolo, Mondadori 2021, p. 13, 14.


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Gli storici e la leggenda nera dell’Inquisizione


Il giudizio della storia sul mito della Santa Inquisizione.

Questi storici concludono anche che «non esistette nessuna istituzione persecutoria organizzata ed efficiente»2Jennifer Kolpacoff Deane, A History of Medieval Heresy and Inquisition, Rowman & Littlefield Publishers 2011, p. 88, che è una «leggenda nera» pensare al Sant’Uffizio come una «corte di giustizia sarebbe stata retta da frati spietati, crudeli, sempre smaniosi di istruire processi e bruciare persone»3Dennj Solera, La società dell’Inquisizione, Carocci 2021, p. 15-18, 27-28.

Nei paesi cattolici «si ebbe in realtà un uso giudiziario della tortura assai moderato e un numero di vittime molto basso, se paragonato all’Europa centro-settentrionale». Gli inquisitori «erano restii a comminare la pena capitale, preferendo generalmente condanne più blande»4Marina Montesano, Superstizioni dell’età moderna, Il Manifesto, 31/12/2011.

Se, alla luce degli studi moderni, si prova a confrontare l’operato della Santa Inquisizione a quello dei tribunali secolari dell’epoca, a quanto avvenne nei paesi protestanti, all’epoca del Terrore in cui implose la Rivoluzione francese, ai crimini dell’eugenetica scientista, alle dittature sanguinarie (in gran parte atee) del Novecento ed a quanto avviene tuttora in diverse parti del mondo, l’immagine di quegli inquisitori preoccupati della salvezza delle anime rischia addirittura di illuminarsi di luce propria.

Non vi furono infatti solo le 1.250 persone5Andrea Del Col, L’Inquisizione in Italia. Dal XII al XXI secolo, Mondadori 2006, p. 772-784 6Christopher Black, Storia dell’Inquisizione in Italia, Carrocci Editore 2013, p. 345 condannate al rogo dall’Inquisizione romana in tutta la sua storia (quattro secoli), ma anche tutele per gli accusati, avvocati difensori, protezione dalle vendette di terzi tramite l’anonimato, salvataggio di centinaia di “streghe” ingiustamente accusate, tentativi fino all’ultimo di salvate la vita degli eretici con la confessione, mantenimento a spese degli inquisitori delle famiglie più povere dei detenuti ed un’infinità di revisioni processuali in ottica moderatrice da parte dei papi.


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Gli storici e la leggenda nera dell’Inquisizione


 

Il nuovo dossier sull’Inquisizione cattolica.

Ciò che gran parte delle persone sa o ha sentito dire della Santa Inquisizione, è falso. Dimostreremo il mito a partire da questo nuovo dossier.

Siamo vittime di quella che Franco Cardini, professore ordinario di Storia presso l’Università di Firenze, ha definito «un oceano d’immonda, innominabile paccottiglia sotto forma cartacea, informatico-telematica, cinematografica»7Franco Cardini, prefazione di R. Camilleri, La vera storia dell’Inquisizione, Piemme 2001, p. 8.

 


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3 commenti a Il mito popolare sulla Santa Inquisizione, nuovo dossier UCCR

  • Alfonso Taboada ha detto:

    Derrumbando mitos: “La Iglesia medieval creía que la locura era una posesión diabólica” https://www.infocatolica.com/blog/notelacuenten.php/1712161250-derrumbando-mitos-la-iglesia Ciò detto, gli anticlericali non menzionano mai che il Malleus[19] è stato respinto dai teologi dell’Università di Colonia e che hanno condannato il libro per la sua misoginia, la sua morbosità, il suo disprezzo per i diritti processuali dell’imputato, oltre ad essere superstizioso e incompatibile con la dottrina cattolica su Satana e i demoni. Le affermazioni di Kramer secondo cui quattro professori avevano accettato il suo testo potrebbero, come riconosce la stessa Wikipedia, essere state falsificate. E infatti questo domenicano fu denunciato dall’Inquisizione nel 1490. Inoltre, in molte occasioni il clero parlò con autorità per vietare la persecuzione delle streghe. Tra loro c’erano pontefici e santi cattolici: sant’Agobardo, arcivescovo di Lione, scrisse “Contra insulsam vulgi opinionem de grandine et tonitruis” (contro le credenze sciocche della gente sulla grandine e sui fulmini) (PL, CIV, 147); Papa Leone[20] VII scrisse nel 936 una lettera all’arcivescovo Gerhard costringendolo a istruire le autorità locali a non giustiziare gli accusati di stregoneria. Nella sua lettera faceva specifico riferimento al fatto che la nuova legge sotto il cristianesimo comandava la misericordia, mentre la legge pagana aveva comandato la morte: sebbene secondo l’antica legge tali persone fossero condannate a morte, la legge ecclesiastica risparmiava loro la morte, la vita perché potessero pentirsi. Papa Gregorio VII[21] nel 1080 scrisse al re Harald di Danimarca lamentandosi che i danesi avevano l’abitudine di rendere certe donne responsabili di tempeste, epidemie e ogni sorta di mali, e di bruciarle vive per questo. Il Papa ha ordinato l’immediato divieto di queste esecuzioni e ha dato istruzioni per educare il popolo danese che perseguitare le presunte streghe era superstizioso e crudele.

  • Alfonso Taboada ha detto:

    Américo Castro, uno dei tanti intellettuali lobotomizzati dalle menzogne ​​della Leggenda Nera, sosteneva che l’ossessione inquisitoria per la purezza del sangue impedisse il consolidamento di una borghesia nazionale e, di conseguenza, la rovina della scienza spagnola. Secondo Castro e i suoi seguaci (Gilman, Sicroff) la presunta ossessione spagnola per la purezza del sangue provocò l’esclusione dei conversos dalle posizioni d’onore e li ridusse alla miseria, che presumibilmente causerebbe la sclerosi dell’economia e della scienza. Il problema di questa ipotesi è che ignora che gli statuti non sono mai riusciti a entrare a far parte del diritto spagnolo. Nessun codice legale ha riconosciuto la discriminazione nella pulizia. Solo un piccolo numero di corporazioni private aveva statuti: l’Inquisizione, i sei Colegios Mayores de Castilla, gli Ordini militari, tre ordini religiosi, una dozzina di cattedrali e alcune corporazioni locali. I convertiti potevano normalmente frequentare qualsiasi Università o ricoprire qualsiasi incarico governativo, entrare nella nobiltà o nella Chiesa29. Quindi non hanno colpito tutti. D’altra parte, durante il regno dei Re Cattolici, l’amministrazione fu afflitta da convertiti: Luis de Santángel, notaio razione, la cui famiglia divenne imparentata con i Villanueva; Gabriel Sánchez ei suoi discendenti saranno tesorieri generali del regno; Sancho Paternoy, maestro razionale; Alfonso de la Caballería, che diventerà imparentato con la Justicia de Aragón, vicecancelliere; Felipe Climent, protonotario; segretari reali, Juan de Coloma e Miguel Pérez de Almazán, Signore della Maella, che costruiranno una cappella nella chiesa di Santa María del Pilar. Gabriel Zaporta30 fu banchiere di Carlo V. Come se non bastasse già nel XV secolo, Díaz de Toledo, Alonso de Cartagena, Lope Barrientos e Juan de Torquemada (zio dell’inquisitore)

  • giuliano ha detto:

    Bel lavoro. Grazie UCCR.