Il fisico Steven Weinberg e la sorprendente nostalgia di Dio

fisica ateiCertamente uno dei principali fisici teorici viventi è Steven Weinberg, premio Nobel (1979) e titolatissimo accademico americano. Tra i suoi meriti principali quello di aver enormemente contribuito all’elaborazione della teoria elettrodebole.

Weinberg è anche spesso citato dai critici del teismo e del cristianesimo in quanto dichiaratamente ateo, autore di questa famosissima frase: «Quanto più l’universo ci appare comprensibile, tanto più ci appare senza scopo» (S. Weinberg, “The First Three Minutes: A Modern View of the Origin of the Universe”, Basic Books 1977). Ovvero, con il procedere della scoperte scientifiche, diminuirebbe sempre più la percezione di uno scopo della vita e dell’universo.

Rispettiamo questo punto di vista, ricordando soltanto però che si tratta semplicemente di una opzione filosofica da lui semplicemente scelta: nessun dato naturale e/o scientifico ci costringe o porta necessariamente ad abbracciare questo estremo nichilismo.

Ci ha colpito molto leggere poco tempo fa un chiarimento dello stesso Weinberg circa la sua celebre citazione. «Nel mio libro del 1977, “I primi tre minuti”», ha scritto, «fui tanto imprudente da osservare che “più l’universo appare comprensibile, più appare senza scopo”. Non volevo dire che la scienza c’insegna che l’universo è senza scopo, ma che l’universo stesso non ci suggerisce nessuno scopo, e subito dopo aggiungevo che noi stessi possiamo inventare uno scopo della vita, magari quello di cercare di capire l’universo. Ma ormai il guaio era fatto, e da allora quella frase mi ha sempre perseguitato. […]. La risposta che mi è piaciuta di più è stata quella dell’astronomo Gerard de Vaucouleurs, mio collega all’Università del Texas, il quale disse di trovare “nostalgica” la mia osservazione. Lo era davvero; era piena di nostalgia per un mondo nel quale i cieli narrano la gloria di Dio» (S. Weinberg, Il sogno dell’unità dell’universo, Mondadori 1993, pp. 263-264).

Perché mai, vorremmo chiedergli, il suo animo percepisce tale nostalgia verso la gloria di Dio? Come si spiega il contrasto tra la sensazione di inutilità suggeritagli dall’universo e il desiderio interno a lui, inestirpabile, di un Significato? E’ forse un fatale inganno della nostra natura, averci creato con questa inesauribile sete di un Dio? Ancora una volta la risposta è affidata ad ognuno: o la nostra natura è crudelmente menzognera oppure non lo è.

Se Weinberg ha arbitrariamente deciso che l’universo non suggerisce (a lui) alcuno scopo, occorre precisare che molti suoi colleghi, invece, la pensano diversamente: «Secondo la mia opinione e quella di un crescente numero di scienziati», ha ad esempio affermato il noto fisico Paul Davies, «la scoperta che la vita e l’intelletto siano emersi come parte dell’esecuzione naturale delle leggi dell’universo è una forte prova della presenza di uno scopo più profondo nell’esistenza fisica. Invocare un miracolo per spiegare la vita è esattamente quello di cui non c’è bisogno per avere la prova di uno scopo divino nell’universo» (P. Davies, Conferenza pronunciata a Filadelfia su invito della John Templeton Foundation e diffusa da Meta List on “Science and Religion”).

Il premio Nobel per la fisica, C.H. Townes, ha voluto rispondere direttamente al suo amico Weinberg con queste parole: «Noi dobbiamo prendere le decisioni in base ad un giudizio, certo, ma abbiamo anche qualche prova per rispondere. Credo, ad esempio, che una di queste si avvale del riconoscimento che questo universo è appositamente progettato, è un universo molto particolare e dev’esserci stato un fine, uno scopo […]. Steve Weinberg ha un giudizio facile, ha detto che tutto è accidentale e senza scopo. Io ho un diverso tipo di giudizio» (C.H. Townes, discorso durante l’assegnazione del Premio Templeton 2005).

Tornando alla nostalgia professata da Weinberg, ci è anche sembrata molto opportuna l’osservazione dell’astrofisico italiano Marco Bersanelli, docente presso l’Università di Milano: «L’interrogativo è inevitabile: non ammettere la possibilità che il mondo fisico rimandi ad altro oltre a sé equivale a negare la possibilità di un senso. E talvolta anche chi afferma che tali domande sarebbero nostre invenzioni in fondo spesso nasconde la nostalgia di un significato pieno e totale» (M. Bersanelli e M. Gargantini, Solo lo stupore conosce, Rizzoli 2003, p.270).

La redazione

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81 commenti a Il fisico Steven Weinberg e la sorprendente nostalgia di Dio

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  1. Max ha detto

    Weinberg e’ davvero uno dei massimi fisici viventi. I suoi lavori ed i suoi testi sono a livello di eccellenza.

    Allo stesso tempo, e’ ferocemente critico del cristianesimo e del teismo in generale. Ho letto sue dichiarazioni molto forti in materia.

    Pero’ ha anche aggiunto una frase che mi ha colpito parecchio. “Una volta che avremo capito che la religione e’ falsa, non potremo guardare la Nebulosa Aquila [una delle piu’ belle nebulose nelle immagini dei telescopi, dove sono state viste nascere nuove stelle e nuovi sistemi solari] e sentirci di nuovo contenti. La religione ci manchera’”.

    • Panthom ha detto in risposta a Max

      Si, che un po’ corrisponde alla citazione presente nell’articolo in effetti…

    • Klaud ha detto in risposta a Max

      ”…“Una volta che avremo capito che la religione è falsa, non potremo guardare la Nebulosa Aquila e sentirci di nuovo contenti. La religione ci mancherà”…”
      Esatto, come Babbo Natale ad un bambino.

      • lorenzo ha detto in risposta a Klaud

        Errato:
        Tu puoi solo dimostrare che è sbagliato credere che i doni li porti Babbo Natale,
        non che a Natale i bambini ricevono i doni.

        • Klaud ha detto in risposta a lorenzo

          La religione ci mancherà = Babbo Natale mancherà ai bambini quando capiscono che non esiste. Capittto!?
          Esattamente quello che ha detto Weinberg: puoi sapere che esiste la Nebulosa Aquila, e solo credere che qualcuno l’abbia creata.

          • lorenzo ha detto in risposta a Klaud

            Se tu eri convinto che i doni li portasse Babbo Natale e sei persuaso di aver smontato chissà quale bufala quando hai capito che non esiste, sono solo affari tuoi: anche se venisse chiamato Pinco Pallino, smetterebbero forse i bambini di ricevere i regali a Natale?
            Io sono convinto che i bambini a Natale ricevono doni: è questa mia convinzione che devi dimostra sia falsa. Capittto!?

        • Fabio ha detto in risposta a lorenzo

          Grande, Lorenzo! 🙂

      • Max ha detto in risposta a Klaud

        Opinione tua, che hai il diritto ad avere.

        Comunque, da quello che ho letto, dubito che fosse questo il senso che Weinberg volesse dare.

        • Klaud ha detto in risposta a Max

          Mi sono limitato a fare una semplice osservazione sulla frase riportata, il cui significato è: quando tutti i segreti dell’universo saranno svelati
          la nebulosa dell’Aquila ci sembrerà meno straordinaria. La delusione degli astronomi sarà pari a quella del bimbo che scopre l’inesistenza di B.N.
          Il bimbo scopre che sono i genitori a portare i regali, ma lorenzo continuerà a fantasticare in eterno, contro ogni evidenza, sull’esistenza di un creatore.
          Le arbitrarie e abituali deviazioni di lorenzo sono solo espedienti dialettici.
          Deve aver imparato a memoria i vecchi stratagemmi di Schopenhauer.

          • lorenzo ha detto in risposta a Klaud

            Disse un giorno un tizio al bambino: “Non è Babbo Natale che ti porta i regali, sono i tuoi genitori”.
            Rispose il bambino al tizio: “A me i regali li porta il mio babbo che si chiama Natale”.

          • lorenzo ha detto in risposta a Klaud

            Possibile non ti entri in testa che il problema non è se i regali li porta Babbo Natale ma perché vengono fatti i regali?
            Possibile non ti entri in testa che il problema non è come è venuto all’esistenza il mondo ma perché?

            Vorrei farti una domanda: quando la scienza avrà finalmente soddisfatto la mia e credo anche la tua curiosità di sapere come funziona tutto ciò che esiste, avrà forse risposto anche alla domanda sul perché esiste tutto ciò che esiste?

          • Max ha detto in risposta a Klaud

            “[…] sulla frase riportata, il cui significato è: quando tutti i segreti dell’universo saranno svelati la nebulosa dell’Aquila ci sembrerà meno straordinaria…”

            Abbi pazienza con me, Lorenzo. Come hai dedotto che Weinberg volesse proprio dire una cosa del genere?

            Poi eviterei gli assoluti, come ” contro ogni evidenza”.

          • Riccardo_CS ha detto in risposta a Klaud

            Quando ho scoperto che i regali me li facevano i miei genitori, Babbo Natale mi è apparso come una cattiva imitazione.

            • Klaud ha detto in risposta a Riccardo_CS

              Non c’è nulla di più penoso che, avendo fatto un esempio ironico per dimostrare qualcos’altro, si sposti la discussione esclusivamente sull’esempio, che c’entra come i cavoli a merenda… o come babbo natale con la creazione dell’universo. Continuate, prima o poi vedrete la luce!

              • Riccardo_CS ha detto in risposta a Klaud

                Non intendevo spostare la discussione sull’esempio.
                Volevo invece evidenziare che se può esistere, su una questione così banale come i regali di natale, un approccio diverso da quello infantile, a maggior ragione questo dovrebbe valere per ciò che riguarda la questione di Dio.
                Da come parli invece, sembra che tu non sia riuscito ad affrancarti dall’idea di Dio come di un vecchio con la barba bianca.

  2. lorenzo ha detto

    Il cervello di chi vorrebbe dimostrare scientificamente la religione è speculare a quello di chi vorrebbe dimostrare la scienza con la religione.

    • Max ha detto in risposta a lorenzo

      In un certo senso e’ vero, specie se si parla di dimostrazione “scientifica”.

      Pero’ fai attenzione a quello che diceva S. Agostino: “credo ut intellegam, intellego ut credam” 😉 Comunque questa e’ una affermazione appunto filosofica, non scientifica, e come tale va considerata.

    • Klaud ha detto in risposta a lorenzo

      – dimostrare scientificamente la religione – dimostrare la scienza con la religione –
      Due cose che a nessun ateo verrebbero in mente.

      • lorenzo ha detto in risposta a Klaud

        Quando è possibile dimostrare scientificamente un qualcosa?
        Quando questa è fisicamente descrivibile.

        La religione è fisicamente descrivibile?
        La religione non è fisicamente descrivibile per il semplice fatto che non è un fenomeno fisico.

        Voler cercare di dimostrare scientificamente la religione equivale a voler dimostrare che non esiste.

  3. Fabio ha detto

    Lì, nella Nebulosa Aquila, dove la scienza ha osservato nascere nuove stelle e sistemi solari, la mano di Dio Padre dipingeva nuova luce di vita sulla tela oscura.

    Perfino le Sacre Scritture appaiono come stipule di contratto vetuste, se proviamo ad immaginare le nuove genesi Divine su altri mondi.

  4. Fabio ha detto

    Due anni fa che lessi alcuni quaderni della mistica o presunta tale, Maria Valtorta, la mia attenzione fu attratta da una frase che Gesù Cristo le avrebbe pronunciato, questa: “Se mio Padre non intervenisse di continuo nell’universo, (si riferiva alla nascita di nuove stelle), l’universo, a lungo andare, diverrebbe buio.”

    • Fabio ha detto in risposta a Fabio

      Se ne deduce, quindi, che la scienza più ostinatamente atea, mentre osserva la genesi di nuove parti di universo, guarda in realtà Dio. Non vede Lui materialmente, ma ciò che in quel momento le Sue mani e il Suo ingegno stanno generando, che non è nient’altro che la riproposizione di quel che fece col nostro Sistema Solare, con la sola differenza che non possiamo minimamente immaginare quali ambienti, gravità, generi o forme di vita, Egli decida di generare in quegli angoli remotissimi di universo.
      Che cosa volete che sia, questo nostro pianeta Terra, se non una semplice poesia facente parte di una raccolta di milioni di altre poesie disseminate nell’immensità!
      Con buona pace per gli atei e anche per coloro i quali considerano questo pianeta il più grande capolavoro nell’universo. No, è soltanto una poesia, magnifica, certa, ma il capolavoro è lì fuori. 😉

  5. Taigura Araphael ha detto

    anni fa vidi “the atheism tapes”di Richard Dawkins, dove venne intervistato Weinberg e ricordo che già all’epoca non mi fece una buona impressione. Sarà anche un eccellente fisico, ma mi convince poco in altri ambiti. Potrei persino dire di trovarmi più in linea con Dawkins stesso che con lui.

    • Steve ha detto in risposta a Taigura Araphael

      Ma infatti non riesco a capire come un fisico possa pronunciarsi su temi etici e religiosi praticamente a livello dogmatico per i suoi adepti (ovvero quei fenomeni ateucoli da tastiera che vedono nella scienza l’unica religione bullandosene, anche se magari in biologia al liceo avevano 3…)

      Avrà le sue idee come tutti su quei temi, io mi limito a guardare e valutare la sua fascia di competenza, ovvero la fisica.

      Ovvio poi che fenomeni come klaud e pendesini eleggono dawkins weinberg hawking e co. A tuttologi che gli insegnano pure ad usare il vasino

    • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

      Senza “sara un eccellente fisico”… lo e’, credimi.

      Ma per il resto sono d’accordo.

      • Taigura Araphael ha detto in risposta a Max

        “superficiale”. Questo è il termine che vedo più indicato. Nella sua critica al teismo vedo più elaborato Dawkins. Ma vabbè, qui non si tratta nemmeno di critica al teismo…..un po mal posto il problema.

        • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

          Ti diro’. Una volta ha criticato una delle vie di Tommaso, sull’esistenza di una causa fondamentale dell’Univers credo, dicendo “Ma uno che si mette a pregare, la meccanica quantistica?”

          Allora ho capito che Weinberg non aveva capito molto di Tommaso. Che aveva i suoi difetti, ma sapeva che le leggi fisiche vengono dopo l’esistenza degli oggetti; perche’ esse descrivono come gli oggetti interagiscono l’uno con l’altro in virtu’ della loro natura. Dunque le leggi non possono spiegare di per se’ l’esistenza degli oggetti.

          • Taigura Araphael ha detto in risposta a Max

            “Allora ho capito che Weinberg non aveva capito molto di Tommaso”

            Il problema max qui è che ben poche persone hanno compreso l’AT. Anche su uccr, i cattolici che hanno penetrato l’essenza della sua filosofia si posso contare sulle dite di una mano. Figurati quindi se molti atei stanno a farsi pippe su tommaso.
            Una delle ragioni di questo, è che per muovere delle critiche all’AT, non servono competenze scientifiche, requisiti che maldestramente credono necessari molti atei ( e molti credenti che per contestare l’ateismo, piuttosto che affidarsi all’AT, fanno ricorso ad argomenti come il fine-turning, ad esempio). Contestare l’AT è campo della filosofia analitica, non della scienza, ma capirlo max, non credo che sia così immediato. Non trovi?

            Riguardo Dawkins, conosciamo il personaggio, ma io non lo sottovaluterei troppo. Ho letto molti libri su di lui, molte interviste ecc….e ti dico che non è un personaggio facile da inquadrare come si crede. Ad esempio tra lui ed Odifreddi, ho ragione di dire che Dawkins sia più elaborato, quando molti metterebbero il suo ateismo sullo stesso piano. ovviamente non prendere troppo letteralmente quello che sto dicendo, perchè è un argomento che merita approfondimenti.

            • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

              Sono (purtroppo) d’accordo riguardo la nostra ignoranza (e difficolta’ di comprensione) su Tommaso D’Aquino ed in generale dell’AT.

            • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

              Parimenti, penso che sarebbe meglio se UCCR dedicasse piu’ articoli all’AT piuttosto che a fine-tuning. Il primo e’ importantissimo per il Cristianesimo; il secondo no. I Cristiani, nel loro Credo, parlano di realta’ descritte dall’AT; invece non professano come articolo di fede che Dio creo’ la vita sulla Terra quasi 4 miliardi di anni fa.

              • Taigura Araphael ha detto in risposta a Max

                Sarebbe preferibile. Ma non è facile. Il sito Croce-Via ho visto che tratta l’AT in maniera seria e dettagliata, traducendo anche gli articoli di Feser che si trovano solo in lingua inglese. L’AT cristiano cattolico però lo trovo molto più limitato, rispetto ad un AT razionalista che è aperto a più punti di vista. tu come vedi la cosa? Lo stesso Tommaso rinunciò all’eternalismo per via della fede, non perchè fosse implicata la sua filosofia teista.

                • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

                  Ti rispondero’ che sono un lettore, gia’ da un paio di anni, del sito del sito di Feser. Anche se a volte scrive un po’ complicato per le mie capacita’ mentali.
                  Che poi e’ un peccato, perche’ in Italia abbiamo avuto i nostri bravi tomisti.

                  Ma mentre il rinunciare all’eternalismo puo’ sembrare una imposizione irrazionale, apri’ la porta all’idea che pure “Il Filosofo” potesse sbagliarsi. E sia Tommaso che i filosofi ed i natural philosophers successivi ebbero il coraggio di cambiare le dottrine aristoteliche. Quindi nel bilancio complessivo, quella famosa “imposizione” ebbe effetti positivi.

        • Max ha detto in risposta a Taigura Araphael

          Poi sul “vedo piu’ elaborato Dawkins” personalmente ho qualche dubbio. Piu’ furbo, probabilmente. Ma non particolarmente elaborato.

  6. beppino ha detto

    ….Quanto più l’universo ci appare comprensibile, tanto più ci appare senza scopo… ovvero, con il procedere della scoperte scientifiche, diminuirebbe sempre più la percezione di uno scopo della vita e dell’universo…

    Con tutto rispetto per questo luminare della fisica… mi sembra una grande banalità: se si presuppone che all’aumentare delle scoperte scientifiche diminuisce la percezione o sensibilità o interesse per ciò a cui tende (o tenderebbe) l’io e l’intero universo vuol dire che, in buona sostanza, molto (ma molto…) “limitati” esseri siamo (pur se biologicamente complessi). A questo punto avrebbe anche poco senso fare ricerca scientifica e cercare di capire più possibile del determinismo che regola la realtà a noi percepibile. Il luminare forse dovrebbe “limitarsi” ad applicare la legge della selezione naturale o del più forte (ovvero ciò che “regola” la significatività della vita degli altre forme biologiche evolute tipo primati e altro). Per qualche ora della giornata meno derivate e integrali e più raccoglimento e più ricerca interiore … ottima (ed economica) cura. Poi per carita… che si convinca e convinca pure gli altri del suo ateismo (atteggiamento sensato e con ragione d’essere solo perché bene o male hai sempre qualche credente attorno… però).

  7. alessandro pendesini ha detto

    La nostra percezione del mondo e di noi stessi, è una costruzione complessa, parziale e altamente soggettiva che, tuttavia, appare come una “realtà oggettiva”.
    Le nostre decisioni, nostre azioni procedono anche loro da meccanismi dei quali abbiamo un accesso molto limitato attraverso l’uso della nostra introspezione. In breve, non siamo tranparenti a noi stessi !
    Detto diversamente, siamo l’unica specie che si situa simultaneamente in un mondo duale : quello naturale, l’altro fantasmatico. L’unica che è stata capace di alterare, sovente egoisticamente, l’ambiente reale per soddisfare le proprie esigenze, ma anche di sognare un’altra nicchia per calmare le proprie ansie/angosce –o paure irrazionali- dandosi l’illusione di comprendere l’Universo. Questa costruzione ci soddisfa perché la capacità inventiva e/o fantasmatica della neocorteccia, che si appoggia sulla capacità del cervello limbico, crea certezze assolute –quindi illusorie- spazzando via qualsiasi forma di dubbio.
    Aggiungo comunque che la vita è un’esperienza unica, irrepetibile, per ognuno di noi, e che vale la pena -per certe persone « privilegiate », di certo –purtroppo- non per tutte, di viverla « intensamente » con dovuto rispetto e tolleranza sia di « madre natura » cosi come di tutti coloro che non hanno avuto certi privilegi sociali e/o naturali di viverla tout court….

    • Cno ha detto in risposta a alessandro pendesini

      Questa struttura che noi possediamo ci permette di conoscere realmente l’univesrso, nella misura in cui per conoscenza intendiamo l’essere certi di sapere come un qualsiasi fenomeno si ripeterà o si evolverà. L’ateismo, nato -se vogliamo- dall’idea che l’oggettività del mondo smentisca l’esistenza di Dio, sta attualmente tendendo ad affermare che tale oggettività non esiste contraddicendo le premesse poste in passato.
      Mi permetto di farle inoltre notare che il suo commento contiene una contraddizione in quanto il fatto che non si puó possedere una conoscenza oggettiva ed accetabile scaturisce dalla descrzione oggettiva del funzionamento del cervello.

      “vi ho chiamato amici”

      • Cno ha detto in risposta a Cno

        Scusate il grassetto

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Cno

        Caro Cno (Cno chi???)
        Sarebbe interessante, a mio umile parere, sapere in quale scuole (molto probabilmente italiane) insegnano quello che lei scrive -sfacciatamente- e senza nessun dubbio, in grassetto ! Grazie per l’eventuale risposta

        • Cno ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Frequento l’ultimo anno di liceo scientifico, ció che io scrivo non è affatto sfacciato in quanto rappresenta la mia semplice opinione (non ho voluto dare alcuna particolare enfasi alle mie parole, il grassetto è accidentale). Per quanto riguarda il mio attuale livello di studio, sono consapevole del fatto di avere un bagaglio culturale che non mi permette di emettere giudizi a livello accademico, sia per le conoscenze che ora possiedo sia per il fatto che ritengo il sistema di insegnamento italiano non sia dei migliori. Fatte le dovute premesse credo comunque di saper riconoscere il fatto che l’uomo sia capace di elaborare, in un linguaggio appropriato alla propria comprensione (logica o matematica), un modello oggettivo che rispecchia a pieno le caratteristiche della natura, tale modello sarà tanto più fine e precisamente aderente alla realtà quanto più l’uomo perfezionerà le tecniche di ricerca (si pensi al passaggio dalla meccanica di Galilei a quella di Einstein).
          A dimostrare ció inoltre è stato proprio lei che, parlando di neocefalo ed altro, ha (forse inconsciamente) spiegato un fenomeno naturale tramite una spiegazione oggettiva. Mi si perdoni il commento troppo prolisso.

          “vi ho chiamato amici”

          • Cno ha detto in risposta a Cno

            *neocorteccia (non neocefalo)

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Cno

            I modelli della fisica ed i loro elementi non osservati sono invenzioni umane, che rappresentano il meglio di ciò che possiamo fare per descrivere la realtà oggettiva. Quando un modello riescie a descrivere una vasta gamma di osservazioni, si può pensare con una certa fiducia che i suoi elementi hanno a che fare con una qualsiasi realtà, ma sarebbe azzardato concludere che costituiscono la realtà stessa !

            N.B. : Nell’elaborazione di un modello di fisica matematica, la riduzione o l’aumento del numero di parametri aggiunge o toglie della libertà alla teoria, aumenta o diminuisce la flessibilità della rappresentazione del mondo. Detto questo, non esiste nessun dubbio che la Realta esite, ma le nostre capacita cognitive sono largamente insufficienti per poterla descrivere. Detto diversamente il nostro encefalo non ha evoluto per descrivere oggettivamente la realtà, ma –in particolare- per evitare di essere divorati da bestie feroci circa due milioni di anni fa…..

            • beppino ha detto in risposta a alessandro pendesini

              …Detto diversamente il nostro encefalo non ha evoluto per descrivere oggettivamente la realtà, ma –in particolare- per evitare di essere divorati da bestie feroci circa due milioni di anni fa…

              L’evoluzione dell’encefalo umano ha fatto un salto di qualità circa 30.000-50.000, periodo in cui sono emersi i primi rudimenti del linguaggio simbolico, oltre che artistico. Evitare di essere divorati da bestie feroci presuppone astuzia e intelligenza (rintracciabile a vari livelli in molti animali evoluti viventi anche a giorni d’oggi). Ma il vero salto di qualità si é avuto con lo spuntare della autocoscienza e consapevolezza (caratteristiche assenti negli animali anche al giorno d’oggi) e probabilmente é proprio questo “spuntare” che ha permesso la comparsa e l’evoluzione del linguaggio simbolico.

              Sull’ateismo sono (a grandi linee…) fondamentalmente d’accordo con l’utente Cro; mi sento di fare i complimenti per la volontà dimostrata di affrontare argomenti assai insidiosi per età e preparazione scolastica.

              • Cno ha detto in risposta a beppino

                Non sono d’accordo sul fatto che l’encefalo umano non sia in grado di conoscere oggettivamente la realtà, potremmo andare avanti mesi a discutere le ragioni di ció.

                La mia volontà di affrontare argomenti insidiosi è legata alla mia umile curiosità 🙂

                “vi ho chiamato amici”

                • alessandro pendesini ha detto in risposta a Cno

                  Vorrei citare un esempio fra molti che illustra senza nessun equivoco la nostra soggettivita relativa al campo visivo. Ciò che vediamo non è necessariamente l’esatto riflesso di ciò che guardiamo. E ‘da tempo che sappiamo che le losanghe della stessa intensità luminosa appaiono più o meno chiare a secondo del fondo su cui sono posizionate. Una losanga grigia su fondo nero sembra più chiara rispetto a quando si trova su un fondo meno scuro. Quando alcuni stimoli provocano delle distorsioni al nostro sistema visivo costruendo un’illusione, questa non scompare, pur sapendo di essere indotti in errore dal nostro cervello.SIC !…. La parte del sistema visivo che genera l’illusione è refrattaria a qualsiasi correzione proveniente dalla nostra conoscenza cosciente o esplicita.

                  NB Da notare che -contrariamente a cio’ che credono convintissime miliardi di persone-i colori NON si trovano nella natura; sono pura costruzione del nostro encefalo…Strano, stranissimo, impensabile, ma vero !

                  • lorenzo ha detto in risposta a alessandro pendesini

                    Te lo avevo già chiesto ma, non avendomi tu ancora risposto, ti ripeto la domanda in altra forma:
                    se parlo di luce con un intervallo di lunghezza d’onda ~ 700–630 nm ed un intervallo di frequenza ~ 430–480 THz
                    oppure parlo di colore rosso,
                    parlo o non parlo della stessa cosa?

                    • alessandro pendesini ha detto in risposta a lorenzo

                      Caro Lorenzo
                      Le cose non sono sempre quello che sembrano essere. La luce bianca è composta dai colori dell’arcobaleno, anche se non possiamo vederlo ad occhio nudo ! Il fatto che i colori che il nostro cervello cosctruisce di sana pianta, grazie a delle diverse frequenze d’onda, non cambia assolutamente niente al fatto –ripeto una ennesima volta- che i colori non si trovano come tali nella natura ! O.K. ?

                      Esattamente come quando abbiamo le vertigini : –ne i muri del salotto ne la tavola o sedie girano, malgrado cio’ le immagini che noi abbiamo dicono esattamente il contrario ! O mi sbaglio ?

                      PS Se desideri centinaia d’altri esempi del genere, basati sull’illusione o allucinazione umana, tra i quali , « l’esperienza extracorporea » NDE ( out of body experience) o autoscopia, interpretata da certi illuminati come un fatto « miracoloso », ad esempio, fammelo sapere !….Buona notte

                    • Cno ha detto in risposta a alessandro pendesini

                      Signor Alessandro, io credo che lei stia continuando a contraddirsi (con tutto
                      Il rispetto parlando). Descrive le alterazioni della percezione causate dall’encefalo, parla del fatto che, pur essendo qualcosa che non avvertiamo con i sensi ma percepiamo attraverso strumenti, la luce bianca è composta dai colori dell’arcobaleno con un enunciato aderente alla realtà.

                    • lorenzo ha detto in risposta a lorenzo

                      @ Alessandro
                      Ma perché anche tu non rispondi a quello che ti viene chiesto ma rispondi a quello che tu ritieni abbiano in testa delle persone che non ritieni al tuo livello?
                      Io ti ho semplicemente chiesto se quando parlo di luce con un intervallo di lunghezza d’onda ~ 700–630 nm ed un intervallo di frequenza ~ 430–480 THz o parlo di colore rosso, parlo della stessa cosa?

  8. Max ha detto

    Invocare un miracolo per spiegare la vita è esattamente quello di cui non c’è bisogno per avere la prova di uno scopo divino nell’universo”.

    Parole che andrebbero ricordate sempre, io credo.

  9. giorgio baldrati ha detto

    scopo dell`;universo non e`l`universo stesso . quanto cio` che l`universo accoglie , che nell`universo ha vita.
    non ci si deve limitare a chiedersi come funziona l`universo. lo studio , per quanto profondo e limitato ai processi che hanno luogo nell`universo non puo` dare un senso alla sua finalita`, poicne` tale studio e` un andare a ritroso nel tempo , alla ricerca della
    genesi , mentre la ricerca della finalita` del creato e` un andare in avanti.
    . al credente , i dettagli del processo creativo dell`universo interessano poco o nulla : non sono di alcun aiuto alla fede.

    • lorenzo ha detto in risposta a giorgio baldrati

      A me, come credente, il sapere quali parole (leggi) hanno permesso a tutto ciò che esiste di esistere, interessa: non sarà di aiuto alla fede ma mi interessa.

      • Max ha detto in risposta a lorenzo

        Anzi, con il loro lavoro, i fisici delle alte energie ed i cosmologi percepiscono qualcosa di cosa Dio penso’ nella creazione del mondo. Per quanto mi riguarda, e’ una cosa bellissima.

  10. alessandro pendesini ha detto

    Caro Lorenzo & C°
    1°-Ad ogni momento l’informazione non è contenuta nei segnali provenienti dal mondo, ma nelle corrispondenti risposte elaborate dal nostro ervello.
    2°-Noi viviamo in un universo “non-etichettato”, che non ci invia messaggi codificati. E’ con il nostro cervello che creiamo delle categorie in un mondo che non ne ha, ad eccezione di quelle già create dall’uomo.

    3°-Il nostro encefalo non funziona sui dati del mondo, ma sulle variabili biochimiche o neuronali che segnalano ciò che è importante nel mondo, delle variabili intermedie.
    L’errore consiste nella confusione fatta tra i nostri modelli e la realtà. L’idea che noi abbiamo della realta, che ci permette di stabilire una corrispondenza con lui, non è necessariamente paragonabile alla realta stessa.Per vocazione la scienza pensa l’Universo, ma sarebbe assurdo ridurre l’Universo a questo pensiero.

    Come gia detto in altre occasioni : I pazienti, ad esempio, che hanno una zona o nucleo lesa (che include le regioni inferotemporali della corteccia visiva e in particolare l’area V4, coinvolta nell’elaborazione dei colori) non solamente perdono la visione dei colori, ma perdono anche la capacità di rappresentare mentalmente i colori e sognano in bianco e nero ! –Per ulteriori precisazioni vedi « acromatopsia »
    …Quale altra spiegazione ti serve per capire che i colori (da NON confondere con diverse frequenze d’onda che li rendono possibili!) NON provvengono dall’esterno ma sono pura costruzione –e proiezione- del nostro encefalo ?

    P.S. :-Se per caso non sono riuscito a renderti(vi) intelligibile cio che scrivo non è un problema mio ! Non sono minimamente responsabile della tua(vostra) ignoranza –o testardaggine- in certe branche scientifiche. Ma, se non ti fa paura il ridicolo, continua pure in sintonia con le « lunghezze d’onda….

    • lorenzo ha detto in risposta a alessandro pendesini

      Assodato ormai che non rispondi alle domande dei tuoi interlocutori me alle domande che tu ritieni che i tuoi interlocutori, ovviamente non al tuo livello, ti abbiano posto, vorrei farti un altro paio di domande:
      – Dove sarebbe situato il cervello della mimosa pudica che la informa che è stata toccata?
      – Come fa la rana freccia ad inviare agli eventuali predatori il messaggio codificato che è velenosa?
      – Se il nostro cervello non funziona sui dati del mondo perché, a parte talune patologie, quelli che noi definiamo convenzionalmente (sperando stavolta tu comprenda cosa significa in italiano convenzionalmente) colori e suoni hanno la possibilità di rilassarci ed altri no?

    • Licurgo ha detto in risposta a alessandro pendesini

      @ Pendesini

      Ammettendo e non concedendo quello che lei sostiene…ma, se ci sono delle strutture formali che leggono il mondo nel nostro encefalo dando ordine al caos, come mai il nostro encefalo funziona in modo formale dentro un mondo caotico, o meglio come fanno ad esserci strutture formali in un mondo caotico? Poi, se noi prima affermiamo che possiamo conoscere approssimativamente il mondo apponendogli le strutture formali del nostro cervello e poi sosteniamo di sapere come funziona il nostro cervello, da saperlo al punto di trarre conseguenze universali come lei, cervello che è sempre parte del mondo che noi non possiamo che investigare organizzandolo senza che ci sia oggettività, non nota una contraddizione nelle sue due asserzioni?

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Licurgo

        …..ma, se ci sono delle strutture formali che leggono il mondo nel nostro encefalo dando ordine al caos, come mai il nostro encefalo funziona in modo formale dentro un mondo caotico, o meglio come fanno ad esserci strutture formali in un mondo caotico?….
        Licurgo :
        Guardi che non mi risulta abbia tenuto, ma neanche pensato, dei discorsi del genere !
        Per sua informazione sappia che il nostro encefalo funziona in modo determinista e non di certo caotico come lei afferma ! La meccanica quantistica non puo’ essere applicata nel funzionamento del nostro encefalo, sarebbe inoltre assurdo per evidenti motivi ritenere il contrario !

        N.B. Un mio insegnante diceva « Esiste un criterio per verificare se un’opinione è ragionevole o no, e non tutte lo sono. Basta dimostrare che lo è, invece di pretenderlo. Il problema sorge quando una opinione pretesa ragionevole vuole irragionevolmente essere imposta a tutti »….Bien à vous

        • Licurgo ha detto in risposta a alessandro pendesini

          @ Pendesini

          Appunto: il mondo sarebbe caotico il nostro encefalo no, proprio quello che ho scritto, rilegga e vedrà (se danno ordine al caos il caos è nel mondo, il determinismo nel cervello) .
          Appunto, le domande che le ho fatto rimangono inevase visto che non ha capito l’affermazione iniziale.

    • Taigura Araphael ha detto in risposta a alessandro pendesini

      non ho letto interamente il tuo dibattito, ma in maniera molto sbrigativa mi sembra che sei stato frainteso. Da quello che ho capito tu ti limiti a sostenere il costruttivismo.

      • lorenzo ha detto in risposta a Taigura Araphael

        Hai fatto centro: pendesini ritiene che la conoscenza sia una costruzione dell’esperienza personale e non rispecchi o rappresenti una realtà indipendente;
        sulla base di ciò egli ritiene di aver dimostrato che Dio non esiste perché è solo il costrutto mentale di taluni e non rispecchia o rappresenta la realtà: nonostante gli sia stato ripetuto più e più volte che Dio è la risposta al perché esiste ciò che esiste, lui continua imperterrito a voler far rinsavire noi poveri ignoranti…

        • Taigura Araphael ha detto in risposta a lorenzo

          ho letto più approfonditamente la discussione. Non so a questo punto se poterlo definire costruttivista ma di certo non è un relativista. Il discorso iniziale non si concentrava esattamente sul costruttivismo ( anche se poi si è un po sfociati). Il suo invece è l’argomento evolutivo contro il sovrannaturalismo o pensiero magico, anche se il discorso si può estendere a vari aspetti della realtà. Lui parla di “euristiche”.
          Comunque il costruttivismo non necessariamente esclude dio, ma solo alcune forme più estreme del pensiero.

          • lorenzo ha detto in risposta a Taigura Araphael

            Come puoi leggere tu stesso, questa è la sua tecnica:
            – attribuisce al suo interlocutore il “pensiero magico”,
            – disquisisce sull’irrazionalità del “pensiero magico”,
            – si autoconvince di aver umiliato l’interlocutore confutandone la fede.

            Contento lui…

            • alessandro pendesini ha detto in risposta a lorenzo

              Caro Lorenzo
              Il tuo commento mi fa pensare alla famosa metafora dell’asino che dà del cornuto al bue….

              NB : Qualsiasi conoscenza scientifica oggettiva, anche parziale, è sicuramente meglio di esortazioni a priori, che provvengano da religiosi o filosofi. Sans rancune ?

              • lorenzo ha detto in risposta a alessandro pendesini

                Mi sai spiegare cosa centra la metafora dell’asino e del bue col fatto che continuo a ripeterti che il dio che tu continui a dimostrare che non esiste (e che tanto per essere chiari non esiste nemmeno per me), non è il Dio nel quale io credo?

        • alessandro pendesini ha detto in risposta a lorenzo

          Caro Lorenzo
          Le buone ragioni per credere sono ragioni “epistemiche”, vale a dire, prove o dati disponibili per i soggetti, che vanno chiaramente all’incontro di quello che hanno scelto di credere, prendendo i loro desideri per la realtà o « lucciole per lanterne »!…. Questo è anche un tipico –ma non unico- esempio di comportamento irrazionale.
          E’ la mia (modesta) risposta…..

          • Taigura Araphael ha detto in risposta a alessandro pendesini

            Non dico che tu abbia torto, però usare l’argomento evolutivo per confutare certe credenze è molto molto difficile. Ribadisco, non nego che sia possibile, ma per farlo dovresti far entrare in gioco molteplici elementi. Non puoi limitarti a dire l’encefalo di qui, l’encefalo di li, la sopravvivenza ecc…Se no commetti l’errore uguale e contrario a quello del filosofo Alvin Plantinga.

            • alessandro pendesini ha detto in risposta a Taigura Araphael

              Da come scrivi, ritengo che non hai un’ifarinatura sufficiente della neurofenomenologia per capire certi commenti che posto su questo sito. Dimmi pero’ se mi sbaglio. Dopo di ché cerchero’ di adeguarmi al tuo modo di vedere e/o interpretare il mondo.

              Mi sia concesso ripetermi dicendo che la scienza ottiene conoscenze, di certo limitate nella loro portata, ma controllabili e migliorabili sulla base di metodologie standardizzate e indipendenti da chi le utilizza. Le altre forme di sapere invece no, o non in modo indipendente e oggettivabile. Il che non vuol dire che sono di valore culturale e sociale inferiore. Sono semplicemente diverse. Il problema nasce se queste forme non scientifiche precedono uno statuto scientifico, piuttosto che culturale in senso lato.

              La scienza funziona perché dopo delle ipotesi e ragionamenti, intuizioni e visioni, equazioni e calcoli, siamo in grado di sapere se abbiamo fatto bene o no la teoria dà previsioni su cose che non abbiamo ancora osservato e siamo in grado di verificarne l’esattezza. Questa è la grande forza della scienza, che gli conferisce la credibilità e che ci permette di fidarsi di lei con la mente tranquilla : siamo in grado di controllare se una teoria è giusta o no. Questo è ciò che distingue la scienza dalle altre forme di pensiero, dove decidere chi ha ragione e chi ha torto è di solito una domanda molto più difficile, arbitraria, e talvolta anche sprovvista di senso, come capita a volte anche su questo sito….
              Inoltre, e questo è molto importante saperlo, la pertinenza di una tesi non dipende dall’autorevolezza o dallo status politico-sociale (o personalita) della persona che lo enuncia, ma da fattori fattuali e dalla coerenza logica della argomentazioni. Va inoltre ricordato che nella scienza il principio di maggioranza, come avviene ad esempio in politica, non puo’ essere applicato ! PS Cogli la differenza ?

              • Taigura Araphael ha detto in risposta a alessandro pendesini

                Non capisco il contenuto della tua risposta in virtù di ciò che ti ho contestato.. Ovviamente condivido tutto ciò che hai detto. Desidero solo precisare che se ti prometti di confutare ad esempio l’esistenza di dio, è necessario mettere molta più carne al fuoco di quanta ne hai messa.

                • alessandro pendesini ha detto in risposta a Taigura Araphael

                  Confutare -o dimostrare- l’esistenza di dio, non importa il quale è un’utopia !
                  Dio non è neanche un’ipotesi, perché sia considerata tale deve potere essere confutata o dimostrata !
                  Quindi la definizione che posso dare del concetto di dio non ha -per quello che mi riguarda- nessun senso razionale.
                  Semmai sono coloro che pretendono la sua esistenza di dimostrarlo razionalmente, e di certo non alla scienza di dimostrare la sua inesistenza, il che sarebbe assurdo….

                  • Licurgo ha detto in risposta a alessandro pendesini

                    @Pendesini
                    Posto che sopra ha capito l’esatto opposto di quanto affermavo e dunque la risposta è inevasa..appunto, confutare significa smontare un’argomentazione.
                    Ad esempio, potrebbe iniziare smontando filosoficamente (perchè, appunto, come dice bene lei stesso nel suo intervento, la scienza si occupa di altro e dunque è la filosofia il campo di ragionamento sull’esistenza o meno di un atto puro…chiederlo alla scienza sarebbe assurdo) la via ex motu o quella ex contingentia.

                  • Taigura Araphael ha detto in risposta a alessandro pendesini

                    Confutare -o dimostrare- l’esistenza di dio, non importa il quale è un’utopia !

                    Questo potrebbe essere vero, ma…..il problema emerge con la tua prossima affermazione, ossia :
                    “Dio non è neanche un’ipotesi, perché sia considerata tale deve potere essere confutata o dimostrata !”
                    che continui con:
                    “Semmai sono coloro che pretendono la sua esistenza di dimostrarlo razionalmente, e di certo non alla scienza di dimostrare la sua inesistenza, il che sarebbe assurdo….”

                    Questo come già ti dissi è neopostivismo degno del primo Wittgenstein, prima che si avvicinasse alla filosofia analitica. La tua è metafisica, lo capisci? Lo capisci che la validità della scienza senza un fondamento filosofico cessa di esistere?
                    Tu parli di euristiche e fin qui va bene, ma se usi questi argomenti devi mettere in evidenza COME le nostre illusioni cognitive si riflettano sulle credenze specifiche. Non puoi limitarti a dire, con un approccio adattazionista, il cervello si è evoluto per risolvere questo problema o quello per poi con un indebito passaggio, così semplicisticamente scardinare la credenza di dio o altri tipi di credenza…..Hai seguito il mio discorso?

                    • alessandro pendesini ha detto in risposta a Taigura Araphael

                      Ti ringrazio per le tue sostenute osservazioni.
                      Mi ritengo –volendo nolendo- cartesiano ! A torto ? Cerco di avere una visione OLISTICA e non frazionata di cosa potrebbe essere la « realta »…..
                      E, molto sinceramente, la filosofia classica o retorica lessicale, cosi come la metafisica, non mi hanno convinto più di tanto….
                      Da buon cartesiano andiamo dunque al sodo :
                      Da quello che emerge da diversi studi accademici nelle migliori università del mondo, chi oserebbe insistere dicendo che il DUALISMO CEREBRALE, ad esempio, tiene ancora la strada ?
                      Da notare che questo esempio preso a caso non è esaustivo…..
                      NB Potrei ammettere che la letteratura e filosofia ci dia una comprensione dell’essere umano più profonda di quanto non faccia la scienza. Questa comprensione si indirizza alla nostra capacità interpretativa, e ci permette di “sentire” le situazioni a noi sconosciute. Ma non ci permette di determinare le cause e gli effetti. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario procedere scientificamente, di far variare alcuni parametri e cercare di individuare quelli su cui possiamo dire qualcosa. Buona notte

          • lorenzo ha detto in risposta a alessandro pendesini

            Se tu desideri continuare credere in quella specie di caricatura che ti ostini a ritenere dio per poi dilettarti a dimostrare che non esiste accomodati pure.
            Questo è anche un tipico –ma non unico- esempio di comportamento irrazionale.
            E’ la mia (modesta) risposta…..

  11. CORRADO LUCIANI ha detto

    Abbiamo una realtà, che talvolta per ignoranza troppo semplicisticamente definiamo materia, che ha le seguenti proprietà:
    1) Crea miliardi di esseri che almeno una volta nella propria vita si chiedono lo scopo della stessa;
    2) È un mix di ordine (leggi fisiche) e flessibilità (principio di indeterminazione che almeno teoricamente consente infiniti esiti a partire da una precisa condizione iniziale);
    3) Non può essere compresa con il solo metodo scientifico (“Wikipedia” riporta ben 12 interpretazioni della fisica quantistica, ma se ne possono aggiungere molte altre);
    4) Vi è una correlazione che va aldilà dello spazio tempo (entanglement), tale che possiamo considerarla come entità unica piuttosto che un insieme di unità locali.
    Il brillante filosofo Ervin Lazslo ha messo in evidenza che ci troviamo di fronte ad una realtà così affascinante che spesso gli scienziati, anche atei, la interpretano in maniera tale da ricordare vecchi insegnamenti filosofici e religiosi.
    Ad esempio parlare di una teoria della gravità quantistica ipotizzando uno spazio granulare, che interagisce con la materia piuttosto che contenerla, altro non è che una versione moderna dell’etere. Parlare di una coscienza creata dalla fisica quantistica che può essere teoricamente conservata anche dopo la morte (Roger Penrose) è una riedizione del concetto di anima. Anche parlare di un Universo Ologramma significa identificare una sorta di “centro di comando” che raccoglie ed elabora l’informazione al di fuori dello spazio tempo a noi noto, una sorta di Dio in versione scientifica. Per non parlare poi di chi si è sbilanciato troppo apertamente nel fare questo tipo di paragoni e si è giocato la carriera (Jean Emil Charon con il suo elettrone/eone e Fritjof Capra con l’analogia del vuoto quantistico e delle teorie Taoiste).
    Quindi non riesco a capire come questo possa farci pensare ad una realtà che non può avere alcuno scopo. Capisco che chi è ateo troverà argomentazioni a sostegno delle sue idee ma dovrà pur ammettere che delle argomentazioni si trovano anche per trovare uno scopo e una entità che sta al di sopra di tutto.
    A mio parere, per quel che può valere, l’Universo, o meglio l’entità che lo presiede, ha uno scopo ben preciso: farci vivere esperienze per imparare, soprattutto imparare a considerarci parte di un tutto piuttosto che individui isolati, prendendo man mano coscienza della propria immortalità. Questo significa anche un sempre più maggiore impegno a tutelare gli interessi di tutti piuttosto che i propri a discapito della collettività. Credere all’immortalità può farci più forti nel proprio agire ma può essere una condanna piuttosto che un privilegio. A prescindere poi che si creda o meno all’immortalità sicuramente una società che abbia a cuore l’etica e in particolare della necessità di lavorare per il benessere collettivo, è una società più forte che dura molto più a lungo di quelle dove l’etica non è un valore così importante. Leggendo certi libri, quali “Effetti collaterali” di Ben Goldacre, e “Il grande inganno sulla prostata” di Richard Abley, appare evidente che in settori molto importanti quali la medicina talvolta la scienza mostra tutto il suo decadimento dei valori etici, causando più vittime di attentati terroristici. Spero di sbagliarmi ma credo che il dilagare dell’ateismo in ambienti accademici possa far perdere di vista i valori etici e il nostro futuro dipende dalla consapevolezza di questo. Se la nostra società sarà destinata all’estinzione per una eccessiva avidità e perdita di tutti i valori importanti, non sarà certo un problema per questa entità che chiamo Dio. Perché ci saranno altre migliaia di società in qualche altra parte dell’Universo che avranno ben compreso lo scopo della loro esistenza e si saranno così guadagnati l’immortalità.

    • Fabio ha detto in risposta a CORRADO LUCIANI

      “Se la nostra società sarà destinata all’estinzione per una eccessiva avidità e perdita di tutti i valori importanti, non sarà certo un problema per questa entità che chiamo Dio. Perché ci saranno altre migliaia di società in qualche altra parte dell’Universo che avranno ben compreso lo scopo della loro esistenza e si saranno così guadagnati l’immortalità.”

      Discorso meritevole di essere incorniciato, caro Corrado.

      D’altronde l’uomo volle cibarsi del frutto della conoscenza, no?
      Allora l’uomo trovi adesso il modo di salvare se stesso, con umiltà e sapienza, dall’autoapocalisse, considerando che il delirio, oramai, è già in atto in ogni ambito del vivere quotidiano, ed esso è storicamente l’araldo che preannuncia la fine di un’epoca o di una civiltà.

    • alessandro pendesini ha detto in risposta a CORRADO LUCIANI

      Corrado Luciani

      Ritengo –modestamente- che bisognerebbe evitare confondere la sintesi, a cui tutti aspirano, con il sincretismo, cioè il miscuglio senza coerenza di diversi concetti……

      Mi permetta farle notare che l’invenzione della scienza ha cominciato a far luce sulle falsità delle conoscenze e dei ragionamenti intuitivi riguardanti il mondo naturale, ovvero come e perché i fatti della natura e della vita, biologicamente intesa, accadono nel modo in cui accadono.
      N.B. : Il “sublime spirituale” è incarnato nel sublime biologico che da tempo si incomincia a capire tramite i processi sottostanti in termini, NON metafisici, ma biologici !…Désolé…

      • Max ha detto in risposta a alessandro pendesini

        Ma la visione dualista, nella sua accezione piu’ banale, e’ respinta dal cattolicesimo; e lo e’ stata da almeno 7 secoli a questa parte, prima di tutti gli sviluppi della neuroscienza. Non c’e’ “un’anima” che violando i principi di conservazione dell’energia comanda le reazioni neurochimiche nel nostro cervello. Al contrario, la sostanza dell’essere umano e’ unica:

        http://edwardfeser.blogspot.com.tr/2011/01/against-neurobabble.html

        Per il resto non c’e’ scritto da nessuna parte che si possano rinvenire sempre le cause e gli effetti di ogni cosa o, piu’ precisamente, che tutte le realta’ di cui facciamo esperienza siano describili in termini scientifici – vale a dire, con le appropriate unita’ di misura oggettive e non soggettive:

        http://gisrael.blogspot.co.uk/2011/02/se-la-morale-e-un-fatto-di-neuroni.html

      • Max ha detto in risposta a alessandro pendesini

        Sull’idea che il sincretismo sia una fesseria, credo che tutte le persone di buon senso siano d’accordo.

        Désolé di ricordare che l’affermazione secondo cui le esperienze intime siano solo e soltanto di natura materiale e’ una affermazione filosofica, non scientifica. Certe cose, purtroppo o per fortuna, non sono testabili scientiificamente. Vedi mio precedente post, con il links agli articoli di Giorgio Israel, dove si parla del dialogo tra Pierre Changeux (il famoso neuroscienziato francese, che e’ un materialista) ed il filosofo fenomelogico Paul Ricoeur. In aggiunta a qualche opportuna citazione di Henri Bergson.

        • alessandro pendesini ha detto in risposta a Max

          Max :
          Conosco relativamente bene gli studi di J.P.Changeux al quale allude, con il quale ho avuto qualche scambio di EMAIL. Consiglio a chiunque leggere il libro « LA NATURE ET LA REGLE » di J.P.Changeux & Paul Ricoeur (non so se è stato tradotto in italiano). Eccone una premessa :

          « L’existence de l’homme sur terre ne demande aucune justification. Gould, après Darwin, nous l’enseigne….Cette conception de l’homme « accident cosmique » n’a rien d’un « aboutissement », ni dans sa nature ni dans ses productions »….
          « -Il me paraît opportun aujourd’hui de dissiper une image de la science à laquelle est attaché le spectre d’une hégémonie implacable et inhumaine. On oublie trop que la science est faite par les hommes pour les hommes. Sa vocation première est d’« éclairer », de lutter contre l’ignorance et l’intolérance. On prive de libertés beaucoup plus par obscurantisme que par excès de savoir scientifique. Toutefois, la volonté de détourner la science à des fins destructrices a existé et existe toujours. En effet, si la science pense en toute liberté, elle ne juge pas de l’exploitation par la société, et en particulier par le pouvoir politique, des connaissances qu’elle produit ! La science « constitue des vérités sans finalité ». Raison essentielle pour que le scientifique veille peut-être plus que tout autre citoyen aux problèmes d’éthique suscités par ses découvertes et se préoccupe de la destination des connaissances qu’il rassamble »….
          P.S. Max, inter nos : dovremmo dargli torto ?

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