Le donne a cui è negato l’aborto? Vivono felici e contente

Donna incintaQualche giorno fa il New York Times” ha pubblicato un articolo dal titolo abbastanza inquietante: “Cosa succede alle donne a cui è negato l’aborto?”.

Si è cercato di rispondere alla domanda attraverso il “Turnaway Study”, uno studio realizzato da ricercatori dichiaratamente abortisti su 200 donne che hanno cercato l’aborto ma sono state respinte in quanto la gravidanza era troppo inoltrata per svolgere legalmente la procedura di uccisione del feto umano.

L’autore dell’articolo ha accompagnato il lettore attraverso la storia di S., una delle donne a cui è stata negata l’interruzione di gravidanza. Il lungo post parla di svariate tematiche arrivando poi a rivelare che oggi S. è una persona contenta e il suo bambino è «la cosa migliore che le sia mai accaduta. Lei dice: “è più che il mio migliore amico, più che l’amore della mia vita”. La donna ha realizzato quello che in termine tecnico si chiama “bonding”, ovvero il processo di formazione del legame tra i genitori e il loro bambino.

Quando l’autore dell’articolo ha raccontato questo a una delle autrici della ricerca, Diana Greene Foster, essa non si è affatto sorpresa. «Questo appare in linea con il nostro studio: circa il 5% delle donne a cui è stato rifiutato l’aborto, dopo aver avuto il bambino, ancora non desidera averlo. Mentre il resto di loro si assesta». Da questa sorprendente affermazione se ne ricava che il 95% delle donne a cui è stato negato l’aborto ha lo stesso futuro di S., ovvero contentezza e felicità materna.

E’ evidente che il “New York Times” ha dovuto subito cercare di negare con varie teorie questa frase, dando la parola ad un bioeticista pro-choice, Katie Watson, il quale ha accusato queste donne di mentire a loro stesse e alla società: «psicologicamente è nel nostro interesse raccontare una storia positiva e andare avanti». Ecco che entra in campo l’ideologia: non si ascoltano le donne ma la teoria e se i fatti la negano, tanto peggio per i fatti. Eppure non erano proprio i pro-choice a sbandierare il loro attivismo come fosse a favore della donna?

La redazione

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40 commenti a Le donne a cui è negato l’aborto? Vivono felici e contente

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  1. Alèudin ha detto

    terrificante l’arrampicata sugli specchi di Katie Watson per non ammettere a sè stessa che la sua è una battaglia sbagliata ma d’altronde la gioia è la vendetta più tremenda.

    “La miglior vendetta?
    La felicità.
    Non c’è niente che faccia più impazzire la gente del vederti felice!”
    Alda Merini

  2. manuzzo ha detto

    il denaro che gira nelle società abortiste (anche in Italia) arriva a far negare finanche l’evidenza! Noi cattolici mentiremo pure sull’esistenza di qualche essere che la “scienza” ha dimostrato non esistere (in che punto l’abbia dimostrato, mi risulta oscuro), ma i soliti anticattolici mentono su cose pratiche!

  3. Andrea C ha detto

    E’ terrificante l’idea che non possa chiamarsi omicidio!
    Pensate che disfatta per l’ideologia e femminista,
    Ma l’aborto di una figlia non è “femminicidio”?

  4. Serlino ha detto

    I dati riferiti all’IGV:
    100.000 IGV all’anno.
    Da 200 milioni di euro a 400 milioni di euro la spesa per IGV all’anno.
    Dare un sussidio alle madri in difficoltà economiche di 500 euro mensili (6.000 euro all’anno a testa) per 100.000 mamme costerebbe 600 milioni di euro all’anno.
    Integrando 300 milioni si potrebbero salvare 100.000 esseri umani, al costo di 3000 euro per ogni essere umano salvato.
    200 milioni potrebbero persino essere ricavati dall’8 per mille del finanziamento alle Chiese.
    60 milioni di italiani potrebbero adottare un massimo di 100.000 neonati, un neonato ogni seicento italiani, nel peggiore dei casi.
    Togliere l’IGV è possibile con somme insignificanti dal punto di vista del bilancio statale: 100 milioni di euro, non ci chiniamo neanche a prenderli, se li vediamo per terra…
    Il finanziamento pubblico ai partiti è 182 milioni di euro.
    Il senato costa… “I nostri senatori non badano a spese. In dieci anni il bilancio di Palazzo Madama è raddoppiato passando da 297,6 milioni di euro del 1995 ai 550,7 milioni di quest’anno, che lordi diventano 900 milioni di euro. Palazzo Madama con i suoi 330 senatori, costa il doppio del Senato francese, il quadruplo della Camera dei Lord, dieci volte di più di quello spagnolo e ventisette volte di più del Bundrsrat tedesco”
    Passati pochi anni il fenomeno scomparirebbe perchè non sarebbe più possibile confondere aborto con contraccezione.
    Un gesto profetico, quello di chiedere la revisione della legge sull’aborto, che ci renderebbe tutti migliori e più felici e con la coscienza a posto.

    • Matyt ha detto in risposta a Serlino

      Questa ad esempio mi sembra un’ottima politica: fornire alle famiglie con figli dei bonus, che avrebbero anche la funzione di disincentivare quegli aborti giustificati dalla precaria condizione socio-economica delle madri.
      In Francia e in Germania mi pare esistano politiche di questo tipo…

      • MarcoF ha detto in risposta a Matyt

        L’alternativa? Smembrarli e spappolargli il cranio con delle pinze, oppure risucchiarli con un tubo tipo aspirapolvere? Tanto mica si sentono i lamenti….!! Il tutto “ovviamente” deve avvenire dentro il ventre materno e rigorosamente in ambiente sterile sotto la supervisione di medici ed infermieri……

      • domenico ha detto in risposta a Matyt

        si vede che me le sono sognate le critiche a Formigoni quando varò un bonus per le donne che decidevano di non abortire…

        • Matyt ha detto in risposta a domenico

          Scusami, ma cosa c’entro io con le critiche a Formgoni?

          Ho semplicemente espresso una mia opinione.

        • Daniele ha detto in risposta a domenico

          http://www.mpv.org/mpv/allegati/6214/060112mpv.pdf
          Formigoni avrà pure tante pecche e tante cose “poco chiare”, però preferisco 1000 volte lui, con la sua proposta di dare un bonus economico alle donne che decidono di non abortire, rispetto ai politici “di sinistra” che sono tutti laicisti e radical-chic (e per i quali l’ideologia è più importante della realtà).

      • Serlino ha detto in risposta a Matyt

        Credo proprio di si.
        All’estero le famiglie sono molto più aiutate rispetto all’Italia.
        In Italia viviamo una realtà scandalosa.
        I diritti della famiglia riconosciuti dalla costituzione devono ancora, dopo 60 anni, essere realizzati, mentre tutte le energie dello stato sono rivolte verso nuovi tipi di famiglie non previste dalla nostra carta costituzionale, che per il principio di precauzione andrebbero studiate a fondo e lungamente.
        Non si capisce perchè una patata transgenica richieda una precauzione maggiore a quella riservata alla cosidetta “famiglia gay”…
        Concordo con te.

        • Matyt ha detto in risposta a Serlino

          Non condivido il benaltrismo, che ha come risultato essenziale quello di non fare mai nulla, perchè “si dovrebbe fare altro…”

          Però, per il resto siamo d’accordo, vivere in una famiglia (anche non standard… il bonus bebè francese viene dato anche alle madri single.) è molto più facile all’estero che in Italia.
          Viene da chiedersi il perchè, visto che seguendo un filo logico molto apprezzato da certi commentatori su questo sito si sarebbe portati a pensare il contrario, nelle comunistissime e ultrasecolarizzate società francesi, tedesche, svedesi e norvegesi, la famiglia sia più tutelata che nella cattolicissima (e, ricordiamo, governata per gran parte della sua storia repubblicana da un partito dichiaratamente cattolico) Italia.

    • Daniele ha detto in risposta a Serlino

      Comunque già da tanto tempo le associazioni cristiane che si occupano, tra l’altro, del sostegno alle situazioni di “maternità difficile” (per fare in modo che la donna – o la coppia – in difficoltà possa non solo far nascere il bimbo ma anche tenerlo dopo la nascita) ricevono dalla Chiesa Cattolica un aiuto economico (che deriva, quindi, anche dall’8xmille).

    • Roberto Dara ha detto in risposta a Serlino

      Premesso che sono d’accordo su qualsiasi poltica che possa aiutare le mamme in difficoltà allo scopo di evitare gli aborti, i conti d Serlino sono un po’ ottimistici. I 100.000 bambini da far nascere ed aiutare crescono, per cui la spesa per il loro sostentamento non dovrebbe fermarsi al primo anno, quindi 600.000 euro sarebbe la spesa del primo anno, 1.200.000 il secondo, 1.800.000 il terzo e così via… Conoscendo inoltre la tradizionale furbizia italica, poi, ho l’impressione che aumenterebbero a dismisura le future mamme che minaccerebbero di abortire pur di ottenere quell’appetitoso sussidio… Ripeto, l’intenzione è lodevole, ma l’applicazione costosa e dubbia…

      • Serlino ha detto in risposta a Roberto Dara

        Vero quello che dici, ma solo in parte. 100.000 è il numero massimo, per altro in fase discendente da molti anni.
        Dare il sussidio a donne con redditi consistenti potrebbe essere evitato con numeri in forte discesa.
        In ogni caso io penso che il numero degli aborti scenderebbe da subito drasticamente perchè l’aborto non potrebbe essere considerato una forma di contraccezione, costosissima per lo stato e gratis per chi ne utilizza i servizi, come in effetti è oggi: difficile pensare a 100.000 stupri e casi limite in Italia ogni anno…
        Qualcuna potrebbe “approfittare”?
        Se donna con reddito sufficiente, non potrebbe.
        Se donna senza reddito, perchè non lasciarla approfittare, considerato il vantaggio della società?
        E anche raddoppiando, si tratterebbe di spiccioli.
        Credo che la Germania abbia rinunziato agli aerei da fantascienza. L’Italia ancora, inspiegabilmente, NO. E sono PARECCHIE DECINE DI MILIARDI DI EURO…
        Quegli aerei non si sono sollevati da una pista, è già procurano la morte a centomila nascituri l’anno!

        • Roberto Dara ha detto in risposta a Serlino

          Se donna con reddito sufficiente, già oggi potrebbe rinunciare ad abortire visto che non sarebbe questione di soldi. Bisognerebbe sapere quante donne abortiscono solo per motivi economici. Comunque è una buona idea, da affinare. In ogni caso la società deve tendere ad eliminare le cause dell’aborto, pur lasciandone l’ultima scelta, in casi che dovrebbero essere sempre più limitati, alle donne.

          • Serlino ha detto in risposta a Roberto Dara

            l’aborto è soppressione di una vita.
            Si può uccidere per legittima difesa, soltanto.
            L’argomento emotivo della donna stuprata, molto usata da sempre, è oggi usurato totalmente.
            Di donne stuprate che abortiscono ne conosco poche. Se qualcuno ha statistiche in proposito sarebbe bello condividerle qui.
            Potrei persino concedere la pena di morte per lo stupratore a richiesta della donna stuprata, ma non vedo il senso di una rivalsa della donna nei confronti del nascituro sicuramente innocente.
            Riflettendo sui diritti del nascituro, si capisce che l’aborto è, in questo caso più che mai, l’esplicitazione del diritto del più forte. Un fortissimo aiuto a tutti i livelli alla donna va dato, però basta aprire finestre, destinate a diventare portoni, utilizzando (male) argomenti emotivi.

  5. LawFirstpope ha detto

    Forse leggermente OT:
    http://www.nocristianofobia.org/spagna-indetta-manifestazione-pro-aborto-bruciamo-la-conferenza-episcopale/

    Mi chiedo: non è che questa fantomatica libertà di espressione sia oltremodo malintesa?

    • eli ha detto in risposta a LawFirstpope

      Questo accade quando la “fantomatica libertà” diventa schiava delle mode, del politically correct e delle varie propagande massoniche.

      Davvero non capiscocerta gente: si lamentano (alcuni silenziosamente per essere in linea di pensiero) che ci sono troppi stranieri, ma di far rifiorire l’italiano d’origine non si sognano nemmeno. Mah!

      Tutto il mio sostegno spirituale a quelle donne che si sono ricredute e hanno capito quanto può dare significato un bambino.

    • beppina ha detto in risposta a LawFirstpope

      Dico la mia, anche se ho visto che con molta facilità la Redazione stralcia gli interventi OT. La manifestazione in Spagna ha interessato qualche centinaia di persone, quasi tutte con vari motivi più o meno di bottega per “ringhiare”. Non mi pare ci sia comunque un problema di libertà di espressione, sia in eccesso che in difetto.

      • LawFirstpope ha detto in risposta a beppina

        Nel senso, pare che nel nome della libertà di espressione per alcune cose si può arrivare fino all’incitamento all’odio (per esempio bruciamo la conferenza episcopale) per altre non è ammesso nemmeno manifestare pacificamente.
        C’è da preoccuparsi? E’ lecito manifestare il proprio pensiero anche fomentando la violenza di qualche fanatico? Se sì, perché allora in Italia inneggiare al fascismo è reato?
        Sono queste le domande che mi sorgono….

  6. Patrizio ha detto

    Mi fate schifo

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Patrizio

      Detto dal solito minus habens che si aggira in un labirinto di specchi, scambiando la propria immagine pluriflessa per la realtà… 😉

    • Sophie ha detto in risposta a Patrizio

      Ho capito che hai bisogno di scaricarti perchè hai problemi psicologici ma hai qualcosa da dire, non so… dire un’opinione al riguardo come fanno tutti i normali?

    • EquesFidus ha detto in risposta a Patrizio

      Commento del classico trollino anticristiano di dodici anni, scontato e ripetitivo, senza alcuna argomentazione e di solo tre parole. In questi tempi di esame di maturità, ti do un 2 di incoraggiamento.
      Detto questo, non cibate il troll per cortesia.

    • andrea g ha detto in risposta a Patrizio

      Penso che non dormirò più la notte.

  7. StefanoPediatra ha detto

    Ieri pomeriggio ho comprato (presso una libreria “San Paolo” da cui è distribuito) e ieri sera ho visto insieme a mia figlia un bel film: “Bella” (http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=48).
    Ne consiglio la visione anche a tutti voi. Dopo averlo visto capirete perchè questo mio post non è OT. 🙂

  8. Serlino ha detto

    Ricordo un motivo per rivedere la legge sull’aborto.
    Il dibattito politico verte oggi sull’obiezione di coscienza del personale sanitario praticata nella misura dell’80%. I non obbiettori resterebbero il 20%.
    Se in Italia gli atei si vantano di essere 20 milioni, cioè un terzo della popolazione, ne deriverebbe che almeno il 33% di detto personale sanitario dovrebbe essere disponibile al “fracassamento” dei nascituri. Ciò significa che molti atei, giustamente, obbiettano.
    Conclusione: se i protagonisti dell’aborto maggiormente acculturati e specializzati dissentono dall’aborto nella misura dell’80%, allora vuol dire che la 194 dovrebbe essere integralmente rivista, possibilmente con una proposta simile a quella avanzata sopra.

    • eli ha detto in risposta a Serlino

      Ma se i cosiddetti atei sono 20 mln le cifre sono sbagliate: l’ateismo non confuta tutte le religioni? A me pare che queste siano cifre fatte per la propaganda.

      @Stefano: non conoscevo questo film. Penso che lo guarderò volentieri.

      • andrea g ha detto in risposta a eli

        Sono convinto che in futuro -prossimo o remoto
        non so- quegli eccentrici babbei che credono in
        divinità pagane conosciute come “il nulla”
        o “il caso”, saranno ricordati come un semplice
        intoppo nell’evoluzione umana, e niente più.

  9. mario ha detto

    chi si adatta all’idea di perdere diritti e liberta’ vive felice. e’ risaputo.
    proprio come i nostri amici animali.
    del resto la felicita’ e propria di chi crede nella buona novella,e in merito
    ricordo a tutti,in particolare ai sig.ri Amministratori di questo sito, che la parola “cretino” deriva direttamente dal termine “cristiano”…
    orsu’ dunque,date l’esempio di questa cretineria,fatelo ogni giorno.
    sono certo che riuscerete a debellare la piaga della legislazione sull’aborto,prima della fine dei tempi.

    • andrea g ha detto in risposta a mario

      Cosa ti è successo perchè ti riducessi a cercare
      soddisfazioni in questo modo patetico?
      Una immaturità classica è quella di chi gode nel
      provocare: hai mai provato a piangere sulle tue
      problematiche?

    • GiuliaM ha detto in risposta a mario

      ricordo a tutti,in particolare ai sig.ri Amministratori di questo sito, che la parola “cretino” deriva direttamente dal termine “cristiano”…
      Pensavo che più nessuno abboccasse alle pseudoetimologie di Odifreddi… sarebbe come dire che, dato che il termine “volgare” deriva da “volgo” (cioè il popolo), allora la gente comune è tutta volgare…

      • Daphnos ha detto in risposta a GiuliaM

        Probabilmente il signor Mario, poiché la parola “salario” deriva da “sale”, viene retribuito dal suo datore di lavoro in sale, anziché in denaro; e probabilmente ne è persino soddisfatto.

    • EquesFidus ha detto in risposta a mario

      Trolling poetico, ma che purtroppo usa l’offesa con l’etimologia odifreddiana di cretiano (che deriva da “crétien”, è vero, ma che indica che anche i minus habens debbono essere trattati come tutti gli altri, nonc he i cristiani sono cretini) che sciupa il tutto. Direi un 7-.
      Non cibate il troll, per cortesia.

      • EquesFidus ha detto in risposta a EquesFidus

        Ho anche fatto diversi errori (“cretiano” al posto di “cretino”, “nonc he” al posto di “non che”), ma questi commenti sono così ridicoli che non si può non ridere.

  10. eli ha detto

    Se mai un giorno mi capiterà di restare incinta il bambino lo terrò, anche se ci sono 50/50 di possibilità che nasca con qualche problema.

    Le favorevoli all’aborto ci si sottopongono perchè vogliono continuare a divertirsi? Arriva per tutte nella vita il momento di sentire voglia di maternità. Il problema è che se si riesce a restare incinte non sarà mai 1 di quelli abortiti. Vuoti impossibili da colmare fino in fondo.

  11. Serlino ha detto

    “Economia e politica devono essere al servizio degli uomini, “a cominciare dai più poveri e deboli, ovunque essi si trovino, fosse anche il grembo della loro madre”.”
    Dalla recente lettera di Papa Francesco a Cameron.
    http://www.vatican.va/news_services/or/or_ita/text.html#1

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