“Donne contro il femminismo”: finalmente la giusta emancipazione!

Women against feminism“Donne contro femminismo” (Women against feminism) è un nuovo fenomeno sui social media (pagina Facebook), in forte crescita, composto da donne di tutto il mondo nauseate, disgustate, annoiate dal movimento femminista, che da decenni le riduce a vittime della società, stereotipando gli uomini a nemici predatori e denigrando il ruolo della maternità.

Il femminismo pretende di parlare a nome di tutte le donne, ma le donne finalmente oggi rispondono: «Io non ho bisogno del femminismo», questo è lo slogan, seguito dalle ragioni, scritto sui cartelli tenuti in mano da migliaia di donne nei selfie pubblicati online. Esse contestano l’aggressione femminista ai ruoli tradizionali della famiglia, si oppongono alla guerra agli uomini, respingono l’esistenza della cosiddetta “cultura dello stupro” e negano la presenza del patriarcato. Il femminismo nega che la vera donna potrebbe amare cucinare e tenere pulito per il suo uomo, ha scritto Cathy Young sul “Times”. «#WomenAgainstFeminism è essenzialmente giusto. C’è un nocciolo duro di misandria e cultura vittimista nel femminismo moderno che è profondamente inquietante», ha scritto Margaret Wente.

Certo, il “genio femminile” (come ripete spesso Papa Francesco) dev’essere molto più valorizzato nella società di quanto lo sia oggi, ma «queste donne capiscono il femminismo e proprio per questo sanno che questa ideologia non ha nulla a che vedere con la loro vita», ha scritto Naomi Schaefer Riley sul “New York Post”. «Noi pensiamo che le donne hanno subito una cultura che vede il sesso occasionale come potenziamento, che ha sostenuto un progetto liberale in cui il governo ha tentato di sostituire gli uomini nei lavori di casa e il risultato è stato donne capo che sottovalutano il lavoro che le donne fanno in casa e poi consumano galloni di inchiostro per chiedersi come mai le donne non possono avere tutto. La buona notizia è che sempre più donne possono semplicemente vedere il femminismo come irrilevante, se non addirittura dannoso per gli interessi delle donne (e delle famiglie)».

I cartelli vengono scritti spesso con i colori blu e rosa, un’altra cosa infantilmente odiata dalle femministe. «Io non ho bisogno del femminismo perché credo nell’uguaglianza, non nella supremazia della donna», si legge in uno dei tanti riusciti cartelli. O ancora: «Non ho bisogno di femminismo perché egualitarismo è meglio!». Altri ancora: «La mia autostima non è direttamente legata alla dimensione del mio complesso di vittima!», «Mi piacerebbe essere un ingegnere, ma preferirei solo essere mamma»; «Il femminismo è diventato uno pseudonimo di bullismo»; «Mi spiegate come dovrei aprire barattoli e sollevare oggetti pesanti senza mio marito?».

 

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

97 commenti a “Donne contro il femminismo”: finalmente la giusta emancipazione!

« nascondi i commenti

  1. Bagukan ha detto

    Donne a cui piace che gli uomini gli offrano la cena, gli aprano la porta dell’auto, gli facciano regalini costosi. Donne che poi in casa lavano i patti mentre l’uomo guarda la TV o che poi corrono tra ufficio, scuola dei figli, il nuoto e il karatè mentre l’uomo magari è al bar a farsi l’aperitivo con gli amici.
    Ognuno è liberissimo di fare la vita che vuole, l’importante è non imporre il proprio modello a nessuno.

    • Alèudin - preghierecorte ha detto in risposta a Bagukan

      @Bakugan

      Passi da un estremo all’altro, io sono uomo, stiro, porto i bimbi in giro, se capita cucino (ma è meglio di no) e faccio molto altro, mia moglie stira, cucina (bene), e fa molte altre cose.

      Siamo alleati e collaboratori, o meglio cerchiamo di esserlo.

      Se in un’altra famiglia la donna fa la casalinga e l’uomo lavora ma riconosce e valorizza il lavoro di lei e lei quello di lui non è certo sbagliato.

      La situazione che proponi tu certamente esiste ed è sbagliata ma l’articolo non la sta minimamente proponendo o difendendo.

      Semplicemente il femminismo rende le donne idiote e brutte come il maschilismo rende idioti e brutti gli uomini.

      Invece c’è bisogno di donne più femminili e uomini più maschili.

      Inoltre, ultimamente è proprio il femminismo becero ad essere imposto con la forza, ad esempio dalle femen.

    • Sophie ha detto in risposta a Bagukan

      L’ultimo uomo paladino dei diritti delle donne che ho sentito, poi ho scoperto che metteva le corna alla moglie. MA per favore, non farmi ridere….

      • Alèudin - preghierecorte ha detto in risposta a Sophie

        @Sophie

        mi stai dando dell’ipocrita?
        O mi stai augurando sfiga?
        Magari saresti anche contenta di vedere un’altra famiglia rovinata…

        Io penso di no, semplicemente sei “contro” per partito preso e reciti più o meno coscientemente la parte.

        Tra l’altro non sono certo un paladino dei diritti delle donne ma dei diritti degli uomini e delle donne assieme l’uno per l’altra e l’altra per l’uno, infatti:

        “Dio creò l’uomo a sua immagine: maschio e femmina li creò” (Gen 1, 26-28.31a)

    • Reby ha detto in risposta a Bagukan

      Che triste vita di coppia che vivi caro/a Bagukan…ma cosa c’entra con l’articolo? Forse pensi che le donne vogliano quello che scrivi tu quando respingono il femminismo? Ecco perché siamo contro il femminismo: perché chiude la mente in posizioni schematiche. 😉

  2. Teresa ha detto

    Qua mi pare si faccia molta confusione fra le donne che vogliono avere pari dignità con l’uomo (e non essere viste solo come incubatrici che non possono aspirare ad altro) e le Femen. Fatemi capire, se fossimo vissuti secoli fa avreste insultato anche le suffragette??

    • Eli Vance ha detto in risposta a Teresa

      L’articolo mette bene in evidenza la differenza fra le “egualitariste” (= pari dignità con l’uomo) e le femministe (= Femen) che si ergono a rappresentanza della totalità delle donne.

    • Alèudin - preghierecorte ha detto in risposta a Teresa

      @Teresa

      Siamo certamente per la pari dignità, le femen sono la deriva imbecille di un movimento di emancipazione della donna che ha anche fatto del bene, aveva e ha ancora ragione d’essere ma specialmente negli anni 70 si è cristallizzato in odio verso l’uomo e arrotolato nel vittimismo, come detto nell’articolo.

      Le donne devono lottare per essere più femminili non più maschili. (E per favore non inventatevi che vi sto dicendo di lavare i piatti e non lavorare.)

      E’ un fatto che essere femminile comporta anche la possibilità (la qualità, il dono) di avere bambini, che è una cosa bella anzi meravigliosa (per me sacra) mentre ormai il femminismo lo presenta come un fardello o addirittura un problema posto contro la liberazione della donna.

      • gladio ha detto in risposta a Alèudin - preghierecorte

        Mia moglie sarebbe arcifelice se suo marito avesse una posizione economica tale da poterla mantenere a casa senza lavorare, anche a costo di lavare i piatti! Ma siccome il marito di mia moglia fa l’ operaio in uno stabilimento tessile…pazienza! Ci vogliamo comunque bene ugualmente!

      • Daphnos ha detto in risposta a Alèudin - preghierecorte

        Non vorrei sembrare troppo komplottista ma… a mio parere le Femen sono tutt’altro che la deriva del movimento di emancipazione della donna. Credo che i loro (e di chi per loro) obiettivi siano ben altri. Doveva già essere chiaro l’anno scorso, ma quest’anno con la crisi ucraina direi che è diventato lampante!

  3. Teresa ha detto

    inoltre una dev’essere fatta di ricotta per non riuscire ad aprirsi un barattolo da sola, che razza di slogan sono questi??
    perché non vanno a farsi un giro in Afghanistan e India prima di sparare idiozie??

    • Alèudin - preghierecorte ha detto in risposta a Teresa

      @Teresa

      informati su chi sia il principale soggetto che si occupa di valorizzare i diritti delle donne in India, dai che ce la fai.

    • Laura ha detto in risposta a Teresa

      Si chiama ironia…capisco che per le femministe esiste solo l’odio ma noi donne siamo anche capaci di ironia, provaci anche tu è facile! Se non ora quando?

  4. Teresa ha detto

    @Alèudin,@Laura sono cristiana anch’io e sono pure contraria al sacerdozio femminile.
    Non tirate le somme se non conoscete le posizioni di chi scrive.
    Laura, quella per me è ironia di bassa lega se di ironia si tratta

    • Laura ha detto in risposta a Teresa

      Se sei cristiana sono contenta per te, è un dono da preservare e non ti aiuterà certo il femminismo a farlo che da sempre combatte contro la visione della donna che ha il cristianesimo, che è quella di donarsi agli altri e di accogliere nuova vita nel suo grembo. Una donna che non è stata madre (biologica o no perché sterile, cambia poco) è meno donna.

      • Teresa ha detto in risposta a Laura

        Questa è la visione fondamentalista e falsa del cristianesimo.
        Gesù non valuta le donne secondo un dato biologico, a farsi ingravidare sono brave tutte. Il difficile è diventare esseri umani decenti.

        • Teresa ha detto in risposta a Teresa

          Volevo dire la versione

        • Sophie ha detto in risposta a Teresa

          MAmma mia ma possibile che adesso le donne hanno il terrore della maternità a livelli tali da considerarlo fondamentalismo cristiano? Io sono totalmente d’accordo con Laura pur non essendo mamma ed essendo fuori fase ormai. La donna-mamma ha qualcosa in più rispetto alle altre, è più matura.

        • Laura ha detto in risposta a Teresa

          Quando sarai vecchia e infelice senza figli mi ascolterai: una donna che non è stata madre è stata meno donna. Te lo dico da donna, non da cristiana.

        • gladio ha detto in risposta a Teresa

          Vorresti avere la cortesia di spiegare a tutti quanti quali sono, a tuo avviso, i parametri per stabilire quando una persona è o non è ” decente”?

  5. Francesco ha detto

    Boh, il femminismo è anche molto ipocrita. Protestano per poter fare le donne di carriera (pagando poi baby sitter h24 per i figli) e non se ne fregano assolutamente del fatto che nelle edicole nel 90% delle riviste e in TV ci siano organi genitali femminili in bella vista, veline, pose, balletti.
    Se vogliono pari dignità, perché non si comincia dal protestare contro tutta questa strumentalizzazione della donna?

    • Fabrizia ha detto in risposta a Francesco

      Le sembra che le donne non abbiano mai protestato? Mi ricordo che a cominciare le proteste sono state appunto certe femministe. Quando ero ragazza, erano loro che protestavano contro la mercificazione del corpo femminile. Con scarsissimo successo, come possiamo ambedue costatare.

      • Francesco ha detto in risposta a Fabrizia

        Ora per tutto ciò non vedo più nulla, anzi, vedo femen a protestare nude per le strade.

        • Fabrizia ha detto in risposta a Francesco

          Esattamente quello che vedo anche io. Ma allora venivano sbeffeggiate perché criticavano la mercificazione del corpo femminile. Le femen tutto sono, ma di sicuro non sono femministe. Basta vedere chi le paga.

  6. Sachalessandro ha detto

    Emancipate col datore di lavoro,emancipate col libertinismo sessuale, schiave se aiutano il marito con la casa o se addirittura vogliono il matrimonio, perchè un uomo che vuole sposarsi in verità ha solo bisogno della mamma.

    Ah beh, la convinzione è parente della pazzia si dice…

  7. Vale ha detto

    La donna madre cosa avrebbe in più?

    • Eli Vance ha detto in risposta a Vale

      Se lei sostiene che una madre non ha nulla in piu’ rispetto a una non madre, equivale a dire che il nascituro con tutto il processo di trasmissione della vita e educazione non vale niente. Essendo lei stessa nascitura è come se dicesse che sua madre non abbia prodotto nulla, dunque considera un nulla se stessa. Ora perchè si dovrebbe prendere in considerazione una affermazione prodotta da chi per primo non si considera nulla di per se stessa?

    • beppino ha detto in risposta a Vale

      La donna madre cosa avrebbe in più?

      Sfrutta la vita guardando anche al futuro, senza limitarsi al solo presente.

    • Laura ha detto in risposta a Vale

      La donna madre realizza davvero se stessa…e dici poco.

      Tutte siamo libere di scegliere, nessuno obbliga alla maternità! Ma il femminismo va ribaltato: la maternità è un dono prezioso e un privilegio che ogni donna dovrebbe vivere per sentirsi davvero se stessa.

  8. Vale ha detto

    È più matura…ma quando mai …

  9. Vale ha detto

    Dobbiamo partorire noi stessi,non altri gusci vuoti

    • Sophie ha detto in risposta a Vale

      Eh?

    • Alèudin - preghierecorte ha detto in risposta a Vale

      @Vale

      un bambino sarebbe un guscio vuoto?

      Cosa sei Catara esoterica?

    • gladio ha detto in risposta a Vale

      ???????????????????????????????????????????????????????????????????
      ?????????????????????????????????????????????????????????????????????

    • Q.B. ha detto in risposta a Vale

      @ vale:

      non scherzo, a leggerti mi è passato un brivido lungo la schiena.
      Quali ferite hai? (domanda retorica naturalmente, non ti chiedo di rispondere qui)

  10. sonia pieralli ha detto

    Meraviglioso!!!Questa si è una rinascita che nobilita la donna,”io sono da sempre una donna contro la bieca dittatura di sguaiate volgari femministe più dannose della peste per la famiglia e l’umanità intera!

  11. Engy ha detto

    Al di là di una valutazione di certi tipi di femminismo che anche per me sono molto discutibili, la donna-mamma in più ha solo i figli che le donne non mamme (per i più diversi motivi) evidentemente non hanno.
    In più sul piano della maturità, della moralità, dell’affidabilità o non so di cos’altro non hanno proprio niente, a livello di intera categoria, così come è una favola il fatto che le donne in generale siano migliori degli uomini.
    Non cadiamo sempre in questi luoghi comuni e/o idealizzazioni.
    Esiste la persona, pessima o ottima che sia, madre o non madre, atea o credente, ecc

    • Fabrizia ha detto in risposta a Engy

      Esiste la persona. D’accordissimo. Però sono diventata mamma quasi all’ultimo minuto. E dico che quello che so adesso, non avevo la più pallida immagine che esistesse, prima. Diventare mamma è stata per me una rivelazione. Ma, evidentemente, questa rivelazione l’ho avuta con la maternità. Non prima. E sono un’altra persona, da allora.

  12. Graziano Salvadé ha detto

    Evviva una sana dose di genio creativo femminile!!!Che orrore quelle femministe che si agitano in maniera convulsiva, simili a scaricatori di porto isterici che a donne piacevoli…Sono felice di aver letto questo articolo!Così mi viene il desiderio di corteggiare…

    • Fabrizia ha detto in risposta a Graziano Salvadé

      Come lei, ho sempre avuto orrore per le femministe isteriche e col pugno chiuso: trovavo che scimmiottavano gli uomini in quello che degli uomini mi piace di meno. Ciò detto, se gli uomini fossero stati davvero uomini, cioè persone mature e rispettose delle donne, le femministe non ci sarebbero mai state.

      • Graziano Salvadé ha detto in risposta a Fabrizia

        …Ma non tutti gli uomini, grazie a Dio, si rapportano male con le donne…Spero che concorderà con me su questa cosa…

  13. Li ha detto

    Mi devo fare una bella maglietta antifemminista e girare. Magari ci attacco su anche la spilla del centro di aiuto alla vita per chiudere in bellezza.

    Femministe? Poverette, che brutto modo di vivere! Fanno così pena da farti incavolare, tanta pena fanno.

    • Engy ha detto in risposta a Li

      beh piano, dipende, tu tendi troppo spesso a parlare per categorie, dunque per luoghi comuni, scusami.
      Ti faccio solo un nome (ma ce ne sono molti altri): una femminista, o meglio una persona-donna-femminista come Miriam Mafai ad esempio io la rimpiango molto.

      • Daphnos ha detto in risposta a Engy

        E io rimpiango moltissimo femministe come Florence Nightingale e Oriana Fallaci 🙁 .

        • Engy ha detto in risposta a Daphnos

          Florence Nightingale non la conosco, Oriana Fallaci la rimpiango molto anch’io e infatti avevo messo tra parentesi che gli esempi sono tanti.
          Miriam Mafai aveva un quid in più però (secondo me): l’allegria, la grandissima simpatia, la leggerezza con cui, anche quando si arrabbiava, era capace di litigare. Ma questi sono talenti naturali molto rari, io per prima non li posseggo. 🙂

      • Li ha detto in risposta a Engy

        Parlo per categorie? Non sono offesa, ma non capisco. Mi puoi spiegare cosa intendi, per favore?

        • Engy ha detto in risposta a Li

          intendo ad esempio la frase “Femministe? Poverette, che brutto modo di vivere …”
          Beninteso, è un errore (o una tentazione) in cui a turno cadiamo tutti e allora diciamo “gli uomini”, “le donne”, “i meridionali”, “gli stranieri”, “gli atei”, “i credenti”, ecc

          • Li ha detto in risposta a Engy

            Continuo a non capire: non stiamo parlando di femministe e non femministe? Cosa dovrei dire, donne che brutto modo di vivere? Se poi si parla di atei, stranieri o credenti avremo tutti una parola rivolta verso di loro. A me continua a non essere chiaro il tuo discorso.
            E gli stranieri non sono forse stranieri? Non sono nati in Italia, e anche se lo fossero hanno sangue non italiano o almeno in parte. Così come alcuni non hanno sangue tutto settentrionale o meridionale se un genitore non lo è.
            Alla fine finisco sempre per allargare il discorso per fare numerosi esempi. voglio farmi capire.

            Se si parlasse di disabili sarebbe uguale. E se usassi il termine diversamente abili quello si mi farebbe incavolare perchè sarebbe davvero categorico e ghettizzante (lo dico come rappresentante di detta categoria).

            Allora come donna non posso definirmi femminista, perchè non apprtengo alla schiera. E se porto un simbolo religioso lo faccio per affermare ed esternare la mia fede, proprio come vuole categorizzare chi invece si prodiga per cavare simboli religiosi da scuole e uffici.

            Si può essere donna anche senza essere esponente del femminismo. Engy non sarai un po’ troppo politicamente corretto/corretta? In questo caso…poveretti questi esponenti del buonismo politicamente corretto…che brutto modo di vivere. Perchè lo dico? Purtroppo chi segue quella linea non ha idee proprie, ma quelle di partito, della moda e forse ha paura di essere deriso o minacciato se le devia.

  14. Marco S. ha detto

    Concordo con l’articolo.

    Credo che il femminismo si origini come reazione ad una societa’ oggettivamente sbilanciata, che non teneva quasi in alcun conto le ragioni e il fondamentale contributo dato dalle donne alla societa’, anche e soprattutto come madri di famiglia.
    Una societa’ che in parte purtroppo funziona ancora cosi’.

    A me piace parlare chiaro e quando dico “tenere conto del contributo” non intendo parlare di “pacche sulle spalle”, ma di potere politico effettivo.

    A cento anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, ricordo per esempio che generali uomini rincoglioniti poterono mandare stupidamente a morte centinaia di migliaia di ragazzi, senza tenere in nessun conto le ragioni delle loro famiglie.
    In particolare delle ragioni di migliaia di donne, che avevano dedicato i loro migliori anni giovanili a far nascere, crescere ed educare questi giovani e che chiedevano solo che la loro vita non fosse buttata via per niente, un tanto al chilo.

    Se si fosse tenuto in maggior conto delle loro ragioni, forse il XX secolo non sarebbe stato un secolo cosi’ orribile.

    • Dario* ha detto in risposta a Marco S.

      Non entro in merito delle tue idee personali sull’argomento, però riguardo alla prima guerra mondiale la fai davvero troppo semplice. E’ troppo comodo dire che perché i generali dell’epoca erano uomini, gli uomini sono bestie. Io scommetterei che non solo le donne a casa erano contrarie alla guerra ma anche la stragrande maggioranza degli uomini al fronte che venivano considerati peggio che carne da macello (ovviamente quelli che combattevano, quelli che davano gli ordini al caldo ed al sicuro non fanno testo). Dato questo per assodato (credo che ne converrai con me), assumere che se i generali fossero stati donne questo non si sarebbe verificato è totalmente arbitrario, il problema era la mentalità diffusa della società e non del sesso di chi esercitava il potere. La storia insegna che, quando sono state al potere, anche le donne hanno saputo essere sanguinarie e spietate, la leggenda che le donne al potere siano tutte sante ed illuminate è solo propaganda

      • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

        Caro Mario, aspettiamo prima a vedere come sarà un mondo governato da donne. Le donne che finora hanno governato nella storia sono percentualmente troppo poche per fare testo: una rondine non fa primavera. Intanto, posso affermare con sicurezza che le guerre nella storia, con la conseguente scia di distruzioni, stupri e massacri inenarrabili, non le hanno fatte le donne. Come è indiscutibile che le carceri sono piene di uomini e non di donne. Senza nessuna polemica.

        • Dario* ha detto in risposta a Fabrizia

          Risponderò in vece di questo fantomatico Mario pur non avendo ricevuto delega =P
          Grazie a Dio non ho bisogno di immergere una mano nell’olio bollente per sapere che mi ustionerei. E’ un grande dono la logica deduttiva, mi permette di sapere che 1 kg di piombo pesa quanto 1 kg di piume senza doverli pesare. Analogamente, conoscendo un gran numero di uomini e donne e avendo modo di constatare come i limiti ed i difetti di entrambi siano fondamentalmente gli stessi, mi è facile dedurre che, pur non avendo prova provata, se le donne fossero al potere si comporterebbero analogamente a quanto fatto dagli uomini.
          Gli Stati Uniti non avevano mai avuto un presidente nero, è cambiato qualcosa con l’ascesa al potere di Obama? Io sono convinto che sarebbe lo stesso se venisse eletta la Clinton o la Palin o chiunque altra.
          Gli esseri umani sono sostanzialmente della stessa pasta, presumere le donne migliori degli uomini è contro la realtà oggettiva dei fatti (N.B. che vale anche il discorso inverso, uomini e donne sono sullo stesso piano, sono parti complementari della stessa specie, dire altrimenti è come minimo una forzatura).
          Vogliamo andare avanti? Vogliamo giudicare quanto le società matriarcali siano simili a quelle patriarcali?
          Ti è mai capitato di sentir donne affermare che i capi peggiori sotto cui avevano lavorato fossero altre donne? A me un sacco di volte. Io tendo a non prendere tutto per oro colato, in fin dei conti sappiamo quanto le donne in certe condizioni siano competitive ed aggressive tra loro quindi, generalizzando per difetto, ciò che ne vien fuori è che, al posto degli uomini, le donne non sarebbero state mediamente né meglio né peggio.
          Partire dal presupposto che le donne siano uno o più gradini sopra agli uomini non porta ad una società giusta ed equilibrata ma solo ad una società squilibrata in senso opposto a quella di stampo maschilista. Ora resta da decidere per cosa lavorare: per la giustizia e l’uguaglianza o per la vendetta e la repressione contraria?
          In definitiva tu continua pure a vivere di illusioni se ti fa piacere, io ho solo argomentato perché ritengo che ti sbagli. Ma se tu ritieni che sbagli io mi piacerebbe sapere su che basi lo affermi, sarò lieto di cambiare opinione se le tue argomentazioni saranno sufficienti a mostrarmi che sono più o meno in torto.
          Sempre senza nessuna polemica

          • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

            Caro Dario, dove dico che le donne sono superiori agli uomini? Non lo dico, perché non lo penso. Dico invece che gli uomini e le donne non si comportano allo stesso modo, perché sono diversi, grazie a Dio. Tu dai per scontato che le donne al potere si comporteranno come gli uomini: io prima voglio vederle al potere, e non una o due sole, in un mare di uomini, ma almeno quante gli uomini. Un chilo di piume e un chilo di piombo pesano uguale, ma non prendono lo stesso spazio. E le guerre finora le hanno fatte e continuano a farle gli uomini e le carceri sono piene di uomini. Non perché siano peggiori delle donne. Ma più violenti di sicuro.

            • Fabrizia ha detto in risposta a Fabrizia

              E aggiungo ancora che mi stupisco di come tu dia per scontato non che siamo complementari – come sostieni a parole – ma che le donne siano uguali agli uomini. Le donne non sono uguali agli uomini. Certo che siamo fondamentalmente gli stessi, certo che siamo sostanzialmente della stessa pasta, ci mancherebbe. Ma le differenze ci sono. E sono grandi. E vanno riconosciute. Non cancellate. Ed è questa ignoranza di quello che è una donna che mi colpisce.

              • Dario* ha detto in risposta a Fabrizia

                Io non credo che siano complementari solo a parole, io infatti sostengo che nella società ci dovrebbe essere uguale posto per entrambi. Sei tu che auspichi una società con le donne al potere non rendendoti conto che sarebbe comunque una società sbilanciata che porterebbe inevitabilmente a disastri analoghi a quelli contro cui ti scagli attribuendoli solo ad una fantomatica stupidità maschile.
                Le carceri sono piene di maschi dici? Beh, la spazzatura degli ospedali trabocca cadaveri di vittime innocenti i cui carnefici (tutti donne) l’hanno fatta franca. Mi scuso per i toni usati, sono il primo a riconoscere tutte le attenuanti del caso e a non condannare le donne in questione, ma se vuoi la verità nuda e cruda, questo è e non ci si scappa, è inutile che ti focalizzi solo su ciò che ti fa comodo vedere e neghi tutto il resto. Anche le donne sono capaci di atrocità e crudeltà. Solo donne al potere dici? Donne come la Bonino magari? Bella società che sarebbe…

                • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

                  Dove auspico cosa? Dico che prima di dire che le donne si comporterebbero come gli uomini, aspetterei di vederne altrettante al potere. Non auspico un bel niente : ma non dò per scontato ciò che non è provato. Io mi scaglio contro una fantomatica stupidità maschile? Dove? Faccio alcune constatazioni. Processatemi pure, ma per quello che dico. Non per quello che ci volete vedere voi.

            • simone ha detto in risposta a Fabrizia

              Ancora una volta metti le donne contro gli uomini e ancora una volta ti becchi i cartelli delle nauseate ragazze dell’articolo. Devi capire che siamo persone prima di essere maschi e femmine, possono cosi esistere donne violente e uomini non violenti, donne imbranate e incapaci e uomini saggi e abili (e viceversa). Questa guerra tra i sessi non ti porterà a nulla (se non all’odio, l’obiettivo del Femminismo) e ti rende ridicola.

              • Dario* ha detto in risposta a simone

                E’ triste che tu non te ne renda conto Fabrizia ma è proprio così

                • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

                  Ma scusate, Dario e Simone, ma da dove deducete che sono per la guerra dei sessi? Non lo sono mai stata. Sono per la complementarietà dei sessi, da sempre. Ci mancherebbe che uomini e donne non siano persone alla stessa stregua! Siamo tutti creature di Dio! Ma siete proprio sicuri che come è strutturata oggi la società sia proprio come aveva l’intenzione che fosse il nostro comune Creatore? E la colpa è delle femministe?

      • Marco S. ha detto in risposta a Dario*

        Caro Dario, non capisco se intendi difendere i generali della I Guerra Mondiale (specie quelli meno difendibili, come quelli Alleati, tipo Cadorna, French, Nivelle…) o solo contestare le mie affermazioni.
        Mi fermo alla seconda interpretazione, meno complessa.

        Premetto che non sto perorando la causa di una societa’ matriarcale.
        Ravviso gravi distorsioni anche in quei settori o contesti della societa’ dove l’elemento femminile e’ eccessivamente predominante.

        Volevo solo portare un esempio specifico, limitato ad un preciso ambito, non certo per generalizzarlo a tutte le epoche, gli ambiti e le latitudini.

        Mi premeva infatti affermare come, nello specifico contesto politico, non aver dato il giusto peso anche al punto di vista delle madri di famiglia, non si e’ rivelata soltanto un’ingiustizia verso quelle persone che, fino a prova contraria, avevano dato il maggior contributo a rendere disponibili migliaia di tonnellate di “carne da macello”, ma si e’ anche rivelata una formidabile distorsione, con gravissime e prolungate conseguenze storiche.

        Non sto neanche proponendo una versione sessista della teoria etnica del “buon selvaggio”, secondo la quale le donne sarebbero sempre migliori degli uomini.

        E non sto neanche dicendo che il “genio maschile”, che da’ particolare enfasi al sostegno ed alla difesa della comunita’, sia solo fonte di guai.
        A condizione che, anche nella societa’, come avviene da millenni nelle famiglie, esso sia equilibrato da un’adeguata presenza del suo naturale complemento, che e’ appunto il “genio femminile”.
        E ovviamente, per la proprieta’ transitiva, vale anche il viceversa.

        A me pare che il femminismo moderno, che rivendica spazi per le donne, a condizione che rinuncino a pezzi importanti della loro femminilita’, esaltando la conflittualita’ tra i sessi, non colga ancora nel segno ed anzi rischi di mortificare entrambi, genio femminile e genio maschile.

        • Fabrizia ha detto in risposta a Marco S.

          Caro Marco, sono assolutamente d’accordo con te . Penso anche io che il femminismo moderno rischi di fare perdere alle donne una parte fondamentale della loro femminilità. Non sono mai stata femminista, anche perché non mi sono mai riconosciuta nella contrapposizione uomo- donna. Penso però che il femminismo abbia avuto ( e magari possa ancora avere ) una sua funzione storica e che sia stato una reazione a una situazione obiettivamente discriminante della donna. Resto convinta che sarà un bel giorno quando gli uomini potranno essere davvero uomini e le donne davvero donne. Come è sempre stato nelle intenzioni di Dio.

        • Dario* ha detto in risposta a Marco S.

          Io difendere i generali della I guerra mondiale? Rileggi il mio post, ho scritto che se tu considerassi solo i generali potrsti desumere “uomini = bestie” e tu mi accusi di voler difendere i generali? Mi trattengo dallo scrivere cosa penso di loro solo per carità cristiana.
          Non volevo neanche solo contestare le tue affermazioni così per partito preso, solo scrivere che trovavo le tue conclusioni (sul fatto che una società in cui fossero state le donne a dominare non sarebbe giunta a tali atrocità) prive di fondamento, tutto qui.
          Da come scrivi in questo post sembra che o tu abbia ritoccato le tue posizioni o io le abbia interpretate male in precedenza, comunque con quanto scrivi qui sono d’accordo

          • Marco S. ha detto in risposta a Dario*

            La seconda che hai detto.
            Se vuoi approfondiamo.

            • Dario* ha detto in risposta a Marco S.

              Come vuoi, ma non sentirti in dovere di farlo, non è la prima volta che fraintendo qualcosa di scritto da altri (e sono stato spesso frainteso pure io, è inevitabile che di tanto in tanto succeda). Alla luce di quanto hai scritto poi, penso di potermi riconoscere anche nel tuo post iniziale. Il fatto probabilmente che mi ha tratto in inganno nel leggerlo è stato il contesto in cui l’ho letto. Per non essere vago: dopo aver letto un certo numero di post di gente che sproloquia sul femminismo meglio mettere in conto che si potrebbe non leggere dalla giusta prospettiva un post in cui vengono messe in rilievo le legittime ragioni delle donne. Ammetto il mio sbaglio.

    • Fabrizia ha detto in risposta a Marco S.

      Caro Marco, sono d’accordo con lei. Penso anch’io che il femminismo sia nato come reazione al maschilismo imperante allora e mai morto nemmeno adesso. Come movimento ha fatto molto bene: ha attirato l’attenzione sull’ingiustizia e la violenza di idee che venivano considerate la norma naturale. Sono donna, e adesso felicissima di essere donna e madre. Sono convinta che uomo e donna siano complementari. Ma quando ero ragazza, è stato davvero difficile vivere in un mondo dove erano gli uomini che dicevano alle donne come dovevano essere. E se gli uomini si fossero sempre comportati da uguali in dignità alle donne e a loro complementari, non ci sarebbe stato bisogno di nessun femminismo. Purtroppo non è stato così, e lo sappiamo tutti. E nel resto del mondo non occidentale continua ad essere così e lo sappiamo tutti. Il femminismo è stato una tappa indispensabile nel lungo processo di maturazione della nostra società. Ci sono squilibri, certo, ma niente al confronto della lunga scia di sangue delle guerre combattute nei millenni dagli uomini. Non guardiamo al fuscello degli altri, quando si ha una trave nell’occhio. Non ci siamo ancora,ma sono sicura che arriveremo ad essere donne e uomini liberi, senza che gli uni impongano alle altre come devono essere.

      • simone ha detto in risposta a Fabrizia

        Nei tuoi commenti c’è proprio quel disprezzo degli uomini e quell’esaltazione delle donne che ha ormai disgustato i moderni sopratutto le donne citate nell’articolo. Questo é il male del femminismo che ha oscurato il poco bene che ha fatto.

        • Fabrizia ha detto in risposta a simone

          Caro Simone, dove vedi il disprezzo per gli uomini in quello che scrivo? Non saresti solo un po’ suscettibile?

          • simone ha detto in risposta a Fabrizia

            Il continuo confronto tra il bene fatto dalle donne e il male fatto dagli uomini nella storia é un esempio. Questo é il femminismo, un’ideologia (-ismo) di odio.

          • Dario* ha detto in risposta a Fabrizia

            Veramente anche io trovo che sia piuttosto evidente anche se magari non scritto in modo esplicito

            • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

              Tu trovi che sia piuttosto evidente anche se magari non esplicito. Perfetto. Cerca di attenerti all’evidenza. Non alle personali sensazioni. Possono indurre a fraintendimenti.

      • Marco S. ha detto in risposta a Fabrizia

        Cara Fabrizia, non sono sicuro che il movimento femminista non rientri tra quei movimenti che pretendono di “dire alle donne come devono essere”, cosicche’ anch’esso non abbia limitato la piena esplicazione del “genio femminile” nella societa’, sia pure in una forma piu’ subdola.
        Ha comunque avuto il merito, diciamo cosi’, di “porre il problema”, su questo non si discute.

        In quanto alle guerre non si puo’ generalizzare il giudizio.
        Purtroppo per fare la pace bisogna essere in due, mentre per la guerra ne basta uno solo.
        E non sempre a chi la subisce puo’ bastare una pregiudiziale non-violenza, per salvare se stesso e le persone affidategli.

        Detto questo concordo con la sua idea che la violenza, specie quella di gruppo, sia una “modalita’ espressiva” prevalentemente maschile o meglio, lo sia laddove manca un riequilibrio della presenza femminile.

        Detto questo, quello che di caratteristico ritengo ci sia nella conflittualita’ maschile, sia la ricerca del confronto risolutivo, al termine del quale si stabiliscono delle gerarchie sociali, che comunque terminano il conflitto.
        La violenza rappresenta dunque la fase patologica di questo confronto, cosa che nelle societa’ patriarcali e’ certamente all’origine del fenomeno della guerra.

        Per quanto riguarda la conflittualita’ femminile, non sono esperto in materia, ma mi pare che, se da una parte e’ certo meno presente l’elemento cruento, dall’altra mi pare meno presente anche quello risolutivo.
        Questo sembra confermato dal noto luogo comune, citato anche da Dario (e confermatomi peraltro da un certo numero di amiche), che vede nei capi donna le peggiori avversarie per la realizzazione professionale delle loro dipendenti.

        Quindi ci troviamo di fronte a due situazioni imperfette, o meglio di fronte a due meta’, che necessitano di vivere insieme con stima e rispetto delle reciproche diversita’, per realizzare la perfezione e far progredire la nostra specie sulla strada da essa tracciata da Dio.

        • Dario* ha detto in risposta a Marco S.

          Sono d’accordo quasi su tutto tranne che non ritengo che gli uomini siano più portati alla violenza delle donne quanto che si tratti di una violenza di stampo differente, quella femminile è meno esplicita se vogliamo ma non meno pericolosa e dannosa. Insomma, come dicevi tu, un uomo che non si sa dominare è propenso a perdere il controllo ma una donna che non si sà dominare cova ed alimenta il rancore più o meno inespresso per tutta la vita anche per delle sciocchezze. Quale difetto sia meglio o peggio dipende dalle circostanze, nulla toglie però che siano entrambi difetti potenzialmente distruttivi

          • Marco S. ha detto in risposta a Dario*

            Io parlavo appunto di violenza fisica, specie quando vissuta nella forma di gruppo, che e’ poi quella forma di violenza alla base della guerra, o meglio della sua manifestazione piu’ evidente sui campi di battaglia.

            Le origini piu’ profonde dei conflitti umani possono invece risalire anche ad altre forme di egoismo e di violenza, magari meno evidenti e di per se’ meno esecrabili, ma non meno esiziali, in quanto li provocano.
            Mi pare di ripetere la dottrina della Chiesa Cattolica, quando affermo che e’ certamente insufficiente condannare la violenza della guerra, senza fare nulla per rimuovere le cause piu’ remote che la determinano.

            Mi pare pero’ che stiamo allargandoci a macchia d’olio e diventa difficile tornare a focalizzarci sul tema di questa discussione, nell’ambito della quale il mio intervento aveva obiettivi piu’ modesti.

            Concludo dicendo che continuo a non vedere dove sei in disaccordo con me, come ci si aspetta del resto da un buon cattolico.

            Nel mio primo intervento che, come in tutti, cerco di sintetizzare al massimo, ho dato per scontate tutte le critiche cattoliche al movimento femminista moderno, senza dover interrompere il ritmo con precisazioni e distinguo.
            Mi pareva ovvio, ma forse non lo era.
            Forse qualcuno mi ha considerato il portavoce delle Femen 🙂

            Rileggi il mio primo intervento con questa prevenzione e confido non avremo piu’ niente da aggiungere.

            • Dario* ha detto in risposta a Marco S.

              Devi perdonarmi sai Marco, ho la brutta tendenza alla pignoleria. In definitiva sono d’accordo con le tue posizioni, le differenze non sono che sfumature insignificanti. Come ho già scritto in un altro post, rileggendo il tuo primo post alla luce dei tuoi post successivi, posso dire di condividere anche quello. Probabilmente è l’argomento trattato che mi mette un po’ sulla difensiva 😉

          • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

            Caro Dario, la violenza “potenziale” degli uomini, quando si esplicita, porta alla tomba. La violenza “potenziale” della donna, porta magari dallo psicologo. E finché c’è vita c’è speranza!

        • Fabrizia ha detto in risposta a Marco S.

          Caro Marco, sono totalmente d’accordo con te, ancora. Come ho già detto nel primo intervento, il movimento femminista ha avuto il merito storico di porre il problema. Sulle sue derive, penso anche io che faccia ora parte di quei movimenti che vorrebbero dire alle donne come dovrebbero essere. Le Femen sono solo ridicole, buone per farsi pubblicità. È anche vero che laddove il ” genio femminile” viene lasciato libero di esplicitarsi nella sfera pubblica e sociale tutta la società ne trae beneficio. Basta fare il confronto con quelle società dove tale genio viene oppresso e recluso per rendersene conto. Il problema della violenza è complesso e meriterebbe una trattazione completa a parte : un’idea per la Redazione? È un’altra sfera dove si evidenzia la differenza di comportamento fra i sessi. Grazie per la cortesia, la comprensione e il rispetto che hai per l’interlocutore.

    • Fabrizia ha detto in risposta a Marco S.

      E pensando alla Prima Guerra Mondiale, oltre che alle madri, penso anche alla generazione di fidanzate dei giovani morti: un’intera generazione di ragazze che non ha potuto sposarsi e farsi una famiglia perché i loro uomini erano stati massacrati.

      • Dario* ha detto in risposta a Fabrizia

        Poverine, ovviamente quelli che invece hanno tirato le cuoia nell’inferno delle trincee non meritano altrettanta compassione. Loro sono da considerare i carnefici di questa situazione giusto? In fondo si sono fatti massacrare perché era un modo alternativo di passare il sabato sera, magari solo per schivarsi di are una mano con le faccende di casa… che sballo, devo provare anch’io uno di questi giorni…
        Dai, per piacere, smettiamola di analizzare solo le parti che fanno comodo delle tragedie e di tirare l’acqua al proprio mulino: questa futile guerra tra i sessi non può portare a nulla di buono

        • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

          La guerra fra i sessi non mi interessa proprio. E non capisco perché sia così difficile accettare che la violenza è magari un problema sul quale interrogarsi. Un problema che sembra essere piuttosto diffuso tra i maschi. Anche in tempo di pace, a vedere quello che succede in certi stadi la domenica. E non mi pare fossero donne quelle che mandavano a morire i ragazzi in trincea.

          • Dario* ha detto in risposta a Fabrizia

            Proprio non riesci a cogliere il nocciolo della questione. Il problema è che per diventare generale uno dev’essere, una volta più di adesso, un esaltato. Salvo eccezioni, un uomo di sani principi, non farà mai troppa carriera semplicemente perché non gli interessa scalare la scala sociale fino in cima, non gli interessa dominare sugli altri. E’ inevitabile che al potere ci finisca sempre che ha il potere stesso come fine e questo genere di persone non sarà mai un buon leader. Nota che ho scritto “persone” e non “uomini”. Nono so quanto spesso sia il prosciutto che dimostri di avere sugli occhi ma ne converrai con me che anche tra le donne ci sono le esaltate. Bene, è inevitabile che in gran misura sarebbero queste a finire al potere, sarebbero queste a fare i generali ed il risultato non cambierebbe.
            Prova ad analizzare la realtà senza paraocchi per un attimo, guarda la scena politica, io conosco donne splendide nella vita di tutti i giorni ma se dovessi giudicare l’universo femminile dalle donne politico ne sarei disgustato. Lo stesso, nota bene, vale per gli uomini, sfido chiunque con un po’ di buon senso a non avere ribrezzo della nostra classe politica maschile.
            Il problema, come scrivevo prima, è che un uomo (o una donna) di buon cuore ambisce a farsi una famiglia, a vivere felice e ad avere un certo livello di benessere senza ledere gli altri. Inevitabilmente questi, che sono le persone che più valgono nella società, che sono come le madri e fidanzate che tu citi, ma che sono anche la carne da macello al fronte che tu snobbi, non saliranno mai al potere e non è una questione di sesso. Apri gli occhi

            • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

              Mi sembra che tu confonda supposizioni tue con i fatti e la realtà. E potresti provare a discutere senza necessariamente attaccare chi non la pensa come te. Paraocchi, fette di prosciutto, ” proprio non riesci a cogliere”, “snobbi”…Usi un linguaggio che mi è estraneo.

        • Marco S. ha detto in risposta a Dario*

          Mi rammarico che il mio intervento abbia dato la stura ad una “guerra dei sessi”, che mi pare oltremodo inopportuna in un contesto di ispirazione cristiana.
          Di donne ce ne sono di tanti tipi, cosi’ come di uomini, quindi non si puo’ e non si deve generalizzare.

          Mi permetto pero’ di osservare che puo’ essere altrettanto duro perdere la persona amata, senza neanche sapere bene come e dove abbia finito i suoi giorni.
          E vivere per il resto dei propri giorni una vita sospesa con questa amarezza nel cuore, che si rinnova ogni mattina, puo’ essere anche peggio della morte.

          Solo per buttare una cosa li’, a titolo d’esempio, ho letto di recente un libro, scritto da un ex marinaio della portaerei “Enterprise”, in merito allo sconsiderato impiego dei reparti aerosiluranti della marina americana, contro la flotta giapponese, durante la battaglia di Midway, nel 1942.

          Un libro che finalmente, a 70 anni di distanza, puo’ affrontare a fondo cose abbastanza raccapriccianti, come rapporti alterati, che magari hanno salvato carriere di pochi “grandi uomini”, che ora troneggiano nell’Olimpo dei grandi comandanti militari della nazione.
          E che parla anche di tanti “piccoli uomini”, che pure avevano mogli con figli o fidanzate, e che sono morti, i piu’ fortunati in pochi istanti, arrostiti nei loro aeroplani, gli altri forse dopo ore o giorni, gravemente ustionati e dispersi nell’immenso Oceano Pacifico.
          Nessuno potra’ mai dirlo ai loro familiari.

          Ma non e’ di questo che voglio parlare.
          Una delle cose che ha colpito di piu’ l’autore e’ proprio la reazione di alcune mogli di questi piloti, contattate a quasi 50 anni dai fatti e la loro sete ancora vivissima di avere informazioni su ogni particolare degli ultimi giorni di vita dei loro uomini; informazioni da conservare gelosamente per se e per i figli, che magari non avevano mai conosciuto il padre.

          Quindi l’autore, che aveva contattato queste donne per avere informazioni di prima mano sulla personalita’ dei loro mariti, si trovo’ spesso a doverne dare o a doverle mettere in contatto con altri compagni ex-marinai che erano in grado di farlo, ricevendone un’immensa e commossa gratitudine.

          Egli quindi chiosa il suo libro, giustapponendo il cinismo di certi capi militari che, nascondendo i loro errori (con i morti che ci stavano dentro) avevano potuto proseguire serenamente le loro brillantissime carriere, con il dolore ancora vivo e sanguinante, a mezzo secolo di distanza, delle famiglie e delle donne dei caduti.

          • Dario* ha detto in risposta a Marco S.

            Guarda che sono d’accordo con te. Dal mio post potevo anche sembrare cinico ma sono pienamente consapevole (per quanto possa essere consapevole uno che le cose non le vive comunque di persona) del dolore immenso che hanno dovuto sopportare le fidanzate, le mogli, le figlie, le madri, le nonne degli uomini al fronte (ma vogliamo citare anche i figli, i padri ed i nonni o questi sono soggetti senza valore in quanto maschi e quindi privi di sentimenti? Questa parentesi è per Fabrizia, non per te beninteso). Quello che ho scritto era solo per dare risalto alla parte di tragedia che Fabrizia, in modo più o meno inconscio, tralascia. Da come scrive lei l’unica tragedia che si è consumata è che delle donne hanno sofferto un distacco, nella sua visione la parte che hanno gli uomini è solo quella di pertinenza di queste donne, di per sé il dolore dei soldati o degli uomini a casa sembra essere trascurabile. Io ho solo voluto col mio post mettere in tavola la parte omessa della questione, solo per dare una visione d’insieme della tragedia. Tutti, maschi e femmine, hanno sofferto a causa dell’insensatezza di pochi, se non si arriva ad ammettere questo, ad ammettere l’evidenza, inutilmente si cercheranno le cause che l’hanno generata

            • Fabrizia ha detto in risposta a Dario*

              Da dove Dario deduca che per me il solo dolore che conta è quello delle donne e che tralascio quello degli uomini, lo sa solo lui…

              • Fabrizia ha detto in risposta a Fabrizia

                …peraltro, io tralascerei queste tragedie “in modo inconscio”…Lasciamo perdere, dài, che è meglio. Quando si comincia con l’inconscio, siamo proprio messi bene.

                • Fabrizia ha detto in risposta a Fabrizia

                  “Tutti, maschi e femmine, hanno sofferto a causa dell’insensatezza di pochi ( uomini ), se non si arriva ad ammettere questo, ad ammettere l’evidenza, inutilmente si cercheranno le cause che l’hanno generata”. Non si poteva dire meglio.

« nascondi i commenti