Giovanna d’Arco, perché le femministe la snobbano

giovanna d'arco chi era femminismo

Chi era Giovanna d’Arco e perché fu sempre ignorata dal femminismo. Pur essendo una donna forte, indipendente e a capo dell’esercito maschile, le sue frasi, le sue scelte e la sua vita dedicata a Dio sono un boccone amaro per le ideologhe moderne.


 

Alcuni si stupiscono del fatto che il femminismo non si sia mai appropriato anche della figura di Giovanna d’Arco, usandola come stendardo per la loro causa.

Eppure, la generalissima dell’esercito di Carlo VII potrebbe essere vista come il prototipo femminista di donna forte, indipendente, leader di un esercito maschile che, grazie al suo coraggio e abilità, salvò la Francia e unì sotto il suo vessillo monarchici e repubblicani.

Ma come fu scomoda allora, Giovanna dà fastidio anche agli ideologi e alle ideologhe di oggi.

La Pulzella d’Orléans aveva quel “vizio fastidioso” di riconoscersi come uno strumento nella mani di Dio, un’umile contadina figlia della Chiesa cattolica verso la quale giurò obbedienza totale anche durante la prigionia, quando fu venduta agli inglesi.

 

Giovanna d’Arco, verità sul processo e la morte

Solo per qualche periodo Giovanna d’Arco beneficiò dell’attenzione di qualche moderno intellettuale laico, giusto il tempo per definirla una vittima del cattolicesimo bruciata viva come strega dall’Inquisizione.

Ma l’immagine fantasy non ha retto molto, gli storici hanno osservato che il processo politico (e non religioso) fu ordinato dagli inglesi per i quali era indispensabile distruggerne il mito senza, tuttavia, farne una martire.

Per la causa ingaggiarono una loro creatura, il vescovo Pierre Cauchon del partito dei Borgognoni (poi scomunicato dalla Chiesa) che architettò il modo di togliere credibilità a Giovanna in campo religioso tramite l’inganno, condannandola come eretica il 30 maggio 1431.

Neanche 24 anni dopo, nel 1455, Papa Callisto III ordinò la revisione del processo e riabilitò la Pulzella, oggi venerata dalla Chiesa come patrona della Francia.

 

Giovanna d’Arco, perché è icona anti-femminista

Ma torniamo alla domanda iniziale: perché il mondo femminista trova fastidiosa Giovanna d’Arco?

Il motivo è semplice, Giovanna parlò solo della volontà di Dio e mai della sua, contraddicendo l’interpretazione secolarizzata della storia.

E’ Dio, attraverso suo Figlio, che libera realmente le donne (e gli uomini) dalle circostanze della storia, dalle catene dell’ingiustizia terrena.

Ed è il cristianesimo che spesso donò alle donne l’emancipazione in terra, come dimostrano le pubblicazioni della storica francese Régine Pernoud.

Le donne dei Regni cristiani (pensiamo a Matilde di Canossa, Eleonora d’Aquitania, Bianca di Castiglia, Ildegarda di Bingen ecc.) erano molto più libere ed emancipate rispetto a quelle sottomesse alla Repubblica francese del XIX secolo!

Angelo Varni, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Bologna, ha osservato infatti:

«Fu la Rivoluzione francese a rimettere in discussione simili opportunità tutte derivate dall’appartenenza di casta: nella società borghese dell’uguaglianza dei diritti e dei doveri non parve affatto naturale riconoscere alle donne una loro paritaria presenza nella dimensione pubblica, mentre il positivismo ottocentesco si sforzò di trovare ragioni oggettive per relegarle nei limiti del privato».

 

La verginità di Giovanna d’Arco, un’onta insopportabile

Non c’era alcun ego individualista in Giovanna, solo l’idea di servizio a Dio e alla patria.

Pregava ogni giorno e chiedeva di fare lo stesso ai suoi soldati, riceveva l’Eucarestia ogni volta che poteva. Sposa di Cristo, si mantenne vergine.

Difese la sua verginità anche nelle carceri inglesi quando mantenne gli abiti maschili per salvarsi dallo stupro e preferì saltare dalla torre del castello di Beaurevoir, rischiando la vita piuttosto che la sua verginità.

Elodie Perolini, sulla rivista francese La Nef (maggio-giugno 2020), ha raccolto tante testimonianze di rozzi soldati che rimasero incantati da questa fanciulla, per nulla impaurita a vivere assieme loro durante la guerra.

«Non oso avvicinarmi a Giovanna a causa dell’enorme gentilezza che vedo in lei», scrisse ad esempio lo scudiero Bertrand de Poulengy. Jean de Metz scrisse, invece: «Mi sono sentito infiammato dalle parole della Pulzella e dall’amore per lei, credo, divino».

Pura in mezzo alla sporcizia, in qualche modo Giovanna rese migliori gli uomini che ebbero l’onore di starle accanto. Senza discorsi, senza manifestazioni rabbiose.

Ad una donna sposata che voleva lasciare tutto per seguire ed imitarla, Giovanna consigliò di «tornare da tuo marito, prenditi cura della tua casa e dai da mangiare ai tuoi figli».

Un altro boccone indigesto per le femministe.

Autore

La Redazione

Notizie Correlate

0 commenti a Giovanna d’Arco, perché le femministe la snobbano