Il fondatore di Zara dona 20 milioni alla Caritas

La Chiesa cattolica può portare avanti le sue opere anche grazie a continue donazioni private, da parte di persone religiose o non religiose. Il Duomo di Milano, ad esempio, secondo una recente ricerca è stato realizzato per l’84% grazie alle libere donazioni del popolo, tra cui prostitute e mercenari (qui l’articolo dell’autrice della scoperta).

La stima non è diminuita nel tempo, nell’aprile scorso, ad esempio, il patron della multinazionale Faac ha lasciato la sua proprietà in eredità alla curia di Bologna. Nel 2010 un milionario ateo americano, Robert W. Wilsonha invece donato 5,6 milioni dollari all’Arcidiocesi cattolica di New York (con richiesta di vederli investiti nelle scuole cattoliche), mentre la 68° persona più ricca del mondo, Albert Gubay ha lasciato tutto il suo patrimonio.

In questi giorni è accaduta nuovamente una cosa simile: la Fondazione Amancio Ortega del presidente del gruppo tessile Inditex, quello del marchio Zara, ha donato 20 milioni di euro alla Caritas spagnola. Il denaro impegnato dal magnate galiziano, il quinto uomo più ricco al mondo secondo Forbes, equivale quasi al totale dei fondi destinati l’anno scorso dalle imprese spagnole alla Caritas, 24,5 mln di euro.

Inutile citare tutti i progetti realizzati dalla Caritas International, interessante invece ricordare che, come ha pubblicato qualche tempo fa il quotidiano spagnolo La Razón, la presenza della Chiesa cattolica in Spagna permette un  risparmio sociale di oltre 20 miliardi di euro. Secondo dati recenti, inoltre, nonostante la stretta della crisi economica, le donazioni private alla Caritas (e altre organizzazioni cattoliche) in Spagna sono aumentate del 37% dal 2007 (quando ha potuto aiutare 994.000 persone, mentre nel 2011 sono state 1,8 milioni). E’ anche vero che dal 2010 la Chiesa spagnola, proprio per far fronte alla crisi, ha voluto aumentare il suo impegno sociale del 56,5%.

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37 commenti a Il fondatore di Zara dona 20 milioni alla Caritas

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  1. Carlo ha detto

    E quindi? Fino a che si tratta di donazioni private ben vengano

  2. Eigub Etted ha detto

    Sarebbe meglio donare soldi direttamente in programmi di aiuto nel terzo mondo, non attraverso la chiesa.

  3. edoardo ha detto

    Bene, molto bene! Le Caritas diocesane sono il fiore all’occhiello della chiesa cattolica, il suo biglietto da visita.
    E’ di vitale importanza, in questi tempi di crisi finanziaria, che la Catitas e gli altri enti caritatevoli cattolici continuino ad incrementara lo sforzo, e rendano fruibili i loro servizi alla più vasta fetta di popolazione in difficioltà possibile.
    Davanti alle mense caritas e agli alloggi per bisognosi, nessuno può permettersi la sfrontatezza di affermare che la Chiesa cattolica spende male il denaro che gli Italiani gli affidano con l’8×1000 ed ogni altra forma di donazione privata.
    E soprattutto, bisogna uscire dalla logica che “non sappia la mano destra quel che fa la sinistra”, perchè non son questi i tempi da nascondersi.
    La Chiesa cattolica deve rendere manifesta la sua presenza per non fare il gioco di chi vorrebbe farci sparire.
    Dunque per me l’imperativo dovrebbe essere: puntare su Caritas, alloggi per bisognosi, aiuti concreti per chi versa in disagio sociale, impegno in comunità terapeutiche in percorsi per uscire dalla tossicomania, dal giro della prostituzione, ecc…..
    E non per ultimo la cura del patrimonio artistico ed architettonico conservato nelle chiese italiane.
    E poi i pappagalli ripetono la cantilena che la chiesa cattolica avrebbe fallito la sua missione.
    Applausi alla Caritas.
    Sono contento di aver assegnato l’8×1000 del mio unico alla chiesa cattolica.
    Farò così anche nel 2013.
    So che è stato di grande utilità, perchè la chiesa cattolica, a prescindere dal fattore religioso e morale, è anche un redistributore di beni a favore delle fasce deboli di popolazione.
    Bene! Avanti così.

  4. DSaeba ha detto

    Sia in Italia che in Spagna si deve cercare con il lanternino una dimensione di volontariato che non abbia a che fare con la chiesa. Perfino nella laicissima Inghilterra più del 50% del volontariato in generale è gestito da enti a sfondo cristiano.

    Togliete la dimensione religiosa, e l’uomo dimostra di essere un animale.

    • Giulio Quaresima ha detto in risposta a DSaeba

      Purtroppo su questo non posso fare che constatare che è così.

      • Vincenzo ha detto in risposta a Giulio Quaresima

        complimenti x l’onestà intellettuale. permette di dibattere serenamente e utilmente tra persone civili che pure sono molto distanti x idee e sensibiltà personali.

        • Giulio Quaresima ha detto in risposta a Vincenzo

          Grazie. Tra l’altro stavo cercando un commento di un famoso non credenti in proposito, che diceva come sul terreno della carità i non credenti devono partire quasi da zero. Ma non ricordo chi è.

  5. Gab ha detto

    Ci sarebbe una “errata corrige” doverosa in “aumentatare” =)

  6. Gab ha detto

    Ma perché avete tolto i pollici versi??

    • Giulio Quaresima ha detto in risposta a Gab

      Hanno fatto bene. Servivano soltanto ad ammazzare il dibattito. C’era qualcuno che solo all’apparire del mio nome o di quello di altri più vecchi partecipanti come Pavone cliccava automaticamente il pollice verso, come a dire “qui non ti ci vogliamo”.

  7. Giulio Quaresima ha detto

    GRANDISSIMO PLAUSO a chi ha deciso di togliere la possibilità del voto negativo. Un gesto di grande civiltà.

    • Gab ha detto in risposta a Giulio Quaresima

      Ma in questo modo sembra che qualsiasi posizione piace comunque.

      • Giulio Quaresima ha detto in risposta a Gab

        Scusi, ma lei cerca di ragionare sulle cose o cerca un plebiscito?

        • Gab ha detto in risposta a Giulio Quaresima

          Se si doveva togliere il pollice verso tanto valeva togliere anche quello in sù. E’ troppo “politically correct” non poter manifestare il proprio dissenso sulla posizione di qualcuno.

          • Giulio Quaresima ha detto in risposta a Gab

            Ed è troppo comodo manifestare il proprio dissenso in forma anonima semplicemente con un click, senza prendersi la briga di spiegare perché si è in disaccordo.
            Sul togliere anche il pollice in su, posso benissimo essere d’accordo con lei.

            • Roberto Crociera ha detto in risposta a Giulio Quaresima

              io il grosso numero di pollici versi lo usavo come metro di giudizio dei commenti più interessanti da leggere però 🙁

              • Giulio Quaresima ha detto in risposta a Roberto Crociera

                😀 un buon metodo

              • Fede_81 ha detto in risposta a Roberto Crociera

                Il pollice in su credo sia proprio stato lasciato per questo motivo, ovvero come verifica dei commenti più validi. Nel sito di Grillo ad esempio il commento che ha più “pollici verdi” acquista visibilità e diventa il primo sotto l’articolo. Ovviamente però in questo modo si trancia l’eventuale discussione.

              • Luigi Pavone ha detto in risposta a Roberto Crociera

                anch’io! I commenti più gettonati risultavano essere, dal mio punto di vista, i meno informativi e più scontati. In ogni caso, credo che i pollici non siano attendibili, perché è possibile che un solo lettore metta 100 pollici in giù, così come l’autore dello stesso commento metta 100 pollici in su.

            • Gab ha detto in risposta a Giulio Quaresima

              E questo cosa c’entra? Non è che tutti quelli che mettono il pollice in su spiegano il “perché” sono d’accordo. Quindi non vedo perché uno è tenuto a spiegare il dissenso.

          • lorenzo ha detto in risposta a Gab

            E’ assai improbabile che qualcuno entri nel sito e, senza leggere l’intervento, mette il pollice su.
            Mi sembrava invece, mi corregga la redazione se sbaglio, che per qualcuno fosse ormai diventata prassi usuale entrare nel sito e, in modo acritico e solo per partito preso, mettere pollice verso.

  8. Daphnos ha detto

    Un minuto di silenzio per la scomparsa dei pollici rossi… =(

  9. Redazione UCCR ha detto

    Desideriamo brevemente rispondere ai gentili lettori che hanno sollevato la questione dell’eliminazione della possibilità di dare un voto negativo ai commenti.

    La redazione ha inserito la votazione dei commenti per diversi scopi (troppo lunghi da spiegare ora), il più importante quello di indurre ad un aumento della qualità dell’eventuale dibattito. E’ stata una sorta di esperimento e dopo diversi mesi riteniamo che l’obiettivo sia stato in linea generale raggiunto.

    Tuttavia è subentrato un “effetto collaterale”: in numerosi casi la votazione negativa è stata utilizzata in modo poco ponderato (forse anche ideologico), non si è valutato il contenuto del commento ma la simpatia del commentatore (o la sua appartenenza ad una precisa sfera di convinzioni esistenziali). Ci siamo accorti che in questo modo si contribuiva soltanto a favorire il pregiudizio verso l’altro (prae – iudicium, “so già cosa dirai, non mi serve leggere il tuo commento, ti metto un voto negativo a priori”).

    La soluzione di lasciare il solo voto positivo è per proseguire nell’idea iniziale, eliminando (parzialmente) l’effetto collaterale. Inoltre è anche un’attenzione verso utenti che esprimono idee poco condivise, evitando in questo modo che si sentano malaccetti. E’ anch’esso un tentativo, verificheremo a breve se modificare nuovamente la situazione.

    Grazie dell’attenzione e buon dialogo a tutti.

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