Il neonatologo Bellieni risponde alle banalità di Stefano Rodotà sulla Fiv

Il docente di Terapia intensiva neonatale all’Università di Siena, Carlo Bellieni, membro della European Society of Pediatric Research, del Direttivo nazionale del Gruppo di Studio sul Dolore della Società italiana di neonatologia e del Comitè Scientifique des Journèes Francophones de Rècherche en Nèonatologie, ha risposto per le rime a Stefano Rodotà, docente di Diritto civile presso “La Sapienza” di Roma e classico militante anticlericale ex PCI dai capelli bianchi. Uno che ritiene, tanto per intendere il livello di fondamentalismo, che “l’obiezione di coscienza dei medici vada semplicemente abolita”, come ha scritto il 3 dicembre su “Repubblica”. Su “Liberazione” del 27 novembre, il guru dei “pro-death” italiani ha invece sostenuto che da quando esiste la procreazione assistita «è possibile sapere se, quando e come procreare». Al che, il neonatologo Bellieni ha risposto in modo molto pertinente e scientifico.

Innanzitutto ha respinto l’affermazione che con la Fiv si possa davvero decidere “quando procreare”. Innanzittuto perché dopo una certa età la fecondazione assistita non funziona più, o comunque funziona poco, e quindi «l’ipotesi che con la Fiv si riesca a procreare “quando si vuole”, ohimè salta». Oltretutto se ci lascia illudere da Rodotà e «non si sta attenti a questa regola, si rischia di procrastinare la procreazione illudendosi che comunque “tanto c’è la Fiv”, e invece si resta a bocca asciutta».

Bellieni passa poi a smontare l’idea che con la Fiv si può davvero scegliere “come” procreare. E’ il momento di parlare dei tanti rischi legati a questa pratica, il più possibile nascosti dalla cultura della morte: «per la donna i rischi da stimolazioni ormonali per produrre ovuli, e per il bambino un maggior tasso di prematurità, gemellarità e purtroppo anche di malformazioni sono dati che si possono ricavare da una semplice ricerca su un qualunque motore di ricerca medico affidabile, dunque sono verificabili, noti a tutti i medici». I quali mostrano che «il rischio c’è ed è maggiore della popolazione generale». Un riferimento su tutti: la metaanalisi pubblicata dal Lancet (28 luglio 2007) e da Best Practice & Research (21 febbraio 2007). Dunque, continua il neonatologo, «si “sceglie come procreare”, o sarebbe meglio dire che “in certi casi ci si arrende all’evidenza e si ricorre alle tecniche mediche che non sono pari a zero”?».

E infine l’assurdità che con la Fiv si possa “decidere se procrerare”. Lo scienziato risponde: «per me, nel mio mondo “naturistisco”, fare figli è naturale. Scegliere di non farne è un’eccezione. Perché esiste nelle scelte biologiche un comportamento naturale: si chiama “ecologia”, e non è una cosa da bigotti, ma da scienziati. Proprio su questo tema scrissi assieme a degli ecologisti un libro intitolato “Ecologia della gravidanza” (Edizioni SEF), per spiegare che il corpo umano deve essere riscoperto nella sua interezza, e che ha delle regole. E la prima regola è che le ovaie e i testicoli stanno lì per procreare, come gli occhi non stanno lì per riempire le orbite, ma per ammirare il sole all’orizzonte o il volto di un’amica. Ma, infine, ci voleva la Fiv per decidere se procreare?», afferma ironico Bellieni.

Analizzando la produzione scientifica degli ultimi anni, conclude il docente di neonatologia, «ci sono più studi e scoperte che rendono ragione di quello che la Chiesa afferma, di quante portino la nostra conoscenza in senso opposto».

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13 commenti a Il neonatologo Bellieni risponde alle banalità di Stefano Rodotà sulla Fiv

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  1. lorenzo ha detto

    Il sig. Bellieni non è ben informato degli ultimi orientamenti culturali: affermare “…che le ovaie e i testicoli stanno lì per procreare…” non è più di moda, oggi fa tendenza l’identità di genere!!!

    • Igloo ha detto in risposta a lorenzo

      Ah intendi quelli che dicono che l’omosessualità è genetica? Già, oggi va di moda così. La scienza? Mettiamola da parte….anche se in realtà basterebbe guardarsi in mezzo alle gambe per farsi venire il sospetto.

  2. Jack ha detto

    Bravi è ora di iniziare a parlare anche di questo Rodotà che vedo va di gran moda oggi tra i radicali. Anche lui ha i suoi anni e la sua depressione vedo…

  3. a-ateo ha detto

    se Rodotà sostiene che ““l’obiezione di coscienza dei medici vada semplicemente abolita”, come ha scritto il 3 dicembre su “Repubblica”, allora è giunto il momento di cancellar Rodotà dal novero delle persone sufficientemente intelligenti.

    • Gabriele ha detto in risposta a a-ateo

      Con la proposta di abolizione di coscienza dei medici si pone un gravissimo problema di costrizione della libertà. Mi stupisce che i liberali, i radicali e la sinistra in genere si facciano cogliere in fallo su una questione che è appena logica prima che etica; proprio loro che amano considerarsi come i difensori dei diritti civili. Mi sembra che il mondo vada a rovescio.

  4. Luca S. ha detto

    Ho analizzato la breve intervista di Rodotà e il ragionamento è di una povertà giuridica disarmante.
    Il nocciolo del ragionamento di Rodotà è che siccome – a suo avviso – l’aborto è un diritto, siccome la mancanza di personale non obiettore lo ostacola, bisognerebbe assumere medici non obiettori, discriminando gli obiettori.
    E’ un peccato perché ricordo personalmente Rodotà, a lezione all’università, quindici anni fa, quando mostrava una notevole intelligenza e anche alcune vene di umanità.

    • Gabriele ha detto in risposta a Luca S.

      Sì, è un ragionamento che pecca di logica e di etica: per garantire un diritto a qualcuno devo comprimere un diritto a qualcun altro, chiara dimostrazione del suicidio della civiltà occidentale.

      • Luca S. ha detto in risposta a Gabriele

        Indicativo poi, nell’intervista, il lamento di Rodotà sullo stress mentale e la dequalificazione dei medici che facessero solo aborti. E perché mai, se si tratta di un semplice servizio medico? I chirurghi che fanno solo centinaia di operazioni ricostruttive si dequalificano per questo?

  5. a-ateo ha detto

    i diritti di un soggetto confinano con i diritti degli altri soggetti interessati (il feto, per esempio) e sono controbilanciati dai doveri del soggetto stesso.
    Il diritto all’aborto della donna come si concilia con i diritti del feto (che non ha doveri) e con gli stessi doveri della donna?
    Mi piacerebbe sentire un Rodotà qualunque spiegare in dettaglio…
    E poi mi piacerebbe sentire una confutazione del giuramento di Ippocrate e del perchè della sua perdita di validità al giorno d’oggi…
    perchè l’opinione di un Rodotà qualunque dovrebbe, all’improvviso e dopo millenni, prevalere su quella di Ippocrate…
    Insomma, io cattolico avrei un dubbio…un dubbio laico…

  6. Andrea Longhi ha detto

    Questo è un tipo pericolosissimo ragazzi. Fa bene Bellieni a rispondere

  7. Lucio ha detto

    La proposta di abolire Il diritto all’obiezione di coscienza dei medici mi sembra degna di una dittatura… Davvero una idea degna di un docente di diritto civile! Quanto poi alle sciocchezze dette circa la Fiv direi che tanti intellettuali come lui dovrebbero smetterla di voler fare i tuttologi: la realta’ sta da tutta un altra parte!

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