I primi 1000 giorni, intervista al pediatra Carlo Bellieni
- Interviste
- 29 Nov 2024
L’importanza dei primi 1000 giorni di vita. Nell’intervista del venerdì abbiamo dialogato con il neonatologo Carlo Bellieni. In occasione del suo nuovo libro “I primi 1000 giorni d’oro” (Ancora 2024) gli abbiamo rivolto domande sul legame prenatale e le conseguenti implicazioni etiche.
I primi 1000 giorni di vita sono i più importanti di tutti.
Ma è davvero così? Cosa dice la ricerca e qual è l’impatto del legame prenatale (“prenatal attachment“) tra madre e bambino nella futura vita di quest’ultimo?
E ancora: quali sono le implicazioni etiche che emergono dalle evidenze del legame prenatale?
Nella nostra intervista del venerdì abbiamo parlato di questo con Carlo Bellieni, professore di Pediatria e Neonatologia all’Università di Siena con oltre 300 pubblicazioni scientifiche nel campo della prevenzione e cura del dolore del neonato, della sensorialità fetale e dell’inquinamento ambientale in età pediatrica.
Bellieni è anche autore del recente libro intitolato I primi 1000 giorni d’oro. Puericultura per i genitori e per chi cura i bambini (Ancora 2024).
I primi 1000 giorni d’oro, quali evidenze scientifiche?
DOMANDA – Dott. Bellieni il suo libro è dedicato ai primi 1000 giorni dal concepimento, ma quali evidenze scientifiche ci sono sul fatto che le esperienze vissute in questo periodo influenzeranno lo sviluppo a lungo termine dell’individuo?
RISPOSTA – Potrei fare mille esempi, che spaziano dai danni che le sostanze inquinanti assunte in gravidanza o durante l’allattamento lasceranno per tutta la vita; ai rischi del deficit affettivo vissuto nei primi anni di vita quale fattore di alterazione dell’affettività da adulto.
Ma è chiaro un fatto comune: in quei primi 1000 giorni quello che accade ha molta più importanza di quello che accadrà anni dopo.
Spesso si pensa, sbagliando, che il bambino piccolo “non capisca”. Invece capisce, immagazzina ricordi, anche e soprattutto quando noi non ce ne rendiamo conto.
DOMANDA – Ecco, a proposito del legame tra mamma e bambino , quanto conta realmente? Ad esempio, se fossimo stati portati in grembo da un’altra donna rispetto a nostra madre, saremmo esattamente le stesse persone che siamo? Insomma, quanto contano i fattori epigenetici?
RISPOSTA – L’ambiente in cui passiamo la gravidanza lascia la sua impronta perenne nella vita.
Ogni mamma dà al bambino un’impronta col sapore delle cose che mangia mentre è incinta, con lo stress che subisce, con la sua voce. Questo può avvenire modificando addirittura in certi casi il modo in cui i geni del bambino, il suo DNA, “parlano”. Questo non lascia indifferente il bambino.
Ma questo non è l’aspetto più ambiguo, perché figli nati da una mamma possono essere adottati da un’altra virtuosamente. Attenzione a non usare questa evidenza per un ragionamento negativo assoluto, che potrebbe portare preoccupazione eccessiva ai genitori che legalmente adottano un figlio.
Questo cambio di mamma può essere colmato dall’amore. Credo comunque che ci sia differenza tra adottare un bambino e la GPA, ovvero pensare ad una donna come un’incubatrice.
Il legame prenatale e la gestazione per altri (Gpa)
DOMANDA – Parlando di GPA, tra poco in Italia sarà attiva la legge che permetterà di perseguire la gestazione per altri effettuata all’estero. Come valuta l’impatto della gestazione per altri considerando il ruolo emotivo e psicologico sviluppatosi nel periodo prenatale?
RISPOSTA – Non lo sappiamo. Dovremo avere alti numeri, studi imparziali e aspettare che i figli diventino adulti per saperlo.
Temo più le conseguenze sulle donne “portatrici”, che vengono private del loro bambino in un momento molto delicato, in cui è facile cadere nella depressione post-partum.
Alcuni reportage ci fanno temere questo rischio.
I primi 1000 giorni e la legge 194
DOMANDA – Restando sulle implicazioni etiche, in Italia la legge 194/78 regolamenta l’interruzione di gravidanza entro i 90 giorni. Quali contributi al dibattito pubblico possono dare le evidenze ottenute sullo sviluppo che avviene nei primi 1000 giorni dal concepimento?
RISPOSTA – Che il percorso della vita dal concepimento in poi non ha “salti” qualitativi.
Semmai avremo cambiamenti fisici importanti prima e dopo il parto, ma non di sostanza.
Sigmund Freud spiegava che nei nostri sogni riandiamo talvolta alle sensazioni avute prima di nascere, e questo è già un messaggio che chi vuole può interpretare con saggezza.
Il ruolo del padre nei primi 1000 giorni
DOMANDA – Abbiamo parlato finora del legame tra mamma e bambino, ma esiste anche il padre. Quanto è importante il suo ruolo nella creazione di un ambiente favorevole nei primi 1000 giorni?
RISPOSTA – Il ruolo della madre è preponderante e deve essere assicurato a lei il massimo delle garanzie di benessere, sia perché porta un bambino, sia perché ha diritto a vivere col massimo piacere questo periodo.
Il padre ha un ruolo più velato, ma importante: è quello di supportare la madre, di creare insieme a lei un ambiente sereno e soprattutto di iniziare insieme alla mamma il processo di separazione del bambino dall’area della madre per andare verso il mondo.
⚠️ Il libro “I primi 1000 giorni d’oro” di Carlo Bellieni verrà presentato proprio oggi alle 18:00 nel webinar organizzato dal Centro Studi Scienza & Vita. E’ possibile seguirlo gratuitamente qui sotto.
Leggi tutte le interviste del venerdì.
0 commenti a I primi 1000 giorni, intervista al pediatra Carlo Bellieni