«Asia Bibi sente il sostegno di Papa Francesco», ha detto padre Cervellera (Pime)

Asia BibiQuesta sera a partire dalle ore 20, la fontana di Trevi, nel pieno centro storico di Roma, si tingerà di rosso per ricordare il colore del sangue dei martiri cristiani perseguitati. L’iniziativa è promossa dalla fondazione pontificia Aiuto alla chiesa che soffre (verso essa invitiamo a destinare il 5×1000) per richiamare l’attenzione su quanto sta accadendo nel mondo.

Domenica scorsa, ancora una volta, Papa Francesco è tornato a riportare l’attenzione sui cristiani perseguitati, in particolare «i fratelli vescovi, sacerdoti e religiosi, cattolici e ortodossi, sequestrati da molto tempo in Siria». Innumerevoli sono i suoi interventi sui cristiani perseguitati, li abbiamo raccolti nel nostro apposito dossier.

Viene subito alla mente Asia Bibi, la donna cattolica icona delle minoranze cristiane perseguitate, incarcerata da 2.500 giorni a causa dell’assurda condanna di blasfemia piovutale addosso l’11 novembre 2010. Diversi polemisti mediatici di Papa Francesco, lo accusano di fregarsene della vita di questa donna, preoccupandosi di incontrare vip e personalità famose ma di non trovare il tempo per promuovere appelli pubblici di liberazione nei suoi confronti. Ad essi ha indirettamente risposto padre Bernardo Cervellera, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e direttore di Asianews, portale dedicato all’informazione religiosa soprattutto del continente asiatico. «Sappiamo della grande sofferenza che sta vivendo, ma sappiamo anche che tutte le volte che abbiamo fatto una campagna per chiedere la sua liberazione, ci sono stati gruppi di fondamentalisti che hanno protestato, chiedendo la sua immediata esecuzione. Per questo motivo, la chiesa locale invita ad essere cauti nel tenere manifestazioni a sostegno di Asia Bibi, così come raccolte firme o campagne per la sua liberazione, perché si rischia di creare reazioni negative dei fondamentalisti, impossibili poi da controllare».

E’ la stessa cosa che abbiamo già sottolineato in passato, spiegando che la prudenza di Papa Francesco è la stessa utilizzata da Pio XII nei confronti degli ebrei, per non provocare mali peggiori, magari per vendetta. Gli stalker del Papa gli rimproverano di non tuonare contro l’Islam, ed invece l’arcivescovo Jacques Behnan Hindo, capo dell’arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi -a fianco dei cristiani perseguitati-, ha spiegato che «il momento è delicato e ogni iniziativa o parola non calibrata e presa senza ponderazione può aumentare i rischi per tutti». E’ la stessa prudenza di Benedetto XVI, che ha sempre condannato gli attentati e la persecuzione dei cristiani senza mai parlare di colpe dell’Islam o generalizzare sulla fede musulmana, piuttosto accusando la strumentalizzazione della religione (tanto che nel 2009 la Chiesa di Benedetto XVI fu accusata dal rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, di avere “reazioni ammiccanti all’islam”). Vittorio Messori ha scritto: «in certi settori ecclesiali c’è malcontento verso papa Francesco, sospettato di reagire in modo tiepido, timido, a questa mattanza di figli della Chiesa di cui pure è pastore. Verità imporrebbe di riconoscere che il rimprovero non sembra giustificato: proprio coloro che lodano (e giustamente) la prudenza di Pio XII verso coloro che seguivano il Mein Kampf, si lagnano della prudenza del suo attuale successore soprattutto verso coloro che seguono, fino alle estreme conseguenze, un altro libro, il Corano».

Asia Bibi, due anni fa, ha scritto proprio a Papa Francesco (non certo a chi lo critica), chiedendogli semplicemente di pregare per lei (e non di esprimersi pubblicamente), aggiungendo: «ti esprimo tutto il mio ringraziamento per la tua vicinanza». Evidentemente si tratta di una vicinanza che arriva alla donna tramite vie nascoste ai media, come ha spiegato l’esperto vaticanista John L. Allen: «papi e funzionari del Vaticano hanno sempre pesato le parole con attenzione, per paura che dire qualcosa di provocatorio possa peggiorare le cose. In questo contesto si apprezza il fatto che il Vaticano possa preferire operare dietro le quinte».

Infatti, padre Cervellera, ha precisato: «Asia Bibi sa che tutti i cristiani del mondo, il Papa in prima persona, la sostengono. Ma ora dobbiamo solo attendere, per evitare che ci siano nuove manifestazioni e minacce verso i giudici. Finché il governo non metterà a tacere gli estremisti e i fondamentalisti, il processo non vedrà mai luce. È la terza volta che è stato rimandato. Ma quando si terrà, verrà finalmente liberata». Speriamo presto.

La redazione

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40 commenti a «Asia Bibi sente il sostegno di Papa Francesco», ha detto padre Cervellera (Pime)

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  1. Riccardo_CS ha detto

    Sono cose che capirebbe anche un bambino.

    Solo degli sciocchi potrebbero interpretare la prudenza del papa come menefreghismo o acquiescenza.

  2. Gianfranco ha detto

    Un’accusa che ho letto nei giorni scorsi su alcuni quotidiani israeliani nei confronti del Santo Padre era relativa alle sue invettive contro i mercanti di armi che sono causa della guerra in Siria e degli attentati islamici in Europa. Si faceva notare che l’accusa era infondata perchè le armi degli attacchi in Europa erano fai da te mentre le armi nelle zone di guerra provenivano dai governi. Non sto a controbattere la (voluta?) miopia della polemica, però colgo l’occasione per fare due considerazioni: i cristiani e il loro pacifismo danno fastidio perchè solo la loro testimonianza di Cristo è rivoluzionaria; il Papa è sì contestato ma tutti, anche i nemici, lo stanno ad ascoltare. Più vado avanti negli anni e più mi convinco che è veramente il segno tangibile che Gesù Cristo non ci ha lasciato soli in questa terra.

    • Marco S. ha detto in risposta a Gianfranco

      Dubito che i cialtroni, che hanno fatto gli attentati a Parigi e a Bruxelles, fossero capaci di costruirsi da soli anche solo una fionda: eppure imbracciavano in gran copia armi da guerra, come lo sono i fucili d’assalto AK47 Kalashnikov.

      Nel mondo vediamo il cialtrume terroristico impugnare ogni tipo di arma da guerra: fucili d’assalto, mitragliere installate su tecniche, RPG, granate e, non raramente, cannoni e carri armati.
      Tali armi vengono apparentemente usate da costoro con grande disinvoltura, spesso e volentieri anche solo per esultare sparando in aria con lunge raffiche, almeno a giudicare da quanto si vede nei filmati.

      Ci sarebbe da aspettarsi che un movimento di guerriglia, specie se clandestino, abbia particolari problemi ad approvvigionarsi regolarmente di armi e di munizioni, cosicche’ si assoggetti ad una grande disciplina nel loro uso.
      Cosa che del resto fanno anche i militari negli eserciti dei paesi piu’ ricchi, perche’ anche loro vivono in un mondo “economico”, cioe’ fatto di risorse limitate (durante il servizio militare ricordo che, terminato l’addestramento al poligono, si dovevano raccogliere i bossoli utilizzati, che sono pur sempre di pregiato ottone).
      Del resto le armi non sono eterne, anzi sono macchine particolarmente usurabili e, se usate impropriamente o inutilmente, si logorano e si danneggiano senza necessita’, diventando rapidamente inservibili.

      L’impressione che ne traggo, quindi, e’ che costoro hanno a disposizione una grande dovizia di armi di ogni tipo, con quantita’ apparentemente inesauribili di munizioni.
      Dietro tutto questo ci saranno certamente gli interessi inconfessabili e sporchi di molti stati, ma essi certamente si reggono anche sulla cupidigia di molti intermediari occulti sul mercato delle armi, nello stile del film di Sordi “Finche’ c’e’ guerra, c’e’ speranza”.
      Del resto questi stati non possono certo chiedere ai loro parlamenti l’autorizzazione formale a fornire armi all’ISIS !

      Non credo quindi che il Papa sia “naive” nelle Sue invettive contro i “mercanti d’armi”, ma credo invece ne parli a ragion veduta, come del resto ci si aspetta da una persona nella Sua posizione (dicono che la Santa Sede abbia ancora i migliori servizi segreti del mondo: probabilmente esagerano, ma essa e’ comunque l’erede di uno stato che, in passato, ha partecipato a pieno titolo al “gioco” delle grandi potenze sull’arena internazionale).

      Quindi i vari giornalisti (israeliani e non) che hanno insinuato una certa “naivete'” del Papa nelle sue invettive contro i “mercanti d’armi”, sarebbe forse meglio che cominciassero a fare piu’ domande ai rispettivi governi.

  3. Sophie ha detto

    Vorrei avere la fede ed il coraggio di questa straordinaria donna che meriterebbe il Nobel per la pace come minimo.
    Su quello che sta facendo il Papa per difendere il suo popolo e arginare il tumore islamico lasciamo perdere….

  4. gandalfilgrigio ha detto

    Pur di attaccare e tentare di screditare, in ogni modo, il Papa si arriva a spegnere del tutto il cervello per poter sostenere argomenti privi di una qualsiasi traccia di logica e razionalità.
    Credo che sia necessario impegnarsi a rendersi ciechi e sordi per poter ignorare e negare la bontà delle opere che Dio sta compiendo per il Suo popolo per mezzo del suo servo Francesco.

    • Sophie ha detto in risposta a gandalfilgrigio

      Non voglio essere polemica, tanto lo so che volevi rispondere a me, ma Papa Ratzinger fece il famoso discorso di Ratisbona denunciando praticamente la violenza della religione islamica e tutti giù contro di lui a dire che era un razzista. Papa Francesco invece dice che l’islam è una religione di pace, amore e fratellanza e si mette a baciare i piedi agli stessi islamici dicendo di accogliere ad oltranza. Premesso che io non credo in quest’affratellamento forzato con chi di essere tuo fratello non ci pensa neanche in quanto essendo cristiano sei meno di un animale da soma e premesso che la maggior parte degli islamici in Italia se si comportano bene è solo perchè glielo impone la legge (mettili al potere e poi vedi), mi chiedo: ci sono due modi di approccio diametralmente opposti al problema, allora uno dei due sta forse, dico forse, sbagliando perchè sono dei modi di pensare troppo diversi tra loro. E non dirmi che non è così. E ti pongo un quesito: se fra credo neanche venti anni (tanto con il ritmo con il quale vengono queste legioni islamiche che stanno arrivando nella nostra terra…), l’islam sarà la prima religione, di chi è la responsabilità? Solo del governo?

      • Sara ha detto in risposta a Sophie

        Il discorso a Ratisbona fu un’eccezione, Ratzinger parlò sempre con amore e affetto verso i fratelli islamici e mai una volta condannò l’Islam come pretendono di fare gli eretici tradizionalisti socciani: https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2008/november/documents/hf_ben-xvi_spe_20081106_cath-islamic-leaders.html
        Senza considerare che Francesco ha fatto appello molte volte più di Benedetto XVI agli intellettuali islamici a prendere le distanze dal terrorismo: “Prego, imploro umilmente i Paesi di tradizione islamica affinché assicurino libertà ai cristiani, affinché possano celebrare il loro culto e vivere la loro fede, tenendo conto della libertà che i credenti dell’Islam godono nei paesi occidentali! Di fronte ad episodi di fondamentalismo violento che ci preoccupano, l’affetto verso gli autentici credenti dell’Islam deve portarci ad evitare odiose generalizzazioni, perché il vero Islam e un’adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza”: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html

      • Panthom ha detto in risposta a Sophie

        Praticamente hai appena ammesso di credere nella legge del taglione: il musulmano terrorista ammazza i cristiani e allora io ammazzo i musulmani (anche non terroristi). Mi chiedo su cosa basi il tuo dirti cristiana dato che l’etica cristiana non ti sfiora nemmeno per l’anticamera del cervello.

        Senza considerare che Francesco non ha mai detto di accogliere “ad oltranza” ma di accogliere l’umanità ferita di queste persone, con politiche controllate di immigrazione come ci chiedono anche i vescovi cattolici del medio oriente. Ma dubito che tu possa comprendere qualcosa che va oltre al “Papa eretico e profugo musulmano a morte!”

        • Sophie ha detto in risposta a Panthom

          Va bene, grazie di tutto. Visto che non sono cristiana non scrivo più qui e tanti saluti.

          • Panthom ha detto in risposta a Sophie

            Una che accusa il Papa di favorire il “tumore islamico” può scrivere senza ricevere critiche solo sulla pagina di Matteo Salvini o quella di Antonio Socci.

            • Marco S. ha detto in risposta a Panthom

              Scusa Phantom, credo pero’ che tutti dobbiamo soppesare bene le nostre parole, per evitare di forzare il senso di quelle altrui, per quanto non particolarmente felici.
              Sophie non ha scritto questo.
              Io non credo che nei confronti dell’islamismo il Papa abbia un atteggiamento “omissivo”, ma certamente Sophie non ha scritto che il Suo atteggiamento sia addirittura “commissivo”, come sembra implicare l’uso che fai del verbo “favorire”.

          • gladio ha detto in risposta a Sophie

            Sophie,ti capisco benissimo , il tuo stato d’ animo è anche il mio ; constatare quanto sia inerme ed inerte la nostra società ,quando non addirittura stoltamente complice nei confronti di chi ci vuole distruggere fa saltare i nervi.
            Tuttavia ritengo il tuo giudizio verso l’operato del Papa eccessivamente severo e anche un tantino ingiusto.

            A volte un forte coinvolgimento emotivo ( peraltro più che giustificato) verso determinate situazioni può portarci a valutazioni afrettate e superficiali…cose che capitano ai vivi, a chi ha sangue nelle vene e non acqua , sia ben chiaro Sophie, però qualche volta dovremmo imparare un po’ tutti, me compreso a ” contare fino a dieci” 🙂

            P:S. dai Sophie, rimani con noi! c’è bisogno dell’ opinione di un po di tutti a questo mondo!

          • Marco S. ha detto in risposta a Sophie

            Sono sicuro che tu sei piu’ cristiana di molti, almeno certamente piu’ di me.
            E’ solo questione di soppesare bene le parole, per evitare di essere fraintesi (lo vedi il vespaio che hai sollevato ?).
            Che poi e’ lo stesso problema con cui si deve confrontare ogni giorno il Papa….:)

        • gladio ha detto in risposta a Panthom

          Però, Panthom, bisogna anche dire la verità e, se per giustificati motivi quali quello di non esporre a rappresaglie le minoranze cristiane nei paesi islamici questa verità è opportuno non dirla esplicitamente è anche vero che non bisogna propagandare la menzogna fuorviando le persone.

          Non si può pertanto dire che l’Islam è una religione di pace e tanto meno lo può dire, come purtroppo a volte accade, un sacerdote, che in quanto tale ha , o dovrebbe avere, un’ adeguata cultura teolgica sulle pricipali religioni.

          L’ Islam è un’ ideologia criminale fondata da uno psicopatico , Maometto, che si è diffusa come un tumore maligno ( si, proprio tumore, come giustamenta l’ ha definita Sophie )in quanto offre ai suoi seguaci che la diffondono l’ incentivo del sesso e della rapina.

          E questo non lo dico io, o Magdi Hallam o la nostra amica Sophie, ingiustamente stigmatizzata, lo dicono i testi sacri islamici :il Corano e la Sunna.

          Detto questo, capisco perfettamente che chi riveste cariche di pubblica responsabilità non può esprimersi nei crudi termini con cui mi sono appena espresso, ma nemmeno si deve affermare il contrario di ciò che è ovvio, perchè negare l’ ovvio alla lunga conduce a reazioni esaperate, quelle stesse reazioni esasperate che molti ” utili idioti” si illudono di disinnescare con del becero buonismo.

          P.S. A Sophie tutta la mia solidarietà e stima

          • Sophie ha detto in risposta a gladio

            Grazie Gladio, purtroppo i buonisti (e saputelli) come Panthom non sanno che dove vivo io quasi la metà della popolazione è islamica perchè è pieno di extracomunitari che campano negli hotel a 5 stelle ed hanno il coraggio di manifestare perchè noi donne in città non gliela diamo. Non sanno neanche che qui hanno chiuso una Chiesa ed aperto una moschea. Non sanno neanche che un musulmano ha fatto irruzione durante una messa inveendo contro i cristiani solo perchè il prete ha detto che dobbiamo essere più coraggiosi nel professare la nostra fede e la Santa messa da noi non è più libera come prima. Quelli come Panthom non hanno capito un emerito cazzo di come sto messa dove vivo.
            Un forte abbraccio.

            • sara ha detto in risposta a Sophie

              Sophie ma abiti mica ad Aleppo?..:-)

            • gandalfilgrigio ha detto in risposta a Sophie

              Perdonami Sophie per aver usato parole dure nei commenti. Non volevo ferirti. Perdonami per averti involontariamente giudicata.Ti prego non smettere di commentare. Ti abbraccio.

              • Marco S. ha detto in risposta a gandalfilgrigio

                La questione credo sia che vadano distinte le idee dalle persone, persone che devono sempre trovare una porta aperta, proprio per non essere imprigionate negli errori ideologici.

                Il discorso di Papa Benedetto a Ratisbona e’ stato un’invito all’islam (quindi soprattutto alla sua classe intellettuale) a interrogarsi seriamente sulla questione della violenza come mezzo di propagazione della fede.
                E’ un discorso importante, che ha avuto echi anche nello stesso mondo islamico (pensiamo al discorso di capodanno 2015 del presidente egiziano Al Sisi all’Universita’ di Al Azhar al Cairo, pochi giorni prima degli attentati di Parigi).
                E purtroppo sono legittime domande in merito ai contenuti del Corano che attendono ancora risposte chiare ed univoche.

              • Sophie ha detto in risposta a gandalfilgrigio

                Non ti devi scusare.

      • gandalfilgrigio ha detto in risposta a Sophie

        Ciao Sophie, non mi riferivo a te in prticolare ma soprattutto ai polemisti mediatici citati nell’articolo. Ritengo sia perfettamente legittimo avere e manifestare le proprie perplessità circa l’operato del papa, non riesco a comprendere però coloro che ormai hanno indossato dei veri e propri paraocchi; qualsiasi cosa faccia o dica il papa è per essi contraria al magistero di sempre della Chiesa; per motivazioni che, pur sforzandomi, non riesco a comprendere vedono e interpretano ogni azione e parola del papa come un tentativo di distruzione della Chiesa dal suo vertice.
        Non iniziano a nutrire dubbi fondati dopo aver esaminato gli atti papali; ormai, a priori, interagiscono con gli atti e le parole del papa solo per cercarvi e vedervi ad ogni costo contraddizioni ed errori; ovviamente per rendere verosimili le loro congetture sono costretti, nel 99% dei casi, a limare, travisare, ignorare, forzare, franitendere, accentuare, sminuire parti e particolari dell’atto o delle parole del papa che hanno preso di mira. Tutto questo lo trovo umanamente illogico e irrazionale. Capisco perfettamente che non tutto ciò che fa e dice il papa possa trovare il nostro pieno appoggio, trovo però semplicemente impossibile non accorgersi dei buoni frutti che il “lavoro” del Santo Padre stia producendo.

        Per quanto riguarda la questione islamica non ritengo che l’approccio di papa Benedetto XVI e quello di papa Francesco si invalidino a vicenda.
        Nel 2006 papa Benedetto XVI ha opportunamente tenuto quel discorso a Ratisbona, in circostanze storiche e sociali che lo permettevano, denunciando le contraddizioni e i mali che oggettivamente sono presenti nella religione islamica (es.diffusione per mezzo della violenza); ora papa Francesco, 8-10 anni dopo e in condizioni storiche mutate (in peggio), ha opportunamente modificato l’approccio (condannare di petto l’islam aumenterebbe parecchio le schiere di jihadisti), tentando di parlare al cuore di ogni uomo, nel caso specifico musulmano, appellandosi a ogni, anche minuscolo, seme d’amore presente nel cuore di ogni essere umano per aiutarlo a fiorire e soprattutto per arginare l’espandersi del male.
        Nel caso specifico: Papa Benedetto, come faceva Gesù, ha condannato pubblicamente il male; Papa Francessco, come Gesù fece con Zaccheo, con Matteo ecc, si accosta a ogni peccatore per portarlo alla conversione.

        Come cristiani , con l’aiuto imprescindibile dello Spirito Santo, dobbiamo sforzarci di continuare a condannare il male e di amare i nostri nemici e pregare per essi, come ci ha comandato Gesù.

        • Marco S. ha detto in risposta a gandalfilgrigio

          Sono d’accordo.
          Entrambi i pontefici hanno sempre affermato la continuita’ dei loro due pontificati anche se, come in tutti i casi di “leadership” umana, gli stili sono differenti tra persona e persona (ed e’ bello che sia cosi’).

          Papa Benedetto e’ un teologo e professore universitario e quindi, quasi istintivamente, tendeva a rivolgersi agli intellettuali delle culture e delle nazioni che aveva di fronte (tra l’altro conquistandone in grande numero, fino a far nascere la figura ossimorica dell'”ateo devoto”).

          Il cosiddetto “discorso di Ratisbona” non era forse opportuno da “dare in pasto alle masse”, viste le reazioni che ne sono seguite(in particolare ricordo il tragico martirio di Suor Leonella Sgorbati), reazioni che pero’ ne hanno paradossalmente confermato, se non l’opportunita’, certo la bruciante attualita’.

          Pero’ questo discorso (i cui passaggi controversi altro non erano che l’invito a valutare insieme un’affermazione fatta da lontano un’imperatore bizantino), rimane una sfida intellettuale del massimo livello e, al tempo stesso, un paterno invito all’islam a ragionare razionalmente sulle sue contraddizioni.

          Era forse necessario che la questione venisse messa sul tavolo, anche se e’ stato a caro prezzo.
          Gli intelletuali ci appaiono spesso delle persone che spesso discutono “sul sesso degli angeli” e quando alle loro discussioni ne seguono certe reazioni, puo’ esserci un senso di tragica futilita’.
          La Storia pero’ c’insegna che le battaglie intelletuali di oggi, definiranno le idee che la “gente comune” pensera’ domani.
          E questo vale per l’islam, come per l’ideologia LGBT.
          Quindi, se crediamo che Dio operi nella Storia, anche e soprattutto, attraverso il papa, era probabilmente necessario che il “discorso di Ratisbona” venisse pronunciato.
          Ora li’, sul tavolo, piu’ che mai oggi, dove con internet esso viene riprodotto infinite volte in infiniti luoghi, per un futuro illimitato e non deperibile.
          Non c’e’ bisogno di ribadirlo o amplificarlo ulteriormente.

      • Riccardo_CS ha detto in risposta a Sophie

        Ratzinger si rammaricò proprio del fatto che il suo discorso di Ratisbona fu interpretato, come fai tu ancora oggi, come atto di denuncia verso il mondo islamico:

        “Questa citazione, purtroppo, ha potuto prestarsi ad essere fraintesa. Per il lettore attento del mio testo, però, risulta chiaro che non volevo in nessun modo far mie le parole negative pronunciate dall’imperatore medievale in questo dialogo e che il loro contenuto polemico non esprime la mia convinzione personale…” https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2006/documents/hf_ben-xvi_aud_20060920.html

        “Avevo concepito quel discorso – racconta – come una lezione strettamente accademica, senza rendermi conto che il discorso di un Papa non viene considerato dal punto di vista accademico, ma da quello politico. Da una prospettiva politica non si considerò il discorso prestando attenzione ai particolari; fu invece estrapolato un passo e dato ad esso un significato politico, che in realtà non aveva.” (“Luce del mondo” http://www.lastampa.it/2011/09/13/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/a-cinque-anni-da-ratisbona-ratzinger-e-il-dialogo-con-lislam-DZYGqtBEmdt6jGQelvzipN/pagina.html )

      • Vincent Vega ha detto in risposta a Sophie

        Cara Sophie, non è lontano il tempo in cui, forse, anche qui in Europa noi cristiani saremo chiamati ad affrontare una grande prova, che potrebbe portarci a sacrificare le nostre vite o nella lotta o nel martirio per proteggere l’occidente. Io spero che ciò non succeda, ma potrebbe essere necessario. In tal caso ricordiamoci che

        “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione.”

        Che Dio benedica i nostri martiri e ci prepari, se sarà necessario, ad avere la forza per combattere quella gente o a sacrificarci.

        • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

          Con “quella gente” ovviamente mi riferisco agli assassini che uccidono i nostri fratelli, non a tutti gli islamici.

        • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

          Grande!!!!!!!

          Per una Volta, rara e forse Unica, mi trovo in perfetto accordo con ogni virgola del tuo commento.

          Quindi non si scappa:

          RICAPITOLANDO:

          O TERZA CROCIATA o MARTIRIO e BURKA.

  5. germano ha detto

    Credo che sia difficile dare giudizi sull’operato di un Papa, dati gli ambiti in cui è attore, quindi vorrei affettuosamente riprendere sia Sophie che Sara: la prima precipitosa, la seconda un pochino supponente. Scusate.
    Ma se è difficile e imprudente dare giudizi, credo sia lecito, per cercare di capire, esprimere i propri dubbi. Ripeto: per cercare di capire.
    Personalmente mi chiedo se l’accoglienza cristiana debba essere così incondizionata, se chi bussa alla porta, oltre ai motivi d’emergenza, a volte presenta tratti di opportunismo (di oggi la notizia degli africani ospitati in albergo a Reggio Emilia che fanno gli schizzinosi sul vitto), o spesso addirittura tratti di arroganza (e qui non devo spiegarmi con esempi…)

  6. Beatrice ha detto

    Nel messaggio del 9 dicembre 1943, riportato nei quaderni della Valtorta, Gesù si rivolge a Pio XII invitandolo a denunciare apertamente il nazismo: «Ho dato due verghe alla tua mano e caro mi sei perché usasti quella dell’amore. Ma l’amore, che è potente anche sulla Potenza di Dio, cade come pietruzza lanciata contro la roccia, quando è volto a certi che di uomini hanno parvenza, ma sono dei demoni dal cuore di granito. Colpisci dunque con l’altra verga e sappiano i fedeli che tu non sei complice delle colpe dei grandi. Complici si diviene anche quando non si osa tuonare contro le loro nefandezze. Non ama il tuo maestro le maledizioni e le folgori. Ma vi sono momenti in cui occorre saperle usare per persuadere non i potenti, il cui animo posseduto da Satana è incapace di persuasione, ma i poveri del mondo che Dio, e i giusti di Dio, non condividono ed appoggiano i metodi e le prepotenze di chi ha superato ogni misura e si crede un dio mentre è solo una belva immonda. Parla, in nome della Giustizia che rappresenti. È l’ora.». Poi volevo mi toglieste una curiosità: cosa pensate di quello che ha detto Spaemann sull’Amoris laetitia? Secondo voi è impazzito? È posseduto dal diavolo? Soffre di demenza senile? È diventato un brutto e cattivo tradizionalista che vede solo in bianco e nero? Anche lui è vittima di Socci? Spaemann, che è un teologo di tutto rispetto e soprattutto cattolico, a differenza di altri come Mancuso o Hans Kung. Spaemann, che in passato avete definito così: “il prestigioso filosofo e teologo tedesco, professore emerito di filosofia presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera e amico intimo di Benedetto XVI” in questo post http://www.uccronline.it/2012/10/17/il-filosofo-spaemann-i-cattolici-difendono-la-vera-potenza-della-ragione/ e “considerato uno dei massimi pensatori tedeschi viventi (forse europei)”, “il prestigioso pensatore, compagno di ricerche di papa Benedetto XVI e da lui molto apprezzato” in quest’altro post http://www.uccronline.it/2011/10/27/il-filosofo-robert-spaemann-%C2%ABgrazie-a-nietzsche-teorizzo-il-legame-tra-dio-e-la-verita
    Spaemann qui dice chiaramente che questo pontificato è in rottura netta con i precedenti e che ciò risulta chiaro a qualsiasi individuo dotato di facoltà razionali (se vi chiamate “Unione Cristiani Cattolici Razionali” dovreste essere in grado di usarla la ragione, giusto?): “D. – Qui, dunque, si tratta davvero di una rottura con la tradizione dell’insegnamento della Chiesa?
    R. – Che si tratti di una rottura è qualcosa che risulta evidente a qualunque persona capace di pensare che legga i testi in questione.
    D. – Come si è potuti giungere a questa rottura?
    R. – Che Francesco si ponga in una distanza critica rispetto al suo predecessore Giovanni Paolo II lo si era già visto quando lo ha canonizzato insieme con Giovanni XXIII, nel momento in cui ha ritenuto superfluo per quest’ultimo il secondo miracolo che, invece, è canonicamente richiesto. Molti a ragione hanno percepito questa scelta come manipolativa. Sembrava che il papa volesse relativizzare l’importanza di Giovanni Paolo II.

    Qui Spaemann dice che l’Amoris laetitia è in contraddizione con la Veritatis splendor di Giovanni Paolo II: “Il vero problema, però, è un’influente corrente di teologia morale, già presente tra i gesuiti nel secolo XVII, che sostiene una mera etica situazionale. Le citazioni di Tommaso d’Aquino prodotte dal papa nella “Amoris lætitia” sembrano sostenere questo indirizzo di pensiero. Qui, però, si trascura il fatto che Tommaso d’Aquino conosce atti oggettivamente peccaminosi, per i quali non ammette alcuna eccezione legata alle situazioni. Tra queste rientrano anche le condotte sessuali disordinate. Come già aveva fatto negli anni Cinquanta con il gesuita Karl Rahner, in un suo intervento che contiene tutti gli argomenti essenziali, ancor oggi validi, Giovanni Paolo II ha ricusato l’etica della situazione e l’ha condannata nella sua enciclica “Veritatis splendor”. “Amoris Laetitia” rompe anche con questo documento magisteriale. A questo proposito, poi, non si dimentichi che fu Giovanni Paolo II a mettere a tema del proprio pontificato la misericordia divina, a dedicarle la sua seconda enciclica, a scoprire a Cracovia il diario di suor Faustina e, in seguito, a canonizzare quest’ultima. È lui il suo interprete autentico.”

    Qui Spaemann elenca alla perfezione tutti i “frutti” presenti e futuri di questo pontificato: “D. – Che conseguenze vede per la Chiesa?
    R. – Le conseguenze si possono vedere già adesso. Crescono incertezza, insicurezza e confusione: dalle conferenze episcopali fino all’ultimo parroco nella giungla. Proprio pochi giorni fa un sacerdote dal Congo mi ha espresso tutto il suo sconforto davanti a questo testo e alla mancanza di indicazioni chiare. Stando ai passaggi corrispondenti di “Amoris lætitia”, in presenza di non meglio definite “circostanze attenuanti”, possono essere ammessi alla assoluzione dei peccati e alla comunione non solo i divorziati risposati, ma tutti coloro che vivono in qualsivoglia “situazione irregolare”, senza che debbano sforzarsi di abbandonare la loro condotta sessuale, e, dunque, senza piena confessione e senza conversione.
    Ogni sacerdote che si attenga all’ordinamento sacramentale sinora in vigore potrebbe subire forme di mobbing dai propri fedeli ed essere messo sotto pressione dal proprio vescovo. Roma può ora imporre la direttiva per cui saranno nominati solo vescovi “misericordiosi”, che sono disposti ad ammorbidire l’ordine esistente. Il caos è stato eretto a principio con un tratto di penna. Il papa avrebbe dovuto sapere che con un tale passo spacca la Chiesa e la porta verso uno scisma. Questo scisma non risiederebbe alla periferia, ma nel cuore stesso della Chiesa. Che Dio ce ne scampi.
    Una cosa, però, mi sembra sicura: quel che sembrava essere l’aspirazione di questo pontificato – che la Chiesa superi la propria autoreferenzialità, per andare incontro con cuore libero alle persone – con questo documento papale è stato annichilito per un tempo imprevedibile. Ci si deve aspettare una spinta secolarizzatrice e un ulteriore regresso del numero dei sacerdoti in ampie parti del mondo. Si può facilmente verificare, da parecchio tempo, che i vescovi e le diocesi con un atteggiamento non equivoco in materia di fede e di morale hanno il numero maggiore di vocazioni sacerdotali. Si deve qui rammentare quel che scrive san Paolo nella lettera ai Corinti: “Se la tromba emette un suono confuso, chi si preparerà alla battaglia?” (1 Cor 14, 8).”

    Io non aggiungo altro, chi vuole intendere intenda, chi vuole continuare a negare l’evidenza a oltranza, lo faccia pure ma non dica poi di non essere stato avvisato quando Qualcuno ne chiederà conto.

    • Riccardo_CS ha detto in risposta a Beatrice

      Forse il novantenne Spaemann (il quale ha persino definito “scellerato” l’ottimismo di Giovanni XXIII) ha letto frettolosamente, o superficialmente, o pregiudizialmente, l’esortazione apostolica di papa Francesco, perchè in realtà nel testo non si parla di eccezioni della dottrina legate alle situazioni.

      Al contrario, in più punti viene ribadita e sottolineata la non gradualità della legge.

      L’esortazione invita invece a porre l’attenzione su quale sia, in ogni situazione, il bene che è realisticamente possibile compiere, che è in fin dei conti lo stesso principio che indusse Ratzinger ad affermare che l’utilizzo del profilattico da parte di una prostituta “può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole”.

      L’esortazione parla quindi di “legge della gradualità” e non di “gradualità della legge”.

      Se Robert Spaemann non è più in grado di cogliere la differenza tra i due concetti, può anche darsi che sia giunto per lui il momento di deporre serenamente le armi della disputa intellettuale.

  7. germano ha detto

    Non ho ancora letto la Amoris Laetitia e non conosco questo Spaemann. Come fedele cattolico non abituato alla speculazione di alto livello, mi limito a pensare che il Papa è stato legittimamente scelto in un regolare conclave nel quale credo che gli elettori non fossero degli sprovveduti. La Chiesa è stata tante volte paragonata ad una barca nella tempesta. La tempesta ben rappresenta il mutare dei tempi , che sembra accelerare in maniera convulsa. Va da sé che la guida della barca dovrà essere a volte più a volte meno coraggiosa.
    Questo Spaemann, mi sembra, dovrebbe essere un po’ più umile ed imparare un po’ di saggezza da una persona che ne aveva più di lui. Penso a Madre Teresa di Calcutta, che pregava Dio che aumentasse la sua fede “anche se non capisco tutto”.

  8. Giancarlo ha detto

    Non dobbiamo temere di andare controcorrente i fondamentalisti minacciano solo perchè hanno paura e questo segna la loro vulnerabilità

  9. Marco S. ha detto

    Il caso della signora Bibi e’ un caso vergognoso, anche perche’ non si e’ esitato, sulla base di dubbie accuse, a separare per anni una madre di famiglia dai suoi figli piccoli.
    Addirittura ora c’e’ una condanna a morte.
    Come gia’ in periodi passati, a volte la follia pura sembra tornare da protagonista nella Storia ed assumerne il controllo.
    Preghiamo per Asia Bibi che secondo me sta esercitando eroicamente le maggiori virtu’ cristiane.

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