Anche il Movimento 5 Stelle ora sperimenta la violenza Lgbt

ilmessaggero«Non è Sanremo, ma è la società che è ossessionata dai gay», scrive Piero Chiambretti. Non è vero, l’ossessione è solamente mediatica, infatti hanno vinto gli unici (o quasi) artisti senza nastrini arcobaleno e molto consenso hanno avuto le parole di Renato Zero sull’importanza della famiglia che ha un «significato e quel valore che i nostri genitori, perlomeno i miei, mi avevano così felicemente inculcato».

Certo, un discorso un po’ confuso, probabilmente impaurito dagli insulti che avrebbe ricevuto e che, comunque, sono puntualmente arrivati.  Qualcuno ha commentato ironicamente: «doveva essere tutto previsto: straccio arcobaleno in fronte o al polso, discorso empatico sui diritti e sull’amore che vince ogni ostacolo. E invece niente, l’ingranaggio si inceppa sul più bello. Non sia mai che il bombardamento mediatico a meno di una settimana dal voto in aula proprio sul ddl Cirinnà venga vanificato da chi, nel progetto degli organizzatori, avrebbe dovuto dare il colpo di grazia alle coscienze degli italiani a casa. E allora via con le invettive sui social, le accuse su blog e giornali, e nessuno che prenda in considerazione l’ipotesi più ovvia cioè che Renato Zero forse non è d’accordo con voi. Unanime lo stracciamento di vesti delle comunità LGBT e della stampa allineata: l’icona gayfriendly (poco conta il fatto che lui abbia sempre smentito questa presunta omosessualità) ha consumato il suo “tradimento” proprio lì, su quel palco, nell’anno dei nastrini arcobaleno e di Elton John».

E’ così, chi non si allinea viene massacrato, non solo verbalmente. Lo sanno bene le Sentinelle in Piedi, ad ogni loro manifestazione silenziosa almeno un paio finiscono in ospedale grazie al sodalizio tra associazioni Lgbt e gli spacca-vetrine dei centri sociali. Ad invitare al pestaggio sono persone come Beatrice Dondi, giornalista de L’Espresso e di Huffington Post (scuola Repubblica, ovviamente), autrice di un tweet in cui ha celebrato la manifestazione Lgbt “Sveglia Italia” paragonando chi si oppone alle unioni civili ai “fascisti”, «verso di loro nessun rispetto né tolleranza, vanno menati».  Menati in nome dei diritti, è chiaro.

sentinelle

Lo sa bene Mario Adinolfi, quotidianamente minacciato e insultato (lui e la sua famiglia) su Facebook ad ogni post che pubblica, volgarmente deriso per essere in sovrappeso da persone che dicono di contrapporsi alle discriminazioni verso le minoranze. Per loro e per l’on. Scalfarotto, che ha tentato di introdurre il reato d’opinione, l’unica minoranza è quella omosessuali, nessuna. Oggi Adinolfi può parlare ai convegni soltanto in presenza delle forze dell’ordine, come è accaduto pochi giorni fa a Bari, perché i “militanti per i diritti” non ritengono un diritto far parlare qualcuno che non è d’accordo con loro. Lo ha ammesso il già citato Ivan Scalfarotto, rifiutando l’invito ad un dibattito pubblico: «non intendo dibattere davanti a voi con un’associazione che difende la famiglia naturale, questo perché (giustamente) non mi è stata concessa l’opportunità di organizzare un dibattito a senso unico».

gazzettamezzogiorno

Verso chi non si allinea, si può dire di tutto. Ad esempio Guido Vitale, ex dirigente del violento movimento extraparlamentare di Lotta Continua -più volte arrestato negli anni ’70-, ha accusato il popolo del Family Day, in particolare il portavoce Massimo Gandolfini, di essere alleato con chi «brandisce il cristianesimo come una clava contro i migranti musulmani», paragonandolo a coloro che «danno la caccia ai ragazzini di colore» e ai movimenti «razzisti che stanno prendendo il sopravvento in tutti i paesi d’Europa»Paola Concia, dopo essere sparita dalla politica quando i suoi concittadini abruzzesi, pur di non votarla, le avevano preferito addirittura l’impresentabile Antonio Razzi, è tornata in Parlamento in questi giorni assoldando parlamentari per «combattere gli oscurantisti». Così definisce i politici contrari al ddl Cirinnà. Certo, sempre meglio dell’eurodeputato omosessuale del Partito Democratico, Daniele Viotti che, parlando dei cattolici del suo partito, ha scritto molto elegantemente: «Hanno rotto il cazzo!».

viotti

Tutto questo lo stanno imparando sulla propria pelle anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle, rei di difendere il ddl Cirinnà ma di volerlo fare in modo onesto, senza canguri incostituzionali ma all’interno di un democratico dibattito parlamentare. Non hanno ceduto alle preghiere di Scalfarotto, che si è inginocchiato davanti al grillino Alberto Airola, dicendo: «Siamo nelle tue mani». Risposta: «Eh no, bello, tu sei un sottosegretario, prenditi le tue responsabilità». Per questo, si legge, i parlamentari M5S sono stati accerchiati e minacciati per strada da gruppi di omosessuali militanti.

In queste ultime ore il conduttore televisivo Costantino della Gherardesca, che si definisce «omosessuale freak, non gay appena usciti dalla manicure, quelli mi fanno orrore quanto gli omosessuali con tanto di professione di fede religiosa», ha scritto su Twitter: «Sono disposto ad ingrassare un chilo per ogni parlamentare grillino morto. Imponete ai grillini di mettere una spilla con un quarzo citrino sul baver. Voglio poterli riconoscere per strada e prenderli a calci». Lo stesso invitava poche ore prima a segnalare la pagina Facebook di Notizie Pro Vita per farla chiudere, perché proclamerebbe odio. Un po’ come hanno fatto gli hackers di Anonymous, autori dell’oscuramento di tutti i siti web degli organizzatori del Family Day.

gherardesca

Questi sono i difensori dei diritti civili, quelli che vorrebbero far progredire l’Italia per “toglierla dal medioevo”, quelli contro l’odio e a favore delle libertà, di pensiero e di parola. Ma appena qualcuno non si adegua all’egemonia arcobaleno saltano tutte le mascherine, contro di loro viene legittimato tutto: botte, censure, minacce di morte, impossibilità d’espressione, insulti. Un clima irrespirabile, non solo in Italia: l’attivista gay Peter Tatchell, infatti, ha annunciato di aver cambiato dopo la campagna diffamatoria contro la pasticceria cristiana di Belfast, che si era rifiutata di realizzare una torta con uno slogan a favore del matrimonio gay. «Si tratta di una violazione della libertà richiedere alle aziende di aiutare la promozione di idee a cui si oppongono con coscienza», ha scritto l’attivista inglese. «Voglio difendere la comunità gay ma anche la libertà di coscienza, di espressione e di religione».  E sempre più spesso, come abbiamo visto, comunità gay e libertà di pensiero e di espressione sono due cose profondamente contrapposte.

La redazione

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12 commenti a Anche il Movimento 5 Stelle ora sperimenta la violenza Lgbt

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  1. Laura ha detto

    Chi pretende diritti senza rispettare i diritti non ha voce in capitolo!

    • Gianluca ha detto in risposta a Laura

      complimenti. Come ai tempi di Robespierre e del Terrore, chi non la pensa come te va ghigliottinato! O manganellato: un tempo lo facevano i fascisti. Quanti diritti: quelli dei bambini comprati all’estero con una immonda mercificazione della donna e del bimbo, quelli non hanno voce, vero? O vanno manganellati anche loro?

  2. Dan ha detto

    Infatti non ha senso dire ho il diritto o e’ omofobia,ma piuttosto,non ho NESSUN diritto di insultare qualcuno.Differenza lieve ma coincisa tra razionalita’ e mera ideologia;la prima vale per tutti la seconda per meri gruppi di fanatici,che vedono per certo,tutti gli altri fanatici.

  3. Corrado Luciani ha detto

    Bisogna sfatare dei miti, tipo dare più diritti a qualcuno non significa toglierne ad altri. Se ad esempio consentiamo il matrimonio ad una coppia gay in precedenza sposati regolarmente togliamo diritti agli attuali eredi legittimi, poiché le quote ereditarie sarebbero modificate. Se sono previsti degli incentivi economici alle famiglie tradizionali (nel nostro Paese sempre troppo pochi) questi andranno ripartiti tra più soggetti. Quei diritti che teoricamente si possono estendere a tutti sono quelli che le coppie di fatto possono già avere tramite il diritto civile, ovvero fare un apposito contratto che preveda diritti e doveri reciproci. Quindi regolarizzare le coppie di fatto dovrebbe significare questo: creare “pacchetti” di diritti e doveri ottenibili comunque stipulando appositi contratti. Ma non mi sembra che la proposta di legge Cirinnà vada in questo senso. Quel che mi secca però non è tanto il fatto che qualcuno si stracci le veste in nome di questi (pseudo) diritti. Quanto il fatto che questi “moderni paladini della giustizia” non si sognino nemmeno di menzionare i diritti dei veri meno tutelati, ovvero gli invalidi e gli emarginati. Francamente non riesco a condannare una famiglia che decida di abortire una volta avuta notizia che il loro nascituro ha una grave forma di invalidità. Perché mai questa famiglia avrà al suo fianco personaggi famosi con nastri colorati, ma solo enormi sacrifici da fare. Se proprio devo dirla tutta sono anche contrario alla fecondazione artificiale per un motivo che può sembrare molto banale. Credo che la nostra coscienza sia qualcosa che possa essere considerato anche autonomamente dal corpo ma questo può essere considerato un “tempio” che l’accoglie. Già l’embrione è qualcosa di adatto ad accoglierla. Quindi la produzione di embrioni congelati, per garantire la fecondazione artificiale, può significare intrappolare coscienza in quel che di fatto è biologicamente una “vita intelligente bloccata”. Peggio ancora utilizzare embrioni con l’illusione (la certezza è solo di far arricchire qualcuno) di fare vivere qualche anno in più persone destinate alla morte. Non mi convince certo il fatto che neurologicamente l’embrione non può essere cosciente, perché se vale questo principio dovremmo poter fare esperimenti su bambini inferiori ai tre anni, che hanno neurologicamente una coscienza inferiore a quella delle scimmie adulte. Sono uno di quelli trogloditi fieri di esserlo che pensano che il figlio è un dono, piuttosto che un diritto, frutto di un amore eterosessuale, a sua volta frutto di miliardi di evoluzione della natura. Ciò consente uno sviluppo psicofisico più completo anche a parere dei pediatri. Quindi complimenti a tutti quei personaggi famosi che riescono ad andare controcorrente e la pensano come me, perché di questi tempi effettivamente può essere pericoloso e nuocere alla carriera. Cerco di comprendere la causa di quello che a mio parere è un declino dei veri valori della società. Purtroppo credo che sia l’ateismo dilagante, nel senso che se anche ci professiamo cattolici non crediamo ad una anima eterna. D’altre parte una cultura sviluppata tramite internet non è la stessa cosa di una maturata leggendo libri accuratamente selezionati.

  4. Max ha detto

    Peter Thatchell ha cambiato idea sui proprietari della pasticceria di Belfast che non voleva preparare un dolce con su scritto “W il ‘gay marriage'”? Ed ora si pone a loro favore? e che e’ successo??

  5. Marco S. ha detto

    Io credo che la saggezza meramente laica imporrebbe di non parlare di cose che, all’atto pratico, non si avrebbe ne’ la forza fisica, ne’ il coraggio morale, di mettere in atto.
    Si scrivono a ruota libera soltanto perche’ si sa che nessuno ti accusera’ di “istigazione all’odio” o di qualche “fobia” vecchia o nuova, essendo noi dalla “parte giusta”, cioe’ dalla parte dei “poteri forti”.

    Le parole hanno comunque un peso ed anche la violenza verbale e’ comunque una forma di violenza, non solo per la dottrina cristiana.
    Che, come tutte le violenze, rischia sempre di ritorcersi contro chi la mette in atto.

  6. Giacomo94 ha detto

    Pasolini scriveva: “Chi pretende libertà, poi non sa cosa farsene”, io parafraso questa affermazione, “Chi pretende diritti, non saprà usufruirne correttamente”.
    A mio modesto parere credo che gli omosessuali sperano che attraverso il riconoscimento civile possano essere “accettati” anche socialmente, e tutta questa battaglia che stanno conducendo anche se non portasse ad una legge sarebbe loro utile in questo senso: saranno comunque riusciti ad introdurre nelle famiglie “perbene” quasi un senso di colpa per essere quello che sono, cioè famiglie normali, che non li hanno riconosciuti per tutti questi anni.
    Prendo atto che l’omosessualità è presente in natura in molte specie animali, come dicono molti, e quindi guardo indietro alla storia: presso i Romani l’omosessualità era una pratica comunissima (tra i ricchi s’intende), ma mai i legislatori si sono sognati di riconoscere ad omosessuali la costituzione di un nucleo familiare, al massimo i giovani efebi venivano adottati, come a legittimare un rapporto di sottomissione.
    D’altronde un omosessuale, nella sua storia generalmente ha un rapporto così strano e ambiguo con le figure genitoriali e col contesto familiare, spesso di rottura, che dargli il mandato di costituire famiglia, di “essere una sola carne” (Dio ce ne scampi!) col partner sarebbe assolutamente disastroso alla lunga.
    Certo la umana vanità, comprensibile, di organizzare il proprio matrimonio e far festa, ed avere un marmocchio da coccolare (!!?) prende anche loro, come certe coppie di immaturi eterosessuali, che dimenticano che avere un figlio è un dovere e non un diritto ed è il prezzo che pagano le società occidentali per aver sottratto al mondo il senso del Sacro e del Mistero.

    • Klaus B ha detto in risposta a Giacomo94

      Ancora non mi risulta che sia stato portato un esempio attendibile di animale con orientamento omosessuale. Tra gli animali è diffuso il comportamento omosessuale, nel senso di accoppiamento tra maschi che non trovano femmine, per sfogare i loro impulsi. Ma su animali che formano coppie omosessuali stabili o che preferiscono l’accoppiamento omosessuale a quello eterosessuale, avendo la possibilità di scegliere, ho sentito solo vaghe voci non documentate attendibilmente.

  7. Marco S. ha detto

    Caro Giacomo secondo me e’ gia’ sbagliato dire che pretendono “diritti”.
    Se fossero tali, sarebbe difficile negarli e si sarebbe arrivati al cosiddetto “matrimonio gay” per via giurisprudenziale, come si e’ arrivati, chesso’, all’ammissione delle donne nella magistratura, nella polizia o nelle forze armate.
    Se il matrimonio fosse un diritto, e non un istituto giuridico, probabilmente non staremmo piu’ qui a parlare oggi di Legge Cirinna’.

    I piu’ onesti parlano di “nuovi diritti” ammettendo che il diritto al matrimonio per gli omosessuali, oggi, non sussiste, in assenza di un’apposita norma, ma impropriamente ammettendo anche che esso invece sarebbe appunto un “diritto” per le coppie eterosessuali.
    In realta’ i diritti non vengono stabiliti dalla legge, ma dalla natura e dalla condizione umana e quindi sussistono a prescindere che una legge li riconosca.

    Ma questa sarebbe una concezione giusnaturalistica, basata sulla giustizia, che fa a pugni con la stretta legalita’ che sembra ispirare il diritto moderno.

    Quando sentiamo il metalinguaggio giuridico che si sta usando in questi anni in Occidente per la promozione delle agende LGBT, cominciamo a capire perche’, da qualche decennio, nella dosttrina giuridica, si sta smantellando il giusnaturalismo e quindi la concezione del diritto come mero attuatore di un’ideale di giustizia ad esso superiore.

    Una giustizia che distingue nettamente tra cio’ che e’ posto a tutela degli individui (i diritti), da cio’ che e’ posto a tutela delle comunita’ (gli istituti giuridici), cue figure che non e’ lecito mischiare, senza indurre al sospetto che si vogliano ingannare le persone meno provvedute e meno colte.

  8. Michele ha detto

    Credo che dobbiamo interrogarci se e in che misura il movimento gay sia integrabile in una società. O meglio ancora, se il movimento gay intenda vivere in una società oppure la consideri al più uno strumento utile al raggiungimento dei propri obiettivi. La stessa dialettica del loro agire, e cioè da una parte un accento marcato, martellante sull’uguaglianza (per la quale essi non sarebbero assolutamente diversi dagli altri), e dall’altra la continua affermazione della propria diversità (gay pride, locali gay, vacanze gay, ecc.), fenomeno che non è affatto scomparso nei Paesi ove hanno raggiunto la piena “uguaglianza”, mostra a mio avviso questo aspetto ambivalente.
    I gay sembrano veramente servirsi della società quando ad essi torna comodo, per poi attaccarla con violenza quando pone dei limiti alla loro volontà (il celebre ritornello sulla “società omofoba”), attaccando anche coloro i quali non sono neppure ostili, ad es. il M5S, come quest’articolo mostra.

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