Mauro Leonardi, l’ennesimo prete mediatico?

Mauro LeonardiDa tempo la propaganda anticlericale ha messo da parte i classici e consumati Odifreddi e Gramellini, preferendo dotarsi di preti e teologi cattolici i cui colpi alla Chiesa hanno evidentemente un effetto ben maggiore, creando il cosiddetto “fuoco amico”. E’ il motivo per cui Vito Mancuso è stato nominato editorialista di “Repubblica” da parte di Eugenio Scalfari -il finto amico di Papa Francesco-, che proprio recentemente ha definito il suo quotidiano «apertamente anticlericale».

Papa Francesco ha recentemente ricordato ai religiosi di «aiutare la Chiesa a crescere per via di attrazione. Senza preoccuparsi di fare proseliti: attrazione!». Perché «la vera profezia non è mai ideologica, non è in confronto con l’istituzione: è istituzione. La vera profezia non è ideologica, non è “alla moda”, ma è sempre un segno di contraddizione secondo il Vangelo, così come lo era Gesù. Gesù, per esempio, fu un segno di contraddizione per le autorità religiose del suo tempo». Eppure, pur di non essere “segno di contraddizione”, molti preti sui media preferiscono cercare di compiacere i loro fans in tutti i modi, primo su tutti andando contro l’istituzione della Chiesa. Portano la gente a sé, non a Cristo, che viene da loro citato solo come strumento per contrapporlo al comportamento anticristiano della Chiesa. Così i media hanno divinizzato il compianto don Andrea Gallo, il prete rosso dalla grande sensibilità che confondeva il cristianesimo col marxismo, preferendo “Bella ciao” ai canti mariani, il Libretto rosso alle Sacre Scritture e la collusione con la politica di estrema sinistra genovese alla laicità. “Il Fatto Quotidiano” e “Micromega” hanno invece puntato su don Paolo Farinella, un altro prete rosso anti-laicità, recentemente condannato per diffamazione quando i suoi insulti si sono per un attimo concentrati sui politici a lui antipatici, piuttosto che contro il card. Bagnasco (vescovi e cardinali non denunciano mai quando vengono diffamati). Per non parlare di don Mazzi, parroco di RaiUno, che -per citare un episodio su tutti, raccontato da Andrea Tornielli- si è vantato in diretta televisiva di aver «fregato la Chiesa, i preti e tutti quanti» avendo dato la Comunione ad un bambino di sette anni che ancora non aveva ricevuto il sacramento. In quell’occasione il cardinale Mauro Piacenza, allora Prefetto della Congregazione del clero, ha definito «imbarazzante il proliferare di “preti-star”», che in video «si discostino, anche palesemente, dalla comune dottrina determinando non di rado disorientamento nei fedeli laici e nei comuni ascoltatori».

L’“Huffington Post” si è invece recentemente dotato di don Mauro Leonardi. Certamente non paragonabile a don Gallo, don Farinella o don Mazzi, i suoi scritti (per ora?) non contengono insulti, banalità sessantottine o cattiverie scomposte verso la Chiesa. Il primo impatto, tuttavia, è che sia l’ennesimo sacerdote (li chiamiamo appunto “preti mediatici” o “preti-star”) che sfrutta la popolarità mediatica per confrontarsi pubblicamente con la Chiesa istituzione, fare la morale alla Chiesa gerarchica su come dovrebbe o non dovrebbe comportarsi. Quella Chiesa gerarchica, cioè vescovi e cardinali, che invece Papa Francesco ha definito «il vero volto della Chiesa: è la Santa Madre Chiesa Gerarchica». E’ sempre spiacevole criticare un pastore della Chiesa, tuttavia riteniamo giusto mettere in guardia i lettori -di segnalazioni ne abbiamo ricevute tante!- da chi fa “profezie ideologiche”, citando il Papa, quando cioè questi sacerdoti smettono di porsi al servizio della Chiesa per passare a servire se stessi, attaccando la Chiesa e/o assumendo posizioni in contrasto con la dottrina cattolica (tra l’ovazione popolare).

Mentre su “Il Sussidiario”, quotidiano online vicino a “Comunione e Liberazione”, don Leonardi esprime un coraggioso giudizio contro il divorzio breve, contro l’aborto di bambini Down, sui cristiani perseguitati e addirittura critica il sindaco Ignazio Marino per aver trascritto dei matrimoni omosessuali che sono di fatto nulli (anche se nell’articolo sembra indicare che i matrimoni gay andrebbero legittimati in Parlamento: «Gli atti politici si fanno nelle sedi politiche con firme che esprimono responsabilità personale e autorità dalla carica», ha scritto), sul laicissimo “Huffington Post” non ha avuto il coraggio di affrontare nessuno di questi temi. Qui parla di tutt’altro, dalle quote rosa, al ruolo della donna nelle società scientifiche, fino al sostegno di Halloween. Occorre tuttavia dire che per due volte si è esposto con coraggio, prima invitando i media a non chiudere la Chiesa sempre nel recinto sessuale, e poi invitando i media a non ridurre il Sinodo sulla famiglia ad uno scontro tra “conservatori” e “tradizionalisti”.

Tuttavia anche lui, come prevedibile, ha ceduto alla comoda tentazione dell’anticlericalismoin un articolo, ad esempio, ha criticato la Chiesa gerarchica perché -a suo dire- «la punizione ecclesiale cade immediata come una mannaia» quando un prete fa sesso con una donna o con una suora, «e invece c’è tanta lenta pesantezza» in caso di abusi sessuali con i bambini. Ha così ipotizzato che il clero non riconosce i danni «arrecati al bambino dalla violenza sessuale» e che «la chiesa istituzione» interviene subito perché si sentirebbe tradita dal sacerdote libertino. Risposte assurde, oltretutto dimostrando di non sapere che il prete non è affatto lo sposo della “chiesa istituzione” (e semmai, a sentirsi tradito da chi tradisce la vocazione, è Cristo stesso). La vera risposta alla domanda è che quando un prete tradisce la vocazione con una donna non ha alcuna remora ad ammetterlo (se la notizia emerge è perché o lui o la donna l’hanno rivelato), anzi spesso è proprio lui che lo rivela pubblicamente, ed è sempre facile risalire alla chiarezza dei fatti. Rispetto all’abuso di un bambino, quasi mai purtroppo è semplice raggiungere la verità sulle accuse, spesso risalenti a anni o decenni prima, le indagini durano molto tempo ed è assurdo punire un prete prima del termine delle indagini anche perché –come dicono i numeri– solo in una minoranza dei casi le accuse contro i sacerdoti vengono confermate in tribunale e portano a condanne.

Don Leonardi è intervenuto con una spiacevole saccenza anche recentemente sul caso della docente di religione denunciata pubblicamente su “Repubblica” per un dialogo in classe sull’omosessualità. Il sacerdote ha voluto arbitrariamente credere alla versione dei fatti raccontata dallo studente e non a quello della professoressa, aggiungendosi così al coro mediatico che l’ha diffamata basandosi su una traballante ricostruzione di un adolescente, tutta da dimostrare. Ha quindi assunto come vero che la docente avrebbe detto che “l’omosessualità è una malattia”, mentre lei ha negato di averlo detto. Leonardi si è rifatto all’intervento di mons. Nosiglia, arcivescovo di Torino che, commentando -con parole decisamente ambigue e frettolose- il fatto (gli è stato riportato che l’insegnante avrebbe parlato di “malattia”), ha detto: esiste «una morale cattolica ed esiste la teoria della riparazione, ma l’Oms non considera più l’omosessualità una malattia da tempo». Il prete dell’“Huffington Post” ha commentato ironico: «E’ una brutta notizia metterci vent’anni, ma è una bella notizia esserci arrivati». Peccato che la Chiesa non parli mai di “malattia” rispetto all’omosessualità, anche perché le sue posizioni sono di tipo etico-morale, non scientifico e il termine “malattia” è prettamente medico.

Don Leonardi ha quindi proseguito: «Se un alunno ti fa una domanda, rispondi con la tua competenza da professore, e se è una domanda medica con quello che dice la medicina. Il mondo, per sapere cos’è l’omosessualità, si rivolge all’Oms. Il cattolico, proprio perché è tale, crede che Gesù è verità, e quindi non può aver paura della medesima. Il cattolico – proprio perché cattolico – alle affermazioni dell’Oms, ci deve stare, perché se no, non sta nel mondo». Affermazioni poco prudenti e spinte dal voler mostrarsi “aggiornato” con la scienza medica, tanto da vantarsi del “centinaio di commenti che ha generato il mio articolo”, come se fosse la garanzia dell’intelligenza di ciò che si scrive. La scrittrice Costanza Miriano ha giustamente replicato che «la dottrina di un cattolico non può essere dettata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Va benissimo l’invito a confrontarsi senza pregiudizi e paure ma non ci sto a sentire dire che non è cattolico chi non la pensa come l’Onu. Per me fa fede il Catechismo mentre l’Oms su tantissimi temi ha posizioni totalmente antitetiche a quelle della dottrina cattolica».

Nel suo sforzo di schierarsi dalla parte “che piace”, Leonardi si è comunque dato la zappa sui piedi: l’OMS infatti considera la transessualità una malattia mentale, avendola inserita nel “Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali”, spiegando che chi vuole «vivere ed essere accettato come un membro del sesso opposto, di solito accompagnato dal desiderio di trasformare il proprio corpo come congruente al sesso preferito attraverso la chirurgia e il trattamento ormonale», soffre del disturbo dell’identità di genere. Dunque se uno studente dovesse chiedergli cosa pensa dei transessuali, delle Drag Queen e di Vladimir Luxuria (che da anni cerca di modificare la conclusione dell’OMS), Leonardi risponderebbe che sono malati di mente? Direbbe ancora che «dire “ascoltiamo l’Oms” è, per il mondo cattolico, un bel passo in avanti»? Eppure per l’OMS sono malati di mente anche esibizionisti, voyeuristi, sadomasochisti, feticisti. Dunque lo sono anche per Mauro Leonardi, perché «un cattolico alle affermazioni dell’OMS ci deve stare, perché se no, non sta al mondo»? Presumibilmente no, per fortuna. Anche perché lo stesso Papa Francesco ha incoraggiato recentemente, tramite lettera privata, l’on. Arianna Lazzarini, la quale ha proposto una mozione sulla tutela della Famiglia tradizionale e ha scritto a Francesco difendendo il diritto dei genitori all’educazione dei figli secondo i propri valori e non tramite i documenti europei e dell’OMS, con cui non è d’accordo. Questa la risposta del Pontefice: «Sua Santità desidera manifestarLe viva gratitudine per il premuroso gesto e per i sentimenti di venerazione e affetto che lo hanno suggerito e chiede di perseverare nell’impegno a favore della persona umana, per l’adeguata tutela dei valori tradizionali e per il riconoscimento del proprio diritto all’educazione dei figli secondo i valori cristiani». Come si nota, da nessuna parte si trova l’affermazione che “alle affermazioni dell’OMS ci si deve stare”, anzi, proprio l’opposto.

Noi cattolici non riteniamo né gli omosessuali né i transessuali dei malati di mente, proprio perché la definizione scientifica lascia il tempo che trova, ci interessa poco, quello che importa è la definizione morale. E il giudizio morale lo troviamo nel Catechismo che spiega, a proposito degli omosessuali, che «la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati». Nessuna malattia, dunque, ma un disordine morale e affettivo. Tuttavia, «questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte» delle persone omosessuali «una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».

Se uno studente chiede cos’è l’omosessualità o la transessualità ad un’insegnante di religione, quest’ultima deve rispondere innanzitutto con le parole del Catechismo, come ha fatto la docente in questione. Perché gli insegnanti non sono psicologi e lo studente non sta affatto chiedendo una definizione scientifica ma morale. Non deve certo rispondere con le parole dell’OMS, tanto meno con quelle di don Mauro Leonardi.

La redazione

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66 commenti a Mauro Leonardi, l’ennesimo prete mediatico?

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  1. beppino ha detto

    ***Il mondo, per sapere cos’è l’omosessualità, si rivolge all’Oms…***

    Quanta sicurezza… in realtà la “scienza” (compresa OMS) attualmente non sa ancora esattamente bene cosa sia l’omosessualità; questa é l’unica verità assodata…
    Ma a parte questa piccola amenità andrebbe ricordato come la stessa OMS non si limita a dare indirizzi, assistenza, progettualità, ecc… ma si muova anche come “portatrice” di valori (seppur indirettamente) a valenza morale.
    Ricordiamo che l’ONU, e quindi l’OMS, ha un bilancio annuale “saldato” per quasi i 6/10 da USA, GIAPPONE, GERMANIA, FRANCIA, REGNO UNITO, CANADA, AUSTRALIA e OLANDA; in particolare l’apporto di USA, FRANCIA, CANADA, REGNO UNITO, AUSTRALIA e OLANDA raggiunge il 40%. Chi “paga” gestisce anche la politica dell’organizzazione e impone inoltre i vari funzionari dipendenti e contratti di ricerca per le proprie università che producono cultura sanitaria e indirettamente morale come accennato. Sarebbe poi da rimarcare l’ulteriore incidenza della Cina che contribuisce ai bilanci con un ulteriore 5% (sappiamo tutti come la Cina ha affrontato e affronta la questione della natalità…).
    Notoriamente nei paesi citati la fa da “padrone” l’economia, purtroppo anche nel mondo della ricerca sanitaria e scientifica in genere. Chi sono i finanziatori dell’APA? Sarebbe “scientifica” la decisione a maggioranza semplice per alzata di mano che qualifica le prese di posizione dell’APA? Chi finanzia associazioni no profit come “Save The Children”, preoccupata spesso più a propagandare le politiche di controllo delle nascite e di abortività che all’aiuto dei bambini? Chi contribuisce alla stessa OMS? Come mai l’OMS porta avanti politiche socio-sanitarie spesso sfruttando il “ricatto economico” per imporre scelte eticamente discutibili perché prive di contestualizzazione e approfondimento? Pensa forse padre Leonardi che le risorse arrivino perché si insegna alle Nazioni un rispettoso (per le culture locali) e corretto (scientificamente parlando…) approccio alla sessualità, al controllo della natalità, ecc…? Pensa forse che il sistema di connivenza economico-culturale che si forma tra queste organizzazione prenda in considerazione anche la visione etica del restante 80% dell’umanità?

  2. simone ha detto

    L’OMS come é stato fatto notarequalche giorno fa invita gli insegnanti a insegnare la masturbazione infantile a bambini di 3 anni. Alle decisioni dell’OMS dobbiamo stare se vogliamo essere cattolici dice Leonardi? Ma anche no. Perché questi preti non stanno negli oratori e tra le famiglie,che di loro c’é tanto tanto bisogno, e usano cosi il loro tempo?

  3. Giancarlo ha detto

    L’omosessualità è SOLO UN COMPORTAMENTO, ed è semplicemente incredibile che alcune persone abbiano il coraggio di affermare che si tratta di un comportamento normale.

  4. eli ha detto

    Don Mauro Leonardi è stato fatto oggetto di pesanti ingiurie solo per aver espresso un’opinione in completo accordo con il CCC e commentando le parole del vescovo Nosiglia. Tutto il resto è stato aggiunto da persone che insieme alle proprie idee esprimevano giudizi pesantissimi. Mi dispiace che non abbiate detto nulla su questo attacco da lui subito. Grazie per aver parlato del coraggio di questo sacerdote.
    Sono dispiaciuta delle mille citazioni bibliche usate come clava in questi giorni. Spesso noi cristiani siamo i cristiani dello Spirito Santo in bottiglia. Non lo vogliamo uno Spirito Santo che soffia dove vuole. Troppo libero, troppo di tutti uno Spirito Santo così. Vogliamo uno Spirito Santo in bottiglia. Sullo scaffale giusto. Maneggiato solo dalle persone giuste. Grazie comunque per aver detto del suo coraggio.

    • Laura ha detto in risposta a eli

      Io non la penso esattamente come te. Concordo invece con il commento della Redazione UCCR qui sotto: gli intenti di don Mauro sono nobili e coraggiosi (come quelli di migliaia di sacerdoti, suore e missionari che ogni giorno sfidano i pregiudizi per portare al mondo l’annuncio di Dio), ma in questo caso e in altri casi è stato profondamente imprudente nelle sue affermazioni. Generando così confusione, ambiguità e disapprovazione da parte di tantissimi cattolici. Se questi sono gli esiti della presenza mediatica di don Mauro, allora nelle periferie è meglio che ci vada qualcun altro.

    • abelardo ha detto in risposta a eli

      cara Eli, purtroppo i siti cattolici in rete raccolgono spesso pesci che vomitano tanta bile. Non sono cattivi, ma pieni di astio e veemenza, ogni cosa sembra da Armagheddon. Una vera emergenza pastorale, di cui i nostri pastori dovrebbero curarsi inviando qualche santo evangelizzatore in questa diocesi virtuale…

  5. Potclean ha detto

    Io sono uno di quelli che ha commentato l’articolo di d. M sull’HP. E devo ammettere che non ho ricevuto riposte dirette e pertinenti da parte sua. La colpa maggiore di d. M è stata l’assenza di chiarezza che, per un intellettuale, é un “peccato mortale”. Anche perché non si capisce come si possa dire che gli atti omosessuali siano contro la legge naturale, contro il bimorfismo maschio_femmina ecc ecc, senza di conseguenza dire che l’omosessualità sia una condizione ppatologica

  6. Luca ha detto

    Dice da tempo la propaganda anticlericale si dota di preti e teologi cattolici …
    Io credo si possa vedere così: la Chiesa Cattolica é più grande, meno ideologica e più capace di includere di quanto a ciascuno di noi piaccia credere. Così la cosiddetta propoganda anticlericale ama dipingerla a partire da una tesi precostituita in modo stereotipato, a partire da posizioni incarnate oggi dall’uno ieri dall’altro.
    Mi pare che quando la posizione di un credente come noi con posizioni dissonanti rispetto alle nostre viene pre-giuducata come frutto della ricerca di compiacere i propri fans anziché fornire utile materia di riflessione e confronto … si intraveda il rischio che il vangelo venga ridotto ad un segno di contraddizione pre-confezionato, a tesi chiusa ed ideologica, esattamente come fa la propaganda anticlericale.

  7. Mauro Leonardi ha detto

    Ringrazio UCCR per l’attenzione che mi dedica, che però ritengo eccessiva.
    A proposito – e sinteticamente, come sono stato chiamato a fare in tantissimi posti – della sfortunata lezione dell’insegnate piemontese io mi sono semplicemente rallegrato che l’OMS e le altre agenzie mediche internazionali dicano che l’omosessualità non è una malattia e in questo coincidano – parzialmente – con il Catechismo. Poiché Papa Francesco ci spinge a costruire ponti e non muri credo sia mio dovere, nella misura consentitami dalle mie capacità, evidenziare ciò che accomuna e affratella le persone più di quanto le divida. Per questo sono stato lieto di sottolineare la coincidenza tra OMS e Catechismo. Non mi sono invece mai sognato di dire che il giudizio morale della chiesa dipenda dall’OMS: che c’entra? non ho mai sentito dire, per es., che il divorzio sia sbagliato perché è una “malattia patologica”. Come certamente è noto ai lettori di UCCR il piano della morale e quello della medicina sono diversi.
    Mi sento invece di smentire in pieno, che la mia “posizione mediatica” sia frutto di un progetto che riguarda L’Huffington Post o le lobbies anticattoliche. È tutto molto più semplice. Il 30 novembre 2013 Riccardo Cascioli, il direttore de La Nuova Bussola Quotidiana, mi ha telefonato chiedendomi se potevo farmi carico di una loro piccola rubrica quotidiana “La scheggia di vangelo”, un breve commento quotidiano al vangelo. Mi ha chiamato il 30 novembre perché il giorno dopo iniziava il nuovo anno liturgico e loro non avevano nessuno. Come vede – gentile redazione dell’UCCR – si sono rivolti a me non come al grande prete mediatico, ma come ci si rivolge alla ruota di scorta quando si è bucata la gomma. Io ho accettato e ho iniziato il mio lavoro. Inizialmente ho avuto qualche difficoltà, perché la mia indole è più poetico narrativa che saggistica, e pertanto istintivamente il mio commento era non da una prospettiva astratta ma da quella personale di “una donna del vangelo”, cioè un personaggio immaginario del gruppo delle donne che seguivano Gesù. (Aggiungo che da circa un mese “Una donna del vangelo” è pubblicato – con grande soddisfazione reciproca – su Papaboys nella rubrica Humanitas et web). Verso fine gennaio sono stato contattato da ilsussidiario.net dove ho iniziato a collaborare con degli articoli alla bisogna. Il rapporto con LNBQ si è bruscamente interrotto il 15 maggio 2014, giorno in cui ho scritto per ilsussidiario un articolo in difesa di Galantino (come adesso ho scritto in difesa di Nosiglia: guarda un po’ difendere la gerarchia, almeno nel mio caso, è impopolare presso certi cattolici). Quell’articolo, tramite lettera di Cascioli, mi è costata l’espulsione dal loro commento al vangelo. Ne parlo qui perché è un fatto pubblico. Cascioli ha pubblicato la sua lettera nel mio blog “Come Gesù”, quindi nessun mistero. Sa – gentile redazione dell’UCCR – con quale logica si pensi impossibile commentare il vangelo del giorno su una rivista, perché su un’altra si è difeso il segretario della CEI, è per me difficile capire: ma tant’è, è andata così. A quel punto io ho proseguito i miei due commenti al vangelo quotidiani sul mio blog Come Gesù, e ho dedicato le energie disponibili a ilsussidiario.net con grande gioia da entrambe le parti. A settembre non sono stato avvicinato da nessun lobbista incappucciato ma ho deciso di scrivere una mail alla redazione de L’Huffington Post per propormi come collaboratore. Ho creduto in tal modo di mettere in pratica il suggerimento di Papa Francesco di andare alle periferie: crede, gentile redazione, che io abbia sbagliato? in tal caso mi corregga e rifletterò attentamente sulle sue considerazioni. Comunque, siamo arrivati all’oggi. Concludo aggiungendo che, in quanto prete mediatico, io ho sul web anche una presenza esplicitamente sacerdotale. Tutte le mattine faccio un tweet #vangelodioggi con un commento al vangelo del giorno; degli altri commenti al vangelo ho parlato più sopra: la sera, intorno alle 19.00, sia sul mio blog, che su twitter che su facebook dico a che ora celebrerò la Messa il giorno successivo e chiedo di lasciarmi le intenzioni: è una pagina letta da circa 3000 persone e con 2/300 commenti alla volta. Intorno a pranzo poi faccio un post (sia sul blog, che su fb, che su twitter) con una fatto del Papa: si chiama ‘Papa Francesco Uno al giorno’. Ecco, in sintesi, questo è tutto. Grazie infinite dell’attenzione.

    • Italo Sgrò ha detto in risposta a Mauro Leonardi

      Il problema, don Mauro, non sta nell’affermazione per cui l’omosessualità non è una malattia. Nessuno l’ha detto e soprattutto non l’ha detto la povera insegnante perseguitata e scaricata dall’Arcivescovo.
      Il punto è l’ambiguità del discorso: cosa significava quell’ironia sull’averci messo vent’anni a capirlo? A me sembrava una presa di distanza dall’insegnante. E quell’insistere sul fatto che a lei interessano solo le parole dell’Arcivescovo e non quelle dell’insegnante…boh, ma le parole dell’Arcivescovo sono o non sono state dette in relazione all’episodio di Moncalieri? Non poteva l’Arcivescovo limitarsi a dire, con la diplomazia così propria in tanti casi degli ecclesiastici, “non so, mi informerò e valuterò…”, invece di prendere per buone le ricostruzioni capziose degli organi di informazione che gli carpivano una dichiarazione? Tutto quel dilungarsi di Nosiglia su come si debba o non si debba trattare l’argomento a scuola è sembrata una vera e propria sconfessione dell’insegnante. Nemmeno una parola a difesa della docente e uno cosa deve capire delle parole di Nosiglia? E dell’applauso festante di don Mauro? E quel dare invece credito assoluto all’alunno, quando sappiamo che i giovani in formazione, di regola, non dovrebbero costituire fonte preferibile a un adulto che insegna. E poi si è saputo dai compagni cosa aveva chiesto quell’alunno: “prof, ma lei cosa ne pensa tipo dei finocchi, secondo lei sono normali?” E’ forse un modo di esprimersi sereno ed equilibrato questo dell’alunno? Dimostra volontà di sapere o intento provocatorio? Come mai nessuno, né il preside, né i giornali e blog, né le istituzioni, hanno tacciato di omofobia quel petulante ragazzino? No, invece tutti a credergli e ad accusare l’insegnante. Ecco, questo è il punto, l’ambiguità, la poca chiarezza, l’unilateralità…

      • Sophie ha detto in risposta a Italo Sgrò

        Non vorrei sbagliarmi ma da quello che ho sentito io, il ragazzo che ha fatto la domanda è gay e ha fatto quella domanda apposta per provocare e mettere in difficoltà l’insegnante. Ed aggiungo che questi insegnanti di religione, nell’era della mafia gaysta ed anticlericale, li ho nel cuore perchè sono delle pecore in mezzo ai lupi.

        • Italo Sgrò ha detto in risposta a Sophie

          Sono d’accordo con te, Sophie. Se dovessi dare un consiglio agli insegnanti (di qualsiasi materia, non solo religione) è di non rispondere a domande sull’argomento omosessualità e correlati, non affrontarlo, evitarlo perché non c’è libertà, non c’è possibilità di esprimersi con serenità e soprattutto si sa che poi le cose vengono messe in piazza e questo non è giusto, io posso anche esprimermi impropriamente nel dialogo informale, usare qualche termine inappropriato o anche del tutto sbagliato, e perché questo mi deve essere ritorto contro con una gogna mediatica (e sottolineo che non è il caso dell’insegnante di Moncalieri). Quindi se l’alunno fa domande, rispondete “non fa parte del programma, la domanda non è pertinente, non rispondo, fammi fare la mia lezione”.

          • Sophie ha detto in risposta a Italo Sgrò

            Non si può più parlare di queste cose per una questione di sopravvivenza e perché ormai la frittata è fatta. E’ fatta. Resta solo pregare. Quella gaysta è una mafia che s’è insinuata ovunque: nelle scuole, nella sanità, nei mass media, nella politica, ecc. che non potendo uccidere il corpo uccide l’anima. E tutto questo si è concretizzando grazie ai perbenisti come Paola.

          • abelardo ha detto in risposta a Italo Sgrò

            Un insegnante, specie di religione ma non solo, che risponda “non fa parte del programma” ha già smesso di fare l’insegnante, a mio avviso. Si può benissimo richiamare tutti i punti di vista (se si conoscono, ovviamente) e mostrare, di tutti, ragioni e criticità: dopo di che è pure lecito esprimere un’opinione personale criticamente argomentata, e bisogna essere capaci di farlo (lo si auspica per gli insegnanti, ma ahimè sappiamo quanta approssimazione ci sia a volte nel reclutamento di certe categorie di insegnanti).

            • Italo Sgrò ha detto in risposta a abelardo

              Perché ha smesso di fare l’insegnante? Non ci sono forse i programmi nella scuola? Certo che si può anche rispondere a domande fuori programma, ma se – come nel caso dell’omosessualità – si sa già in partenza che non ci si può esprimere con libertà e che tutto è costruito per tendere insidie e per creare incidenti da mettere successivamente in piazza, allora è meglio soprassedere e non trattare quegli argomenti. Quanto al reclutamento degli insegnanti, forse ci sarà approssimazione, ma non certo nel caso della professoressa di Moncalieri, ben fornita di titoli accademici e di capacità di relazionarsi con gli alunni. Ancora tanta solidarietà alla professoressa perseguitata, calunniata, derisa e infine scaricata dall’Arcivescovo.

              • abelardo ha detto in risposta a Italo Sgrò

                Perché i programmi sì, ci sono, almeno a livello di indicazioni nazionali da tradurre in percorsi adeguatamente tarati sulle singole classi, ma a mio modo vedere sarebbe controproducente opporre l’esigenza di seguire un programma ad una domanda solo perché provocatoria. A scuola ci si può esprimere con libertà, purché discutendo con rigore logico e riferimento a posizioni culturalmente circoscrivibili e opportunamente argomentate (Tizio dice che… Caio sostiene che… vediamo di discuterne). Ad esempio nel caso dell’omosessualità la questione morale affrontata in prospettiva genetica non produce grandi avanzamenti nella comprensione del problema (come nasce? è una patologia, un disordine, una scelta?); tant’è che nel caso della definizione non di essa, ma della sua percezione, come patologica (pardon, egodistonica), qualunque ne sia la causa è buona cosa sostenere il soggetto o nella ricerca di una più soddisfacente identità sessuale (e diciamolo, anche eterosessuale se è questo ciò che egli chiede) o nella serena accettazione della propria omosessualità. Questa è una valutazione da condurre nell’ambito dell’alleanza tra paziente egodistonico e terapeuta. La questione del significato antropologico degli atti sessuali, nei diversi contesti di coppie (dunque anche omosessuali), consente invece di cogliere meglio le differenze in termini di potenziale fecondità di un rapporto, che poi è fondamentalmente la questione morale in ambito sessuale. Che nel caso della sessualità tra persone dello stesso sesso conosce una minore potenzialità di incontro con la differenza (che è l’altro genere), anche se non è una totale assenza di differenza, e di aprirsi a un terzo, la vita nascente, che è fecondo non solo in quanto una vita in più, ma nel suo condurre i membri di una coppia a esprimere nuova ricchezza nel rapporto, nuova apertura all’incondizionato che viene ad abitare in essi. Non entro nel singolo caso dell’insegnante di Moncalieri, non conoscendo la quale non posso giudicarne le capacità didattiche e relazionali (sappiamo purtroppo come il solo possesso di titoli accademici non sia sufficiente, ancorché necessario); mi riferivo, e continuo a riferirmi, alla necessità avvertita di fare retromarcia a fronte di una domanda provocatoria, nel caso in cui non si possiedano le competenze atte ad affrontare il tema con cognizione critica delle diverse posizione in campo. In questo caso sì, mi permetto di dire che qualora ciò accadesse – anzi, per esperienza, quando ciò accade – qualcosa in più si potrebbe fare circa il livello di preparazione su contenuti e metodologie didattiche. La solidarietà alla docente di Moncalieri va anche da parte mia, non già perché “perseguitata, calunniata, derisa e scaricata” dal suo arcivescovo (converrà che i termini da lei utilizzati siano di problematica interpretazione perché di ambigua formulazione) ma per il linciaggio mediatico cui è stata sottoposta, questo sì.

            • simone ha detto in risposta a abelardo

              Su questo sono d’accordo, anche se c’entra poco con l’articolo….

    • Paolo ha detto in risposta a Mauro Leonardi

      sono d’accordo solo su una cosa con don Mauro che l’attenzione mediatica che gli è stata dedicata è senz’altro eccessiva, ma forse è proprio quello che cercava a giudicare dal suo twittare compulsivo per segnalare ogni cosa che lo riguardi o che scrive.

    • Redazione UCCR ha detto in risposta a Mauro Leonardi

      Gentile don Mauro, grazie per averci descritto il suo “percorso mediatico”. Che sia un sacerdote molto attivo sul web, che ha scritto su testate cattoliche, che lei abbia tanti fans personali, che gestisca un blog su “Gesù” e che sia stato lei a contattare l’Huffpost sono dati interessanti che però non riguardano la critica che le abbiamo esposto nel nostro articolo.

      Rispetto al “caso Galantino” siamo completamente d’accordo con lei, più volte abbiamo parlato di questo (anche se non specificatamente di mons. Galantino): http://www.uccronline.it/2013/09/29/papa-francesco-ha-ragione-sui-valori-non-negoziabili/

      Entrando nel merito della sua replica al nostro articolo: lei non si è semplicemente “rallegrato che l’OMS e le altre agenzie mediche internazionali dicano che l’omosessualità non è una malattia e in questo coincidano – parzialmente – con il Catechismo”. Lei si è unito al coro mediatico contro un’insegnante di religione, accusandola di aver definito “malati” gli omosessuali quando la docente ha negato di averlo detto. Si può non crederle, ma è doveroso almeno attendere l’esito dei riscontri. Inutile voler andare nelle periferie per portare misericordia ai lontani se non si riesce nemmeno ad essere misericordiosi con i vicini.

      In secondo luogo ha strumentalizzato le parole di mons. Nosiglia, che non ha affatto detto quanto ha poi concluso lei. Ovvero: “un cattolico alle affermazioni dell’OMS ci deve stare, perché se no, non sta al mondo”. Oltretutto condito da ironie fuori luogo: ” E’ una brutta notizia metterci vent’anni, ma è una bella notizia esserci arrivati”.

      La nostra critica verte sull’ambiguità della posizione: se un cattolico “alle affermazione dell’OMS ci deve stare perché se non no sta nel mondo”, allora un cattolico dev’essere costretto a definire “malati di mente” i transessuali perché lo dice l’OMS? E deve insegnare ai bambini la masturbazione infantile perché lo dice l’OMS? Noi preferiamo stare fuori dal mondo, e lei?

      Se invece voleva semplicemente sottolineare che sull’omosessualità OMS e Catechismo la pensano in modo simile, allora poteva semplicemente scrivere così. Un’affermazione sbagliata, in ogni caso, in quanto l’OMS definisce la “non malattia” da un punto di vista medico mentre la Chiesa semplicemente non si esprime su una questione medica (non nega né afferma una condizione patologica). Non c’è alcuna similitudine o coincidenza. Sono invece enormi le distanze tra la posizione dell’OMS e quella del Catechismo su tantissimi altri temi e tacere su questo per sottolineare una presunta coincidenza non è “costruire ponti” ma forzare la realtà (forse per motivi ideologici, pensando che se il giudizio della Chiesa coincide con quello dell’OMS, allora essa non è più indietro di 200 anni??) quando non ha alcun bisogno di essere forzata.

      Ha fatto benissimo a proporsi all’Huffpost, ma andare nelle periferie significa andare incontro agli uomini più distanti per rendergli nota la Bellezza che abbiamo incontrato (che ci ha incontrato, meglio), ma, come ci ha insegnato Francesco, “non si capisce un cristiano senza Chiesa”. Se lei va nelle periferie per un suo ritorno personale (la considerazione del “buon cristiano” e “guardate quante visite ho sul mio blog”), per contrapporsi alla “Chiesa istituzione” (il suo articolo del 1/10/14 sull’Huffpost) o per accodarsi a chi si accanisce ingiustamente contro una povera insegnante di religione, strumentalizzando le parole di un arcivescovo per trarre conclusioni ambigue, allora produce soltanto confusione (come dimostrano le diatribe in cui è stato coinvolto con il suo articolo), sia nei “vicini” che, tanto più, nei “lontani”.

      Anche l’uso dei media necessita di una prudenza infinita, è uno strumento di enorme utilità per le sue nobili intenzioni, ma usato male o imprudentemente finisce per tradire e contraddire lo spirito con cui è interessato ad essere mediaticamente presente.

      • Mario ha detto in risposta a Redazione UCCR

        Cara redazione, i preti gay non possono accettare questo…

        • Laura ha detto in risposta a Mario

          Non diciamo sciocchezze, cosa c’entrano i preti gay?? Forse stai insinuando qualcosa su don Mauro? Ma per favore…ha scritto delle sciocchezze ma evitiamo di cadere così in basso!!!

          • Mario ha detto in risposta a Laura

            E’ solo un sospetto infatti, ma è vero che il problema maggiore è DENTRO la Chiesa.. dove si accetta l’omosessualità invece che aiutare ad uscirne, cosa oggi possibilissima. La quasi totalità dei preti pedofili è omosessuale.

            • Laura ha detto in risposta a Mario

              Si ma in questo don Mario non c’entra nulla, non diciamo sciocchezze. La Chiesa accetta l’omosessualità? La Chiesa insegna che il problema non è tanto essere omosessuali, ma commettere atti omosessuali e avere relazioni omosessuali. E’ molto diverso dall’accettare l’omosessualità.

              • Mario ha detto in risposta a Laura

                Sì, infatti, il problema è l’accettazione dell’omosessualità come dato naturale e non più come disordine

    • lorenzo ha detto in risposta a Mauro Leonardi

      Nell’icd 10 si legge:
      F66.1 Egodystonic sexual orientation
      The gender identity or sexual preference (heterosexual, homosexual, bisexual, or prepubertal) is not in doubt, but the individual wishes it were different because of associated psychological and behavioural disorders, and may seek treatment in order to change it.
      Vuoi giocare con le parole e definire talune forme di omosessualità non malattie ma disordini psicologici con comportamenti associati? Accomodati: “se no a ze supa ze pan bagna”.

      Riguardo poi al CCC, al n.2357 la nota 98 rimanda a Rm 1 che termina affermando: “E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.”.
      Il dovere di un pastore è quello di assecondare le inclinazioni delle pecore o di indicare loro la strada per l’ovile?

  8. Paola ha detto

    Trovo che ci sia molta sintonia tra la posizione espressa da don Leonardi nel suo articolo ed il Papa.
    Non ci sono malati ma solo creature che sbagliano perché non sanno essere all’altezza del loro Creatore.
    Bravo don Leonardi.
    Io sono un professore universitario e trovo così preziosi i Suoi interventi per i miei giovani.
    Giovani che hanno bisogno di sentirsi amati, pur con i loro limiti.
    Solo chi si sente amato sa ritrovare la giusta via che porta a Dio.
    Io conto molto sul Suo lavoro di pastore di anime e di scrittore che vuole parlare a tutti di Dio.

    • Italo Sgrò ha detto in risposta a Paola

      Non capisco, sembra che la categoria dei “malati” sia diventata offensiva. Ma i malati non rientrano tra i prediletti del Signore? E cosa vuol dire “non ci sono malati, ma solo creature che sbagliano”. Forse che essere malati è più grave che sbagliare? Le malattie non sono oggetto di riprovazione, per definizione. Fermo restando che nei confronti di chi sbaglia è dovuta la misericordia, è su questo non si discute. Ma i malati non hanno nemmeno bisogno di misericordia, non è una colpa la malattia.
      E lo dico in generale, non con riferimento all’omosessualità, che abbiamo capito tutti che non è una malattia (al massimo una sindrome, un disturbo, una deviazione, una reazione psicodinamica a un conflitto sociale, una tendenza disordinata…)

      • Paola ha detto in risposta a Italo Sgrò

        Italo, mettiamola così: dobbiamo imparare a togliere le etichette e entrare nelle piaghe di ogni uomo che abbiamo davanti.
        Ne abbiamo bisogno tutti.
        Di sentire la frase del Santo Papa: chi sono io per giudicare?
        Se la ricorda?

        • Italo Sgrò ha detto in risposta a Paola

          Se me la ricordo! Ci viene ripetuta a ogni piè sospinto da postazioni tutt’altro che interessate a diffondere e difendere il Credo cattolico, Luxuria compreso/a.
          Chi sono io per giudicare, mi domanda. Le rispondo: per giudicare le persone nella loro coscienza non sono nessuno, è un compito riservato al Signore, quindi per me giudicare l’intimo delle coscienze è non solo vietato, ma prima ancora impossibile.
          Per giudicare i fatti, le situazioni, le circostanze, i fenomeni, le tendenze, le mode, i trend,le inclinazioni, beh, qui si che sono qualcuno, caspita! Non uno particolare, non uno molto importante, ma uno sì. Sono un uomo cui il Signore ha dato la coscienza e gliel’ha data esattamente per giudicare fatti, circostanze, situazioni…più o meno come quando il Signore ci insegna a “GIUDICARE i segni dei tempi…”
          E io quindi, pretermesso ogni minimo giudizio sulle persone con tendenze omosessuali, mi limito invece a giudicare l’omosessualità, e poiché i giudizi sono concetti, inevitabilmente appariranno delle “etichette”. L’omosessualità non la ritengo affatto una malattia (lo dice pure l’Oms, perbacco…), ma sono indeciso se classificarla come sindrome, disturbo, deviazione, tendenza disordinata, reazione psicodinamica a un conflitto sociale, o anche due o più di tali “etichette”.

          • Paola ha detto in risposta a Italo Sgrò

            Io, umilmente, la invito a non classificare affatto.
            Semmai ad aiutare/amare chi si troverà di fronte

            • Italo Sgrò ha detto in risposta a Paola

              Mi sorprende che proprio una docente universitaria inviti a non classificare…non è il vostro mestiere, qualunque materia insegni?

          • abelardo ha detto in risposta a Italo Sgrò

            “giudicare l’omosessualità”?

            • Italo Sgrò ha detto in risposta a abelardo

              Abelardo, ma lei fa il finto tonto o cosa? Cosa c’è di strano nel giudicare, nel “formarsi un giudizio”, su fatti, situazioni e condizioni. Io giudico l’omosessualità (la valuto, la considero…) e la giudico moralmente irrilevante in quanto tendenza (per quanto la GIUDICHI una tendenza intrinsecamente disordinata, conformemente all’insegnamento della Chiesa), mentre la GIUDICO gravemente peccaminosa se praticata, cioè GIUDICO peccati mortali (dal punto di vista della materia) gli atti omosessuali.
              Ecco, forse adesso è più chiaro.
              In conclusione:

              “NON giudicare l’omosessualità”?

              • abelardo ha detto in risposta a Italo Sgrò

                Sì, intendevo l’omosessualità come condizione. Perché, per aggettivarla, occorre posporre un aggettivo. E’ un trascendentale gnoseologico formarsi un giudizio, anzi non possiamo che conoscere per giudizi. Ma dal contesto evincevo lei intendesse un giudizio morale, Italo. Così non è, lei me ne dà atto, e probabilmente sono un vero tonto. Perché “o cosa?” potrei essere, sinceramente non lo so e non credo che a questa vaga e generica allusione lei possa dare più precisi contenuti. p.s. Riesco a cogliere l’artificio retorico dell’insistenza su di un termine anche senza l’utilizzo dello stampatello, quella pur ridotta facoltà mi è rimasta…

            • simone ha detto in risposta a abelardo

              Credo che Abelardo volesse sottolineare che più che l’omosessualità in sé l’oggetto del giudizio sono gli atti omosessuali.

              • Italo Sgrò ha detto in risposta a simone

                E non è così. Oggetto di giudizio è sia l’omosessualità come tendenza, e in questo caso il giudizio è di irrilevanza morale, sia l’omosessualità praticata (la parola “omosessualità” infatti, debitamente aggettivata, può riferirsi anche alla pratica). In questo secondo caso il giudizio è di riprovevolezza.

        • simone ha detto in risposta a Paola

          “chi sono io per giudicare?”. Non è un caso che tu sia una delle fans di Mauro Leonardi, infatti strumentalizzi questa frase prendendo in giro il Santo Padre.

          Se Francesco davvero non volesse giudicare allora non dovrebbe più dire nulla dato che in ogni sua omelia giudica (giustamente) i cristiani che sbagliano, giudica (giustamente) i sacerdoti che sono interessati al carrierismo, giudica (giustamnte) i cristiani troppo freddi. Gli rispondiamo forse: chi sei tu per giudicare un sacerdote interessato al denaro alla carriera? Ovviamente no!! Quella frase va letta nel suo contesto e non estrapolata.

          Questa è la confusione che provocano nella gente i preti e i vaticanisti mediatici!!

          • Paola ha detto in risposta a simone

            Simone, fans solo di Dio.
            Poi delle Sue creature.
            Però occorre onestà intellettuale.
            E me l’aspetto anche da lei Simone.
            Non vengo dietro la Sua provocazione.
            Ho tra le mani cose bellissime che devo fare per mio Padre Dio e non voglio litigare con Lei.
            Le offrirò un p0′ del mio lavoro.
            Stia bene. E stia sereno.
            Al vertice è Dio che guida il mondo.
            Non io.
            Non Lei.
            E le nostre opinioni.

            • simone ha detto in risposta a Paola

              Quando scrivi “Però occorre onestà intellettuale” . E me l’aspetto anche da lei Simone” tu mi stai giudicando. Stai affermando che io non ho onestà intellettuale. Dunque tradisci Papa Francesco quando dice “chi sono io per giudicare?”. Ovviamente no!! Francesco non ha mai detto di non giudicare, non strumentalizzarlo!!!!

              • Paola ha detto in risposta a simone

                Le lascio questo link, per onestà intellettuale.
                Così forse capisce il senso della mia citazione del Papa e si rasserena.
                Offro ogni giorno la Messa per il Papa e, ripeto, non voglio litigare con Lei.

                http://www.sanfrancescopatronoditalia.it/25202_Il_Papa__Chi_sono_io_per_giudicare_un_gay_.php#.VGIAM76eeOg

                • simone ha detto in risposta a Paola

                  Quando offre messa per il Papa offra messa perché le sue parole non vengano strumentalizzate! Francesco, se si legge il contesto, ha semplicemente ricordato che non va condannato il peccatore (l’omosessuale) ma il peccato. Tant’è che la frase intera è: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte”. Francesco rimanda giustamente al Catechismo, nel quale si giudica non l’omosessuale ma l’omosessualità come “disordine morale” e “mai può essere accettata”.

                  Ah dimenticavo: chi è lei per giudicare me? Sta dicendo che non ho capito, dunque mi sta giudicando?

                  Neanche io voglio litigare ma quando leggo queste assurdità e questi attacchi al Papa (perché strumentalizzare il Papa significa attaccarlo!!!) non riesco a non intervenire.

        • Marco S. ha detto in risposta a Paola

          La domanda retorica di Papa Francesco “Chi sono io per giudicare ?!”, mi ha convinto solo a meta’.
          Una risposta a questa domanda ritengo ci sarebbe: “Francesco, tu sei il Papa”.

          Non mi riferisco necessariamente al caso specifico degli omosessuali, dove comunque non va mai dato un giudizio personale, non solo e non tanto per umilta’ (“Non giudicate e non sarete giudicati”), ma perché l’omosessualita’ per la Chiesa non e’ una colpa, quindi non implica alcun giudizio personale.

          Forse il Papa sarebbe apparso piu’ pedante, ma magari sarebbe stato piu’ chiaro, a rispondere in questi termini.

          Invece intendevo riferirmi soprattutto al fatto che spesso ci vuole piu’ umilta’ ad esercitare bene un’autorita’, chiamata a dare degli indirizzi chiari e disambigui, accettando le conseguenti critiche e la inevitabile “solitudine”, piuttosto che adottare un atteggiamento conciliante e “pacione” ad ogni costo.

          Anche una buona autorita’ credo sia un umile servizio che si rende alla comunita’.

    • Panthom ha detto in risposta a Paola

      Sul fatto che gli omosessuali non siano malati siamo tutti d’accordo, anche sul fatto che rispettare il creato è importante c’è una sintonia tra Leonardi e il Papa. E allora?
      La questione è che Leonardi dice ai cattolici che alle affermazioni dell’OMS bisogna obbedire, nello stesso tempo in cui l’OMS definisce “malati di mente” i transessuali e invita gli insegnanti ad insegnare a masturbare i bambini di 3 anni. Il Papa ovviamente non l’ha mai detto, anzi, ha invitato i genitori ad usufruire del diritto di educare secondo i valori cristiani e lo ha fatto spedendo una lettera ad un politico che si è opposto proprio alle indicazioni dell’OMS: http://www.tempi.it/gender-a-scuola-la-lettera-di-papa-francesco-che-incoraggia-la-consigliera-leghista-a-tutelare-i-valori-tradizionali#.VGH6yPl5OMM

      • Maria ha detto in risposta a Panthom

        Non mi pare proprio abbia usato il verbo obbedire nel suo articolo.. rileggitelo bene. Così come quel Simone invoca l’onestà per non strumentalizzare le parole del papa, non facciamo dire a don Mauro cose che non ha detto.

        “Se non sei d’accordo, parli con l’Oms col linguaggio dell’Oms e non ti chiudi nel ghetto cattolico a dire che gli altri sono questo e quest’altro ma non lo possono dire perché ci sono le lobby”

        Questo dice. Non basta dire “non sono d’accordo” e condannare. Così non andiamo da nessuna parte. L’OMS cambierebbe se i cattolici vincessero la paura di sporcarsi e puzzare di pecora e imparassero a dialogare con l’OMS nel suo linguaggio, costruendo ponti, cercando ciò che accomuna e non ciò che divide. Non alzando muri.

        • Panthom ha detto in risposta a Maria

          No, dice anche: “Il cattolico – proprio perché cattolico – alle affermazioni dell’Oms, ci deve stare, perché se no, non sta nel mondo”. Che significa: obbedire. Il genitore quando richiama il figlio dice: “tu devi stare alle mie regole”, intende appunto “obbedire”.

          Curioso il legame che l’OMS cambierebbe se i cattolici dialogassero con l’OMS. Ma perché l’OMS dovrebbe cambiare? E su cosa dialoghiamo con l’OMS? Dove abita l’OMS? Lo andiamo a trovare? Possibile che chi predica il “costruiamo ponti” poi non riesca nemmeno a costruire un discorso serio e razionale???

    • lorenzo ha detto in risposta a Paola

      Quindi, secondo te, un medico che cura un “diversamente sano” (non uso il termine malato perché a quanto pare è offensivo)non lo ama?

    • Maria ha detto in risposta a Paola

      Paola concordo con te!

  9. Paola ha detto

    L’atto sessuale per essere umano e quindi vero deve essere vissuto nel matrimonio e ordinato alla vita.
    Questo è il punto.
    La sessualità fuori dal matrimonio, la sessualità non orientata alla vita, l’omosessualità, sono temi da trattare con serietà.

    • Mario ha detto in risposta a Paola

      Dalla negazione del vero Dio e dalla disobbedienza alla sua legge scaturisce l’impurità, culminando nei peccati impuri contro natura, e in ogni altra malvagità.

      Romani 1:

      Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco. 17 È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede.

      18 In realtà l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, 19 poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. 20 Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; 21 essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. 22 Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti 23 e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

      24 Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, 25 poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.

      26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. 27 Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. 28 E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, 29 colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, 30 maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, 31 insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. 32 E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.

      __________________________________________________________________-

      Purtroppo vivendo in una società corrotta molti omosessuali non lo sono per scelta, ma per conseguenza di questa corruzione. A chi vive qst situazione nella carità di Cristo va tutto l’affetto della Chiesa di Dio.

    • lorenzo ha detto in risposta a Paola

      L’atto sessuale umano è quello compiuto da un essere umano: masturbazione, omosessualità, pedofilia, zooerastia, tanto per citarne alcuni, non sono forse atti sessuali umani?
      Esistono poi atti sessuali che, rispondono alla natura biologica del maschio e della femmina, sono detti atti sessuali naturali ed altri che, in contrasto con l’affannarsi fisico del produrre ovuli e spermatozoi, sono detti contro natura.
      Il matrimonio infine, è prima finalizzato alla al fatto che i coniugi diventino uno e poi alla vita.

    • Panthom ha detto in risposta a Paola

      Questa volta concordo, Paola. Sono temi da trattare con serietà e nessuno dice il contrario.

  10. Antonio ha detto

    Complimenti per l’articolo. Concordo in pieno

  11. Guido ha detto

    Don Mauro. Io sono un fan di Cristo. Da un pò di tempo seguo assiduamente il suo blog. Si chiama Vangelo. Ed insieme a numerosi post di profeti ed autori vari contenuti in un social chiamato Bibbia, vedo chiaramente qual’è la strada da percorrere ed il modo in cui bisogna amare il prossimo,gettare ponti, ed eventualmente salire sulla croce pur di rimanere nella verità che ci è stata rivelata, anche se questo scandalizza il mondo. Le consiglio di fare altrettanto, ed aggiungo che un periodo di ritiro spirituale nel “deserto” ed in preghiera, lontano dai riflettori del web, le sarebbe di sicuro giovamento. Pregherò per lei.

  12. abelardo ha detto

    Boh, tutto si può condividere o meno, le persone si valutano anche per ciò che fanno e non solo per quanto dicono, da don Gallo in poi, ma per favore evitatevi quelle banalità (oltre che abomini teologici) tipo “Gesù si sente tradito”: per favore…

    • Sophie ha detto in risposta a abelardo

      Perché che ha fatto Don Gallo?

    • Katy ha detto in risposta a abelardo

      In realtà è don Mauro che afferma che la Chiesa interviene tempestivamente perché “si sente tradita” dalla tradimento della vocazione di un prete. Ovviamente la risposta è che don Mauro non ha capito nulla della sua vocazione e, al massimo, è Cristo che si sentirà tradito. Tutto diventa banalità se non si è capace di leggere e comprendere.

      • abelardo ha detto in risposta a Katy

        Don Gallo ha fatto anche cose buone, dal punto di vista dell’annuncio del Vangelo non solo agli ultimi ma anche a coloro che ne abitano le stesse città. Poi per carità, non siamo noi a poter giudicare l’intenzione con cui le persone agiscono, e fortunatamente abbiamo anche una Congregazione per la Dottrina e la Fede a giudicare delle posizioni ereticali. E’ vero, sono una persona che a volte ha difficoltà a leggere e comprendere, e ti ringrazio per la tua parresia, Sophie; tuttavia permettimi di avvertire a pelle (e di esternare con franchezza) un certo disagio nell’attribuire, anche se solo “al massimo”, a Gesù un sentimento che – per ciò che denota – a me suona prossimo alla blasfemia.

        • Kosmo ha detto in risposta a abelardo

          Ma quale “annuncio del Vangelo agli ultimi”… Ha semplicmente confermato nei propri vizi e peccati tutti quanti. Ha fatto strame del Vangelo. Ha anteposto il proprio EGO e la propria IDEOLOGIA alla salvezza delle anime affidategli, contribuendo non poco alle menzogne anticattoliche.

  13. Norberto ha detto

    I figli di Adele Ceramico, la professoressa diffamata e bullisticamente picchiata mediaticamente da don Mauro Leonardi si sono indignati per quanto è accaduto a loro madre. Chissà se don Mauro avrà un sussulto di coscienza leggendo: http://www.avvenire.it/Lettere/Pagine/non-ce-patria-dove-non-ce-liberta.aspx

  14. Giampaolo ha detto

    Scusate se intervengo senza presentare brillanti idee. Sono semplicemente un amico di d. Mauro che, dopo aver letto il suo articolo e l’intervista fatta, gli ha mandato un messaggio di “rimprovero”. Non posso dire di non essere d’accordo con il don su quello che ha scritto, ma trovo che fosse un po’ ambiguo. Ma qui mi fermo perché ciò che mi preme, per quwl che serve, è rassicurare sull’ortodossia del don in questione (che non può essere messa in dubbio da un articolo), sulla sua onestà, disponibilità (se ho bisogno … mi cerca lui), ecc. Insomma, è un sacerdote serio perché una persona seria. E forte. Scrive perché … gli piace mettere per iscritto le sue idee. E questo perché persone come me glielo chiedono. Non dico che non prenderà altre cantonate. Ma sarà lo sbaglio di una brava persona. Grazie e saluti.
    Complimenti per il sito.

    • Igloo ha detto in risposta a Giampaolo

      Grazie Giampaolo per la rassicurazione…certamente lo conosci meglio tu. La sua presenza mediatica, anzi la sua frenesia mediatica è abbastanza inquietante, non è tanto l’ambiguità del suo scritto (senza parlare poi di quello sulla pedofilia!!) ma dal mio punto di vista sembra come un bambino che ha appena scoperto le potenzialità di inebriamento dei superliquori. Stagli vicino se puoi! Comunque sono certo che torneremo presto a parlarne, purtroppo.

  15. Guido ha detto

    Guardi. Don mauro sarà anche un sacerdote serio (meglio cosi) ma qulcuno ci ha insegnato che esiste la correzione fraterna proprio perché tutti, compreso don Mauro, possiamo sbagliare.

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