Altro che “childfree”, la maternità è il compimento della donna

MaternitàLa rivoluzione sessantottina si è infantilmente opposta ad ogni autorità in nome di una utopica libertà. Non solo ribellione all’autorità politica o religiosa, ma anche quella naturale che vede nella distinzione sessuale un valore.

In questo complesso moto di ribellione antropologica è subentrato anche il rifiuto della maternità e della paternità chissà per quale agognata emancipazione. Oggi si invoca, come cima del progresso narcisistico, la chilfree life, la libertà dallo schiavismo a cui ci sottopongono i bambini. Fioccano anche in Italia, di conseguenza, le spiagge che non vogliono bimbi e bimbe e anche le compagnie aeree hanno introdotto voli childless.

La provocazione è stata lanciata in questi giorni dal “Time” e anche i quotidiani italiani ci hanno rassicurato che si vive «senza figli e senza rimpianti» respingendo l’imperativo categorico della genitorialità inculcato dalla società patriarcale, quando in realtà è un semplice dato naturale. La maternità viene dipinta come il nemico che ostacola la realizzazione della donna, la quale si compirebbe nella carriera lavorativa (e ritorna la rincorsa a somigliare il più possibile agli uomini!). I figli dopo i quarant’anni, prima bisogna divertirsi dicono gli eterni bambini. Poi si scopre che dopo i 40 anni i figli non arrivano più, salvo un miracolo. La tuttologa Chiara Lalli non fa mancare la sua presenza nemmeno qui, elogiando chi ha avuto figli a sessant’anni perché sarebbe «una madre più attenta». Non è il parere dei figli cresciuti con queste mamme-nonne: «Ho avuto la sventura di nascere da genitori di 51 e 42 anni, e non è stata un’esperienza per nulla piacevole»ha scritto Paolo B. «Occorre considerare cosa significhi essere adolescenti con genitori ultrasessantenni, sentendosi continuamente definire “bastone della mia vecchiaia”. C’è soprattutto da considerare cosa significhi cercare di costruirsi un futuro con genitori ormai anziani e bisognosi di assistenza, barcamenandosi tra pannoloni, medicine e colloqui di lavoro; tra orari d’ufficio e improvvise chiamate da casa per imprevisti legati all’età. Sarebbe quindi ora che la si smettesse di considerare i figli come un diritto assoluto dei genitori, ignorando il loro diritto ad avere una famiglia “normale”; e che si imparasse a rispettare i limiti dettati da Madre Natura, che evidentemente non esistono per caso».

Il direttore de Il Giornale, Vittorio Feltri, dopo la quotidiana spalata di fango contro il giudice Esposito reo di aver condannato il suo datore di lavoro, ci informa che secondo le sue fonti «l’orologio biologico, che confermerebbe che la maternità è una forma naturale e insopprimibile per esaltare la femminilità e darle un senso, è in verità un retaggio culturale». Eh già, beato lui. Per fortuna gli ha risposto sul suo giornale una donna, Annamaria Bernardini de Pace«Nessuna donna può negare di sentire il desiderio della maternità, fin dall’infanzia. L’istinto di dare la vita è il motore di ogni nostra cellula; il nostro corpo ci rende da subito fiere di poter essere un giorno portatrici della vita che si rinnova. Perché avere un figlio vuol dire conoscere l’essenza insuperabile dell’amore, dare un senso alla fatica di vivere, rendere etica la propria capacità di produrre, conoscere la responsabilità di creare e formare una persona. Non è invidiata quindi una donna che non può avere figli, ma neppure può essere invidiata una donna che non vuole avere figli. Non sono quindi per nulla d’accordo con quanti negano che la femminilità si identifichi con la maternità. Anzi credo che le donne di questa idea stiano reprimendo la loro femminilità; nell’obiettivo di essere più uguali al maschio, queste donne vedono, nel bisogno di libertà assoluta, la illusoria conquista della pari dignità di genere. Negarsi un figlio per la carriera, il piacere, un malinteso senso di libertà, è una specie di autoviolenza al cuore più segreto e potente della femminilità. Se è vero che donna non si nasce, ma la si diventa, l’essere madre fa diventare più donna di qualsiasi altra donna».

Monica Mondo commenta così la nuova moda della libertà come autorealizzazione senza genitorialità: «Anni di femminismo scatenato nel rifiuto della maternità, per occupare finalmente i posti riservati solo al maschio». Ma poi, «arrivate all’età dello chignon grigio, quando anche i lifting cedono e sono irripetibili, la pensione costringe a rinunciare a nottate da sballo, i polmoni limitano i vari tipi di fumo, il lavoro è un incubo così lontano da mancarti tantissimo, ti resta solo quel grumo di tenerezza che ti annoda lo stomaco quando le tue amiche giocano coi nipotini. E’ la vecchiaia bellezza, arriva sempre, se vivi abbastanza. Allora avrai trovato la tua strada?». E’ quello che dice anche la letteratura scientifica: i genitori sono più felici e soddisfatti delle coppie senza figli (Psychological Science), le coppie con figli vivono più a lungo e hanno vite migliori psicofisicamente (Journal of Epidemiology e Community Health), gli uomini senza figli hanno un incremento di rischi di infortunio, dipendenza, mortalità e di cardiopatia ischemica (Social Science & Medicine), la mancanza di figli è significativamente correlata alla solitudine e la depressione (International Journal of Geriatric Psychiatry), le coppie senza figli sono socialmente meno integrate e hanno un minor numero di contatti sociali (Zeitschrift für Gerontologie und Geriatrie).

Vittoria Maioli Sanese, psicologa della coppia e della famiglia ha spiegato che la coppia che non vuole avere figli è una «coppia “strumentale”, nel senso che il percorso che i due intraprendono è puramente incentrato al benessere reciproco. Si va avanti nel tempo negoziando i propri bisogni, facendo in modo che l’altro vi risponda. È una coppia precaria, a termine, che rischia di franare nel momento in cui, per circostanze variabili, il benessere viene meno. Oggi “fare la mamma” viene percepito come un lavoro. La maternità a volte rischia di perdere il suo significato più profondo, smette di essere compimento o proseguimento della propria identità, e diventa appunto un “lavoro”. Le radici del femminismo hanno sminuito il valore sociale di una cosa così importante. Perché anche mentre stai fissando un pannolino e stai cambiando tuo figlio, stai crescendo quella persona. Il modo in cui guardi tuo figlio e lo cambi, è il modo in cui lo cresci. Contempli un pannolino, e crei una persona».

E’ intervenuta anche Kate Spicer, che ha scelto di non avere figli ma che oggi rimpiange questa scelta: «la mancanza di figli è fonte di tristezza e di rimpianto. Non ho mai incontrato una donna che si pentì di avere figli. Ogni donna che dice di essere felice senza figli è bugiarda o pazza». Non c’ bisogno di condannare o insultare, più che altro augurare –come ha fatto la filosofa Francesca Rigotti dell’Università di Lugano- di restare «immuni dal rimpianto di essersi fatte sfuggire qualcosa di prezioso. E che non giunga per loro un momento della vita in cui il desiderio di maternità diventi così pressante da portarle a sottoporsi a pesanti torture fisiche pur di fare un figlio a ogni costo, non soltanto a trenta ma anche a cinquanta e a sessant’anni». Ma non solo la donna, Duccio Demetrio, filosofo presso l’Università La Bicocca Milano, ha sottolineato come all’uomo che non diventa padre «manca, prima di tutto, lo specchio degli occhi dei figli, specchio spesso impietoso, ma importantissimo. È lo specchio filiale che ci fa sentire di esistere. L’assenza di una posterità a cui consegnare non solo e non tanto un’eredità economica e materiale, ma le nostre passioni, i nostri vezzi, compresi anche tic e piccole manie”». Per questo, a mio parere, potendo, i figli sarebbe meglio averli».

In gioventù Emma Bonino girava l’Italia elogiando l’emancipazione femminile, oggi confessa«Di colpo ho capito di non essere più di nessuno: non sono mai stata moglie, mai madre. Sono sempre stata solo una figlia. La mia domenica ideale è in pigiama a bighellonare per casa». 

Michela Marzio

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16 commenti a Altro che “childfree”, la maternità è il compimento della donna

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  1. Meister Eckhart ha detto

    Argomento delicato e articolo ben scritto. Delle varie testimonianze riportate, però, non mi è piaciuta per niente quella di Duccio Demetrio. Davvero un motivo per avere figli sarebbe quello di consegnare (???) loro “le nostre passioni, i nostri vezzi, compresi anche tic e piccole manie”? Cioè come se fossero una specie di fotocopia dell’originale? Da un docente in Scienze della formazione mi aspetto di meglio!

  2. Andrea. ha detto

    Cioè, in nome della “libertà” lanciano i voli “child-free“? Cos’è, un nuovo apartheid verso chi ha figli?

    Complimenti per la “liberalità” mostrata, praticamente non ti lasciano manco la scelta di aver figli…

  3. Controinformato ha detto

    ma è logico
    il prossimo passo sarà affidare i pochissimi (e pianificatissimi) bimbi che nasceranno ad apposite società di istruzione-propaganda per formare la prossima generazione

  4. Li ha detto

    Che tristezza!
    Tipico esempio: hai 20 anni, i tuoi genitori 75-80 e tuo padre ha l’alzheimer, e dopo poco tempo a tua madre prende il parkinson o si frattura l’anca.

    Ragazzi, solo 20 anni per conoscere i tuoi e senti i compagni di classe: i miei sono gay, le mia sono lesbiche e i miei sono già vecchi.

    Quanto sarà ricco il bagaglio di un bambino così?

    Parlando della maternità sono d’accordo con le testimonianze dell’articolo: sentire quel bisogno prende la donna durante la vita. Per sempre, pochi minuti/secondi nell’arco della vita, ma è nel nostro dna femminile.
    La bonino fa proprio pena, e feltri si vada a nascondere.

    Non sapevo che anche i bambini stavano subendo discriminazione in favore di coppie gay, palestrati e modaioli. Che squallore!

  5. Nikon ha detto

    mi viene in mente, un libro che pubblicarono un pò di tempo fà, si intitola “No Kid – 40 ragioni per non fare bambini” scritta da una tale Corinne Maier, tale libro e praticamente divenuto il manifesto dell’movimento “ChildFree” un libro stupido e ridicolo che tra i tanti motivi per non fare bambini elenca che…

    – i bambini sono stupidi e i genitori devono parlare da stupidi per farsi capire dai bambini (ma che razza di motivazione è???? °_° °_° °_°????)

    la stessa autrice secondo cui la società impone alle donne di fare i figli, secondo cui le donne verrebbero “influenzate” o “condizionate” per fare figli…

    e pensare che questa Corinne Maier ha 2 figli, insomma, che coerenza…

    • Meister Eckhart ha detto in risposta a Nikon

      Quella della “stupidità” dei bambini è un’autentica barzelletta (però triste). Gli adulti parlano da stupidi con i bambini perché sono stupidi loro (gli adulti), non i bambini.

      Se certi adulti (molti, purtroppo) la smettessero di trattare i bambini come degli strani micro-adulti diversamente abili (cioè scemi) e cominciassero a trattarli come BAMBINI, cioè esseri umani con loro specifici bisogni e una loro speciale intelligenza, i bambini stessi crescerebbero molto più equilibrati, meno complessati e infinitamente più educati.

      E a noi verrebbero risparmiate quelle vocine stridule da perfetti deficienti (degli adulti) che tanto spesso si odono ovunque.

    • Li ha detto in risposta a Nikon

      Stupidità dei bambini? Perchè un adulto che si fa di marjuana o altro, che beve fino a stordirsi e ride come uno scemo è coerente?
      Questo è egoismo e basta!
      E non si lamenti la gente se vede che gli stranieri fanno figli e diventano più degli italiani!

  6. Matteo ha detto

    Non ha neppure molto senso “strutturalmente”: quando saremo vecchi, chi ci paga la pensione? Chi ci accudisce se ci facciamo male? Chi fa andare avanti il mondo in cui viviamo quando noi saremo vecchi?
    Le cose sono due: o i bambini li rapiamo dal terzo mondo e li facciamo lavorare per noi (cucire i palloni non va più di moda) o questo child-free è solo per pochi, che passeranno la vita sulle spalle di chi “lavora per lo stato”.
    Quindi mi pare sia molto “io child-free, gli altri with-child perchè dovranno lavorare per me”.
    E stò parlando solo da un punto “schifosamente materialistico”, non mi ci metto neppure a discutere della moralità di chiedere chiedere e non dare mai.

  7. beppina ha detto

    In gioventù Emma Bonino girava l’Italia elogiando l’emancipazione femminile, oggi confessa: «Di colpo ho capito di non essere più di nessuno: non sono mai stata moglie, mai madre. Sono sempre stata solo una figlia. La mia domenica ideale è in pigiama a bighellonare per casa».

    Chi l’avrebbe detto… la storica paladina dei diritti incivili denota ogni tanto qualche briciolo di umanità.

  8. Antony ha detto

    Ok trovato mi era sfuggita l’ultima parte dell’articolo.

  9. Nikon ha detto

    ho pure trovato gli altri “motivi” di questa autrice francese per non fare bambini…

    oltre a quello già citato da me

    “Dovrete imparare un linguaggio da veri idioti per riuscire a comunicare con i vostri figli”

    ci sono anche…

    “Fare figli è da conformisti”

    “I figli sono pericolosi: vi portano in tribunale senza pensarci un secondo”

    “ovinate per aver scelto mete stupide come EuroDisney solo per far felici i bambini

    di questa autrice francese (Corinne Maier)e dei suoi…ehm…”motivi” per non fare bambini ne parlare pure sull’UAAR

    http://www.uaar.it/news/2007/08/15/nuovo-libro-corinne-maier-no-kid-quaranta-ragioni-per-non-avere-figli/

    con tanto di intervista…

  10. Nikon ha detto

    scusate, mi è scappato il tasto “Invio” della Tastiera, ch ha un pò di difetti, la frase 8cusate, delirio) completa e questa:

    “i bambini rovinano le vacanze ai grandi per aver scelto mete stupide come EuroDisney solo per far felici i bambini”

    chi dice che i bambini debbano per forza andare ad EuroDisney, i bambini non sono tutti uguali, ognuno ai propri gusti, a me non piaceva euroDisney da bambini e non ci sono mai voluto andare…

    • Li ha detto in risposta a Nikon

      Beh, la tipa è francese. Questo spiega tutto visto dove sta andando quel paese non c’è da stupirsi.

      Non ho mai sentito delle scuse più ridicole, e poi certe coppie si separano anche per altri motivi e il litigio può essere dato dall’impianto stereo, dal blueray o dalla macchina.

      E qual’è il linguaggio da idioti in questione? Più della politica non ne conosco.

      I bambini hanno un linguaggio che va interpretato, anche loro fanno gruppo, parlano di cose che non tutti gli adulti sanno e non solo di figurine. Hanno delle passioni, imparano proprio come i grandi e direi anche meglio 8la mente giovane è più ricettiva).

      E al giorno d’oggi è non fare figli che è da conformisti. Se paragoniamo la media europea e nord americana con quella orientale ditemi voi chi ne fa di più.

      La cultura si è capovolta.

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