Che differenza c’è tra darwinismo e la teoria di Darwin?

Eugenie Scott 
 
di Enzo Pennetta*
*docente di Scienze naturali

 

Eugenie Carol Scott è un nome che non è noto al grande pubblico, si tratta di un’antropologa che è direttore esecutivo del National Center for Science Education (NCSE), l’ente statunitense che dovrebbe promuovere l’educazione scientifica ma che sin dal suo logo si dichiara più che altro in difesa del darwinismo e della tesi del Global Warming Antropico.

E.C.Scott ha recentemente annunciato che entro la fine dell’anno si dimetterà da direttore esecutivo del NCSE, una posizione dalla quale ha promosso una visione dell’evoluzionismo che ha avuto, e ancora avrà, importanti ricadute in ambito scolastico negli USA. Se da un lato la Scott può essere annoverata tra i più decisi sostenitori della teoria darwiniana e una delle più accese nemiche del creazionismo, al tempo stesso la stessa può essere certamente presa come esempio di una presenza critica interna al darwinismo che recepisce una delle principali obiezioni che da sempre giungono dal versante antidarwinista.

Eugenie Scott ha infatti affermato che non si dovrebbe più chiamare la biologia evoluzionistica con il temine “darwinismo” in quanto ormai i cambiamenti sono stati così tanti rispetto alla teoria iniziale che l’utilizzo di tale termine ostacola la corretta comprensione dello stato attuale della materia. Ma non solo, la dott. Scott ha dichiarato che l’utilizzo del termine darwinismo per via di quella desinenza in “-ismo” diventa uno strumento in mano ai creazionisti che in questo modo rappresentano l’evoluzione come “una pericolosa ideologia, un -ismo, che non deve trovare posto in una aula di scienze“.

Su una cosa siamo d’accordo, la teoria dell’evoluzione è oggi così diversa da quella di Darwin che non ha più senso chiamarla “darwinismo”, ma su chi ne tragga vantaggio da tale situazione c’è qualcosa da dire. Il darwinismo inteso come ideologia non è un termine inventato dagli avversari della teoria, è un’importante realtà storica che andrebbe insegnata come tale e che non andrebbe confusa con la teoria dell’evoluzione di Darwin che ne è stata, e ne è tuttora, la “giustificazione” scientifica. A differenza di quanto sostiene E. Scott, il termine darwinismo non deve quindi essere eliminato, al contrario, dovrebbe essere mantenuto ma non per indicare la teoria dell’evoluzione, bensì quell’ideologia che interpreta la società umana in termini di “conservazione delle razze favorite nella lotta per la vita“, come recita il titolo dell’opera principale di Darwin.

Chiarito questo punto va detto che, a differenza di quanto sostenuto dalla Scott, non è ai creazionisti che fa comodo usare il termine “darwinismo” per fuorviare il dibattito, sono infatti i sostenitori della teoria neo-darwiniana che hanno tutto l’interesse a fuorviarlo cercando anche pretestuosamente lo scontro con i “creazionisti”. Riducendo infatti ogni critica alla teoria ad una posizione creazionista, e quindi antiscientifica, si mette in atto un espediente che ha come scopo quello di evitare di riconoscere come legittime le  critiche e quindi di dover dare delle risposte.

Eugenie C. Scott, nonostante il suo importante incarico,  con ogni probabilità resterà dunque inascoltata, il nome di Darwin e tutti i termini da esso derivati costituiscono di fatto un marchio internazionale, un vero e proprio “brand” sul quale da un secolo e mezzo si è investito facendone un prodotto di successo. E nessuno rinuncia ad un famoso marchio di successo. Neanche se ormai è una scatola vuota.

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43 commenti a Che differenza c’è tra darwinismo e la teoria di Darwin?

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  1. Max ha detto

    Se non ricordo male, un’altra cosa che ha detto la Scott e’ che credere nell’evoluzione non comporta ne’ rinnega la presenza di un Creatore. E lei e’ una antropologa non-credente.

    • FM ha detto in risposta a Max

      Esiste l’evoluzionismo teista, infatti. Dove Dio è creatore e sostienre ogni cosa. La natura è sostenuta da Dio ma ‘fa il suo corso’.

      La differenza con il ‘creazionismo’ (come inteso generalmente adesso) è che il creazionismo sostiene una interpretazione letterale della Genese.

      L’intelligent design invece sostiene che Dio interviene regolarmanre e supernaturalmente per ‘far avanzare le specie’.

      Sebbene S. Tommaso d’Aquino non conoscesse l’Evoluzione delle specie, egli avrebbe rifiutato l’Intelligent Design (infatti i Tomisti lo rifiutano) e se avesse conosciuto la teoria di Darwin avrebbe rifiutato il creazionismo che prende la genesi alla lettera.

      L’evoluzione teista infatti è conforme alla teleologia Tomista, dove ogni cosa ha una “direzionalità”: non nel senso che Dio le dirige magicamente a bacchetta come certi pensano… la cosa è molto più fondamentale e si basa sulla causalità finale, anche due cariche positive che si respingono sono ‘dirette’… questa direzionalità diventa in pratica immanente nelle leggi della fisica si potrebbe dire.

      Molti atei (es. Oddifreddi, Dawkins) confondono la ‘quinta via’ di Tommaso con l’intelligent design, ma i due concetti sono totalmente diversi.

      Ora la teoria dell’evoluzione rimane la miglior teoria scientifica che abbiamo riguardo al sorgere di varie specie.

      È necessariamente corretta? Non è detto.

      Un altro punto: INUTILE cercare una prova di Dio nella scienza. Come è per se stessa definita la scienza è naturalista e materialista, o meglio è applicabile solo e solamente sul mondo naturale e materiale e soprattutto sul mondo ‘RIPRODUCIBILE’ (ovvero che può essere riprodotto con un esperimento).

      La teoria dell’evoluzione non può essere ‘sperimentata’ (tranne la MICRO-evolutione) ma si deduce da osservazioni fatte nel passato. Quindi in un certo senso ha uno svantaggio rispetto ad altre teorie.

      • Max ha detto in risposta a FM

        Siamo d’accordo su molte cose, direi.

      • Wil ha detto in risposta a FM

        “la teoria dell’evoluzione rimane la migliore teoria scientifica che abbiamo…”. che cos’ha, fm, di scientifico il darwinismo?! non e’ solo una congettura, come ha mostrato masiero? non crede che aristotele e tommaso d’aquino distinguerebbero tra congettura (doxa) e un minimo di dimostrazione (dianoia)? le costa tanto sacrificio ammettere che non abbiamo ancora una teoria scientifica sull’origine delle specie, come non ce l’abbiamo ancora sull’abiogenesi?

        • alessandro pendesini ha detto in risposta a Wil

          @Wil
          Creare la vita in laboratorio è (forse) impossibile, non perché noi ignoriamo i principi della vita, ma perché la vita è storia, e che la storia non può essere riprodotta. Gli innumerevoli parametri che esistevano all’inizio cosi come le loro combinazioni richiedono un tempo enorme per sperare di sintetrizzare una biogenesi che, comunque, non sarebbe mai esattamente simile a quella effettivamente esistenta originariamente sulla Terra circa 3,8 miliardi di anni fa!
          Ciò che conta è il rapporto tra il numero delle opportunità offerte perché un dato evento possa prodursi e la probabilità di questo evento.
          Il fattore tempo è fondamentale : immaginiamo una lotteria con 1 miliardo di combinazioni, ma solo una è vincente, non saremmo incoraggiati a giocare con una così bassa probabilità di vincere, ma per un ipotetico giocatore che prenderebbe il tempo giocando un miliardo di volte al ritmo di un minuto per ogni numero e otto ore al giorno, sarebbero necessari 6000 anni. Ma avrebbe una probabilità del 100% di vincere !

  2. Giorgio Masiero ha detto

    Se una teoria scientifica, a riguardo di un insieme di fenomeni naturali, è un sistema logico ipotetico-deduttivo, dal cui set di assiomi si possono dedurre predizioni sperimentalmente controllabili, allora il darwinismo, in tutte le sue forme, aggiornamenti ed integrazioni, non è una teoria scientifica.
    L’insieme di fenomeni naturali che il darwinismo ambisce a spiegare è la speciazione asincrona, ovvero la comparsa sulla Terra in tempi diversi (a partire da circa 4 miliardi di anni fa, ovvero subito dopo il raffreddamento della crosta terrestre e l’LHB) delle diverse specie vegetali e animali. Questo è un fatto evidenziato dalla paleontologia.
    Il set di assiomi assunti dal darwinismo (moderno) è dato dalla seguente quaterna:
    1. assemblaggio casuale da composti chimici di primordiali forme di vita (“abiogenesi”);
    2. “evoluzione” graduale di queste prime forme biotiche in specie biologiche sempre più complesse, dai batteri all’uomo, …
    3. … per l’intervento di piccole “mutazioni casuali” del codice genetico …
    4. … i cui effetti cumulativi sono stati selezionati con la sopravvivenza delle specie più adatte a sopravvivere e a moltiplicarsi nel loro habitat (“selezione naturale”).
    Ebbene, nessuna predizione controllabile sperimentalmente è stata prodotta da questo sistema in un secolo e mezzo. Non è un caso, quindi, se questa teoria (come qualsiasi altra speculazione poetica) non ha prodotto nello stesso periodo, al contrario delle teorie scientifiche coeve (genetica mendeliana, elettrologia, magnetismo, relatività, polimerismo del carbonio, meccanica quantistica, tettonica delle placche, ecc.) nessuna applicazione utile.
    A mio parere, l’assioma 1. è quanto di più implausibile e fantastico si possa ipotizzare, fatti quattro conti delle combinazioni chimiche necessarie in rapporto al tempo infinitesimo disponibile (nella Terra e nell’Universo).

    • Giuseppe ha detto in risposta a Giorgio Masiero

      Questa applicazione pedissequa del criterio di scientificità di una teoria mi ha sempre lasciato freddo, pur riscuotendo grande credito presso i filosofi della scienza, a maggior ragione poi se uno pensa alla storia della fisica teorica. Quando Planck introdusse il concetto di quanto, era preoccupato che un integrale non divergesse, così come Einstein era preoccupato che la teoria di Maxwell si incastrasse con il resto della fisica. Lo stesso dicasi per le ricerche di persone come Dirac, Pauli, ecc. ecc. Tutte queste persone certo non si preoccupavano che le loro speculazioni potessero essere non scientifiche. Il marchio di scientificità di una teoria viene sempre apposto dopo, come fosse un sigillo di qualità, ma quelli che fanno veramente scienza, soprattutto i fisici teorici, se ne preoccupano poco. Ovvio che una teoria deve essere verificabile a posteriori, ma se questo fosse un metodo di lavoro, piuttosto che una classificazione a posteriori, noi non avremmo la relatività generale, per esempio. Comunque, a questo punto, non sono scientifici nemmeno i modelli di formazione planetaria, quelli di formazione delle galassie o delle stelle, visto che veri esperimenti non se ne possono fare.

      • Giuseppe ha detto in risposta a Giuseppe

        Faccio un esempio scemo: oggi sappiamo più o meno come si sarebbe formata la Luna, ma non è possibile testarlo ovviamente. Quindi la teoria sulla formazione della Luna non è una vera teoria. Giusto?

        • FM ha detto in risposta a Giuseppe

          Non una teoria ma una ipotesi, appunto, una spiegazione che si basa sulle teorie che sono testabili, direi.

          Alla fine la scienza non è mai assoluta: si da la miglior spiegazione possibile al momento, viste le osservaizioni che si hanno.

          Vedi la fisica classica: con Maxwell si pensava di aver risolto quasi tutto… e invece ci si rese poi conto che la fisica Newtoniana era ‘un limite’ (certi dicono “errata” ma non è così… la fisica newtoniana è correttam a è solo una approssimazione a bassi campi gravitazionali (si può lasciar perdere la relativita generale), basse velocità rispetto a quelle della luce (si può lasciar perdere la relatività speciale) e a livello ‘macroscopico’ dove gli effetti quantistici diventano inosservabili (ma già solo alcune decine di atomi sono in certi casi ‘macroscopiche’ in quel rispetto))

          Ora la fisica quantistica (e ciò che segue, es teortia dei campi o la string theory) e in pratica SOLO UNO STRUMENTO MATEMATICO.

          Lo stesso Feynmann e non solo lui disse che appunto non possiamo capire la meccanica quantistica, sappaimo solo “usarla” per calcolare le probabilità e le grandezze osservabili (es. energia).

          Alla fine molte delle nuove teorie non sono altro che uno strumento matematico la cui ‘fisicità’ spesso non è chiara. Non dico che non comprendiamo niente, non è così, ma allo stesso tempo molte cose di quelle teorie sono solo artefatti matematici.

          Il punto positivo è che sono predittivi, ovvero se facciamo un esperimento, possiamo calcolare a priori il suo esito.

          Questo solitamente è il criterio di una buona teoria: il poter calcolare gli esiti degli esperimenti.

          • Giorgio Masiero ha detto in risposta a FM

            Sono d’accordo che una teoria scientifica non è mai “assoluta”: essa può infatti, come ha mostrato Popper, essere falsificata da qualche nuova evidenza sperimentale. Per questo c’è il progresso scientifico: Tolomeo -> Keplero -> Newton -> Einstein -> ?, ecc., ecc.
            C’è però una differenza che a Lei sembra sfuggire, FM, tra una teoria scientifica e una mera congettura, nel momento in cui chiama “scientifico” il darwinismo: questa differenza sta nella predittività sperimentalmente controllabile attraverso la matematica, e quella meravigliosa invenzione di Galileo che fu la “misura delle affezioni”. Una teoria scientifica deve fare predizioni controllabili qui e ora, altrimenti resta una congettura. La RG predice l’espansione dell’Universo, la MQ predice il momento magnetico dell’elettrone e ha permesso la progettazione della Tac con cui facciamo i nostri esami clinici, ecc.. Che predizioni può fare il darwinismo, così come ogni altra teoria che si affidasse esclusivamente al caso? che applicazioni ci ha ottenuto in 150 anni? in che cosa si differenzia per qualità dalla congettura babilonese che fondava l’origine delle specie sul dio Marduk?

  3. Giorgio Masiero ha detto

    Penso, Giuseppe, che Lei faccia 2 confusioni.
    La prima riguarda la fase congetturazione che non va confusa con quella di riconoscimento delle teorie scientifiche. Io non nego assolutamente che sia illegittimo in scienza speculare: anzi, quest’attività che interessa direttamente la ricerca teorica è un motore dell’avanzamento scientifico. Però le congetture (i mezzi) non vanno confuse con i fatti o con le teorie scientifiche (i fini). La caratteristica di una teoria scientifica corroborata è di descrivere una fenomenologia della Natura in maniera veridica, in quanto le sue assunzioni si sono dimostrate capaci di fornire predizioni validate dall’osservazione sperimentale, prima o poi anche confortate da applicazioni tecniche. Altrimenti che cosa differenzia una teoria scientifica da una narrazione poetica?
    Gli esempi da Lei citati riguardo a Planck, Einstein, Dirac, Pauli si riferiscono proprio a questa attività di congetturazione teorica, preliminare e fondamentale, ma non sufficiente. E’ stata solo la conferma sperimentale susseguente delle loro predizioni (per es., le misure di Eddington del 1919 sulla precessione del perielio di Mercurio per la RG) a trasformare le congetture in “teorie scientifiche”, così come all’inverso sono state consegnate all’oblio tutte le altre, infinite congetture dai teorici immaginate, ma poi rivelatesi improduttive o falsificate. (Naturalmente, quando si parla di conferma sperimentale, non s’intende un “test diretto” in condizioni a priori impossibili – come sarebbe per es. lo stato dell’Universo di 13 miliardi di anni fa -, ma qualche tipo di predizione qui e ora controllabile – come per es. la CMBR).
    La seconda confusione riguarda la differenza tra teorie scientifiche e modelli interni ad esse. La formazione della Luna, come della Terra, dei pianeti, ecc. è argomento di modelli specifici, all’interno di teorie scientifiche più vaste, corroborate. Sulla differenza tra teorie scientifiche e modelli ho parlato in altri articoli e non posso qui soffermarmi. Un modello è qualcosa di più di una congettura e qualcosa di meno di una teoria scientifica: rispetto a questa manca di conferma sperimentale e ne è solo un’applicazione matematica. Verosimiglianza non è la stessa cosa di veridicità.
    Il 30 dicembre si è spento Carl Woese, un microbiologo che ha cercato di liberare la sua disciplina dalle manette del meccanicismo e del riduzionismo, di cui il darwinismo è ancora prigioniero (rispetto alla fisica moderna). In riferimento alle storielle ad hoc che in biologia si amano raccontare per spiegare col senno di poi le proprietà degli organismi viventi, diceva: “Pensa alle spiegazioni della biologia evolutiva classica [il darwinismo] alla luce della ragione e della moderna evidenza empirica, prima di stendere un tappeto davanti ad esse. La maggior parte si mostreranno soltanto delle congetture che i biologi dell’800 usavano per stimolare i propri pensieri; ma le congetture, dopo essere state ripetute nel tempo, sono state nella nostra epoca scolpite nel marmo: i concetti moderni dell’evoluzione cellulare sono di fatto versioni pietrificate delle speculazioni del 19mo secolo. […] Puntare ad indovinare di per sé non è una bestemmia; bestemmia è mascherare ipotesi, congetture e altre cose simili come soluzioni finali o fatti, così violando le norme scientifiche”. Che impongono finalmente il setaccio di predizioni controllabili.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Giorgio Masiero

      * “… non nego che sia legittimo in scienza speculare…”, ovviamente.

    • FM ha detto in risposta a Giorgio Masiero

      “Il 30 dicembre si è spento Carl Woese, un microbiologo che ha cercato di liberare la sua disciplina dalle manette del meccanicismo e del riduzionismo”

      Questo non accadrà mai finchè scienza e fede, o perlomeno sicenza e metafisica non faranno di nuovo pace.

      Con l’illuminismo (mai fu nome più fuorviante!) si separò brutalmente e artificiosamente la ‘filosofia naturale’ in due parti, una fu chiamata ‘scienza’ e divenne quello che conosciamo ora e il resto fu spazzato sotto il tappeto di ‘filosofia’ e spesso ignorato.

      Questo è anche il problema della filosofia della mente: oggi i filosofi e gli scienziati cercano di spiegarla materialisticamente ma sbattono sempre contro un muro.

      Come argomentarono Searle, Popper e anche Russell (che non era religioso) il materialismo riduttivo porta solo ad assurdità.

      • Giorgio Masiero ha detto in risposta a FM

        La fisica, FM, si è liberata del meccanicismo e del riduzionismo (filosofico) senza dover abbracciare la metafisica.
        Anch’io, come Lei, credo nell’importanza della metafisica e che non si dà una completa episteme senza un’alleanza tra essa e la scienza naturale. Però gli approcci delle due discipline sono diversi e complementari, e a mio avviso tali devono restare.
        Considererei già un grande risultato che scienziati come Giuseppe, Max e altri che ci leggono, mantenessero sempre la distinzione tra ciò che nel loro lavoro è 1) solo congettura di lavoro e di ricerca (come per es. la teoria M) da 2) ciò che è teoria scientifica corroborata (come per es. la MQ), da 3) ciò che è un modello (per es., la formazione della Luna) e da 4) ciò che è solo una forma di metafisica matematizzata (per es., le teorie di multiverso). Anche perché, in fondo, la ricerca teorica è pagata dai contribuenti (o dall’industria) che hanno il diritto di ottenere in cambio conoscenza e, possibilmente, applicazioni. L’entertainment è altra cosa.

        • alessandro pendesini ha detto in risposta a Giorgio Masiero

          …credo nell’importanza della metafisica e che non si da una completa episteme senza un’alleanza tra essa e la scienza naturale. Pero gli approcci delle due discipline sono diversi e complementari….Giorgio Masiero DIXIT !
          @Giorgio Masiero
          -Non sono affatto convinto che si possa avere un’alleanza -o “armonia”- tra la scienza e la metafisica !
          -L’umiltà dinnanzi ai fatti è più feconda che le false certezze assolute
          -Ciò che è sublime nello spirito si incarna nel sublime biologico e possiamo cominciare a comprendere i processi sottostanti in termini biologici. L’obiettivo della scienza è quello di avere una descrizione della natura che sia esente da giudizi di valore metafisici o dogmatici, veridica e liberata dalle illusioni ben documentate dalla neuropsicologia attuale !

          P.S. Ne approfitto per dirle -contrariamente a quello che lei ha affermato ultimamente-, che il neutrino ha una massa che è stata misurata, che le piaccia o no !
          NB Legga in fretta prima che questo commento sia censurato ! Grazie

  4. Enzo Pennetta ha detto

    Come sempre non c’è niente da aggiungere all’esauriente esposizione di Giorgio, vorrei solo sottolineare il fatto che con questa presa di posizione della Scott, che segue un’analoga di M.Piattelli Palmarini, si dovrebbe cominciare a riscrivere i manuali scolastici correggendo quell’errata esposizione che indica nella teoria di Darwin un grande successo della scienza.
    Fu un tentativo interessante ma errato.

  5. Uomo qualunque ha detto

    E dagliela col darwinismo causa di tutti i mali… E che si critichi l’evoluzionismo sostenuto dalla SM da parte di chi sostiene il disegno intelligente è molto bizzarro!? Chi fa vero scientismo è chi pone la sua idea di universo come frutto del “lavoro” di un essere soprannaturale che ha dato il via al tutto, in sostanza quello che viene definito finalismo che dovrebbe condurre a giustificare l’esistenza del genere Homo.

    • Wil ha detto in risposta a Uomo qualunque

      nessuno dei critici del darwinismo, uomo qualunque, qui intervenuti o citati (scott, piattelli palmarini, pennetta, masiero, ecc.) sono creazionisti, anzi, come si e’ visto in altri articoli, sono anche critici del creazionismo come pretesa scientifica. quindi di che cianci? piuttosto perche’ non intervieni nel merito delle loro critiche?

      • Uomo qualunque ha detto in risposta a Wil

        Sarebbe interessante confrontarsi, ma la cosa si può fare però solo a un patto: escludereo salti ontologici “misteriosi” e finalismo del… creato. Si può fare per tutti gli scienziati da te citati?

        • Panthom ha detto in risposta a Uomo qualunque

          Il finalismo deve far parte della ricerca scientifica.
          Non lo dice un poco saggio Uomo qualunque, ma Evandro Agazzi: http://www.uccronline.it/2011/11/03/il-filosofo-della-scienza-evandro-agazzi-%C2%ABerrato-escludere-a-priori-lidea-di-finalita%C2%BB/

          • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Panthom

            Lei dice, Panthom: “Il finalismo deve far parte della ricerca scientifica” e rinforza la Sua opinione col parere di Agazzi.
            Ora, quel “deve” indica che la sua proposizione è di carattere normativo, non assertivo. Non serve discutere su ciò su cui basta convenire. Però non approfittiamone per fare conclusione. D’ora in poi ci saranno 2 tipi di scienze: quella di tipo A, chiamiamola galileiano-ockamiano-baconiana, che c’è stata finora, ricca di applicazioni tecnologiche, nella quale il finalismo era escluso; e quella di tipo B, chiamiamola creazionistica?, in cui il finalismo è ammesso.
            Lei ritiene con ciò di avere acquisito maggiore capacità epistemica e potenza tecnologica?

        • Wil ha detto in risposta a Uomo qualunque

          certamente, uomo qualunque, io desidero confrontarmi con te in puri termini scientifici, quindi senza finalismo. sui “salti ontologici misteriosi” sarei piu’ prudente, che cos’e’ altrimenti la reazione n -> p + e + antineutrino, se non un bel salto ontologico inspiegato di una particella “elementare” in altre 3 “elementari” completamente diverse?! la conosci la meccanica quantistica?
          dunque aspetto le tue obiezioni al mio primo commento…

          • Giuseppe ha detto in risposta a Wil

            Nessun salto ontologico, se uno conosce la teoria quantistica dei campi…

          • Uomo qualunque ha detto in risposta a Wil

            Intanto una domanda: come si fa a escludere il finalismo e non il salto ontologico misterioso?

            • andrea g ha detto in risposta a Uomo qualunque

              Il “salto ontologico misterioso” è la scienza
              stessa a porlo in evidenza: essa arriva a un
              miliardesimo di miliardesimo di secondo “dopo” il
              big bang, palesando che nulla sa (nè può)
              dire su cosa abbia iniziato il tutto.

            • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Uomo qualunque

              Se la scienza sperimentale, Uomo qualunque, è come io credo (ma dimmi tu se sbaglio) studio delle trasformazioni da una cosa naturale A ad una cosa naturale B, il problema se il mondo esista da sempre o se sia stato creato da qualcosa di fuori di questo mondo non appartiene alla scienza sperimentale, ma alla metafisica. D’accordo?

              • Uomo qualunque ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                D’accordissimo Giorgio. Bisogna ricordarlo con forza a chi fa confusione o se lo dimentica impegnandosi nella scienza creazionista. E anche a chi, pur esercitando in scienza per professione, pur cercando a parole il modo naturale in cui l’uomo si è evoluto, dà però alla metafisica una valenza superiore alla scienza, finendo anch’esso per fare confusione.

    • andrea g ha detto in risposta a Uomo qualunque

      Quando x “darwinismo” si intende voler spiegare
      che dal nulla (e per caso) sia venuto all’essere
      tutto quanto, uomo -soprattutto- compreso,
      la critica di questa assurdità è soltanto un
      servizio alla Verità.

  6. Canopus ha detto

    Ma perché tante polemiche sul povero Darwin? Come dice Th. Dobzhansky una teoria non è un fatto ma un’ipotesi basata su fatti e come tale è indimostrabile dalla scienza sperimentale. Tali sono, oltre l’evoluzionismo anche la teoria della deriva dei continenti, la teoria della relatività, la teoria quantistica, etc. Darwin ha formulato una teoria basandosi su fatti certi: la speciazione per isolamento geografico, la “scala naturae” etc. Chi l’ha voluto mettere in conflitto con la religione o la fede ha creato un problema inesistente.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Canopus

      No, Canopus: qui non si discute di teorie in generale, nel senso di speculazioni, congetture indimostrabili, ecc., come sono per es. la teoria della reincarnazione degli Indù o della resurrezione delle mummie degli antichi Egizi. Qui si parla di teorie “scientifiche”, e ciò che le caratterizza distinguendole dalle prime è proprio la loro capacità di PREDIZIONI SPERIMENTALMENTE CONTROLLABILI.
      Così la RG di Einstein è una teoria “scientifica” perché, per fare due esempi soltanto, ha previsto la precessione del perielio di Mercurio in 1,555 gradi/secolo, che coincide col valore misurato dall’osservazione diretta; e ha previsto l’espansione dell’Universo (un fatto incredibile, se ci pensa!), che è stata poi, anni dopo, confermata dalle osservazioni al telescopio di Hubble sulla recessione delle galassie lontane. E altrettanto la MQ è una teoria “scientifica”, perché, per fare un solo esempio, predice il valore del momento magnetico dell’elettrone in 0,00115965216, che è meravigliosamente vicino a quello misurato di 0,00115965218.
      Nessuna meraviglia poi se le teorie puramente speculative non hanno prodotto nessuna applicazione, mentre quelle scientifiche sono all’origine di tutta la tecnologia moderna. Per es. il navigatore satellitare sulla Sua auto è un’applicazione della RG e il pc collegato a internet con cui Lei ha fatto il Suo commento è un’applicazione della MQ.
      Quanto al conflitto di Darwin con la religione, questo non è mai esistito, lo sappiamo. Qui il tema è un altro: è il conflitto di Darwin con la scienza sperimentale moderna, ormai diventato un elefante nella stanza che nessuno può fingere di non vedere!

    • Enzo Pennetta ha detto in risposta a Canopus

      Canopus, allora ribaltiamo la sua considerazione: perché tanta resistenza ad ammettere che Darwin formulò una teoria che poteva apparire valida ai suoi tempi ma che oggi è solo uno dei tanti fallimenti della storia della scienza?
      Giri questa domanda alla NCSE o alla SIBE.

    • Daphnos ha detto in risposta a Canopus

      Chi l’ha voluto mettere in conflitto con la religione o la fede ha creato un problema inesistente.

      Ok. Ora vai tu ad Oxford a convincere il prof. Dawkins 😉 ?

  7. Canopus ha detto

    I problemi sono stati creati sin dall’epoca del vescovo Wilbeforce per paura che la teoria potesse inficiare la Bibbia. La “reazione alla reazione” dei creazionisti duri e puri ha generato i Dawkins, Odifreddi, Veronesi, etc e la mitizzazione e deificazione di Darwin

    • Canopus ha detto in risposta a Canopus

      Inoltre, Prof Masiero, la veridicità della Teoria dell’Evoluzione è riscontrabile non nei grossi mammiferi ma negli animali che hanno un ciclo vitale molto breve (molluschi, artropodi) nei quali si può addirittura constatare la nascita di nuove specie. Dio crea per mezzo dell’evoluzione! Se no perché ci sarebbero migliaia di creature molto simili, occupanti nicchie ecologiche diverse ma tutte appartenenti ad un unica Famiglia? Forse Dio ha fatto così per ingannare l’Uomo?

      • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Canopus

        Mi può, Canopus, dire il nome di una, una sola, nuova specie di cui abbiamo constatato l’insorgenza? Questa sì che sarebbe una grande scoperta, che Le assicurerebbe un premio Nobel!
        Quanto ai temi religiosi, in questo articolo sono OT, e non me ne occupo. Restiamo per piacere in ambito scientifico.

    • Daphnos ha detto in risposta a Canopus

      Mi permetto di esprimere delle perplessità sulla tua analisi.

      Sicuramente non dubito che qualunque teoria dell’evoluzione, non solo quella darwiniana in senso stretto, sia incompatibile con le convinzioni di chi attribuisce alle narrazioni della prima metà del Genesi valore storico e non allegorico, convinzioni largamente diffuse ancora nel mondo. Tuttavia la diffusione dell’Origine delle specie, prima di suscitare le perplessità di Wilberforce e di altri accademici britannici, stimolò fin da subito i tentativi di strumentalizzazione della teoria per spacciare il materialismo come inoppugnabile: tra i primi a compiere questa operazione ci fu lo stesso Marx, che si diede subito da fare per entrare nelle grazie di Darwin.

      Inoltre, sulla mitizzazione di Darwin, credo che ci sia poco da aggiungere. I toni con cui viene glorificato, da parte di chi proclama orgoglioso di non aver alcun profeta, sono decisamente eloquenti nella loro involontaria autoironia.

      Quanto al post delle 0.35 (all’ultima domanda specialmente), meglio tirare un lungo respiro, scuotere la testa e guadagnare rapidamente il letto.

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