Non si capisce Heidegger al di fuori del cattolicesimo

Martin HeideggerAnche un anno fa ci siamo occupati di Martin Heidegger, ritenuto tra i più grandi filosofi del XX secolo, sottolineando il suo background cattolico.

Diversi studiosi hanno infatti notato come il suo pensiero possa essere interpretato soltanto alla luce del cattolicesimo, anche se il filosofo stesso ha esplicitamente affermato di essersene allontanato (Lettera a Krebs, 1919). Il nipote di Heidegger, Heinrich, ha comunque chiarito questo aspetto: «pur essendosi allontanato dal “Sistema del cattolicesimo” non è mai fuoriuscito dalla Chiesa, come a torto è stato scritto. Ciò che lo ha mosso per tutta la vita è la domanda su Dio, anche se filosoficamente non l’ha mai esplicitata».

Torniamo a parlarne oggi grazie all’ultimo libro di Costantino Esposito, ordinario di Storia della filosofia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari e tra i maggiori conoscitori italiani proprio del pensiero del filosofo tedesco. Il volume lo ha proprio dedicato a lui: “Heidegger” (il Mulino, 2013).

Nella sua bella intervista per IlSussidiario.net ha spiegato cosa lo abbia colpito di Heiddeger, ha approfondito il legame tra il filosofo e il nazionalsocialismo, spiegando che in esso vedeva «una sorta di kairòs, l’occasione favorevole in cui il popolo tedesco potesse riconquistare la sua grandezza “spirituale”, perduta nel prevalere della cultura cristiano-borghese. Ma la tragedia, prima ancora che nelle conseguenze politiche, era già nelle pieghe di questa decisione: voler essere lui, Heidegger, a guidare con la potenza della filosofia la rivoluzione nazionalsocialista: insomma essere il Führer del Führer. Ma gli stessi ideologi del Partito gli sbarrarono presto la strada accusandolo addirittura di attrarre con il suo pensiero le menti ebree!».

Infine ha anche accennato al rapporto con il cattolicesimo, spiegando: «La formazione heideggeriana, com’è noto, è avvenuta sotto l’ala della Chiesa cattolica e nel segno della teologia: una provenienza che, come lo stesso Heidegger dirà molti anni dopo, “resta sempre futuro”. Quello che comunque resta è il fatto che l’intera problematica di questo filosofo sorge – sebbene in maniera aspramente critica – all’interno della tradizione metafisica (cioè ontologica e insieme teologica) veicolata dal cattolicesimo. Solo che il suo tentativo è stato quello di ripensare alcuni concetti o fenomeni propri di questa tradizione (per esempio: la differenza tra l’ente e l’essere, il darsi delle cose come l’evento di una donazione, la salvezza come storia, il nesso tra la verità e la libertà ecc.) contro di essa, soprattutto contro l’idea di creazione, che resta il contributo fondamentale dato dal cristianesimo alla filosofia. Ad ogni buon conto, anche come “distruttore” Heidegger è difficilmente comprensibile al di fuori del cristianesimo (e del cattolicesimo): o meglio, va pensato come uno che ha tentato di oltrepassarlo, e che con ciò stesso ne ha riconosciuto il carattere imprescindibile».

La redazione

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42 commenti a Non si capisce Heidegger al di fuori del cattolicesimo

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  1. Giuseppe ha detto

    Ritenuto “il più grande filosofo del XX secolo” da chi?

    • Matyt ha detto in risposta a Giuseppe

      Dal sindacato delle marmotte che confezionano la cioccolata.

      Grande filosofo ok, il più grande filosofo del XX secolo è un filo troppo.

    • Ottavio ha detto in risposta a Giuseppe

      Beh sono in tanti a pensarlo, come Steiner o Galimberti. Certamente tra i principali, in ogni caso è un modo di dire per i grandi pensatori.

    • beppina ha detto in risposta a Giuseppe

      Il ventesimo secolo ha visto una esplosione delle aree di interesse in filosofia (epistemologia, esistenzialismo, ecc…). Parlare di Heidegger in termini di “più grande” é forse troppo; parlarne introducendolo come “tra i più grandi” penso non faccia torto a nessuno.

  2. Max ha detto

    Leggo adesso questo post; c’e’ scritto “…tra i piu’ grandi filosofi…”. Credo che vada bene.

    • Matyt ha detto in risposta a Max

      E’ stato corretto in corso d’opera… per il resto penso che non ci sia niente su cui sindacare: moltissimi filosofi devono la nascita delle loro idee al rapporto col cattolicesimo: chi nel solco dell’ortodossia, chi tentando di estendere e integrare, o “laicizzare” l’insegnamento cristiano (penso, ad esempio, a Kant…), chi invece in totale contrapposizione (Marx e Nietzesche su tutti).

      • Michele Silvi ha detto in risposta a Matyt

        Kant è vissuto in ambiente protestante, come Nietzsche, Marx invece era di origini ebraiche (ma comunque era tedesco e se conosceva il cristianesimo è più probabile che conoscesse quello della Riforma)

  3. Jacopo ha detto

    “Il più grande filosofo del XX secolo”
    Da laureando in filosofia, invito i dissidenti a fare nomi alternativi ad Heidegger per il solo contributo filosofico. Non sono polemico: se riuscite a darmi qualcosa di anche solo minimamente paragonabile alla seconda parte di Essere e Tempo vi invito alla laurea. Perchè in tal caso avrei una tesi.

    • Matyt ha detto in risposta a Jacopo

      K.R. Popper.
      Penso basti lui.

      O, magari Levi-Strauss

    • Giuseppe ha detto in risposta a Jacopo

      Einstein, Heisenberg, Bohr, Dirac, ecc., non sono forse anche questi filosofi che hanno inciso profondamente sulla nostra visione della realtà?

    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Jacopo

      Io non lo faccio studiare, quando mi capita di insegnare nei licei. La domanda non è se esista qualcosa di paragonabile a Essere e tempo, ma quest’altra: che diavolo c’è in Essere e tempo? I miei alunni studiano Frege, Russell, Wittgenstein, Popper. Quest’anno sono stato rimbrottato dai miei colleghi per queste scelte, le quali danneggerebbero gli studenti in sede d’esame di maturità. Quest’anno ho “danneggiato” non pochi studenti, ma non vedo l’ora di “danneggiarne” altri.

      • Giuseppe ha detto in risposta a Luigi Pavone

        Appunto, non dimentichiamoci di Wittgenstein, che ha capito come nel “linguaggio” risieda il problema ultimo della filosofia…

        • Giuseppe ha detto in risposta a Giuseppe

          E non dimentichiamoci poi tutta la filosofia analitica anglosassone, rispetto alla quale l’esistenzialismo europeo assume i contorni di una mastodontica sega mentale…

      • beppina ha detto in risposta a Luigi Pavone

        E’ poi parlano dell’asetticità della scuola pubblica…

        • Giuseppe ha detto in risposta a beppina

          Io ho fatto le scuole pubbliche e mi sono laureato in una università pubblica, e grazie alla mia preparazione ho avuto la possibilità di fare il dottorato in fisica all’estero…

          • beppina ha detto in risposta a Giuseppe

            Anch’io. A dir la verità con una laurea in più ma senza dottorato all’estero. Grazie alla mia preparazione ho avuto modo di trovare lavoro in Italia, vicino a casa mia. E allora? Posso avere delle perplessità sui docenti della scuola pubblica che decidono gli autori da privilegiare, nell’insegnamento della filosofia, in base a valutazione (presumibilmente) di parte?

            • Luigi Pavone ha detto in risposta a beppina

              Non vorrei che con questo articolo fosse passata per i più sprovveduti, come beppina — a giudicare da ciò che scrive –, l’idea che heidegger sia un filosofo cattolico.

            • Luigi Pavone ha detto in risposta a beppina

              E’ inevitabile, poi, fare una selezione, in base a delle valutazioni che coinvolgono la tua coscienza di insegnante. Io ritengo che gli obiettivi didattici legati all’insegnamento della filosofia siano meglio raggiungibili facendo studiare alcuni autori e non altri.

              • Penultimo ha detto in risposta a Luigi Pavone

                siano meglio raggiungibili facendo studiare alcuni autori e non altri.

                Fa piacere che lo ribadisca:

                indottrinare v. tr. [rifacimento di addottrinare, sull’esempio del fr. endoctriner]. – Istruire; far assimilare, con opera d’insegnamento e di persuasione insistente e metodica, i principî di una dottrina, soprattutto politica; si usa per lo più in tono iron. o polemico: i. le masse; i. le giovani leve del partito; lo hanno indottrinato ben bene!

                Piccoli atei crescono.

                • Luigi Pavone ha detto in risposta a Penultimo

                  Quelli che non faccio studiare (ribadisco è inevitabile una selezione) non sono comunque messi all’Indice. Forse faresti bene a fare la tua lezioncina altrove e con altre persone. Che faccia tosta accusare uno come me di indottrinamento! Corrisponde comunque al piano diabolico di ribaltamento della realtà a cui spesso si assiste in questa sede.

                  • Penultimo ha detto in risposta a Luigi Pavone

                    Si denota una verve polemica nella locuzione “mettere all’indice”,ma se sono stati messi all’indice e tu contesti, perchè nelle facoltà cattoliche li insegnano ugualmente?E se invece contesti l’atto cognitivo comportamentale di mettere all’indice;perchè anche tu li metti all’indice?

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Penultimo

                      Non ho mai insegnato in una scuola privata cattolica. Non mi stupisce che in esse si studino autori i cui libri sono stati proibiti dalla chiesa cattolica. La ragione, a mio giudizio, si trova in uno scritto di Benedetto Croce (i cui scritti furono proibiti dalle autorità religiose cattoliche), anzi in un discorso tenuto in parlamento contro il concordato: “Il pensiero moderno, adulto e robusto, sfida simili assalti o velleità di assalti, e osserva ironicamente che i chierici stessi hanno bisogno di attingere dai suoi tesori di sapere e dai suoi metodi e dal suo costume quel che loro serve per non fare meschina figura nella letteratura e nella scienza e nella vita sociale”.

                    • Penultimo ha detto in risposta a Penultimo

                      Io invece ho trovato gli indici proibiti dei regimi sovietici.,non mi stupisce a parte il tuo infantile citare Croce,che la filosfia consista nel contestare la chiesa,oltre che certamente nel mettere all’indice quei libri.Invece l’ateismo si trova più che nel pensiero retorico di questo o di quell’autore ateo,tutto in un laogai cinese.Per esempio trovo divertente la citazione di Croce,constando de facto un laogai cinese nel 2013.Non si vede per chi il pensiero moderno sia vincolato all’ateismo e ai suoi screzi da bassa lega,ma giustamente par certo che il tuo giudizio sia solo dei medesimi pensatori in cui risiede l’appagamento del tuo io, quindi ritornando all’appunto di cui sopra,ovviamente la questione è sempre invariata e verte sempre secondo il tuo giudizio protrato sugli autori non messi all’indice,ma pur sempre indottrinanta per deffinizione.

                  • Daniele Borri ha detto in risposta a Luigi Pavone

                    Un giorno si e l’altro pure Pavone accusa la Chiesa di indottrinare le persone, ora si scopre che lui fa lo stesso con i suoi allievi.

                    C’era da aspettarselo 😉

                    • geminitolk ha detto in risposta a Daniele Borri

                      In barba ai programmi ministeriali certi professori decidono in autonomia… ma perché li fanno a fare questi programmi se poi non li applicano?!
                      Tempo fa al fratello di una mia amica, studente al 2° anno di liceo (non ricordo se classico o linguistico ) chiesi a che punto erano arrivati con “Promessi Sposi”(dato che generalmente si studiano al biennio),mi rispose che il suo professore d’italiano era contrario all’insegnamento dei valori presenti in quel libro!

                    • geminitolk ha detto in risposta a Daniele Borri

                      In barba ai programmi ministeriali certi professori decidono in autonomia… ma perché li fanno a fare questi programmi se poi non li applicano?!
                      Tempo fa al fratello di una mia amica, studente al 2° anno di liceo (non ricordo se classico o linguistico ) chiesi a che punto erano arrivati con “Promessi Sposi”(dato che generalmente si studiano al biennio),mi rispose che il suo professore d’italiano era contrario all’insegnamento dei valori presenti in quel libro! Morale della favola: non sapevano niente di niente su cosa aveva scritti Manzoni al di là di una biografia stringata.

                    • geminitolk ha detto in risposta a Daniele Borri

                      Il problema è che non vogliono “passino” certi valori, anzi ne insegnano proprio degli altri più o meno velatamente.

              • beppina ha detto in risposta a Luigi Pavone

                E’ inevitabile, poi, fare una selezione, in base a delle valutazioni che coinvolgono la tua coscienza di insegnante. Io ritengo che gli obiettivi didattici legati all’insegnamento della filosofia siano meglio raggiungibili facendo studiare alcuni autori e non altri.

                E’ proprio così… é un problema di COSCIENZA di insegnante. Aggiungiamoci una “OBIEZIONE DI” e poi funziona ancora meglio 🙂 .

                • Penultimo ha detto in risposta a beppina

                  Non hai capito, secondo me dice che è tutto un fatto di selezione naturale,in realtà essere fanatici su alcuni autori e non altri,è giustificabile secondo un principio evolutivo.Pavone praticamente seleziona gli strumenti atti al fine dell’ateismo,e dice, che questo è un fatto di “selezione”,secondo me è un fatto “naturale”,cioè praticamente Pavone è il selettore naturale dell’ideologia da inculcare ai suoi allievi, poi risponde con un emblematico tu quoque per giustificare il suo stesso indottrinamento,quindi cerca di dire che “indottrinare” sia un fatto di “coscienza”.

                  In fondo era un’operazione tanto difficile capire che basta un pizzico di casualità come per le mutazioni assieme alla sudetta selezione:per insegnare anche autori con spunti diversi,per incoraggiare la libertà di pensiero,tanto difesa e tanto oggettivamente negata,da chi se nè erge a “comico paladino.”

                • geminitolk ha detto in risposta a beppina

                  Fanno quello che vogliono ancora non lo avete capito?

      • Penultimo ha detto in risposta a Luigi Pavone

        Certo innegabilmente sono filosofi,certo innegabilmente li danneggi.

  4. Jacopo ha detto

    Non vedo in che modo Popper e Levi-Strauss abbiano contribuito alla filosofia più di Heidegger.
    Non che abbia da ridire su Popper e su Levi-Strauss (uno è perdipiù una delle mie personalità preferite del 900!) ma il contributo di Levi-strauss è su altri fronti e quello di Popper, seppure importantissimo, è ampiamente imperfetto: già al giorno d’oggi si tendono a utilizzare paradigmi diversi molto più simili alle critiche di Kuhn. Mentre di Heidegger si scavano gli inediti e qualsiasi filosofo che si rispetti è costretto come forzatamente a dover usare lo stesso lessico. Nel 2013 è impossibile trovare un saggio senza “essere gettato” “esserci” “essere per la morte” o la stessa parola “esistenza”… è praticamente stato per il 900 quello che Kant è stato per il 700…

    • Matyt ha detto in risposta a Jacopo

      Diciamo che, a questo punto, tutto dipende dalla propria definizione di grandezza.
      Per me, è l’impatto che il pensiero ha avuto non solo nel mondo filosofico, ma anche in quello delle scienze umane e naturali… ma probabilmente questa mia posizione discende dalla mia visione un po’ strana (e popperiana…) della filosofia…

  5. mario ha detto

    eh…se fosse riuscito a guidare il nazismo…il camerata heidegger…chissa’…allora si che le cose sarebbero funzionate..con le “menti ebree”…

    sentite ma vi rendete conto che fate ribrezzo a qualsiasi individuo sano di mente venga a leggervi?
    mi chiedo quanto tempo ci sara’ da aspettare per la vostra chiusura,magari con qualche sana denuncia penale per diffamazione.
    siete il piu’ vergogoso,schifoso,violento e sudicio sito che abbia mai visto.

    • Panthom ha detto in risposta a mario

      Eh si, si sa ormai che la tolleranza e il rispetto dell’opinione altrui non abita certo in casa laica/laicista 😉

      Un abbraccio Mario, fratello mio. Aspettiamo che torniate presto alle armi, che ne dici di un’altra rivoluzione ateo-sovietica?

    • beppina ha detto in risposta a mario

      Non si sforzi ad attaccarsi… la corda é al lumicino. Su Heidegger e il nazismo direi c’é poco da scoprire e nessun significativo scheletro nell’armadio da mettere in luce. Se poi la sua uscita da iperteso sottintende che basta qualche “collegamento” o “rapporto” più o meno superficiale a sputtanare una persona, l’elenco sarebbe lungo. Per esempio cominciamo dall’icona laicista per eccellenza: Dario Fo.

    • Penultimo ha detto in risposta a mario

      Che dire del beneamato ateo Benito Mussolini?E’ riuscito fallendo.

  6. mario ha detto

    certo. ma il senso dell’articolo e’ chiarissimo. heidegger fu un buon cattolico,dunque per un buon cattolico e’ concepibile mettersi alla guida di un movimento violento e antidemocratico come quello nazista.

    sentite,manica di cretini e di ciarlatani che non siete altro,voi potete anche coltivare i vostri sudici sogni di torture di cilena memoria e di chissa’ quale revanscismo franchista,ma state attenti perche’ sulla rete niente si cancella e prima o poi le vostre porcherie verranno sanzionate penalmente (come gia’ avviene in Francia con certi gruppi neofascisti contrari ai valori della Nazione),dato che si nutrono di attacchi personali vigliacchi contro persone nobilissime (come la hack o come augias,o contro i morti,nulla di piu’ schifoso e infame) o di puttanate di propaganda fascistoide come questa qui.
    Siete la vergogna del paese,non c’e’ niente di peggio che sputare (e giocare dietro a un monitor) con tragedie di cui ignorate la portata,terrorizzati come siete alla sola idea di poter essere colpiti nel portafoglio.
    voi non siete cattolici,non siete cristiani e non parlate da italiani.
    che razza di gentaglia del 2000 siate non mi interessa,ma mi disgustate.

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