Il testamento di Benedetto XVI: «la Chiesa non è nostra»

Benedetto XVIDuecento mila fedeli hanno abbracciato il Papa questa mattina per la sua ultima apparizione. Benedetto XVI ha nuovamente spiegato la sua decisione di rinunciare al papato, ha fatto dei ringraziamenti e sopratutto ha -probabilmente per l’ultima volta- riaffermato pubblicamente in modo chiaro e commovente la certezza che, nonostante tutti gli errori e le ombre che la storia della Chiesa si porta dietro, Dio non ha mai smesso di condurla evitando il naufragio. Illuminante l’analogia con gli eventi descritti nei Vangeli (Mc 4, 35-40).

 
 
di Benedetto XVI
 
 

Quando, il 19 aprile di quasi otto anni fa, ho accettato di assumere il ministero petrino, ho avuto ferma questa certezza che mi ha sempre accompagnato. In quel momento, come ho già espresso più volte, le parole che sono risuonate nel mio cuore sono state: Signore, che cosa mi chiedi? E’ un peso grande quello che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai.

E’ DIO A GUIDARE LA CHIESA. il Signore mi ha veramente guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua presenza. E’ stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come san Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire.

Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è Sua e non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare. Ed è per questo che oggi il mio cuore è colmo di ringraziamento a Dio perché non ha fatto mai mancare a tutta la Chiesa e anche a me la sua consolazione, la sua luce, il suo amore.

LA GIOIA DI ESSERE CRISTIANO. Siamo nell’Anno della fede, che ho voluto per rafforzare proprio la nostra fede in Dio in un contesto che sembra metterlo sempre più in secondo piano. Vorrei invitare tutti a rinnovare la ferma fiducia nel Signore, ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno anche nella fatica. Vorrei che ognuno si sentisse amato da quel Dio che ha donato il suo Figlio per noi e che ci ha mostrato il suo amore senza confini. Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano. In una bella preghiera da recitarsi quotidianamente al mattino si dice: «Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio d’avermi creato, fatto cristiano…».

NON MI SONO MAI SENTITO SOLO. Sì, siamo contenti per il dono della fede; è il bene più prezioso, che nessuno ci può togliere! Ringraziamo il Signore di questo ogni giorno, con la preghiera e con una vita cristiana coerente. Dio ci ama, ma attende che anche noi lo amiamo! Ma non è solamente Dio che voglio ringraziare in questo momento. Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è sua la prima responsabilità; e io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine. Anzitutto voi, cari Fratelli Cardinali: la vostra saggezza, i vostri consigli, la vostra amicizia sono stati per me preziosi; i miei Collaboratori, ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni; la Segreteria di Stato e l’intera Curia Romana, come pure tutti coloro che, nei vari settori, prestano il loro servizio alla Santa Sede: sono tanti volti che non emergono, rimangono nell’ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile.

HO VOLUTO BENE A TUTTI. Un pensiero speciale alla Chiesa di Roma, la mia Diocesi! Non posso dimenticare i Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, le persone consacrate e l’intero Popolo di Dio: nelle visite pastorali, negli incontri, nelle udienze, nei viaggi, ho sempre percepito grande attenzione e profondo affetto; ma anch’io ho voluto bene a tutti e a ciascuno, senza distinzioni, con quella carità pastorale che è il cuore di ogni Pastore, soprattutto del Vescovo di Roma, del Successore dell’Apostolo Pietro. Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella mia preghiera, con il cuore di padre. Vorrei che il mio saluto e il mio ringraziamento giungesse poi a tutti: il cuore di un Papa si allarga al mondo intero. E vorrei esprimere la mia gratitudine al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, che rende presente la grande famiglia delle Nazioni. Qui penso anche a tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione e che ringrazio per il loro importante servizio.

CHE COSA E’ DAVVERO LA CHIESA. A questo punto vorrei ringraziare di vero cuore anche tutte le numerose persone in tutto il mondo che nelle ultime settimane mi hanno inviato segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera. Sì, il Papa non è mai solo, ora lo sperimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore. Il Papa appartiene a tutti e tantissime persone si sentono molto vicine a lui. E’ vero che ricevo lettere dai grandi del mondo – dai Capi di Stato, dai Capi religiosi, dai rappresentanti del mondo della cultura eccetera. Ma ricevo anche moltissime lettere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto, che nasce dall’essere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa. Queste persone non mi scrivono come si scrive ad esempio ad un principe o ad un grande che non si conosce. Mi scrivono come fratelli e sorelle o come figli e figlie, con il senso di un legame familiare molto affettuoso. Qui si può toccare con mano che cosa sia Chiesa – non un’organizzazione, non un’associazione per fini religiosi o umanitari-, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi poter toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore, è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino.

UNA DECISIONE PER IL BENE DELLA CHIESA. In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi. Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata. Ho potuto sperimentare, e lo sperimento precisamente ora, che uno riceve la vita proprio quando la dona. Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della loro comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e tutti appartengono a lui. Il “sempre” è anche un “per sempre” – non c’è più un ritornare nel privato.

NON ABBANDONO LA CROCE. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio. Ringrazio tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che voglio vivere sempre. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i Cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell’Apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito. Invochiamo la materna intercessione della Vergine Maria Madre di Dio e della Chiesa perché accompagni ciascuno di noi e l’intera comunità ecclesiale; a Lei ci affidiamo, con profonda fiducia.

Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!

 

Qui sotto il video dell’ultima Udienza generale

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15 commenti a Il testamento di Benedetto XVI: «la Chiesa non è nostra»

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  1. manuzzo ha detto

    Che dire, speriamo che arriverà un papa che condurrà con efficienza la Chiesa nei prossimi anni. Ci sarà parecchio da lottare per resistere, ma del resto “guai a voi quando tutti parleranno bene di voi”…..

  2. Fedele Razio ha detto

    Grazie, Benedetto XVI.

    Siamo, siamo stati, saremo degni figli di Dio Padre, figli della Chiesa, membra del corpo mistico di Cristo?

    Prega anche per noi, Santo Padre.

    • unafides ha detto in risposta a Fedele Razio

      Intanto preghiamo noi per Lui e accompagnamolo in silenziosa preghiera alla Sua salita sul monte. Sarebbe bello se oggi e domani potessimo tutti recitare il Santo Rosario per il Vicario di Cristo che avrà tanto bisogno delle nostre preghiere in queste ultime ore.

  3. MarcoF ha detto

    Grazie, Santità!!!

  4. Andrea2 ha detto

    il video (spero giusto) si trova anche su youtube
    http://www.youtube.com/watch?v=lYRtWzGVZwc

  5. Dario ha detto

    Un grazie a Benedetto XVI per ciò che ha fatto e per quello che continuerà a fare nella preghiera. Fa bene a ricordare che la Chiesa è di Cristo, in troppi, anche tra sedicenti cattolici, si comportano come se fosse solo una cosa umana.

  6. Sophie ha detto

    Capitano, mio capitano! 🙂

    http://www.youtube.com/watch?v=Qj0il0ll2Ds

  7. Xadren ha detto

    Quando ha detto che la barca della Chiesa “non è mia, non è nostra, ma è Sua” e che il cuore di un papa abbraccia il mondo intero mi sono commosso. Amavo questo papa e anche ora continuerò a farlo, le sue parole saranno calorose, illuminanti e umane per tante generazioni anche dopo di noi.

  8. Francesco B. ha detto

    Grazie al Santo Padre per il suo impegno. Che i suoi ultimi anni qui con noi siano sereni.

  9. Giannino ha detto

    se fosse Dio a guidare la chiesa come li giustificate 2000 anni di crimini?
    .. li declassiamo ad “errori” umani?

    La chiesa ha apllicato la pena di morte ad eretici , streghe e a chi voleva un cambiamento verso una chiesa povera e piu autentica..
    .. come mai Dio lo ha permesso..?
    Non è sua la “barca”?

    • Sophie ha detto in risposta a Giannino

      Perchè l’uomo non è perfetto, neanche i Santi lo sono. In secondo luogo c’è il libero arbitrio, quindi siamo completamente liberi nel bene e nel male. Le persone di Chiesa sono tentate mille volte di più rispetto ai laici e quasi tutti hanno due angeli a detta della mistica Natuzza Evolo. Tra l’altro lo stesso Dio s’è ritrovato il suo angelo preferito dargli contro ed incitare gli altri a ribellarsi ai suoi comandamenti. Ovviamente non credendo nella ribellione di Satana non potrai mai credere come fanno uomini di fede a sbagliare. Se non hai fede non potrai mai capire nessun argomento riguardante la fede e non capirai mai capire che esistono anche tante bufale riguardo la Chiesa.
      Spero che il tuo post sia dettato dalla rabbia, e non dalla presunzione di essere perfetto bacchettando gli altri come avviene nel 99.9% dei casi, altrimenti saresti di una tristezza infinita….

    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Giannino

      I veri crimini, se vogliamo davvero fare questo giochino idiota, si sono verificati quando gli uomini hanno voluto negare il Dio cristiano. Pensiamo alle dittature atee del ‘900, ai crimini dell’ateissimo Stalin, del pagano Hitler, dell’ateissimo Pol Pot, dell’ateissimo Hoxa, dell’ateissmo Mao, dell’ateissimo Tito ecc. Queste dittature hanno prodotto milioni e milioni di morti e contemporaneamente hanno reso il loro stato ufficialmente ateo (ancora oggi lo è la Cina e la Corea del Nord, i due Paesi più violenti e disumani del mondo).

      Ma se vogliamo evitare di fare questo giochino idiota allora è bene ricordare che non esistono 2000 anni di crimini nella Chiesa. Esistono 2000 anni di libertà in cui il popolo cristiano ha prodotto scuole, cultura, arte, musica, ospedali, aiuto per i poveri, e sopratutto una nuova forma di moralità pubblica.

      Esistono degli errori commessi da singoli, ma questo è naturale, gli uomini sono liberi di scegliere il male.

      In ogni caso, proprio il fatto che la Chiesa sia ancora qui a guidare miliardi di persone nel mondo, nonostante i suoi errori, è la dimostrazione che è guidata da Dio.

  10. Gab ha detto

    http://www.corriere.it/cronache/13_marzo_01/papa-mai-piu-rinuncia-franco_40627b02-8238-11e2-b4b6-da1dd6a709fc.shtml?fr=box_primopiano

    Scusate gradirei rifletteste su questo articolo del Corriere.

    D’accordo che non viene condivisa la Tradizione su questo sito ma perlomeno cerchiamo di riflettere su quello che sta succedendo. Al contrario di quello che può sembrare diversi cardinali stanno mettendo le mani avanti sulla decisione di Benedetto XVI. Che il nuovo Papa regni a vita.

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