Ferruccio de Bortoli si oppone al laicismo, ringrazia e difende Benedetto XVI

Il Sussidiario ha intervistato il Ferruccio de Bortoli, il laico direttore del più importante quotidiano nazionale, rispetto ai 5 anni di pontificato di Benedetto XVI.

Come la figura di Benedetto XVI interroga la sua personale coscienza laica? De Bortoli risponde: «La interroga su quelli che sono i confini della nostra piccola e personale missione di cattolici laici nella vita quotidiana. Io credo che si debba essere consci dei propri limiti, e che si debba rifuggire da quelle che probabilmente sono state in questi anni alcune degenerazioni dell’essere credenti, come quella forma di estremismo che va sotto il nome degli atei devoti. Molto negativa, a mio avviso, soprattutto nel ridurre lo spazio a disposizione del laicato cattolico. Mi interroga poi sul senso della laicità positiva, vittima di un errore culturale che l’ha schiacciata su posizioni laiciste». Rispetto alla figura del Papa: «rimasi molto colpito dalle sue prime parole, quando disse di essere «un umile servitore nella vigna del Signore». C’è lì dentro tutta l’umiltà di un papa teologo, di grandissima cultura, che scegliendo il nome di Benedetto, uno dei padri dell’Europa cristiana, dava un senso ancor più universale al proprio pontificato».

Sugli scandali sulla pedofilia: «La Chiesa sta pagando gravi errori che ha commesso nel coprire alcuni reati, che però questo papa ha riconosciuto. Questo è il papa che ha fatto della trasparenza sul tema della pedofilia un elemento di grande coraggio che va ad aggiungersi, direi, ai tratti salienti del suo pontificato. C’è un rischio: che il papa che ha fatto la maggiore opera di trasparenza in tema di pedofilia, passi alla storia come il papa legato a questo scandalo. Sarebbe davvero una grave ingiustizia».


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