Pediatri italiani (SIPO e SIPPS): «fortemente contrari ad adozioni omosessuali»

Come riportavamo pochi giorni fa, un gruppo di 150 medici di tutta l’Australia ha firmato una sottomissione di richiesta al Senato per opporsi al matrimonio omosessuale. Tra questi ci sono diversi psichiatri, come Kuruvilla George, che è anche membro del Victorian Equal Opportunity and Human Rights Commission nonché uno dei più importanti ricercatori australiani.

Nelle loro motivazioni hanno anche criticato fortemente la concessione agli omosessuali di poter adottare dei bambini, privando questi ultimi del diritto di crescere con un padre e una madre. In particolare, hanno citato la posizione dell’American College of Paediatricians, secondo cui «esporre i bambini allo stile di vita omosessuale può aumentare il rischio di danno emotivo, mentale e anche fisico».

 

Anche in Italia si è mosso qualcosa, Francesco Paravati, presidente della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO), intervistato durante la trasmissione “KlausCondicio”, programma condotto da Klaus Davi in onda su YouTube, ha dichiarato in merito alle cosiddette “nuove famiglie” (divorziati, conviventi, omosessuali…): «Quello che c’è di scientifico oggi dimostra che il bambino cresce confuso nell’identità perché perde i punti di riferimento, sia nelle “famiglie” monoparentali  che nelle unioni omosessuali. Il problema a carico del bambino è una difficoltà ad interloquire con punti di riferimento chiari». In questi contesti familiari, ha continuato Paravati, «il bambino rimane ancora più, diventa un bambino meno sociale, un bambino che matura più tardi, con ritardi nel linguaggio». In particolare, i figli delle coppie omosessuali «in Italia sono 100 mila, ma negli Stati Uniti sono milioni e il problema è davvero ragguardevole e occorre davvero una riflessione. La problematica è data principalmente dal fatto che il bambino, sopratutto nei primi anni di vita, è più confuso in cui manca un riferimento ad un’identità di entrambi i genitori. Avere due mamme, una mamma che fa da papà diventa difficoltoso, anche nei riscontri dell’ambito sociale. Il punto principale è la crescita in uno stato di confusione per quanto riguarda i punti di riferimento genitoriali, importante nella vita psicologica di un bambino». Non ci sono evidenze su impatti sulla salute fisica, ma «non vanno sottovalutate le problematiche sul benessere dell’umore e del linguaggio, che possono essere impattate in un bambino che cresce in un contesto particolare».

Rispetto alla posizione di alcune associazioni scientifiche, il presidente della SIPO avverte che «quando si chiedono osservazioni scientifiche occorre sempre del tempo per valutare il fenomeno. Le problematiche delle “nuove famiglie” sono fenomeni recenti, tutti i risultati di qualunque organismo scientifico sono perciò preliminari e non definitivi. Avrei comunque un atteggiamento pregiudiziale». In conclusione, rispetto alle famiglie monoparentali (separazione), «il problema del bambino è decisamente complesso. Queste famiglie sono confuse nei loro confronti, spesso i genitori hanno troppi anni per accudirli, esistono 4-6 nonni in seguito alla prima e seconda unione. E’ una situazione devastante per i bambini».

 

Qui sotto l’intervista al dr. Paravati

 
 
 

Posizione analoga è stata quella di Giuseppe De Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), affiliata alla SIP Società Italiana di Pediatria, ha escluso ogni possibilità alle adozioni gay: «noi ci batteremo sempre sul fatto che la famiglia è composta da uomo e donna con figli, e possibilmente con più di un figlio». Ha poi continuato il pediatra, rispetto alle famiglie monoparentali: «se nel contesto sociale il bambino si trova a vivere solo con la mamma o solo con il papà, sicuramente c’è una diversità, c’è qualcosa che non funziona». Parlando di unioni omosessuali, «io mi auguro che in Italia e in Europa non venga mai approvata una legge sulle adozioni gay, questi bambini che emulano la famiglia, i genitori…si rischia di fare un esercito di gay, è qualcosa che non vedo bene, è tendenzialmente ad alto rischio che il bambino abbia problemi psichiatri e psicosomatici. Creiamo un diverso, un qualcosa di anti-naturale, noi abbiamo maschi e femmine e non vedo altre caselle». Il pediatra si allinea dunque alla posizione dell’American College of Paediatricians, affermando: «sono sicuro che la stragrande maggioranza di questi ragazzi possono avere dei problemi non indifferenti. Se la famiglia è il punto di riferimento, allora io che sono figlio di due gay come posso fare tutto il contrario di quello che fanno i miei genitori?». La famiglia deve insegnare anche il comportamento sessuale, «ci sono attività e comportamenti che il bambino vuole condividere con il padre e altri con la madre. Noi dobbiamo combattere sul fatto che il nucleo uomo-donna-bambini non deve sfaldarsi». De Mauro ha infine ribadito la più totale contrarietà all’adozione da parte di coppie gay, «non permetterei mai, se fossi io a decidere in Italia, di far allevare un figlio -con tutto il rispetto ai gay- ad una coppia omosessuale. L’importante è difendere il bambino, a me interessa questo».

Il furbo Klaus Davi (comunque molto corretto in queste entrambe interviste) introduce allora l’argomento dell’orfanotrofio, con la classica domanda-ricatto: «ma è meglio lasciare i bambini in orfanotrofio o farli adottare da due genitori dello stesso sesso?». Il presidente della SIPPS si dimostra molto abile ad uscire dal tranello: «ci sono tante coppie eterosessuali che desiderano l’adozione», occorre migliorare e velocizzare le fasi burocratiche. «L’omosessuale faccia l’omosessuale, ma non è adatto ad accudire un figlio, non può andare contro natura. Io penso al bambino, noi pediatri vogliamo una salute fisica e psicologica del bambino».

 

Qui sotto l’intervista al dr. De Mauro

52 commenti a Pediatri italiani (SIPO e SIPPS): «fortemente contrari ad adozioni omosessuali»

  • Positrone ha detto:

    Un articolo davvero interessante. Sono molto d’accordo eccettuate alcune frasi un po’ infelici tipo l’omosessuale faccia l’omosessuale che fa il paio al ricercatore faccia il ricercatore evitando di esprimere giudizi su cosa dovrebbero fare gli altri :- ), ma lo considero questione di forma più che di sostanza rispetto ad un articolo corretto rispetto all’interesse del bambino.
    Rimane il fatto che questo articolo ribadisce ancora una volta come l’eterosessualità non sia affatto spontanea se avere punti di riferimento diversi incide sull’orientamento finale. E’ un articolo che pur in un orientamento corretto lascia esprimere ai dottori considerazioni che nulla hanno a che vedere con la scienza ma solo con le opinioni. Non sono d’accordo poi sul fatto che essere allevati da genitori omosessuali porti di per sè ad avere problemi, per citare il dottore, psichiatri(ci) e psicosomatici. Di cosa sia lui sicuro non è poi così rilevante, quello che conta sono i fatti ed i suoi giudizi personali non sono fatti.

    PS Prima che si scatenino le varie Raffe, Lorenzo, Sophie ect… leggete bene quello che ho scritto :- ).

    • Raffa ha detto:

      Indipendentemente dal tuo pensiero confuso, le frasi che citi sono state pronunciate dai medici e non da chi ha scritto l’articolo. E’ evidente che parlano in base alla loro esperienza di pediatri, cosa che tu di fatto non hai e non puoi metterti perciò in competizione con loro. Se non è rilevante quello che pensano i pediatri italiani, pensa quanto può valere il tuo di pensiero 🙂

    • gemini ha detto:

      Perché esprime giudizi? Ci sono delle ricerche che affermano ciò e bisogna trarne le dovute considerazioni, quelle che tu hai accantonato per ideologia.

    • Andrea ha detto:

      Un bambino adottato da omosessuali avrà più probabilità di avere qualche problema psichico e/o fisico, nessuno ha detto che le avrà per forza. Però si alzano sensibilmente, e se lo dicono pediatri e psicologi mi fido molto più di lui che dei Pannella&Bonino di turno.

      Sulle adozioni sono perfettamente d’accordo, lasciamo stare le provette e diamo a quei bambini una nuova famiglia. Anche se ho paura che dietro alla riluttanza ad adottare un bambino ci sia spesso la fobia di non avere dopo per le mani il bambino come tu lo vorresti esattamente, e ci sono sentenze che rafforzano la mia paura (per esempio quella di qualche anno fa secondo la quale non si potesse rifiutare l’adozione di un bambino sulla base del colore della pelle…).

      • StefanoPediatra ha detto:

        Andrea, le tue preoccupazioni sono reali, ahimè.

        Sono stato consulente per un po’ del tribunale dei minori delle Marche e di un’associazione che aiuta le coppie ad adottare bambini da Paesi extracomunitari.

        Purtroppo mi è capitato di incontrare alcune coppie (per fortuna un’esigua minoranza) che chiaramente desideravano un figlio ad ogni costo e lo desideravano esattamente come lo volevano loro. Ho persino incontrato una coppia che dopo avere adottato un bimbo voleva “restituirlo”: si sono accorti che era un po’ troppo … vivace. Prova ad immaginare cosa può provare un bimbo ad essere abbandonato 2 volte. Non so come sia finita la vicenda ma in un modo o nell’altro chi ne ha derivato una grandissima sofferenza è stato certamente il bimbo.

        Un bambino non è un diritto ma certamente avere un bambino comporta una serie di doveri. Adottare un bambino dev’essere un atto di amore nei suoi confronti, non un atto di “amore” verso se stessi (anche detto egoismo!).

        D’altra parte conosco anche tantissimi genitori che hanno accettato di adottare bambini pur essendo assolutamente consapevoli che si trattava di bambini con problemi psicologici e di salute anche seri e che questi bimbi hanno amato e curato per vite intere.

        🙂

    • lorenzo ha detto:

      “Rimane il fatto che questo articolo ribadisce ancora una volta come l’eterosessualità non sia affatto spontanea se avere punti di riferimento diversi incide sull’orientamento finale.”
      Prima di commentare ti chiedo se ribasci quello che hai scitto o se vuoi aggiungere qualche chiarimento.

    • Gab ha detto:

      ma manco i pediatri americani ti stanno bene? alla faccia… chi sarebbe quello che ragiona solo con le opinioni?

      che poi è un dato così scontato che solo chi rifiuta la Natura e le sue leggi può dire delle sciocchezze del genere

    • Positrone ha detto:

      Al solito le varie raffa & Co non leggono. Si accusa me Accusi me di presunzione (in sintesi però non da una posizione di modestia ma di supponenza).
      Tu sai sei io sono pediatra o psicologo? L’esperienza non viene citata, si riportano solo considerazioni che nulla hanno a che fare con lo studio e cmq l’esperienza non è una prova valida in ambito scientifico.
      Mi si accusa di avere un pensiero confuso ma in realtà la confusione è vostra che scambiate scienza e morale. Io non esalto la scienza e riconosco il Magistero della Chiesa sulla morale evito però di confondere i piani e di far dare alla scienza giudizi morali e alla chiesa valore di scienza. A tal proposito siete voi ad essere confusissimi.

      Pensavi di aver postato un’idea intelligente facendo il confronto tra le idee di un Pediatra e le mie? Hai fatto solo una figuraccia. L’idea che un medico ne sappia ispo facto più di altri è stato alla base di molte errori di valutazione da parte di alcuni uomini di Chiesa. La scienza non è appannaggio di un’autorità morale superiore conferita da Dio. E che tu/voi ci crediate o no Raffa, uno qualsiasi può essere logicamente superiore a qualsiasi scienziato. Quello che conta infatti è, che le argomentazioni siano logicamente fondate e che le ricerche siano eseguite con metodo scientifco. Io peraltro non contesto nemmeno in sè lo studio ma solo le valutazioni morali dei medici che in morale non hanno autorità, men che meno divina e certo non scientifica ;- ).
      Confondete (a volte colpevolemente ahimè) la funzione del medico con l’essere un medico come come gli atei e certi cattolici bigotti confondono la funzione sacerdotale con l’essere sacerdote.
      Gemini, mi spieghi quale ricerche avrei accontanato per ideologia? Vuoi che ti posti la serie di ricerche (fatte e non fatte e con quale validità scientifiche) che invece TU hai accantonato? :- )
      Nelle scienze non puoi prendere le ricerche che fanno comodo alla propria posizione dicendo che quelle sono vere mentre le altre sono frutto delle pressioni delle lobby gay. Essù un po’ di correttezza intellettuale :- ).
      Andrea purtroppo ti sbagli. Un bambino adottato da omosessuali avrà molto più probabilità di diventare omosessuale. Questo dicono alcuni studi. Problemi psicosomatici o psichiatrici invece non sono frutto di nessuna ricerca ma sono opinioni dei due medici e qui Pannella e Bonino non c’entrano molto.
      Peraltro non vengono citati nemmeno questi fantomatici problemi (proprio perchè non c’è studio dietro) a meno che il problema non sia ritenuto l’essere omosessuale il che scientificamente non regge giacchè per la scienza l’omosessualità non è una malattia. Eppoi le famiglie eterosessuali ci pensano da sole a rinfoltire la popolazione omosessuale quindi in asosluto i gay possono stare tranquilli :- ).
      Si lorenzo chiarisco ma il succo rimane lo stesso tenuto conto che naturalmente parliamo sempre di un discorso probabilistico.
      Se l’eterosessualità espressa come una posizione perdurante l’intero ciclo di vita di un essere umano fosse connaturale e naturalmente spontaneo la logica deduzione sarebbe che gli omosessuali sono tutti psichicamente disturbati (che è infatti ciò che pensi tu).
      Tuttavia questo è un pensiero morale, non scientifico. Il fattore ambientale è stato dimostrato influisce in misura altissima all’orientamento sessuale.
      L’orientamento sessuale peraltro non è fisso ed immutabile ma semplicemente tendenzialmente stabile, in linea con la natura conservativa dell’essere umano.
      Nessuno studio scientifico serio (ovvero con campionatura statisticamente rilevante, ripetuto in diversi ambiti ambientali e nei limiti predittivo) è mai stato fatto sulla sessualità concentrandosi invece solo sui casi di omosessualità. Ciò è scientificamente discutibile. In scienza nessun dato è certo. La riproduzione che è argomento solitamente usato in ambito morale (ed in quel contesto perfettamente logico) può essere sviluppato anche in una società a prevalenza omosessuale (le donne omosessuali anche in mancanza di uomo e grazie alle moderne tecniche possono avere accesso alla procreazione) ma in generale immaginando di vivere nel medioevo (non inteso come epoca oscura che non è stata ma come società a bassa tecnologia) nessuno vieta a degli omosessuali di accoppiarsi a mero scopo riproduttivo.
      Gab a me stanno bene gli scienziati e le ricerche italiane o straniere di pediatri o di ginecologi o di sociologi se riportano dei fatti. L’opinione di chicchessia, fosse anche un premio nobel è assolutamente contestabile se dice una frescaccia o se riferisce una sua opinione. In realtà è molto semplice basta scollare il concetto non scientifico di Autorità alla scienza. :- )

      • Raffa ha detto:

        Caro vitomancusiano….il buon Dio non ti ha dato il dono della sintesi purtroppo.

        Lasciando a parte i complotti che ti sei creato, nella tua battaglia contro il mondo e contro i cattolici, pur di sostenere l’adozione gay, continui a sfornare confusione su confusione.

        Non ho per nulla voglia di leggermi tutta l’omelia, ma ti ripeto un concetto chiave: il tuo pensiero non vale nulla contro l’esperienza di questi professionisti, lo vuoi capire? Non ci sono studi perché il fenomeno è troppo giovane per poter essere studiato.

        Ora ti lascio con questa domanda: perché sono stati intervistati loro e non tu?

      • Salvatore ha detto:

        Un commento abbastanza inutile, un bel miscuglio di piani da far venire i brividi.

      • StefanoPediatra ha detto:

        Gentilissimo Positrone, giustamente lei dice che l’opinione di chichessia può essere contestabile ed io sono assolutamente d’accordo con lei. Credo tuttavia che per contestare quanto una persona afferma senza rischiare di essere a nostra volta contestati occorrerebbe documentarsi e rispondere semmai coi fatti alle supposte opinioni.

        Non so se lei lo ha fatto. Io sì (a dire la verità leggo moltissimo su questo tema da anni per via della mia professione di Pediatra e dunque posso dirle che da leggere c’è davvero tanto sul tema) e le sottolineo come le “opinioni” dell’American College of Pediatricians siano in realtà abbondantemente bibliografate e, scorrendo l’elenco delle pubblicazioni citate a supporto delle tesi espresse, non mi è parso di trovare riviste/testi tipo “Topolino” o “Novella 2000” o “Il catechismo della Chiesa Cattolica” (non che io metta sullo stesso piano queste tre pubblicazioni ma era per citare testi che non hanno nulla a che fare con la scienza).

        Allo stesso modo, credo che quando i colleghi Paravati e De Mauro prendono la loro posizione non lo facciano a titolo meramente personale ma rappresentino la posizione delle Società, scientifiche, che rappresentano. Ora, non saranno tutti cretini i Pediatri Italiani e Americani, nè tutti autoreferenziati. Immagino che più d’uno studi e si documenti.

        La lettura dei lavori citati nel position paper dell’American College of Pediatricians è davvero molto interessante e gliela consiglio vivamente. Un po’ lunghina, è vero, ma se trova il tempo è davvero interessante. Purtroppo non posso allegarle i testi citati a motivo delle limitazioni previste dalla legge sul copyright ma qualora lei fosse veramente interessato sull’argomento puà acquisire anche via internet la grande maggioranza dei lavori citati.

        Io leggo, studio, penso e osservo (oltre che essere padre di due figli e vivere nel mondo, a contatto con famiglie di tutti i tipi, tutti i giorni, a motivo del lavoro che faccio e a motivo del mio essere “sociale”) e benchè consapevole che ciò che sto per dire non ha nulla di scientifico e dunque, secondo i suoi parametri è assolutamente opinabile, devo dirle che per essere d’accordo con i due colleghi di SIPO e SIPPS basta un po’ di buon senso, non sono necessari studi clinici randomizzati in doppio cieco nè studi osservazionali retrospettivi e prospettici su campioni “statisticamente significativi”.

        Per essere d’accordo con le idee espresse da questi come da altri colleghi, basta essere un genitore e basta osservare come un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma di sesso opposto (cioè di una famiglia secondo natura) per svilupparsi in maniera adeguata e senza problemi mentre, al contrario, basta vedere quanti problemi hanno ad esempio i bambini che rimangono orfani del papà o della mamma (o perdono uno dei genitori a seguito di una separazione) e come questi bambini hanno bisogno di vicariare la figura mancante identificando all’interno o all’esterno della famiglia d’origine una figura dello stesso sesso di quella venuta meno (zia/zio, nonna/nonno, insegnante, amico/a, …).

        Io entro nelle famiglie tutti i giorni da parecchi anni e le famiglie si aprono a me nel mio ambulatorio da altrettanti anni. I comportamenti dei bimbi li vedo. Non ho raccolto dati per farne una pubblicazione scientifica ma posso dirle che sono assolutamente d’accordo con le posizioni di tantissimi altri colleghi: ogni bambino, per crescere bene, ha bisogno di avere un papà e una mamma di sesso opporto (so che “sesso” non è una parola politicamente corretta ma almeno finchè sarà presente sul vocabolario io continuerò ad usarla) rispetto ai quali confrontarsi sulla propria identità sessuale.

        Che poi alcuni genitori single o separati o rimasti vedovi siano riusciti, talvolta con l’aiuto di famigliari o amici, a fare comunque un ottimo lavoro educativo nei confronti dei loro figli, talvolta migliore di quello fatto da coppie genitoriali “complete/regolamentari”, questo è tutto un altro paio di maniche.

        Non so se ha notato quanto c’è scritto nell’abstract del position paper dell’American College of Pediatrics: “Are children reared by two individuals of the same gender as well adjusted as children reared in families with a mother and a father? Until recently the unequivocal answer to this question was “no.” Within the last decade, however, professional health organizations, academics, social policymakers and the media have begun asserting that prohibitions on parenting by same-sex couples should be lifted. In making such far-reaching, generation-changing assertions, any responsible advocate would rely upon supporting evidence that is comprehensive and conclusive. Not only is this not the situation, but also there is sound evidence that children exposed to the homosexual lifestyle may be at increased risk for emotional, mental, and even physical harm.”

        Lei conosce benissimo l’inglese sicuramente ma riassumo il concetto per chi avesse qualche difficoltà: si fa presto ad affermare che il senso comune e le “opinioni” o le posizioni dei medici pediatri in tema di superiorità della famiglia tradizionale rispetto a quella monoparentale o allargata o “gay” siano sbagliate ma in realtà per confutare un’opinione (o, ancora più difficile, una posizione basata su osservazioni serie e numerose) occorre portare dati e non semplici opinioni; e questi dati, incontrovertibili e scientificamente corretti, al momento non ci sono affatto.

        Chi oggi sostiene che per un bambino è indifferente avere un papà e una mamma oppure due papà oppure due mamme oppure un solo genitore lo fa sapendo di fare una forzatura, lo fa in nome di un falso “diritto”.

        Non ho la pretesa che lei condivida il mio pensiero. E’ il mio pensiero ed è condiviso, almeno per il momento, da tanti colleghi (credo la stragrande maggioranza), anche molto più esperti ed illustri di me e questo mi basta.

        E’ comunque un parere che si basa oltre che su una convinzione personale anche su tanta letteratura scientifica letta. Per confutare questo parere occorrono altrettanti lavori scientifici; già, perchè è a chi confuta che spetta l’onere della prova. Mai sentito dire che una cosa è vera “fino a prova contraria”?

        @Raffa: scusa Raffa, nemmeno io, ahimè ho il dono della sintesi! 🙂 🙂 🙂

      • lorenzo ha detto:

        Se l’eterosessualità espressa come una posizione perdurante l’intero ciclo di vita di un essere umano non fosse connaturale e naturalmente spontanea, chi avrebbe insegnato alle prime coppie umane apparse sulla terra a fare figli? Credi che se l’uomo non fosse naturalmente attratto dalla donna e viceversa, l’umanità si sarebbe moltiplicata?

        Come vedi, questo è un pensiero scientifico, non morale.

        Il fattore ambientale è stato dimostrato influisce in misura altissima all’orientamento sessuale: quando l’ambiente stimola la produzione di omosessuali significa che l’ambiete è degradato.

  • Samba ha detto:

    Klaus Kledi starebbe benissimo in coppia con Aldo Busi.

  • edoardo ha detto:

    “…..…si rischia di fare un esercito di gay, ….”.
    Ecco, questo è il punto.
    Un esercito di gays, è esattamente quello che vogliono, nè più nè meno di questo.
    Loro vogliono creare un ambiente famigliare che porti un bambino a percorrere quella strada, in altre parole: un condizionamento psicologico verso l’omosessualità.
    E dopo negano che si possa arrivare all’omosessualità per meccanismi psicologici da bambini quando gli omosessuali seguono terapie volontarie che li portano fuori dall’omosessualità, adducendo come scusa il fatto che esista il fantomatico gene gay, dunque se nasci gay, lo devi restare per tutta la vita.

    • Positrone ha detto:

      Aridaje con queste pseudo argomentazioni. Apparte che per smentire simili banalità basta ricordare che la stragrandissima maggioranza dei gay nasce in ambieti eterosessuali, detto questo è stridente il tema complottista. Loro vogliono? Ma chi?
      Terapie riparative ma dove? Apparte che non c’è nulla da riparare da un punto di vista medico, cmq sia non ho problemi a pensare anzi sono assolutamente certo che ci siano omosessuali egodistonici che in un percorso di crescita individuale infine scelga l’eterosessualità come ci sono eterosessuali egodistonici (per e nel voler usare questa parola) che fanno il percorso inverso.

      • Raffa ha detto:

        La tua confutazione non regge: nascere con omosessuali gay amplifica statisticamente la probabilità dei figli di emulare dai genitori anche il comportamento gay (nonché lo stile di vita certamente poco adatto ai bambini, come riconoscono gli omosessuali moderati).

        Vedo pian piano stai smettendo di fingerti cattolico per rivelare davvero quello che sei, anche perché il gioco è bello quando dura poco. Ovviamente non esistono ovviamente gli eterosessuali egodistonici, lo sa anche il tuo capo Franco Grillini.

        • Paolo ha detto:

          Certo che non esistono, proprio perchè non esiste una stigmatizzazione socile dell’eterosessualità.
          Purtroppo invece persiste ancora (e si spera venga cancellata alla svelta) nei confronti dell’omosessualità, fomentata in gran parte dall’ideologia religiosa.
          Questo crea la distonia, che poi è omofobia interiorizzata. Questa è la causa del disagio di alcune persone normalmente omosessuali. Non è l’omosessualità in sè a creare un disagio, ma la non accettazione che ancora perdura.
          Dimostrazione lampante ne è che tutti coloro che si definiscono “ex gay” (mai etero però chissà perchè) farciscono sempre i loro raccontini creati con lo stampino con addobbi religiosi.

          • Azaria ha detto:

            Beh! Caro Paolo, a quello che ho visto fra gli omosessuali ci sono problemi riguardanti molti fronti: dalla dipendenza di alcol e droghe, alla depressione, ad una maggior incidenza di malattie sessualmente trasmissibili… e la differenza di percentuali con gli eterosessuali non è poca.

            Ora, tralasciando ogni ideologia ed ogni fede (che sono due cose estremamente distinte) non ti sembra un buon motivo solo per gli omosessuali per cercare di cambiare orientamento sessuale?

          • Ercole ha detto:

            Sempre colpa degli altri, vero 🙂

            W la libertà degli ex gay!! Che gli omosessuali imparino a rispettare e a non discriminare!!

          • lorenzo ha detto:

            Paolino, apri gli occhi: nei paesi dove l’omosessualità è stile di vita, è forse scomparso il malessere che i gay si portano dentro?
            Il profondo malessere che anche hai dentro, e che traspare dai quello che scrivi, non ha causa esteriore, ma interiore; non e causato dall’omofobia “fomentata in gran parte dall’ideologia religiosa”, ma da quello che, in certi ambienti, viene ancora chiamata “coscienza” e che, rassegnati, finché avrai vita starà li a ricordarti che stai sbagliando.

  • Fulton Sheen ha detto:

    Io invece lo vedo benissimo in coppia con Oscar Giannino. Sono assolutamente due personaggi 🙂

  • Jacques de Molay ha detto:

    Boh, io non capisco. Avere un figlio NON è un diritto.
    Anzi, l’unico diritto è quello del bambino che in natura nasce da un uomo ed una donna, verità lapalissiana direi. Allora, però, è altrettanto lapalissiano che avere un padre ed una madre sia un diritto naturale del bambino.

    Discorso che vale anche per le famiglie monoparentali, ovviamente.

  • Azaria ha detto:

    Avete ascoltato la seconda intervista?

    Davi: “l’accuseranno di essere di vecchio stile…”
    Di Mauro: “non mi interessa, l’importante è difendere il bambino”

    Davanti alla risposta mi sono commosso, parafrasandola è come dire “affronto chiunque, anche i più forti di me pur di difendere i più piccoli”.

    E’ un grande, veramente un cavaliere dagli antichi valori.
    Ce ne vorrebbero di persone così, magari nell’APA, che si cala le braghe davanti ai potenti anche giocando sulla salute dei piccoli.

    • Positrone ha detto:

      Eheh i potenti chi sarebbero?

      • Raffa ha detto:

        Quelli di cui tu hai così tanta paura che preferisci adeguarti a loro al posto di essere coerente con la fede cattolica che sbandieri ai quattro venti, dunque chiaramente falsa.
        Sei un troll che viene qui fingendo di essere cattolico per mettere confusione, mi sembra che ormai tutti lo abbiano capito.

      • Azaria ha detto:

        I potenti sono le lobby schiaviste del femminismo e della LGBT

      • Luca S. ha detto:

        Sono quelli che in Italia, con l’argomento della discriminazione, sono arrivati quasi al punto di far votare dal Parlamento una norma del codice penale dedicata a loro.

  • Azaria ha detto:

    @Redazione:
    Davi è stato bacchettato per aver sbagliato il cognome, correggete “De Mauro” con “Di Mauro”, appare in più punti nella pagina.

  • Alèudin ha detto:

    si tratta di coerenza verso sè stessi? avere un bambino non è un diritto, punto.

    sei omosessuale? siilo fino in fondo e non avere figli.

  • Alida ha detto:

    LA GIOIA DEL CAMMINO VERSO L’ETEROSESSUALITA’

    50 giovani tra i miei amici di Facebook sono “legati” al mondo dell’omosessualità.

    Cambiare si può, lo dice anche l’Organizzazione mondiale della sanità nel codice F66.1 della ICD-10 della decima revisione della classificazione ICD.
    https://www.uccronline.it/2012/04/18/franco-grillini-e-lomosessualita-egodistonica/
    Ma poi lo dicono le tantissime testimonianze in tutto il mondo. Storie che vengono puntualmente smentite o ridicolizzate da chi con prepotenza ha voluto per anni nascondere questa verità agli occhi del mondo. Le loro dichiarazioni vengono cancellate da internet o puntualmente vengono coperte con messaggi tipo “Questo sito può danneggiare il computer” . Vengono minacciati di morte, insultati, cancellati i loro profili Facebook eppure loro sono sempre più in tanti, sempre più motivati e sempre più felici di vederne i risultati. Il mondo ne deve prendere atto.

    Per molti è stato un incontro con la fede, come Luca di Tolve, ex attivista gay ora sposato da più anni o Adamo Creato, entrambi conosciuti in tutta Italia per le loro dicihiarazioni pubbliche d’essere usciti dall’omosessualità. Meno conosciuto è il motivo che l’ha portato ad essere omosessuale: “ … Mio fratello mi costringeva a masturbarlo. Ero piccolo e ricordo che”quella cosa” non mi piaceva per nulla e cercavo sempre di fuggire le occasioni in cui mio fratello avrebbe potuto approfittare. Ho cercato di analizzare molto bene questo aspetto della mia vita anche con molta difficoltà perchè anche il solo pensarci ti fa venire il vomito: le immagini che ti tornano alla mente creano un disagio forte dentro. In seguito (come era prevedibile) quell’atto era proprio quello che privilegiavo (cercavo) neirapporti sessuali con gli uomini. …” Alcuni libri e testimonianze:
    http://www.youtube.com/watch?v=qB_XK97cjms&feature=share
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.com/2010/12/libri-in-italiano-per-uscire.html
    https://www.uccronline.it/2011/09/23/omosessualita-uscirne-si-puo-io-lho-fatto/
    https://www.uccronline.it/2012/03/13/mi-chiamo-andrea-e-ce-lho-fatta-sono-uscito-dallomosessualita/

    Per altri è stato un incontro con l’amore come ha raccontato Maria Italia: “…Nel paese dove vivo, c’era una copia gay non piu’ ragazzini, stavano insieme da un po’ di anni, uno di loro ha iniziato a trovare scuse, piano piano si sono lasciati, fino qui direte voi tutto normale. Si, tutto normale, se non fosse che uno dei due si e’ innamorato di una donna, ora dopo 2 anni stanno ancora insieme, felicemente…” . Oppure Massimiliano incontrato da Povia sul treno dopo avergli raccontato la sua storia ne ha fatto in seguito la canzone “Luca era gay”.

    In fine vi è un nuovo terzo gruppo di ragazzi, alcuni credenti altri no, che hanno scoperto grazie alle nuove scienze della fisica quantistica che per anni gli sono stati raccontati un mucchio di bugie. Non sono i geni a modificare i pensieri, bensì il contrario. La forza del pensiero e delle convinzioni che derivano dall’inconscio creano una realtà che si può cambiare, grazie a tecniche di riprogrammazione dell’inconscio. Alcuni di loro con gioia ne danno già testimonianza.
    http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__cambia.php
    http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__evolvi-il-tuo-cervello.php
    http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2012/01/grazyna-gosar-e-franz-bludorf-dna-e.html?spref=fb
    http://www.scienzaeconoscenza.it/scienza/lipton_biologia_credenze.htm
    http://www.macrolibrarsi.it/video/__la_mente-piu_forte_dei_geni-dvd.php
    http://acarrara.blogspot.com/2012/04/omosessualita-cervello-ii.html?spref=fb
    http://acarrara.blogspot.com/2012/05/omosessualita-cervello-iii.html?spref=fb
    http://www.youtube.com/watch?v=BqVaaFR7tHA&feature=share
    http://www.youtube.com/watch?v=PpPWaue5WsQ&feature=youtu.be
    http://www.strategiepervincere.com/fe/13488-video-2-psicologia-robusta

    Con le nuove scienze le lobby gay, sanno d’aver finito di tenere sottomessi migliaia di ragazzi, nascondendo loro la verità per anni . Ora cercano con queste ultime pubblicazioni di zittire anche la scienza facendoci credere che siamo solo vittime del nostro cervello:
    http://brainfactor.it/index.php?option=com_content&view=article&id=673%3Anoi-siamo-il-nostro-cervello-un-libro-scomodo&catid=36%3Arecensioni&Itemid=3

    Mentre l’intero mondo scientifico sta inseguendo i neutrini nella direzione opposta, medici, psicologi, biologi, chimici, fisici…. OMOFOBI sono tutti coloro che vi vogliono vittime del cervello mentre la scienza ha dimostrato che ne siete creatori. Le pulsioni omosessuali non sono una scelta, quella di seguire i sogni cambiandole sì.

    • Andrea ha detto:

      “Con le nuove scienze le lobby gay, sanno d’aver finito di tenere sottomessi migliaia di ragazzi, nascondendo loro la verità per anni”

      Ma quali lobby gay che tengono sottomessi i ragazzi.. Questo è complottismo allo stato puro..

      Pur con tutti i buoni propositi, non puoi costringere nessuno ad avere incontri che non vuole avere, e se lui non ti dice di stare male (e lo fa senza nuoecere ad altri o alla societa’) non hai il diritto di voler sentir ascoltata la TUA interpretazione della SUA condizione.

      • Teofilo ha detto:

        Scrivila bene: non puoi costringere un bambino ad avere una figura genitoriale in meno! Un bambino ha DIRITTO ad avere un padre ed una madre! Qui la gente confonde l’adozione con la spesa al supermercato, senza capacitarsi della gravità della cosa…

  • Andrea ha detto:

    Qualcuno ha sottomano uno studio che dimostri che crescere in una famiglia omosessuale sia peggio che crescere in orfanotrofio?

    • Panthom ha detto:

      Questo confronto è sbagliato…è come chiedersi: “è meglio uccidere qualcuno affogandolo o sparandogli in testa?”. Sono entrambe azioni sbagliate e vanno evitate entrambe. C’è la coda di famiglie che vogliono adottare e la preoccupazione della società dovrebbe essere quella di velocizzare le pratiche di adozione, non certo trovare soluzione alternative deleterie.

      • Andrea ha detto:

        Perfetto, le famiglie in lista a parità di altri requisiti hanno la mia approvazione all’essere prioritizzate, ciò detto non voglio avere sulla coscienza nessun bambino cresciuto in orfanotrofio, per quanto mi riguarda: famiglia meglio di coppia gay a parità di altri requisiti, coppia gay meglio delle suore o altri operatori, a parità di altri requisiti…

        • Azaria ha detto:

          Caro Andrea, fai un errore di base, per adottare un bambino oggi ci sono code burocratiche che scoraggerebbero anche i più volenterosi (oltre ai controlli tecnici, ma quelli è giusto che restino per il bene del bambino).
          Quindi se mai la priorità sarebbe quella di eliminare la burocrazia nelle adozioni e quindi snellirne la pratica.
          A cosa serve dare la possibilità ad una coppia gay di adottare un bambino quando lo stesso potrebbe essere adottato da una Famiglia (e da notare la maiuscola, quindi per Famiglia non c’è bisogno di specificare altro) semplicemente eliminando tutte le macchinazioni burocratiche?

          Inoltre, sottomano non ho “uno studio che dimostri che crescere in una famiglia omosessuale sia peggio che crescere in orfanotrofio” come hai detto tu, ma non ho neanche “uno studio che dimostri che crescere in una famiglia omosessuale sia meglio che crescere in orfanotrofio”. Immagino il tuo intervento “è normale che sia meglio farli adottare da chiunque purché non restino in orfanotrofio” io ti rispondo che è un’opinione (su cui io semplicemente non mi esprimo) e che non è detto che sia vera, anche se a prima vista potrebbe sembrarlo.

          • Andrea ha detto:

            Va benissimo risolviamo i problemi burocratici, risolti quelli saresti ancora contrario al mio approccio?

            Crescere fuori da un istituto con persone che si vogliono bene è sempre meglio a mio avviso, pur con le priorità di cui abbiamo fin qui discusso. E ti dirò di più quando dico a parità di altri requisiti, intendo dire che vi sono condizioni a cui farei adottare un bambino ad una coppia gay, preferibilmente rispetto alla famiglia.

            Deve esserci un punteggio in cui sicuramente a parità d’altre condizioni il concetto padre-madre deve prevalere su padre-padre o madre-madre. Tuttavia ritengo che fattori come le condizioni socio-economiche (non intendo solo il patrimonio famigliare ma il contesto in cui il figlio crescerà) sono comunque rilevanti.

            il mio approccio è questo:
            stabiiti i criteri di giudizio extra-sessuali minimi (reddito o patrimonio, cultura etc) , ordiniamo tutte le coppie in base al sesso e poi in base a tali criteri, se ci saranno abbastanza coppie etero da soddisfare i nostri approcci saranno equivalenti.

            Piuttosto che venire a compromessi coi criteri minimi, o lasciare un bimbo in orfanotrofio, io lo do in adozione alla copppia gay; qualcun altro se la sente di unirsi a me, o risponderete come al solito che tanto il problema non si pone?

            Certo che è un’opinione.

            • Panthom ha detto:

              Anche un padre e una figlia se si amano si vogliono bene. Perché non ficcarci dentro un bambino anche lì? O magari quattro mamme e due papà…l’importante è che “si vogliano bene”, no? Oggi con il sentimentalismo si giustifica tutto mi apre.

              Tornando alla realtà: “l’argomento orfanotrofio”, tirato fuori ah hoc dalla lobby gay, è senza senso perché ad accogliere quei bambini ci sono tantissime coppie etero bloccate dalla burocrazia.

              Ps
              Nella tua classifica, dopo la coppia gay, dopo l’orfanotrofio, c’è la coppia di canguri, giusto? A parità di condizioni, ovviamente!!

              • Andrea ha detto:

                Non ce l’hai fatta a non rispondere alla mia domanda.

                non vi può essere parità di condizioni tra canguri e uomini, ma è chiaro che secondo te il salto tra gay e altre persone è di uguale entità, quindi il tuo ragionamento è, a suo modo, coerente.

                ma si dai, confidiamo nella de-burocratizzazione, tempo 40-50 nessun bambino avrà più problemi, cos’è questa attesa di fronte all’eternità?

                • Luca S. ha detto:

                  Sei troppo frettoloso, tanto da non voler neanche attendere gli studi sui bambini degli ultimi anni vissuti in famiglie gay. Sei sicuro di essere interessato realmente ai bambini che sono in orfanatrofio e non a far affermare l’ideologia gay?

                • Panthom ha detto:

                  Ho voluto semplicemente ironizzare sulle tue classifiche.

            • Azaria ha detto:

              Andrea, scusami per il papiro che ne uscirà ma la risposta qui è molto complessa.
              Innanzitutto correggerei la tua frase “vi sono condizioni a cui farei adottare un bambino ad una coppia gay, preferibilmente rispetto alla famiglia” con “ci sono coppie gay meno dannose di alcune famiglie nel caso di adozione”. Anche se si tratta di casi eccezionali (sia fra le coppie gay, sia fra le famiglie) ti posso anche dare ragione.

              Inoltre trovo inadatta anche un’altra tua frase “Crescere fuori da un istituto con persone che si vogliono bene è sempre meglio a mio avviso” per un semplice motivo, nel caso di coppie omosessuali, vista la breve durata media dei rapporti non puoi parlare di persone che “si vogliono bene” ma “che si stanno volendo bene”, in quel preciso istante, e che probabilmente fra 1 anno o 2 si separeranno e nuovo smacco per il bambino.

              Ancora una volta anticipo una tua eventuale risposta: rendere più ardui e sicuri i test sulla “durabilità” (non so se è corretto, ma il significato è sicuro chiaro) della coppia.

              A questo proposito risponderei con un semplice parere tecnico, che “la spesa non vale l’impresa”, ti spiego subito perché.
              Ammettiamo che si conceda alle coppie omosessuali di poter adottare bambini, tutte le coppie omosessuali che ne fanno richiesta dovranno passare i vari test compreso quello per la “durabilità” (come già fanno le famiglie) ma a differenza delle famiglie, pochissime coppie gay passerebbero questo test. Di contro, la coda di persone che vogliono fare il test si allungherebbe e quindi i tempi di attesa tecnici (non parlo di quelli burocratici) potrebbero scoraggiare altre famiglie all’adozione.

              In altre parole lo scenario sarebbe questo: il numero di bambini adottati resterebbe pressappoco costante, solo che parte dei bambini, anziché alle famiglie sarebbero concessi a coppie gay. In tutto questo, essendoci più persone a dover essere controllate ci sono spese extra che dobbiamo pagare noi contribuenti. Ora sia chiaro, se devo pagare di più per il bene del bambino mi sta benissimo, se devo sprecare i miei soldi e nessuno ne deve trarre vantaggio, non mi sta più bene. Aggiungendo anche che con questo processo alcuni bambini che altrimenti sarebbero stati affidati a famiglie ora sono affidati a coppie gay.

              In sintesi.
              -Il numero di bambini adottati cambierebbe di pochissimo (e non è detto che sia in meglio)
              -Alcuni dei bambini che attualmente vengono affidati a famiglie verranno affidati a coppie omosessuali (che già è una catastrofe)
              -Più tasse.

              Capisci perché sono comunque contrario?
              Ho solo cercato di guardare un po’ più in là del primo istinto che probabilmente ti darebbe anche ragione.

        • Panthom ha detto:

          Quanti ragionamenti inutili Andrea…a cosa servono? Dopo le coppie etero in coda ci sono i single…tuttavia tanta gente è cresciuta benissimo in orfanotrofio, ed oggi non sono certo quelli di una volta. Per quanto mi riguarda vorrei mille volte crescere in un orfanotrofio che con una coppia gay. Ma il punto non è questo, il punto è che questa discussione è completamente inutile.

      • Andrea ha detto:

        no è il tuo paragone ad essere sbagliato, in quanto non esiste il concetto di meglio da morti, invece sarebbe possibilissimo strutturare una test di valutazione delle conseguenze del contesto in cui si è cresciuti a cui sottoporre bambini che avessere fatto i due tipi d’esperienza di cui parlo.

    • lorenzo ha detto:

      Hai mai parlato con un bambino di un orfanatrofio?
      Quando sognano di aver una famiglia, i loro sogni sono un padre ed una madre, mai una persona singola, ne tantomeno due padri o due madri.
      PER FAVORE NON FARE LO SCIACALLO.

  • gemini ha detto:

    Positrone, Giovanni Paolo II il santissimo Santo Padre (perché la Chiesa la guida da lassù) ha detto nel 1986 “l’omosessualità come una tendenza verso un male morale intrinseco» e «un disordine oggettivo».” Nel suo libro Memoria e identità afferma che la spinta per il matrimonio gay potrebbe essere parte di «una nuova ideologia del male… che tenta di minare i diritti umani, contro la famiglia e le persone. Estratti di Wikipedia.
    E ancora (dicevi a Raffa, chi sono i potenti, leggi) Nel suo ultimo libro, Memoria e identità, nel capitolo riguardante il ruolo dei legislatori, il Papa parla di «pressioni» sul Parlamento Europeo per permettere il matrimonio omosessuale. Il papa scrisse a proposito della corrente ideologico-culturale che propugna la formalizzazione delle unioni omosessuali:«È legittimo e necessario chiederci se non sia parte di una nuova ideologia del male, forse più insidiosa e nascosta, che tenta di scagliare i diritti dell’uomo contro la famiglia e contro l’uomo».