«Sono cresciuto con genitori omosessuali, è stata una disgrazia»

Robert LopezIn Italia è recentemente uscito il libro di Dawn Stefanowicz, intitolato Fuori dal Buio, la mia vita con un padre gay” (edizioni Ares 2012), nel quale ha trovato il coraggio di raccontare la sua crescita con un padre omosessuale e a stretto contatto con la comunità LGBT di Toronto (Canada). Un’infanzia rovinata, «sono stata esposta a manifestazioni della sessualità di tutti i tipi […]non ho mai visto il valore delle differenze biologiche complementari tra uomini e donne […] la promiscuità mi sembrava la cosa più normale».

Ad inizio agosto Robert Lopez, docente di lingua inglese presso la California State University di Northridge, ha fatto “coming out” e ha a sua volta raccontato la sua infanzia: «crescere con genitori omosessuali è stato molto difficile, e non a causa di pregiudizi da parte dei vicini. Le persone della nostra comunità non sapevano bene cosa stava succedendo in casa»ha spiegato su “Public Discourse: Ethics, Law, and the Common Good”«I miei coetanei», ha continuato, «hanno imparato tutte le regole non scritte di comportamento e di linguaggio del corpo all’interno delle loro case, hanno capito quello che era il caso di dire e non dire in certi contesti, hanno imparato i meccanismi sociali tradizionalmente maschili e femminili.  Anche se i genitori dei miei coetanei erano divorziati, sono comunque cresciuti osservando modelli sociali maschili e femminili». Così, «ho avuto pochi spunti sociali da offrire a potenziali amici di sesso maschile o femminile, dal momento che non ero né sicuro né sensibile verso gli altri. Raramente ho fatto amicizia, e facilmente mi sono alienato dagli altri […]. Molti gay non si rendono conto di quale benedizione è essere allevato in una famiglia tradizionale».

Ancora oggi, ha continuato nel suo racconto Lopez, «ho pochissimi amici e spesso non capisco la gente a causa dei segnali di genere non detti che sono tutti intorno a me, i quali vengono dati per scontati anche dai gay allevati in famiglie tradizionali. Ho difficoltà nell’ambiente professionale, perché i colleghi mi trovano bizzarro»«Non avevo idea di come farmi attraente verso le ragazze», ha proseguito. «Sono stato subito etichettato come un emarginato a causa dei miei modi di fare da ragazzina, abiti divertenti e stravaganti». Arrivato al college Lopez è stato spinto a dichiararsi omosessuale, ma «quando ho detto di essere bisessuale non mi hanno creduto, affermando che non era pronto ad uscire allo scoperto come gay». Abbandonato il college, finalmente a 28 anni ha avuto una prima esperienza sentimentale con una donna.

Il docente universitario ha quindi citato e valorizzato lo studio sopra citato di Mark Regnerus, il quale -ha affermato Lopez- «merita fiducia e la tremenda comunità gay dovrebbe essere a lui grata piuttosto che cercare di farlo tacere». Regnerus ha fatto parlare i bambini cresciuti in relazioni omosessuali e «il movimento LGBT sta facendo tutto il possibile per fare in modo che nessuno li ascolti […]. Ringrazio Mark Regnerus perché il suo lavoro riconosce ciò che il movimento attivista gay ha cercato faticosamente di cancellare, o almeno ignorare […]. I figli di coppie dello stesso sesso hanno una strada difficile davanti a loro, lo so, perché lo sono stato anch’io. L’ultima cosa che dobbiamo fare è di farli sentire in colpa se la tensione arriva a loro e se si sentono strani. Dobbiamo loro, come minimo, una dose di onestàGrazie, Marco Regnerus, per aver trovato il tempo di ascoltare».

Oggi Lopez è un padre e, racconta, «ho messo da parte il mio passato omosessuale e giurato di non divorziare da mia moglie o di andare con un’altra persona, uomo o donna, prima di morire. Ho scelto questo impegno, al fine di proteggere i miei figli da un dramma dannoso, che rimarrà anche quando cresceranno e diventeranno adulti».

Ricordiamo che la rivista scientifica “Social Science Research” ha pubblicato nel giugno scorso due studi sulle problematiche dei bambini cresciuti all’interno di una relazione omosessuale. Il primo è quello del sociologo dell’Università del Texas, Mark Regnerus, basato sul più grande campione rappresentativo casuale a livello nazionale, il quale ha intervistato direttamente i “figli” (ormai cresciuti) di genitori omosessuali, dimostrando un significativo aumento del tasso di malessere esistenziale. Il secondo studio è stato realizzato da Loren Marks, nel quale è stata confutata la posizione (politica) dell’American Psychological Association (APA), secondo la quale i figli di genitori gay o lesbiche non sarebbero svantaggiati rispetto a quelli di coppie eteorsessuali, analizzando i 59 studi a sostegno di tale tesi, dimostrandone la scarsa rilevanza scientifica.

Un gruppo di 18 scienziati e docenti universitari ha pubblicato un comunicato sul sito della “Baylor University” sostenendo e approvando l’attendibilità statistica e metodologica dello studio maggiormente criticato dalla lobby gay, ovvero quello di Regnerus. Ad essi si è aggiunto lo psichiatra americano Keith Russell Ablow, collaboratore del ”New York Times” e di Fox News. Poco tempo dopo un terzo studio in peer-review, realizzato da Daniel Potter dell’American Institutes for Research e pubblicato sul “Journal of Marriage and Family”, si è a sua volta concentrato sui bambini cresciuti all’interno di relazioni dello stesso sesso, paragonandoli a quelli cresciuti con genitori di sesso opposto. Ha concluso che «i bambini cresciuti in famiglie tradizionali (vale a dire, con i due genitori biologici sposati) tendono a fare meglio dei loro coetanei cresciuti in famiglie non tradizionali», poiché nei test a loro sottoposti, «i bambini cresciuti da famiglie dello stesso sesso hanno riscontrato un punteggio più basso rispetto ai loro coetanei cresciuti in famiglie biologiche e sposate». 

La redazione

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60 commenti a «Sono cresciuto con genitori omosessuali, è stata una disgrazia»

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  1. andrea ha detto

    Un appunto: i gay la smenano con l’omofobia.
    Ora, lungi da me nascondere effettive persecuzioni inaccettabili che gli omosex hanno subito nel corso dei secoli (fino alle camere a gas dei nazi), ma vorrei sottolineare che il termine “omofobia”, cioè “paura dell’omosessualità” è un’invenzione che si sono dati loro per disprezzare chi non li giustifica.
    In breve: ma perchè non parlano invece della loro paura delle donne?
    Perchè non mettono in evidenza che hanno paura di affrontare “l’altra da sè”, l’alterità in cui c’è la complementarità?

    Non c’è OMS che tenga: l’omosessualità è una nevrosi.

    Ma se vogliono fare passare la loro condizione per ‘normale’, saranno sempre patetici.
    E che arrivino a pretendere di adottare….che pena.

    • alessandro pendesini ha detto in risposta a andrea

      ….l’omosessualità è una nevrosi….
      @Andrea
      Posso chiederle da quando l’omosessualità è considerata una « nevrosi » e chi la definisce tale ?
      Su quale base di riferimento -neurobiologico/psicologico- appoggia la sua affermazione ? Grazie per la risposta.
      P.S. Per sua informazione non sono omosessuale e non milito pro o contro l’omosessualità !

      • Salvatore ha detto in risposta a alessandro pendesini

        Sono d’accordo con le intenzioni di Alessandro nel richiamare ad evitare di definire l’omosessualità quel che ci pare e piace, sopratutto entrando in ambiti medici. Altrimenti si fa lo stesso errore di Lyon, Antonio72 e Andrea Ateista che nell’altro articolo pensano di insegnare ai neurologi cosa sia lo stato vegetativo.

      • Leon ha detto in risposta a alessandro pendesini

        Posso chirederle chi ha stabilito la psicologia come una sceinza esatta?

        Perchè io a monte di tutti concetti di omofobia,razzismi ideologie,mi trovo tantissime discussioni di: intelletuali di filosofi,scienziati,e psicologi stessi che non sono d’accordo con il deffinirla scienza. Dovrebbero sapere che la psicologia non ha basi empiriche come la fisica,la chimica ecc,e mi domando come possa rappresentarsi come “criterio di normalita intelletiva sociale scientifica senza supporto basi empiriche.Sarebbe come dire che la religione è scientifica,ma la religione non è scientifica,come non lo è la psicologia.

        Il palese tentativo di riportarla a scienza empirica con le “neuro”- “scienze” è spesso inconcludente partendo per es dagli assiomi dell’IA.

    • Chissenefrega ha detto in risposta a andrea

      Perchè non mettono in evidenza che hanno paura di affrontare “l’altra da sè”

      E’ risaputo che i più fieri avversari degli omossessuali sono quegli eterosessuali che non riescono ad accettare le pulsioni omosessuali che sono presenti nella psiche di qualsiasi persona. Per cui, prima di fare il predicozzo agli altri, sarà meglio che affrontino loro una terapia “riparativa” che li aiuti a riconoscere meglio se stessi, il che comporterà meno fanatismo e maggiore tolleranza e rispetto verso i “diversi”.

      • Norberto ha detto in risposta a Chissenefrega

        Io sono contro le nozze omosessuali, sono invece favorevole come tutti i cattolici al diritto di queste persone nell’avvalersi del loro libero arbitrio…si comportino sessualmente come credono. Altra cosa sono invece le richieste di riconoscimento statale della coppia e la richiesta di adozione…inutile fare il giochino sciocco che chi è contrario all’adozione da parte dei gay è contrario all’esistenza stessa dei gay.

        • Max ha detto in risposta a Norberto

          “inutile fare il giochino sciocco che chi è contrario all’adozione da parte dei gay è contrario all’esistenza stessa dei gay.”

          Esatto.

      • Leonardo ha detto in risposta a Chissenefrega

        Il tuo commento è ottuso e ricalca perfettamente la supponenza gay di pretendere di sapere esattamente che ci ti sta di fronte è solo una gay represso, etc…

        Ma sul serio, pensi davvero a ciò che hai scritto?
        È risaputo da chi? Lo sai te?

        Cosa nei sai te di cosa succede sotto le lenzuola dei più fieri avversari?

        Ti piace credere nell’illusione che possano esistere gay fieri, ovviamente da ritrovare nelle fila nemiche, perchè tra quelle amiche, la fierezza scarseggia?

        No, davvero, da dove deriva la tua certezza? E anche se fosse, non trovi che sia una violenza vera e propria, quasi intollerabile, fare coming out al posto dei soggetti in questione?

        • Piero ha detto in risposta a Leonardo

          E pensare che continuano a dileggiare l’aforisma di Chesterton, quello secondo cui non e’ vero che gli atei non credono a nulla, ma credono a tutto
          E hanno ancora il coraggio di parlare?

          • Piero ha detto in risposta a Chissenefrega

            AAhhhhh, la cara vecchia “Stanza 101″… potevi dirlo subito…
            un’altra tessera del puzzle che si mette al posto giusto…
            Che bel quadretto che ne sta uscendo fuori…

            • Chissenefrega ha detto in risposta a Piero

              E’ ovvio che essendo ateo sono anche ritardato mentale,ma, credimi, la tua risposta non ha un senso. Ma forse non è una risposta a me, quanto piuttosto una battutina rivolta alla claque di fanatici che ti circondano in questo sito, gli unici forse in grado di capire il tuo umorismo “da salesiani”, come si diceva ai miei tempi.

              • Piero ha detto in risposta a Chissenefrega

                Essere ritardati mentali non e’ necessario per essere atei, pero’ aiuta! 😀

                Perche’ non avrebbe un senso? Ah gia’ per te niente ha un senso: sei li’ ad aspettare che arrivi la morte, e con essa il nulla.
                Quanto alla claque di fanatici, basta vedere chi e’ accorso in massa a darsi manforte a vicenda “Bravo tizio! sono d’accordo con te!” “Grazie caio ma che ci parli a fare con questi trogloditi?”
                Vediamo se con questa invece capisci:
                C’e’ un tale che, in macchina, ascolta la radio:
                “Attenzione! A tutti gli automobilisti: sull’autostrada Axx c’e’ un PAZZO che guida contromano!”
                e lui: ” Uno solo??? Ma ce ne sono migliaia!!!”

              • Roberto crociera ha detto in risposta a Chissenefrega

                chissenefrega ma prima di sparare baggggggianate una piccola ricerca sul web ti poteva aiutare:

                http://it.wikipedia.org/wiki/Stanza_101

                che si riferisca a questo?

                by la claque

          • Francesco Santoni ha detto in risposta a Chissenefrega

            Le dichiarazioni di Gian Luigi Gessa nell’articolo linkato da Chissenefrega fanno capire fino a quale stato di confusione può condurre l’ideologia.

            Gessa dice: “L’iscrizione al genere maschile avviene attraverso un ormone derivato dal testosterone che si produce nel feto. Dunque non c’è preghiera, farmaco, psicoterapia che possa modificare l’orientamento sessuale. Il nostro cervello, se non fosse per via degli ormoni, sarebbe femmina.”

            Ora da questo, per semplice logica, se ne deduce che le lesbiche non esistono. E’ d’accordo Gessa su questo? Molto probabilmente no, ma allora significa che la sua spiegazione dell’origine dell’omosessualità è campata per aria.

            Inoltre non c’è bisogno di essere laureati in medicina per sapere che è una sciocchezza dire che “l’iscrizione al genere maschile avviene attraverso un ormone derivato dal testosterone che si produce nel feto”.

            Il genere infatti è già definito a priori, a livello genetico. Il feto sviluppa prima delle forme femminili, ma è già determinato ad esser maschio. Qualcuno spieghi a Gessa che in linea generale l’espressione di vari geni si attiva e disattiva in tempi diversi, ecco perché prima si manifestano delle forme femminili che poi però diventano maschili; ma se un feto sia maschio o femmina è già determinato al momento del concepimento.

            • Piero ha detto in risposta a Francesco Santoni

              fonte: Wikipedia

              Gian Luigi Gessa è a capo del CICAP Sardegna

              Nel 2004 scende in politica al fianco di Renato Soru

              Basta questo per definire il tipo…

            • Francesco Santoni ha detto in risposta a Francesco Santoni

              Vediamo ancora come Gessa manchi di logica.
              Lui dice che l’omosessualità sarebbe dovuta ad un permanere del “cervello femminile” nonostante l’azione di un ormone che porta allo sviluppo dei caratteri sessuali maschili.

              Ma consideriamo allora l’ermafroditismo che è lo sviluppo di caratteri sessuali femminili in un feto che dovrebbe esser maschio e viceversa.

              Perché allora l’ermafroditismo è considerato una malattia mentre, assumendo valida la spiegazione di Gessa sulla sua origine, l’omosessualità no? Ecco che Gessa dimostra così di rinunciare addirittura al principio di non contraddizione pur di sostenere le sue tesi ideologiche.

  2. Daniele ha detto

    E pensare che c’è perfino un sito (www.famigliearcobaleno.org) dedicato alle famiglie con genitori omosessuali.

    • Laura ha detto in risposta a Daniele

      Poveri bambini….fra vent’anni gli psicologi avranno da fare gli straordinari.

      • Piero ha detto in risposta a Laura

        E’ anche colpa loro, perche’ non si sono opposti in modo “compatto” a queste aberrazioni, solo per non essere tacciati di “omofobia” ed essersi calati le braghe al politicamente corretto.

  3. alessandro pendesini ha detto

    Non milito contro l’adozione per le coppie omosessuali poiché non considero il sesso un criterio obiettivo determinante dell’educazione.
    Una sana educazione non dipende dal sesso degli educatori/genitori homo o eterosessuali, ma bensi del loro grado di cultura e esperienza pedagogica/psicologica acquisita !
    Il problema maggiore in questo caso potrebbe riscontrarsi al di fuori della famiglia ; quando il bambino da circa quattro anni in poi entra in sinergia col mondo parascolastico e scolastico ; quando è vittima dell’omofobia o discriminazione di certi « adulti » ! ; quando i suoi compagni gli fanno presente (sovente con una certa dose di narcisismo primario) che non capiscono come mai abbia due papà o mamme !! E’ ovvio che a questa età (a volte fino ben oltre la pubetà) il bambino non è in grado di capire i veri motivi della situazione nella quale si trova, e di qua possono emergere tensioni psicologiche che possono, in certi casi, dare spunto a squilibri mentali tutt’altro che insignificanti ! Non va inoltre trascurato il fenomeno societario relativo all’identificazione del bambino verso i rispettivi genitori (conforme al nostro tipo relazionale occidentale), questo potrebbe essere un altro elemento che potrebbe generare un malessere personale (stress, angoscia etc.) o una qualsiasi forma di squilibrio mentale.
    Non escludo comunque che dei genitori homo possano ottenere risultati soddisfacenti correlati alla personalità del figlio adottivo ; ed in certi casi ben al dilà di cio’ che molto spesso si vede (purtroppo) in certe famiglie etero considerate « normali »…

    • Antonella ha detto in risposta a alessandro pendesini

      @alessandro
      vorrei invitarla ad immaginare di essere figlio di due uomini. Guarda la sua “mamma” e vede un essere barbuto, idem per il suo babbo. Come si sente? Vede, l’educazione non è solo un dettare la norma, ma è un trasmettere un comportamento, maschile e femminile. Vogliamo buttare tutto nella confusione? Avremo una generazione che non sa più chi è.

    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a alessandro pendesini

      Una sana educazione ha bisogno di un riflettersi tra equilibri maschili e femminili e non certo nel grado di cultura pedagogica. I figli dei contadini analfabeti di 100 anni fa sono cresciuti molto più sanamente dei figli degli psicologi di oggi.

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Fabio Moraldi

        @Fabio Moraldi
        Cos’è che le permette di affermare che « i figli dei contadini analfabeti di 100 anni fa sono cresciuti molto più sanamente dei figli degli psicologi di oggi » ? Quali sarebbero i referenziali -o studi universitari- su cui basa la sua affermazione ? Inoltre posso chiederle con quali criteri definisce una persona « sana »; e quali sarebbero i limiti oltre i quali una persona non puo’ più essere considerata « sana » ? Grazie per la risposta

        • Roberto crociera ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Non c’è bisogno di studi ma solo di buonseso :p dal punto di vista umano ho imparato di più da mio nonno e dai suoi compagni, agricoltori con la 3 media che da tutti i laureati e plurilaureati di questo mondo.

        • Fabio Moraldi ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Ad esempio è sufficiente notare come in questi ultimi anni siano esponenzialmente aumentati i consumi di antidepressivi, suicidi, psicofarmaci, malattie mentali, solitudine e sedute da psichiatri. Al contrario, è lei che deve dimostrare che i figli degli psicologo e dei pedagogici siano “migliori” dei figli di tutte le altre figure professionali e non…a lei sta l’onere della prova.

          Potrebbe dimostrare che “Una sana educazione non dipende dal sesso degli educatori/genitori homo o eterosessuali, ma bensi del loro grado di cultura e esperienza pedagogica/psicologica acquisita”. Questa è una sua affermazione ma io ho bisogno di uno studio scientifico che lo dimostri.
          Grazie per la risposta.

    • Leon ha detto in risposta a alessandro pendesini

      E ritornano con l’omofobia.

      Ho chiesto “chi ha dato alla psicologia il diritto di ergersi a scienza?”

      Non è ovvio afatto.Infatti cosa sosteneva Freud nei confronti dell’omossesualità,e oggi cosa sostiene la psicoanlisi nei confronti dell’omossesualità?L’omofobia.

      Dunque Freud oggi sarebbe omofobo.

      Ed ovvio che la psicologia non ha basi scientifiche.Solo per questo picolissimo esempio,perchè la contraddizioni tra “campo reale” e campo psicologico,possono essere cosi grandi tanto da prendere il concetto di “normalità” dalla psicanalisi e modificarlo arbitrariamente.

      Chi decide cosa è, e cosa non è normale?

      • Leon ha detto in risposta a Leon

        “I filosofi hanno fatto la psicologia, i filosofi possono farla a pezzi quando vogliono.”

  4. alessandro pendesini ha detto

    @Antonella
    Considero molto pertinente la sua obiezione ! Infatti sarei molto severo se dovessi cooperare per il regolamento relativo all’adozione a coppie omosessuali ! Ma non posso, a priori, ritenere che l’educazione ma anche l’affetto ecc… possa essere un’esclusività delle coppie etero !

    N.B. Da una seria statistica ufficiale Europea « Agenzia per i Diritti Fondamentali » risulta che oltre 4 milioni di persone omosessuali vengono biasimate, insultate, aggredite ed a volte uccise da omofofi ! Questa intolleranza o discriminazione genera nell’omosessuale malattie psicosomatiche tra le quali diverse forme di depressione, ma anche causa di oltre 30% di suicidi principalmente adolenziali ! Da questa statistica risulta che l’Italia possiede, sotto profilo socio-politico ed istituzionale, il maggior tasso d’omofobi dell’Unione Europea ! Vorrei inoltre insistere sul fatto che la paura o terrore di essere considerati omosessuali o bi-sessuali e riconosciuti tali- incita certi « eterosessuali » a reagire negativamente -cioè aggressivamente- contro qualsiasi forma d’omosessualità affinchè nessun dubbio possa apparire nei loro confronti ! Gli annali della psichiatria sono pieni di questi esempi….
    –Antonella, cosa ne pensa dei risultati di queste statistiche, ma anche di omosessuali e bi-sessuali che si « spacciano » per etero ?

    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a alessandro pendesini

      La statistica è basata su autodichiarazioni degli stessi omosessuali, dunque è ben poco attendibile.

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Fabio Moraldi

        @Fabio Moraldi :
        Spiacente di doverle comunicare che questi dati NON provvengono da « autodichiarazioni degli stessi omosessuali » come lei sostiene, ma dalla FRA : Diritti Fondamentali dell’Unione Europea del 2009 !!!

        • Leon ha detto in risposta a alessandro pendesini

          La prego di non fare come al solito certi utenti,di usare il maiuscolo per ribadire “slogan” e non concetti razionali.

          Quello che qua le si stà dicendo,e le è stato detto, è che:

          Un conto è parlare di omofobia un conto è parlare di famiglia civile.

          L’omofobia può essere tutelata,come un comportamento irrazionale o pulsione psicologica,non come diritto alla famiglia e all’adozione.

          L’omossesualità non è un fatto naturale,e sono gli stessi omossesuali ad aver voluto,o meglio “tentato goffamente”,di renderla un fatto naturale.
          Non è così.

          L’omossusalità come tutte le condizioni sessuali è reversibile.E’ reversibile come lo è l’etrossualità,la pedofilia,l’assesualità (individui che non sentono di avere bisogno di rapporti sessuali).Proprio perchè tale condizioni sono reversibili è alleatorio considerarle come “fobie”.

          “Ideologia della discriminazione”:nessuno qua stà sostenendo che un omossesuale debba essere descriminato.Ma nemmeno che possa eguagliarsi a altre condizioni sessuali,come non può farlo empiricamente un’eterossesuale.Dunque in cosa consiste un’idonea tutela dell’omossesualità?,in maniera razionale,tolte le ideologie.Consiste non in una utopica uguaglianza con l’eterossualità,ma bensi in un “rispetto reciproco della diversità”.”Rispetto della diversità” cosi come un’omossessuale considera “diverso” dalla sua soggettività un assessuale o un eterossessuale,deve comprendere che non può essere uguale a un eterossusale,non devrebbe andare dagli eterossesuali è chidere che lo considerino uguale,ma bensì che lo rispettino per la sua diversità.Concetti completamente differenti,perchè richiedono un’educazione al rispetto della diversità piutosto che quello di un’utopica uguaglianza.

          Chi è l’omofobo?Chi genera violenza di fatto contro un’omossesuale,il fatto che molti laici non considerirono il diritto al matrimonio o all’adozione,non significa che siano omofobi.Cosi come un’omossessuale,che non rivendica tali diritti,e ci sono anche quelli,non significa che sia un “omofobo verso se stesso”.

          Non si può considerare una fobia quella che vede un diritto di espressione di dissenso rispetto al concetto di famiglia.E alleatorio e inutile,funziona soltanto chi ha fatto della propria cultura la televisione.

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Leon

            ….L’omosessualità come tutte le condizioni sessuali è reversibile. E reversibile come lo è l’etrossualità, la pedofilia, l’asessualità…Proprio perchè tale condizioni sono reversibili è alleatorio considerarle come fobie….Leon DIXIT !
            @Leon
            Mi tolga la soddisfazione : quali sarebbero le Università o Accademie di medicina (degne di questo nome) che accertano o insegnano cio’ che lei scrive ??? Per sua infirmazione sappia che l’omosessualità, pedofilia o asessualità NON SONO FOBIE ! Solo eccezionalmente possono essere reversibili, senza perdere di vista che l’eccezione NON è la regola ma la conferma.
            Per contro posso confermarle che da seri studi universitari risulta che oltre il 30% delle persone (italiane comprese) sono potenzialmente bisessuali ! Da meditare….. Bien à vous.

            • lorenz ha detto in risposta a alessandro pendesini

              L’eccezione è la conferma della regola?! Ma dove? Per carità non parliamo con i proverbi fingendo di fare discorsi seri. Se c’è gente che dall’omosessualità è passata all’eterosessualità, vuol dire che è possibile farlo.
              E cosa si intende per “potenzialmente bisex”? Spero che soldi per ricerche sciocche come questa non siano stati spesi in Italia o con fondi di ricerca pubblica…lo spero veramente

            • Leon ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Lo so che non lo sono, e dunque, perchè l’omossesualità si?

              Sono tutte reversibili,infatti l’eterossessuale può diventare omossessuale,o assessuale,o pedofilo ,anche il contrario in questo è reversibile.

              Lo so che non lo sono:

              Infatti ho scritto razionalemente sono reversibili,dunque comportamentali,se sono comportamentali sono legati ai valori morali soggettivi,e dunque in ultima analisi ai valori morali anche ai valori culturali,ergo non sono fobie.

              Ora una legge morale soggettiva ha sempre un in sè naturale.

              Penso non sia il caso di citare gli infiniti esempi del mondo secondo un canone induttivista.Ma razionalmente domandarsi cosa induce questa reversibilità?Un’ateggiamento naturale?Un’ateggiamento di diritto?Un’aspetto psicologico?

              No semplicemente un’aspetto culturale oggettivo e di massa.La quantità sessualità viene decisa dagli X valori morali in quella civiltà e in quella epoca e in quel contesto storico.Salvo avallare il determinismo genetico fino 800 che non esiste se non in un canone scientista.

              Grazie per l’informazione infatti non ci sarei arrivato senza uno studio statistico scientista,infatti lo sò che la bissesualità e preponderante sull’omossesualità,poichè l’omossesualità naturale non esiste,salve metodi usati nell’anrchismo metodologico di Fayereband sono dati ascentifici,mentre l’omossesualità in natura,rappresenta solo il fenomeno della bissessualità,mai della sola omossesualità.

              In realtà infatti si può ridurre l’aspetto dell’omossesualità nei rapporti sociali di un gruppo,non come un’spetto evolutivo,tipo selezione genetica antagonista.

              Ma infatti l’omossesualità,se queste sono le sue ragioni,è un’eccezione alla regola.

              Qual’è la regola?Tale che si possa dare sudetta deffinizione “regola”.Qual’è la regola evolutiva degli ateggiamenti sessuali?

              “Nessuna infatti la Filosofia è quella che le comanda tutte.”

              • Leon ha detto in risposta a Leon

                Oppure ovviamente dovrebbe dirmi cosa sia un’indagine statistica,infatti posso affermare in egual misura che gli orientamenti eterossessuali,sovrastano di gran lunga quelli bissessuali,dalle mie parti,mantenedo pur ferma la congettura del 30%,mi devono spiegare il rimanente 70%.(sicuro che è di più altrimenti la popolazione mondiale non si accrescerebbe affatto)

                Fino ad arrivarmi a spiegare

                a)cosa è un’ipotesi scientifica,che grado di razionalità può avere sul campo reale.
                b)Se esistano effettivamente ipotesi basati su soli dati empirici.
                c)Come deve essere trattato il dato empirico in analisi.
                d)Con che criteri.
                f)cosa si intende con un metodo che si basi sulla sola statistica.

                ecc ecc ecc

                • Leon ha detto in risposta a Leon

                  Oltre la scienza:

                  E’ cultura affidare il proprio pensiero e la propria ragione all’apellattivo è una “ricerca scientifica” se tale ricerca rispetta solo parzialmente il metodo della scienza stessa?

                  Qual’è il grado verità e falsità che si può dare agli assiomi della psicologia.In che senso uno psicologo può parlare del “subconscio” cosa è il subsconscio è un’idea astratta o una sostanza reale?

                  Se è una sostanza reale perchè non è possibile indgarla scientificamente?Ovviamente no, perchè non è reale è una locuzione inesistente empiricamente,e dunque come può avere la psicologia basi reali e empiriche?

                  “Pensare,ragionare,comprendere è profondamente diverso da lasciarsi ideologizzare.E un aspirazione personale,è la vita umana,non lasciare mai il tuo pensiero a chi tenta ideologizzarti,non farlo mai per te stesso e rispetto di te medesimo,e anche per chi verrà nel futuro,non lasciare che i tuoi figli siano schiavi di ideologie vuote e vane.Guarda in faccia alla storia,senza remore nè rimosrsi, e guarda quante volte l’umanità ha pagato caro l’aver venduto il pensiero a qualche ideologia.(Il mio professore di lettere del liceo)”

        • Fabio Moraldi ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Ma non dipende da chi abbia realizzato lo studio, ma in che modo sia stato scelto il campione e come si siano prodotti i risultati. Ovviamente intervistanto 10,100,1000 gay e chiedendo loro se avevano subito discriminazioni..si compila la tabella ed ecco spuntare il tasso di omofobia.

    • Roberto crociera ha detto in risposta a alessandro pendesini

      perdonatemi ma analizziamo meglio la cosa e cerchiamo di capire da cosa deriva questa derisione o avversione, andiamo a vedere come si comportano generalmente gli omosessuali in pubblico, come si vestono, come si comportano, come parlano in generale come vogliono apparire, troppi ricorprono la macchietta dell’omosessuale (gli altri, purtroppo pochi invece disdegnano la macchietta e si vestono e comportano normalmente senza sentire l’esigenza di apparire), magari è per questo che vengono derisi e non per la loro identità sessuale, ovviamente tutto IMO.

      Poi per carità dipende da caso a caso nè

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Roberto crociera

        Sono d’accordo con Lei : in pubblico dovrebbero comportarsi in modo più discreto e meno provocatorio ! Anche se ritengo che molti tra loro sono relativamente discreti e rispettosi; quest’ultimi devono essere esclusi da qualsiasi critica omofoba.

        • Roberto crociera ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Anche se ritengo che molti tra loro sono relativamente discreti e rispettosi; quest’ultimi devono essere esclusi da qualsiasi critica omofoba.
          Concordo, ognuno è libero di fare quel che vuole nel limite della legge e della decenza e non deve essere discriminato in alcun modo, Ami una persona dello stesso sesso, liberissimo di farlo.

          Non mi ritengo omofobo, non sono a favore del matrimonio omo ne all’adozione per le coppie omo ma non è un fatto religioso o di bigottismo ma proprio un ragionamento laico che non approfondisco poichè superfluo, devo per questo essere definito omofobo? Non credo, ma vengo definito così sempre, bah brain washing a gogo.

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Roberto crociera

            @Roberto crociera :
            Ritengo che se Lei non risente dell’odio, avversione, ostilità, o paura irrazionale nei confronti dell’omosessualità non ci sono ragioni per considerarsi -o essere considerato- omofobo !

            • Roberto crociera ha detto in risposta a alessandro pendesini

              gentile sig. Alessandro concordo con lei, io infatti non mi ritengo omofobo, non ho odio, risentimento ostilità e quant’altro, però quando dico che sono sfavorevole alle richieste di “presunti diritti” degli omosessuali vengo tacciato di essere un bigotto omofobo. è questo l’atteggiamento, io e te siamo in disaccordo? ti scredito e così scredito la tua opinione :/

        • Azaria ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Alessandro, come ha già accennato lei, analizziamo le cose in maniera logica, ma (aggiungo io) mettiamo insieme tutti i tasselli prima.

          Da una parte alcuni omosessuali vengono perseguitati.
          Dall’altra gli stessi (ignoro le percentuali) si dedicano con tutte le loro forze ad incrementare quanto più possibile l’odio verso tutto il mondo omosessuale.

          Consideriamo ora un altro tassello:
          https://www.uccronline.it/2011/11/24/perche-il-disagio-degli-omosessuali-aumenta-anche-nelle-societa-gay-friendly/
          Quindi, a meno di confutare l’articolo i disagi possono anche essere aiutati dalle discriminazioni (discriminazioni, non omofobia perché di fobia non si tratta) ma di base è di per se o 1) in un tassello dello stile di vita che i gay acquisiscono o 2) nello stile di vita nella sua totalità o 2) ancora nella stessa natura che si oppone all’omosessualità con un qualche meccanismo magari a noi ancora ignoto (credo che tutte e tre le ipotesi, allo stato attuale delle conoscenze, possa essere presa con la stessa probabilità).

          Inoltre è stato fatto notare che gli omosessuali sono più esposti al contagio di malattie sessualmente trasmissibili, non vedo come questo possa essere influenzato dall’intolleranza.

          Altra cosa in cui non vedo molta dipendenza dalla discriminazione: in genere le coppie omosessuali hanno molti più “compagni sessuali” con una definizione pressappoco inesistente di “fedeltà” o di “rapporto stabile”. Naturalmente ho scritto in genere, il che significa che le eccezioni non fanno testo in questo particolare discorso.

          Quindi ammettiamo che in un futuro ipotetico la discriminazione verso gli omosessuali dovesse svanire (purtroppo utopia, e non perché è discriminazione verso gli omosessuali, ma perché è discriminazione E BASTA).
          Visto che fra i fattori di disagio per gli omosessuali non tutti possono essere relazionati alle discriminazioni e fra quelli che possono essere relazionati alle discriminazioni nessuno è dipendente solo dalle discriminazioni, tutti i disagi resterebbero. Magari con quelli che è possibile relazionare alle discriminazioni diminuiscono di incidenza, ma nessuno svanirebbe del tutto ed alcuni disagi non perderebbero minimamente di incidenza.

          Ora che tutti i tasselli sono messi insieme, torniamo all’argomento principale: le adozioni da parte di non famiglie (singoli, coppie omosessuali, ed in un futuro non troppo lontano forse anche gruppi). I bambini non vedendo la differenza fra uomo e donna (e lo si vede principalmente nella famiglia). Quindi:
          1) Più probabilità di confondere i sessi
          2) Più difficoltà a capire il proprio corpo
          3) Più difficoltà a relazionarsi con l’altro sesso (diciamocelo, i cromosomi XX e XY non agiscono solo sulla forma dei genitali o del corpo, siamo profondamente diversi anche dal punto di vista muscolare, scheletrico e mentale, e non so quante altre differenze abbiamo)
          4) Più probabilità di diventare omosessuali ed “ereditare” i disturbi di cui sopra (non dovuti alla discriminazione perché siamo, per ipotesi, nel mondo utopico)

          Naturalmente in tutti i punti, sottolineo, c’è la differenza di probabilità, non la certezza.

          A questo si può solo aggiungere il problema della discriminazione (che in quanto tale va combattuta, perché discriminazione in genere e NON perché discriminazione verso gli omosessuali) ma, appunto, è solo un’aggiunta, non so quanto influente.

          Inoltre, lasciando perdere tutti gli ideali e le ideologie e posiamo i piedi per terra (ma stavolta piedi di piombo) e guardiamo la questione delle adozioni da parte di famiglie (e sottolineo famiglie, non c’è bisogno che aggiunga altro).
          Attualmente ci sono interminabili liste di attesa, burocrazia infinita e tempi tecnici (questi ultimi, purtroppo, non tanto facilmente riducibili) che scoraggiano varie famiglie.
          E’ chiaro che i bambini soffrono quando la loro “stabilità familiare” viene meno (divorzi, separazioni, ecc.) quindi uno dei criteri sull’adozione sarebbe quello di capire quante probabilità ha la coppia di separarsi, visto che nelle coppie omosessuali tale probabilità è alta, molte coppie sarebbero escluse “d’ufficio” da un’adozione.
          Qui immagino la tua opposizione (apparentemente più che giusta) che comunque le coppie omosessuali dovrebbero sottoporsi allo stesso test per controllarne la probabilità che tali coppie durino.
          Bene, tenendo conto che tali coppie in genere non durano e che quindi non passerebbero tale test, tenendo conto che comunque tale test deve essere fatto (altrimenti come si fa a capire se dureranno o no?) la coda per le coppie che fanno questo test si allungherebbe allungando i tempi tecnici, convincendo magari altre famiglie (oltre a quelle che già oggi lo fanno) a desistere.
          In sintesi molte coppie omosessuali fanno il test per la probabilità che durino, poche lo passano, famiglie si ritrovano con tempi tecnici allungati ed alcune rinunciano all’adozione.
          Risultato? Il numero di bambini adottato forse diminuirebbe invece di aumentare, e parte dei bimbi adottati andrebbe alle coppie omosessuali con i disagi descritti sopra.

          Spero il papiro sia stato chiaro e non troppo noioso.
          Azaria.

  5. Max ha detto

    L’ostilita’ verso la persona diversa, che a volte sfocia anche in aggressivita’ fisica, sciaguratamente c’e’ e dovra’ essere stigmatizzata e punita.

    Per decenni ci hanno detto che i bambini hanno bisogno di una figura femminile ed una maschile, complementari e diverse. E sono d’accordo (come tanti altri, anche non credenti), nonostante certe madri e certi padri. Ora ci vengono a dire che bastano due adulti (perche’ due poi?) che si amino. Per quanto mi riguarda, due mamme non potranno fare un babbo, ne’ due uomini potranno fare una mamma, non importa quanto affetto vi sia.

    • Roberto crociera ha detto in risposta a Max

      non siamo così lontani dalla monogenitorialità, basti vedere le proposte cecchi paoniane o quello che succede in America, sono una 40 enne single? voglio un figlio? pago e via sono mamma, fa niente se abbandonerò mio figlio alla baby sitter perchè lavoro e ho mille impegni, se voglio una cosa la faccio tanto a pagare sarà solo mio figlio che avrà grosse lacune affettive e di figure genitoriali 😉

      • Azaria ha detto in risposta a Roberto crociera

        Ottima analisi Roberto, ma non ti rendi conto di quanto lo scenario che hai portato alla luce sia negativo?
        Il fatto che ci sia già questa situazione abbastanza marcia (o che si stia configurando, come dici tu) non è una giustificazione a regalare altri bambini ai capricci stupidi di adulti cresciuti solo all’anagrafe.

        P.S.: Se le coppie omosessuali o i singoli possono adottare, cosa vieta di farlo ai gruppi? Basta che ci sia affetto nel gruppo di adulti, no? Qui si scende ancora di gradino, ma arrivati ormai al fondo abbiamo iniziato a scavare da parecchio.

        • Roberto crociera ha detto in risposta a Azaria

          il principio a cui lei si riferisce è quello comunemente chiamato “piano inclinato” forse la sua è una forzatura, ma è un principio comunque valido.

          purtroppo la nostra civiltà è in declino,
          – abbiamo sdoganato il sesso, oramai è solo un’azione ricreativa che viene (presa con leggerezza senza pensare alle conseguenze tanto c’è la RU 486 “e chissanafott'”) è un pensiero quasi fisso nei giovini d’oggi, la donna e gli uomini sono oggetti di desiderio e qui parte un ulteriore OT sugli stupri e la superficialità dell’apparire ma lascerei perdere perchè parrebbe forzata
          – oggettivizzato la donna, il femminismo è stato un grando movimento ha portato a grandi progressi per le donne ma al contampo insieme alla libertà sessuale e di esprimere la propria sessualità l’ha resa oggetto sessuale
          – distrutto la famiglia, mi è rimasta impressa un’immagine con due vecchi signori uno di fianco all’altro con sotto scritta una domanda: “ma come avete fatto a restare sposati così a lungo?” e la risposta: “ai nostri tempi quando qualcosa si rompeva la aggiustavamo, non ne compravamo un’altra”, il divorzio è una way-out facile che rende fragile il matrimonio, e coloro che ne pagano le conseguenza sono i figli e qui altro OT sulle lacune affettive, il permissivismo e blablabla

          sono un filino OT :/ sorry

          • Azaria ha detto in risposta a Roberto crociera

            Le chiedo scusa se le ho dato del tu.
            “la nostra società è in declino” concordo su questo, ma non la vedo una buona giustificazione per accelerarne il processo, una retromarcia sarebbe saggia e auspicabile.

            “il femminismo è stato un grando movimento ha portato a grandi progressi per le donne”
            A parte il diritto di voto (che giustamente ora hanno) posso sapere quale vantaggio reale hanno ricevuto le donne dal femminismo?
            Oltre al diritto di voto altre cose sono migliorate per le donne dall’arrivo del femminismo, ma tutte derivanti dal diritto di voto (ingresso in politica ad esempio) e dipendenti da quest’ultimo, non direttamente dal femminismo.
            Sarebbe più corretto dire che il femminismo ha portato (fra le tante sciagure) una cosa buona: il diritto di voto per le donne, e che poi tale diritto (dovuto certo anche al femminismo) ha portato ai successivi diritti delle donne indipendentemente dal femminismo stesso che lo ha aiutato a nascere.

            • Roberto crociera ha detto in risposta a Azaria

              piccolo appunto prima; mi scusi, io uso il lei di default non conoscendo l’età dell’interlocutore, ma il mio dare del lei non era per sottolineare che lei mi aveva dato del tu.

              poi: Per il resto lungi da me fare retromarcia, anzi faccio muro al declino!!

              infine: In realtà la guerra ha fatto più del femminismo, perchè con gli uomini a combattere le donne sono diventate ancora di più soggetto attivo del tessuto produttivo nazionale senza essere solo madri e mogli, e hanno potuto sviluppare un ulteriore aspetto della vita dell’individuo, ha avuto la consapevolezza della sua importanza all’interno del contesto sociale e comunitario oltre all’importanza nel contesto familiare. :/

              • Leon ha detto in risposta a Roberto crociera

                Al di là del concetto di produttività,fra l’altro verissimo.
                Potrei fare l’esteta e dire che: non vedo il motivo per il quale una donna,e lo domando alle femministe,debba essere “uguale” a un’uomo,annientando la propria feminilità.

                Suppongo,non essendo donna uso il termine apropiato:” suppongo”,che nessuna donna disprezzi o debba disprezzare la propria feminilità,fino al punto di avallare tesi che possano farle distaccare dalla propria natura, addiritura non debba più sussistere un’apellattivo fra uomo e donna?

                La butto sull’ironia gabberiana:ovviamente se l’archetipo della feminilità e emma bonino,a prescindere dalle proprie lotte femministe,aspettatevi “la singletudine”,infatti nessun uomo etero sposerebbe un’altro uomo.Così come molti non si sposerebbero un’uomo, molto meglio non sposarsi una donna che sia un’uomo a causa dell’assenza di feminilità. X)

                • Azaria ha detto in risposta a Leon

                  Leon se la tua domanda era per le sole femministe credo di doverti deludere: una femminista non ti può rispondere.
                  Le femministe (le peggiori nemiche delle donne) parlano per chiusure mentali, lavaggi di cervelli (non potendo usare il loro) e non riusciranno a formulare una frase sensata in risposta alla tua.

                  Persino il maschilismo è un danno minore (sia per la società in genere sia per le donne) rispetto al femminismo… e penso che ciò la dica lunga.

              • Azaria ha detto in risposta a Roberto crociera

                Ecco, perfetto, questo significa che il femminismo non ha portato assolutamente nulla di buono a nessuno.

                Non capisco perché non fare retromarcia: se si è presa una strada sbagliata (e lei stesso ha affermato che porta la nostra civiltà al declino) fare inversione è la cosa più saggia.

            • Piero ha detto in risposta a Azaria

              Il voto (almeno in Italia) delle donne serviva per abbattere la monarchia, mica per “valorizzare la donna” (non che non sia stata cosa buona eh, pero’ non aveva alcun intento “nobile”)

  6. Leon ha detto

    @alessandro pendesini
    .Posso chiederle chi ha stabilito la psicologia come scienza esatta…. ?
    @Leon :
    Nessuno ! Per il semplice fatto che qualsiasi branca della scienza « dura » o « molle » che sia NON puo’ essere considerata esatta !

    Signor Padesini non abbia troppo a cuore “la superstizione” della psicologia tale da dichiarare tutte le scienze inesatte,o con pari grado di verità negli assiomi che la costitusicono.

    Lei infatti usa la locuzione dell’IPSE DIXIT da attribuire a Pitagora non a me.

    IPSE DIXIT:In un triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui due cateti.

    Ora usiamo il metodo Kantiano Tesi/Antitesi

    Affinche quanto afferma sia vero deve dimostrare che:

    In un triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa non è uguale alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui due cateti.

    Noti la locuzione non è,che introduce l’antitesi.

    Prego dimostri il sua assioma,dunque l’antitesi.

    “Dura” o “molle” che sia non significa nulla,infatti in linguaggio naturale,quanto afferma non ha senso nè logico nè razionale,altrimenti si arriverebbe alla conclusione che ogni fantasia,e ogni forma di irrazionalità sono scientifiche.

    Ripeto la psicologia non è una scienza perchè non può dimostrare il grado di verità dei suoi assiomi,come affermano numerosi logici.

    • Leon ha detto in risposta a Leon

      Mi dica qual’è il grado di verità di questo assioma:

      Pesci

      Oroscopo amore
      amore 3/5
      Oroscopo amicizia
      amicizia 2/5
      Oroscopo soldi
      soldi 4/5

      Oroscopo di Oggi 28 agosto
      Probabilmente tutto quello che interesserà ai vostri colleghi in questa giornata non interesserà affatto voi che perseguite i vostri obiettivi professionali non tanto per ottenere il potere quanto per ottenere soddisfazione per voi stessi, oltre che soddisfazione economica. Per questo sarete salvi da qualsiasi gioco di potere facciano gli altri e che li porterà a logorarsi, mentre a voi porterà solo fortuna!
      ———–

      E questo:

      Il termine subcosciente, o subconscio (lett. sotto la coscienza), viene talvolta usato in psicologia per descrivere “qualunque contenuto della mente esistente o operante al di fuori della coscienza”[1].

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