Studio su “Science”: nessun altruismo rilevato tra scimpanzé

Tra noi e gli altri primati la differenza nel Dna è minima, si aggira dall’1% al 2%.  Questo piccolo argomento sostiene i neopositivisti come Telmo Pievani, dà loro forza e coraggio per andare avanti, per urlare al mondo che «l’uomo non è nientr’altro che…», cioè la classica formula del riduzionista perfetto.

La cosa divertente è che i nostri amici riduzionisti evitano sempre di dire che, come spiega il dott. Giuliani, oltre al 98% di geni in comune con lo scimpanzé, noi abbiamo il 95% di similitudine di geni con il ratto, un po’ meno geni con la fragola, per l’80% il nostro Dna è  in comune con un verme di 1 mm (Caenorhabditis elegans) mentre per il 50% è condiviso con quello della banana. Abbiamo lo stesso numero di geni della gallina e la nostra composizione atomica non è differente da un ficus. Pare abbastanza evidente, dunque, che l’uomo “non si spiega” nei suoi geni.

La seconda tesi riduzionista sostiene che l’uomo non sia differente dallo scimpanzé, in quanto anche quest’ultimo ha capacità sociali, di cooperazione, di altruismo ecc. Pochi mesi fa parlavamo di un libro recentemente pubblicato di due entomologi, Hölldobler e Wilson, i quali hanno sfatato i luoghi comuni sull’insetto eusociale più citato, la formica. E’ risultato infatti evidente, come è normale nella conservazione della specie, che il fine ultimo della cooperazione animale è la sopravvivenza individuale, dunque una forma mascherata di “egoismo”. Hanno concluso con una banalità pazzesca, ma che oggi scandalizza i riduzionisti: «Gli insetti sociali sono rigidamente governati dall’istinto, e lo saranno sempre. Gli esseri umani sono dotati di ragione e hanno culture in rapida evoluzione. Noi umani siamo capaci di introspezione e possiamo trovare  il modo per tenere a freno i nostri conflitti autodistruttivi»Francisco J. Ayala, fra i più celebri darwinisti viventi, scrive in un suo libro: «il comportamento morale non è del tipo di quelle reazioni automatiche di altruismo biologico come si hanno in certe api, formiche e presso altri imenotteri […], il comportamento morale in quanto tale non esiste nemmeno in forma iniziale in esseri non umani». 

Nei giorni scorsi il docente di Biologia Evoluzionistica e Comportamentale presso l’Università di St. Andrews, in Scozia, Kevin Laland, ha commentato i risultati di uno studio pubblicato su “Science” di cui avevamo già parlato su UCCR. I ricercatori hanno addestrato scimpanzé, cebi cappuccini e scimmie del Sud America a risolvere un “puzzle-box” e poi a dimostrare le tecniche ad altri scimpanzé. Ma essi non hanno imparato, al contrario di un gruppo di bambini della scuola materna.  Il biologo ha affermato: «I bambini hanno risposto al test come a un esercizio sociale, cercando insieme la soluzione, guardando e copiando le azioni dei vicini, e impartendo istruzioni. In certi casi abbiamo assistito a azioni di generosità, in cui i bambini condividevano i premi ricevuti. Ci saremmo aspettati degli atti di altruismo anche da cebi e scimpanzé, perché erano presenti gruppi di madri e figli, ma non ne abbiamo avuto riscontro». Anzi, sottolinea Laland, «abbiamo visto madri rubare i premi ai figli. Al contrario dei bambini, scimpanzé e cebi si relazionavano al puzzle in modo solitario, cercando di risolvere la prova per ottenere cibo solo per se stessi»Nessun atto di generosità, dunque, come era prevedibile, ma nemmeno si è vista la cooperazione. Ma non era il pilastro della tesi riduzionista?

 

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47 commenti a Studio su “Science”: nessun altruismo rilevato tra scimpanzé

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  1. Enrico da Bergamo ha detto

    Io sono un animale allora sfido gli altri maschi a singolar tenzone per il possesso solo sessuale delle femmine, oppure sono un uomo e dò valore alla donna?

    • Michele Silvi ha detto in risposta a Enrico da Bergamo

      Ma prima ancora dell’altruismo, i riduzionisti devono spiegarmi perché l’uomo è l’animale con l’aggressività intraspecifica più spiccata e pericolosa.
      Insomma, chiamiamo la violenza “bestiale”, ma di fatto nessuna “bestia” sa essere “bestiale” quanto l’essere umano, quando c’è l’occasione.
      Chiamasi il lato oscuro del libero arbitrio…

  2. Raggot ha detto

    Sarebbe ora che si inizi a combattere per i diritti di vermi e banane allora. E’ ora di dire “basta!” alla crudele dominazione planetaria dei mammiferi!

    Ho aperto una petizione online. Unitevi a me, fratelli primati! Salviamo le banane:
    http://www.change.org/petitions/the-government-of-the-world-recognize-bananas-rights

    PS: mi sono accorto dopo aver aperto la petizione che ne esistevano gia! Sarebbe il caso di supportare anche questo nostro amico primate nella sua lotta di liberazione del popolo delle banane:
    http://www.change.org/petitions/the-banana-rights-society-give-bananas-rights

    • Enrico da Bergamo ha detto in risposta a Raggot

      Un vero laicista alla Zapatero però deve dire dove comincia la vita del verme e fino a quando si può eliminarlo. Ad esempio con l’uomo è stato stabilito questo momento ma non ancora col verme.

      Tragico ma è cosi.

  3. Raffaele ha detto

    Aggiungerei che la concordanza di geni col corallo è del 90% (http://www.focus.it/ambiente/animali/Uomini_e_coralli_uniti_nel_DNA_C12.aspx)….wow, sono quasi un corallo!!

  4. alessandro pendesini ha detto

    Certi dicono che sarebbe l’animalità dell’uomo che genera la violenza. Questo non è vero ! Gli etologi (degni di questo nome) hanno dimostrato che i lupi non hanno tra loro dei comportamenti cosi distruttivi come gli esseri umani.
    Inoltre è stato storicamente e scientificamente accertato che la vera guerra in cui gli eserciti combattono fino alla morte, è nota solamente nella specie umana e certi insetti sociali (formiche).

    • Alèudin ha detto in risposta a alessandro pendesini

      questo perchè gli animali non possono essere cattivi nè crudeli, sono così e basta, agiscono finchè gli conviene per la sopravvivenza, noi sì possiamo esserlo cattivi, sta a noi cercare di essere buoni.

    • Alessandro M. ha detto in risposta a alessandro pendesini

      Mi piace l’assist lanciato dal mio omonimo. E’ vero quanto dice, l’uomo essendo libero e completamente diverso dall’animale, ha anche una responsabilità in più. Nessuno incolperebbe un insetto per il fatto di essere violento, che colpa può avere? Lo dice anche Alèudin molto bene. L’uomo invece è imputabile proprio in quanto essenzialmente diverso dall’animale, essenzialmente libero dai propri geni.

      Mi chiedo quando sia “comparsa” la libertà.

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Alessandro M.

        Dai risultati attuali dell’Istituto Max Planck a Francoforte -e non solo- possiamo dimostrare che non esiste un centro anatomico dove l’Io abbia una completa percezione della sua esistenza. Il nostro cervello è un sistema decentralizzato nel quale le senzazioni e gli stati mentali si formano dopo una specie di concorrenza tra le varie interpretazioni dei diversi segnali ricevuti. Quindi ci illudiamo di decidere, in realtà le decisioni vengono già stabilite dalla parte inconscia (alla nostra insaputa) del cervello, e ne abbiamo conoscenza qualche millisecondo dopo….
        Aggiungo che certi individui manifestano un talento eccezionale in un contesto patologico….
        La vita è fatta di un’esauribile profusione di malintesi con se stesso, e non solamente con gli altri ! Se accettiamo questa caratteristica, possiamo concludere che l’uomo non puo’ essere che psicologicamente incoerente ? Seneca diceva « la ragione vuol decidere di cio’ che ritiene giusto ; la collera vuole che si trovi giusto cio’ che ha deciso »…
        Per concludere : l’uomo è il solo animale dotato di una coscienza complessa e di una ragione evoluta ; ma è anche il solo capace di comportamenti (a diversi livelli) completamente irrazionali !
        NB. : quando noi crediamo -o siamo convinti- che gli altri sono liberi di scegliere i loro comportamenti, pensieri, giudizi etc… ; a questo livello di ragionamento mi sembra molto difficile poter essere veramente tolleranti, cioè non risentire sentimenti di rancore e particolarmente di ODIO che si trova sovente (troppo, secondo me) alla base di antagonismi sociali, conflitti e guerre, che potremmo, entro una certa misura, evitare….Questa è la “morale” che dovrebbe giustificare cio’ che ho scritto; a voi comunque di decidere !

        • Alessandro M. ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Caro omonimo, mi piaceva l’assist ma avresti dovuto fermarti lì. Mi vengono i brividi a leggere commenti come questi quando la scienza è in totale acqua alta su cosa sia l’essere umano. Come sempre i navigatori del web ne sanno sempre di più 🙂

          Sul libero arbitrio stai sostenendo affermazioni che sono ormai assolutamente ridimensionate. Proprio su questo sito ci sono quattro articoli progressivi di grande valore per capire come stanno le cose:
          http://www.uccronline.it/2012/01/13/le-neuroscienze-decretano-la-fine-del-libero-arbitrio/
          http://www.uccronline.it/2012/01/24/le-neuroscienze-decretano-la-fine-del-libero-arbitrio-parte-seconda/
          http://www.uccronline.it/2012/02/05/le-neuroscienze-decretano-la-fine-del-libero-arbitrio-parte-terza/
          http://www.uccronline.it/2012/02/21/le-neuroscienze-decretano-la-fine-del-libero-arbitrio-parte-quarta/

          Ti invito ad aggiornarti, a meno che tu ti “senta libero” di farlo.

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Alessandro M.

            Alessandro M.
            La invito a leggere il moi articolo « Libre Arbitre ou Determinisme ? » su Wikipedia (premesso che lei conosca il frencese), e quindi , -poiché è convintissimo che mi sbaglio-, rispondere.
            Attendo con impazienza la sua risposta su Wikipedia ! Anticipatamente ringrazio.

            • Alessandro M. ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Sarebbe divertente leggere cosa ne pensi, ma purtroppo su wikipedia non c’è nulla di corrispondente. Forse sarai gentile a indicarmi tu il link, magari presentando anche le tue competenze per voler entrare nel dibattito.

              • alessandro pendesini ha detto in risposta a Alessandro M.

                Discussion:Libre arbitre – Wikipédiafr.wikipedia.org/wiki/Discussion:Libre_arbitre

                • Alessandro M. ha detto in risposta a alessandro pendesini

                  Ah ecco, mi sembrava strano che ti facessero scrivere qualcosa su Wiki. Dunque è solo nella discussione, beh aspetta che aggiungo il mio punto di vista allora. Poi chiamo mio cugino e anche lui aggiunge qualcosa.

                  Ora, tornando seri. Hai qualcosa di valido da dire sugli articoli che ti ho fornito?

        • Michele Silvi ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Ritenere che il nostro comportamento sia completamente in-causato è assurdo, ok, lo sappiamo.
          Ritenere che il nostro comportamento sia completamente determinato, invece, è, a mio parere, altrettanto assurdo (gli etologi dell’istituto Max Planck non hanno mai negato il libero arbitrio, se non individualmente. Credimi, li conosco), lo stesso affiorare dei comportamenti patologici che caratterizzano la violenza umana ne è una prova: se esiste la patologia è necessario combatterla, quale uomo sano di mente sosterrebbe di poter curare una patologia e, al contempo, sosterrebbe che patologia e cura siano causalmente determinate al 100%?
          Quando Lorenz propone di creare la “medicina della Cultura” lo fa ben cosciente che, senza libero arbitrio, la sua intera opera sarebbe COMPLETAMENTE VANA, tanto che in vecchiaia inizierà a temere di perdere la fede nel libero arbitrio e ne sarà parecchio scosso.
          L’unica soluzione, se escludiamo il libero arbitrio, alle degenerazioni umane dell’aggressività è l’estinzione imminente del genere umano, come destino causalmente determinato eh, non come decisione: Popper, Wittgenstein e molti epistemologi (che tra l’altro nell’istituto Max Planck ci sguazzavano) ti riderebbero in faccia, la scienza NON ha alcun diritto di parola su questioni metafisiche, o su previsioni del futuro.
          La scienza parla solo dei fatti, e ricordiamoci pure che l’etologia ha il grosso difetto (e lo dice uno che pone l’etologia in cima alle scienze, come interesse) di essere una scienza induttiva.

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Michele Silvi

            Michele Sivi :
            L’impressione che le persone hanno di non potere controllare il proprio cervello è probabilmente la causa di un sentimento fra i più angosciosi che esistono ! Sarebbe quello che spiega che il nostro cervello si da la pena di rassicurarci, dandoci l’impressione cosciente di essere a l’origine delle nostre azioni ?
            Quando scopriamo che una decisione è stata determinata da una disfunzione ormonale, una disposizione genetica, un’influenza sociale o culturale, questa idea diventa molto difficile da difendere con la pretesa convinzione che noi abbiamo la capacità di decidere liberamente delle nostre azioni ! E’ di certo scontato che una decisione implica una riflessione, ma porta già in sè, integrando gli elementi del passato, l’atto sul quale sfocia. In altre parole siamo determinati a fare quello che noi facciamo, anche quando noi crediamo sciegliere liberamente, pur non essendo costretti o forzati.
            Inoltre dalle esperienze le più recenti gli scienziati (neurofenomenologia) hanno chiaramente identificato un numero tutt’altro che insignificante di casi, che l’impressione del libero arbitrio è un’illusione, e cioè abbiamo la certezza di decidere su cose che in definitiva non abbiamo nessun controllo….
            P.S. : L’atto di dire no non sfugge ai determinismi : è solo una contro-determinazione, che ci da l’illusione della libertà di scelta !

        • Michele Silvi ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Ora una domanda: come fanno scelte irrazionali ad essere determinate? Le leggi della natura non sono forse matematiche? Come ha fatto un essere a-matematico a nascere da un mondo “matematico”?

          Ti dirò, proprio gli stessi etologi che citi sostennero che la rottura animale/uomo, ovvero filogenesi/culturogenesi (perdonami il neologismo), sia il fatto più inspiegabile di tutto l’orizzonte scientifico, un salto che appartiene proprio al “residuo non razionalizzabile”.
          E da lì nascono molte cose, con la rottura della gabbia degli istinti (Lorenz parlerà dell’uomo come dell’animale dagli istinti ridotti) deterministici nascono enormi potenzialità ma anche enormi possibilità patologiche, e non abbiamo nessuna speranza di sfuggire dalla patologia senza il libero arbitrio.

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Michele Silvi

            Michele Sivi
            La nostra « libertà » esiste, consiste nella stima del rischio ; è quello che facciamo periodicamente. Infatti noi siamo in una situazione continua che consiste a pianificare come massimizzare il guadagno e minimizzare le perdite ! Per cui la persona non puo’ fare cio’ che vuole, ma puo’ decidere solamente di qualcosa conforme al valore che predomina al momento della presa di decisione cosciente.
            Va aggiunto che decidere vuole anche dire inibire, e cioé non sciegliere fra diverse soluzioni, ma bensi riuscire a bloccare (inibire) i comportamenti non desiderati.
            Ricapitolando : entro due azioni possibili, l’animale o l’uomo, scieglie spontaneamente quella che lo ricompensa maggiormente, cioé quella che provoca la più forte attivazione dei circuiti di ricompensa il 100% delle volte (salvo in caso di patologie neuronali)
            PS. Le ripeto cio’ che ho scritto qualche tempo fa su questo sito : Le « leggi della natura » non esistono come tali : quelle che noi definiamo non sono altro che un codice d’accesso alla realtà !
            Mi sia inoltre concesso di aggiungere che la nostra « realtà » mentale cosciente è principalmente un universo (proiettivo) immaginario che il nostro cervello costruisce alla luce della realtà obiettiva, in altre parole un’interpretazione della realtà che pur evolvendo esponenzialmente dal quantitativo al qualitativo, potremo difficilmente riuscire a definirla in modo assoluto. Dovremo dunque abituarci a delle “simpatiche” approssimazioni !
            NB: la metematica NON è una scienza esatta, cosi come qualsiasi branca della fisica !
            Bien à vous

            • Alcor vega ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Il fatto che l’uomo non abbia un libero arbitrio e quanto mai un assurdità specie sè vista dal punto di vista della plasticità neuronale che già da sola servirebbe a smontare qualsiasi tesi deterministica

            • Daphnos ha detto in risposta a alessandro pendesini

              La matematica non è una scienza esatta…?

            • Michele Silvi ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Mah, Alessandro, in primo luogo le direi che la matematica non è una scienza né una branca della fisica, ma non penso che il nostro argomento sia l’epistemologia.
              Anzi, lo è: in che modo uno scienziato può passare da analisi fattuali (quando si compie una decisione si attiva l’ormone X, ad esempio) ad analisi causali (l’attivazione dell’ormone X crea l’illusione della libertà)? I tuoi ragionamenti sono filosofia, non scienza, sono scienza solo sotto una lente ideologica che inserisce la metafisica tra le scienze (il fatto che vi sia inserita, penso di aver capito, anche la matematica è già un indizio), questo perché non si rende conto di parlare di metafisica, probabilmente.
              Il fatto è, Alessandro, che già secoli fa, anche senza neuroscienze, le tue tesi erano sostenibili con lo stesso grado di “convinzione”, non abbiamo bisogno di sapere come funziona la macchina per pensare che il nostro cervello sia una macchia e nient’altro, e ammetto che potrebbe esserlo.
              Fino a quando non provo ad immaginare come potrebbe agire un uomo convinto (davvero, perché tutti quelli che conosco e che lo negano ne sono convinti solo razionalmente) dell’inesistenza del libero arbitrio, che giustifica ogni sua azione con “era determinata”: è un po’ come la predestinazione luterana, io posso fare tutto il male del mondo ma non è colpa mia, perché era scritto.
              Poi se non c’è il libero arbitrio a che scopo parliamo? Meglio tacere e risparmiare energie, tanto è tutto determinato.

              • alessandro pendesini ha detto in risposta a Michele Silvi

                Michele Silvi ha detto: 21 aprile 2012 alle 14:59 Mah, Alessandro, in primo luogo le direi che la matematica non è una scienza né una branca della fisica,

                Caro Michele ha ragione di affermare che “la matematica non è una scienza” !! Di fatto la matematica è :
                LA REGINA DELLE SCIENZE ! Senza matematica la scienza resterebbe “lettera morta”……
                Inoltre NON mi risulta che abbia scritto : “la matematica è una branca della scienza” !!! (Questo è la seconda volta che lo ripeto sul sito UCCR)…….
                Ritengo che un pizzico d’onestà intellettuale e rispetto verso chi non cerca polemiche ma un eventuale dialogo obiettivo -bilateralmente costruttivo-, non puo’ far male a nessuno, anzi, credo che potrebbe “ravvicinarci”… Grazie per la sua comprensione.

                • Michele Silvi ha detto in risposta a alessandro pendesini

                  No, la matematica è un linguaggio, NON una scienza, ed è per questo che può essere “esatto” (mentre nessuna scienza umana può).
                  La scienza parla di fatti, di che fatti parla la matematica? Mai studiata un po’ di epistemologia?

            • Uomovivo ha detto in risposta a alessandro pendesini

              In Alessandro Pendesini “l’universo disegnato fitto come gli alberi e la ragione scossa come mille setacci che accantonano la sabbia per far filtrare l’oro”, si spezzano come fragili canne al vento ogni giorno.

              Alessandro Pendesini: Scusa, puoi passarmi il sale?
              Tizio: Certo, tieni.
              Alessandro Pendesini: Grazie!

            • Lucio ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Vorrei porre una domanda al sig. Pendesini: lei ha affermato: “Ricapitolando : entro due azioni possibili, l’animale o l’uomo, scieglie spontaneamente quella che lo ricompensa maggiormente, cioé quella che provoca la più forte attivazione dei circuiti di ricompensa il 100% delle volte (salvo in caso di patologie neuronali)”. Se e’ davvero cosi’, allora, come si spiegano i casi in cui un uomo decide di accettare di soffrire, o addirittura di morire, per aiutare o salvare dei propri simili? Dobbiamo interpretare questi comportamenti come patologici?

              • alessandro pendesini ha detto in risposta a Lucio

                @Lucio
                Devo purtroppo ripetermi….
                Credere che il « sacrificio », inteso come atto interamente gratuito sia possibile (escludendo eventuali casi patologici) è pura UTOPIA o assurdità ! L’uomo scieglie sempre cio’ che lui considera più gratificante per sè ! Purtroppo molti sono persuasi della loro devozione, del loro altruismo, malgrado abbiano agito (quasi) esclusivamente per la propria soddisfazione….
                Il pensare che l’uomo possa volere agire in contrasto con i suoi « valori » è pura utopia ! salvo in certi casi, quando decide di soddisfare un valore che ritiene « superiore » ; l’indifferenza è impossibile.
                Aggiungo che il martire è colui che strumentalizza l’altro per programmare la sua autodistruzione ! La « pietà » permette a chi la risente di trovarsi in situazione di dominanza soggettiva, e di mettere chi ne è l’oggetto, in posizione di dipendenza….
                NB. : L’illusione finale del cervello : mascherare (inconsciamente) i legami col mondo fisico e sociale, inventando un sè autonomo !
                Bien à vous

    • Uomovivo ha detto in risposta a alessandro pendesini

      Certi dicono che sarebbe l’animalità dell’uomo che genera la violenza.

      Sono gli stessi che, prendendo per cielo il proprio cervello, presumono che l’uomo primitivo passasse la vita ad agitare un bastone e prima di portarsi via la donna glielo dava fra capo e collo.
      A voler trarre analogie dal mondo animale, parrebbe una riluttanza da parte della signora cavernicola insistere per avere una legnata prima di farsi condurre a nozze.
      Non so in quali diari primitivi o in quali processi tribunali di divorzio possa trovare fondamento, e nemmeno sono capace di vederne la possibilità anche considerando la cosa a priori.
      Non sarebbe comunque un problema se questo “romanzo psicologico” sia ristretto ad un cartone animato come i flistones; mi par più grave invece quando lo psicoanalista scrive all’ammalato: “…sono gli istinti sommersi dell’uomo della caverna che vi fanno cedere ad un impulso di violenza…”
      Come se lo psicoanalista in persona abbia scoperto in una caverna la camera di Barbablu piena di scheletri di donne assassinate.

    • Michele Silvi ha detto in risposta a alessandro pendesini

      L’Aggressività, Konrad Lorenz.
      Uno dei tanti incubi dei riduzionisti, e Lorenz era pure darwinista convinto!

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Michele Silvi

        Mi sia permesso precisarle (cio’ cho ho già scritto in altri blog) che ci sono diversi gruppi di connessioni “imperfette” (antagoniste) tra il sistema emozionale (nucleo limbico), e cognitivo (neocortex) nella fase attuale del cervello umano. Questa situazione fa parte del prezzo che paghiamo nel possedere sia pure avanzate capacità cognitive ultimamente evolute (in circa 6 milioni di anni), ma non completamente integrate con la parte -limbica+cervelletto/tronco cerebrale- nel nostro “ordinatore biologico” !! Se accettiamo questo, la domanda sarebbe: cosa dovremmo (e potremmo) fare per tentare di armonizzare il meglio possibile i nostri “trè” cervelli ?

        • Uomovivo ha detto in risposta a alessandro pendesini

          C’è un dolore cronico che mi coglie di tanto in tanto nella vita.
          Ma il tormento che di tanto in tanto mi prende è di quelli a cui sono stati dati molti nomi filosofici. Ma nessuno così filosofico come il nome di Noia.

        • Sophie ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Alessandro, a noi non ce ne frega una cippa del fatto che tu sia un premio Nobel della scienza. Tanto roba come l’integrità morale, l’umiltà, la carità o l’amore non si comprano con 10 lauree. Con lo sfoggio della propria cultura scientifica ci puoi fregare la società di oggi ma Gesù Cristo ti assicuro che non lo corrompi così…. Chi sei tu? Che senso dai alla tua vita? Che persona sei? Cosa ti fa soffrire? Cosa ti fa gioire?

          • Daphnos ha detto in risposta a Sophie

            Mi sa che hai colto nel segno sullo sfoggio della cultura scientifica… ma più che cultura scientifica, la definirei ‘conoscenza linguistica’. Si possono scrivere libri interi su come costruire un modello mentale in cui tutto è determinato, inserendo tutta la propria conoscenza di vocaboli tecnici e inusuali, tanto sarà sempre impossibile riuscire a farlo coincidere con l’esperienza dei fatti: rimarrà sempre ciò che lui stesso ha detto della nostra conoscenza del mondo, ovvero un “universo proiettivo”, pronto a sedurre chi vuole delegare il proprio pensiero ad altri.

            Io ormai ci ho fatto il callo. Mi limito a sorridere nel vedere come le stesse persone che si sforzano di sostenere un modello DETERMINISTICO dell’attività comportamentale, sono le stesse che cercano in tutti i modi di stabilirne uno INDETERMINISTICO per l’evoluzione. Ovviamente, si può passare sopra qualunque contraddizione, pur di sostenere un’idea.

        • Alcor vega ha detto in risposta a alessandro pendesini

          Dipende da quale punti di vista lo guardi ,per certi versi le presunte imperfezioni del corpo potrebbero essere un vantaggio a parte che le comunicazioni si possono migliorare attraverso sistemi di Biofeedback preghiera meditazione ecc ecc

    • Michele Silvi ha detto in risposta a alessandro pendesini

      I lupi? Che mi dici, invece, delle colombe in gabbia e dei caprioli in recinto? 😛

  5. Licurgo ha detto

    Pendesini.

    Lei dice che le leggi di natura non ci sono ma sono approssimazioni, poi nei suoi stessi interventi descrive il funzionamento del cervello come regolato da un meccanismo. A questo punto, se si ragiona, si dovrebbe ammettere che il meccanismo è ancor più preciso rispetto alle nostre approsimazioni, ma mai meno preciso o addirittura fondato sul caso.

    • Daphnos ha detto in risposta a Licurgo

      Per l’appunto.

    • alessandro pendesini ha detto in risposta a Licurgo

      @Licurgo :

      I nostri encefali funzionano fondamentalmente in termini di riconoscenza della struttura, piuttosto che di logica. Sono altamente costruttivi per stabilire delle strutture ma anche allo stesso tempo costantemente portati all’errore…..
      E come diceva G.Edelman (premio Nobel medicina) « Il cervello umano è un sistema selezionista, e non istruzionista »….

      • M-17 ha detto in risposta a alessandro pendesini

        Alessandro suvvia ma ti rendi conto che affermando una cosa del genere qualunque cosa tu dica non corrisponderà mai al vero o perlomeno non ne avrai mai la certezza ?? tu dici che non esiste libertà ma allora tutte le cose che hai detto non le hai scritte perché le ritieni vere rispetto ad altre… ma perchè il tuo cervello ti ha costretto a scriverle.I neurologi che hanno fatto queste scoperte non hanno trovato qualcosa di vero hanno solo fatto quello che dovevano fare magari ci sono migliaia di altre possibilità di spiegazione ma il loro cervello li ha costretti a quel tipo di esperimento e potevano trarre solo quella conclusione niente è più vero o falso ma tutto è obbligato( di conseguenza privo di verità o falsità).

  6. Licurgo ha detto

    @ Pendesini.

    Appunto, se io riconosco una cosa vuol dire che essa si dà. Se io riconosco un processo meccanico retto da leggi razionali vuol dire, stando al suo ragionamento, che questo logos c’è.
    Altrimenti la ragione non avrebbe alcun grado di corrispondenza nella realtà, per cui non potrei mettere l’acqua a bollire perchè non ci sarebbe alcuna meccanica fuori dalla mia mente.
    Se mi dice che erriamo di approssimazione, questa approssimazione non può essere in contraddizione con quanto sopra, altrimenti non ci sarebbe alcun grado di corrispondenza oggettiva.

  7. alessandro giuliani ha detto

    Da giovane fresco di laurea ero super-appassionato di neuroscienze, mi sembrava tutto così conseguente ed insieme affascinante, reti neurali, proprietà emergenti dalle connessioni neurali, attrattori dinamici che si scoprivano seguendo nel tempo le tracce EEG…poi invecchiando ho capito che era tutto paurosamente auto-referenziale (non a caso visto che si trattava di mente che ragionava sulla mente) ed ho scoperto la sostanziale inutilità (in termini di predizione di REALI movimenti dell’anima ma anche di sentimenti, o semplicemente di risoluzione di problemi) di tanti sfavillanti modelli. Sfavillanti ma non solo, anche intelligenti ed utili ma in altri campi: per cui studiare con lo stesso strumentario concettuale le reti di relazione tra gli aminoacidi di una proteina scoprii che era immensamente più proficuo in quanto sapevo esattamente di cosa stavo parlando ed avevo una struttura cristallografica di un oggetto FUORI DA ME con cui verificare le mie ipotesi…immensamente più sano e più scientifico anche, la natura fuori da noi si contempla molto meglio di quella dentro di noi e alla lunga ci dice anche di più su noi stessi e il mondo.

  8. Bichara ha detto

    Mi chiedo Perché devo imbattermi per caso in un bel dibattito interessantissimo , tra persone intelligenti istruite , e invece trovare mio malgrado dappertutto programmi e discussioni cosi “istruttivi” tipo uomini e donne o tg da incubo pilotato per manipolare la mia mente e i miei gusti?
    Perché la cultura deve muoversi nei cunicoli sotterranei della rete il piu lontno possibile dalla massa?
    Chiedo scusa , il mio commento non si attiene all’argomento della discussione

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