Dott. Piccinni, dalla fecondazione in vitro all’obiezione di coscienza

http://fertilitycenter-crete.gr/Photo/115_1.jpgCertamente, il caso  di Orazio Piccinni non è né il primo né verosimilmente l’ultimo del suo tipo ma rappresenta un segno inequivocabile che le cose stanno cambiando anche in Italia. Pioniere della fecondazione in vitro, il dottor Piccinni ha poi scelto la strada dell’obiezione di coscienza.

«Ero un allievo di Vincenzo Traina che mi insegnò la Fiv e, su sua indicazione, fondai nel 1989 il centro di procreazione assistita nel capoluogo pugliese», ha dichiarato nel 2005 in un intervista al settimanale Tempi. «Si era in pochi allora, soprattutto nel meridione e la gente arrivava a frotte. Anche perché fummo fra i primi a praticare la fecondazione in tempi in cui pochi conoscevano questo tipo di procedura e si limitavano all’inseminazione». Finché ad un certo punto tutto cambiò: «[…] L’età della coppia e le loro caratteristiche biologiche non permisero di ottenere in laboratorio che un solo embrione. Era però quello che io classificavo come un embrione “brutto” […]. Embrioni simili, non avevo mai esitato a cestinarli. Oggi quell’embrione ha 13 anni, si chiama Marco ed è sano come un pesce. Mi resi conto che quell’embrione -che tutta la mia scienza avrebbe scartato e destinato alla distruzione-, poteva invece arrivare ad essere un bambino. E pensai: quanti Marco ho buttato via fino ad oggi?». Dal 1996 il dottor Piccinni ha dunque smesso di praticare la Fiv senza però rinunciare al reparto di Ostetricia e ginecologia: «Sono obiettore e anche se ora è dura, sono rimasto per curare la sterilità in altri modi. Forse più faticosi per me, ma meno dispendiosi per la coppia e la loro salute. Nonché più efficaci. La verità – aggiunge – è che dal 1978 siamo completamente fermi: le percentuali di successo della procreazione medicalmente assistita (Pma) restano sempre le stesse, dodici per cento circa».

Il ginecologo lancia inoltre un monito: «[…] la Fiv, per numero di vite soppresse, è indubbiamente peggiore della interruzione di gravidanza. Spesso le pazienti non conoscono questo dato, così come l’aumento dal 2 al 6 per cento delle malformazioni». E neanche il diritto aiuta: «Ora poi che le regole avallano questa tecnica, non ci sono più freni alla meschinità. Non solo, oggi che tutto sembra regolare è ancora più evidente: nessuno viene a controllare quel che accade nei centri di Pma, i quali non si pongono limiti». Riguardo al recente scandalo che investì il dottor Carlo Cetera, primario di Ostetricia e Ginecologia all’Ospedale di Pieve di Cadore (BL) risultato implicato in un giro di tangenti per saltare i tempi di attesa per i trattamenti di Pma, il dottor Piccinni commenta: «Conosco bene questo mondo e il business che gira intorno a questa tecnica, – e soggiunge la procreazione assistita è un business enorme, quello che è accaduto in provincia di Belluno non è un caso isolato, come è comodo far sembrare. Anzi. È solo la punta di un iceberg che gli addetti ai lavori conoscono bene».

Nicola Z.

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25 commenti a Dott. Piccinni, dalla fecondazione in vitro all’obiezione di coscienza

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  1. Ottavio ha detto

    Ho letto anch’io questa testimonianza. Molto bello! Ma perché dice che oggi è dura? gli obiettori non superano mica l’80%??

    • Andrea ha detto in risposta a Ottavio

      Forse è dura perché la gente comune certe cose non vuole capirle.

      Comunque secondo me fecondazione assistita ed aborto in parte sono anche legati. Voglio dire, sono in molte a volersi “disfare di un bambino” per problemi innegabili (economici in particolare), ma molte coppie sterili preferiscono l’assistita all’adozione.

      Se ci fosse più disponibilità all’adozione, penso che non pochi aborti “salterebbero”… Non poche sono le donne che abortiscono “perché tanto nessuno poi lo vorrà”, senza voler affatto giustificare la loro scelta comunque un fondo di verità nelle loro affermazioni c’è.

      • J.B. ha detto in risposta a Andrea

        Non vuole capirle oppure la gran parte non ha gli strumenti per capirle… Faccio un esempio: tra i giovani in tema di aborto va forte, per chi è d’accordo, l’argomento dello Stupro (è un cavallo di battaglia). Ok però se gli chiedi quanti sono gli stupri e quanti sono gli aborti in Italia … Poker Face … Gli aborti sono 200.000 confermati, non serve essere James Bond per andare sul sito del Viminale e scoprire che gli stupri in Italia sono tra 4.821 a 5.062 (dati 2006-2007) ogni anno, e in diminuzione. Ora non sono un asso in matematica ma non mi sembra che 5 mila stupri possano giustificare 200mila aborti? non è matematicamente possibile! e nemmeno biologicamente, ma non è possibile che ad ogni stupro corrisponda una gravidanza! – Rimane scontato che in caso di gravidanza dopo uno stupro in quel caso li piena libertà di scelta alla donna, sono cose molto gravi, anche se però ci sono donne coraggiose che tengono il bambino e hanno una vita felice.

        La gente, se non gli e le dice la Televisione queste cose, non se lo va a cercare! e poi l’aborto non è mica stato inventato per lo stupro! risale già a Maltus (pieno 1500) e lui lo giustificava come mezzo per controllare il numero della popolazione… lo stupro se era tra gli ultimi motivi proprio non era menzionato. Oggi è rimasto tutto uguale come all’ora, i motivi sono sempre quelli, il diritto alla scelta e alla salute, e la tutela, della donna viene tenuti/a per ultimi/a. 🙁

        • joseph ha detto in risposta a J.B.

          Tra le gravidanze indesiderate quelle dovute a stupro sono circa l’1%. Queste ultime hanno una percentuale di aborto e motivazioni dello stesso in linea con le altre. Se ne deduce che, piaccia o no, lo stupro non è un motivo valido per abortire, e che l’aborto a seguito di stupro presenta gli stessi rischi fisici e psicologici dell’aborto per “libera scelta”.

  2. Raffa ha detto

    Non ho mai capito se l’obiezione di coscienza valga anche per la fecondazione…cioè mi pare ovvio che chi è obiettore per l’aborto lo sia anche per al fecondazione, no?

    • joseph ha detto in risposta a Raffa

      A regola di briscola sì, in considerazione del destino degli embrioni “scartati”. A meno che qualche medico non faccia il furbo.

  3. J.B. ha scritto: “Rimane scontato che in caso di gravidanza dopo uno stupro in quel caso li piena libertà di scelta alla donna, sono cose molto gravi, anche se però ci sono donne coraggiose che tengono il bambino e hanno una vita felice”.

    Rimane scontato per chi non è in grado di ragionare con un minimo di logica. Non esiste un solo motivo al mondo che possa rendere lecito l’omicidio.

    • GiuliaM ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

      Nemmeno la legittima difesa?

      • Kosmo ha detto in risposta a GiuliaM

        non lo rende lecito.
        Il fatto che tu uccida per difenderti non ti farà andare in galera (dubito se se dalla parte “giusta”, cioè “sbagliata” in Italia), però l’omicidio l’hai commesso.

        • GiuliaM ha detto in risposta a Kosmo

          Ovviamente, però se uno ti sta per sparare e hai la possibilità di difenderti, non lo fai? Che succede se non hai il proposito di ucciderlo ma solo di salvarti e lo uccidi accidentalmente?

          • Kosmo ha detto in risposta a GiuliaM

            si lo fai. Io lo farei
            Pero’ se sei in Italia, se sei un ladro la fai franca, se sei quello che cerca di difendersi va in galera. Che certe volte è peggio che finire sotto due metri di terra.

          • Michele Silvi ha detto in risposta a GiuliaM

            Beh, a livello di dottrina cattolica mi pare che per la legittima difesa non ci sia il peccato mortale come nei casi “normali” di omicidio, si rientra sempre nella definizione di “azione consapevole” e svolta con “deliberato consenso”…

            • GiuliaM ha detto in risposta a Michele Silvi

              Intendevo proprio questo, anche io sapevo così.

            • EquesFidus ha detto in risposta a Michele Silvi

              La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce un’eccezione alla proibizione di uccidere l’innocente, uccisione in cui consiste l’omicidio volontario. « Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l’altro è l’uccisione dell’attentatore ». 174 « Nulla impedisce che vi siano due effetti di uno stesso atto, dei quali uno sia intenzionale e l’altro preterintenzionale ». 175

              2264 L’amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. È quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale:

              « Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita […]. E non è necessario per la salvezza dell’anima che uno rinunzi alla legittima difesa per evitare l’uccisione di altri: poiché un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui ». 176

              2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l’ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell’autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità.

              Dal “Catechismo della Chiesa Cattolica”.

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

      Non solo la legittima difesa (proporzionata), che comporti l’uccisione dell’ingiusto aggressore, non è un peccato moratale, né veniale; ma anche la pena di morte giustamente comminata è lecita per la dottrina cattolica di sempre.

      • EquesFidus ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        A patto, ovviamente, che la colpa sia molto grave e non ci siano i mezzi per garantire ai cittadini protezione dal criminale. Le ultime condizioni oggi praticamente non sussistono più, e spesso non sussistevano neanche in passato.
        E’ bene precisarlo, non vorrei che qualcuno dicesse che la Chiesa mandava a morte i vedovi che avevano rubato una mela per sfamare i loro orfanelli. 😉

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Anche se l’etimologia di “omicidio” indica la semplice uccisione di un uomo (homo caedes = uccisione, strage), in italiano l’accezione è prettamente negativa, indicando un’uccisione ingiusta e dunque moralmente sempre illecita.

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        E già che ci siamo facciamo notare la profondissima incoerenza in cui cadono quasi sempre i nostri fratelli abortisti, che, appunto, tali sono, ma che spessissimo sono pure degli anti-pena-di-morte sfegatati. Potenza dell’incoerenza logica dell’ideologo!

      • lorenzo ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        2267 L’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani.

        Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall’aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l’autorità si limiterà a questi mezzi, poichè essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.

        Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l’ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” [Evangelium vitae, n. 56].

  4. StefanoPediatra ha detto

    @joseph: un ginecologo obiettore di coscienza ovviamente non può prendere parte ad una procedura (la fecondazione artificiale) nella quale è insita la perdita di embrioni umani.

    Lo avevo già scritto su questo sito in questa discussione http://www.uccronline.it/2011/10/29/i-rischi-che-nessuno-dice-della-fivet/ ma per comodità vi riassumo quanto accade in uno dei centri di fecondazione assistita più importanti d’Italia (ma i dati non sono diversi in altri contesti nazionali ed internazionali; basta leggere lavori scientifici e report).

    Provate a dare un’occhiata, se non lo avete fatto a suo tempo, al sito dell’European Hospital di Roma, nella pagina dedicata alla medicina e alla biologia della riproduzione. Laddove si parla di FIVET (http://www.icsiroma.it/html/fivet.php#trasferimento_embrionale). In particolare scorrete i dati riportati nelle tabelle relative ai risultati della procedura negli anni 1998-2001 e fate un po’ di calcoli così come li ho fatti io. Mi direte che le cose negli ultimi 10 anni sono migliorate un po’. Vi assicuro che non è così.

    1. Tecnica classica (FIVET) (i dati si riferiscono al solo centro di Roma, uno dei più avanzati del settore; ma provate a moltiplicare questi numeri per tutti i centri italiani e mondiali che fanno le stesse cose): 1472 embrioni “di buona qualità” ottenuti (il 74% del numero totale di embrioni ottenuti; quindi dovete aggiungere altri 517 embrioni “di non buona qualità”, ma comunque embrioni di esseri umani), con una media di 4,7 per paziente; di questi solo 753 embrioni sono stati trasferiti (circa la metà; gli altri sono stati congelati in attesa di essere distrutti quando “scadranno” come lo yogurt? sono stati distrutti? usati come cellule staminali per sperimentazioni?) e da questi trasferimenti si sono ottenute 118 gravidanze di cui solamente 93 sono arrivate a termine. Facendo due semplici calcoli mi mancano all’appello 1896 embrioni, cioè esseri umani.

    2. Tecnica FIVET-ICSI: 1554 embrioni trasferiti (qui manca il dato del numero totale di embrioni prodotti; chissà perché non è riportato); di questi il 16% si è impiantato (quindi 249 embrioni); si sono realizzate solo il 36% di gravidanze (89) di cui solamente il 30% a termine (27). Anche qui mi mancano all’appello moltissimi embrioni.

    Per curiosità, esiste un centro per la fecondazione assistita che, in un delirio di onnipotenza si è dato il nome “CREA”!!! Guardare per credere http://www.creasrl.eu/main/metodi.php?voce=rischi

    Come qualche tempo fa vi ripropongo di fare un macabro calcolo matematico. Proviamo a sommare il numero delle IVG così come riportate dal Ministero della Salute nei suoi rapporti ufficiali (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1585_allegato.pdf) col numero degli aborti clandestini. Ora aggiungiamo a questo subtotale il numero degli aborti causati dalla pillola del giorno dopo (domani dovremo aggiungere tutti quelli conseguenti all’utilizzo della pillola dei 5 giorni dopo). Infine proviamo ad aggiungere il numero degli embrioni “sacrificati” nelle procedure di fecondazione assistita in tutti i laboratori italiani in cui queste pratiche sono effettuate (157 pubblici o privati convenzionati + 193 privati nel 2009) (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1568_allegato.pdf) e vediamo un po’ cosa viene fuori come totale. Il macabro gioco però non potremo farlo e il totale vero non lo troveremo mai, perché nessuno ha i dati veri. Ma il numero di aborti, direttamente o indirettamente volontari, è enormemente superiore a quello riportato dal Ministero della Saluta che tutti siamo felici di sapere essere in calo progressivo dall’emanazione della legge 194.

    Date un’occhiata al report ufficiale di cui all’ultimo link citato: le percentuali di nati vivi non malformati sul totale degli embrioni prodotti sono sconfortanti.

    Ah, dimenticavo: tra gli embrioni “persi” di cui sopra dovete contare anche quelli che sono stati “usati” per la diagnosi genetica pre-impianto.

    @GiuliaM: quando parliamo dell’aborto l’unica legittima difesa ammissibile è la situazione in cui la prosecuzione di una gravidanza può determinare la quasi certa morte della mamma.

    • Giorgio P. ha detto in risposta a StefanoPediatra

      Nel caso di pericolo per un altro essere umano, si applica il principio del duplice effetto, vedi per esempio http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-rebecca-e-luciafra-dubbi-e-certezze-2543.htm

      • StefanoPediatra ha detto in risposta a Giorgio P.

        Assolutamente d’accordo. Ne avevamo già parlato anche su questo sito. Ma hai fatto bene a precisare.

        • GiuliaM ha detto in risposta a StefanoPediatra

          Infatti volevo arrivare proprio a questo: anche io sapevo che per la Chiesa, l’unico caso accettabile è quando la madre stessa sia in pericolo di vita.

    • joseph ha detto in risposta a StefanoPediatra

      Grazie, Stefano. Come sai che ho il viziaccio di buttare lì qualche frase acida, anche se sostanzialmente, nonostante tutto, ho fiducia nel genere umano.

      ….medici inclusi :).

      • StefanoPediatra ha detto in risposta a joseph

        Caro joseph, avevo capito lo spirito e volevo “rafforzare” quanto tu dicevi riprendendo un argomento secondo me molto importante.

        Nell’ultimo numero di una rivista divulgativa (ma redatta da medici specialisti) istribuita gratuitamente a molti medici affinchè venga messa nei propri ambulatori a disposizione dei pazienti (benchè io non sia un medico di base, non so tramite quali canali, la ricevo anche io) è apparso un articolo sulla fecondazione in vitro. L’autore dice testualmente, a proposito della diagnosi genetica pre-impianto e della fecondazione in sè, che tali procedure sono in grado di “evitare l’aborto” in quanto selezionano gli embrioni sani e vitali.

        Si tratta di un’informazione ovviamente SBAGLIATA concettualmente e surrettiziamente fuorviante per il lettore e a breve scriverò alla redazione (che se ne infischierà e dirà, come ha già fatto in precedenza a seguito di un’altra mia segnalazione, questa volta sulla pillola del giorno dopo, che bla, bla, bla; io però scriverò!).

        Certo, se guardiamo alle parole, l’aborto è la morte, spontanea o provocata ma comunque prematura, di un embrione o di un feto a motivo della quale una gravidanza (iniziata) non può giungere al termine. Un embrione non ancora impiantato (più di uno lo sosterrebbe, ne sono certo!) non può pertanto essere “abortito” nel senso suddetto.

        Quando scrissi per questo sito l’articoletto su “L’aborto prima causa di morte negli USA” mi fu obiettato che la mia “provocazione” era fuori luogo in quanto non si possono confrontare le statistiche sulla morte di persone già nate e, anche se per poco, vissute, con degli esseri, ancorchè umani, non ancora nati. Sul tema della fecondazione artificiale si potrebbe obiettare che non possiamo parlare di interruzioni di gravidanze mai iniziate.

        Ma sono tutti modi per eludere la realtà, peggio, per mistificarla. La realtà dei fatti è che un embrione, che sia stato assemblato in vitro o direttamente nel ventre materno, è un essere umano vivente, unico e irripetibile e che sopprimerne la vita fuori o dentro l’utero materno, prima o dopo la nascita, equivale ad un omicidio. Con buona pace delle definizioni di Andrea o di altri che vogliono la soppressione volontaria di una persona già nata diversa da quella di una persona che deve ancora nascere ma che già “è”, che già “esiste”!

        Perciò grazie per avermi dato modo di ribadire questo concetto a me caro. 🙂

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