Il biologo Colombo: «lo sviluppo della scienza nasce con il patrocinio della Chiesa»

In Ultimissima 16/6/11 informavamo dell’ultimo lavoro di James Hannam, dottore in Storia e Filosofia della Scienza presso l’Università di Cambridge, intitolato La genesi della scienza: come il cristianesimo medioevale ha lanciato la rivoluzione scientifica, dove si confermava ancora una volta come la ricerca scientifica abbia potuto trovare spazio soltanto all’interno del cristianesimo medievale e sotto le ali della Chiesa cattolica. A questa visione, ormai ampiamente condivisa -come abbiamo mostrato anche nel dossier appositamente realizzato, si è unito recentemente anche Roberto Colombo, ordinario di Biologia Molecolare presso l’Università Cattolica Roma, direttore del laboratorio di Biologia molecolare e Genetica umana e membro del Comitato nazionale per la Bioetica. Uno scienziato molto importante, ma anche un sacerdote cattolico.

Su Avvenire commenta il Motu proprio Porta fidei con il quale Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede, sopratutto il passaggio con il quale ha sottolineato con decisione che non bisogna avere “timore di mostrare come tra fede e autentica scienza non vi possa essere alcun conflitto”. Alla radice della fede e della scienza «autentica» (come la chiama il Papa) stanno la ragione e la libertà, la prima getta luce su tutto l’orizzonte della conoscenza e la seconda -continua Colombo- accoglie la verità ovunque essa si manifesti, «fino a lasciarsi abbracciare dalla grande Presenza in cui abita corporalmente tutta la pienezza della Verità: Gesù Cristo». Dalla ragione e dalla libertà, dalla loro ricerca «il cui movente è il senso religioso dell’uomo, la fede è l’esito supremo e la scienza uno dei frutti più preziosi e affascinanti».

Laddove è fiorita la fede cristiana si è generata cultura e trasformata la vita sociale, e si è sviluppata anche la scienza. Il biologo afferma: «Riscoprire e approfondire la fede non può che alimentare le radici della scienza, immettendo in essa la linfa vitale della ragione irriducibilmente spalancata e della libertà davvero libera. Il primo sviluppo delle scienze e della tecnica in Occidente ha coinciso con l’approfondimento della fede e il radicamento della vita cristiana nella società medioevale. La fede in Dio creatore e ordinatore di tutta la realtà e l’esistenza della realtà stessa in quanto positiva, buona, e aperta alla conoscenza dell’uomo libero, è stata la potente molla che ha dato impulso al sapere scientifico dentro la società e con il patrocinio della stessa Chiesa». Un esempio è quello della nascita e sviluppo dell’anatomia, come abbiamo riportato in Ultimissima

Lo ribadisce ancora  il docente di biologia concludendo l’articolo: «Non possiamo dimenticare (con gratitudine) che essa ha sostenuto lo studio delle scienze anche dal punto di vista finanziario, mettendo a disposizione i suoi uomini e i suoi mezzi. Fino alla Rivoluzione francese, la Chiesa è stata lo sponsor principale della ricerca scientifica e medica, nelle università, negli ospedali e nei conventi. Nel XVII secolo, i Gesuiti erano diventati la principale organizzazione scientifica in Europa e, a metà dell’Ottocento, un monaco agostiniano, Gregorio Mendel, potè dedicarsi per numerosi anni ad uno studio dal quale nacque la genetica moderna […]. L’Anno della fede che si apre è un anno per tutti. Nessuno, tanto meno lo scienziato, gli è estraneo, perché quando fiorisce e matura la fede, si irrobustisce la ragione e si spalanca libertà dell’uomo».

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24 commenti a Il biologo Colombo: «lo sviluppo della scienza nasce con il patrocinio della Chiesa»

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  1. Mikhail Tal ha detto

    Vorrei dire di comprare il libro di Hannam citato nell’articolo se qualcuno è interessato perché non è un libro di parte (basta leggerlo per capirlo, è anche critico qualche volta nei confronti della Chiesa ma mai in maniera ideologica), documentatissimo e era nella lista per il premio della Royal Society, veramente un buon libro.

  2. Riccardo ha detto

    Vorrei che delle ricerche sociologiche sulla Fede degli scienziati fossero fatte in tutto il mondo, poi ne potremmo sapere qualcosa in più!

  3. Mandi ha detto

    Molto belle queste parole..non consocevo il dott. Colombo!

  4. Gennaro ha detto

    Dice cose ovvie, ovviamente fa bene a dirle. E’ davanti agli occhi di tutti che la ricerca potè nascere soltanto laddove gli uomini amavano la realtà in quanto la recepivano come dono, non come estranea alla loro vita ma proprio come donata a loro da Dio. Gesù ha usato tantissimo metafore sulla natura e sulla sua bellezza, gli uccellini e i fiori del campo, il seme e la zizzania ecc…, è evidente che si possa avvicinarsi allo studio della natura soltanto se essa la si percepisce all’interno di un disegno buono, se si presuppone una teleologia e non un accozzaglia di colpi di fortuna. L’intellegibilità dell’Universo è proprio lì a evidenziare la sua origine intelligente.

  5. Viola ha detto

    “la Chiesa è stata lo sponsor principale della ricerca scientifica e medica”, ora si capisce perché tutti i fondatori delle specialità scientifiche siano cattolici e cristiani (di cui tantissimi sacerdoti).

  6. Damiano ha detto

    mi sono sempre chiesto: come si fa a essere sacerdoti e contemporaneamente fare ricerca scientifica?
    Cioè, se un sacerdote fa ricerca scientifica vuol dire che lavora in un centro di ricerca. Ma esistono centri di ricerca appartenenti alla Chiesa? So ad esempio degli osservatori astronomici a Castel Gandolfo e in Arizona (la Specola Vaticana). Esistono analoghi centri di ricerca per le altre scienze? Fisica, Biologia, Chimica… Oppure lavorano in centri di ricerca esterni alla Chiesa? E in tal caso devono chiedere un permesso speciale al loro superiore?
    Infine, quando conseguono gli studi scientifici? Prima, dopo o durante il seminario? Considerato che per fare lo scienziato devi possedere il dottorato di ricerca e quindi sono almeno 8 anni di studi…

    • StefanoPediatra ha detto in risposta a Damiano

      Caro Damiano, permettimi di correggerti su un punto: aver conseguito un dottorato di ricerca non è affatto una conditio sine qua non per fare lo “scienziato” (in Italia, a differenza che neli Stati Uniti, gli scienziati si fanno chiamare meno pomposamente “ricercatori”).

      Ciò detto, anche se togliamo 3-4 anni di Dottorato restano pur sempre almeno 5 anni di studi universitari (+ 5 opzionali di specializzazione per le branche mediche) e tanti, tanti anni di laboratorio o ricerca sul campo a seconda dei vari settori.

      Immagino che ci siano sacerdoti che sono diventati tali dopo essersi laureati e magari quando già erano ricercatori da qualche anno (io ne conosco parecchi che hanno fatto questa strada). Così come può benissimo essere che qualche altro sacerdote abbia studiato successivamente alla consacrazione. Così come ci sono alcuni sacerdoti che, immagino, la Chiesa stessa chiama a lavorare nei vari campi della ricerca scientifica.

      Non credo affatto che essere sacerdoti “controindichi” o sia “incompatibile” o generi “conflitti di interessi” con l’essere ricercatori seri e preparati.

      • Damiano ha detto in risposta a StefanoPediatra

        Lo so bene! 🙂
        Anzi, credo che un sacerdote abbia una marcia in più, o meglio la coscienza più libera, rispetto a un certo tipo di scienziati, che spendono tempo e denaro per dimostrare teorie fondate sul nulla… Un sacerdote-scienziato sta più coi piedi per terra, da questo punto di vista! 😀
        Più che altro, conoscendo certi ambienti del mondo scientifico, mi riesce difficile credere che la figura di un sacerdote che faccia ricerca possa essere ben vista…

        E per quanto riguarda i centri di ricerca, ce ne sono altri che fanno riferimento alla Chiesa Cattolica (oltre alla Specola Vaticana)? Immagino che le università cattoliche facciano ricerca più che altro in campo medico. Mi interessa soprattutto il campo della Fisica, che storicamente è il più ostile alle gerarchie ecclesiastiche.

    • Marco ha detto in risposta a Damiano

      Bisognerebbe che ti rispondesse uno di loro, magari Fiorenzo Facchini che stimo tantissimo. Un mio amico ha appena finito il dottorato di fisica a Milano ed è entrato in seminario a Roma da don Massimo Camisasca…so che continua a frequentare l’Università da Roma e contemporaneamente porta avanti gli studi di teologia. Ci vuole una testa che funzioni il doppio di quella dei normali ricercatori 🙂

  7. Mikhail Tal ha detto

    @franz
    Si ho letto il libro.
    Non so sinceramente se c’è in italiano, io l’ho letto in inglese,se hai possibilità di comprarlo te lo consiglio vivamente.

  8. Pino ha detto

    ricordiamoci che se non ci fosse stato il gesuita Padre Roberto Busa che per primo iniziò le ricerche sull’ipertesto, cioè la possibilità di utilizzare il computer per scrivere e non solo per fare conteggi, oggi non avremmo Internet.

    http://www.cyberteologia.it/2011/08/ricordando-padre-roberto-busa-il-gesuita-grande-pioniere-dellipertesto/

    Padre Busa anticipò di un paio di decenni gli scienziati americani in queste ricerche, che alla fine degli anni ’40 il fondatore dell’IBM Thomas Watson definì “impossibili”.

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