Recensione del libro “I Vangeli sono dei reportages”

Con questo articolo diamo avvio alla collaborazione con Marie-Christine Ceruti, laureata in filosofia alla Sorbona di Parigi, redattrice capo del bollettino “Les Nouvelles de l’Association Jean Carmignac” e professore titolare alla facoltà di teologia ortodossa di Minsk in Bielorussia. In questo primo articolo presenterà il suo libro “I Vangeli sono dei reportages anche se a qualcuno non va” (Mimep-Docete 2009, con prefazione della storica dell’antichità Marta Sordi). L’autrice si è resa anche disponibile a rispondere a domande, dubbi ed eventuali critiche che potranno essere postate nei commenti sotto l’articolo.

 

di Marie Christine Ceruti*
*filosofa e scrittrice.

 

Immaginate per un istante che vogliate distruggere il Cristianesimo. Come ve la cavereste? Il metodo più semplice, più rapido e più radicale sarebbe attaccare i Vangeli e, per meglio operare, pretendere che raccontino storie false mai accadute. Riflettete ancora sui metodi da usare per convincere la gente: basta affermare con sicurezza che sono stati scritti tardivamente da comunità (una comunità è più abile a modificare le cose nel gioco del passa parola) che non hanno mai né conosciuto nessuno dei testimoni, né vissuto nei luoghi degli avvenimenti. Bisognerà però poter spiegare da dove vengono queste leggende e avrete bisogno di trovare delle fonti: i miti pagani anteriori, i testi ebrei (anche posteriori ai Vangeli, tanto la gente non ne sa niente), potete anche immaginare l’esistenza di testi originari, o di tradizioni segrete conosciute e trasmesse da un’élite…

Purtroppo questo è realtà ed è cosi che vengono trattati i Vangeli, non solo da atei, anticlericali o laici di professione, ma anche nei seminari, nelle facoltà di teologia, nei circoli di pie persone che vogliono saperne di più sulla loro religione e persino nei catechismi per bambini. I danni sono enormi. E non c’è da stupirsi se, specialmente nei paesi più toccati, la pratica religiosa è spaventosamente calata, i preti abbandonano il sacerdozio e c’è anche da chiedersi se delinquenza, violenza, suicidi e depressioni in aumento non trovino là la loro spiegazione.

Era urgente agire e questo mio libro si è fissato lo scopo di smascherare tutti gli inganni e le menzogne usate per screditare i Vangeli. Oltre alle truffe segnalate qui sopra, occorreva denunciare i “generi letterari” che permettono di trasformare i fatti in miti, screditare la “formgeschichte” che fa degli Evangelisti dei campioni di Lego, smentire le pseudocontraddizioni dei Vangeli, procedere al salvataggio dei miracoli e delle profezie, denunciare giochi di parole tendenziosi, rispondere all’accusa dei Vangeli modificati, dimostrare che gli Evangelisti non erano né sprovveduti né bugiardi… e altre cose ancora. Bisognava naturalmente mettersi unicamente sul piano della razionalità, della logica, delle scoperte scientifiche – specialmente archeologiche e filologiche – poiché gli avversari ponevano le loro idee (per non dire fantasie) sul piano della onnipotente scienza.

Ho ricevuto con gratitudine molte lettere di ringraziamento dopo la pubblicazione francese di questo libro da parte di persone che si sentivano smarrite, umiliate o addirittura vacillanti nella fede. Ho cercato anche di renderlo di facile lettura, con qualche punta di umorismo. Mi dispiacerebbe urtare qualcuno poiché devo riconoscere che i propagatori di queste idee ne sono le prime vittime, ma ho ancora di più in abominio che altri soffrano ben più terribili tormenti nella perdita della fede.

E non posso più sopportare l’oltraggio fatto a Colui che ha detto: “Sono la Via, la Verità e la Vita”.

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110 commenti a Recensione del libro “I Vangeli sono dei reportages”

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  1. Friviar ha detto

    Sembra un bel libro!

  2. Stefano ha detto

    Mah, quelli che pensano che i Vangeli siano completamente affidabili dovrebbero leggersi i libri del professor Pesce!

  3. Stefano ha detto

    Anche quelli di Cacitti!

  4. Riccardo ha detto

    @Stefano Per saperne di più sulle assurdità di Cacitti e Pesce dovresti leggerti queste recensioni:http://www.totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=2420

    La fede crede che Gesù sia risorto. La scienza sa che Gesù non è risorto, perché i morti non risorgono. La fede crede che i quattro Vangeli ci trasmettano il messaggio di Gesù Cristo. La scienza sa che non è così. La fede crede che la Chiesa ci permetta d’incontrare ancora oggi nella storia Gesù di Nazaret attraverso la continuità dell’istituzione da lui fondata. La scienza sa che Gesù non ha fondato nessuna istituzione, e che la Chiesa come la conosciamo semmai deriva dall’imperatore Costantino. Tesi che risalgono all’Illuminismo, e che riposano su una concezione assolutista della scienza definitivamente decostruita da Adorno e Horkheimer in poi, senza dimenticare la meta-scienza di Popper? Purtroppo no: lo scientismo è un passato che non vuole passare, come conferma un aspirante best seller in cerca di lettori, Inchiesta sul cristianesimo. Come si costruisce una religione (Mondadori, Milano 2008), confezionato sulla scia del successo del suo precedente Inchiesta su Gesù dal giornalista Corrado Augias, che questa volta intervista il professor Remo Cacitti, docente di Storia del cristianesimo antico all’Università di Milano.

    L’idea è che si possa opporre alla fede – rappresentata per esempio da Benedetto XVI, oggetto di più di una battutina velenosa, e per definizione infondata e soggettiva – la Scienza storica con un’ideale S maiuscola, che sarebbe invece per definizione oggettiva, universale e certa. Cacitti cita l’archeologo e storico francese Salomon Reinach (1858-1932), che fornisce quello che può essere considerato il motto del libro: mentre la fede dice “io credo” la scienza della storia delle religioni, fondata su “fatti certi”, può dire con orgoglio “io so” (p. 265). Una volta entrati in questa logica, il gioco è fatto: a chiunque muovesse obiezioni in nome della religione o del semplice buon senso Augias e Cacitti potranno replicare che altra è la scienza storica, altra è la mera fede.

    Intendiamoci: Augias fa il suo mestiere, che è quello del giornalista dissacrante e provocatore che tutti conosciamo. Né egli ha mai nascosto di essere uno scettico e un non credente. Anche il professor Cacitti fa il suo mestiere: corregge Augias quando esagera, e cerca di rimanere nell’ambito della storiografia accademica. Tuttavia, sia il lettore meno preparato rischia di rimanere sconcertato, sia le stesse conclusioni del professor Cacitti si prestano a qualche obiezione laddove sembrano implicare che la storia sia l’unica disciplina che ha titolo a pronunciarsi su come è “veramente” nato il cristianesimo. Colpisce, in particolare, l’assenza nel testo di qualunque riferimento alla sociologia delle religioni, una scienza il cui più noto esponente statunitense contemporaneo, Rodney Stark, ha dedicato una delle sue opere fondamentali precisamente alle origini del cristianesimo. Il testo, Ascesa e affermazione del cristianesimo, pubblicato in Italia da Lindau, è apparso in quattordici lingue; almeno nell’area di lingua inglese, è stato ben ricevuto anche dagli storici e ha dato origine a tutto un nuovo filone di ricerca. In particolare Stark sostiene che la versione del cristianesimo fondata su dogmi certi e su una Chiesa organizzativamente forte si è affermata, prevalendo sui sogni degli gnostici e sulle utopie di un cristianesimo non istituzionale e pacifista, non grazie al potere di Costantino (come il testo di Augias e Cacitti ripete) ma perché meccanismi sociologici all’opera anche oggi – e che spiegano perché certe forme religiose abbiano successo e altre declinino nel XXI secolo – rendevano sia comprensibile sia inevitabile che fosse così.

    Anche la moderna sociologia della scienza può forse aiutare, con tutto il rispetto, a guardare con un certo sano scetticismo alle conclusioni di Cacitti. Tale sociologia sostiene infatti che la scienza, compresa quella storica, è raramente “neutra” e “oggettiva” (così che la sua pretesa di essere superiore, per esempio, alla teologia, è per certi versi ingenua) ma è sempre culturalmente condizionata, politicamente negoziata e socialmente costruita. E questo è vero anche per quella rispettabilissima scienza che è la storia del cristianesimo. A proposito dei Vangeli e delle lettere di Paolo, molti storici contemporanei – le cui idee Cacitti riassume fedelmente – spiegano che alcune affermazioni vanno intese come effettivo resoconto di fatti storicamente avvenuti, altre solo come metafore o descrizioni di esperienze spirituali a torto scambiate per realtà storiche o empiriche, altre ancora come affermazioni messe in bocca post factum a Gesù per giustificare interessi o posizioni della Chiesa nascente. Il controverso esegeta irlandese, residente negli Stati Uniti, John Dominic Crossan e il suo Jesus Seminar avevano prodotto addirittura un Vangelo “a colori” dove attribuivano colorazioni diverse a quanto, secondo loro, Gesù avrebbe detto per davvero e a quanto sarebbe stato inventato dagli evangelisti.

    Il problema però è chi e come decide quali parole e fatti attribuiti a Gesù sono autentici e quali sono inventati. Dichiariamo autentici i testi che pensiamo di poter considerare più antichi? Non è proprio così: Cacitti lealmente riconosce che le affermazioni più chiare sul fatto che Gesù sia fisicamente risorto dai morti sono in testi di san Paolo “vicini all’evento, ovvero databili agli anni Trenta del I secolo” (p. 28). Eppure secondo lo storico italiano è “evidente” che si tratta di “una prospettiva religiosa, non storica” (ibid.). E perché è “evidente”? Cacitti ha il merito di dirlo in modo molto più sfumato, mentre Augias lo afferma più brutalmente: perché nel XXI secolo “alla resurrezione dei morti oggi nessuno crederebbe” (p. 72). A parte la solita mancanza di sociologia – uno sguardo alle Indagini mondiali sui valori convincerebbe gli autori che la maggioranza assoluta dei nordamericani e dei sudamericani, e un buon terzo degli europei, crede in pieno XXI secolo che Gesù sia risorto – la formula sembra precisamente quella rimproverata al Jesus Seminar: consideriamo autentici solo gli eventi e gli insegnamenti riportati nei Vangeli che risultano accettabili ai contemporanei, anzi a quella minoranza di contemporanei che in nome dello scientismo non crede ai miracoli. Così le affermazioni sul primato di Pietro e tutto quanto fonda un cristianesimo che non sia puro insegnamento morale sulla povertà e la pace “devono” essere aggiunte posteriori e non possono fare parte dell’insegnamento autentico di Gesù Cristo: il quale, diversamente, assomiglierebbe troppo a quello di Benedetto XVI, che non è simpatico ad Augias e sembra di capire neppure a Cacitti.

    Che le cose stiano così sembra confermato dalle incursioni degli autori su temi diversi da quelli delle origini cristiane. Per esempio, in tema di apparizioni della Madonna, Cacitti afferma ripetutamente che “non hanno assolutamente nulla di religioso” (p. 149). Ci si chiede tuttavia come è stato previamente definita la nozione di “religioso”. Avendo a suo tempo partecipato (unico studioso italiano invitato) al progetto europeo LISOR sulla definizione di religione, penso di avere qualche elemento per dire che nel messaggio di Fatima o nelle parole della Vergine a Lourdes, per tacere dell’esperienza dei fedeli e dei pellegrini nei rispettivi santuari, tutto è religioso secondo una qualunque delle maggiori nozioni di religione utilizzate nella sociologia contemporanea.

    Così pure rimango perplesso quando Cacitti definisce “chierici franchisti” i sacerdoti e religiosi uccisi durante la guerra di Spagna e a suo avviso inopportunamente canonizzati (p. 210: molti di loro non erano certamente “franchisti” e furono uccisi per la loro fede, non per le loro idee politiche), e quando sembra confondere, tra i documenti del Vaticano II, la Nostra Aetate (che non è il testo “che apre alla libertà religiosa”, p. 246) con la Dignitatis humanae. E sono ancora più perplesso quando lo storico di Milano attacca “l’oscena strumentalizzazione di certi passi del Corano, operata da truci cristiani, per i quali sarebbe quel testo sacro a fomentare la violenza e il terrorismo islamici”: una posizione che “certo non è vera” (p. 66). Il maggiore sostenitore accademico contemporaneo della tesi secondo cui le giustificazioni di una certa violenza islamica si trovano in alcune sure del Corano, l’islamologo della Rice University David Cook, il quale offre argomenti molto seri e tutt’altro che facili da smontare, sarà forse “truce”, ma certamente non è un cristiano. C’è da chiedersi se in certi ambienti, anche autorevoli, l’islam non goda oggi di un pregiudizio favorevole che si nega alla Chiesa Cattolica.

    Lo ha ribadito Benedetto XVI a Parigi: tutti i contributi delle scienze alla migliore comprensione del cristianesimo e della sua storia sono i benvenuti. Ma squalificare come non razionale e non scientifica la comprensione che i credenti hanno di Cristo e della Chiesa, pretendendo che una certa storiografia accademica sia detentrice per definizione di un sapere superiore e più “obiettivo”, fa invece parte di quella muraglia cinese eretta dalla modernità fra fede e ragione che Benedetto XVI sta cercando dall’inizio del suo pontificato di smantellare: in nome non solo della fede ma anche di una nozione più serena e prudente di ragione.

    • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Riccardo

      Grazie! Sono felice di trovare un tale supporter con argomenti molto validi. Ma tengo a sottolineare che ci sono a sostenere i Vangeli anche basi scientifiche di tipo archeologico, filologico, linguistico e altri e sostenuti anche da atei come la Genot-Bismuth.

      • Mirko Allegri ha detto in risposta a Marie-Christine Ceruti

        Ha fatto una ricerca su questa donna. Si, la Genot-Busmuth è ebrea ma laica e antireligiosa. Accetta il Gesù storico, afferma che i Vangeli, in particolare quello di Giovanni, siano stati scritti prima del 70 d.C. e da testimoni oculare. In un’intervista parla del suo libro “Un homme nomme’ Salut”, dicendo: “Esaminando il testo di Giovanni secondo il metodo dell’analisi narrativa e linguistica risulta che non si inserisce nell’humus culturale della Gerusalemme della fine del secondo Tempio”, chi lo ha scritto “era non solo un testimone, ma un “attore”. Qualcuno che si proteggeva con una sorta di clandestinita’ . Sono convinta che era un prete di alto rango, un personaggio della cancelleria del Tempio. Annotava le parole che ascoltava o aveva ascoltato. Non e’ un fatto straordinario, lo e’ semmai il fatto di negare la storicita’ del testimone”: http://archiviostorico.corriere.it/1992/novembre/02/guerra_nel_nome_Gesu__co_0_9211026185.shtml

  5. Riccardo ha detto

    http://www.cesnur.org/2006/mi_07_29.htm
    Questo è sul Vangelo di Giuda

  6. Stefano ha detto

    @Riccardo: Voglio concederti il fatto di aver ragione sulle teorie di Cacitti, ma ti sembra giusto che Dan Brown debba essere messo sotto processo per aver attaccato la Chiesa?

    • Mandi ha detto in risposta a Stefano

      Se si pone sulla scena pubblica con certe menzogne dovrà pur essere legittimamente criticato, o nemmeno questo?

      • Stefano ha detto in risposta a Mandi

        Le critiche sono legittime, ma non gli si può fare un processo inquisitoriale contro!

        • Mandi ha detto in risposta a Stefano

          Ora però rispondi alla domanda che ti ha fatto Marie-Christine qui sopra. E’ ora che tu cominci a confrontarti seriamente.

          • Piero ha detto in risposta a Mandi

            Oh! Scommetto che adesso tirera’ fuori i suoi soliti deliranti commenti ed evitera’ ACCURATAMENTE di rispondere, scappera’ a gambe levate come un coniglio da quella domanda.

          • Stefano ha detto in risposta a Mandi

            Ti risponderò chiaramente: è chiaro che il Vtaicano paghi degli storici ed archeologi per confermare la falsità delle sue tesi!

            • Riccardo ha detto in risposta a Stefano

              A parte il complottismo da bar, avresti altre tesi da proporre?

            • Rebecca ha detto in risposta a Stefano

              Dai smettila di scherzare, si sta parlando di cose serie e affascinanti. Piuttosto c’è ancora una domanda a cui devi rispondere sopra.

              • Piero ha detto in risposta a Rebecca

                la cosa brutta e’ che lui e’ proprio serio. Io avrei paura a trovarmelo alle spalle.

                • Nofex ha detto in risposta a Piero

                  Piero ma se tu gli dai corda lui continua e la discussione viene sviata, abbiamo l’opportunità di affrontare un bellissimo argomento con un esperta e stiamo dietro a questo qui. Gli abbiamo risposto una volta, poi basta.

            • Piero ha detto in risposta a Stefano

              Basti tu a far fare una pessima figura a tutti gli atei del mondo!

        • alèudin ha detto in risposta a Stefano

          fra poco ci dirà che lo hanno bruciato.

  7. Riccardo ha detto

    Dan Brown messo sotto processo per aver attaccato la Chiesa? Ma che cosa dici?

  8. Riccardo ha detto

    Purtroppo è un amico di mio fratello e lo conosco bene!

  9. EnricoBai ha detto

    Un benvenuto enorme a Marie-Christine Ceruti e grazie alla sua disponibilità! Comprerò senz’altro il libro sia perché l’autrice si è presentata ottimamente sia perché ho grande stima di Marta Sordi!

  10. Maffo ha detto

    Complimenti alla professoressa! Volevo però un chiarimento se fosse possibile: parla di tentativo di distruzione del cristianesimo, però poi dice che questo metodo è portato avanti anche nei seminari e nelle facoltà di teologia…è un autodistruzione?

    • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Maffo

      Mi sono interogata pure io su questo tema. Da un lato abbiamo chi crede a queste sciochezze in buona fede. Questi hanno seguito i corsi o letto i libri di quei falsari e si sono persuasi che tale è la scienza, che le persone intelligenti (e voglio farne parte) credono cosi e divulgano queste teorie. Ho conosciuto più di un sacerdote che, entrato in seminario con idee giuste, si è lasciato ingannare e spesso a malincuore ha dato ragione a quei “intelligenti”. Poi ci sono gli altri che vogliono veramente distruggere la fede, il Cristianesimo e che entrano nei seminari, nelle parocchie, nelle facoltà di teologia per seminare … si dice loglio o zizzania? Mi dovete scusare tutti se il mio italiano non è perfetto…

      • Maffo ha detto in risposta a Marie-Christine Ceruti

        Zizzania è giusto, il suo italiano è perfetto, non si preoccupi.

        Io non riesco proprio a capire come si possa fare il prete o essere cattolici senza basarsi su un fatto storico come quello cristiano, o avendo anche dei dubbi. Come diceva un filosofo di cui non ricordo il nome: “Se Cristo fosse un falso, Dio non esisterebbe”.

        • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Maffo

          E’ per quello che in Francia specialmente dove queste “belle” teorie sono cosi diffuse il numero dei spretati è enorme e le chiese completamente deserte.
          Grazie per la Sua indulgenza!

        • Giorgio P. ha detto in risposta a Maffo

          E’ una citazione di Jean Guitton.
          La nipote aveva da poco finito di leggere un libro di Renan (credo “La Vie de Jésus”), e dopo aver meditato disse: “Se Gesù non è Dio, allora Dio non esiste”.
          Guitton si meraviglio’ del ragionamento lineare e corretto della nipote.
          L’unica chance pienamente valida per l’esistenza di Dio è proprio Gesù.

      • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Marie-Christine Ceruti

        Mi scusi bisogna leggere “vogliono farne parte”.

      • Riccardo ha detto in risposta a Marie-Christine Ceruti

        Posso chiederle una cosa professoressa Ceruti?
        C’è uno studioso scettico, Bart Ehrman che ha scritto un libro: Gesù non l’ha mai detto http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=116 e volevo sapere se lo conosce e se sa se quello che dice sia in parte veritiero o se è tutta una montatura.

        • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Riccardo

          Non lo conoscevo. Sono andata sul sito che mi ha allegato. Io ho sempre letto e sentito dire che ci sono, si, delle lievi differenze da una copia all’altra dei Vangeli ma appunto lievi e che non hanno importanza per il contenuto della fede. Adesso questo Ehrman ne deduce che i Vangeli non sono sicuri a causa dei copisti o di chi ha volontariamente cambiato i testi. Io dico: crede veramente che in 20 secoli con tutti quei che hanno cercato di combattere i Cristianesimo e specialmente la Chiesa cattolica e tutti i studi che si sono fatti delle Sacre Scriture abbiamo dovuto aspettare il Signor Ehrman per accorgercene?

  11. Laura ha detto

    Purtroppo dopo Bultmann la ricerca è molto viziata, sono contenta di prese di posizioni molto forti come in questo libro.

    • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Laura

      Ho un modo abbastanza semplice di riconoscere chi è nella linea della verità : ciò che dice è chiaro e limpido. Bultmann non fa parte di questa categoria.

      • Massimo Ponzoni ha detto in risposta a Marie-Christine Ceruti

        Purtroppo il metodo della critica formale di Bultmann è stato imitato da molti dopo di lui. Ma non è certo il primo che ha confuso le carte.

        Possiamo affermare che i primi furono gli uomini del 1700, ricordo J.D. Michaelis e H.S. Reimarus tra i primi a mettere in discussione la divinità di Gesù. Poi arrivò ovviamente Strauss. Ma secondo me chi rivoluzionò veramente l’approccio alla Bibbia furono i saggi pubblicati sotto il titolo “Essays and Reviews” intorno al 1860. Poi arrivò Bultmann, ma la situazione era già compromessa.

        • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Massimo Ponzoni

          Esatto però secondo me questa zizzania risale proprio agli inizi del Cristianesimo con la gnosi (se non addiritura prima poichè anche il giudaismo aveva già a che fare con la gnosi ), continuando attraverso i secoli sempre in contrappunto della verità. Ne faccio l’analisi nel mio libro.

  12. Mr. Crowley ha detto

    Io leggo abbastanza spesso i Vangeli, in effetti, su alcuni passi mi sarebbe piaciuto che gli evangelisti avessero scritto qualche particolare in piu’.
    Rispetto all’Antico Testamento dove i racconti sono narrati con una precisione e con molti piu’ particolari.
    Il nuovo testamento e’ un po’ “scarno”.
    C’e’ solo l’essenziale.

    • EnricoBai ha detto in risposta a Mr. Crowley

      Io credo invece che anche questo sia un’indizio importante per la loro veridicità. Mi piacerebbe sapere il parere di Marie-Christine, ma se noi confrontiamo i Vangeli canonici con gli apocrifi salta subito all’occhio questo: i Vangeli sono proprio dei reportages giornalistici, cioè c’è la cronaca senza alcun commento di chi scrive, senza nessuna enfasi, senza nessuna sottolineatura. Anche la descrizione dei miracoli è scritta in modo sobrio e ci si limita ai fatti, senza interpretare. Questo è veramente significativo, significa che chi scrive voleva solo raccontare fatti come li aveva visti, senza voler ingannare o estasiare nessuno.

      • Mr. Crowley ha detto in risposta a EnricoBai

        Addirittura puoi stupirti che una religione possa esistere basandosi su di un testo cosi’ scarno.
        Il profeta Mohammed ha dovuto scriversi diverse centinaia di pagine per fondare l’Islam (oltre che predicare per moltissimi anni).
        Lo stesso ha fatto il Budda.
        Come anche fece Confucio (lo so e’ solo una filosofia e non una religione, come il buddismo).
        Il Cristianesimo anche sotto questo aspetto e’ decisamente anomalo.

        • EnricoBai ha detto in risposta a Mr. Crowley

          Pensa che l’islam si fonda su un sogno di maometto…questo per sottolineaere l’enorme differenza…tutti gli altri testi religiosi sono assolutamente ed esclusivamente religiosi. Solo i Vangeli non sembrano affatto testi religiosi ma piuttosto cronache scarne e convincenti.

        • Piero ha detto in risposta a Mr. Crowley

          oltre che predicare per moltissimi anni
          Io aggiungerei predicare a fil di spada.

    • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Mr. Crowley

      Vero e falso. Vero perchè i Vangeli, e non sono certo la prima a dirlo, si presentano come dei resoconti scarni: non c’è una nota di dolore nei racconti della passione per esempio, niente commenti soggettivi. Il che aumenta la loro credibilità. Falso perchè ci sono anche dei particolari che li fanno sentire scritti da chi ha veramente visto:
      Gesù era alla poppa su un cuscino dormendo.
      Simone di Cirene il padre di Alessandro e Rufo.
      Tutto lo spazio davanti alla porta (della casa di san Pietro) era pieno.
      E sono precisamente questi particolari e tanti altri che hanno permesso di ritrovare tracce archeologiche che dimostrano la verità – il “toccabile” – di questi particolari.
      Però sono anche molto d’accordo con Lei : quanto mi piacerebbe saperne di più sull’infanzia di Gesù, sul suo modo di trascorrere la Sua vita quotidiana… e sulla Madonna…

  13. Piero ha detto

    Gentilissima professoressa Ceruti,
    vorrei chiederle una cosa: cosa ne pensa delle proposte di “migliorare” (per cosi’ dire) le traduzioni del Vangelo fatta da alcuni autori?
    Parlo per esempio di questo libro: Jose’ Miguel Garcia – “La vita di Gesu’ nel testo aramaico dei Vangeli” Rizzoli Editore, che sarei tentato di leggere. Lei pensa che abbia solide basi scientifiche? Alcuni autori cattolici italiani lo consigliano, Socci per esempio.
    In effetti, il passo del “vide e credette” e’ (almeno in italiano) un po’ “pesante”, un po’ criptico.
    E l’annoso problema del famoso frammento 7Q5 e’ stato risolto?
    Grazie.

    • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Piero

      Caro Piero, questo libro l’ho letto e mi ha reso molto perplessa. Penso che chi l’ha scritto sia stato di buona fede ma invece di aiutare la fede aiuta a perderla. Vede problemi dove non ci sono, va a cercare e a mettere in rilievo contraddizioni che pretende di risolvere con una cattiva traduzione dall’aramaico al greco ma i dettagli di questa traduzione sbagliata non li da e si accontenta di chiedere fiducia nelle loro (perché sono stati in più a farle) ricerche.
      Non mi ricordo più cosa ci sarebbe da dire sul “vide e credette” ma mi sembra a me di una chiarezza lampante.
      Il 7Q5. Ma si figuri! è come la Sindone mette a terra e anche sotto terra tutte le belle costruzioni di chi non vuol credere e, peggio, chi non vuole che gli altri credano. Guardi un pò chi è contro lo scritto del 7Q5 e chi pro. Contro : esegeti, biblisti, teologhi e pro papirologhi (e un pò di altri comme me…!)

  14. spuntocattolico ha detto

    che bello poter dialogare direttamente con l’autrice! volevo chiedere un suo parere su Carsten Thiede…è molto diffamato ma non si riesce a capire se quel che dice è vero oppure no. ho finito di leggere il libro “testimone oculare di gesù” sul papiro magdalen…molto bello…ma le cose stanno proprio così? è accettato che anche il vangelo di matteo sia stato scritto prima del 70?

    • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a spuntocattolico

      Grazie spuntocattolico. Thiede è molto diffamato perché disturba. Guardi quel che ho scritto a Piero. E’ più che attestato che il Vangelo di Matteo (ma bisogna aggiungere anche i 3 altri) è stato scritto prima del 70. E’ stato scritto in lingua semitica, lo dimostra quello che è probabilmente il più grande conoscitore della lingua di Qumrân – quella dell’epoca di Gesù e prima – l’abbate Jean Carmignac ma anche altri specialisti in lingue semitiche : Claude Tresmontant e Francis Marion. (Grazie a Messori di aver fatto conoscere i due primi all’Italia e a Socci di aver rivelato la persecuzione che si è abattuta su di loro). In 70 cadde Gerusalemme e le lingue semitiche non erano più parlate. Dunque i Vangeli sono stati scritti prima. Ci sono anche motivi di credere che sono stati scritti anche molto prima ma l’essenziale, ed è quello che disturba, è che sono stati scritti quando i testimoni occulari erano ancora vivi e dunque che avrebbero negato i fatti racontati se fossero stati falsi.

  15. plotty ha detto

    Vorrei che voi e la professoressa mi toglieste un dubbio: potreste elencarmi le prove storiche (se non tutte, le più importanti) dell’esistenza del Gesù profeta (quindi come semplice uomo, non figlio di un dio)? A quanto mi risulta gli storici romani parlano di cristiani, di seguaci di Cristo, piuttosto che del Cristo in sé. Grazie a chi vorrà dedicarmi un po’ del suo tempo

    • Ercole ha detto in risposta a plotty

      Comincio io…oggi siamo arrivati al punto che pochissimi studiosi mettono in dubbio l’esistenza di Gesù. Non è una questione più dibattuta oggi, piuttosto si è passati a verificare se il Gesù storico coincide con il Gesù della fede. Se ad esempio vai su Wikipedia a questa pagina: http://it.wikipedia.org/wiki/Storicit%C3%A0_di_Ges%C3%B9 e leggi l’inizio già ti fai un’idea.

      Una sintesi delle risposte che cerchi le trovi qui (inutile stare a riscriverle): http://www.gotquestions.org/italiano/Gesu-esisteva.html

      Tieni conto che, come scrive la professoressa, i Vangeli sono una fonte attendibile. Anzi sono quattro fonti diverse che raccontano gli stessi fatti da punti di vista diversi, a volte anche con delle contraddizioni tra loro (altro sintomo di veridicità). Proprio come 4 cronisti che vengono mandati da 4 quotidiani diversi a raccontare un fatto.

      • Karma ha detto in risposta a Ercole

        Io aggiungerei una cosa: il cristianesimo allora era una cosa piccolissima, ridicola per i romani e molto fastidiosa per gli ebrei. Di detrattori ne aveva molti di più che di sostenitori. Eppure non c’è nessuno che abbia falsificato i Vangeli. Eppure era il modo più efficace per disfarsi di quella gente, bastava che dei testimoni negassero quanto veniva scritto. Invece si sono martirizzati i primi cristiani ma mai nessuno ha pensato di confutare i Vangeli. Come mai?

    • EnricoBai ha detto in risposta a plotty

      Guarda se accetti di dibattere serenamente senza insulti, complotti e tesi assurde qui troverai sempre spazio e sarai sempre preso sul serio!

    • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a plotty

      Non capivo la domanda… vedo che altri Le hanno riposto e bene. Guardi che sulle testimonianze dei Romani dell’antichità Socci nel suo ultimo libro : la guerra contro Gesù ne fa un bel elenco ben spiegato. E prende di mira chi pretende che non ci siano testimonianze (o pocchissime) sulla Sua esistenza terrestre. E’ facile di lettura.

  16. Sesbassar ha detto

    Mi scusi professoressa, ma non sono d’accordo con questo articolo, che ritengo a dir poco catastrofista.

    “I danni sono enormi. E non c’è da stupirsi se, specialmente nei paesi più toccati, la pratica religiosa è spaventosamente calata, i preti abbandonano il sacerdozio e c’è anche da chiedersi se delinquenza, violenza, suicidi e depressioni in aumento non trovino là la loro spiegazione.”

    Mi sembra eccessivamente semplicistico leggere la realtà così (non semplice, semplicistico).

    Per come si è espressa in questo articolo sembra che tutto sia causato dalla lettura storico-critica dei vangeli e da chi la insegna (spero che non la pensi così, e che sia semplicemente il risultato del dover comprimere il proprio pensiero in un breve articolo). Ma vediamo una citazione a proposito:

    “Il metodo storico-critico è il metodo indispensabile per lo studio scientifico del significato dei testi antichi. Poiché la Sacra Scrittura, in quanto «Parola di Dio in linguaggio umano», è stata composta da autori umani in tutte le sue parti e in tutte le sue fonti, la sua giusta comprensione non solo ammette come legittima, ma richiede, l’utilizzazione di questo metodo.”

    La formgeschichte fa parte del metodo storico-critico: questo brano è quindi stato scritto da chi vuole rovinare il mondo? Da un teologo/biblista progressista che cerca di seminare zizzania? Chi ha osato dire che il metodo storico-critico è uno strumento indispensabile?
    Ebbene, a compiere questa opera nefanda e menzognera è la Pontifica Commissione Biblica, nel 1993. Legga pure il documento a cui mi riferisco (presumo che lei già lo conosca, ma una seconda lettura non fa mai male), lo trova qui: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documentsd/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html

    Che il metodo storico-critico non sia la panacea per tutti i mali lo riconosce Benedetto XVI nel suo libro “Gesù di Nazaret” (ed ha ragione), ma affermare che lo scopo del metodo storico-critico sia “diabolico” è del tutto fuori dall’alveo dell’insegnamento cattolico (se per lei la Pontifica Commissione Biblica non è abbastanza autorevole nel suo insegnamento non so chi possa esserlo).

    Vi è chi usa il metodo storico-critico con il solo scopo di distruggere i vangeli (perchè come dice lei vuole minare la fede cristiana), ma il problema non è nel metodo (nè nella formgeschichte nè nella redationgeschichte), ma nelle intenzioni legate ad esso. E tali intenzioni non le cambia con un libro, ma neanche con diecimila libri.
    Ma se una persona è dubbiosa, io gli consiglio di leggere un buon commentario (Ravasi, Ska, Schokel, Segalla, Fabris per fare qualche nome), e di farlo con calma: e se mi dice “non ho voglia”, “non ho tempo”, “eh, ma devo andare fino in seminario?”, “ma non hai un compendio che spieghi tutto?”, allora la sua è già una ricerca insincera di risposte facili, le quali non esistono (mi spiace per lei che cerca la verità solo in ciò che è chiaro e limpido, ma questa ricerca cartesiana è inadatta per i campi della vita che siano pari o superiori all’umano, i quali sono complessi almeno quanto l’umano è di per sè).
    La sua impostazione apologetica mi pare viziata in partenza dal bisogno di difendere chissà cosa: e in questo è simile all’impostazione polemica degli anti-cristiani, che vede tutto in senso anti-cristiano. Si risponde pan per focaccia, ma sono dialoghi tra sordi.
    Tali prospettive mi appaiono anguste di per loro, e limitanti a breve e lungo andare.

    Le auguro quindi ogni bene e fortuna per il suo sforzo speculativo, ma mi auguro anche che nei prossimi articoli vada oltre alla semplice apologetica, e ci dia prospettive più ampie che non lo “scontro” intellettuale.
    Mi auguro inoltre che fosse una banale questione di spazio, e attendo qualche articolo più approfondito (e profondo).

    Cari saluti

    Devid

    • Mirko Allegri ha detto in risposta a Sesbassar

      Il tuo attacco è difficilmente comprensibile, sopratutto senza nemmeno aver letto il libro in questione, dove la faccenda è sicuramente approfondita. Il link che metti non funziona e cmq sappiamo che purtroppo anche gli esegeti del Vaticano sono scesi a compromessi. Ricordo solo l’assurdità della posizione di Ravasi contro i rotoli di Qumran e José O’ Callaghan. Oggi non se ne parla più però, ma tutta la questione è ottimamente ripresa in questo volume: http://www.librarything.com/work/5891699

      Raniero Cantalamessa dice questo: “La critica storica (compresa la «Formgeschichte», o storia delle forme) ha tacitamente proiettato all’epoca del Nuovo Testamento le leggi che portano oggi all’edizione definitiva di un libro: riedizioni successive, ognuna basata sulla precedente, che modifica, aggiungendo o togliendo qualcosa. Questo ha creato l’illusione di poter risalire da uno strato al precedente, fino a isolare un ipotetico nucleo originario, che finisce quasi sempre per riflettere da vicino l’opzione di partenza dello studioso di turno”….è quindi un metodo sbagliato nella sua stessa natura.

    • Ingrid ha detto in risposta a Sesbassar

      Sono d’accordo solo sulla prima fase…sicuramente lo svuotamento delle chiese non dipende solo da questo! Ma in fondo tutto poi ritorna lì…se si mette in dubbio la veridicità di Gesù a che serve andare a Messa? Se i Vangeli sono un collage, un’opera scritta tardivamente da comunità di fanatici…cosa mi interessa della messa? Di prendere la comunione?

      Se provi a rileggere l’articolo la professoressa attacca giustamente l’uso del metodo storico-critico, non in sé, ma quello che fa dei Vangeli un puzzle che gli evangelisti hanno composto. Critica dunque un certo uso del metodo storico (quello di Bultmann insomma), in linea con l’avvertimento della Pontifica Commissione biblica. Se continui a leggere il documento che citi si dice infatti: “È un metodo che, utilizzato in modo obiettivo, non implica per sé alcun a priori. Se il suo uso è accompagnato da tali a priori, ciò non è dovuto al metodo in se stesso, ma a opzioni ermeneutiche che orientano l’interpretazione e possono essere tendenziose. Certo, l’uso classico del metodo storico-critico rivela certi limiti poiché si restringe alla ricerca del senso del testo biblico nelle circostanze storiche della sua produzione e non si interessa alle altre potenzialità di significato che si sono manifestate nel corso delle epoche posteriori della rivelazione biblica e della storia della Chiesa. Tuttavia questo metodo ha contribuito alla produzione di opere di esegesi e di teologia biblica di grande valore”.

      • Sesbassar ha detto in risposta a Ingrid

        Per rispondere a Mirko (ma anche un po’ a Ingrid):

        Io non attacco il libro (che non ho letto e quindi non posso giudicare), ma il modo in cui è posto l’articolo (e la professoressa spero, e mi sembra, abbia capito questa distinzione). I limiti del metodo storico-critico mi sono ben presenti (per questione di spazio non ho potuto continuare, ma ho comunque fatto presente che vi sono).

        A differenza di te, Mirko, che offendi i fantomatici “esegeti del Vaticano”. Tenuto conto che lo stesso Joseph Ratzinger ha firmato e controfirmato (in quanto al tempo era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede: l’odierno Sant’Uffizio; la Pontificia Commissione Biblica lavora per conto della CplDdF) il documento che riposto (visto che il link non funziona: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html).

        Prima di parlare accertarsi di non sparare accuse a caso 1) a me 2) alle Pontificie Commissioni e alle Congregazioni che sono preposte alla custodia della dottrina verace della Chiesa (sempre che ci si voglia dire cattolici ovviamente).

        Per rispondere invece alla professoressa:

        Per me è chiaro che il web sia fonte di malintesi spesso e volentieri, quindi capisco che non possa fare sfoggio di tutta la sua erudizione, e che non possa citare tutto quello che vorrebbe (non ce n’è semplicemente lo spazio). Si figuri.
        Mi esprimo più brevemente che riesco. A parer mio ci sono due modalità di utilizzare il metodo storico-critico: una ideologica, l’altra “socratica” (mi spiegherò meglio).
        La prima è tipica di chi cerca conferme nei testi di ciò che vuole provare: questa è la lettura degli anti-cattolici militanti (ad es. l’UAAR), ma anche di tanti cattolici, i quali leggono solo i passi che interessano loro (il che porta a non poter spiegare le “eccezioni”, ovvero le cose che apparentemente contraddicono le tesi cattoliche).
        La seconda è tipica di chi legge il testo cercando di farne emergere l’ispirazione che ha mosso gli autori: solo così si può giungere alla verità, visto che lo Spirito che li ha ispirati è lo Spirito di Verità, e non può che riportare a Sè Stesso; ma allora è lo stesso testo a parlare di sè, il metodo storico-critico diventa un modo per spiegarlo meglio, con strumenti scientifici.
        Il metodo apologetico ha purtroppo il grande limite di appoggiarsi ad una lettura già ideologica, ha la preoccupazione di doverla confermare; ma non tiene conto del fatto che la Verità si conferma da sè, in quanto ogni negazione di essa diventa auto-negazione, contraddizione.

        Facciamo “parlare” i testi, e vedremo che “stranamente” ci porteranno dritti dritti alla dottrina cattolica, se non altro perchè è stata la Chiesa a scegliere questi testi, per l’appunto perchè in essi Ella si ritrovava.

        Per fare un esempio: recentemente Culmann (teologo protestante) si è interrogato circa la natura del matrimonio (se sia indissolubile o meno). Ed è arrivato a confermare la dottrina cattolica, semplicemente perchè è ritornato ai Vangeli, e ha “chiesto” a loro la verità sul matrimonio. Non c’è niente di strano, noi cattolici dovremmo sapere serenamente che la Verità si è legata a doppio filo alla Sua Chiesa.

        In più: a me pare naturale non interrogare unicamente i Vangeli, e quindi per rispondere al Suo esempio specifico, affermo senza problemi che è esagerato un esegeta che pretende di spiegare tutto semplicemente da una inflessione verbale: neanche S. Paolo (uno dei più grandi teologi che la Chiesa abbia mai avuto la fortuna di annoverare tra le sue fila) ha saputo rispondere con chiarezza circa la natura della Resurrezione (e conosceva l’aramaico e il contesto in cui predicava Gesù Cristo meglio di chiunque di noi); non vedo come potremmo dire qualcosa di definitivo noi: è assurdo dire qualcosa di definitivo a proposito, la Resurrezione è la vita stessa di Dio che ci viene donata, non possiamo analizzarla scientificamente per metterne dei limiti o per “gestirla”, men che meno grazie ad un’analisi linguistica.

        Le rinnovo i miei auguri per il suo lavoro accademico e per i suoi studi, e spero di leggere presto un suo articolo (magari di tono meno pessimista 🙂 ).

    • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a Sesbassar

      Il ricercare come erano le abitudini, il modo di parlare, di vivere dell’epoca di Cristo per meglio capire i Vangeli mi sembra un modo giustissimo di abbordarli. Ma se per metodo storico critico si intende andare fino ad inventare cose per meglio distrugerne la storicità li non sono più d’accordo. Esempio e ne do parecchio nel mio libro : l’esegeta che spiega che in 2000 anni chi leggerà i nostri testi e vedrà “il sole si alza” commenterà che personaliziamo il sole, e ne trae la conseguenza che non conoscendo bene la lingua dell’epoca di Gesù non capiamo cosa vuol dire risorgere che ha nel pensiero degli Evangelisti un tutt’altro senso di quel che diamo oggi a questa espressione, non Le pare un “metodo storico- critico un pò esagerato?

  17. leptis magna ha detto

    delinquenza, violenza, suicidi e depressioni odierne sarebbero in aumento perché qualcuno critica la storicità di testi di 2000 anni fa?!? ahhhhhhhhhhh, ecco, questa mi mancava proprio 😀

    fra l’altro, non mi pare che in epoche più “cristiane” le violenze e la delinquenza fossero così assenti, anzi…

  18. leptis magna ha detto

    fra l’altro, la cristianissima Marie-Christine Ceruti dovrebbe dare un’occhiata alla cristianissima ed ortodossissima Bielorussia dove insegna, alla voce Lukashenko.

    non si sa mai che ne trovi anche un po’ lì, di violenza.

    • Mr. Crowley ha detto in risposta a leptis magna

      “cristianissima ed ortodossissima Bielorussia” dopo 80 anni di comunismo sovietico??.
      Ha Ha Ha!!!!

      • Hugo ha detto in risposta a Mr. Crowley

        Io direi dopo anni e anni di ateismo di stato…ottimo riconoscimento per Leptis..brava!

      • Piero ha detto in risposta a Mr. Crowley

        Ma dove le va a trovare queste perle Giulia?
        Non credo che siano farina del sacco dell’UAAR, sono troppo belle per essere meditate.
        Pensi che gli vengano come delle “illuminazioni”?

    • Friviar ha detto in risposta a leptis magna

      A provocare son bravi tutti, ma ad essere uomini solo poche persone riescono…

    • Mr. Crowley ha detto in risposta a leptis magna

      Aiuto!!! sono posseduto dal demone di Stefano!!!.
      Perche’ allora non parliamo della cristianissima Cina e della altrettanto cristiana Corea del Nord?.
      I famosi dittatori cristiani Pol Pot, Stalin e Hitler allora?.
      (tutte spie del vaticano messe in quei posti di potere per mettere in cattiva luce l’ateismo, ovviamente).

    • Marie-Christine Ceruti ha detto in risposta a leptis magna

      Lukashenko non fa parte dei miei studenti.

    • lorenz ha detto in risposta a leptis magna

      bell'”autogol”!

      • Piero ha detto in risposta a lorenz

        beh? Che fine ha fatto Giulia/…/Leptis magna?
        Dopo la figuraccia sulla “cattolicissima” Bielorussia s’e’ andata a nascondere?
        Adesso che ha davanti una professoressa a cui rivolgere le sue straordinarie domande che portano inevitabilmente a non credere, cosa fa? Se la da’ a gambe levate? (come Davide come Stefano come mille altri…)

  19. Cinico ha detto

    Wow,ora sappiamo che i vangeli sono cronache precise di prim’ordine,ora tutti potremo avere una fede indiscussa, è tutto vero:i morti resuscitano e l’acqua diventa vino,se è una cronaca è logico che è tutto vero.Aspettate,mi è venuta un’improvvisa voglia di delinquere e suicidarmi…..

    • lorenz ha detto in risposta a Cinico

      “Se è una cronaca è logico che è tutto vero”..per carità cinico, non usare la logica se non sai farlo!

    • Franz ha detto in risposta a Cinico

      In realtà non esiste nemmeno il futuro, il passato e il presente…sono tante le cose a cui nessuno crede e che pure sono vere.

    • EnricoBai ha detto in risposta a Cinico

      Il tuo problema è credere nell’esistenza di Dio, se Lui esiste questo è possibile. E non è certo il fatto che Gesù facesse miracoli che è la prova dell’esistenza di Dio per noi. Si parte sempre dal presente, da oggi.

      • Cinico ha detto in risposta a EnricoBai

        e oggi quale prova dai dell’esistenza di Dio?

        • Alessandro Bagni ha detto in risposta a Cinico

          Non c’è una prova empirica (o almeno c’è ma si tratta di argomentazioni filosofiche). Esistono prove e certezze morali le stesse che vengon utilizzate nei rapporti inter personali.

    • Piero B. ha detto in risposta a Cinico

      Ecco un altro uaarino. Ma vi fanno con lo stampo?
      Siete riusciti pure a farvi dare della capra da un ateo conclamato come Sgarbi, e questa è grossa…

      • Piero ha detto in risposta a Piero B.

        un ateo conclamato come Sgarbi
        Uhmmmm… questa mi giunge nuova.
        Sara’ certamente non praticante, ma ateo non mi sembrava.
        In tutti i dabbbbbbattiti in televisione lui difendeva il Cristianesimo e il Papa contro l’invasateo di turno (ma un ateo normale non lo prendono?).
        Non che occorra essere cristiani per difendere il Cristianesimo dagli assalti atei, ma dalle sue parole mi sembrava di capire che lui credesse veramente.

        Siete riusciti pure a farvi dare della capra
        Beh, questo e’ normale. Sarebbe stato straordinario se non glielo avesse dato.

      • Cinico ha detto in risposta a Piero B.

        bè,era una domanda illogica mi sembra Enrico ha detto ch si parte dall’oggi e io ho chiesto: quale prova oggi?

  20. lepanto ha detto

    L’intelligenza è un dono e la sua esistenza è alle dipendenze della Rivelazione. la ragione della dottoressa Ceruti è sicuramente illuminata da tale intelligenza. Il conflitto nato dai vostri interventi è molto significativo, ma sicuramente è più importante dedicarci alla preghiera verso MARIA MADRE di Gesù affinchè ci doni persone qualificate come la dott.sa Marie Christine Ceruti.

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