Critiche per Josè Saramago dall’Università di Lisbona

Dopo le giuste critiche arrivate da Claudio Toscani sulll’Osservatore Romano allo scrittore Josè Saramago, scomparso il 18 giugno scorso, oggi ne arrivano altrettante da casa sua, cioè dal mondo della cultura portoghese, e precisamente da Maria Do Rosario Sampaio De Sousa Leitao Lupi Bello, docente di Letteratura Moderna all’Università di Lisbona. Lo scrittore era anche stato accusato di antisemitismo (vedi qui) e aveva ricevuto altre critiche anche dal Corriere della Sera nel marzo 2007. La letterata portoghese, rispetto alle affermazioni storiche di Saramago (crociate ecc..) afferma su Il Sussidiario: «Gli avvenimenti storici vengono artificiosamente mutati per mezzo del ribaltamento totale del loro significato, in un esercizio che vuole essere creatore di quella novità che la storia “ufficiale” non è presumibilmente in grado di dare. Saramago fu un letterato e cittadino comunista sempre politicamente impegnato: la credenza, costantemente dichiarata, nel valore della “resistenza” individuale e collettiva ai fatti della Storia, in quanto modo supremo di compiere la libertà». Saramago divenne noto -anche lui- per la sua guerra personale alla Chiesa (chissà chi ha vinto…), che l’accademica definisce: «ossessione disperata e pretenziosa di sovvertire il contenuto della Bibbia e nella sua ricorrente dichiarazione di ateismo. I suoi libri evidenziano con particolare chiarezza il rifiuto a priori di accettare l’ipotesi che la realtà possa essere costituita da una dimensione non pienamente esplicabile dall’uomo. Per questo considera il suo ruolo di un narratore fondamentale per costruire l’unico luogo della possibile “redenzione” e dell’orientamento di una umanità cieca, meschina, ripugnante e disperatamente perduta». Per lo meno era realista e coerente…E rispetto al suo successo dice: «È impossibile non vedere, nel gigantesco “popolare” successo che ha incontrato la sua opera, la perizia della propaganda comunista in tutta la sua portata – alla quale, si dica per inciso, la donna con cui ha vissuto dal 1988, la giornalista spagnola Pilar del Rio, ha contribuito in modo decisivo».

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