Tre prove a favore della Sindone: non direzionalità, pollini e scritte

Ipotesi a favore della Sindone. Antonio Socci, dalle colonne di Libero, ha scritto un articolo che raccoglie alcuni studi effettuati sul prezioso telo, che sembrano avvalorare l’ipotesi che la tradizione cristiana e la devozione sostengono. Non si tratta di dimostrazioni inconfutabili, ma della rilevazione di dati che si possono prestare ad alcune interpretazioni favorevoli ad associare l’Uomo della Sindone a Gesù Cristo. Il giornalista ricorda anche alcuni dati scientifici a sostegno dell’originalità del manufatto:

1) La “non direzionalità” dell’immagine esclude che si siano applicate sostanze con pennelli o altro che implichi un gesto direzionale. E ci svela che l’irradiazione è stata trasmessa da tutto il corpo.

2) 77 pollini, alcuni dei quali tipici ed esclusivi dell’area di Gerusalemme e tracce (sul ginocchio, il calcagno e il naso) di un terriccio tipico anch’esso di Gerusalemme. Anche segni di aloe e mirra usate dagli ebrei per le sepolture.

3) Tracce di scritte in greco, latino ed ebraico impresse per sovrapposizione sul lenzuolo. Da quelle lettere emerge il nome di Gesù, la parola Nazareno, l’espressione latina “innecem” relativa ai condannati a morte e pure il mese in cui il corpo poteva essere restituito alla famiglia. Barbara Frale, dopo accuratissimi esami, mostra che doveva trattarsi dei documenti burocratici dell’esecuzione e della sepoltura di Gesù di Nazaret.

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