Prof. Bonvegna: «i diritti dell’uomo derivano dal Cristianesimo»

Il docente di teorie della giustizia, Giuseppe Bonvegna, ha sostenuto, in un articolo su Il Sussidiario, che: «le libertà personali e sociali, politiche ed economiche sulla base di una dottrina del diritto naturale risalgono a Cicerone, ma è ancor più innegabile che i vertici di tale riflessione vennero raggiunti durante il periodo medievale. Fu infatti dal II al VII d.C. che la dottrina dei pensatori latini precristiani venne integrata, nella riflessione dei Padri della Chiesa e dei pontefici romani».

Anche lui quindi arriva a sostenere il fondamentale contributo del cristianesimo nello sviluppo sociale europeo: «con il cristianesimo, quindi, alla divinizzazione della persona degli imperatori romani subentra una dottrina dell’autorità politica cui viene sì riconosciuta un’origine divina, ma solo in vista di garantire quell’equità e quella giustizia di cui Dio stesso è la fonte, e di cui il diritto, che ne derivava, costituiva un tentativo sempre imperfetto di attuazione».

C’è anche spazio per una difesa della Chiesa rispetto alla colonizzazione spagnola: «Nel XVI secolo, il domenicano spagnolo Francisco De Vitoria (1492-1546), professore all’Università di Salamanca, riprese la dottrina tomista del diritto naturale. Fu grazie a questa che egli poté affermare i diritti degli indios americani e di tutti gli uomini, consegnandoci – quattrocento anni prima della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – quella che è stata definita la prima “carta dei diritti umani».

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All’interno della Corte Europea spuntano nuovi alleati del crocifisso

La Stampa e Zenit.it riportano che la Corte Europea dei Diritti Umani (ECHR) ha informato questo mercoledì che l’European Centre for Law and Justice (ECLJ) è autorizzato a diventare parte terza nel caso della “signora Lautsi vs Italia”, più noto come il “caso del crocifisso”.

L’ECLJ è un ente giuridico no profit internazionale che si concentra sulla difesa dei diritti umani e della libertà religiosa in Europa e nel mondo, i suoi legali hanno agito in numerosi casi davanti alla Corte Europea per i Diritti Umani e ha inoltre uno status consultivo presso l’ECOSOC delle Nazioni Unite, ed è accreditato presso il Parlamento Europeo. L’ECLJ sottoporrà le sue osservazioni scritte alla Grande Camera il 26 maggio, nelle quali anch’egli dimostrerà che la presenza del Crocifisso nelle scuole italiane è legittima di per sé, che non è irrispettosa nei confronti degli altri credo e che nulla nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo può essere interpretato come un imporre il secolarismo nel contesto dell’istruzione pubblica.

La sentenza della Corte Europea è stata già fortemente criticata dagli esperti legali e politici e denunciata da molti Stati europei come un’imposizione del “secolarismo” sulle varie società europee. In particolare, è stato ribadito che la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo non ha mai richiesto che lo Stato debba “osservare la neutralità confessionale nel contesto dell’istruzione pubblica” o in qualsiasi altro settore pubblico. Vari Stati membri del Consiglio d’Europa, infatti, sono “Stati confessionali” con una religione ufficiale o un riconoscimento di Dio nelle leggi e nelle Costituzioni. I giudici di Strasburgo non hanno competenza per imporre il secolarismo a un Paese, e soprattutto all’Italia, caratterizzata dalla sua identità e pratica religiosa a stragrande maggioranza cattolica.

Anche molti Stati membri, come Malta e la Lituania, così come 9 ONG, sono stati autorizzati a unirsi al processo davanti alla Grande Camera. Questa partecipazione diretta degli Stati membri, tutti a favore della legittimità dell’esposizione pubblica del Crocifisso, come terzi in un caso singolo è del tutto senza precedenti. Eccezionale è anche l’ampio sostegno dato all’ECLJ da un elevato numero (79) di parlamentari europei di vari partiti. Hanno presentato alla Corte una richiesta formale di ammissione come “parte terza” nel procedimento anche le ACLI, il comitato centrale dei cattolici tedeschi (Zdk) e le Settimane sociali di Francia, rappresentanti della rete “Iniziative di Cristiani per l’Europa”.

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Tre domande all’illusa ideologo-scientista Margherita Hack

L’ultima fatica di Margherita Hack si chiama “Libera Scienza in libero stato” (Rizzoli 2010). Nonostante la sua buona carriera scientifica (anche se nel libro sono presenti lacune filosofiche enormi, ma d’altra parte o si fa gli scienziati o si gioca a filosofeggiare), è chiaro infatti che la Hack ha potuto sfondare nel mondo dei media soprattutto per le sue prese di posizione politiche, che ne hanno fatto un unicum, insieme ad Odifreddi, nel mondo così riservato e solitamente scrupoloso degli scienziati.

Il giornalista Francesco Agnoli ripercorre su Il Timone la sua avventura politica. Da buona marxista e lenin-comunista, la Hack ha il chiodo fisso del materialismo dialettico e della scienza esatta. I suoi libri sono pieni di convinzioni scientiste: la scienza sarà in grado di sconfiggere la religione e darà all’uomo la vera felicità, sconfiggerà le tenebre e il buio della fede in un Dio trascendente e creerà il paradiso in terra, le ingiustizie sociali e le malattie verranno sconfitte, la vita prolungata quasi a piacimento ecc…

Le 3 domande che Agnoli e noi vorremmo sottoporgli sono queste:

1) Come mai la scienza è nata nell’Europa cristiana?
E’ certamente appurato che la scienza moderna nasce dal pensiero greco e da quello cristiano. Molti hanno anche dubbi sul fatto che sia nata dai greci, come ad esempio lo storico della scienza David Lindberg, che afferma: “I greci crearono reti accademiche coordinate, le famose “scuole”, ma produssero solamente filosofie antiempiriche, raccolte di fatti ateoretici, mestieri e tecnologie isolati, che non sfociarono mai nella vera scienza” (Lindberg, The beginning of western science, University of Chicago Press 1992). Essa comunque nacque in Europa, non in altre civiltà dove il cristianesimo non è la religione dominante, dove ci sono le Università create dai monaci e dai cristiani, dove l’alchimia, presente in Cina, nel mondo islamico, in l’India, nell’antica Grecia e nell’antica Roma, qui e solo qui, si evolvette in chimica e l’astrologia condusse all’astronomia. Perchè? Alfred North Whitehead, importante filosofo e matematico britannico dice: “La scienza ebbe origine in Europa a causa della diffusa fede nelle sue possibilità, essa è un derivato della teologia medievale. Non può provenire che dalla concezione medioevale, la quale insisteva sulla razionalità di Dio”. (Whitehead, La scienza e il mondo moderno, Bollati Boringhieri, Torino 2001, pag.30). Come mai lei, nota scienziata polemica, ignora beatamente tutto questo?

2) Come mai i più grandi scienziati erano credenti e come mai esistono suoi ben più celebri e famosi colleghi credenti?
Difficile continuare a sostenere che la Chiesa si oppose allo sviluppo scientifico quando è ormai risaputo che le più grandi scoperte e i più grandi scienziati della storia erano tutti credenti e in maggioranza cattolici, citiamo velocemente Keplero, Newton, Galilei, Mendel, Lemaitre (senza il quale la Hack non avrebbe avuto i libri per studiare la cosmologia), Copernico, Volta, i suoi ben più rinomati colleghi Boscovich, Herschel, De Vico, Secchi, Respighi ecc… (e altri migliaia di nomi che potete osservare e valutare qui). E perché, cara Hack, nonostante sia dai tempi illimunistici che si blatera che la scienza dovrebbe eliminare Dio, esistono sempre più scienziati e astronomi suoi colleghi che non hanno alcun problema a convivere tra scienza e fede e teismo: Owen Gingerich, Hoyle, Hewish, Sandage, Bell-Burnell ecc..? Alla luce delle sue conclusioni, come si spiega “razionalmente” questo fatto?

3) Come mai il l’ateismo-comunista sovietico ha sempre osteggiato la “libera scienza” in Unione Sovietica?
Come mai la scienza, così esaltata da atei, comunisti materialisti e marxisti non ha mai conosciuto una persecuzione così feroce come quella vissuta proprio nell’URSS, paradiso dell’ateismo-comunista statolatrico e scientista? E’ assai strano che questa verità storica sia così occultata dalla Hack e da tutti coloro che, come Odifreddi, Dawkins, Veronesi, Flamigni ecc., si ergono a paladini della scienza, dimostrando nello stesso tempo grande simpatia per il comunismo e le sue “libertà”. Eppure tutti gli storici dell’Urss mettono in luce questo fatto: Adam. B. Ulam, autore di “Stalin”, poderoso studio sul dittatore georgiano, e Julian Huxley, celebre neodarwinista ateo, nel suo “La genetica sovietica e la scienza”, raccontano come in Unione Sovietica la scienza fosse sottoposta al controllo dell’autorità politica e dovesse essere conforme e compatibile col pensiero marxista. Ogni scoperta, ogni idea scientifica era giudicata non in se stessa, ma alla luce di Marx e di Lenin. Zdanov, fedele interprete della politica culturale di Stalin, si scagliava per esempio “contro i seguaci di Einstein e Planck”, a causa della loro “assurda idea di un universo finito” e in espansione, che mal si conciliava con il dogma marxista dell’universo increato ed eterno. Come mai cara nonnoscienziata marxista ha scritto un libro intitolato “Libera Scienza in libero stato”, opponendosi incredibilmente ai principi dogmatici della ideologia politica che lei stessa sostiene?

Se la UAAR le permettesse di rispondere ne saremmo lieti.

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Pierluigi Battista: «la religione cristiana fondamentale nel patrimonio culturale»

Il Corriere della Sera critica, anche con buone ragioni, la recente decisione del Consiglio di Stato (cfr. Ultimissima 11/5/10) di inserire il voto di religione in pagella.

L’articolo è firmato dal giornalista e scrittore Pierluigi Battista, già vicedirettore del Corriere fino al 2009 e oggi editorialista, il quale dice: «La conoscenza della religione cristiana ha un ruolo importantissimo nel nostro patrimonio culturale: ridurla a pratica burocratica da sbrigare per un curriculum scolastico non è però la via maestra per valorizzarla». A sostegno della sua tesi parla di discriminazione di coloro che decidono di non seguire l’ora di religione: «le loro pagelle partiranno con una penalità, appesantite da una scelta che si rivelerà un handicap. In cambio non si avrà più rispetto per i simboli e le figure del cristianesimo, più strumenti per capire e apprezzare la straordinaria ricchezza artistica, letteraria e filosofica dell’eredità cristiana. Al contrario, si metterà la religione, che è cosa serissima, in ostaggio di decreti e regolamenti».

Pone dunque questioni interessanti e in parte pienamente condivisibili (anche se parlare di agonismo, di gara e di discriminaizone fra compagni di classe pare un pò irrealistico), va comunque ricordato che il voto di religione non sarà per forza positivo, potrebbe anche essere negativo e quindi rivelarsi non proprio facilitante. Apprezziamo comunque la decisione del Consiglio di Stato che non ritiene l’insegnamento di religione una materia di serie B, ma anche l’articolo del Corriere della Sera che giustamente reputa fondamentale la tradizione cristiana per il patrimonio culturale e preoccupandosi per essa, marginalizzando i già pochi revisionismi laicisti.

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Il fisico d’Espagnat: «il teismo è un’ipotesi razionale e possibile»

Il famoso fisico e filosofo della scienza Bernard d’Espagnat, premio Templeton 2009 per la sua teoria nota come “il reale velato”, è stato intervistato dall’Osservatore Romano.

Nell’intervista ha parlato anche della sua posizione rispetto all’evoluzionismo e al creazionismo: «è una posizione mediana fra due estremi minacciosi e ingiustificabili: da una parte quello, attualmente temibile soprattutto negli Stati Uniti d’America, che consiste nell’interpretare quasi alla lettera i passaggi descrittivi delle Scritture, anche nei casi in cui una simile interpretazione viene contraddetta in pieno dai dati scientifici di cui disponiamo attulmente; e dall’altra parte quello, sviluppato soprattutto nell’Europa continentale, in particolare da alcuni biologi [Dawkins e compagni di merenda], che pretendono che tutto, comprese la vita e la coscienza, siano a buon diritto riducibile a effetti puramente fisici, di modo che la nozione di spirito si annulla a favore di quella di materia. La nostra tesi è che la seconda posizione non è più difendibile scientificamente della prima».

Rispetto alla sua apertura religiosa della vita, lo scienziato dice: «prendo come unico postulato fondamentale quello, veramente molto semplice, secondo il quale vi è “qualcosa” la cui esistenza non deriva dalla nostra, è “qualcosa” di completamente aperto. Forse è l’insieme degli oggetti, forse quello degli atomi, o ancora quello delle idee platoniche. Forse è Dio. Non lo so a priori, ma interrogo la fisica contemporanea, e poco a poco il ventaglio si restringe. Alla fine la fisica m’insegna che questo reale ultimo non è certamente descrivibile per mezzo delle sole nozioni intuitive che tutti noi abbiamo: quelle di spazio, di tempo, di movimento, di forma e così via. Ci è profondamente nascosto. La fisica non ci può insegnare di più. Ma lo spazio libero così aperto permette alla nostra riflessione filosofica – ed eventualmente religiosa – di spiccare il volo».

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L’ateo e massone Maurice Caillet si è convertito al cattolicesimo

Maurice Caillet, ateo e Venerabile di una potente loggia massonica francese per quindici anni, medico e ginecologo, si è convertito recentemente al Cattolicesimo grazie ad un viaggio a Lourdes. Ha scritto un libro intitolato: “Ero massone” (Piemme, aprile 2010), pubblicato prima in Spagna, poi in Francia e ora in Italia. Prima della conversione ha fatto parte del Partito Socialista e ha ricoperto numerosi incarichi nell’amministrazione sanitaria.

Racconta così a Zenit il suo cambiamento: «Ero razionalista, massone e ateo [in Italia sarebbe stato membro onorario della UAAR]. Non ero neanche battezzato, ma mia moglie Claude era malata e decidemmo di andare a Lourdes. Mentre lei era nelle piscine, il freddo mi costrinse a rifugiarmi nella Cripta, dove assistetti con interesse alla prima Messa della mia vita. Quando il sacerdote, leggendo il Vangelo, disse: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto”, ebbi uno shock tremendo perché avevo sentito questa frase il giorno della mia iniziazione al grado di Apprendista ed ero solito ripeterla quando, già Venerabile, iniziavo i profani. Nel silenzio successivo sentii chiaramente una voce che mi diceva: “Bene, chiedi la guarigione di Claude, ma cosa offri?”. Istantaneamente, e sicuro di essere stato interpellato da Dio stesso, pensai che avevo solo me stesso da offrire. Al termine della Messa, andai in sacrestia e chiesi immediatamente il Battesimo al sacerdote. Questi, stupefatto quando gli confessai la mia appartenenza massonica e le mie pratiche occultiste, mi disse di andare dall’Arcivescovo di Rennes. Quello fu l’inizio del mio itinerario spiritual».

L’accaduto non può non far ritornare alla mente la conversione del già Premio Nobel per la Medicina, Alexis Carrel, convertitosi anch’egli a Lourdes dopo aver assistito ad una guarigione miracolosa.

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200mila persone abbracciano Benedetto XVI a Lisbona

Sono circa 200 mila i fedeli che hanno assistito alla messa celebrata ieri dal Papa al centro di Lisbona. Gremite sia piazza Terreiro do Paco, dove è stato allocato il palco con l’altare, che piazza Restauradores e le altre vie e piazza limitrofe, dove il rito viene seguito su maxi schermi.

Il Quotidiano Nazionale riporta che migliaia di persone hanno gridato “Viva O papa’ mentre sventolavano bandierine con la foto del ponetifice o con i colori del Vaticano. Il governo guidato dal premier socialista Josè Socrates ha proclamato l’astensione dal lavoro per tutti gli impiegati pubblici di Lisbona per ieri e oggi. Domani sarà giornata di ferie per tutto il Portogallo, per permettere a tutti di assistere alla messa a Fatima.

L’agenzia Adkronos riporta che al numero 335.1863091 sono già arrivati tantissimi messaggi, sopratutto da parte di bambini: “Caro Papa ti vogliamo bene“, ‘Papa i bambini sono con te’” ecc.. Ne abbiamo parlato anche noi in Ultimissima 8/5/10

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Lisbona: Manoel de Oliveira, mille intellettuali e scienziati incontrano il Papa

Manoel de Oliveira, considerato il più importante cineasta portoghese vivente, nonché uno degli autori più significativi della storia del cinema europeo è stato portavoce del mondo culturale portoghese che ha incontrato ieri mattina Benedetto XVI nel Centro culturale di Belem, a Lisbona.

De Oliveira ha pronunciato un piccolo discorso verso il Santo Padre, durante il quale si è anche brevemente interrotto per un momento di commozione. Da Leggo apprendiamo che la la sala era completamente gremita da oltre mille esponenti delle scienze e delle arti del paese.

Virgilio Notizie riporta che giunti in Piazza Terreiro do Paco, due star della squadra del Benfica, Manuel Rui Costa e Nuno Gomes, hanno regalato al Santo Padre la maglia della società sportiva.

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Avinoam Danin: «la botanica conferma l’origine palestinese della Sindone»

L’Osservatore Romano informa che è uscito il libro di Avinoam Danin, professore emerito del Dipartimento di Evoluzione sistematica ed ecologia della Università Ebraica di Gerusalemme e maggior esperto di flora desertica israeliana (vedi qui alcune sue pubblicazioni): Botany of the Shroud: The Story of Floral Images on the Shroud of Turin (Gerusalemme, Danin Publishing, 2010, pagine 104, dollari 25), che fornisce ulteriori indizi concreti rispetto all’originalità del Sacro Lino. L’llustre botanico ebreo è famoso per aver scoperto specie di piante mai rinvenute prima in Israele, sul Sinai e in Giordania e la sua opera ha permesso la creazione di un database da cui si è potuta ricavare una mappa fitogeografica di Israele.

A scanso di equivoci ha subito affermato di non essere minimamente interessato ad un eventuale significato religioso della Sindone, ha anche ricordato un dialogo avuto nel 2000 con l’allora nunzio apostolico di Gerusalemme: «Gli dimostrai il mio entusiasmo per aver visto sulla sindone le immagini delle piante che avevo visto anche sulle fotografie. Gli dissi che non provavo alcuna emozione particolare verso quell’oggetto venerato da milioni di persone e nel dire questo mi sentii quasi in dovere di giustificarmi. Mi rispose di proseguire le mie ricerche perché se non fossi stato ebreo, ma cristiano, pochi mi avrebbero creduto». Danin ha raccolto i risultati del lavoro di 14 anni di studio sulla Sindone: come altri studiosi, anche lui e i suoi collaboratori hanno rilevato numerose piante e fiori, “un tappeto quasi omogeneo” di più di trecento corolle di fiori poste ordinatamente intorno al capo dell’Uomo della Sindone. Già anni fa aveva parlato di 28 specie diverse. Secondo i suoi studi, l’unico luogo al mondo in cui esse sono presenti tutte insieme è una ristretta area tra Gerusalemme e Gerico. I fiori sarebbero stati usati per coprire con i loro profumi l’odore della decomposizione.

Molte di queste specie corrispondono inoltre a quelle dei pollini identificati da Max Frei, botanico e direttore della polizia scientifica di Zurigo che scoprì pollini assolutamente esclusivi della Palestina messianica (77 specie esclusive palestinesi + 17 europee + 2 di Urfa (Edessa) + 1 di Costantinopoli). Danin ha notato anche frammenti di una corda, la quale “è fatta di fibre vegetali secondo un antico metodo utilizzato per migliaia di anni a Gerusalemme”. A causa dell’eterogeneità ed il quantitativo del materiale ritrovato, ha escluso completamente l’ipotesi di contaminazione casuale (circa 2500km di distanza dall’Europa) e della creazione artificiosa con metodo fotografico, concordando pienamente col già citato Frei, l’archeologo Paul C. Maloney e i palinologi Uri Baruch e Orville Dahl.

Ricordiamo che un mese fa la Società italiana di Statistica ha pubblicato un ottimo studio, ribadendo la totale inattendibilità dei risultati dell’esame al Radiocarbonio del 1988.

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Sconfitta per il fronte laico: il voto di religione va in pagella

Sconfitta per le sette ateo-razionaliste e il mondo laicista: il voto in religione entrerà nel computo dei crediti e il profitto verrà conteggiato ai fini della valutazione complessiva degli studenti che hanno scelto di frequentare questa materia. I docenti di religione quindi parteciperanno agli scrutini finali e la loro valutazione concorrerà all’attribuzione dei crediti come accade per le altre materie.

A stabilirlo è il Consiglio di Stato, organo sopra le parti, che ha accolto il ricorso presentato dal governo nei confronti della sentenza del Tar che poco meno di un anno fa aveva escluso il voto di religione dal computo dei crediti formativi. I giudici amministrativi del Lazio avevano preso questa decisione per rispondere a una serie di ricorsi avanzati da studenti supportati da associazioni laiche o di altre confessioni religiose (tra le quali l’indaffarata UAAR e altre confessioni semireligiose: vedi questo elenco). Il Consiglio di Stato ritiene opportuno tener conto anche del giudizio espresso dal docente di religione e giudica discriminatoria l’ordinanza del Tar che determinava «un ingiusto danno» per chi sceglieva di frequentare l’ora di religione. L’insegnamento della religione cattolica concorre infatti ai crediti formativi come la frequenza a corsi di lingue o corsi sportivi o ad esempio la partecipazione ad attività di volontariato e a rappresentazioni teatrali. Gli unici a essere discriminati insomma sarebbero stati i ragazzi che frequentano l’ora di religione. La notizia è apparsa su Il Giornale.

Dall’Osservatore Romano arriva invece la notizia che più di 15.000 persone hanno manifestato in Moldova per il riinserimento della religione nei curricula didattici delle scuole, insegnamento tolto dalla dittatura ateo-comunista.“Vogliamo che la religione torni a essere insegnata nelle scuole, dopo che era stata esclusa dal regime sovietico”, ha detto il metropolita ortodosso di Chisinau e della Moldova, Vladimir Nicolae Cantarian.

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