Miracoli di Lourdes, anche i medici atei vengono coinvolti
- Ultimissime
- 13 Feb 2025
Non solo credenti, nello studio dei miracoli di Lourdes il coinvolgimento degli specialisti atei avviene fin dall’inizio. Lo racconta il direttore dell’ambulatorio medico presente al Santuario, Alessandro de Franciscis.
Al contrario di quanto si possa pensare, la questione dei miracoli di Lourdes non è affrontata con leggerezza.
La Chiesa cattolica, con un rigore scientifico e giuridico unico al mondo, esamina ogni presunta segnalazione con attenzione e precisione inizialmente grazie ad un attrezzato ambulatorio medico distante 400 metri dal santuario.
Soltanto medici credenti? Assolutamente no.
Ogni medico che si reca nella città di Lourdes, di qualunque fede, anche non credente, se vuole può essere iscritto in un apposito registro presente in ogni albergo e, nel caso di segnalazione di una presunta guarigione, viene convocato per esaminare il caso.
Nel 2024 è accaduto una sola volta, due nel 2023 e nel 2022.
Nei miracoli di Lourdes presenti anche medici atei
A raccontarlo è il direttore dell’ambulatorio medico di Lourdes e anche del comitato scientifico (il “Bureau des constatations médicales”), Alessandro de Franciscis, già docente di Pediatria all’Università di Napoli, recentemente intervistato dal “Corriere della Sera“.
Il Bureau non è un semplice centro di raccolta di testimonianze, ma una vera corte scientifica istituita nel 1883 e, anche in questo caso, composta da esperti di ogni credo, chiamati a pronunciarsi su guarigioni che sfidano le leggi della medicina.
L’ambulatorio di Lourdes conserva migliaia di cartelle cliniche e documenti medici, tra cui annotazioni storiche come quella del chirurgo e premio Nobel Alexis Carrel, che si convertì dopo aver assistito a una guarigione inspiegabile.
Ogni caso viene innanzitutto analizzato dai medici presenti a Lourdes in quel momento. Se c’è una segnalazione, spiega de Franciscis, «informo l’Ordine dei medici di Tarbes, capoluogo degli Alti Pirenei, e convoco i colleghi presenti a Lourdes».
Come già detto, infatti, «c’è un registro degli alberghi in cui i medici soggiornano. Ciascuno consulta la cartella clinica ed esprime la sua opinione, anche se è ateo. Parliamo di medicina, non di fede».
L’apertura alla collaborazione con esperti di ogni orientamento religioso, e anche non religioso, garantisce imparzialità e trasparenza, un segno ulteriore dell’impegno a un esame rigoroso e senza pregiudizi.
Si segue un iter rigoroso, basato su sette criteri stabiliti: diagnosi certa, prognosi grave, guarigione imprevista, guarigione istantanea, guarigione completa, guarigione durevole nel tempo, guarigione scientificamente inspiegata.
I luminari di medicina e l’analisi di ogni guarigione
Se tutte queste condizioni sono (o sembrano) soddisfatte, il caso viene trasferito al Comité médical international de Lourdes (CMIL), un organo composto da una trentina di luminari della medicina mondiale, che si esprime con voto segreto.
Giusto per avere un’idea, attualmente il presidente del Comité è Olivier Jonquet, professore emerito di Medicina all’Università di Montpellier e direttore del Centro sanitario universitario di Montpellier.
Il caso viene studiato per anni, anche decenni se necessario, si conferma o meno se i 7 criteri stabiliti siano davvero rispettati e ci si accerta minuziosamente che non si tratti di guarigioni spontanee e che la scomparsa dei sintomi sia definitiva.
Poi l’ultima parola è sempre della Chiesa, è lei ad accertare il cosiddetto miracolo (e quando viene negato, capita che siano scienziati atei a farle cambiare idea, come nel caso dell’ematologa Jacalyn Duffin).
Questa scrupolosità spiega il motivo per cui, come spiega de Franciscis, su migliaia di segnalazioni nei 167 anni di apparizioni a Lourdes, sono stati oltre 7 mila gli eventi inspiegati che il Comité médical international ha analizzato, ma solo 71 sono stati dichiarati miracoli, cioè l’1%.
E’ stato attestato tutto questo anche Il Fatto Quotidiano, notoriamente poco tenero verso la Chiesa, quando ha riconosciuto che «il Vaticano ha costruito un meccanismo per non confondere la mano divina con la mano di un impostore».
Quando un caso arriva a Roma (anche non proveniente da Lourdes), spiegano su Il Fatto, «la procedura prevede una serie lunghissima, e complessa, di verifiche intermedie, teologiche certo, ma soprattutto scientifiche».
“L’energia” provata dal laico Lorenzo Amurri
Oltre ai miracoli di guarigione, de Franciscis sottolinea giustamente l’importanza ancor maggiore del miracolo della solidarietà che si respira a Lourdes, un luogo dove credenti e non credenti imparano a prendersi cura degli altri.
Lo ha raccontato lo scrittore laico Lorenzo Amurri, paraplegico dal 1997 dopo un incidente sugli sci.
Nel suo romanzo “Perché non lo portate a Lourdes” (Fandandgo 2014), scritto due anni prima della morte, Amurri racconta del suo viaggio alla Grotta pur con tutto il suo scetticismo e la sua ironia sulla fede.
Non ottenne miracoli a Lourdes, «però è stata una delle poche volte in cui non ricevevo sguardi pietosi o comportamenti imbarazzanti da parte degli altri», scrisse.
Senza annunciare alcuna conversione, Amurri rimase comunque scosso:
«Ho visto volti rilassati e felici, ho toccato con mano la tolleranza e l’aiuto disinteressato dei volontari, che insieme alla fede, sono il motore che alimenta il pellegrinaggio. Alla fine, ho portato a casa la percezione nitida della forte energia che sgorga dalla grotta di Massabielle, l’unico posto che ha davvero un senso, e ne toglie a tutto quello che gli uomini le hanno scolpito attorno. Magari è solo un punto di particolare magnetismo sulla Terra, chissà».
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