La Chiesa sfida le caste indù e ne paga il prezzo
- Ultimissime
- 08 Ott 2025

Altri due preti picchiati. Un’escalation di violenza in India dove il messaggio della Chiesa è sempre meno tollerato dai nazionalisti perché scardina il sistema delle caste.
Non bastano le persecuzioni subite in molti Paesi arabi.
Nel 2024 in India sono stati documentati 640 casi di violenza o discriminazione verso i cristiani, numero in crescita rispetto al 2023 (601 casi) e molto superiore ai dati del 2014 (147 casi).
Stiamo assistendo a un’escalation di violenza nello stato induista che ha pochi precedenti, si parla di molestie, minacce, aggressioni fisiche, danni a proprietà, vandalismo, interruzione di funzioni religiose, arresti di sacerdoti o fedeli accusati di conversione forzata.
Due mesi fa segnalavamo il duro inasprimento delle leggi per chi converte un indù, con pene detentive da tre anni all’ergastolo e multe salatissime.
India, sacerdoti cattolici presi di mira
I sacerdoti cattolici sono spesso gli obbiettivi principali, com’è accaduto l’1 ottobre presso la chiesa di St. Joseph a Tumdegi nello stato di Jharkhand.
Padre Dean Thomas Soreng e il sup vicario, padre Emmanuel Baghwar, sono stati rapiti e picchiati selvaggiamente da 12 aggressori armati di bastoni che hanno fatto irruzione nella chiesa.
Entrambi i sacerdoti hanno riportato gravi ferite e sono stati immediatamente trasportati in un centro sanitario, fortunatamente si sono rimessi e hanno potuto fare ritorno presso la casa parrocchiale.
Le autorità hanno inizialmente parlato di una rapina ma il vicario generale della diocesi di Simdega, padre Ignatius Tete, ha risposto che la dinamica non corrisponde al furto.
«Se il loro unico scopo era rubare», ha detto il vicario generale, «perché hanno picchiato i nostri sacerdoti in quel modo? Li hanno legati, derisi e umiliati brutalmente. C’è un piano nascosto dietro queste aggressioni».
La Chiesa e il sistema delle caste indù
Padre Tete ha spiegato che i maggiori beneficiari dei progetti della Chiesa in India, come scuole, ospedali e centri di assistenza, non sono i cristiani ma la popolazione indù.
«Ciò genera ostilità nei nostri confronti, perché per la Chiesa cattolica siamo tutti figli di Dio, uguali in dignità, e offriamo le stesse opportunità a tutti, indipendentemente dalla casta o dal credo», ha spiegato.
Il punto è proprio questo. La Chiesa e i vescovi indiani stanno gradualmente scardinando il sistema delle caste su cui si regge l’induismo.
Una suddivisione rigida e gerarchica che determina la posizione di ogni individuo nella società fin dalla nascita, giustificata dalla religione indù sulla base di un ordine cosmico (il dharma), secondo cui ogni persona nascerebbe in una determinata casta in base al karma accumulato nelle vite precedenti.
Dal 2014, con l’ascesa al potere di Narendra Modi a capo di un governo nazionalista indù, i cristiani (e anche i musulmani) hanno visto incrementare attacchi e restrizioni. Molti analisti definiscono questa tendenza come la “zafferanizzazione” dell’India, riferendosi al colore tradizionale delle vesti indossate dai saggi indù e all’imposizione di un’identità induista al Paese.
I nazionalisti e le accuse di conversioni forzate
Un caso emblematico riguarda lo Stato di Chhattisgarh, dove a luglio 2025 due suore cattoliche del Kerala sono state arrestate con accuse di conversione religiosa forzata e tratta.
Sulla vicenda è nata anche una pagina Wikipedia (non aggiornata) in cui si spiega che a indurre l’arresto è stata l’organizzazione nazionalista Bajrang Dal. Il 31 luglio scorso, una delle presunte vittime di conversione forzata ha avuto il coraggio di confessare che era stata costretta a mentire proprio dal gruppo indù.
Essendo divenuto un caso politico tra maggioranza e opposizione, le suore sono state rilasciate l’1 agosto.
Purtroppo non si parla più di casi isolati, l’intolleranza è crescente ed è ormai urgente che i leader dell’induismo facciano i conti con l’alto tasso di estremisti e nazionalisti che non solo mettono a rischio la libertà religiosa ma danneggiano gravemente l’immagine stessa della loro religione.

















1 commenti a La Chiesa sfida le caste indù e ne paga il prezzo
Detto in termini semplici: se il popolo sta “meno male” grazie all’azione dei cristiani viene ritenuto ingiusto perché loro devono soffrire per forza nella loro casta secondo il karma e le vite precedenti condotte? Potete precisare meglio per favore?