Massoneria, verità e leggende: parla un ex (oggi cattolico)
- Ultimissime
- 18 Giu 2025
Qual è la verità sulla Massoneria, al di là di leggende e falsi miti? Ne parla l’ex massone Esteban Oliva Menéndez, da un anno convertitosi al cattolicesimo (tradizionalista). Ecco 7 punti di chiarimento.
La Massoneria è da sempre avvolta da un alone di mistero e controversie, spesso al centro di miti e leggende caricaturali.
Ma un approccio razionale richiede di basarsi su informazioni certe, o almeno plausibili, o su testimoni credibili. Raramente ve ne sono su questo tema, dove si viaggia per “sentito dire” e su notizie inverificabili.
La verità sulla Massoneria
Recentemente è stato però pubblicato un video interessante da parte di padre Javier Olivera Ravasi, sacerdote argentino e docente di Scienze Giuridiche e Sociali. Il sacerdote ha intervistato Esteban Oliva Menéndez, 38 anni, consulente di marketing digitale per varie aziende in America Latina, ed ex massone.
Menendez non solo ci mette la faccia, nome e cognome, ma la sua testimonianza appare equilibrata e priva delle esagerazioni leggendarie tipiche dei racconti di questo tipo. Infine, manifesta sensibilità molto vicine all’area tradizionalista del cattolicesimo, quella solitamente più allarmista nei riguardi della Massoneria.
E’ lui stesso ad aver contattato padre Ravasi nel 2024 perché, dopo 25 anni di lontananza, di cui molti trascorsi all’interno della Massoneria, stava tornando alla fede cattolica e si era imbattuto in un video del sacerdote in cui parlava proprio di tale organizzazione.
Dopo aver seguito il suo lungo intervento, abbiamo estratto 7 punti utili a fare chiarezza sulla verità della Massoneria.
1) La Massoneria è incompatibile con la dottrina cattolica
Il primo dato su cui fare chiarezza è che nel 2023, con approvazione di Papa Francesco, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha ribadito la proibizione per i cattolici di aderire alla Massoneria per l’inconciliabilità con la dottrina cattolica.
E’ confermata così la pena di scomunica prevista dalla Dichiarazione della Conferenza Episcopale Filippina del 2003 e dalla Dichiarazione del 1983.
La Massoneria è stata inoltre condannata ufficialmente dalla Chiesa con la “Humani Generis“ di Leone XIII del 1884.
Ai cattolici che chiedono l’adesione, spiega l’ex massone, nei colloqui iniziali viene chiaramente detto che saranno automaticamente scomunicati dalla Chiesa.
Tuttavia, aggiunge, «non c’è dubbio che ci siano persone che sanno dell’avvertimento di scomunica, che partecipano comunque, e magari la domenica vanno pure a messa e fanno la comunione senza neanche confessarlo. Senza capire che, di fatto, è un peccato grave».
2) La Massoneria non è segreta, ma privata
La Massoneria può essere descritta come una fraternità globale (presente in tutto il mondo), orientata allo sviluppo morale dei suoi membri.
In ogni Paese c’è una Grande Loggia che coordina logge più piccole, definite anche “gruppi di lavoro” (solitamente inferiori ai 20 membri). Sono anche il primo vero contatto con la Massoneria per i nuovi adepti.
I riferimenti delle Grandi logge nazionali sono pubblici e, spiega Menéndez, «uno dei pregiudizi più comuni è pensare che tutto sia occulto, che si scopra qualcosa solo quando si entra». In realtà, dice, le sedi sono indicate su Google Maps e spesso ci sono eventi aperti al pubblico.
In passato ovviamente non era così, soprattutto quando il cristianesimo era più diffuso e identitario.
Oggi si può fare domanda liberamente, non solo su invito. Si eseguono dei colloqui di valutazione e poi c’è un rito d’iniziazione.
E’ vero che i membri si riconoscono tra loro tramite alcuni gesti e simboli (ad esempio particolari strette di mano e domande codificate) e c’è effettivamente la tendenza ad aiutarsi a vicenda.
Tra le false verità, invece, si dice che la Massoneria non sia facile da lasciare, ma questo valeva forse tanti anni fa.
Oggi uno se ne allontana tranquillamente, spesso perché non vede più l’utilità o perde l’interesse a partecipare a quel che ritiene essere nulla più che un club sociale (per capire a cosa ci si riferisce si veda il punto 4).
3) La Massoneria ha delle dottrine specifiche
L’ex massone si sofferma più volte sulla presenza o meno di una linea centrale comune all’intero della Massoneria, individuabile storicamente a quella imposta dalla Gran Loggia fondata in Inghilterra nel 1717.
E’ una conclusione difficile da raggiungere perché ogni Loggia è autonoma e si possono trovare pensieri diversi a seconda dei Paesi.
Tuttavia, pur proponendo un relativismo radicale, non tutte le posizioni vengono accettate.
Un esempio è l’essere fortemente pro-aborto. «Durante i colloqui d’ingresso», riferisce l’ex massone, «se io dicessi di essere contro l’aborto e contro la pena di morte (sono domande comuni), è molto probabile che non verrei ammesso».
Dipende molto dal selezionatore, in certi casi non si passa ma in altri sì. Certamente, aggiunge, «se dico di essere “pro choice” vengo ammesso ovunque. Se dico “pro life”, in molti casi no. Quindi sì, c’è una linea».
In ogni caso, ancora una volta, dipende dalle logge in cui si è e dal Paese in cui ci si trova: in verità, la Massoneria in Argentina non è la stessa cosa che negli Stati Uniti. Differiscono le ideologie, la flessibilità e il modo in cui si prende sul serio il ritualismo.
4) La Massoneria è per lo più un club sociale
Il massimo dell’influenza della Massoneria si è verificato ai tempi della Rivoluzione Francese, evento con cui fu fortemente legata.
Oggi però, per la maggior parte degli adepti, è vissuto prettamente come un club sociale. Si paga una quota, ci si ritrova ogni 7-15 giorni, si segue un rito preciso «ma senza avere il contesto da dove proviene», spiega l’ex massone. E poi c’è una parte sociale.
Dipende molto dalla loggia a cui si aderisce, ma «la maggior parte delle persone non vivrà nulla di più che un club sociale».
Ci sono due tipi di logge: speculative, ovvero luoghi di meditazione o riflessione filosofica e operative, cioè finalizzate a realizzare un progetto.
I progetti nelle logge operative possono essere diversi, come costruire una scuola in un quartiere svantaggiato o sostenere gruppi politici. Ci possono essere logge di muratori o di insegnanti, che discutono delle problematiche della loro professione o fanno pressione per farle emergere.
Questa «sarà il 100% della vita massonica per la maggior parte delle persone», prosegue Menéndez, «senza alcuna “discesa dall’alto” se non, magari, qualche bollettino informativo su temi come l’aborto o simili».
Una sorta di gruppo di lavoro (networking), più che sufficiente per la maggior parte dei massoni. Alcune logge possono promuovere iniziative lodevoli, dedicate ai poveri, altre potranno concentrarsi su attività meno lodevoli (gruppi di pressione ecc.).
«Per la maggior parte degli aderenti non ha alcuna valenza spirituale», spiega l’ex massone. «Forse è proprio questo il grande rischio. Perché, come si dice, se uno beve veleno, poco importa che non sappia che è veleno: lo sta bevendo lo stesso».
5) La Massoneria non è “contro” ma “al posto” della Chiesa
Un altro mito confutato dall’ex massone Esteban Oliva Menéndez è che la Massoneria si occuperebbe sistematicamente e ossessivamente di contrastare la Chiesa cattolica.
Non è così, nell’odierno mondo secolarizzato anche la Massoneria ha cambiato forma e si è reinventata: se un tempo la lotta alla Chiesa era un obbiettivo concreto, oggi non più.
«Se prendi 50 massoni», spiega ad esempio Menéndez, «49 saranno indifferenti al tema Chiesa, vivono in un mondo laico dove la Chiesa non è rilevante, quindi pensano ad altro, o vedono la massoneria come un club sociale o un veicolo per iniziative specifiche».
«Uno immagina l’Anticristo, qualcosa con le corna, chiaramente maligno e demoniaco», prosegue. «Ma nella realtà non è così: la cosa più vicina è la contraffazione di qualcosa di buono».
Ovvero, l’incompatibilità con la dottrina cattolica è più subdola in quanto si pone come un’“anti-Chiesa”. Non necessariamente “contro” nel senso moderno, ma “al posto di”. Propone una visione dell’uomo e di Dio diversa, incompatibile: un “grande architetto” impersonale, una fratellanza universale, un relativismo morale.
I massoni infatti usano un linguaggio comune ai cristiani, per esempio le virtù teologali (fede, speranza, carità) vengono promosse e spiegate. Il problema, spiega Menendez, è che «ad un certo punto ognuno di questi concetti viene deviato» verso lo gnosticismo, «verso la conoscenza e la ricerca ossessiva del sapere e del “sé”, contrapposti al “lasciarsi guidare”. È una chiara deviazione».
Al posto di Dio, come già detto, compare il “Grande Architetto dell’Universo” e ogni membro può dargli il significato che vuole, da qui nasce il relativismo morale e teologico. «Il concetto è volutamente ambiguo», spiega Menéndez, «così da includere tutti. Ci sono massoni cristiani, ebrei, musulmani… di tutto». E anche tantissimi atei.
Per quanto riguarda i cattolici aderenti, si tratta prettamente di “progressisti” già secolarizzati, immersi nel relativismo e «che non hanno davvero idea di cosa sia il cattolicesimo».
Certamente l’opinione interna sulla Chiesa cattolica è fortemente negativa, si sottolinea l’inimicizia storica e si enfatizza la persecuzione subita nel passato. Si tende a presentare falsamente la Massoneria come “più antica” della Chiesa, come se quest’ultima avesse fatto suoi dei rituali massoni.
6) La Massoneria non è composta necessariamente da persone malvage
Un’altra falsa verità sulla Massoneria è che i membri sarebbero per forza cattivi e malintenzionati.
Innanzitutto, spiega Menéndez, le persone aderiscono alla Massoneria non perché cercano il male. Anzi, nei colloqui iniziali si selezionano persone con una certa proattività o interesse umanitario.
Ovviamente, va precisato, «è un umanitarismo secolare, con tutti i problemi che questo comporta».
Quel che cercano solitamente gli adepti è invece la crescita personale, morale o culturale, si aspira al desiderio di appartenenza, la coltivazione delle arti liberali e l’interesse intellettuale. Sono persone per lo più normali, con famiglie e lavori comuni.
Menéndez dice di avere ancora molti conoscenti rimasti dentro, li descrive come «ottime persone, alcune delle migliori che conosco». E aggiunge: «Sono persone molto buone, di cui mi fiderei a lasciare i miei figli in custodia».
Anche diversi sacerdoti cattolici sono entrati nella massoneria e non certo per intenti cattivi, erano davvero convinti fosse qualcosa di buono, un modo per far progredire l’umanità.
Secondo Menéndez i membri semplicemente non si chiedono perché fanno ciò che fanno, il massone medio non sa esattamente cosa sta prendendo dal “contenitore” in cui è immerso. Spesso, spiega, sono figli di un cattolicesimo anonimo, formale e senza contenuti.
Anche la stessa adesione alla Massoneria, in verità, non è centrale nella vita degli adepti, anche loro sono immersi in un mondo prettamente secolare e vivono l’appartenenza in maniera più distaccata di un tempo.
7) La Massoneria e il satanismo
Tutto quanto detto finora vale per i primi 3 gradi dei 33 della Massoneria (almeno per i riti più diffusi).
Il primo grado è “Apprendista”, il secondo “Compagno d’Arte”, il terzo “Maestro Massone”. La maggior parte delle persone si ferma al terzo grado: è lì che davvero si può dire “sono massone”. Per chi vuole proseguire dovrà scalare i restanti 30 gradi.
I riti di passaggio oltre il terzo grado restano misteriosi, in questo caso anche Menéndez non li conosce direttamente.
Anche lui quindi si basa su letture di altri ex massoni, i quali rivelano che tali riti «man mano diventano sempre più “satanici”, e ci sono certi tipi di rituali — non solo riti, ma rituali veri e propri — che diventano molto più espliciti».
Ma, come detto, su questo non è un testimone oculare.
Per quanto riguarda i primi 3 gradi, invece, nei riti di passaggio non c’è nulla di particolarmente strano a parte il simbolismo, a cui dedicano molta attenzione.
Si cammina in cerchio, bendati, si eseguono alcune attività da soli e si risponde a qualche domanda standard. «Serve per dare una certa solennità iniziatica», spiega Menéndez.
Conclusione: miti e verità sulla Massoneria
In conclusione, la testimonianza di Esteban Oliva Menéndez offre uno sguardo sobrio, lucido e non ideologico su un tema spesso affrontato in modo caricaturale.
Occorre riconoscere che collima in gran parte con quanto ricostruito dal sociologo Massimo Introvigne e da ciò che ha rivelato qualche anno fa il giornalista Alessandro Cecchi Paone, il quale ha subito per questo una sospensione e un processo da parte del Grande Oriente d’Italia.
Ciò che resta certo, per un cattolico, è l’incompatibilità radicale tra la visione dell’uomo e di Dio proposta dalla Chiesa e quella della Massoneria, come ribadito autorevolmente dal Magistero fino ai nostri giorni.
Proprio per questo, conoscere meglio la Massoneria, depurata dagli eccessi fantastici e dalle semplificazioni leggendarie, non significa sdoganarla, ma permette di comprendere con maggiore consapevolezza perché essa è, e rimane, un’alternativa alla Chiesa. Tanto più moralmente subdola quanto più si presenta come benigna.
1 commenti a Massoneria, verità e leggende: parla un ex (oggi cattolico)
Si tratta di un articolo equilibrato, inoltre c’è da dire che la massoneria non è la causa di tutti i mali del mondo. Tuttavia dopo aver letto Pierre Simon, maestro della massoneria del secolo scorso, e il suo libro, del 1980, “De la vie avant toute chose” ritirato dal commercio poco dopo la sua pubblicazione e sfuggito all’attenzione dei media e della gente (ma non di tutti), e sentito la testimonianza commovente e drammatica di ex massoni come Maurice Caillet, per non voler proprio citare che diretti interessati, se non storici del valore della Pellicciari e tanto più il Magistero pontificio, qualche dubbio comincia a far scricchiolare il castello di menzogne su cui sono costruite le nostre democrazie liberali (vedi l’emendamento votato ieri al Parlanento inglese e del Galles che depenalizza l’aborto fino alla nascita e la proclamazione dell’abortp come diritto costituzionale in Francia dell’anno scorso). La realtà è che la Massoneria è di sicuro l’anima che ha permesso il passaggio indolore dal Leviatano di Hobbes allo stato di diritto attuale, in cui lo stato, ossia il consenso pattizio, la volontà della maggioranza, cuore del relativismo morale, instaura il diritto positivo sopra la legge naturale ( e la legge divina, ovviamente).