Le donne nel Medioevo, Alessandro Barbero smonta le leggende
- Ultimissime
- 07 Dic 2024
Barbero e le donne nel Medioevo. Il video della settimana è dedicato al noto storico Alessandro Barbero. Abbiamo raccolto alcuni suoi interventi sul ruolo delle donne nel Medioevo, tema oggetto di pregiudizi e leggende nere.
Alessandro Babero è lo storico più noto d’Italia grazie alla sua abilità oratoria.
Amante e studioso del Medioevo, Barbero si occupa frequentemente di contrastare la leggenda nera che aleggia de secoli su questo luminoso periodo storico.
Lo ha fatto anche a proposito del ruolo delle donne, che nel Medioevo cristiano ebbero ruoli importanti e privilegiati come mai prima di allora.
Il nostro video sulle donne nel Medioevo
Nel video della settimana pubblicato sul nostro nuovo canale YouTube abbiamo raccolto alcuni interventi di Barbero su questo tema, suddividendoli in capitoli.
Qui sotto sintetizziamo brevemente gli argomenti toccati da Alessandro Barbero nel video.
Le donne nel Medioevo e lo Ius primae noctis
Inizialmente il noto storico italiano si occupa del mito dello Ius primae noctis (o “diritto della prima notte”), una leggendaria pratica che attribuiva ai signori medievali il diritto di trascorrere la notte con la neo sposa di uno dei suoi vassalli, prima ancora dello sposo.
Una menzogna attribuita al Medioevo da racconti popolari e opere letterarie diffuse nei secoli successi per simboleggiare le presunte ingiustizie e gli abusi di un periodo storico ritenuto ingiustamente “oscuro”.
Il Medioevo e le spose bambine
Un’altra tematica toccata da Barbero è quello delle spose bambine.
Ma a quell’epoca, spiega lo storico, erano le donne stesse che a 14-15 anni «iniziavano a procreare appena possibile» per un semplice motivo: aumentare le probabilità di avere figli che sopravvivessero. Le difese contro le malattie era limitate e i neonati morti erano purtroppo assai frequenti.
Allo stesso tempo, l’uomo doveva essere in grado di mantenere la famiglia e per cui doveva avere un lavoro e guadagnare sufficientemente bene. Questo è il motivo per cui vi furono mariti di 25-30 anni sposare mogli adolescenti.
Era allora un modello accettato per mera necessità e sopravvivenza.
La teologia medievale e l’alto valore della donna
Parlando delle donne nel Medioevo, Barbero sottolinea più volte che il Medioevo ci offre «un modello interessante».
Donne e uomini erano diversi, avevano compiti diversi (molto spesso era la donna a comandare in famiglia) e in quella società «nessuno avrebbe mai affermato che le donne non esistessero o non avessero valore».
Grande fu il merito della Chiesa cattolica, i cui teologi, spiega Alessandro Barbero, «ragionavano sui problemi tenendo in considerazione entrambi i sessi».
Lo stesso San Paolo, ricorda lo storico, «affronta il dovere coniugale con una prospettiva paritaria: una volta sposati, il corpo della donna appartiene al marito, ma anche il corpo del marito appartiene alla moglie».
Un principio valido anche per i canonisti medievali, conclude lo storico, «che riconoscevano il diritto della donna al piacere, anche se poteva risultare scomodo per molti mariti».
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