Il Nobel per la medicina Montagnier, la fede e le guarigioni di Lourdes

Finalmente è uscito anche in Italia il libro “Il Nobel e il monaco. Dialoghi sul nostro tempo” (Giunti Editore 2012), nel quale il giornalista televisivo Philippe Harrouard ha messo a confronto, nell’abbazia della Trappe (vicino a Soligny), un premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier e un monaco cistercense, Michel Niaussat.

Avevamo già parlato di questo libro nel novembre 2010 sottolineando la grande apertura di ragione di Montagnier, nonostante si dica “agnostico”, rispetto al rapporto tra scienza e fede, in particolare per quanto riguarda i miracoli. Essendo entrambi gli interlocutori di origine francese, non si poteva non soffermarsi sugli eventi di Lourdes, miracoli e guarigioni inspiegabili a cui Montagnier si è dedicato (oltre allo staff medico-scientifico presente costantemente alla grotta di Massabielle). Il Nobel ha infatti detto, durante l’intervista: «Quando un fenomeno è inspiegabile, se esso esiste veramente, non serve nulla negarlo. Molti scienziati fanno l’errore di rifiutare ciò che non comprendono. Non mi piace questo atteggiamento. Cito spesso questa frase dell’astrofisico Carl Sagan: “L’assenza di evidenza non è l’evidenza dell’assenza”. Riguardo ai miracoli di Lourdes che ho studiato, credo effettivamente che si tratti di qualcosa non spiegabile. […] Io non mi spiego questi miracoli, ma riconosco che vi sono guarigioni non comprese allo stato attuale della scienza».

Un altro premio Nobel per la medicina si è occupato delle guarigioni di Lourdes, si tratta di Alexis Carrel, il quale nel 1903 decise di recarsi al santuario per sostituire un collega, intenzionato, da ateo, ad appurare personalmente la falsità dei miracoli. Visitò Marie Bailly, in condizioni gravissime, affetta da tempo di peritonite tubercolare, tubercolosi e pleurite, con ventre e gambe gonfie, costole sporgenti, sacca di liquido che occupava la regione ombelicale, febbre alta e ipertensione. Lui stesso appurò durante il viaggio che la paziente era in punto di morte, una volta arrivato, spronato dalla grande fede incontrata a Lourdes, volle fare una promessa. Scrisse nel suo diario: «Vergine Maria. Guarite dunque questa giovinetta, ha troppo sofferto. Fate che viva un poco, fate che io creda. Quel che io vedo in questo momento è molto razionale. Se questa giovinetta guarisce, cosa che sembra assurda, fate che io possa credere ritrovandola veramente viva all’uscita delle piscine»Il miracolo si compì sotto i suoi occhi, il gonfiore della giovinetta sparì in pochi istanti, lo stesso per la sacca di liquido formatasi vicino all’ombelico, tanto che ella riuscì ad alzarsi in piedi da sola. La conversione di Carrel, descritta nei dettagli nel suo libro “Viaggio a Lourdes”, fu uno scandalo per lo scettico naturalismo dominante allora l’ambiente francese (ancora oggi pochi hanno voglia di parlarne).

«Ho sempre avuto grande rispetto per chi possiede la fede e per la Chiesa», ha detto Montagnier, nell’intervista. Il Nobel ha poi riconosciuto che gli ordini religiosi cristiani svolgono da sempre un ruolo fondamentale nell’assistenza fisica e spirituale dei malati: «L’ho potuto verificare da vicino nei miei lunghi anni di lotta all’Aids in cui, soprattutto all’inizio, vedevo tutti i giorni pazienti condannati a una morte ineluttabile. Spesso la fede e la vicinanza della Chiesa li aiutavano ad affrontare la malattia e a non sentirsi abbandonati. È grazie a questa esperienza che ho sempre riconosciuto l’apporto pionieristico e insostituibile della Chiesa nel campo delle cure ospedaliere». E’ anche emersa,  durante il dialogo con il monaco Niaussat, la grande stima che Montagnier prova per Giovanni Paolo II, a cui diede addirittura consigli per rallentare la progressione del Parkinson.

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13 commenti a Il Nobel per la medicina Montagnier, la fede e le guarigioni di Lourdes

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  1. Attivista di Centro ha detto

    Personalmente mi sembrano convincenti, se ho capito bene, le affermazioni del prof. Zichichi per il quale il “miracolo” non esiste in quanto tale. E’ un termine che appartiene al linguaggio della fede, non della scienza. Perchè se si dimostrasse che un evento seppure eccezionale è “miracoloso” si dimostrerebbe l’esistenza di Dio, la cui presenza va cercata, anche a fronte di questi eventi, con il cuore e con le opere. Quello che mi stupisce e mi indigna però, come dice il prof. Montagnier, è il fatto che si neghi con argomentazioni fasulle la vicenda e la testimonianza delle persone coinvolte invece di confrontarsi serenamente con entrambe. Se non altro perchè la fede indica alla scienza vie che ancora non è in grado di capire e di percorrere!!

  2. Alèudin ha detto

    non mi ricordo l’autore di questa frase: “Gli scienziati un giorno arriveranno alla Verità, troveranno ad aspettarli dei teologi.”

    • Evoluzione.TK ha detto in risposta a Alèudin

      “Per lo scienziato che ha vissuto la sua fede nel potere della ragione, la storia finisce come un brutto sogno. Ha scalato la montagna dell’ignoranza, sta per conquistare la vetta più alta, come lui stesso si trascina sopra la roccia finale, viene salutato da un gruppo di teologi seduti li da secoli.” tratto da God and the Astronomers (Dio e gli astronomi) di Robert Jastrow pp.106-107

      • Alessandro M. ha detto in risposta a Evoluzione.TK

        Esattamente…in particolare si parlava del Big Bang, formulato secoli e secoli prima dal teologo Grossatesta.

        • Evoluzione.TK ha detto in risposta a Alessandro M.

          esatto ma quello a cui si riferiva Jastrow è un inizio, nella Bibbia tutto comincia da un punto preciso nella storia cosmica, quindi la religione cristiana e quella ebraica hanno da sempre considerato l’universo come finito, in pratica queste religioni conoscevano tale realtà centinaia di anni prima che fosse ipotizzata e calcolata dalla scienza moderna

          come se non bastasse un universo finito implica inevitabilmente l’esistenza e l’operato di un creatore adimensionale, è per questo che nonostante le evidenze molti scienziati (atei) cercano tutt’oggi di sviluppare nuove tesi alternative che si basino su di un universo infinito

          http://evoluzione.tk/religione/cosmologia/dio-esiste-buon-compleanno-hawking.php

          • Andrea ha detto in risposta a Evoluzione.TK

            Chiunque cerchi di dimostrare un’Universo infinito nel Tempo e nello Spazio è completamente fuori rotta, e non lo dico io, lo dicono persino i dati raccolti da osservatori extra-atmosferici…

            Ah, magari la NASA sarà pagata da un consorzio di fanatici Religiosi per negare l’Odifreddiana verità 😀 😀 !…

      • Alèudin ha detto in risposta a Evoluzione.TK

        grazie, priprio quella!

  3. Alessandro Giuliani ha detto

    L’esistenza del Mistero, di ciò che non è spiegabile con le cose che già sappiamo è la base comune di Scienza e Fede, per cui la posizione di Montagnier è la posizione ‘standard’ della scienza correttamente intesa. Se poi (cosa che accade nella maggioranza dei casi) lo scienziato è anche credente sa che oltre alla scienza la ragione può avventurarsi nel campo della fede che comunque è altra cosa (le famose due ali di cui parlava Giovanni Paolo II).
    Tutti noi (scienziati, teologi, arrotini, fruttivendoli, idraulici, impiegati del catasto..) quando, alla fine della nostra morte terrena, arriveremo alla Verità troveremo ad aspettarci la comunione dei Santi composta da persone che in vita erano scienziati, teologi, arrotini, fruttivendoli, idraulici…

  4. Andrea ha detto

    Bella la frase di Sagan, anche se le sue fisse sulla vita extraterrestre 😐 😐 …

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