Jordan Peterson, uno psicologo che ama il cristianesimo

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Il cammino di Jordan Peterson verso il cristianesimo. Il nuovo libro del celebre psicologo canadese (agnostico) si occupa delle radici giudaico-cristiane dell’Occidente. In poco tempo è già bestseller.


 

Si può dire che è lo psicologo più influente al mondo?

Con 6 milioni di follower su X, 9 milioni su Instagram e Youtube, Jordan Peterson è certamente uno degli intellettuali più influenti del pianeta.

Si occupa di psicologia sociale e delle credenze religiose e ideologiche che influiscono sulla personalità degli individui, già docente alla McGill University e all’Università Harvard, nel 1997 è diventato ordinario di Psicologia presso l’Università di Toronto.

 

Jordan Peterson, chi è e com’è diventato famoso

Nel 2016 è però cambiato tutto per lui.

In un Paese, quello canadese, che va a velocità incontrollata verso il baratro del progressismo più sfrenato, Peterson si è opposto al politicamente corretto e a un disegno di legge allora in vigore che obbligava i canadesi a riferirsi alle persone non binarie con i proponi da esse preferite, ignorando le caratteristiche biologiche.

E’ in quel momento che Peterson si è trasformato in un gigante solitario contro i falsi miti del progresso, come lo abbiamo definito nel 2018.

Dopo aver lasciato l’insegnamento ed essere diventato uno scrittore e un content creator sui social media, Peterson ha guadagnato un successo planetario ma è diventato anche uno tra i nemici peggiori degli ambienti progressisti.

Poco tempo fa ha voluto lasciare il Canada e trasferirsi negli Stati Uniti a causa di un nuovo disegno di legge che intende criminalizzare la libertà di parola e, a suo dire, trasformerebbe il suo Paese in un “inferno totalitario”.

 

Il nuovo libro di Peterson: uno studio biblico

Il suo percorso lo ha fatto contemporaneamente avvicinare al cristianesimo.

Nel 2018 da agnostico ha scritto un libro in cui l’ideale cristiano si manifestava in ogni pagina. Lo abbiamo recensito non appena giunto anche in Italia.

Nel novembre 2024 Peterson ha scritto di nuovo sul cristianesimo, questa volta in modo più diretto. Il libro si intitola We Who Wrestle with God: Perceptions of the Divine (“Noi che lottiamo con Dio: percezioni del divino”).

Si tratta di uno studio biblico anche piuttosto sofisticato, 526 pagine in cui il famoso psicologo esamina l’Antico Testamento, approfondisce i temi principali della creazione nella Genesi e del Giardino dell’Eden e analizza la figura del profeta Giona.

Ecco cosa scrive Peterson nell’introduzione:

«La storia biblica, nella sua totalità, è la cornice attraverso cui il mondo si rivela, per quanto riguarda l’Occidente stesso: è la descrizione della gerarchia di valori entro cui persino la scienza stessa è resa possibile. La Bibbia è la biblioteca di storie su cui si basano le società più produttive, più libere, più stabili e pacifiche che il mondo abbia mai conosciuto: il fondamento dell’Occidente, chiaro e semplice».

Un tomo corposo che sembra essere un manifesto a sostegno della visione giudaico-cristiana del mondo che sostiene il diritto e la cultura della civiltà occidentale.

 

Il cammino di Jordan Peterson verso il cristianesimo

L’ammirazione per il cristianesimo di Jordan Peterson è però quella di uno spettatore sociologico piuttosto che di un credente devoto, perché non confessa la fede cristiana.

O meglio, non la professa pubblicamente. Ma qualcuno comincia ad avere dei dubbi in proposito. Non è un caso che sua moglie, Tammy Peterson, si è battezzata cattolica nel settembre 2024.

E’ stato anche fatto notare che la popolarità di Peterson è cresciuta attraverso una serie di lezioni e video che ha tenuto sul Libro della Genesi davanti a centinaia di migliaia di persone, per lo più giovani, alcuni dei quali duravano almeno due ore a puntata.

Ogni suo convegno vede la partecipazione di migliaia di persone disposte a pagare per essere presenti. E durante i quali, di fatto, Peterson tiene una sorta di catechismo cristiano.

«La chiesa americana dovrebbe vergognarsi che Jordan Peterson le abbia “mangiato il pranzo”», si legge su Blaze News.

A Indianapolis, ad esempio, Peterson ha esaurito un auditorium da 2.500 posti con un prezzo minimo del biglietto di oltre 100 dollari: «Il pubblico ha pagato per sentirlo fare un sermone sulla Genesi», il commento.

 

I cristiani hanno qualcosa da imparare da Peterson?

Stranamente, si legge ancora, «la Chiesa non sembra essere così interessata a comprendere il fenomeno di Jordan Peterson».

In realtà non è proprio così, infatti uno dei vescovi più “social” del mondo, l’americano Robert E. Barron, vescovo Winona-Rochester, dialoga spesso online con Peterson e si nota una certa affinità di pensiero.

Sicuramente il linguaggio usato dal noto psicologo canadese riesce a far arrivare un certo messaggio cristiano più in profondità di quanto sappiano fare tanti sacerdoti, forse perché crede più nel contenuto rispetto a tanti uomini di Chiesa.

O forse, semplicemente, non lo dà per scontato.

Alla fine del suo libro accenna alla prossima uscita in cui esaminerà la vita di Cristo. Il cammino di Jordan Peterson verso il cristianesimo non pare abbia intenzione di fermarsi.

Autore

La Redazione

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