Romano Penna e il mito di Paolo fondatore del cristianesimo

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La scomparsa del biblista Romano Penna e la leggenda di San Paolo fondatore del cristianesimo. In memoria del noto studioso, ricordiamo i suoi sforzi per smascherare i fraintendimenti sul ruolo di Paolo nel primo cristianesimo.


 

E’ recentemente scomparso Romano Penna, insigne biblista e docente di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense di Roma.

Uno studioso noto a livello internazionale soprattutto per i suoi approfondimenti sulle prime comunità cristiane e sulla figura di San Paolo.

 

Romano Penna e la figura di San Paolo

Proprio relativamente a Paolo di Tarso lo abbiamo più volte citato, sia relativamente alle accuse di misoginia che riguardo ad un’altra falsità: l’aver posseduto uno schiavo.

Il lavoro di Penna è stato però importante anche per definire il ruolo di San Paolo nel primo cristianesimo, in particolare smentendo la leggenda secondo la quale l'”Apostolo delle genti” sarebbe stato il vero fondatore del cristianesimo.

Un abbaglio enorme commesso da non specialisti.

 

San Paolo non fu il fondatore del cristianesimo

In un articolo sulla rivista Itinerarium12009, pp. 29-39, Romano Penna osservò infatti che «chi vuole fare di Paolo il secondo fondatore del cristianesimo dopo Gesù dimentica un dato storico elementare: che cioè tra Gesù e Paolo c’è di mezzo la comunità cristiana primitiva, quella di Gerusalemme».

San Paolo non inventa nulla del cristianesimo, nelle sue Lettere riconosce continuamente «il proprio debito nei confronti della comunità che lo ha preceduto», scrive Penna.

Anzi, visita più volte la primitiva comunità di Gerusalemme, si intrattiene con Pietro e con coloro che avevano aderito a Cristo prima di lui: «Vi ho trasmesso ciò che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e poi ai Dodici» (1Cor 15,3-5).

Le parole espresse da Paolo sono professioni di fede a lui pre-esistenti. Penna spiegava che l’unico dibattito, semmai, è quale sia stata la chiesa che maggiormente gli trasmise la formulazione degli elementi fondamentali della fede cristiana: Gerusalemme o Antiochia?

La teologia di Paolo, continuava l’eminente biblista italiano, «non è spuntata come un fungo all’interno del cristianesimo delle origini».

Egli certamente rielaborò in maniera personale e originale il pensiero giudaico in cui si formò con ciò che ricevette dalla comunità cristiana, individuando «la portata dirompente di Gesù Cristo, il quale, nient’altro che per la sua identità messianica diversamente concepita in rapporto alle premesse giudaiche, ridefinisce sia la fede in Dio sia l’idea di storia della salvezza».

Secondo Romano Penna, tutta la conversione di Paolo inizia inevitabilmente «con la determinante esperienza da lui fatta sulla strada di Damasco».

 

San Paolo non trasforma Gesù in un Salvatore

Ma Gesù Cristo non fu trasformato da Paolo in un Redentore, quest’idea «cozza inevitabilmente contro due fatti inoppugnabili»: innanzitutto già prima di lui, Gesù veniva confessato come Salvatore e, in secondo luogo, Paolo mai definisce Gesù né come Redentore, né come Salvatore.

Piuttosto, l’Apostolo condivide con il cristianesimo primitivo, a lui anteriore, l’immagine di Gesù come Messia (Christòs) e persino Signore (Kyrios) risuscitato dai morti da Dio stesso. Anche Paolo, come i primi cristiani, spiegava Romano Penna, «ritengono che Gesù sia “morto per i nostri peccati” (1Cor 15,3) e che con la risurrezione dai morti sia stato “costituito figlio di Dio potente” (Rm 1,4a)».

 

Oltre a questa abilità a smascherare fraintendimenti diffusi sulla figura di San Paolo, Romano Penna ha lasciato un’impronta profonda negli studi sul Nuovo Testamento, distinguendosi per rigore metodologico nei vari aspetti che ha trattato nella sua sterminata produzione bibliografia.

Il suo lavoro continuerà a illuminare generazioni di studiosi e lettori, offrendo strumenti preziosi per comprendere il cristianesimo delle origini con onestà intellettuale e fedeltà ai testi.

Autore

La Redazione

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