«San Paolo aveva uno schiavo», la fake news di Corrado Augias

San Paolo e lo schiavo Onesimo. Corrado Augias sostiene che Paolo di Tarso avesse posto in schiavitù un uomo, mentre è noto che Onesimo fu liberato proprio da San Paolo attraverso la famosa Lettera a Filemone.

 
 
 

Non c’è giorno che il buon Corrado Augias non tiri in ballo la storia del cristianesimo per attribuirli nefandezze e obbrobriosità, travisando puntualmente la verità.

Ci sarebbe da scrivere un libro su questa (morbosa) attenzione da parte del noto conduttore televisivo.

Perfino se un lettore gli chiede un’opinione sull’abbattimento delle statue da parte dei membri del Black Lives Matter, com’è accaduto qualche tempo fa, Augias riesce a tirare in ballo, non si sa come, il fatto che «Paolo di Tarso, santo per la Chiesa, aveva uno schiavo perché per la cultura del suo tempo la schiavitù rientrava nella norma».

 

San Paolo e lo schiavo: «Liberalo, pago io il riscatto».

Corrado Augias si riferisce a Onesimo, ricordato dalla storia come “lo schiavo liberato”.

Sì, perché Onesimo era uno schiavo fuggitivo che trovò rifugio a Roma, il suo padrone era il greco Filemone, residente a Colossi in Frigia.

Non si conosce il motivo per cui si fosse allontanato ma era certamente in pericolo in quanto a rischio di denuncia o ricatto se qualcuno avesse scoperto il suo passato e la sua condizione.

San Paolo incontra Onesimo se ne prende cura e nel 61-63 d.C. scrive la famosa, autentica e brevissima Lettera a Filemone -in seguito inclusa nel Nuovo Testamento- con lo scopo di riscattarne la libertà.

Se lo schiavo si fosse semplicemente riconsegnato a Filemone, infatti, avrebbe rischiato la vita.

L’incontro con Paolo provoca in Onesimo la conversione cristiana, viene da lui battezzato, ne diviene amico e collaboratore ed è oggi venerato come santo Apostolo Onesimo.

Avendo in passato battezzato anche Filemone, Paolo gli chiede di accogliere Onesimo «non come schiavo, ma come fratello». Non vuole ordinarglielo o far pesare la sua autorità spirituale «perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario».

Quello dunque che per Augias è uno “schiavo di San Paolo”, in realtà si tratta di uno schiavo di Filemone, che riavrà la libertà proprio grazie all’intervento di San Paolo.

Ma l’apostolo delle genti andò ben oltre la richiesta e si offrì di indennizzare Filemone del presunto danno subito: «Se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore», scrive Paolo nella Lettera, «metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io». Per poi concludere: «Se dunque tu lo consideri amico, accoglilo come me stesso».

 

La pedagogia antischiavista del primo cristianesimo.

Come correttamente ha osservato il prof. Romano Penna, eminente biblista italiano, anche Seneca e gli Stoici greci ebbero parole contrarie alla schiavitù.

Tuttavia, «lo stoicismo resta una filosofia e come tale teorica, infatti in seguito non ha avuto un impatto decisivo sulla società».

Al contrario, fu il cristianesimo medievale -come abbiamo mostrato in un apposito dossier– a portare la società all’abolizione della pratica schiavista.

San Paolo è autore inoltre del celebre e rivoluzionario annuncio «non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero, non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 26-28), ed il suo intento, come quello dei primi cristiani, fu rivolgersi per la prima volta nella storia direttamente agli schiavi in quanto uomini come gli altri, pur non istigando rivoluzioni sociali contro la schiavitù.

Paolo ricorda loro che, incontrando Cristo, saranno liberi anche se in catene, più liberi dei loro stessi padroni, chiedendo di vivere con dignità e senza odio la loro situazione. Allo stesso tempo chiederà ai padroni di trattare gli schiavi con umanità e fratellanza, «sapendo che anche voi avete un padrone in cielo» (Col 4,1).

Si trattò di una lenta pedagogia perché il cambiamento avvenisse in maniera pacifica all’interno delle società umane, senza violente rivoluzioni marxiste: solo così tutta la società saprà mutare profondamente, capendo che tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio.

 

Oggi tale processo storico è un’evidenza per tutti, Corrado Augias è la solita eccezione che conferma la regola.

La redazione

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6 commenti a «San Paolo aveva uno schiavo», la fake news di Corrado Augias

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  1. Jack ha detto

    Che tempismo! Ne parlavo giusto qualche giorno fa con un commentatore del sito, uno dei tanti piccoli Augias che sostengono e alimentano la loro non-fede sulle presunte malefatte del cristianesimo. Ammetto che non conoscevo la storia di Onesimo, grazie ad Augias per avermelo fatto conoscere 🙂

  2. nanni ha detto

    mandatelo in pensione…
    questo signore pur di vendere si inventa le storie… ma in realtà non sa nemmeno il significato del termine ebraico di schiavo

  3. Simone ha detto

    Articolo corretto.

  4. Giancarlo Carlini ha detto

    Tempo fa il sig. Augias scrisse un libro “inchiesta su Gesù” io lo lessi e scrissi un libro “Risposta ad Inchiesta su Gesù” Leggetelo e vedrete come tutte le “inesattezze” da lui scritte su Gesù vennero fuori! C’è da ridere se non piangere! Eppure lui continua a scrivere!

  5. Marie ha detto

    Sarebbe bene se si potesse leggere il testo completo di quelo che ha detto il signor Augias pero´ , perche´ bisogna sentire tutte e due le campane, no?

    • Roan83 ha detto in risposta a Marie

      Il link c’è nell’articolo per leggere le parole di augias, guarda nel secondo paragrafo.

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