Chiara Saraceno, la sociologa pro-aborto teme la denatalità

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Il curioso caso di Chiara Saraceno: pro-aborto ma disperata per la denatalità. Invoca un’agenda politica contro l’inverno demografico, ma ignora i successi negli Stati che limitano l’accesso all’interruzione di gravidanza.


 

Ci vuole coraggio a difendere strenuamente l’aborto (quasi) illimitato e lamentarsi della crisi demografica.

E’ il paradosso di Chiara Saraceno, sociologa, editorialista di “Repubblica” e La Stampa e da sempre sulle barricate femministe.

Sono note le sue battaglie contro le scuole paritarie e il matrimonio come società naturale, secondo il dettame costituzionale, che da anni Saraceno cerca di definire maldestramente come una scelta libera basata sulla solidarietà reciproca e sull’affetto.

L’intenzione è allargare le maglie per inserire le coppie omosessuali, ma la sociologa ignora che in questa definizione rientra qualunque tipo di relazione: una semplice amicizia solidale e affettuosa, un poliamore e perfino un rapporto tra coppie incestuose.

 

Chiara Saraceno tra aborto e terrore per la denatalità

Saraceno difende strenuamente anche la legge 194, lamentandosi praticamente ogni mese del massiccio ricorso all’obiezione di coscienza da parte dei medici italiani.

Qualche giorno fa Chiara Saraceno ha introdotto però una variante sul tema, occupandosi della bassissima natalità, dell’”inverno demografico«che rischia di congelarne il futuro».

Paradossalmente la sociologa lamenta anche il primato italiano nella mortalità infantile e nel «rischio di morire nel primo anno di vita».

E’ significativo che la Chiara Saraceno pro-aborto si preoccupi dei bambini morti nel primo anno di vita, categoria di cui fanno parte anche quelli soppressi volontariamente con l’interruzione di gravidanza.

O forse crede che si rientri magicamente nella categoria “bambini” soltanto dal primo istante in cui si esce dal canale uterino?

Dalle colonne de La Stampa, Saraceno invoca giustamente un’agenda politica preoccupata del futuro del paese, che incoraggi la natalità non limitandosi solo a qualche bonus una tantum. Sante parole!

 

Le leggi restrittive dell’aborto aumentano la natalità

Vogliamo svelare un piccolo segreto alla sociologa italiana: le leggi che restringono l’accesso all’interruzione di gravidanza stanno aumentando negli Stati Uniti il numero di nascite e la fertilità femminile, senza alcun accenno all’aumento di problemi di salute materna.

Per fare un esempio, nel solo Texas dall’entrata in vigore nel 2022 della legge che vieta l’aborto dalla 6° settimana di gravidanza (legge del battito cardiaco) si sono registrate quasi 10.000 nascite in più rispetto a prima.

Negli USA stanno davvero affrontando con successo il problema della natalità, basterebbe semplicemente imitarli se si è giustamente disperati per l’inverno demografico.

Autore

La Redazione

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