Toronto dichiara dicembre il “Mese dell’eredità cristiana”
- Ultimissime
- 05 Dic 2024
Dicembre a Toronto sarà il mese di celebrazione dell’eredità cristiana. Il consiglio comunale di Toronto approva la proclamazione e la celebrazione delle radici cristiane della città, una delle più multiculturali e multiconfessionali al mondo.
Originale iniziativa in Canada nella popolata città di Toronto.
Il consiglio comunale ha approvato con 11 voti a favore e 4 voti contrari la proclamazione di dicembre come “Mese dell’eredità cristiana” (Christian Heritage Month).
Motore economico del Canada, la città accoglie quasi 3 milioni di abitanti ed è una delle più multiculturali nel mondo.
Toronto, dicembre sarà “il mese dell’eredità cristiana”
Considerando la nascita di Gesù a Natale, alcuni consiglieri hanno proposto con successo che dicembre sarebbe stato il mese appropriato per celebrare l’eredità cristiana della città. Non c’è stata alcuna particolare resistenza da parte di nessun membro del consiglio comunale.
Ecco le parole del consigliere Nick Mantas al momento della presentazione della mozione:
«In questo periodo, i gruppi di fede cristiana utilizzano la letteratura, l’arte, la musica, la gastronomia e l’architettura per raccontare Gesù, la compassione, l’amore, l’accettazione e la buona novella del Vangelo. Dicembre è associato alla tradizione dello scambio di doni, dell’unità tra familiari, amici e persone di tutte le fedi. A dicembre le organizzazioni cristiane e i luoghi di culto offrono celebrazioni, eventi unici e iniziative che evidenziano una forte eredità cristiana».
Secondo le statistiche relative al 2021, a Toronto i cattolici risultano essere il 24,2% della popolazione (670mila), ai quali si aggiunge un 22,3% di “altri cristiani”. Il 30% della popolazione (845mila) dichiara invece di avere prospettive laiche.
Pochi giorni fa, proprio a Toronto, 750 giovani cattolici si sono radunati al Renew Toronto, manifestazione culturale cattolica organizzata dall’arcidiocesi della città.
La stessa arcidiocesi cattolica di Toronto, assieme alle altre confessioni, ha supportato l’iniziativa del consiglio comunale.
L’idea è però nata da Molly Banerjei, animatrice del Christian Music Festival, un’organizzazione multiconfessionale in forte crescita che celebra i contributi del cristianesimo canadese.
La stessa Banerjei ha informato che è nata una petizione per invitare altri canadesi a sostenere la dichiarazione di dicembre come Mese dell’eredità cristiana per l’intero Canada, così da far conoscere «gli incredibili contributi che hanno plasmato il nostro Paese».
Riscoprire l’identità cristiana per accogliere meglio
Un’iniziativa che sottolinea l’importanza storica e contemporanea del cristianesimo, certamente sorprendente considerando la multi-confessionalità del Canada e della stessa Toronto.
Se fino a pochi anni fa in Nord America spopolava la cancel culture, la cancellazione e la pretestuosa vergogna verso il passato, sicuramente si tratta di un segno di discontinuità.
Apprezziamo molto l’idea di recuperare e valorizzare l’identità cristiana dell’Occidente per poter accogliere meglio tutte le altre culture, cercando di condividere basi comuni piuttosto che offrire un vuoto di valori.
Come ha spiegato il filosofo Philippe Nemo, direttore del Centro di ricerche in Filosofia economica presso l’ESCP Europe:
«Senza cristianesimo rimane un’identità senza spessore e senza coerenza, fondata solo sui “diritti dell’uomo” e sulla “democrazia”». Valori svuotati, incapaci di tenere assieme i popoli perché «sono apparsi solo nel contesto di società cristiane e sono abbondantemente nutriti di cristianesimo»1P. Nemo, La bella morte dell’ateismo moderno, Rubbettino 2016, pp. 115-116.
Un tema caro a Papa Francesco, per il quale solo «rivalutando le radici cristiane» si può «costruire una società in cui possa attuarsi la mutua accoglienza e la solidarietà reciproca».
Ma anche a Benedetto XVI, secondo cui «la multiculturalità è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie. Ma la multiculturalità non può sussistere senza basi comuni, senza punti di orientamento offerti dai valori propri»
Non serve essere credenti per riconoscerlo, ecco cosa pensa di questo il filosofo francese Michel Onfray:
«Sono ateo, lo sappiamo, ma la vita della Chiesa cattolica mi interessa perché dà il polso alla nostra civiltà giudaico-cristiana, che è in pessime condizioni. Perché se Dio non è del mio mondo, il mio mondo è quello reso possibile dal Dio dei cristiani».
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